Home della Rivista Sfogliamento

NUMERO VENTUNO
DICEMBRE
2008
la rivista di ambiente dell’associazione Zygena
Sfogliamento
Strambo Natal
LE SEZIONI
ARTE
Gli artisti hanno sempre trovato ispirazione osservando la natura,
in tutte le epoche, cominciando dai primi tentativi che
rappresentavano animali e caccia ed arrivando alle più alte espressioni delle
emozioni e della bellezza insita nelle forme naturali.
Natura ispiratrice per l'arte, arte nella natura, bellezza, perfezione, emozione:
guardare l'ambiente con gli occhi dell'artista è davvero un bel modo per osservarlo
BIZZARRIE
Il mondo naturale è una fonte continua di simpatiche curiosità,
bizzarrie e notizie che sembrano incredibili.
Perchè questa sezione?
Perchè l'amore per l'ambiente passa anche per la capacità di saper scoprire gli
aspetti comici della difficile convivenza tra gli esseri umani e le altre forme
viventi.
NATURA
Botanica, zoologia, etologia, ma anche turismo sostenibile,
tradizioni, biodiversità..
La natura ha infiniti aspetti da approfondire, per capire un po' meglio le forme
viventi che ci circondano, noi stessi compresi, in quanto parte di un unico
ecosistema complesso e affascinante.
LA REDAZIONE
“Sfogliamento” è il periodico mensile dell’associazione
di ricerca, consulenza e comunicazione ambientale
“Zygena onlus”.
registrazione Tribunale di Terni n.04/07 del 26/3/07
Direttore Responsabile:
Fabrizio Manzione
Redattori:
Nicoletta Bettini
Simona Capogrosso
Francesco Donati
Gisella Paccoi
Alessia Vespa
redazione: via del Cassero 5 - Terni
[email protected]
sommario
Numero Ventuno - Dicembre 2008
ARTE
UN LIBRO DI NATALE?
IN QUESTO NUMERO
In un batter d’occhio, è arrivato anche Natale.
Ci consentite un luogo comune? Sembra ieri che boccheggiavamo nella canicola agostana, quasi quasi sognando il
momento in cui avremmo
chiuso la finestra, tirato fuori
il piumone dall’armadio e
scaldato le mani davanti al
camino. Chissà perchè, quando è caldo troviamo tanto,
tanto romantico il periodo in
cui il termometro non va oltre
la decina di gradi.
Ovviamente, quando poi questo periodo arriva, iniziamo a
sognare la bella stagione.
E così il tempo passa, mentre
noi rincorriamo, nei desideri,
un qualcosa che dovrà arrivare o che è già passato.
Di certo, il 2009 è dietro l’angolo, non aspetta che una
manciata di giorni per arrivare.
Cosa vi aspettate dal nuovo
anno, quali sono i vostri
sogni, i vostri desideri, le
vostre speranze?
Cosa vorreste trovare sotto
l’albero e cosa, invece, vorreste regalare voi?
Noi... speriamo di continuare
a regalarvi una lettura piacevole.
Tanti, tanti auguri.
La redazione
7
DECORAZIONI NATALIZIE
10
DALLA GROTTA ALLA PIGNA
18
CHRISTMAS CAROL
23
BIZZARRIE
LA STELLA COMETA
5
LE RENNE E LA FANTASIA
8
BOLLICINE NEI FLUTES
12
DELFINI DA OLIMPIADI
20
NATURA
PIANETA EXTRASOLARE
13
SPECIALIZZATO NON E’ MEGLIO
17
WEIRD WIDE WEB
21
EVITIAMO DI SCORNARCI
25
SFOGLIAMENTO RUBRICHE
se
e
m
l
e
d
t
i
t
s
o
ip
Batteri furbi:
usano il suolo per
ottenere il ferro.
Dividono il ferro-citrato
che trovano in natura,
usando in più il citrato
come fonte di energia
La coda del geco
è a “cavallo di bicicletta”:
si usa come una
quinta zampa
che aiuta la rotazione,
per cadere sempre in piedi
I bruchi di alcon blu
hanno imparato
a camuffare il loro odore
fingendo di essere
larve di formiche
per essere nutriti
dalle formiche operaie
Il moscerino della frutta,
la Drosophila,
avrebbe un ottimo
odorato,
che gli permetterebbe
di ricordare dov’è il cibo
Scimmia kipunji,
appena scoperta
e già inserita nelle liste
rosse:
ce ne sono rimaste
solo mille
4
DICEMBRE
SFOGLIAMENTO
BIZZARRIE
La stella
cometa
la storia
della stella con la coda
NICOLETTA BETTINI
In ogni presepio del mondo,
sopra la grotta che ospita Gesù
Bambino, o sulla punta dell'albero, trova posto da sempre una
splendente stella cometa.
Secondo la tradizione fu proprio
una luminosa stella a guidare i
re Magi nel luogo dove nacque
Gesù.
Seguendo la storia invece, presso i Babilonesi, questa era considerata come oggetto astronomico, fonte di buono o cattivo
auspicio a seconda della posizione in cielo, della luminosità e del
colore.
Aristotele la relegò al mondo
sublunare come fenomeno
astronomico, mentre Tolomeo
ne sottolineava l'importanza per
la predizione di importanti
eventi.
Moltissimi sono gli esempi che
vedono la cometa come atteso
segno per l'avvento di re o imperatori, oppure causa di profondi
cambiamenti politici, o carestie
e pestilenze. Fu nel 118 a.c. che
una luminosa cometa sembrò
indicare la nascita di Mitridate,
re del Ponto. Nelle parole di
Tacito leggiamo il terrore che
incutevano questo tipo di stelle a
Roma: Nerone ne fu impaurito a
tal punto (era il 64 a.c.) da sacrificare alcuni noti personaggi romani per evitare potenziali tragedie.
Ma si cominciò a parlare insistentemente di un astro con la coda solo a partire dal 1300. E chissà quanti di voi sanno
5
DICEMBRE
SCIENZA: FIRMAMENTO
A prescindere dalle sue caratteristiche fisiche, questa stella è circondata da un disco di polveri e gas che si estende fino alla
distanza di 90 unità astronomiche (una unità astronomica , UA,
è la distanza media della Terra dal Sole) e si è pensato (a ragione) che esso fosse un disco protoplanetario ossia una zona di
formazione di pianeti. Proprio per questo motivo gli astronomi
si sono spesso concentrati su Fomalhaut nella speranza di scoprire pianeti extrasolari. Ed in effetti un pianeta (Fomalhaut B
appunto)fu localizzato già dal 1998 ma solo matematicamente.
Oggi è stato finalmente fotografato.
Interessante è anche il modo in cui si è riusciti a catturare l'immagine. Gli astronomi hanno individuato nel disco protoplanetario un punto relativamente povero di materiali ad hanno pensato che in quella zona un pianeta potesse essersi formato un
pianeta aggregando i materiali circostanti. Ed infatti la prova
visiva è stata data.
Inoltre, la fotografia di Fomalhaut B è una fotografia fatta in
luce visibile e non in luce infrarossa come si è solito fare cercando i pianeti extrasolari e questo fatto contribuisce ulteriormente alla eccezionalità del risultato ottenuto.
Gli astronomi sono convinti che il pianeta possa essere essenzialmente roccioso ma le speranze di trovare forme di
vita su di esso sembra siano molto poche.
Come abbiamo detto infatti Fomalhaut, la stella, è molto giovane (solo 200 milioni di anni) e in questo lasso di
tempo è molto difficile che su un pianeta possa essersi sviluppata la vita. Inoltre la stella avrà una vita molto breve
in termini astronomici (non supererà ilmiliardo di anni) e anche questo contribuisce a far si che non si creino le condizioni ideali a supportare la vita (come termine di paragone si consideri il nostro Sole, una stella che ha già 4,5
miliardi di anni, è molto stabile e vivrà per altri 4,5 miliardi di anni ancora).
C'è poi da considerare il fattore distanza. Sebbene la stella principale sia molto calda ed energetica, la distanza di
Fomalhaut B è comunque così elevata che si possono ipotizzare temperature estremamente fredde sulla sua superficie, non certo adatte per lo sviluppo del ciclo della vita.
Insomma, se da un lato Fomalhaut B può lasciare l'amaro in bocca a coloro che speravano di riuscire a scoprire pianeti con caratteristiche fisiche simili a quelle della Terra, dall'altro questo pianeta verrà inserito senza dubbio nella
storia dell'astronomia come il primo mondo extrasolare cui lo sguardo umano si sia mai posato.
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DICEMBRE
SCIENZA: FIRMAMENTO
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO
NATURA
Specializzato
non è meglio
una curiosa scoperta
sulla società delle formiche
GISELLA PACCOI
Alzi la mano chi di noi non ha mai usato la società delle formiche come esempio di gruppo efficiente e perfettamente organizzato, nel quale ogni individuo ha un compito ben preciso da svolgere.
Da oggi, dovremo “riprogrammare” il nostro database di esempi, perchè pare che le formiche specializzate non siano
per nulla più efficienti di quelle che si impegnano in una varietà di compiti, almeno secondo Anna Dornhaus,
dell'Università dell'Arizona a Tucson, che firma un articolo pubblicato su PLoS Biology.
"Abbiamo sempre pensato che il fatto che le formiche avessero delle specializzazioni fosse uno degli elementi che ha
consentito il loro successo e la loro ampia diffusione in tutti gli habitat", ha detto la Dornhaus. "Di fatto, quelle che
sono specializzate in un particolare lavoro non è che siano così abili a svolgerlo."
La Dornhaus ha studiato le formiche della specie Temnothorax albipennis, che vivono in ambienti rocciosi in buona
parte d'Europa, filmandone il lavoro: raccolta del cibo, riparazione e ampliamento del formicaio, allevamento della
prole, valutando quanto impiegavano a svolgere un particolare compito.
Ha seguito individualmente 1142 formiche operaie, appartenenti ad 11 colonie diverse.
Misurando quanto spesso e quanto prontamente ogni singola formica eseguiva un particolare lavoro, e considerando come specializzate le formiche che si concentravano su un singolo tipo di compito, ha così potuto rilevare che le
formiche specializzate non sono più efficienti di quelle che si impegnano in una varietà di compiti, anche se vi si
dedicano complessivamente per più tempo.
Resta ancora da scoprire come vengano assegnati o scelti i compiti che ciascuna formica esegue, e - ma questa forse
è una curiosità tutta umana, che ci può servire per trovare altri paragoni o supportare certe nostre caratteristiche da capire se le formiche meno specializzate siano più o meno efficaci nelle loro attività.
Sarebbe la rivincita dei creativi confusionari...
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO
ARTE
Dalla grotta
alla pigna
la natività
vista da un appassionato di natura!
SIMONA CAPOGROSSO
Natale è il periodo dell'anno che permette alle idee di sbizzarrirsi con le varie decorazioni nelle case, nei negozi, per
le strade, sui pacchetti regalo, per gli addobbi dell'albero e per il presepe.
Nel periodo natalizio, a Roma c'è un'esposizione, a piazza del Popolo, di più di cento presepi diversi per forma, composizione e materiale.
La creatività raggiunge alti livelli e anche mio papà, in questo periodo, si diletta a creare delle natività molto particolari.
Quando va in giro per mercatini viene attirato da oggetti che potrebbero servire per abbellire il presepe.
In una scatola conserva fiorellini di vario genere, strumenti da lavoro (ricordiamoci che i primi ad accogliere Gesù
Bambino sono stati pastori e contadini!), animali, sassolini, legnetti, materiali di copertura, ecc.
In un'altra scatola, invece, raccoglie tutti i personaggi di 5 cm che riesce a trovare; perciò, non solo quelli fondamentali ma anche pastori, angeli, zampognari, ecc.
Mio papà ha sempre amato la natura, e perciò ha
deciso di creare la natività in una pigna.
Si, in quelle classiche, dove dentro normalmente
troviamo i pinoli. Usa un tondo di legno come base,
e al centro mette la sua pigna... ovviamente scelta,
raccolta, pulita e lucidata con cura.
Sceglie accuratamente la parte migliore e prepara la
grotta per accogliere Gesù Bambino tagliando qualche brattea.
Poi, aggiunge un po' di vegetazione e prepara la base
per tutte le sue creazioni, ma da questo punto in poi
è guidato esclusivamente dalla sua fantasia.
In seguito, abbellisce la grotta con la paglia, con del
muschio, con i fiori... o con tutto quello che l'ispirazione gli suggerisce.
Pazientemente, con la colla a caldo, inizia a collocare i personaggi principali. Poi, immancabile, l'angioletto che annuncia la nascita del Signore e la stella
che richiama i pastori e che illumina il cammino dei
re Magi.
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO
ARTE
Particolarissima è la stella, l'anice stellato, che oltre ad avere naturalmente la forma giusta profuma anche il presepe.
Poi, sulla base, può realizzare una staccionata con i legnetti, un sentiero, un laghetto, un villaggio, un'osteria o semplicemente un pascolo, che può riempire di pecore o di mucche, può inserire l'asino con il carretto o costruire un pollaio.
Insomma, a mio papà la fantasia non manca davvero, e non realizza mai una natività uguale all'altra. Io, che lo vedo
lavorare con tanta cura, pazienza, gioia e passione, capisco che quando una persona ci mette così tanto amore, nella
sua creazione, questa non può riuscire male!
Certo, qualche volta, si perde in qualche rifinitura, ma i suoi presepi nella pigna sono davvero uno spettacolo!
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO
BIZZARRIE
Delfini
da olimpiadi
un colpo di pinna
davvero potente
GISELLA PACCOI
Per carità: non provate mai a competere in velocità con un delfino. Neanche copiando il suo stile. Neanche se avete
un mucchio di muscoli.
Nel 1936, infatti, lo zoologo James Gray parlò di un paradosso, descrivendo questi mammiferi: secondo lui, infatti,
non c’era modo di spiegare la velocità alla quale nuotavano, ossia circa 40 km orari, visto che - a suo parere - non
avevano muscoli sufficienti. “Forse si tratta di un’interazione tra l’acqua e la pelle”, ipotizzò.
Chiaramente, Gray si sbagliava, i delfini hanno i muscoli sufficienti per nuotare e raggiungere quelle velocità, ma
finora non era stata calcolata la potenza della coda di questi animali.
Ora, un team di scienziati si è servito di attrezzature video estremamente sofisticate per riprendere il nuoto di questi bellissimi ed eleganti mammiferi, ed hanno calcolato che ogni movimento può essere supportato da una spinta di
circa 96 chili, più del triplo di quanto un oro olimpico possa produrre!!!
Se proprio volete consolarvi, potete sempre tirare in ballo il principio di Archimede, ossia il fatto che il delfino può
contare su una spinta, data dall’acqua di mare, che voi in una piscina non avete... e, soprattutto, parlare delle diverse motivazioni.
Il delfino deve nuotare così
veloce, per mangiare e salvarsi. Voi, al massimo, per
quello dovete correre in
mezzo al traffico.
In quello potreste essere
davvero alla pari.
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO NATURA
Weird
wide web
nello spazio cambia
la forma delle ragnatele
GISELLA PACCOI
Forse non esiste, al mondo, una forma tanto
affascinante quanto geometricamente perfetta
della tela del ragno.
“Al mondo”, appunto.
Se si va fuori dalla Terra, magari con una navicella spaziale, magari con la ISS, la stazione spaziale internazionale, le cose cambiano drasticamente.
I ragni non sono artisti, geometri o architetti,
non si fermano ad osservare la propria opera da
lontano, misurandola con squadre, compassi,
livelle e quant’altro: i ragni hanno riferimenti
ben precisi, dati dalla luce del sole e dall’angolo
che essa forma con il filo di seta, dalla forza di
gravità e dall’attrazione verso il basso che anche
un esserino piccolo e leggero sperimenta.
Se questi riferimenti vengono a mancare, è chiaro che il povero animaletto non capisce più
nulla, e non sa più che pesci, pardon, che
mosche pigliare.
Per cui, si ritrova a dar vita ad una stramba
ragnatela tridimensionale, stortignaccola e confusa, e solo in un secondo momento a cercare di
ridimensionarla ed aggiustarla per farla assomigliare ai canoni terrestri.
Gli scienziati che hanno portato a bordo due ragni, nella loro ultima missione, scherzano su questo fatto:
“questo ragno ha dato un nuovo senso alla sigla w.w.w., che ora potrebbe essere tradotta con weird wide webs,
strambe, ampie reti, anzichè world wide web, rete mondiale globale, dato che in questo caso non si può parlare di
mondo.”
Come si vede nella foto scattata dagli astronauti, la tela creata dal ragno è veramente quanto di più lontano possa
esserci da una forma regolare e geometrica; altrettanto curiosa è la sua tridimensionalità, che contrasta fortemente
con la bidimensionalità alla quale i ragni ci hanno abituato.
“Sembrava come se il ragno avesse voluto racchiudere tutto il suo spazio in una rete”, racconta l’astronauta Sandra
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO
NATURA
Magnus, incaricata di studiare questo fenomeno. “Abbiamo scattato il
maggior numero possibile di foto di
questo strano prodotto, e speriamo
di continuare a studiarle anche a
terra”.
I due ragnetti vengono alimentati
con le drosofile, ossia i moscerini
della frutta, alle quali sono abituati
normalmente; e dato che “pane e
vin non gli mancava”, non si capisce
bene perchè uno dei due sia voluto
fuggire.
“Non dovremmo averlo perso”,
afferma il direttore della stazione
spaziale, Holly Ridings.
“Probabilmente, si è solo trasferito
da una zona all’altra del suo rifugio.
E, comunque, siamo pronti a rimpiazzarlo, nel caso sia successo il peggio. Lo scopriremo presto: come si dice nei
film, non può andare lontano!”.
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO
ARTE
Christmas
carols
i canti di Natale
meno classici
REDAZIONE
Siamo abituati a pensare alle canzoni di Natale come a qualcosa che esiste da sempre: ce le hanno insegnate da piccoli, sembra strano che qualcuno le abbia scritte e qualcun altro le abbia ascoltate come “hits” nuove.
Eppure, ogni canzone, anche la più tradizionale, ad un certo punto “nasce”, ossia qualcuno traduce delle melodie in
una struttura organica ed in un testo completo.
Abbiamo deciso di presentarvene una molto particolare, scritta nel 1975 da Greg Lake (i meno giovani lo ricorderanno come parte dello storico connubio Emerson - Lake & Palmer ) e della quale è stato girato un suggestivo video nel
deserto del Sinai.
Ecco il testo:
Hanno detto che ci sarà la neve, a Natale
Hanno detto che ci sarà la pace sulla Terra
ma invece continua a piovere
un velo di tristezza per la Vergine e la nascita
They said there'll be snow at Christmas,
They said there'll be peace on earth,
But instead it just kept on raining,
A veil of tears for the Virgin birth.
I remember one Christmas morning,
The Winter's light and a distant choir,
And the peal of a bell and that Christmas tree smell,
And eyes full of tinsel and fire.
They sold me a dream of Christmas,
They sold me a silent night,
They told me a fairy story,
'Til I believed in the Israelite.
And I believed in Father Christmas,
And I looked to the sky with excited eyes,
Then I woke with a yawn in the first light of dawn,
And I saw him and through his disguise.
Mi ricordo una mattina di Natale
la luce dell’inverno e un coro in lontananza
il rintocco di una campana e l’odore degli abeti
e negli occhi fili argentati e fuoco
Mi hanno venduto un sogno di Natale
mi hanno venduto una notte silenziosa
mi hanno venduto una bella storia
finchè ho creduto nell’Israelita
Ed ho creduto in Papà Natale
ed ho guardato verso il cielo con occhi emozionati
poi mi sono svegliato con uno sbadiglio alle prime
luci dell’alba
ed ho visto il suo travestimento
Ti auguro un Natale di speranza
ti auguro un anno nuovo coraggioso
tutta angoscia, dolore e tristezza
lascia il tuo cuore e la tua strada sarà chiara
I wish you a hopeful Christmas,
I wish you a brave New Year,
All anguish, pain and sadness,
Leave your heart and let your road be clear.
Hanno detto che ci potrebbe essere la neve, a Natale
hanno detto che ci potrebbe essere pace in Terra
Alleluia, Natale, che sia in paradiso o all’inferno
ecco il Natale che abbiamo, quello che ci meritiamo
They said there'd be snow at Christmas,
They said there'd be peace on earth,
Hallelujah! Noel!, be it Heaven or Hell,
The Christmas we get, we deserve.
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO
ARTE
Lake ha scritto questa canzone come una condanna del consumismo del Natale, perchè era convinto che il vero spirito di questa festività si fosse perso nel marketing vacanziero; per questo, all’uscita del disco dichiarò:
“Mi meraviglio quando la gente dice che è politicamente scorretto parlare di Natale. Questo deve essere un periodo
dedicato alla famiglia ed ai sentimenti, mi piace credere in Papà Natale”.
Alcuni hanno interpretato la sua canzone come anti-religiosa, mentre in realtà l’argomento religione non viene toccato affatto: vengono contrapposti gli “obblighi” consumistici con i sentimenti familiari.
http://www.youtube.com/watch?v=FqOfXumI18A
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO NATURA
Evitiamo
di scornarci
Non sono renne...
ma sono altrettanto pacifiche
GISELLA PACCOI
Le antilopi Tragelaphus oryx, quelle con
corna spiralate e corte in entrambi i
sessi, sono le più grandi, al mondo, ma
non sembrano avere voglia di sfruttare
la propria mole per litigare.
Anzi: hanno delle strategie piuttosto
elaborate per evitare i conflitti e, soprattutto, per risparmiarsi le ferite che derivano dagli scontri fisici.
Per placare gli animi, i maschi dispongono di una serie di segnali che dimostrano - senza possibilità di equivoco - la
loro taglia, l’età e, non ultima, la loro
aggressività agli altri maschi, per far
loro capire che, se necessario, sono in
grado di combattere e, all’occorrenza, di
fare anche male.
In questo modo, sperano che gli individui più deboli non provino neanche ad
ingaggiare una lotta, così come allo stesso modo loro stessi, di fronte a soggetti
più forti, possono lasciare il campo
senza dover necessariamente portare a casa delle ferite.
Questo complesso pacchetto di elementi di comunicazione tra rivali, definito come “segnalazione agonistica”, è
attualmente oggetto di una ricerca, ed i primi risultati sono stati pubblicati sul numero di novembre della rivista
“BMC Biology”; gli autori dell’articolo sono, tra gli altri, Jakob Bro-Jørgensen della Zoological Society di Londra, e
Torben Dabelsteen, dell’università di Copenhagen.
Bro-Jørgensen e Dabelsteen hanno raccolto dati nella Riserva Nazionale Masai Mara, in Kenya; l’area di studio si
estende su più di 400 chilometri quadrati di savana, tra acacie e prati aperti.
Le antilopi si spargono nella savana in gruppi ampi ed irregolari, la cui dimensione può variare fortemente. Molti di
questi gruppi sono composti da meno di 20 individui, ma ce ne sono alcuni che invece raggruppano svariate centinaia di individui.
Una rigida gerarchia organizza i maschi.
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO NATURA
Secondo quanto osservato, BroJørgensen and Dabelsteen hanno individuato tre “segnali agonistici” dei quali
i maschi si servono per comunicare agli
altri la dominanza:
Dimensione delle pliche cutanee intorno al collo
“Scatto” delle ginocchia
colorazione scura del pelo
Ogni segnale contiene un set diverso di
informazioni.
La dimensione delle pliche di pelle
intorno al collo parla dell’età dell’animale, perchè i maschi più anziani
hanno pliche più ampie dei giovani.
Poichè le antilopi più anziane hanno, probabilmente, una maggiore esperienza nella lotta, pliche più grandi possono aiutare a prevedere “a occhio” quale individuo ha maggiori probabilità di vittoria in uno scontro!
Gli scatti delle ginocchia, ossia dei suoni particolari prodotti mediante uno scivolamento del tendine sulla giuntura
del ginocchio, danno una misura della dimensione dell’animale.
Il suono, che può essere sentito fino a diverse centinaia di metri, assomiglia a quello prodotto quando si strappa una
corda
Le antilopi più grandi producono un suono di frequenza più bassa, più cupo, mentre le giovani, di taglia ridotta,
emettono un “click” di frequenza più alta; per cui, più basso è il suono, più grande è l’animale che l’ha prodotto.
Infine, la colorazione: un pelo scuro è associato ad una maggiore aggressività, perchè è il risultato di alti livelli di
ormoni androgeni nel sangue, che determinano anche l’attitudine alla lotta e alla belligeranza.
Insomma: le antilopi ce la mettono davvero tutta per non arrivare alle mani, pardon, alle corna. Ma se provocate...
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DICEMBRE
SFOGLIAMENTO RUBRICHE
La notizia delle quattro settimane
La bussola magnetica dei bovini
In qualunque regione o continente si trovino, la maggioranza dei bovini (ma anche cervi e daini) lasciati liberi a
pascolare tende ad allinearsi nella direzione nord-sud.
Le ragioni dell'allineamento secondo le linee del campo magnetico terrestre sono ancora ben poco chiare, ma dall'esame di oltre 8500 capi in 308 pascoli è risultato che dal 60 al 70 per cento dei capi esibiva questo comportamento, con una deviazione davvero significativa da quella che sarebbe una distribuzione casuale.
Per far quadrare i conti...
Far rientrare la stupenda coda del pavone maschio nel quadro della teoria della selezione naturale rappresentò per
Charles Darwin un problema tutt'altro che indifferente, tanto da portarlo a scrivere, in una lettera del 1860 al naturalista americano Asa Gray, "La vista delle penne del pavone mi fa star male!"
E fu proprio nel tentativo di spiegare il perché di questa stravagante e ingombrante caratteristica che Darwin giunse a formulare l'idea di selezione sessuale, secondo la quale i vantaggi offerti da questo ornamento nella competizione per l'accoppiamento avrebbero superato gli svantaggi che indubbiamente comporta nello sfuggire ai predatori.
Le tartarughe preferiscono la Calabria
La Calabria si conferma luogo di elezione per la ovodeposizione delle tartarughe marine 'Caretta caretta', protagoniste di una schiusa fenomenale sulla spiaggia di Sant'Andrea Apostolo dello Ionio, dimostrando che in Calabria "ci
sono le condizioni naturali per le ovodeposizioni", spiega in una nota Legambiente.
Del resto, circa il 70% delle ovodeposizioni di Caretta caretta in Italia avviene sulle coste calabresi, conferma uno
studio del Wwf, e le uova si schiudono a circa 45-70 giorni dalla deposizione: dal 2000 ad oggi circa 3.600 piccole
tartarughe marine sono nate sulle coste calabre del versante jonico.
Pinguini e oceani: a rischio.
Il numero dei pinguini in costante calo segnala che gli Oceani del mondo sono a rischio: lo sostengono alcuni scienziati dell'Università di Washington.
Secondo un nuovo rapporto scientifico, la popolazione di questi uccelli è minacciata da un cocktail fatto di surriscaldamento globale, inquinamento con idrocarburi, esaurimento delle riserve di pesca, turisti ed il cosiddetto "progresso".
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DICEMBRE
Periodico on-line della
Associazione Zygena Onlus
Direttore Responsabile:
Fabrizio Manzione
Coordinatore di redazione:
Gisella Paccoi
Impaginato il 3o/11/2008
[email protected]