Clostridi Il genere Clostridium comprende bacilli anaerobi, Gram-positivi, capaci di formare endospore, catalasi-negativi I clostridi crescono bene su terreni al sangue dopo 1-2 giorni di incubazione. Clostridi Forma bastoncellare, con dimensioni comprese tra 3-8 m; formano spore con caratteristica posizione terminale o subterminale e diametro eccedente quello delle cellule che le contengono. Sono ampiamente presenti in natura, sul suolo e in ambiente acquatico, essendo per la maggior parte mesofili. Clostridium difficile visto da Andrea Gandolfo Clostridi Alcuni membri sono residenti in diversi siti anatomici dell’uomo senza essere responsabili di manifestazioni patologiche. In particolare, numerose specie fanno parte della popolazione batterica residente dell’intestino umano Saprofiti (suolo e intestino animali) C. botulinum Patogenicità: Capacità di sopravvivere in condizioni ambientali avverse mediante la formazione di spore e alla produzione di tossine. Le spore sono notevolmente resistenti al calore, possono resistere a 100° C per diverse ore, sono distrutte in autoclave a 121° C per 15 minuti. Le tossine vengono prodotte in seguito alla germinazione delle spore, sono resistenti al pH acido e pertanto possono attraversare lo stomaco senza essere denaturate per poi essere assorbite nel tratto gastrointestinale ed entrare in circolo C. botulinum Vi è produzione di una neurotossina altamente specifica per le terminazioni nervose colinergiche (sono state identificate 7 diverse molecole: A, B, C, D, E, F, G, e una tossina binaria. A, B, E e F sono codificate da geni cromosomici e sono attive sull’uomo la A è la più potente tossina conosciuta C e D sono codificate da geni profagici G codificata da geni plasmidici La tossina binaria è costitituita da 2 catene polipeptidiche che prese singolarmente non hanno effetto tossico mentre sono estremamente tossiche in associazione. La catena pesante consente il legame alla membrana cellulare, la catena leggera ha attività enzimatica. A differenza della neurotossina agisce su vari tessuti: cervello, fegato, polmone, intestino, vasi. C. botulinum Manifestazioni cliniche: Botulismo alimentare Botulismo infantile Botulismo delle ferite C. botulinum Il botulismo alimentare è diffuso in tutto il mondo, maggiormente nei paesi a clima temperato e freddo. È dovuto all’ingestione di tossina preformata presente in cibo contaminato, ove è stata prodotta dal microrganismo sviluppatosi in seguito alla germinazione delle spore contaminanti. La maggior parte dei casi è associata al consumo di cibi inscatolati in casa. I sintomi insorgono dopo 1-2 giorni dal consumo dell’alimento contaminato: i pazienti manifestano debolezza, vertigini, stato confusionale, vista offuscata, pupille dilatate e fisse, bocca secca, incapacità di deglutire, difficoltà a parlare, dolori addominali, la febbre è assente. Progressivamente si ha paralisi flaccida che può portare alla morte per paralisi dei muscoli respiratori. La mortalità è circa del 60%. C. botulinum Diversi tipi A-G in relazione alla tossina Intossicazione da cibi contaminati Sintomi 18-24h dopo ingestione Siero antitossinico polivalente e ventilazione C. botulinum Il botulismo infantile tipicamente colpisce i bambini di età inferiore a 1 anno ed è associato al consumo di cibo (es. miele) contaminato con le spore: la neurotossina viene prodotta in vivo dal microrganismo che colonizza il tratto gastrointestinale. I sintomi inizialmente non sono specifici, poi la malattia progredisce nella paralisi flaccida e può sopraggiungere arresto respiratorio. La mortalità è bassa: 1-2 %. C. botulinum Il botulismo delle ferite è molto raro, è dovuto a produzione di tossina da parte del microrganismo sviluppatosi in una ferita infetta. I sintomi sono uguali a quelli del botulismo alimentare ma il periodo di incubazione è più lungo: 4 o più giorni C. botulinum Diagnosi: Isolamento del microrganismo dalle feci e dall’alimento. Dimostrazione dell’attività della tossina saggiando feci, alimento e siero del paziente. Si fa in laboratori di riferimento tramite uno studio in vivo sul topo: il campione è suddiviso in due parti e una viene trattata con antitossina, entrambe vengono inoculate nel topo per via intraperitoneale. I topi trattati con la tossina da sola muoiono per paralisi flaccida, se il trattamento con antitossina protegge il topo si ha conferma dell’attività della tossina. C. botulinum Identificazione: Se il campione è contaminato da altri microrganismi lo si scalda per 10 minuti a 80° C per uccidere le forme vegetative, poi il campione trattato al calore viene coltivato su terreno ricco in anaerobiosi per far germinare le spore. Caratteristiche colturali: la crescita ottimale si ha a 35°C in condizioni anaerobie dopo 1-2 giorni di incubazione. Su agar sangue si osserva emolisi. Se si utilizza agar a base di rosso d’uovo le colonie presentano una pellicola iridescente dovuta alla produzione di lipasi. C. botulinum Identificazione: L’identificazione può anche avvenire in base alle caratteristiche biochimiche, ad es. fermentazione del glucosio, oppure mediante gas cromatografia attraverso l’analisi dei prodotti metabolici. La ricerca di C.botulinum si può anche fare in immunofluorescenza, oppure si può ricercare la tossina da esso prodotta mediante tecnica ELISA. C. botulinum Terapia: Ventilazione Metronidazolo o penicillina Antitossina botulinica polivalente (contro A, B, E). Serve a legare la tossina ancora circolante nel sangue e deve avvenire il più precocemente possibile perché una volta che la tossina si è legata alla membrana delle cellule nervose non è più neutralizzabile dall’antitossina Tossina botulinica Sulla base del valore di LD50 di circa 1 ng/kg, poche centinaia di grammi di questa tossina potrebbero teoricamente uccidere ogni essere umano presente sulla Terra (a scopo comparativo, la stricnina richiederebbe 400 tonnellate. Generalmente le dosi letali orali risultano comprese fra 0,5 e 5 mg/kg di alimento ingerito. Clostridium tetani Struttura e fisiologia Clostridium tetani un microrganismo bastoncellare, strettamente anaerobio e mobile. Non fermenta gli zuccheri, non riduce il nitrato e produce idrogeno solforato e indolo. Produce endospore terminali, rotondeggianti e deformanti lo sporangio, che gli conferiscono un aspetto a "bacchetta di tamburo". Le spore di C. tetani si ritrovano comunemente nel suolo in tutti i Paesi del mondo. C. tetani possiede un plasmide di grandi dimensioni nel quale contenuto il gene tetX che codifica per la tetanospasmina, la principale tossina prodotta dal microrganismo. C. tetani Patogenesi La virulenza di Clostridium tetani ascrivibile alla produzione di due tossine, la tetanolisina, un' emolisina labile all'ossigeno simile alla streptolisina O di Streptococcus pyogenes, e la tetanospasmina, una neurotossina termolabile C. tetani Patogenesi La tetanolisina, che ha un' elevata affinità per il colesterolo e altri steroli, determina lisi di numerosi tipi di cellule (ad esempio eritrociti, polimorfonudeati, macrofagi, fibroblasti, piastrine). Nonostante la sua attività sia nota, il suo ruolo nella patogenesi del tetano non ancora stato chiarito. C. tetani Patogenesi La tetanospasmina, prodotta come singolo polipeptide (150 kDa) è attivata da un taglio proteolitico che genera due frammenti di circa 100 e 50 kDa, agisce a livello del sistema nervoso centrale bloccando la liberazione di neurotrasmettitori (ad esempio acido yaminobutirrico e glicina) dalle sinapsi inibitorie, provocando una stimolazione incontrollata della contrazione muscolare (paralisi spastica) Clostridium tetani Patogenesi Nella maggior parte dei casi, il tetano si sviluppa a seguito della contaminazione di ferite, prevalentemente lacero-contuse, con spore di C. tetani che, in condizioni di bassa tensione di ossigeno (ferite scarsamente irrorate, necrotiche, coinfettate da germi che contribuiscono all'abbassamento del potenziale ossido-riduttivo locale), vanno incontro a germinazione ed esocrescita. Clostridium tetani Patogenesi L’infezione rimane localizzata al sito di inoculo, ma i batteri, in attiva moltiplicazione, producono la tetanospasmina: questa si lega alla membrana dei motoneuroni alfa a livello delle giunzioni neuromuscolari e migra, per via retrograda intra-assonale, alle corna anteriori del midollo spinale, dove, mediante un passaggio transinaptico, raggiunge i neuroni inibitori bloccando il rilascio dei neurotrasmettitori prodotti da queste cellule. L’assenza di inibizione sui motoneuroni determina uno spasmo simultaneo dei muscoli agonisti e antagonisti che provoca rigidità muscolare e convulsioni. C. tetani Il tetano può manifestarsi in forma generalizzata (la più comune) o localizzata. Nel tetano generalizzato (anche detto tetano discendente), Il primo segno clinico che compare il trisma (contrazione del muscolo massetere), che conferisce un aspetto chiamato risus sardonicus. Progressivamente, la contrazione spastica si diffonde ad altri muscoli, Lo spasmo generalizzato si manifesta come opistotono, caratterizzato da una contrazione esagerata dei muscoli della schiena, con flessione delle braccia e ipertensione degli arti inferiori. C. tetani Il periodo di incubazione , in genere, di circa 2 settimane, ma sono stati descritti casi in cui l'incubazione variava da 2 giorni a 3 o più mesi. Durante gli spasmi, i pazienti lamentano intenso dolore e rimangono sempre vigili. La febbre infrequente. La mortalità per tetano generalizzato molto elevata (fino al 90% nei pazienti non trattati) ed causata, nella maggior parte dei casi, da blocco dei muscoli respiratori. C. tetani Il tetano localizzato (anche detto tetano ascendente) può manifestarsi in soggetti parzialmente immuni o per effetto di infezioni con un ridotto numero di microrganismi. caratterizzato da una contrazione dei muscoli circostanti la zona di inoculazione delle spore e può essere accompagnato da una lieve forma di trisma dovuta alla diffusione della tossina, per via nervosa ascendente, al tratto superiore del midollo spinale. C. tetani Il tetano cefalico una forma di tetano localizzato in cui le spore di C. tetani penetrano attraverso una ferita alla testa o a seguito di un' otite media. Il periodo di incubazione di 1-2 giorni e la prognosi spesso infausta. Il tetano neonatale una forma di tetano generalizzato che può verificarsi a seguito della contaminazione del moncone del cordone ombelicale con spore di C. tetani. I sintomi della malattia iniziano dopo 3-14 giorni con blocco della suzione e irritabilità. Successivamente, compaiono convulsioni sempre più frequenti e intense e la mortalità maggiore del 95% nei casi non trattati. C. tetani Epidemiologia Si calcola che attualmente a livello mondiale si verifichi circa un milione di casi di tetano l'anno. La maggior parte dei casi riguarda i Paesi in via di sviluppo dove la vaccinazione antitetanica non diffusamente praticata. In questi Paesi si ha anche un' elevata incidenza di tetano neo natale. Nei Paesi industrializzati grazie alle strategie vaccinali di massa praticate a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, l'andamento dell'infezione tetanica è stato caratterizzato da un progressivo decremento di incidenza. In Italia, attualmente vengono notificati circa un centinaio di casi di tetano l'anno. I casi riguardano, quasi esclusivamente, soggetti di età avanzata che non sono stati vaccinati o sono stati vaccinati incompletamente. C. tetani Diagnosi di laboratorio La diagnosi di tetano viene di solito posta su basi cliniche e la somministrazione di siero antitossina deve essere effettuata non appena si abbia un sospetto diagnostico. C. tetani può essere isolato dalle ferite infette in circa il 30% dei casi. Colorazione di Gram. Semina su terreno ricco. I saggi per la dimostrazione della produzione di tetanospasmina e della sua neutralizzazione da parte di antisieri specifici vengono effettuati inoculando sovranatanti di coltura del ceppo isolato in topi non immuni o protetti mediante somministrazione degli antisieri. C. tetani Terapia e profilassi Nei casi di sospetto tetano in individui non vaccinati o che hanno ricevuto una dose di richiamo vaccinale da più di 10 anni, si devono immediatamente somministrare 250- 500 UI di immunoglobuline umane antitossina, in grado di neutralizzare la tossina non ancora legata alle cellule nervose. Contemporaneamente, deve essere inoculato vaccino antitetanico in un'altra sede corporea. Devono essere presi provvedimenti volti a mantenere la funzione respiratoria (ad esempio intubazione, ventilazione forzata) e si devono somministrare benzodiazepine (antagonisti dell'acido y-aminobutirrico GABA) in grado di prevenire o ridurre gli spasmi muscolari. C. tetani Terapia e profilassi La vaccinazione contro il tetano, dagli anni 40 in Italia, viene effettuata con il tossoide o anatossina tetanica, un preparato purificato di tossina tetanica trattata con formolo a 37°C. Le modificazioni chimiche indotte dal trattamento fanno si che il tossoide sia privo di potere tossico, ma mantenga le caratteristiche immunogeniche della tossina e sia, pertanto, in grado di indurre nell' ospite la produzione di anticorpi neutralizzanti. Nel nostro Paese, la vaccinazione antitetanica viene eseguita prima del compimento del 7° anno di vita e a distanza di 4-5 anni dal ciclo primario di vaccinazione; i successivi richiami vengono eseguiti ogni 10 anni. Images of People Affected by the Disease C. perfringens Clostridium perfringens è la specie più frequentemente isolata dai campioni clinici, associato a semplice colonizzazione oppure causa di grave malattia e morte. Bacillo di grandi dimensioni, di forma rettangolare, per il quale la produzione di spore è stata osservata raramente. E’ uno dei pochi clostridi immobili, a rapida crescita; è emolitico e metabolicamente attivo. La produzione delle 4 principali tossine letali (alfa, beta, epsilon e iota) e un’enterotossina viene utilizzata per suddividere i ceppi isolati in 5 tipi ( da A a E). C.perfringens perfringens C. La tossina alfa, la più importante e la sola ad essere prodotta da tutti i C.perfringens, è una lecitinasi (fosfolipasi C) che provoca la lisi degli eritrociti, piastrine, leucociti e delle cellule endoteliali. La tossina beta è responsabile delle lesioni necrotiche. La tossina epsilon è una protossina che aumenta la permeabilità vascolare della parete gastroenterica. La tossina iota ha attività necrotica e aumenta la permeabilità vascolare. L’enterotossina è una proteina termolabile prodotta nel colon e rilasciata durante la formazione delle spore, modifica la permeabilità di ileo e digiuno. perfringens C.C.Perfringens Manifestazionicliniche cliniche manifestazioni Mionecrosi (gangrena gassosa) dovuta alla penetrazione dei clostridi nei tessuti attraverso un trauma; essi generano una estesa necrosi a carico dei muscoli. Può portare alla morte nel giro di 2 giorni. Cellulite, fascite e altre infezioni dei tessuti molli poiché sono anaerobi sono in grado di germinare e di crescere in ferite profonde che diventano necrotiche in seguito a una minore irrorazione di sangue. Intossicazione alimentare deriva dall’ingestione di prodotti a base di carne contaminati da molti microrganismi (1010). Enterite necrotizzante, setticemia. C. Perfringens C. perfringens Identificazione L’essudato viene coltivato in brodo tioglicolato e su piastre di agar-sangue che vengono incubate sia aerobicamente che anaerobicamente. La presenza di bastoncelli G+ che crescono solo in anaerobiosi è un indice certo della presenza di clostridi. C. perfringens è caratterizzato da violenta fermentazione nel latte in cui il coagulo è compreso dai gas che si formano durante la fermentazione del lattosio. I batteri che producono la tossina alfa possono utilizzare le lecitine in terreni al rosso d’uovo. C. Perfringens C. perfringens Terapia Pulizia chirurgica dell’area interessata e dei tessuti devitalizzati. Contemporaneo trattamento con penicillina e ossigenoterapia Somministrazione di antitossine C. difficile Clostidium difficile E’ la principale causa di diarrea infettiva in nosocomio Le infezioni possono essere esogene da persona a persona (la manipolazione da parte del personale sanitario rappresenta il principale veicolo del germe) o endogene per il sopravvento di ceppi produttori di tossina dopo trattamento antibiotico. C. difficile Alcuni pazienti possono essere colonizzati e asintomatici, in altri le manifestazioni cliniche possono variare da diarrea lieve auto-limitante a coliti pseudomembranose fulminanti con pericolo di vita. Solo l’1-5% dei pazienti vanno incontro a malattia grave con conseguente colectomia, ricovero in rianimazione e morte (la mortalità è elevata anche dopo intervento chirurgico) C. difficile Colite pseudomembranosa Uso prolungato di ampicillina e clindamicina è associato a questa patologia Tossina A (enterotossina) e tossina B (citotossina) Trattamento: metronidazolo e vancomicina Campioni: feci, ricerca delle tossine Colite da terapia antibiotica: placche bianche di fibrina, muco e accumulo di cellule infiammatorie che ricoprono la mucosa intestinale (pseudomembrane) C. difficile Fino alla metà degli anni ’70 l’importanza clinica di C. difficile è stata sottovalutata. Veniva isolato raramente da colture fecali e associato a malattie umane. A partire dalle seconda metà degli anni ’70 grazie a studi sistematici è emerso che i ceppi di C. difficile produttori di tossine sono gli agenti causali di malattie a carico del tratto gastrointestinale associate al trattamento antibiotico. Recentemente da alcuni paesi viene segnalato un aumento dei numero di casi di malattia associata a C. difficile C. difficile Normale componente della popolazione batterica intestinale riesce a svilupparsi in grande quantità tale da provocare la malattia nei pazienti trattati con antibiotico poiché questi agenti alterano la normale composizione delle specie batteriche enteriche. Provoca la malattia elaborando un’enterotossina e\o una citotossina. C. difficile La diagnosi viene confermata con l’isolamento del microrganismo da un campione di feci seminato in terreno di coltura fortemente selettivo, dalla dimostrazione della citotossina e dell‘enterotossina mediante test immunoenzimatico. Il test più specifico per la diagnosi di malattia da C.difficile è il saggio di citotossicità. L’impiego discontinuo di antibiotici è in genere sufficiente per guarire la malattia. Le recidive possono verificarsi nel 20-30 dei pazienti dopo il completamento della terapia poiché le spore sono resistenti al trattamento antibiotico. C. C. difficile difficile C. difficile produce due tossine: tossina A codificata dal gene tcdA e tossina B codificata dal gene tcdB La tossina A è un enterotossina: è chemiotattica per i PMN, induce la produzione di citochine con ipersecrezione di fluidi causa necrosi emorragica La tossina B è una citotossina : induce la depolimerizzazione dell’actina, con distruzione del citoscheletro sia in vivo che in vitro, principale effetto responsabile della malattia P.S.: C. difficile produce inoltre: fattore di adesione che media adesività alle cellule del colon umano; ialuronidasi con attività idrolitica su acido ialuronica del connettivo. C. C. difficile difficile Un’altra tossina binaria è stata (rara) descritta in C. difficile codificata da due geni cdtA cdtB a localizzazione cromosomica ma in un sito diverso rispetto all’isola di patogenicità che contiene i geni per tossina A e tossina B. Il prodotto di cdtB media l’adesione alla superficie delle cellule e la traslocazione del prodotto di cdtA che blocca la polimerizzazione dell’actina mediante ribosilazione dell’adenina difosfato e morte della cellula. La tossina binaria ha un ruolo addizionale (aumenta la gravità della malattia), ma da sola non è in grado di provocare malattia nell’animale da laboratorio C. C. difficile difficile Negli anni ’80-’90 è stato osservato che alcuni ceppi di Clostridium difficile avevano la tendenza a causare epidemie. Questi stipiti sono risultati resistenti ad alcuni antibiotici quali in primis clindamicina (ermB), aminopenicilline e cefalosporine. L’uso di questi antibiotici permette ai clostridi resistenti di sopravvivere agli altri germi sensibili C. C. difficile difficile Studi recenti a partire dal 2001 mostrano un incremento significativo (26%- 30%) del tasso e della gravità della patologia associata a C. difficile in alcuni ospedali situati negli Stati Uniti, in Canada, Inghilterra e Olanda. Si ipotizza che il fenomeno sia essere dovuto all’emergenza di un nuovo ceppo di C. difficile caratterizzato da aumentata virulenza e resistenza ad alcuni antibiotici. I ceppi virulenti sono capaci di indurre malattia grave non solo nelle popolazioni ad alto rischio, ma anche in popolazioni a basso rischio: senza esposizione ad antibiotico o non residenti in case di cura (giovani, sani). C. C. difficile difficile Quali sono le caratteristiche del nuovo clone epidemico di C. difficile. 1- è stato descritto in alcuni paesi quali :USA, CANADA, UK, OLANDA e BELGIO 2- da’ manifestazione grave con tasso di morbidità e mortalità elavto da 5 a 7 volte il tasso usuale 3-possiede tossina A, tossina B, delezione in tcdC che provoca un aumento di produzione di A e B di circa 20 volte e la tossina binaria che aumenta la gravità C. C. difficile difficile Caratteristiche del nuovo clone epidemico di C. difficile.- A differenza dei ceppi circolanti prima del 2002 il nuovo clone è completamente resistente ai metossifluorochinoloni (gatifloxacina e moxifloxacina) può essere sensibile a clindamicina C. C. difficile difficile In tutti gli studi i FQ sono risultati la classe di antibiotici più proni ad indurre malattia da C. difficile Questo fatto rappresenta un cambio fondamentale nell’epidemiologia della diarrea da C. difficile acquisita in ospedale, in quanto storicamente associata con l’uso di clindamicina, cefalosporine e aminopenicilline C. difficile Eziologia della diarrea associata all’uso degli antibiotici: poiché si stima che solo il 20% dei casi sia dovuto a C. difficile un test specifico è necessario per la diagnosi eziologica Per il controllo Diagnosi precoce: la dimostrazione della citotossicità in vitro su colture cellulari sebbene lungo è considerato il gold standard (alta sensibilità e specificità) Alcuni test rapidi che richiedono poche ore sono stati messi a punto come la dimostrazione dell’enterotossina mediante saggio immunoenzimatico, sono meno sensibili, ma sono molto utili nella routine di tutti i giorni e nello screening rapido dei pazienti in situazioni di emergenza come le epidemie Le strategie di controllo includono: 1- diagnosi precoce 2- modificare il trattamento antibiotico 3- miglioramento misure igeniche 4- controllo dell’ uso degli antibiotici C. difficile Trattamento abbreviato (10 giorni) con vancomicna, teicoplanina o metronidazolo in un quarto dei pazienti con colite fulminante il trattamento standard con metronidazolo o vancomicina fallisce. L’antibiotico non può contrastare gli effetti della tossina, ma solo il germe e se la malattia è troppo avanti l’antibiotico non riesce a risolvere il problema C. difficile Misure igieniche La prevenzione della malattia è difficile poiché le spore sono difficili da distruggere si consiglia: Isolamento in stanze separate Riduzione del periodo di ospedalizzazione Utilizzo di guanti e calzari Pulizia dell’ambiente con ipoclorito di sodio Pulizia accurata delle mani con sapone e non alcol (non attivo sulle spore) Restringere l’uso dei fluorochinoloni su larga scala, visti i loro molteplici impieghi, sembra assai difficile, tuttavia, se i fenomeni epidemici continuano ad aumentare sarà opportuno rivedere l’appropriatezza delle indicazioni attuali