Sfogliamento

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NUMERO DODICI
MARZO 2008
la rivista di ambiente dell’associazione Zygena
Sfogliamento
Anticipi di stagione
LE SEZIONI
ARTE
Gli artisti hanno sempre trovato ispirazione osservando la natura,
in tutte le epoche, cominciando dai primi tentativi che
rappresentavano animali e caccia ed arrivando alle più alte espressioni delle
emozioni e della bellezza insita nelle forme naturali.
Natura ispiratrice per l'arte, arte nella natura, bellezza, perfezione, emozione:
guardare l'ambiente con gli occhi dell'artista è davvero un bel modo per osservarlo
BIZZARRIE
Il mondo naturale è una fonte continua di simpatiche curiosità,
bizzarrie e notizie che sembrano incredibili.
Perchè questa sezione?
Perchè l'amore per l'ambiente passa anche per la capacità di saper scoprire gli
aspetti comici della difficile convivenza tra gli esseri umani e le altre forme
viventi.
NATURA
Botanica, zoologia, etologia, ma anche turismo sostenibile,
tradizioni, biodiversità..
La natura ha infiniti aspetti da approfondire, per capire un po' meglio le forme
viventi che ci circondano, noi stessi compresi, in quanto parte di un unico
ecosistema complesso e affascinante.
LA REDAZIONE
“Sfogliamento” è il periodico mensile dell’associazione
di ricerca, consulenza e comunicazione ambientale
“Zygena onlus”.
registrazione Tribunale di Terni n.04/07 del 26/3/07
Direttore Responsabile:
Fabrizio Manzione
Redattori:
Nicoletta Bettini
Simona Capogrosso
Francesco Donati
Gisella Paccoi
Alessia Vespa
redazione: via del Cassero 5 - Terni
[email protected]
sommario
Numero Dodici - Marzo 2008
ARTE
GLI ERRORI.. DELLE API
12
101 PASSI PER IL PIANETA???
18
SESSO ED EVOLUZIONE
19
LA NATURA E’ ARTE
24
IN QUESTO NUMERO
BIZZARRIE
Magari non ci sarà più la
mezza stagione, ma il problema di come vestirsi resta.
Per questo le bizzarrie sono
tutte dedicate alle fibre tessili!
Sapere cosa si indossa può
aiutare a diventare consumatori consapevoli, anche nella
scelta dei vestiti.
L’inverno che è appena finito
ci ha invogliato a trascorrere
molto tempo in casa, in compagnia di un buon libro: ve ne
potrete accorgere dal numero
di recensioni presenti questo
mese.
Come al solito, vi ricordiamo
che ciò che diciamo vuole
essere un punto di partenza
per uno scambio di idee. Se
non siete d’accordo con quanto abbiamo scritto, o se, per
contro, volete sostenere le
nostre tesi con esempi ed
esperienze, fatecelo sapere.
Ne parleremo insieme!
Un suggerimento: la prima
discussione ad aprirsi potrebbe essere quella sul film Bee
Movie. Dopo una presentazione positiva, infatti, siamo
passati
alle
critiche.
Discutetene... magari anche
con i piccoli spettatori, e scriveteci ciò che avete detto: sarà
certamente interessante.
Prima di lasciarvi alla lettura
del nuovo numero... vorremmo farvi i nostri auguri per
una felice Pasqua!
INDOVINA COSA INDOSSI OGGI
5
IL COTONE, PATTO ANTICO
7
GLI ALBERI E IL LATTE
9
La redazione
LA SCIENZA IN BIANCO E NERO:
LA GRU E I PESCI
22
NATURA
NON SEMPRE È SUFFICIENTE
UNA CAREZZA
10
I GEMELLI: CASTORE E POLLUCE
13
E’ NATO PRIMA L’UOVO
17
IN CHE STATO E’ IL MONDO?
20
ECO-CONSIGLI
25
SFOGLIAMENTO RUBRICHE
se
e
m
l
e
d
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i
t
s
o
ip
Lo scarafaggio rinoceronte
con tre corna
(Chalcosoma moellenkampi)
è, in proporzione, l'animale
più forte del mondo:
solleva 850 volte
il proprio peso
In uno zoo australiano
vicino Sidney
sono nati
cinque rarissimi
leoni bianchi
Un team di
scienziati australiani
ha decifrato
il linguaggio delle balene
identificando almeno 34
suoni ricorrenti
Massaggi
e terapie anti-stress
anche per gli elefanti,
"provati dal superlavoro":
accade in India.
I pachidermi
sembrano gradire
In India
una vacca è stata
aggredita e quasi divorata
da un gigantesco albero
carnivoro
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MARZO
SFOGLIAMENTO BIZZARRIE
Indovina
cosa indossi oggi
Anche nel mondo del tessile
la fantasia non ha limiti
SIMONA CAPOGROSSO
Un tempo, quando esistevano le mezze stagioni, c’erano i vestiti di lana e quelli di cotone, e non ci si
poteva sbagliare: i primi erano per l’inverno, gli altri
per l’estate. I più raffinati indossavano il lino, particolarmente fresco, o la morbida seta, per le occasioni speciali.
Poi, sono arrivate le fibre create dall’uomo, ed è stato
un crescendo.
Il primo brevetto si deve a un ricercatore francese, e
risale al 1884.
Il principio delle fibre artificiali consiste in una particolare lavorazione della cellulosa, il principale
componente della membrana cellulare di tutte le
piante, dalla quale si ottiene una sostanza liquida.
Con questo sistema l’industria tessile mise a punto la “seta artificiale” che ebbe tale successo da essere presentata
all’Esposizione universale di Parigi del 1889, con la Torre Eiffel.
Più tardi, comparvero le altre fibre derivate dalla cellulosa. Tra queste l’acetato, ottenuto sciogliendo la cellulosa nell’acetone; la viscosa, o raion, che si ricava dalla cellulosa del legno ed ha una struttura molto simile al cotone; il
modal, che non esiste sotto forma di filo continuo, ma solo in fiocco, e che viene impiegato insieme al cotone per dare
maggior lucentezza ai tessuti.
La seconda generazione di fibre fatte dall’uomo arriva negli anni Trenta, ed è rappresentata dai cosiddetti “sintetici”.
Alla loro origine c’è il petrolio, da cui vengono ricavate con procedimenti chimici di sintesi. Il primo prodotto di sintesi creato dall’industria chimica fu il nylon, e poi, via via, l’acrilico, il poliestere e il propilene.
Il nome “nylon” nasce dalla fusione delle iniziali di New York (Ny) e Londra (Lon). È un filato molto resistente agli
strappi e all’usura, può essere prodotto in fili anche molto sottili e ha una struttura elastica che gli permette di adattarsi alle forme e ai movimenti più imprevisti e complessi del corpo umano.
Per queste caratteristiche, è impiegato in tutti i capi che devono aderire alla pelle e seguirne i movimenti: calze, collant, busti, guaine, costumi da bagno.
La lycra è il nome commerciale dell’elastam, ed identifica una fibra artificiale assai elastica, che viene impiegata con
il nylon per la produzione di calze e collant.
La lycra, in pratica, è un filo continuo di elastam, opaco, bianco brillante e trasparente che ha la proprietà di aumentare da 5 a 7 volte la lunghezza originale, per ritornare alla posizione originaria senza grosse deformazioni, con una
capacità di contenimento (la forza di compressione esercitata sul corpo) anche 6 volte superiore a quella dei comu5
MARZO
SFOGLIAMENTO
BIZZARRIE
ni nylon elasticizzati.
Una curiosità: il numero di “denari”, o Den, dichiarato sulle confezioni indica il peso in grammi di 9mila metri di
filo.
Tra le fibre realizzate dall’uomo, il più simile alla lana è il cosiddetto “acrilico”.
Conferisce elasticità e voluminosità ai tessuti, e per questo viene usato soprattutto nei capi di maglieria, da solo o
con altre fibre.
Negli anni ‘80, poi, la fabbrica di tessuti americana Malden Mills ha inventato una fibra sintetica completamente
nuova, chiamata pile, il cui marchio depositato è Polartec.
Il pile tiene caldo come la lana ma non è pesante e, soprattutto, se bagnato non ha bisogno di molto tempo per asciugarsi; non necessita di particolari precauzioni per il lavaggio e non deve essere stirato.
Il successo di Polartec è stato tale che, in breve tempo, altre fibre simili, prodotte da altre aziende, sono comparse
sul mercato.
La composizione precisa delle fibre che genericamente vanno sotto il nome di pile rimane spesso un segreto dell'azienda.
La fibra di partenza è il poliestere, che può essere lavorato in modi diversi. In alcuni casi vengono aggiunte altre fibre
sintetiche, come poliammide, acrilico, elastane.
Il pile è il risultato di una lavorazione a maglia particolare, che è in grado di rendere il tessuto soffice e voluminoso.
Una fibra lavorata in questo modo contiene molta aria ed è quindi in grado di essere un buon isolante termico: più
il tessuto si presenta voluminoso e spesso, più terrà caldo. C'è però un limite: questa fibra non può nulla o quasi contro pioggia e vento. Per questo motivo alcuni capi vengono sottoposti ad ulteriori lavorazioni per renderli impermeabili e resistenti all'aria.
Non tutti sanno che il poliestere è ottenuto da plastica riciclata. Le moderne tecnologie di riciclo consentono di trasformare in fibra poliestere di qualità le comuni bottiglie in Pet dell’acqua minerale.
Le fibre fin qui citate vi sembrano tante, il loro elenco vi fa girare la testa?
Allora non dovremmo neanche nominare ciò che è stato creato dopo il pile, ossia le microfibre, i “tessuti multistrato” come il gore-tex ed i “tessuti comfort”, che costituiscono la terza generazione dei sintetici.
Il gore-tex, a guardarlo al microscopio, sembra un sandwich al formaggio: in realtà, si tratta di una membrana in
teflon fra due di fibre sintetiche.
Il multistrato è stato creato perchè lo strato interno assorba il sudore, senza impregnarsi; lo strato di mezzo, poi,
regola la temperatura, grazie alla struttura vaporosa che intrappola l’aria, e la superficie esterna, infine, blocca la
pioggia ma lascia passare l’umidità corporea.
Da una decina di anni, infine, si parla (ma a voce bassa, e con lo stesso tono cospiratorio che vien fuori quando si
parla degli UFO o del mostro di Lock-ness) di una una stoffa che si riscalderebbe e si raffredderebbe a seconda delle
necessità.
Formata da poliestere, conterrebbe una speciale sostanza, contenuta in microcapsule, capace di “sciogliersi” sotto il
sole. Il passaggio allo stato liquido, assorbendo calore, permetterebbe al corpo a mantenersi più fresco.
All’abbassarsi della temperatura esterna, la sostanza si potrebbe risolidificare e cedere al corpo il calore accumulato, regalando un piacevole tepore.
L’elenco dei tessuti si aggiorna, verrebbe voglia di dire, di giorno in giorno.
Non esisteranno più le mezze stagioni.... ma di tessuti per le mezze temperature ce ne sono quanti ne volete!
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MARZO
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BIZZARRIE
Il cotone,
patto antico
Da oltre 7000 anni protegge l’uomo
dai cambiamenti climatici
NICOLETTA BETTINI
Il cotone, il cui termine deriva dall'arabo "katun", ovvero "terra di
conquista", è una pianta arbustiva presente prima del II millennio
a.C. in India ed in Perù.
Fu introdotto successivamente dai Saraceni prima in Sicilia e poi in
tutta Europa.
Erodoto scriveva addirittura che in India esisteva una pianta selvatica che produceva una lana vegetale migliore di quella delle pecore.
Le gemme fiorali della pianta, sviluppandosi, si trasformano in una
capsula ovale che matura e si apre liberando un ammasso di lunghi
peli bianchi (bambagia), ciascuno collegato a un seme marrone o
nero.
E' la più importante pianta tessile al mondo, ed i maggiori produttori sono Cina, India, Stati Uniti, Pakistan, Grecia e Spagna. Negli
USA vengono utilizzati tutti i prodotti della pianta.
La fibra di cotone è la parte più preziosa della raccolta, si utilizza
soprattutto per la casa (letto, bagno, cucina…) per i prodotti medico/sanitari (bendaggi…).
La lanugine del seme (linters) è utilizzata come materia base della cellulosa nella produzione di carta, plastica,
imbottiture…
Dai semi vengono estratti oli vegetali altamente nutritivi per cucinare, nonché per il condimento a crudo. Il cruschello e il baccello vengono utilizzati per la produzione di foraggio per il bestiame. Dal gambo, foglie o radici nasce un
prezioso concime naturale che verrà utilizzato per la nuova semina delle piante di cotone.
Secondo una convinzione medievale, “la midolla del seme fresco è utilissima alla tosse e a molte altre infermità del
petto”, mentre l’olio “caccia via le lentiggini e tutte le altre infettioni della pelle e lenisce l’asprezza delle palpebre”.
I semi raccolti passano in apposite macchine sgranatrici al fine di separare la fibra, ottenendo così il cotone greggio
o bambagia che, pressato, viene ridotto in balle per essere avviato
agli stabilimenti di lavorazione.
La produzione mondiale si attesta, attualmente, oltre i 60 milioni
di balle.
Queste poi sono avviate alla filatura dove il cotone viene cardato,
ottenendo un cordone o nastro di fibre orientate casualmente.
Con la pettinatura si parallelizzano e selezionano le fibre più lunghe; il nastro viene poi passato alla filatura dalla quale uscirà o un
filalo cardato peloso e meno regolare, o un filato pettinato più pre7
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SFOGLIAMENTO
BIZZARRIE
giato, liscio e compatto.
La coltivazione intensiva del cotone utilizza i pesticidi chimici sintetici ed i fertilizzanti che sono la causa diretta della
riduzione della fertilità dei suoli, della loro salinizzazione, della perdita di biodiversità, dell'inquinamento delle
acque e di fenomeni di resistenza nei patogeni. La coltura del cotone biologico (no semi OGM e senza pesticidi), la
rotazione dei terreni ed un consumo controllato delle risorse (l'acqua in primis) sono diventate una necessità per lo
sviluppo sostenibile del pianeta sul piano scientifico-economico.
Una curiosità dell’ultim’ora: il lepidottero Helicoverpa Zea, parassita - tra l’altro - del
cotone, avrebbe sviluppato una grande resistenza alle piante che sono state geneticamente modificate proprio nel tentativo di proteggerle dagli insetti.
L’Helicoverpa è stato avvistato nelle piantagioni di cotone OGM in Mississippi e
Arkansas.
In questa folle rincorsa all’ultima modifica, la mossa sta ora ai ricercatori, che si stanno
impegnando a generare piante resistenti al “super-parassita”.
Una novella popolare indiana narra che l’uccello bulbul, una specie di usignolo, posatosi su
una piantina di cotone, vi rimase per dodici
anni ad aspettarne il frutto, rifiutando l’ospitalità a tutti gli altri uccelli perchè temeva che
glielo strappassero.
Quando vide sbocciare un grande fiore di un
giallo chiaro, si rallegrò; ma invano attese il
frutto che si aspettava: vide soltanto spuntare
una capsula ovoidale coriacea che conteneva
semi rivestiti di peli fittissimi.
Sicchè venne deriso dagli altri uccelli ch’egli
aveva cacciato.
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SFOGLIAMENTO BIZZARRIE
Gli alberi
e il latte
Incredibile...
ma vero
NICOLETTA BETTINI
Si sa, il latte è un alimento dalle innumerevoli proprietà. Favorisce un
regolare sviluppo muscolo-scheletrico e dei denti, la coagulazione del
sangue e fornisce l'energia per le attività fisiche. In commercio ne esistono di vari tipi per sopperire alle esigenze dietetiche e alle intolleranze alimentari.
Ma, se proprio non potete berlo, allora potete indossarlo!
E' nato infatti Milkofil, l'innovativo filato biologico... derivato proprio
dal latte.
Le sue fibre sono ottenute dalla caseina attraverso un particolare processo di lavorazione del prodotto ad alta qualità.
Il latte viene privato di tutta l'acqua e dei grassi e, successivamente,
diviso in proteine, vitamine e lattosio al fine di ottenere un filato morbido e indossabile.
E' un prodotto innovativo particolarmente adatto a tutti i tipi di pelle che ben si adatta ai capi di abbigliamento intimo. E' setoso al tatto, antibatterico e sterile, ha ottime capacità di traspirazione ed assorbimento dell'umidità, ha
proprietà stimolanti per la circolazione sanguigna e, grazie agli amminoacidi, ha effetti benefici per la pelle.
Cosa più importante, fa bene anche all'ambiente! Infatti tutti i processi produttivi sono certificati e totalmente ecocompatibili, ha emissioni durevoli di ioni negativi che garantiscono un miglioramento qualitativo dell'atmosfera.
Il fattore strabiliante è che potremo indossare le prime magliette color panna dalla prossima primavera e le stampe
raffigureranno il latte ed il suo benefico "mondo".
L’elenco dei nuovi materiali indossabili non termina qui.
Oltre alla “maglietta da latte”, infatti, sta per arrivare sul mercato europeo il filamento continuo in Lenpur, una fibra
cellulosica derivante da una miscela segreta di legnami di pino bianco, la cui polpa è ricavata esclusivamente da
legname coltivato o potato nel pieno rispetto delle norme di eco-sostenibilità.
La “ricetta segreta” permette la creazione di un'ampia gamma prodotti, dall'intimo alla camiceria, dalla calzetteria al tessile per la casa, ma i risultati
migliori si ottengono nella spugna e nel settore tecnico-sportivo.
Questa fibra innovativa è morbida come la seta, ha la freschezza del lino, è
molto resistente alle alte temperature. Fornendo, inoltre, protezione totale da
campi elettromagnetici, è da ritenersi antistress.
E c’è da scommetterci che l’elenco delle nuove fibre non si fermerà ancora...
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MARZO
SFOGLIAMENTO
NATURA
Non sempre è sufficiente
una carezza!
La sensibilità
delle piante
ALESSIA VESPA
Quando si parla di piante spesso non si associa ad esse
il termine "sensibilità" in quanto si crede esclusivo del
regno animale.
La sensibilità, tuttavia, non è solo una reazione legata
alla percezione del dolore.
Se si consulta un qualsiasi dizionario al termine sensibilità appare la seguente definizione: "facoltà di percepire attraverso sensori stimoli provenienti da fonti
esterne".
In tal caso non si può escludere il regno vegetale.
Questo non vuol dire che le piante siano in grado di
piangere o di provare dolore in quanto ciò prevede
un'organizzazione più complessa, ma sono in grado di
rispondere a variazioni esterne, come ad esempio alla
luce o agli stimoli tattili, attraverso dei movimenti, i
quali vengono distinti in due grandi gruppi: nastie e
tropismi.
Con il primo termine s'indente un movimento indipendente alla direzione dello stimolo che può essere di
diversa natura. Può essere tattile, tigmonastico.
Per tutti coloro che sono abituati ad osservare la natura
con sguardo paziente e investigativo non può essere
sfuggita la reazione della Mimosa pudica detta anche
sensitiva proprio per evidenziare questa sua caratteristica. Questa pianta è in grado di richiudere le foglie su se stesse alla minima variazione di pressione dovuta a una
lieve carezza o a un refolo di vento. Si tratta di un meccanismo di difesa per spaventare gli insetti che hanno deciso
di pranzare con le sue foglie. Ciò si verifica grazie alla presenza di particolari cellule alla base dei piccioli che al variare della pressione, fanno fuoriuscire acqua e con essa ioni potassio diminuendone il turgore. Lo stimolo viene trasmesso alle cellule adiacenti e in pochi secondi si assiste ad un ordinato ripiegamento delle sue foglie.
Anche i meccanismi che fanno scattare le trappole delle piante carnivore sono dovuti a stimoli tattili. Ad esempio,
quando un'incauta preda sfiora i peli sensori delle foglie di Drosera spatola queste si richiudono velocemente intrappolandola al suo interno.
Altre risposte veloci agli stimoli sono le nictinastie. A tutti sono ben noti i fiori della Mirabilis jalapa, o “bella di
notte”, che al calare della notte si schiudono emanando un intenso profumo. Questo si verifica grazie alla presenza
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MARZO
SFOGLIAMENTO
NATURA
di fotorecettori sensibili alle variazioni di luce.
I tropismi, invece, sono risposte più lente da parte delle
piante e in questo caso a differenza delle nastie il movimento avviene nella stessa direzione dello stimolo.
L'esempio più classico è rappresentato dai girasoli i
quali orientano foglie e fiori verso il sole da qui il loro
nome. Questo fenomeno è detto fototropismo.
Un altro tropismo particolarmente importante, tanto
che aveva già colpito Darwin nel 1884, è il geotropismo.
In questo caso lo stimolo è dovuto alla forza di gravità
che porta a fare incurvare le radici verso il basso, geotropismo positivo e i germogli verso l'alto, geotropismo
negativo.
Precisa lo stesso Darwin:
"…gli autori omettono qualche volta gli aggettivi positivo e negativo e generano così della confusione nelle
loro discussioni. Egualmente il geotropismo positivo, o
curvatura verso il centro della terra, prenderà il nome
di geotropismo; apogeotropismo significherà una curvatura in opposizione con la gravità ed allontanantesi
dal centro della terra. I termini di eliotropismo e di
geotropismo significano propriamente un atto di movimento sotto la dipendenza della luce o della terra …"
In queste poche righe non è possibile parlare in modo dettagliato di tutti questi movimenti, tanto che alcuni sono
stati tralasciati, ma lo scopo è quello evidenziare che le piante, seppur nell'immaginario comune siano viste come
viventi statici e immobili, siano in grado di compiere movimenti di grande importanza portando loro benefici e vantaggi.
Questo è possibile grazie ad un sistema di ricettori che trasformano gli stimoli in risposta.
Se si desidera approfondire maggiormente l'argomento si consiglia la lettura "Il movimento delle piante" di Charles
Darwin che per i più tecnologici è disponibile, gratuitamente, in formato elettronico sul sito www.liberliber.it/biblioteca/licenze/.
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MARZO
SFOGLIAMENTO
ARTE
Gli errori
delle api
alcuni “messaggi scientifici errati”
del film “Bee movie”
SIMONA CAPOGROSSO
Nel numero passato, come avrete notato, presentarvi il film “Bee Movie” è stato soprattutto un pretesto per parlare
del miele e di tutti i suoi dolcissimi derivati.
Abbiamo voluto lasciarvi il tempo per andarlo a vedere, senza influenzarvi troppo con le nostre idee. Anche perchè,
ce ne rendiamo conto, malgrado il naturalista che è in noi protesti vivacemente di fronte a certe “licenze poetiche”,
il cartoon è innanzitutto uno svago ed un divertimento.
Dov’è andato a finire, però, il rigore scientifico impiegato nel bellissimo “Alla ricerca di Nemo”?
Perchè inserire lampanti errori, trasferendo informazioni errate proprio a chi si suppone sia più pronto a riceverle e
a memorizzarle, ossia ai bambini?
Che i “fuchi fichi” fossero un mito inesistente lo avevamo già detto. I maschietti, a casa delle api, trascorrono la vita
aspettando quell’unico “magic moment” nel quale impiegare tutte le loro energie, lottando per accoppiarsi con la
regina.
In questo senso, anche “Barry” ed il suo amico Adam sono dei falsi. Però, dal nostro punto di vista, una società composta solo da femmine sarebbe bizzarra e impensabile, quindi ben venga il piccolo ritocco.
Quando però le api smettono di produrre il miele, accade l’irreale: le piante si seccano ed i fiori muoiono, tanto che
la bella fioraia è costretta a chiudere il suo negozio.
La funzione delle api, quando bottinano, ossia raccolgono il nettare, è quella di impollinare, passando di fiore in fiore
della stessa specie per fecondarli ed ottenere i frutti. Uno “sciopero” di questi insetti, quindi, provocherebbe l’assenza di frutti, non di fiori!
In realtà, questo accade più spesso di quanto non si creda: una gran parte delle piante esotiche che si trovano nei
nostri giardini o nei nostri parchi, come ad esempio la spinosa Yucca, fanno fiori, anche bellissimi, che però restano
sterili, ossia non si trasformano in frutto, proprio perchè non ci sono gli insetti che li riconoscono e riescono ad
impollinarli.
Le piante, una volta germogliate, per vivere hanno bisogno di acqua, luce e sali minerali: possono crescere fino a
quando la durata del loro ciclo vitale lo consente loro!
E ancora: quando i “fuchi fichi” tornano in azione, in modo molto spettacolare spargono il polline sul mondo. E’
emozionante, siamo d’accordo, ma... non vi sembra un po’ troppo simile alla polverina magica di Trilly, la fatina di
Peter Pan?
Il polline non ha il potere di far rivivere i fiori recisi ed ormai appassiti, ne’ fa sbocciare nuovi fiori! Lo ripetiamo: le
piante creano i fiori a prescindere dall’intervento delle api... che invece è necessario perchè le specie si propaghino,
con nuovi frutti e nuovi semi.
Un’ultima cosa: quando la fioraia fa notare a Barry ciò che sta accadendo, la piccola apetta si rende conto di aver
“sconvolto la catena animale”... fino a provocare danni “soprattutto” all’essere umano. Non vi sembra un punto di
vista un po’ troppo antropocentrico, soprattutto se pronunciato da un insetto?
Insomma: cartoni va bene, ma... con un po’ più di appiglio alla realtà, per piacere!
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MARZO
SCIENZA: FIRMAMENTO
I gemelli:
Castore e Polluce
una costellazione
facilmente identificabile
FRANCESCO DONATI
L'inverno sta passando e il mese di marzo, come si sa, ci porta l'inizio
della primavera (se non quella meteorologica, di certo quella astronomica).
Dal prossimo mese di aprile quindi torneremo a parlare delle stelle
appartenenti alle costellazioni primaverili.
Questo mese invece concludiamo il tour invernale con un'altra grande e
importante costellazione: i Gemelli.
I Gemelli sono una delle costellazioni dello zodiaco. Il Sole attraversa
questa regione di cielo dalla fine di giugno alla fine di luglio.
Localizzare la costellazione è molto facile. Vi basterà puntare lo sguardo a nord-est di Orione (vedi mappa nella pagina seguente) per notare
la presenza di due stelle molto luminose, si tratta di Castore e Polluce, i gemelli appunto.
Anche l'osservazione di tutta questa regione di cielo è molto agevole data la sua alta posizione in cielo. Il periodo di
visibilità nel corso dell'anno è molto ampio. I gemelli infatti cominciano ad essere visibili già verso la fine di agosto
quando si alzano in cielo prima dell'arrivo dell'alba. Essi poi raggiungono la massima visibilità durante tutto il periodo invernale per tramontare poi ad occidente nel mese di maggio al calar della sera.
La mitologia narra che Castore e Polluce erano una coppia di fratelli talmente legati tra loro da voler essere inseparabili. Castore era un grande domatore di cavalli mentre Polluce eccelleva nell'arte pugilistica. I due fratelli furono
impegnati in combattimento contro
Linceo ed Ida, i due figli di Afareo, re
dei Messeni.
Nella lotta Ida uccise Castore che fu
vendicato dapprima da Polluce il quale
uccise Linceo e poi da Giove che fulminò Ida.
Sebbene Polluce fosse immortale, egli
chiese a Giove di poter comunque non
essere mai separato dal fratello morente. Giove esaudì questo desiderio
ponendo i Gemelli in cielo in forma di
costellazione.
La cartina che proponiamo nella pagina
seguente è stata elaborata con il software Skymap v3.1.
Essa mostra la costellazione come appa13
MARZO
SCIENZA: FIRMAMENTO
re il giorno 1 marzo 2008 intorno alla mezzanotte nel cielo di Roma.
Come potete vedere, la costellazione è accompagnata da Marte, il pianeta rosso, che sarà visibile anch'esso per tutto
il mese. Non ci soffermiamo in questo numero a parlare di Marte per mancanza di spazio ma lo faremo presto con
un ampia monografia.
Intanto desideriamo invogliarvi ad una sua prima osservazione ed in particolare nei giorni 14, 15 e 16 marzo quando questa regione di cielo sarà impreziosita dall'arrivo della Luna.
In particolare il 15 marzo si verificherà una congiunzione Luna-Marte (in astronomia, una congiunzione si verifica
quando due corpi celesti occupano la stessa posizione nel cielo), ed è questa la giornata ideale per osservare in pochi
gradi di cielo il nostro satellite naturale, un pianeta affascinante come Marte e due astri molto luminosi come Castore
e Polluce!
Vediamo adesso le caratteristiche principali di questi due astri.
Castore, Alfa Geminorum è ad occhio nudo una stella bianco azzurra di magnitudine 1,6. Con il binocolo potrete
osservare solo la stella principale. In realtà il sistema è molto più ampio. Esiste una stella secondaria di magnitudine circa 3 anch'essa bianco azzurra. Queste due stelle ruotano l'una attorno all'altra in un periodo di circa 430 anni.
Con strumenti telescopici di una certa potenza è osservabile una nana rossa di magnitudine circa 9. Il fatto notevole è che ciascuna di queste tre stelle è a sua volta una binaria spettroscopica. In definitiva, Castore è un sistema stellare formato da 6 stelle. La distanza stimata dalla Terra è di circa 50 anni luce.
Polluce, (Beta Geminorum) è stella di tutt'altro tipo: è una gigante gialla di magnitudine 1,1 distante 35 anni luce
da noi ed è una stella solitaria.
Castore e Polluce rappresentano un esempio in cui non vengono rispettate le regole di nomenclatura introdotte da
Bayer. Ne parlammo nel numero 2 di Firmamento del maggio 2007. La regola del Bayer stabilisce che in ogni costellazione viene attribuita la lettera greca alfa alla stella più luminosa, la lettera beta alla seconda stella più luminosa e
14
MARZO
SCIENZA: FIRMAMENTO
così via. Nel caso dei Gemelli, Castore è la stella alfa pur essendo Polluce la stella più luminosa. A tutt'oggi non siamo
in grado di sapere se questo "errore" sia attribuibile al Bayer stesso (che può essere stato tratto in inganno dalla piccola differenza di magnitudine tra le due stelle) o se quando furono assegnati i nomi Castore era effettivamente più
luminosa di Polluce.
Per concludere vi segnaliamo un ammasso aperto che sarà molto piacevole per la vostra osservazione binoculare.
Si tratta di M35 (NGC2168), un ampio ammasso che ha dimensioni paragonabili a quelle della luna piena. E' composto in totale da circa 150 stelle ed è visibile nelle serate più limpide anche ad occhio nudo seppur con un po' di difficoltà. È distante circa 3000 anni luce dalla Terra. Se avete a disposizione un piccolo telescopio potete spingervi con
l'osservazione un po' più in profondità. Noterete che il raggruppamento principale dell'ammasso è disposto a formare una catena di stelle leggermente curva.
UNA
MAPPA PARTICOLAREGGIATA DELLA ZONA PIÙ OCCIDENTALE DELLA COSTELLAZIONE DEI
17 MARZO NEL CIELO DI ROMA.
LA POSIZIONE DI MARTE E DELLE DUE STELLE MI ED ETA GEMINORUM
APERTO M35 INDICATO DA UN CERCHIO TRATTEGGIATO.
GEMELLI
COME
APPARIREBBE LA SERA DEL
15
MARZO
VI AIUTERÀ A LOCALIZZARE L'AMMASSO
SCIENZA: FIRMAMENTO
Forse non tutti sanno che....
piccole curiosità sui Dioscuri e la loro leggenda
Le due statue che accolgono chi sale lungo la scala del
Campidoglio raffigurano proprio Castore e Polluce, anche detti “i
Diòscuri”, ossia “figli di Zeus”.
Il loro culto, nato a Sparta, si diffuse rapidamente in tutta la
Magna Grecia, soprattutto in considerazione del fatto che venivano creduti protettori dei naviganti: il mito infatti racconta che
Poseidone affidò loro il potere di dominare il vento insieme al
mare.
A Roma i Diòscuri (con il nome di Càstori) venivano ricordati nel
loro tempio collocato all'interno del Foro Romano, nelle vicinanze del Tempio di Vesta, costruito per un voto offerto dal dittatore
Aulo Postumio prima della battaglia del Lago Regillo.
Il 15 luglio era tradizione che gli equites svolgessero una processione fastosa a cavallo verso il tempio, dato che ne venivano considerati i propri protettori.
Venivano talvolta considerati anche come patroni dell'arte poetica, della danza e della musica.
L'incontro di gemelli nella mitologia non è rara: anche nei Veda, il libro sacro degli Arii indiani, appare una coppia
di gemelli, gli Aswin, che - al pari dei Diòscuri - vengono identificati con la costellazione dei Gemelli.
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MARZO
SFOGLIAMENTO NATURA
E’ nato prima
l’uovo
I fossili lo rivelano:
il pipistrello ha imparato prima a volare
ALESSIA VESPA
Due fossili di pipistrello, rinvenuti tra le rocce del sud-ovest del Wyoming,
hanno fornito agli scienziati nuovi indizi relativi all'evoluzione dei pipistrelli.
I fossili sono stati classificati come appartenenti ad una nuova specie di pipistrelli antichi, l'Onychonycteris finneyi, che visse circa 52 milioni di anni fa. Le
ossa erano, infatti, contenute nella formazione "Green River", risalente
all'Eocene (tra i 58 ed i 37 milioni di anni fa) e composta da strati di sedimenti depositati in una catena di laghi intermontani.
I fossili descrivono un tipo di pipistrello in possesso di ali ben sviluppate, perfettamente in grado di volare, ma... attenzione: il volo non era l'unico sistema
di locomozione a disposizione dell'Onychonycteris! Da una serie di indizi,
infatti, si può affermare che l'animale era anche in grado di scalare. Un esempio: aveva le unghie su tutte e cinque le dita, mentre tutte le altre specie di pipistrelli finora note le avevano solo su due o tre dita di ciascuna mano.
Stando alla forma delle ali, l'antico pipistrello volava un po' più lentamente dei suoi discendenti, ed alternava
momenti di battuta a planata, mentre andava a caccia di insetti.
La caratteristica più sorprendente, comunque, resta la mancanza, nel cranio, delle strutture necessarie per l'ecolocalizzazione.
Ciò sembra dimostrare che i pipistrelli furono in grado di volare prima di essere capaci di orientarsi con l'eco-localizzazione.
La scienziata Nancy Simmons, del Museo Americano di Storia Naturale di New York, descrive l'Onychnycteris come
una sorta di "anello mancante" nell'evoluzione dei pipistrelli.
Infatti, erano stati già rinvenuti fossili di altre specie di questo mammifero appartenenti allo stesso periodo, ma solo
l'Onychonycteris mostra questa strana assenza.
Finora, il dibattito era rimasto aperto, una sorta di domanda sulla comparsa dell'uovo o della gallina. Ci si chiedeva
se i pipistrelli avessero sviluppato contemporaneamente la capacità di volare e di orientarsi con il sonar, oppure se
una delle due caratteristiche fosse comparsa prima.
Il ritrovamento dei due fossili di Onychonycteris sembra dare ragione a chi aveva ipotizzato una comparsa dell'ecolocalizzazione in un secondo momento.
"Non sappiamo per quale ragione sia iniziato il volo", ha spiegato un altro scienziato. "Riteniamo che, all'inizio, la
capacità di volare fosse sfruttata per spostarsi dal nido al luogo nel quale ci si nutriva. L'animaletto si orientava attraverso indizi visivi, olfattivi e uditivi, ed aveva un'ampia coda, come quella che i pipistrelli moderni usano per catturare le prede in volo, che però era usata come timone per manovrare in volo."
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MARZO
SFOGLIAMENTO
ARTE
101 passi
per il pianeta??
un prontuario per bambini...
o forse no
GISELLA PACCOI
“I tuoi genitori hanno messo sottosopra il pianeta. Adesso tocca a te risistemare le cose”.
Ecco come comincia quello che, a prima vista, sembra essere un libretto spiritoso e gradevole, creato con l’intento di
spiegare ai bambini cosa può essere fatto per “dare una mano al pianeta”.
“Uragani, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello dei mari, desertificazione di
ampi territori... Ma è proprio un disastro come sembra? Beh... si, effettivamente il nostro
pianeta non è messo tanto bene. Climatologi, scienziati, politici, economisti sono impegnati da tempo sul fronte della difesa dei “diritti della Terra”. E allora, noi che cos’altro possiamo fare? A dir la verità, molto, molto più di quello che si potrebbe pensare: le nostre azioni quotidiane e il nostro modo di vivere il rapporto con la Terra sono importantissimi sia
per rimediare ai danni già fatti, sia soprattutto per non peggiorare la situazione. Dai vasi
di fiori che abbiamo sui davanzali alle prossime vacanze è possibile ripensare senza nessuna fatica, anzi divertendosi, le nostre scelte.
In questo libro 101 suggerimenti pratici, veloci, buffi e un po’ folli per diventare degli ecodetective, alla caccia degli eco-crimini che vengono commessi attorno a noi, e molti modi
per combatterli facendo davvero qualcosa per difendere il pianeta”, prosegue.
Le premesse sembrano buone. Peccato, però, che si concretizzino in una gran confusione.
Alcuni suggerimenti sono veramente interessanti e facilmente realizzabili, come quello, ad esempio, di mettere una
lavagnetta a disposizione di tutta la famiglia per annotare messaggi, anzichè usare pezzi di carta o post-it; altri sono
piuttosto pazzeschi. Uno su tutti: “controllare che il sottotetto della vostra casa sia ben coibentato”!
Forse il mio è un punto di vista viziato dall’esperienza come educatrice ambientale, ma mi pare che troppe cose, su
questo libretto, siano date per scontate, poco spiegate.
Oltretutto, mi pare manchi un passaggio fondamentale: d’accordo che il futuro del pianeta è in mano ai bambini di
oggi, ma i “piccoli passi” che sono indicati nel libro, spesso, hanno bisogno del coinvolgimento dei grandi per essere realizzate!
“Scava uno stagno”, “progetta un sistema di riciclaggio” (fai una visita alla vicina discarica, è suggerito...), “compensa il carbonio”, sono compiti impegnativi e, certamente, non possono essere svolti da soli ne’ con gli amichetti.
Il centoduesimo suggerimento, anzi, il primo, dovrebbe essere quello di essere pronti ad affrontare le difficoltà, gli
impedimenti e le opposizioni senza perdersi d’animo, credendo in ciò che si fa senza scoraggiarsi.
I bambini sono pieni d’entusiasmo: l’ultima cosa che dovremmo fare è spegnere quell’entusiasmo facendoli scontrare con compiti troppo ardui per loro.
Insomma: questo può essere un libretto interessante... ma per i più grandi, proprio per quelli che “hanno messo sottosopra il pianeta”!
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MARZO
SFOGLIAMENTO
ARTE
Sesso
ed evoluzione
ossia,
“La straordinaria storia evolutiva della riproduzione sessuale”
NICOLETTA BETTINI
Come si è evoluto il sesso? E come il sesso ha guidato l'evoluzione?
Sono le domande che affronta questo libro, scritto da Andrea Pilastro ed edito da Bompiani.
Pensiamoci un attimo: il sesso è un problema. E’ complicato, scomodo, costringe a superare la normale tendenza all’aggressività e pone i partners in posizioni di vulnerabilità.
Eppure, questo meccanismo di scambio di geni è presente già nei batteri, Paramecio docet.
In linea teorica, sembrerebbe che la riproduzione asessuata sia per molti versi più semplice e meno costosa. Una
semplice gemmazione, ed il gioco è fatto.
Alcuni animali se ne servono, specialmente quando le condizioni ambientali sono “preoccupanti”, non fanno stare
tranquilli.
Tuttavia esiste un vantaggio indubbio nella riproduzione sessuata: la maggiore capacità di affrontare i problemi che
un ambiente in continua mutazione pone agli individui e alla loro progenie.
Per questo solo di rado le diverse specie hanno abbandonato la sessualità, e quando possono ci tornano.
Una delle prime implicazioni “faticose” della riproduzione sessuale sta nella competizione: i maschi si sono dovuti
ingegnare per dimostrare alle femmine di essere i migliori, quelli con il pacchetto genico più interessante e destinato a durare e a sopravvivere; naturalmente, dato che tutti affermano lo stesso, è stato necessario anche trovare delle
modalità di lotte, possibilmente incruente, oppure di segnalazioni visive come, ad esempio, le code sempre più lunghe dei pavoni maschio.
Sono moltissimi gli adattamenti sviluppati per riuscire a scegliere il partner migliore, con strategie che comprendono non solo gli ornamenti più evidenti, ma anche i mezzi per la "competizione spermatica", con peni e spermatozoi
di ogni forma e dimensione.
Affascinante, a tratti complesso, il libro permette di entrare in un campo di cui troppo
spesso si sente parlare solo per le possibili implicazioni per i comportamenti umani.
Un capitolo è dedicato alla nostra specie, e pur con posizioni in parte discutibili sfata
alcuni luoghi comuni sulla nostra sessualità. E mostra la difficoltà degli studi sull'uomo a causa delle ineludibili influenze culturali e del fatto che non sempre sono attuabili, con buona pace dei volontari, adeguati studi sperimentali.
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MARZO
SFOGLIAMENTO NATURA
In che stato è
il mondo?
è uscita l’ultima edizione
dello “State of the World”
GISELLA PACCOI
In questo momento, la sfida in corso è quella di inventare la prima economia globale per la Terra: questo è
ciò che afferma lo "State of the World 2008 - innovazioni per un'economia sostenibile", edito dal
Worldwatch Institute.
In risposta ai cambiamenti climatici e ad altri problemi
ambientali, è arrivato il momento di "testare su campo"
drastiche variazioni dell'economia, che possano offrire
nuove opportunità per un benessere a lungo termine.
I problemi ambientali non sono irrilevanti per l'economia ma, una volta considerati, riscriveranno le regole
per gli affari, gli investimenti ed i consumi.
La relazione sullo stato dell'ambiente descrive quali
sono le nuove "opportunità economiche" che stanno
iniziando ad attrarre i capitali.
Nel 2006, sono stati investiti circa 52 miliardi di dollari nelle energie rinnovabili, il 33% in più del 2005, e le
stime indicano che nel 2007 si sono raggiunti i 66
miliardi di dollari.
Alcune delle figure più importanti dell'economia hanno
scelto la strada dell'ambiente, negli ultimi due anni:
gruppi come la Dow Chemical, la General Motors e la
Xerox stanno facendo pressioni sul governo degli Stati
Uniti perchè approvi leggi che regolino le emissioni dei
gas-serra, mentre altre compagnie, come il colosso chimico DuPont, ha affermato di aver rivoluzionato il proprio sistema di produzione industriale, virando in senso
ambientalista, riducendo le emissioni di gas serra del 72%, rispetto ai livelli del 1991 e risparmiando, allo stesso
tempo, 3 miliardi di dollari.
Azioni impensabili, fino a pochi anni fa.
Un altro segno di questo cambiamento in corso è rappresentato dall'avanzata della "clean tech", ossia dalla "tecnologia pulita", considerata essere la terza maggior strada finanziata, dopo Internet e le biotecnologie.
Lo "State of the World 2008" descrive i due principali modelli economici, dai quali emerge che il danno derivante
dal cambiamento climatico globale potrebbe essere equiparato all'8% del prodotto dell'economia globale entro la
fine del secolo.
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MARZO
SFOGLIAMENTO
NATURA
Per evitare il collasso economico a livello globale, gli autori di questo libro sottolineano la necessità e l'urgenza di
riforme delle politiche economiche di tutti gli Stati, che tolgano fondi dalle attività distruttive come l'estrazione di
combustibili fossili, e li dirottino verso quelle sostenibili. In particolare, sarebbe importante che i prezzi dicessero
la "verità ecologica", ossia che fossero ridotti i sussidi e, allo stesso tempo, fossero adottate serie tasse ambientali.
Ne sentiremo parlare: il “valore economico totale”.
Il "valore economico totale" (TEV) è un parametro sempre più usato per studiare il valore degli ecosistemi.
Il TEV è diviso in due categorie, i valori di uso e quelli di non-uso.
I valori di uso si compongono di tre elementi:
Valore di uso diretto, che deriva essenzialmente da beni che possono essere estratti, consumati o fruiti direttamente. Esempi includono l'acqua potabile, la pesca e l'energia idroelettrica, così come le attività ricreative.
Valore di uso indiretto, che deriva dai servizi forniti dall'ambiente, compresa la regolazione della portata fluviale, il controllo delle inondazioni e la depurazione dell'acqua.
Valore opzionale, che è il valore legato al mantenimento della possibilità di ottener, in seguito, e questo tipo
di vantaggi e benefici da beni e servizi dell'ecosistema, compresi quelli che in questo momento sembrano essere di scarso valore ma che potrebbero diventare, a causa delle innovazioni o di nuove scoperte, estremamente
importanti.
I valori di non uso, d'altro canto, derivano dai vantaggi e benefici che l'ambiente può fornire per il fatto di non
essere sfruttato, sia direttamente che indirettamente:
Valore ereditario è il valore derivato dal desiderio di lasciare gli ecosistemi alle generazioni future.
Il valore di esistenza, infine, è il valore che la gente attribuisce al fatto di sapere che qualcosa esiste, anche
se non ha intenzione di sfruttarlo, Ad esempio, la gente dà valore all'esistenza delle balene azzurre o dei panda,
anche se non li hanno mai visti e probabilmente mai li vedranno, come è dimostrato dal senso di perdita che la
gente proverebbe se questi animali si estinguessero.
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MARZO
SCIENZA IN BIANCO E NERO
La gru
e i pesci
Un’antica fiaba indiana
contiene perle di saggezza
DA: ENCICLOPEDIA
“IL TESORO”, 1939
Una volta, in India, vi fu un'estate caldissima.
In una foresta vi erano due stagni, uno grande e l'altro piccolo: nel piccolo
vivevano numerosissimi pesci e sul grande sbocciavano innumerevoli fiori
di loto.
Con la calura, il piccolo stagno rimase quasi a secco; mentre le acque dello
stagno grande, che i loti con le loro foglie proteggevano dal sole, restavano
abbondanti e fresche.
Una gru venne a passare tra i due stagni, vide i pesci e si soffermò a meditare, ritta su una zampa sola.
"Quei pesci", pensava, "sarebbero per me dei bocconcini prelibati, se li
assalissi bruscamente, sono agili e mi sfuggirebbero... Sarà meglio che giochi d'astuzia"
In quella un pesciolino mise il muso fuor d'acqua e chiese alla gru:
"Che cosa stai meditando, venerabile uccello?"
"Medito sulla tristezza della tua sorte e di quella dei tuoi fratelli"
"Che vuoi mai dire?"
"Voi soffrite nelle acque troppo basse, infelici! E di giorno in giorno il caldo aumenta, e se lo stagno rimane a secco,
che farete mai? Dovrete perire tutti miseramente, poveri pesciolini! Ah, davvero che il cuore mi si serra, se ci
penso...."
Il pesciolino e i suoi fratelli si sentirono assai turbati alle parole della gru e le chiesero con angoscia:
"Venerabile uccello, non conosceresti un mezzo per salvarci?"
La gru finse di meditare ancora, poi disse:
"Credo di aver trovato un rimedio alla vostra misera sorte."
I pesci l'ascoltavano avidamente.
"Qui presso v'è uno stagno meraviglioso, assai più grande di quello in cui vivete, tutto coperto di loti, che difendono
le sue acque dalla vampa del sole. Se volete, vi prenderò a uno a uno nel becco e vi porterò fino alle onde del grande
stagno: così sarete salvi."
In quel momento si udì un risolino scettico; era un gambero, il quale disse:
"Mi meraviglio assai! Da che mondo è mondo, non ho mai saputo che una gru si interessi ai pesci, se non per mangiarli..."
La gru prese un'aria contrita, e protestò:
"Come, cattivo gambero, tu sospetti che io voglia ingannare dei poveri pesciolini minacciati da una morte crudele?
Solo il desiderio della vostra salvezza mi ispira, è solo per il vostro bene che parlo. Ma se non ci credete, mettete alla
prova la mia buona fede: scegliete uno di voi perchè io lo porti nel becco fino allo stagno dei loti. Esso lo vedrà, poi
io lo riprenderò e lo riporterò qui. Ed il vostro compagno vi dirà che cosa bisogna pensare di me".
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MARZO
SCIENZA IN BIANCO E NERO
I pesci accettarono, e fu designato un vecchio pesce molto
saggio: la gru lo portò nel becco allo stagno dei loti, ve lo
lasciò nuotare nell'acqua fresca a suo piacimento e poi lo
riportò al piccolo stagno: il vecchio pesce, entusiasta, non
ebbe difficoltà a persuadere i suoi fratelli a lasciarsi trasportare dalla gru....
Ahimè, quale follia! Uno dopo l'altro la gru fece finta di trasportarli e invece uno dopo l'altro se li pappò tutti.
Rimase solo il gambero, che si sentiva tutt'altro che tranquillo sulla sorte dei pesci e pensava:
"Temo che la gru se li sia mangiati tutti. Se quello che temo è
vero, li vendicherò".
"E' la tua volta", gli disse la gru con aria innocente. "Vuoi che ti trasporti allo stagno dei loti?"
"Volentieri", rispose il gambero, "ma come mi trasporterai?"
"Nel becco, come ho fatto per gli altri".
"No, no, il mio guscio liscio mi farebbe scivolar giù facilmente dal tuo becco. Lascia invece che mi aggrappi al tuo
collo con le branche: starò attento a non farti male."
La gru acconsentì.
Giunta a mezza strada, però, si arrestò sotto un albero.
"Che cosa fai?", le domandò il gambero. "Sei stanca, che ti fermi a metà del cammino?"
La gru, imbarazzata, non sapeva che dire.
"Che cosa vedo mai?", continuò il gambero. "Che cos'è quel mucchio di lische ai piedi di questo albero? Ah, traditrice, ti sei presa giuoco dei pesci, eh? Ma io non morirò senza prima averti uccisa...."
E il gambero stringeva il collo della gru fra le branche, senza pietà.
"Caro gambero, non farmi male...", supplicava la gru, con le lagrime agli occhi per la sofferenza. "Ti porterò allo stagno, stà tranquillo..."
"Avanti, allora!", ordinò il gambero.
La gru andò fino allo stagno e tese il collo sull'acqua in modo che il gambero non aveva che da lasciarsi scivolar giù.
Ma esso era risoluto a vendicare i pesci, e prima di abbandonar la preda tagliò netto il collo della perfida gru.
La cattiveria non è sempre vittoriosa, dice la parabola indiana: presto o tardi, si paga il fio delle proprie malefatte, e
il colpevole presto o tardi incontra, come la gru, un gambero vìndice delle vittime innocenti....
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MARZO
SFOGLIAMENTO
ARTE
La natura
è arte
basta solo avere occhio,
pazienza e un po’ di fortuna
ALESSIA VESPA
Ci sono foto che si commentano da sè.
Foto che parlano direttamente alle nostre emozioni, che ci fanno ridere, ci commuovono per la
loro dolcezza, foto struggenti o buffissime.
Ho trovato un sito, www.whatatop.com, che ne
contiene tantissime.
Ne ho prese alcune dalla sezione “animali”... ma
vi consiglio di andare a dare un’occhiata anche
alle altre sezioni: ci sono delle immagini bellissime, di paesaggi e di volti, di eventi naturali
terribili e suggestivi... insomma: tutto ciò che ci
circonda può trasformarsi in arte.
Queste, secondo me, possono essere elette “foto
del mese”... voi che ne dite?
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MARZO
SFOGLIAMENTO
NATURA
Ecoconsigli
piccoli gesti casalinghi
che vanno d’accordo col pianeta
NICOLETTA BETTINI
L’inquinamento è un'alterazione delle caratteristiche
ambientali causate dall’attività dell’uomo. È un fenomeno generato da fattori importanti come la progressiva
industrializzazione del globo, l’emissione di gas serra, la
produzione di scorie nocive, la cattiva gestione dei rifiuti. Fattori che sembrano talmente complessi da risultare lontani.
La reazione più naturale è spesso una sconsolata
ammissione di impotenza: “io cosa posso fare?”. In realtà, anche nel piccolo, ognuno di noi può fare qualcosa di
importante per la natura, limitando l’impatto che molte
abitudini di vita hanno sull’ambiente.
Come? Le soluzioni sono tante:
Un buon modo per limitare l’impatto sull’ambiente è, in
primo luogo, agire nel senso della prevenzione, a partire dalla gestione della casa. Ecco alcuni suggerimenti
per la vita di “tutti i giorni”.
Imballaggi
Meglio preferire prodotti con imballaggi provenienti da risorse rinnovabili come carta, e cartone, che siano leggeri,
riducano gli sprechi di spazio e siano riciclabili; da evitare, invece, quelli con confezioni multiple e provenienti da
materie prime non rinnovabili.
Elettrodomestici
Per limitare le emissioni di anidride carbonica e di clorofluorocarburi (le sostanze che distruggono l’ozono), è importante scegliere elettrodomestici che siano pensati nel rispetto dell’ambiente. Il frigorifero, ad esempio, uno degli elettrodomestici più inquinanti per le sue emissione di CFC, se realizzato a scomparti separati, permette una minore
dispersione di energia. Da qualche anno l’Unione Europea impone alle case costruttrici di applicare a tutti i nuovi
apparecchi un’etichetta che identifica le caratteristiche funzionali. Quelli a più basso consumo energetico attualmente in produzione appartengono alla classe A+ o A++.
Allo stesso modo anche la scelta della lavatrice può fare la differenza. È importante ricordare di fare solo lavaggi a
pieno carico, preferendo basse temperature (40/60°C.)
Hi-fi, apparecchi tv, videoregistratori, PC e tutti gli accessori annessi continuano a consumare elettricità anche se in
modalità standby. Perciò, meglio staccare la spina o usare una presa multipla che permetta di spegnere tutto da un
solo interruttore.
Riscaldamenti
Con un impianto di riscaldamento autonomo, o centralizzato con contatore di calore, l’installazione di valvole ter25
MARZO
SFOGLIAMENTO
NATURA
mostatiche sui radiatori consente di risparmiare
circa il 10% delle spese di riscaldamento e di regolare la temperatura ideale. Per ogni radiatore si
sostituisce la valvola manuale con una valvola termostatica che regola automaticamente l’afflusso
di acqua calda in base alla temperatura scelta,
deviando l’acqua calda verso altre utenze o riducendone la portata. Il risparmio di energia ottenuto è del 10-20%. Il costo per valvola varia tra 3080 Euro, a seconda della predisposizione dell’impianto.
Illuminazione
Rispetto a una comune lampadina a incandescenza, quella a basso consumo riduce fino all’80% l’energia elettrica necessaria, a parità di flusso luminoso.
Sostituire le vecchie lampadine risulta quindi
molto vantaggioso, inoltre, il costo dovuto all’acquisto delle lampadine a basso consumo si recupera in tempi brevi. L’accorgimento importante è
ricordare che le lampade a basso consumo, o CFL,
contengono mercurio e non devono essere gettate
insieme ai comuni rifiuti domestici. In tutti gli
altri casi: luci spente nelle stanze, se non servono!
Detersivi
Nella scelta di detersivi per la casa, optiamo per quelli a più alta biodegradabilità. È importante farne comunque un
uso accorto, perché ogni detersivo, anche se composto da sostanze naturali, si smaltisce più lentamente nei processi di depurazione a causa della schiuma che produce.
Acqua
Installando dei riduttori di flusso dell’acqua sui rubinetti dei lavandini e della doccia, si possono ridurre dal 30% al
50% i consumi di acqua e di energia (necessaria per riscaldarla). I riduttori di flusso sono dispositivi di semplice
installazione che miscelano l’aria con l’acqua e consentono di limitare il consumo di quest’ultima fino al 50%, mantenendone inalterata l’efficacia e il comfort.
In cucina
Anche nella preparazione di cibi bisogna fare attenzione: se si friggono oli o si
utilizzano grassi da cucina (come il burro o la margarina) è importante raccoglierne i residui con un panno, avendo cura di non gettarli nel lavandino. Come
i detersivi, infatti, le sostanze oleose sono difficili da separare dall’acqua di scarto (un dato indicativo: 1 solo litro di olio usato per cucinare può inquinare molte
decine di litri d’acqua).
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MARZO
SFOGLIAMENTO RUBRICHE
La notizia delle quattro settimane
200 semi sull’arca della biodiversità
Ormai e' tutto pronto, e l'arca di Noè dei vegetali del mondo sta per ricevere il primo carico di 200mila semi dai
quattro angoli della Terra.
La notizia viene dal Global Crop Diversity Trust, una Ong che si occupa della conservazione della biodiversità.
L'Arca non e' altro che il piu' grande centro di raccolta mai realizzato, che si trova in Norvegia, in un paesino delle
isole Svalbard, nascosto sotto una montagna. La collezione raccoglie tutti i frutti dell'agricoltura internazionale, tra
cui 150mila campioni di grano provenienti da 100 diversi paesi, e conservati finora a Città del Messico.
“Prima” fammi le coccole: spulciami!
Sesso remunerato anche per le scimmie? Forse si.
Le femmine dei macachi indonesiani gradiscono particolarmente il grooming; nel periodo giusto, le femmine hanno
da 1 a 2 rapporti l'ora, ma dopo il grooming possono arrivare anche a 4!
E il fortunato partner è in genere quello che si è prestato a spulciarle la pelliccia.
Anche questa, come tutte le transazioni, è sottoposta alle leggi del mercato: con l'aumento dell'offerta, diminuiscono i prezzi.
Se infatti, con poche femmine nei paraggi, i macachi sono disposti a spidocchiarle per ben 16 minuti, pur di raggiungere il loro obiettivo, quando le partner disponibili aumentano, il tempo investito in grooming si dimezza.
Bussole chimiche, e la farfalla non si perde
Le farfalle monarca lasciano l'America nord-orientale in autunno per migrare verso il Messico centrale, e tornarvi
in primavera, compiendo un viaggio di 3000 km.
Il loro sistema di orientamento è più complesso di quel che si credeva: è basato infatti su due "bussole" chimiche,
due proteine che lavorano in parallelo.
La prima, chiamata CRY1, recepisce la luce solare, mentre la seconda (CRY2) mantiene in funzione un orologio biologico.
È quest'ultimo a compensare l'assenza di luce permettendo alle farfalle di continuare il loro viaggio anche senza
sole, senza mai perdersi per strada.
Pur di scroccare un pranzetto...
I bruchi di alcon blu (Maculinea alcon), una rara farfalla azzurra che si trova solamente nella penisola dello Jutland,
hanno imparato a modificare il proprio odore per camuffarsi tra le larve di alcune formiche e mangiare a sbafo.
L'odore modificato delle larve può ingannare a tal punto le formiche myrmica da indurle a riservare loro tutte le
scorte di cibo, anche a costo di far rimanere a bocca asciutta l'intero formicaio.
Di fronte a un simile raggiro, secondo i rilievi degli entomologi, le formiche hanno reagito con le stesse armi chimiche, cambiando il proprio odore grazie a una mutazione genetica.
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Periodico on-line della
Associazione Zygena Onlus
Direttore Responsabile:
Fabrizio Manzione
Coordinatore di redazione:
Gisella Paccoi
Impaginato il 29/2/2008
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