PRES-Figlio intelligente

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PRESENTAZIONE
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Presentazione
Il nostro cervello è uno strumento perfetto
e può portare l’essere umano dove vuole.
Certamente esso può darci una vita molto
più ricca di quella che abbiamo creduto
possibile fino ad ora.
(MALCOLM JOHNSON)
Con le loro ricerche, gli studiosi di psicologia, psichiatria, pediatria, psicoanalisi e neuropsichiatria hanno fatto molte scoperte sullo sviluppo del cervello
e dell’intelligenza del bambino. Tutti sono concordi nell’affermare che il cervello
del bambino ha tante potenzialità che non vengono adeguatamente utilizzate.
Ma queste conoscenze non incidono sull’educazione dei bambini: sono diffuse
fra gli esperti e ignorate da coloro che più di tutti dovrebbero conoscerle, i
genitori.
I genitori, più di ogni altro, influenzano infatti la vita del bambino, più di ogni
altro possono aiutarlo a sviluppare al meglio la personalità e l’intelligenza, come
più di ogni altro possono commettere errori irreparabili. Questo libro è dedicato
a loro. È un aiuto al loro mestiere di genitori; è una guida, perché non creino
barriere, con i loro inconsapevoli errori, allo sviluppo dell’intelligenza dei loro figli;
è uno strumento al servizio del loro bambino, perché, seguendo alcune utili
indicazioni, possano aiutarlo a costruire al meglio le sue capacità mentali.
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MIO FIGLIO
SARÀ INTELLIGENTE
Ogni bambino, alla nascita, ha un immenso potenziale fisico e psichico: è un
miracolo che sta di fronte a noi con le sue infinite possibilità di sviluppo; ma tali
potenzialità, nel corso della vita, vengono usate normalmente soltanto in piccolissima parte: nella percentuale del 2-4%, come sostengono gli esperti.
Ogni bambino, alla nascita, ha tanto cervello da utilizzare, ma nel corso della
vita ne usa pochissimo. Al contrario, potrebbe invece utilizzare nel miglior modo
possibile questo suo immenso patrimonio e diventare intelligente e creativo,
critico e geniale, fiducioso nelle sue possibilità e capace di entrare in relazione
positivamente con gli altri e con la realtà.
Con il loro amore per il bambino, con la conoscenza delle sue possibilità e
dei suoi modi di sviluppo, i genitori possono aiutarlo a sfruttare la sua genialità in
potenza, a diventare intelligente e sicuro di sé, a vivere in armonia con se stesso
e con la realtà, quindi a essere felice, perché è proprio su questa armonia che si
fonda la sola felicità concessa all’essere umano. Ma, soprattutto, possono aiutarlo
a diventare «imprenditore di sé», gestore abile della sua vita e delle sue competenze fin dai primi anni d’età, cosicché egli possa inserirsi attivamente nella società
complessa di oggi e di domani, che chiede ai giovani di inventarsi il lavoro e la
professionalità necessari per risolvere i problemi.
IL BAMBINO
E LA SUA INTELLIGENZA
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Il bambino
e la sua intelligenza
Il bambino è padre dell’uomo.
(MARIA MONTESSORI)
I bambini nella società che cambia
Adulti e bambini vivono in una società caratterizzata dalla complessità, cioè
dalla pluralità dei messaggi, degli alfabeti e dei linguaggi che si interconnettono e
talvolta si contraddicono. È la società della comunicazione multimediale, che
entra prepotentemente nelle nostre case attraverso i mass media e i personal
media, privandoci dei punti di riferimento del passato e rendendoci conseguentemente più difficili sia l’assunzione di ruoli chiari e definiti, sia la maturazione della
nostra identità.
Gli effetti di questo fenomeno non sono tutti negativi: i punti di riferimento
del passato imponevano ruoli fissi, talvolta emarginanti, che producevano barriere alle coscienze e ostacolavano le relazioni con gli altri, la comprensione reciproca, indirizzando le intelligenze verso una cultura a una sola dimensione. Pensiamo, ad esempio, all’autorità del padre che talvolta si trasformava in autoritarismo
dispotico e indiscusso nei riguardi dei figli («Quello che ti impongo è giusto, perché
io sono tuo padre»), alle separazioni fra le classi, alla situazione della donna ridotta
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MIO FIGLIO
SARÀ INTELLIGENTE
al modello stereotipato di «angelo della casa», priva di autonomia e di pari
opportunità nei confronti dell’uomo.
La società complessa di oggi, frantumando molti punti di riferimento, ha
abbattuto anche barriere, discriminazioni, separazioni e pregiudizi. La multimedialità ha prodotto la multiculturalità, l’accettazione delle differenze, la congiunzione di elementi finora considerati contrastanti e inconciliabili. Mai come oggi la
diversità viene compresa e valorizzata, discussa e considerata elemento qualificante del tessuto sociale, all’interno del quale, una volta integrata, porta contributi
positivi, dinamiche innovative e valori più flessibili. La nostra coscienza rigetta
finalmente qualsiasi forma di discriminazione, sia essa di etnia, di razza, di sesso
o di religione.
Tuttavia, la mancanza di chiari e definiti punti di riferimento può disorientare
adulti e bambini, privarli delle sicurezze necessarie, indebolirne la personalità e
confonderne la mente. La pluralità dei modelli di comportamento e degli orientamenti di valore, la presenza e la proliferazione delle nuove e potenti fonti di
informazione rendono difficile il controllo della realtà, la gestione di se stessi,
l’adozione di uno stile di vita coerente, la relazione attiva e consapevole con i
processi troppo rapidi di mutamento.
La consapevolezza di questi fenomeni, la constatazione del senso di provvisorietà e di insicurezza possono comunque aiutarci a utilizzare al meglio tutti gli
elementi nuovi della realtà contemporanea, che sono ricchi di potenzialità e
opportunità positive per adulti e bambini. L’espandersi delle reti comunicative e
l’influenza dei linguaggi televisivi, ad esempio, rischiano sicuramente di produrre
effetti di conformismo e di determinare nei bambini abitudini di ricettività puramente passiva, a causa del forte potere seduttivo dei messaggi inviati dal teleschermo, come afferma Baudrillard (1980). Ma essi rappresentano anche un’importante fonte di informazione e di stimolazione culturale a disposizione di tutti,
che può essere utilizzata efficacemente. L’irruzione e la diffusione sempre crescente del computer e dei mezzi telematici può dare luogo a forme di isolamento
pericolose per i giovani, spinti a privilegiare i linguaggi informatici e digitali, che
li immergono nella facile realtà virtuale, a scapito di altri linguaggi, di altre forme
di comunicazione, di altri giochi che favoriscono maggiormente l’inventiva, la
relazione con gli altri e con la realtà autentica. Al di là di questi aspetti negativi, essi
introducono però opportunità nuove di conoscenza, di comunicazione, di codificazione e decodificazione dei linguaggi, di rapporti con la cultura che possono
senza dubbio arricchire le loro intelligenze e competenze.
In questa realtà, i bambini assistono a fenomeni contraddittori e non sempre
ricevono, purtroppo, le risposte adeguate alle loro curiosità, al loro desiderio di
imparare e alle loro esigenze relazionali. I diritti dell’infanzia vengono affermati,
IL BAMBINO
E LA SUA INTELLIGENZA
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ma non sono altrettanto rispettati, perché sono immersi nelle logiche più distorte
del consumismo.
Le migliori condizioni di diffuso benessere materiale di cui godono oggi i
bambini non sono sempre accompagnate da un’equivalente soddisfazione delle
loro esigenze interiori di sicurezza, di identità, di affermazione ed espansione della
loro personalità, di appartenenza e di autonomia. L’impoverimento delle relazioni, delle motivazioni ad agire, dell’immaginazione e della fantasia possono allora
creare nuove forme di privazioni.
I bambini di oggi hanno tante cose, moltissimi surrogati della realtà, ma
vengono espropriati dei due aspetti più importanti per la loro crescita di persone
intelligenti: il tempo, col quale gestire e progettare il gioco, e l’esperienza diretta
con la realtà, che permette di misurarsi con le cose, con se stessi, di sperimentare
le proprie capacità e i propri limiti.
Le abitazioni si sono fatte sempre più belle e sofisticate per gli adulti, ma
sempre meno adatte all’agire dei bambini. Le città sono diventate sempre più
larghe per le automobili e per gli adulti, ma sempre più strette e impraticabili per
i piccoli. Molti di loro vivono in contesti urbani carenti di servizi e di spazi, poveri
o addirittura privi di opportunità di gioco, di relazione, di creatività e di crescita.
In tal modo i genitori si trovano costretti a compensare queste carenze con
un impegno che si aggiunge al delicato e complesso compito educativo. La nuova
cultura permette loro di acquisire nuove capacità di lettura, di comprensione e
soddisfazione delle esigenze dei figli, li rende più disponibili a valorizzarne il ruolo
all’interno del nucleo familiare, a condividere con loro giochi, esperienze, compiti, e a instaurare rapporti più rispettosi. Al tempo stesso, però, si trovano anche
a vivere ansie e incertezze, ad assumere atteggiamenti incoerenti (talvolta permissivi, talvolta autoritari), in alcuni casi addirittura di chiusura e di isolamento, che
riducono la varietà dei rapporti e delle relazioni, limitano gli spazi di movimento
e di autonomia, privando i bambini di elementi essenziali per la loro crescita.
Del resto, molte incertezze dei genitori hanno proprio origine da una
maggiore consapevolezza del loro ruolo educativo, dalla più attenta sensibilità nei
riguardi dei bambini, dal desiderio di non commettere errori e di offrire ai figli
condizioni qualitativamente migliori di vita e di apprendimento. Per questo hanno
bisogno di essere aiutati a comprendere i bambini, a conoscere le dinamiche della
loro vita psichica e delle loro intelligenze, a preparare le condizioni adatte perché
questi ultimi possano utilizzare al meglio le loro potenzialità.
Non ci sono cose che i bambini dalla nascita ai sei anni non possono
imparare, né ci sono limiti alle loro possibilità di costruire conoscenze e competenze. Basti pensare che, se in questa prima fase della vita hanno l’opportunità di
rapportarsi e comunicare con una, due o tre persone che parlano lingue straniere
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MIO FIGLIO
SARÀ INTELLIGENTE
diverse, imparano essi stessi a parlarle con la stessa facilità con cui parlano la
lingua d’origine. È una meravigliosa capacità di apprendimento presente solo a
questa età: i bambini imparano senza fatica per il solo piacere di esplorare,
scoprire e conoscere. Imparare è per loro un’avventura meravigliosa che permette di andare alla conquista del mondo, di costruire un’immagine personale e
originale della realtà. Nelle fasi successive, l’apprendimento richiederà invece
studio, disciplina e applicazione.
I genitori devono quindi cercare di aiutarli in questa impresa grandiosa,
offrendo loro le opportunità di costruire intelligenze flessibili, dinamiche e creative. Non si tratta di dare ai bambini più informazioni possibili, ma di promuovere
la decodificazione di tanti linguaggi, di chiarirne le interconnessioni, per aiutarli a
comprendere la società complessa nella quale dovranno operare da persone
autonome e consapevoli. Per fare questo, occorre sapere come si sviluppano la
loro mente e la loro personalità: conoscere meglio il proprio bambino è anche
conoscere se stessi e la realtà in cui si vive.
Un cervello con infinite potenzialità
Alla nascita il bambino si affaccia al nostro mondo con una testa enorme, se
la paragoniamo alle dimensioni del resto del corpo: durante i nove mesi della
gravidanza egli ha infatti lavorato per costruire questa perfezionatissima sorgente
di energie e di potenzialità intellettuali. Gli studiosi affermano che il numero delle
cellule cerebrali, o neuroni, è di 16-18 miliardi.
Come tutte le cellule, anche i neuroni presentano una membrana che
delimita e racchiude il nucleo (la parte interna). Essi hanno poi dei prolungamenti
di due tipi:
– uno più lungo chiamato assone, che mette in comunicazione la cellula nervosa
con una certa parte del corpo e può giungere fino alle estremità (mani e piedi);
– alcuni più corti che si intrecciano fra loro, ramificandosi come fanno i rami di
un albero; per questo prendono il nome di dendriti (dal greco dendron =
albero).
Questi prolungamenti permettono un fitto scambio di informazioni fra le
cellule cerebrali e fanno sì che vengano raggiunte anche tutte le altre parti del
corpo: tali fibre nervose, infatti, sono capaci di portare informazioni dal cervello
al corpo, mentre altre fibre simili portano informazioni dal corpo al cervello.
Il nostro cervello è composto di due metà, dette emisferi cerebrali, collegati
da centinaia di migliaia di fibre nervose che li mettono in comunicazione fra loro.
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E LA SUA INTELLIGENZA
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In ciascun emisfero vi sono aree corticali che svolgono, fin dalla nascita, funzioni
particolari. L’emisfero sinistro, che si può definire del pensiero logico, controlla
il linguaggio, la scrittura e il pensiero razionale. L’emisfero destro controlla invece
le espressioni del viso e del corpo, i linguaggi non verbali: è l’emisfero del
pensiero intuitivo che si esprime per immagini.
Il cervello ha inoltre la possibilità di formare tante reti di informazione che gli
consentono di essere sempre attivo nel ricevere, conservare e inviare messaggi
(anche durante il sonno).
Se calcoliamo che i neuroni sono 16-18 miliardi e che in ognuno di essi si
formano tanti dendriti, possiamo immaginare quanti miliardi di relazioni siano
possibili nella mente del bambino: è come dire che il suo cervello ha possibilità di
sviluppo infinito. Preso atto di queste straordinarie risorse, è importante che i
genitori, i quali si occupano direttamente dei loro bambini, sappiano e tengano
presente che:
– i dendriti aumentano in rapporto alle stimolazioni che il bambino riceve da loro
e dall’ambiente;
– i due emisferi, del pensiero intuitivo e del pensiero logico, devono essere
ugualmente aiutati a crescere, con sollecitazioni adeguate per farli agire e
interagire fra loro. Tanto più i due emisferi collaborano, tanto più ricco è il loro
lavoro;
– i neuroni innati sono 16-18 miliardi: con un aiuto corretto al bambino, favorendo la costruzione dei collegamenti (dendriti) fra i neuroni, questa già enorme
risorsa può moltiplicarsi;
– i bambini hanno un tesoro di potenzialità che i genitori possono favorire nello
sviluppo, per renderli delle persone meravigliose, dotate di un’impensabile
intelligenza, felici di sentirsi in armonia con la realtà che le circonda, serene ed
equilibrate nelle relazioni con gli altri. Al contrario, con i loro errori essi possono
bloccare lo sviluppo di queste risorse, ostacolare la crescita dell’intelligenza e
rompere quell’equilibrio che permette al bambino di sentirsi felice nella realtà;
– come abbiamo detto, finora le persone hanno utilizzato soltanto il 2% o, nel
migliore dei casi, il 4% di queste risorse mentali. È una piccolissima parte di
queste possibilità, con la quale, tuttavia, essi hanno saputo darci tanta arte,
letteratura, scienza e musica.
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