CS Virus Epatite Delta

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COMUNICATO STAMPA
Pubblicata su Gastroenterology una ricerca condotta dai ricercatori di
Gastroenterologia 1 della Fondazione Policlinico Mangiagalli
Il virus dell’epatite Delta (HDV) importante marker predittivo
della cirrosi e del tumore al fegato
Lo studio è stato effettuato su 299 pazienti affetti da epatite Delta, 230 dei quali di sesso
maschile, con un’età media all’arruolamento di 30 anni, seguiti per circa 28 anni. A Milano,
inoltre, sembra che, dopo un decennio di apparente declino, l’epatite Delta stia tornando ad
avere una certa rilevanza clinica nella popolazione dei soggetti portatori di virus dell’epatite B,
nonostante la vaccinazione obbligatoria.
Milano, 16 giugno 2009 - L’infezione cronica da virus dell’epatite Delta (HDV), un virus altamente
patogeno che necessita della presenza del virus dell’epatite B per i suoi meccanismi di replicazione
e trasmissione, è un fattore di rischio per lo sviluppo di cirrosi e carcinoma epatocellulare. La
persistente replicazione del virus Delta, inoltre, rappresenta l’unico fattore predittivo di mortalità
correlata alla malattia di fegato.
E’ quanto emerge da una ricerca condotta dalla Dr.ssa Raffaella Romeo e dai ricercatori
dell’U.O. di Gastroenterologia 1 della Fondazione Policlinico Mangiagalli, coordinati dal Prof.
Massimo Colombo, pubblicata a maggio sulla rivista scientifica internazionale Gastroenterology.
Lo studio, condotto su un campione di 299 pazienti affetti da epatite Delta, 230 dei quali di
sesso maschile, con un’età media all’arruolamento di 30 anni, seguiti per circa 28 anni
nell’ambulatorio del Policlinico, ha dimostrato che la comparsa di cirrosi epatica si verificava con
un tasso di incidenza annua del 4%, mentre i tassi di incidenza per lo scompenso epatico e lo
sviluppo di carcinoma epatocellulare erano rispettivamente 2.7% e 2.8%. Le conclusioni dello studio
sono pertanto che l’epatite cronica da virus dell’epatite Delta è caratterizzata da un lungo decorso,
e da una discreta probabilità di evoluzione in cirrosi epatica. L’analisi multivariata dei dati ha
dimostrato che la persistente replicazione del virus Delta era associata allo sviluppo della cirrosi e
alla comparsa di eventi maggiori quali lo scompenso, lo sviluppo del tumore e il decesso.
A margine dello studio è emerso anche un dato epidemiologico di rilievo: l’epatite Delta,
dopo un decennio di apparente declino, sembra sia tornata ad avere una certa rilevanza clinica
nella popolazione dei soggetti portatori di virus dell’epatite B. Questo nonostante l’introduzione
della vaccinazione obbligatoria contro il virus B in determinate categorie di soggetti (dal 1991, nei
neonati e nei dodicenni), all’impiego sempre più diffuso di aghi e siringhe monouso e al
miglioramento generale delle condizioni igieniche e socio-economiche, che avevano limitato negli
ultimi anni, sia in Italia che negli altri paesi dell’Europa Occidentale, la diffusione del virus Delta
ad un numero limitato di casi. Oggi, invece, si assiste ad un graduale ritorno di questa malattia,
dovuto soprattutto ai recenti ed imponenti flussi migratori provenienti dai Paesi dell’Europa
Orientale e del bacino del Mediterraneo, luoghi dove l’epatite Delta rimane una importante causa di
morbilità.
Il virus dell’epatite Delta condivide le stesse vie di trasmissione di quello dell’epatite B, cioè
per contatto con liquidi biologici infetti, e può essere acquisito anche in un tempo successivo
rispetto all’infezione da virus B.
Questi dati suggeriscono, quindi, la necessità di porre maggiore attenzione nei confronti dei
portatori di epatite B, coloro nei quali il virus Delta potrebbe colpire. In particolare sarebbe
opportuno indagare la copresenza del virus Delta in caso di ogni nuova infezione da virus B o in caso
di vecchie infezioni B che mostrino una recrudescenza clinica degli indici di funzionalità epatica, in
assenza di modificazioni significative della replicazione del virus B. Questo allo scopo di avviare i
pazienti alla terapia antivirale appropriata, per ridurne la morbilità e la mortalità ad essa associate.
Per informazioni:
• Fondazione Policlinico Mangiagalli - Valentina Regonesi - 02 5503.8408 - 333.4344560 - [email protected]
• Metafora - Sergio Vicario, Katy Mennillo - 02 71040091 - 348 9895170 - [email protected]
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