Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo V. Valori, norme e istituzioni
Valori, norme e istituzioni
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Capitolo V. Valori, norme e istituzioni
Il concetto di valore è polisemico e il suo significato
varia a seconda dell’uso, da una disciplina a un’altra
e all’interno di ogni singola disciplina.
Nel linguaggio comune si parla di valore per indicare:
Ú qualcosa che non appartiene al mondo delle cose
reali, ma alla sfera degli ideali e dei desideri
Ú qualcosa di reale di cui si teme la perdita
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In sociologia si è soliti definire i valori come l’insieme
di idee e opinioni condivise da una collettività
riguardo a ciò che è giusto, buono, apprezzabile
Il valore indica un criterio di valutazione
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In tal senso i valori sono:
•  orientamenti dai quali discendono i fini delle azioni
umane Ú valori e fini sono legati tra loro come in una
catena
•  trascendenti rispetto all’esistente Ú indicano un
dover essere che va al di là dell’essere, una tensione
verso uno stato di cose ritenuto ideale e desiderabile
ma che non è, o non è ancora, realizzato
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•  fatti sociali in quanto, e solo in quanto, vengono fatti
propri da individui o gruppi sociali, i quali orientano
in base a essi il loro agire Ú i valori sono forze
operanti, perché forniscono le motivazioni dei
comportamenti
•  i valori vengono fatti propri da individui e gruppi
mediante processi, più o meno consapevoli, di scelta
Ú i valori sono sempre sia oggettivi, sia soggettivi
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I valori universali:
•  sono i valori di “tutti”, ovvero sono quei valori nei
quali una civiltà si riconosce e chi non li accetta si
mette ipso facto al di fuori di essa
•  sono i valori che definiscono i confini del vivere
civile, la natura del “patto sociale”
•  sono il risultato di processi di lungo periodo,
intessuti di lotte condotte storicamente, e con
alterne vicende, da gruppi umani concreti.
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Pluralismo dei valori
Le società moderne, data la loro complessità e
differenziazione, sono caratterizzate dal pluralismo
dei valori.
Nelle società moderne si pone sempre più il
problema dell’integrazione dei valori.
Quando sistemi di valori o singoli valori sono in
conflitto tra loro, i gruppi che ne sono portatori
entrano essi stessi in conflitto.
Lo stesso individuo può far propri valori, tra loro in
linea di principio incompatibili, e trovarsi quindi di
fronte a situazioni di dilemma etico.
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Nelle società moderne e avanzate:
•  si sta allargando il grappolo dei valori universali
•  i sistemi di valori si frammentano (complessità,
differenziazione, secolarizzazione, fine grandi narrazioni)
•  si assiste a un processo di “presentificazione” (uno dei
caratteri dei valori è il “differimento”) dell’orizzonte di
realizzazione dei valori, in cui ogni individuo cerca di
realizzare il proprio ideale di “vita buona” nel qui e ora o,
almeno, nell’arco della propria stessa esistenza
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Norme = mezzi che prescrivono o vietano dei
comportamenti in vista di qualche fine/valore Ú
possiamo intendere le norme come delle obbligazioni
Valori = guide capaci di orientare i comportamenti
nell’ambito consentito dalle norme
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Le norme sociali sono uno strumento che
rende prevedibile il comportamento altrui
entro un numero limitato di alternative.
Le norme sociali sono tali in quanto i
comportamenti che da esse si scostano
incontrano invariabilmente qualche forma di
sanzione Ú in ogni società la conformità alle
norme viene mantenuta attraverso l’uso o
la minaccia di sanzioni.
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Le sanzioni si distinguono in:
-  positive Ú ricompensano chi rispetta la norma
-  negative Ú puniscono chi non rispetta la norma
-  formali Ú se applicate da specifiche autorità a ciò
preposte
-  informali Ú reazioni più spontanee e meno organizzate
-interne Ú quando le norme sociali sono state
interiorizzate e quindi trasformate in norme morali
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Tipi di norme
- regole costitutive Ú pongono in essere delle
attività che non esisterebbero all’infuori delle regole
stesse, non ammettono eccezioni e la loro
applicazione non richiede in genere un apparato
preposto alla loro interpretazione
- regole regolative Ú indicano ciò che è prescritto o
ciò che è vietato nell’ambito di un’attività già
costituita, ammettono eccezioni e consentono in
genere ampio spazio all’interpretazione
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- norme giuridiche (le leggi) Ú sono emanate
dall’autorità (potere legislativo), presuppongono un
apparato per la loro applicazione (potere giudiziario) e
per l’amministrazione delle sanzioni da esse previste
(istituzioni penali)
- norme implicite (galateo, buone maniere) Ú sono
quell’insieme di norme e regole di comportamento che
seguiamo quotidianamente e che diamo per scontate
- norme che valgono soltanto per gli appartenenti a
determinati gruppi sociali e regolano i rapporti sia
all’interno del gruppo, sia con soggetti esterni Ú codici
deontologici Ú codici d’onore
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Anche se in genere gli individui nella maggior parte
delle situazioni sanno che cosa è vietato e che cosa
è permesso fare, sanno cioè quali sono i vincoli che
le norme sociali pongono al loro agire, non è
infrequente che si verifichino situazioni nelle quali:
- vi è un eccesso di norme Ú ricorso agli esperti
- vi sono norme contraddittorie per cui la stessa
azione è nello stesso tempo prescritta da una
norma e vietata da un’altra Ú dilemma etico
- vi è una carenza di norme e quindi l’azione non
trova chiari punti di riferimento normativi Ú anomia
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Nelle scienze sociali per istituzione si intendono modelli
di comportamento che in una determinata società sono
dotati di cogenza normativa.
Se per organizzazione si intende un insieme coordinato
di risorse umane e materiali, per istituzione si intende
l‘impianto di regole che rende possibile tale
coordinazione.
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Rispetto al linguaggio comune, il concetto sociologico
di istituzione assume un significato:
- più ampio Ú riguarda in generale tutti i modelli di
comportamento e non solo quelli che si manifestano
in apparati e organizzazioni
- più preciso Ú sottolinea come, affinché un modello
di comportamento possa essere considerato
un’istituzione, sia necessaria la presenza di un
elemento normativo in qualche misura vincolante
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Le varie istituzioni si possono ordinare lungo un continuum, a
seconda del grado di istituzionalizzazione raggiunto
Il grado si istituzionalizzazione di un sistema di regole dipende da
diversi fattori:
- dalle forme flessibili o rigide del controllo sociale che ne
garantiscono l’osservanza
- dal grado di informazione in merito alla loro esistenza che ne
hanno gli attori coinvolti
- dal grado di accettazione di tali regole da parte della società nel
suo complesso
- dal tipo e dall’intensità delle sanzioni che premiano la conformità
o puniscono la trasgressione
- dal grado di interiorizzazione nei codici morali individuali
- dal grado in cui le norme vengono di fatto osservate oppure no
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Ogni sistema sociale per esistere deve soddisfare
quattro requisiti fondamentali:
•  formulare dei fini Ú funzione politica
•  adattare i mezzi ai fini Ú funzione economica
•  regolare le transazioni tra le sue parti Ú funzione
normativa
•  mantenere nel tempo i propri orientamenti di fondo
Ú funzione della riproduzione biologica e culturale
Alle varie funzioni corrispondono istituzioni diverse,
anche se molte istituzioni svolgono una pluralità di
funzioni.
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Le istituzioni, come ogni prodotto dell’attività umana,
hanno una durata temporale.
Nella dinamica delle istituzioni si possono distinguere
due tipi fondamentali di processo:
- da un lato le istituzioni nascono, si sviluppano e
muoiono per effetto di processi spontanei, vale a dire
non intenzionalmente voluti e prodotti dalle azioni di
individui e gruppi identificabili Ú effetto di composizione
o emergente
- dall’altro lato, invece, tali eventi e processi sono
imputabili alla volontà specifica di qualche attore
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La vita e il mutamento delle istituzioni dipende dalla loro
capacità di rispondere efficacemente alle sfide che
provengono:
- dall’ambiente esterno Ú fattori di mutamento esogeni
- dall’ambiente interno Ú fattori di mutamento
endogeni
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In linea di principio, due possono essere i tipi di
risposta strategica alle sfide ambientali:
•  una risposta “rigida”, tendente a conservare
l’identità e l’integrità dell’istituzione di fronte alla
turbolenza interna o esterna
•  una risposta “flessibile” in grado di modificare la
propria struttura interna, di ridefinire i confini con
l’ambiente e quindi l’identità stessa dell’istituzione
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