INFORMAZIONE RISERVATA ESCLUSIVAMENTE AI VETERINARI GLICOMET e la gestione del metabolismo glicidico L’eccesso di cibo, sia in termini quantitativi che qualitativi, associato alla sedentarietà o scarsa attività ha portato alla comparsa di patologie negli animali quali: obesità, diabete, malattie cronico degerative, patologie cardio-vascolari. Glicomet é un regolatore naturale dell’insulina che associato ad una alimentazione sana e all’attività fisica aiuta a prevenire e/o supportare queste patologie. Ingredienti per compressa Trigonella foenum graecum (estratto secco semi titolato al 20% di 4-idrossi-L-isoleucina) 50 mg, Momordica charantia (estratto secco frutti) 50 mg, Cinnamomum zeylanicum (estratto secco corteccia titolato all’ 1,6% di MHCP-metilidrossi calcone) 50 mg, Gymnema silvestre (estratto secco foglie titolato al 25% di glicosidi triterpenici) 50 mg, Acido linoleico coniugato, Acido lipoico, Cromo, Zinco chelato, Vitamina B1, B2, B3, B5, B6, Vitamina H Eccipienti: calcio fosfato, gliceril tristearato, inulina, cellulosa microcristallina, talco, magnesio stearato. Posologia consigliata: cane/gatto fino 15 Kg: 1/2 compressa giorno, cane oltre 15 Kg: 1 compressa giorno. Somministrare prima del pasto per un mese. Una buona abitudine é quella di usarlo nei cambi di stagione (primavera e/o autunno). Contenuto: 30 compresse da 500 mg L’inserimento di prodotti industriali ha modificato in modo sostanziale la distribuzione dei macrocomponenti nella dieta animale alterando gli equilibri nutrizionali. Negli ultimi decenni si é assistito ad un’ulteriore virata nelle abitudini alimentari della specie animale. Soprattutto nel mondo occidentale, la cronica scarsità del cibo ha lasciato il posto a un’abbondanza di ogni genere alimentare che non ha precedenti. Anche l’aspetto qualitativo dell’alimentazione ha subito un cambiamento sostanziale, determinato dall’avvento della produzione industriale del cibo e del low cost. I carboidrati si sono confermati i principali costituenti dell’alimentazione, però con una caratteristica decisamente peggiorativa sotto l’aspetto metabolico, insieme con l’altra componente predominante dell’alimentazione industriale: i grassi (per migliore appetibilità). Anche in questo secondo gruppo di sostanze alimentari i cambiamenti qualitativi sono stati importanti e per certi versi devastanti. I grassi che imperano nei cibi odierni sono quelli saturi e quelli trans, dalle caratteristiche altamente aterogene, e quindi in grado di favorire e di accelerare le patologie cardiovascolari e le malattie cronico degenerative. Anche la quota insatura dei grassi della dieta moderna ha una valenza nociva per la salute. Infatti è nettamente prevalente la componente omega 6, che può spostare in senso pro infiammatorio il delicato equilibrio tra gli eicosanoidi responsabili della “risposta infiammatoria”, strumento fondamentale di regolazione dei rapporti dell’organismo con l’ambiente esterno. Le complesse reazioni metaboliche evocate dai macrocomponenti alimentari gravitano tutte intorno alla funzione regolatrice di un ormone principale, l’insulina. L’insulina nel ruolo di “ormone risparmiatore”, in grado di far utilizzare i carboidrati provenienti dal mondo vegetale come substrato principale per la produzione energetica, trasformando le eccedenze (quando disponibili) in un materiale energetico di riserva, i trigliceridi del tessuto adiposo. L’eccesso e la qualità di carboidrati che caratterizza la moderna alimentazione industriale, comporta un’immissione massiva e improvvisa di glucosio nel sangue ad ogni pasto, con un super lavoro del pancreas per garantire il controllo omeostatico della glicemia attraverso una secrezione adeguata di insulina. Il glucosio non utilizzato dalle cellule dell’organismo per la produzione energetica, sotto la regia dell’insulina viene trasformato dal fegato in grasso di deposito. Gli eccessi di glicidi semplici e raffinati sono quindi una delle cause principali, in concorso con la mancanza di attività fisica, dell’obesità. Altro aspetto importante per le ricadute sulla salute è quello relativo alla “ sensibilità” delle cellule all’insulina. L’aumento vertiginoso di produzione insulinica per ovviare agli eccessi di immissione di glucosio in circolo, col tempo può determinare una “ resistenza” delle cellule al messaggio insulinico. Questa diminuzione di sensibilità all’insulina provoca un ulteriore aumento della secrezione pancreatica, con finalità compensatoria. La resistenza insulinica è l’alterazione fondamentale di un gruppo di disturbi che prende il nome di “sindrome metabolica”. La sindrome metabolica, oltre che a essere un’anticamera del diabete, e uno dei fattori di rischio più importanti per l’insorgenza di patologie cardiovascolari. Obesità, sindrome metabolica, diabete, malattie cronico degenerative, patologie cardiovascolari: una strategia di contrasto a questi flagelli, non può prescindere dal recupero della funzione fisiologica ed equilibrata dell’insulina. Questo traguardo può essere raggiunto attraverso alcuni strumenti semplici ed efficaci: - una dieta normocalorica, con una riduzione dell’apporto di carboidrati, specie quelli semplici e raffinati, un riequilibrio nei grassi alimentari tra omega 3 e omega 6 - l’aumento dell’attività fisica, - la fonte e la qualità dei carboidrati, - l’eliminazione del “premio” (biscotti, snack, etc.) - l’uso di alcuni nutraceutici, contenenti nutrienti e fitoterapici in grado di ottimizzare il metabolismo dei carboidrati e l’attività dell’insulina. GLI INGREDIENTI DELLA FORMULAZIONE DI GLICOMET LE VITAMINE DEL GRUPPO B In particolare le vitamine B1-B2-B3-B5-B6 e H, sono coinvolte a numerosi livelli nel metabolismo dei carboidrati e ne facilitano un corretto utilizzo nella produzione energetica. L’area metabolica che le vede maggiormente implicate è quella del ciclo degli acidi tricarbossilici, o ciclo di Krebs. Una delle reazioni-chiave per l’innesco delle ossidazioni del ciclo di Krebs è la conversione del piruvato in acetil-coA, che vede l’intervento coenzimatico della vitamina B1 (tiamina), e della vitamina B3 (niacina) sotto forma di NAD. Nel ciclo di Krebs confluiscono substrati energetici da ossidare anche dal metabolismo proteico e lipidico. La vitamina B2, sotto forma di FAD, interviene nel metabolismo degli aminoacidi glucogenici favorendo le deaminazioni ossidative, e la vitamina B6 nelle transaminazioni e nelle decarbossilazioni. La biotina (vitamina H) è accreditata di un effetto ipoglicemizzante. Per spiegare questo fenomeno sono stati ipotizzati diversi meccanismi correlati al suo ruolo coenzimatico in molte reazioni metaboliche di carbossilazione. La biotina è un cofattore enzimatico nella sintesi degli acidi grassi e quindi potrebbe favorire l’utilizzo del glucosio per tale sintesi. La biotina si è dimostrata capace di stimolare nel fegato l’enzima glucochinasi, responsabile della prima trasformazione del glucosio, con formazione di G-6-P e incremento della sintesi di glicogeno. Dalle reazioni di ossidazione che si svolgono nel ciclo di Krebs si liberano atomi di idrogeno che vengono captati dai coenzimi NAD (vitamina B3) e FAD (vitamina B2) presenti negli spazi mitocondriali. NAD e FAD ridotti entrano nella catena di trasporto degli elettroni situata sulla membrana interna dei mitocondri e cedono gli atomi di idrogeno, che si scindono in protoni ed elettroni. Il trasporto degli elettroni lungo la catena genera una differenza di potenziale elettrico che al termine si traduce in energia chimica sotto forma di ATP. Elettroni e protoni dell’idrogeno reagiscono con l’ossigeno formando acqua. ZINCO CHELATO Lo zinco è coinvolto praticamente in tutti i momenti del metabolismo insulinico: nei processi di sintesi, di secrezione e nell’utilizzo dell’ormone. Lo zinco è implicato anche nella sintesi dei recettori insulinici e nei meccanismi di trasduzione del segnale a partire dal recettore. CROMO PICOLINATO Il cromo è un costituente essenziale del GTF (fattore di tolleranza al glucosio), e rappresenta un “cofattore” dell’insulina, di cui ottimizza la funzione. Oltre che rendere più efficiente l’insulina, il cromo sembra in grado di abbassare i livelli dei trigliceridi e del colesterolo LDL, innalzando al contrario quelli del colesterolo HDL. ACIDO ALFA-LIPOICO L’acido lipoico svolge un ruolo enzimatico fondamentale nel ciclo di Krebs e nella produzione energetica cellulare, ed esercita un’azione favorevole sul metabolismo glucidico e insulinico. E’ in grado di accelerare la rimozione del glucosio dal sangue, migliorando la sensibilità all’insulina. Possiede inoltre un potere antiossidante unico, agendo sia nei comparti idrofili che lipofili. CLA - ACIDO LINOLEICO CONIUGATO E’ un gruppo di isomeri dell’acido linoleico, che si forma nel sistema digerente dei ruminanti per una biotrasformazione dell’acido inoleico contenuto nei vegetali brucati. Fonti tradizionali di CLA sono individuabili nel latte e nei suoi derivati e nelle carni di erbivori destinate all’alimentazione umana. Le acquisizioni più recenti relative al CLA ne accreditano significative funzioni nel metabolismo del glucosio, dell’insulina e dei lipidi. Le ipotesi per i campi d’applicazione del CLA sono estremamente interessanti, e vanno dall’aumento della massa magra, alla riduzione del grasso corporeo, alla sintesi di eicosanoidi “benèfici”. In aggiunta, il CLA è ritenuto capace di legarsi e di attivare alcuni recettori ormonali nucleari come i PPARs (peroxisome-proliferator-activated receptors), che operano da fattori di trascrizione per geni coinvolti nel metabolismo dell’insulina, dei lipidi, degli acidi grassi e della differenziazione adipocitica. Il CLA è ritenuto capace di aumentare la sensibilità insulinica, di migliorare la captazione del glucosio da parte delle cellule-bersaglio (grazie all’incremento dell’attivazione e del reclutamento dei GLUT-4), di ridurre la sintesi del TNF (che inibisce la captazione di glucosio, normalmente mediata dall’insulina, da parte delle cellule adipose). CINNAMOMUM ZEYLANICUM La Cinnamomum zeylanicum, comunemente noto come “Cannella di Ceylon” o Cannella Regina, è una pianta aromatica tipica dell’Asia centro-meridionale, in particolare dell’isola di Sri Lanka. E’ una delle circa 250 specie di Cinnamomum conosciute e uno dei rimedi erbali più antichi. Al di là delle indicazioni della medicina popolare, le ricerche più recenti sul Cinnamomum zeylanicum ne hanno evidenziato gli effetti positivi sul controllo glicemico e sulla dislipidemia aterogena (ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia LDL, ipocolesterolemia HDL) in persone affette da diabete tipo II (Man Q et al. EUR J CLIN INVEST 2006 May 36(3): 340-4). Secondo tali ricerche, le sostanze bioattive contenute nel Cinnamomum zeylanicum si sono dimostrate in grado di agire come insulino-mimetici, stimolando l’autofosforilazione di una forma tronca di recettore insulinico, e inibendo il PTP-I5, un omologo nel ratto di una tirosino-fosfatasi (PTB-IB) che inattiva il recettore insulinico. Altri ricercatori, quali R. Anderson, M. Polansky e coll. dell’United States Department of Agriculture (USDA), come descritto in una pubblicazione sulla rivista Agricultural Research dell’aprile 2004, hanno identificato le sostanze bioattive insulino-mimetiche del Cinnamomum zeylanicum in un polimero di polifenoli di tipo A, di cui già si conoscevano le proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e anticancro. Il polimero viene anche descritto come MHCP (MethylHydroxy-Chalcone-Polymer), ed è presente nell’estratto di Cinnamomum zeylanicum al 1,5 %. Referenze bibliografiche: - Anderson R. A., Broadhurst C. L., Polansky M. M., Schmidt W. F., Khan A., Flanagan V. P.,Schoene N. W., Graves D. J. Iso- lation and characterization of Polyphenol Type-A Polymers from Cinnamon with Insulin-like Biological Activity. J. Agric. Food Chem. 2004, 52:65-70. - Khan A, Safdar M, Ali Khan MM, Khattak KN, Anderson RA. Cinnamon improves glucose and lipids of people with type 2 diabetes. Diabetes Care. 2003;26(12):3215-8. - Mang B, Wolters M, Schmitt B, Kelb K, Lichtinghagen R, Stichtenoth DO, Hahn A. Effects of a cinnamon extract on plasma glucose, HbA, and serum lipids in diabetes mellitus type 2. Eur JClin Invest. 2006; 36(5):340-4. - Vanschoonbeek K, Thomassen BJ, Senden JM, Wodzig WK, van Loon LJ. Cinnamon supplementation does not improve glycemic control in postmenopausal type 2 diabetes patients. J Nutr. 2006; 136(4):977-80. - Broadhurst CL, Polansky MM, Anderson RA. Insulin-like biological activity of culinary and medicinal plant aqueous extracts in vitro. J Agric Food Chem. 2000, 48(3):849-52 - Cao H, Polansky MM, Anderson RA. Cinnamon extract and polyphenols affect the expression of tristetraprolin, insulin receptor, and glucose transporter 4 in mouse 3T3-L1 adipocytes. Arch Biochem Biophys. 2007; 459(2):214-22. - Imparl-Radosevich J, Deas S, Polansky MM, Baedke DA, Ingebritsen TS, Anderson RA, Graves DJ. Regulation of PTP-1 and insulin receptor kinase by fractions from cinnamon: implications for cinnamon regulation of insulin signalling. Horm Res. 1998; 50(3):177-82. - Qin B, Nagasaki M, Ren M, Bajotto G, Oshida Y, Sato Y, “Cinnamon extract (traditional herb) potentiates in vivo insulinregulated glucose utilization via enhancing insulin signaling in rats”, Diabetes Res Clin Pract 2003; 62:139-148 - Qin B, et al., “Cinnamon extract prevents the insulin resistance induced by a high-fructose diet”, Horm Metab Res 2004; 36:119-125 - Talpur N, Echard B, Ingram C, Bagchi D, Preuss H. Effects of a novel formulation of essential oils on glucose-insulin metabolism in diabetic and hypertensive rats: a pilot study. Diabetes Obes Metab. 2005; 7(2):193-9. - Verspohl EJ, Bauer K, Neddermann E. Antidiabetic effect of Cinnamomum cassia and Cinnamomum zeylanicum in vivo and in vitro. Phytother Res. 2005; 19(3):203-6. GYMNEMA SILVESTRE La Gymnema silvestre è un’erba utilizzata da tempo immemorabile nella medicina ayurvedica per i suoi benefici nel controllo dei livelli glicemici. Tale attività è da ascrivere al suo principale principio attivo, l’acido gimnemico. L’acido gimnemico è un triterpenoide coniugato con acido glicuronico e diversi acidi grassi. Possiede un sito d’azione glucosiosimile, che gli permette di occupare i recettori per l’assorbimento intestinale del glucosio, riducendone la captazione e il passaggio nelle cellule intestinali, e di qui nel circolo. In modo similare, l’acido gimnemico occupa i recettori per il dolce nella bocca, riducendo il piacere e la voglia di introdurre carboidrati. All’acido gimnemico è accreditata anche la capacità di stimolare la secrezione pancreatica di insulina. Referenze bibliografiche - Sugihara Y, Nojima H, Matsuda H, Murakami T, Yoshikawa M, Kimura I. Antihyperglycemic effects of gymnemic acid IV, a compound derived from Gymnema sylvestre leaves in streptozotocin-diabetic mice. J Asian Nat Prod Res. 2000;2(4):321-7. - Persaud SJ, Al-Majed H, Raman A, Jones PM. Gymnema sylvestre stimulates insulin release in vitro by increased membrane permeability. J Endocrinol. 1999 Nov;163(2):207-12. - Gent JF, Hettinger TP, Frank ME, Marks LE. Taste confusions following gymnemic acid rinse. Chem Senses. 1999 Aug;24(4):393-403. TRIGONELLA FOENUM GRAECUM Il Fieno Greco è una delle più antiche erbe medicinali conosciute. Il suo uso è descritto già ai tempi degli antichi egizi, dei greci e dei romani. Tra le innumerevoli proprietà attribuite al Trigonella foenum graecum, una delle più importanti e scientificamente provate è quella ipoglicemizzante. I semi del fieno greco sono ricchi di fibre (50 %), di mucillagini (25%) e di proteine (22%). L’alta percentuale di fibre e di mucillagini, ricche di galattomannani, contribuisce senza dubbio all’effetto ipoglicemizzante del fieno greco. Nella porzione proteica, riveste particolare interesse un aminoacido ramificato, la 4-idrossi-isoleucina, presente nei semi polverizzati di fieno greco al 0,55 % e nell’estratto al 20%, che è dotato della capacità di stimolare la produzione insulinica da parte del pancreas e di incrementare la sensibilità insulinica, con riduzione dei livelli di glucosio postprandiale. Referenze bibliografiche - 4-Hydroxyisoleucine: a novel amino acid potentiator of insulin secretion Diabetes, Vol 47, Issue 2 206-210,1998 - 4-Hydroxyisoleucine: experimental evidence of its insulinotropic and antidiabetic properties. Am J Physiol. 1999 Oct;277(4 Pt 1):E617-23. - Rustenbeck I. Unconventional antidiabetic agents Med Monatsschr Pharm. 2007 Apr;30(4):131-7 - Haeri MR, Izaddoost M, Ardekani MR, Nobar MR, White KN. The effect of fenugreek 4-hydroxyisoleucine on liver function biomarkers and glucose in diabetic and fructose-fed rats. Phytother Res. 2009 Jan;23(1):61-4. - Broca C, Manteghetti M, Gross R, Baissac Y, Jacob M, Petit P, Sauvaire Y, Ribes G. 4-Hydroxyisoleucine: effects of synthetic and natural analogues on insulin secretion. Eur J Pharmacol. 2000 Mar 3;390(3):339-45. MOMORDICA CHARANTIA La Momordica charantia, nota anche come Karela o Melone Amaro, è un frutto che cresce nelle aree tropicali, specie nel continente asiatico, e viene utilizzato a fini sia alimentari che curativi. L’uso terapeutico della Momordica Charantia è noto da tempo immemorabile nelle medicine orientali, soprattutto come ipoglicemizzante. Le sostanze più importanti presenti nella Momordica charantia responsabili di questa azione sulla glicemia appartengono a tre gruppi principali: - Glicosidi di alcuni steroli, tra cui la charantina - Alcaloidi (momordicina) - Peptidi insulin-like (polipeptide P) Non è ancora chiaro quali di questi gruppi di sostanze siano i più efficaci, o se tutti e tre lavorino insieme. I meccanismi d’azione charantia sono numerosi e non ancora del tutto chiariti. Alcuni autori sostengono che l’azione ipoglicemizzante sia da correlare a due fattori concomitanti: a) l’inibizione degli enzimi G-6-fosfatasi e F-1,6-difosfatasi, e quindi la riduzione della sintesi epatica del glucosio attraverso la gluconeogenesi, di cui questi enzimi sono componente essenziale b) la stimolazione dell’enzima G-6-P-DH, principale enzima della via dello shunt dei pentosofosfati, e quindi l’aumento della ossidazione del glucosio attraverso questa via. Altri studi invece tendono ad accreditare alla Momordica charantia un effetto secretagogo sulle cellule beta del pancreas, con aumento della sintesi di insulina. Altri ancora sostengono che l’effetto ipoglicemizzante sia da ricondurre a un diminuito assorbimento del glucosio nell’intestino, dovuto ad un’azione anti-alfaglucosidasica della Momordica a livello dell’orletto a spazzola delle cellule enteriche, con una riduzione della iperglicemia postprandiale. Ulteriori ipotesi correlano l’azione ipoglicemizzante della Momordica a un miglioramento della sensibilità insulinica, grazie a una stimolazione dei recettori nucleari PPAR alfa e gamma, correlati appunto alla sensibilità insulinica. Referenze bibliografiche - A. Raman, C. Lau, Anti-Diabetic Properties and Phytochemistry Momordica charantia L. (Cucurbitaceae ) 1996 Phytomedicine Vol. 2, pp 349-362 - Celia Garau, Cummings E, David A. Phoenix, Jaipaul Singh Beneficial effect and mechanism of action of Momordica charantia in the treatment of diabetes mellitus: a mini review Int J Diabetes & Metabolism (2003) 11: 46-55 - M. G. Sridhar*, R. Vinayagamoorthi, V. Arul Suyambunathan, Z. Bobby and N. Selvaraj. Bitter gourd (Momordica charantia) improves insulin sensitivityby increasing skeletal muscle insulin-stimulated IRS-1 tyrosine phosphorylation in high-fat-fed rats British Journal of Nutrition (2008), 99, 806–812 - Hui-Ling Huang, Ya-Wen Hong, You-Hong Wong, Ying-Nien Chen, Jong-Ho Chyuan, Ching-Jang Huang and Pei-Min Chao Bitter melon (Momordica charantia L.) inhibits adipocyte hypertrophy and down regulates lipogenic gene expression in adipose tissue of diet-induced obese rats British Journal of Nutrition (2008), 99, 230–239 - Takashi Uebanso, Hidekazu Arai ,Yutaka Taketani, Makiko Fukaya, Hironori Yamamoto, Akira Mizuno, Keisuke Uryu, Takahiko Hada, and Eiji Takeda. Extracts of Momordica charantia Suppress Postprandial Hyperglycemia in Rats Journal of Nutritional Science and Vitaminology, Vol. 53 (2007), No. 6 pp.482-488 Vetfood Via Sorcina, 871 - 47842 San Giovanni in Marignano (RN) Tel. (+39) 335 66.27.307 Email: [email protected]