NUMERO VENTUNO DICEMBRE 2008 la rivista di ambiente dell’associazione Zygena Sfogliamento Strambo Natal LE SEZIONI ARTE Gli artisti hanno sempre trovato ispirazione osservando la natura, in tutte le epoche, cominciando dai primi tentativi che rappresentavano animali e caccia ed arrivando alle più alte espressioni delle emozioni e della bellezza insita nelle forme naturali. Natura ispiratrice per l'arte, arte nella natura, bellezza, perfezione, emozione: guardare l'ambiente con gli occhi dell'artista è davvero un bel modo per osservarlo BIZZARRIE Il mondo naturale è una fonte continua di simpatiche curiosità, bizzarrie e notizie che sembrano incredibili. Perchè questa sezione? Perchè l'amore per l'ambiente passa anche per la capacità di saper scoprire gli aspetti comici della difficile convivenza tra gli esseri umani e le altre forme viventi. NATURA Botanica, zoologia, etologia, ma anche turismo sostenibile, tradizioni, biodiversità.. La natura ha infiniti aspetti da approfondire, per capire un po' meglio le forme viventi che ci circondano, noi stessi compresi, in quanto parte di un unico ecosistema complesso e affascinante. LA REDAZIONE “Sfogliamento” è il periodico mensile dell’associazione di ricerca, consulenza e comunicazione ambientale “Zygena onlus”. registrazione Tribunale di Terni n.04/07 del 26/3/07 Direttore Responsabile: Fabrizio Manzione Redattori: Nicoletta Bettini Simona Capogrosso Francesco Donati Gisella Paccoi Alessia Vespa redazione: via del Cassero 5 - Terni [email protected] sommario Numero Ventuno - Dicembre 2008 ARTE UN LIBRO DI NATALE? IN QUESTO NUMERO In un batter d’occhio, è arrivato anche Natale. Ci consentite un luogo comune? Sembra ieri che boccheggiavamo nella canicola agostana, quasi quasi sognando il momento in cui avremmo chiuso la finestra, tirato fuori il piumone dall’armadio e scaldato le mani davanti al camino. Chissà perchè, quando è caldo troviamo tanto, tanto romantico il periodo in cui il termometro non va oltre la decina di gradi. Ovviamente, quando poi questo periodo arriva, iniziamo a sognare la bella stagione. E così il tempo passa, mentre noi rincorriamo, nei desideri, un qualcosa che dovrà arrivare o che è già passato. Di certo, il 2009 è dietro l’angolo, non aspetta che una manciata di giorni per arrivare. Cosa vi aspettate dal nuovo anno, quali sono i vostri sogni, i vostri desideri, le vostre speranze? Cosa vorreste trovare sotto l’albero e cosa, invece, vorreste regalare voi? Noi... speriamo di continuare a regalarvi una lettura piacevole. Tanti, tanti auguri. La redazione 7 DECORAZIONI NATALIZIE 10 DALLA GROTTA ALLA PIGNA 18 CHRISTMAS CAROL 23 BIZZARRIE LA STELLA COMETA 5 LE RENNE E LA FANTASIA 8 BOLLICINE NEI FLUTES 12 DELFINI DA OLIMPIADI 20 NATURA PIANETA EXTRASOLARE 13 SPECIALIZZATO NON E’ MEGLIO 17 WEIRD WIDE WEB 21 EVITIAMO DI SCORNARCI 25 SFOGLIAMENTO RUBRICHE se e m l e d t i t s o ip Batteri furbi: usano il suolo per ottenere il ferro. Dividono il ferro-citrato che trovano in natura, usando in più il citrato come fonte di energia La coda del geco è a “cavallo di bicicletta”: si usa come una quinta zampa che aiuta la rotazione, per cadere sempre in piedi I bruchi di alcon blu hanno imparato a camuffare il loro odore fingendo di essere larve di formiche per essere nutriti dalle formiche operaie Il moscerino della frutta, la Drosophila, avrebbe un ottimo odorato, che gli permetterebbe di ricordare dov’è il cibo Scimmia kipunji, appena scoperta e già inserita nelle liste rosse: ce ne sono rimaste solo mille 4 DICEMBRE SFOGLIAMENTO BIZZARRIE La stella cometa la storia della stella con la coda NICOLETTA BETTINI In ogni presepio del mondo, sopra la grotta che ospita Gesù Bambino, o sulla punta dell'albero, trova posto da sempre una splendente stella cometa. Secondo la tradizione fu proprio una luminosa stella a guidare i re Magi nel luogo dove nacque Gesù. Seguendo la storia invece, presso i Babilonesi, questa era considerata come oggetto astronomico, fonte di buono o cattivo auspicio a seconda della posizione in cielo, della luminosità e del colore. Aristotele la relegò al mondo sublunare come fenomeno astronomico, mentre Tolomeo ne sottolineava l'importanza per la predizione di importanti eventi. Moltissimi sono gli esempi che vedono la cometa come atteso segno per l'avvento di re o imperatori, oppure causa di profondi cambiamenti politici, o carestie e pestilenze. Fu nel 118 a.c. che una luminosa cometa sembrò indicare la nascita di Mitridate, re del Ponto. Nelle parole di Tacito leggiamo il terrore che incutevano questo tipo di stelle a Roma: Nerone ne fu impaurito a tal punto (era il 64 a.c.) da sacrificare alcuni noti personaggi romani per evitare potenziali tragedie. Ma si cominciò a parlare insistentemente di un astro con la coda solo a partire dal 1300. E chissà quanti di voi sanno 5 DICEMBRE SCIENZA: FIRMAMENTO A prescindere dalle sue caratteristiche fisiche, questa stella è circondata da un disco di polveri e gas che si estende fino alla distanza di 90 unità astronomiche (una unità astronomica , UA, è la distanza media della Terra dal Sole) e si è pensato (a ragione) che esso fosse un disco protoplanetario ossia una zona di formazione di pianeti. Proprio per questo motivo gli astronomi si sono spesso concentrati su Fomalhaut nella speranza di scoprire pianeti extrasolari. Ed in effetti un pianeta (Fomalhaut B appunto)fu localizzato già dal 1998 ma solo matematicamente. Oggi è stato finalmente fotografato. Interessante è anche il modo in cui si è riusciti a catturare l'immagine. Gli astronomi hanno individuato nel disco protoplanetario un punto relativamente povero di materiali ad hanno pensato che in quella zona un pianeta potesse essersi formato un pianeta aggregando i materiali circostanti. Ed infatti la prova visiva è stata data. Inoltre, la fotografia di Fomalhaut B è una fotografia fatta in luce visibile e non in luce infrarossa come si è solito fare cercando i pianeti extrasolari e questo fatto contribuisce ulteriormente alla eccezionalità del risultato ottenuto. Gli astronomi sono convinti che il pianeta possa essere essenzialmente roccioso ma le speranze di trovare forme di vita su di esso sembra siano molto poche. Come abbiamo detto infatti Fomalhaut, la stella, è molto giovane (solo 200 milioni di anni) e in questo lasso di tempo è molto difficile che su un pianeta possa essersi sviluppata la vita. Inoltre la stella avrà una vita molto breve in termini astronomici (non supererà ilmiliardo di anni) e anche questo contribuisce a far si che non si creino le condizioni ideali a supportare la vita (come termine di paragone si consideri il nostro Sole, una stella che ha già 4,5 miliardi di anni, è molto stabile e vivrà per altri 4,5 miliardi di anni ancora). C'è poi da considerare il fattore distanza. Sebbene la stella principale sia molto calda ed energetica, la distanza di Fomalhaut B è comunque così elevata che si possono ipotizzare temperature estremamente fredde sulla sua superficie, non certo adatte per lo sviluppo del ciclo della vita. Insomma, se da un lato Fomalhaut B può lasciare l'amaro in bocca a coloro che speravano di riuscire a scoprire pianeti con caratteristiche fisiche simili a quelle della Terra, dall'altro questo pianeta verrà inserito senza dubbio nella storia dell'astronomia come il primo mondo extrasolare cui lo sguardo umano si sia mai posato. 15 DICEMBRE SCIENZA: FIRMAMENTO 16 DICEMBRE SFOGLIAMENTO NATURA Specializzato non è meglio una curiosa scoperta sulla società delle formiche GISELLA PACCOI Alzi la mano chi di noi non ha mai usato la società delle formiche come esempio di gruppo efficiente e perfettamente organizzato, nel quale ogni individuo ha un compito ben preciso da svolgere. Da oggi, dovremo “riprogrammare” il nostro database di esempi, perchè pare che le formiche specializzate non siano per nulla più efficienti di quelle che si impegnano in una varietà di compiti, almeno secondo Anna Dornhaus, dell'Università dell'Arizona a Tucson, che firma un articolo pubblicato su PLoS Biology. "Abbiamo sempre pensato che il fatto che le formiche avessero delle specializzazioni fosse uno degli elementi che ha consentito il loro successo e la loro ampia diffusione in tutti gli habitat", ha detto la Dornhaus. "Di fatto, quelle che sono specializzate in un particolare lavoro non è che siano così abili a svolgerlo." La Dornhaus ha studiato le formiche della specie Temnothorax albipennis, che vivono in ambienti rocciosi in buona parte d'Europa, filmandone il lavoro: raccolta del cibo, riparazione e ampliamento del formicaio, allevamento della prole, valutando quanto impiegavano a svolgere un particolare compito. Ha seguito individualmente 1142 formiche operaie, appartenenti ad 11 colonie diverse. Misurando quanto spesso e quanto prontamente ogni singola formica eseguiva un particolare lavoro, e considerando come specializzate le formiche che si concentravano su un singolo tipo di compito, ha così potuto rilevare che le formiche specializzate non sono più efficienti di quelle che si impegnano in una varietà di compiti, anche se vi si dedicano complessivamente per più tempo. Resta ancora da scoprire come vengano assegnati o scelti i compiti che ciascuna formica esegue, e - ma questa forse è una curiosità tutta umana, che ci può servire per trovare altri paragoni o supportare certe nostre caratteristiche da capire se le formiche meno specializzate siano più o meno efficaci nelle loro attività. Sarebbe la rivincita dei creativi confusionari... 17 DICEMBRE SFOGLIAMENTO ARTE Dalla grotta alla pigna la natività vista da un appassionato di natura! SIMONA CAPOGROSSO Natale è il periodo dell'anno che permette alle idee di sbizzarrirsi con le varie decorazioni nelle case, nei negozi, per le strade, sui pacchetti regalo, per gli addobbi dell'albero e per il presepe. Nel periodo natalizio, a Roma c'è un'esposizione, a piazza del Popolo, di più di cento presepi diversi per forma, composizione e materiale. La creatività raggiunge alti livelli e anche mio papà, in questo periodo, si diletta a creare delle natività molto particolari. Quando va in giro per mercatini viene attirato da oggetti che potrebbero servire per abbellire il presepe. In una scatola conserva fiorellini di vario genere, strumenti da lavoro (ricordiamoci che i primi ad accogliere Gesù Bambino sono stati pastori e contadini!), animali, sassolini, legnetti, materiali di copertura, ecc. In un'altra scatola, invece, raccoglie tutti i personaggi di 5 cm che riesce a trovare; perciò, non solo quelli fondamentali ma anche pastori, angeli, zampognari, ecc. Mio papà ha sempre amato la natura, e perciò ha deciso di creare la natività in una pigna. Si, in quelle classiche, dove dentro normalmente troviamo i pinoli. Usa un tondo di legno come base, e al centro mette la sua pigna... ovviamente scelta, raccolta, pulita e lucidata con cura. Sceglie accuratamente la parte migliore e prepara la grotta per accogliere Gesù Bambino tagliando qualche brattea. Poi, aggiunge un po' di vegetazione e prepara la base per tutte le sue creazioni, ma da questo punto in poi è guidato esclusivamente dalla sua fantasia. In seguito, abbellisce la grotta con la paglia, con del muschio, con i fiori... o con tutto quello che l'ispirazione gli suggerisce. Pazientemente, con la colla a caldo, inizia a collocare i personaggi principali. Poi, immancabile, l'angioletto che annuncia la nascita del Signore e la stella che richiama i pastori e che illumina il cammino dei re Magi. 18 DICEMBRE SFOGLIAMENTO ARTE Particolarissima è la stella, l'anice stellato, che oltre ad avere naturalmente la forma giusta profuma anche il presepe. Poi, sulla base, può realizzare una staccionata con i legnetti, un sentiero, un laghetto, un villaggio, un'osteria o semplicemente un pascolo, che può riempire di pecore o di mucche, può inserire l'asino con il carretto o costruire un pollaio. Insomma, a mio papà la fantasia non manca davvero, e non realizza mai una natività uguale all'altra. Io, che lo vedo lavorare con tanta cura, pazienza, gioia e passione, capisco che quando una persona ci mette così tanto amore, nella sua creazione, questa non può riuscire male! Certo, qualche volta, si perde in qualche rifinitura, ma i suoi presepi nella pigna sono davvero uno spettacolo! 19 DICEMBRE SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Delfini da olimpiadi un colpo di pinna davvero potente GISELLA PACCOI Per carità: non provate mai a competere in velocità con un delfino. Neanche copiando il suo stile. Neanche se avete un mucchio di muscoli. Nel 1936, infatti, lo zoologo James Gray parlò di un paradosso, descrivendo questi mammiferi: secondo lui, infatti, non c’era modo di spiegare la velocità alla quale nuotavano, ossia circa 40 km orari, visto che - a suo parere - non avevano muscoli sufficienti. “Forse si tratta di un’interazione tra l’acqua e la pelle”, ipotizzò. Chiaramente, Gray si sbagliava, i delfini hanno i muscoli sufficienti per nuotare e raggiungere quelle velocità, ma finora non era stata calcolata la potenza della coda di questi animali. Ora, un team di scienziati si è servito di attrezzature video estremamente sofisticate per riprendere il nuoto di questi bellissimi ed eleganti mammiferi, ed hanno calcolato che ogni movimento può essere supportato da una spinta di circa 96 chili, più del triplo di quanto un oro olimpico possa produrre!!! Se proprio volete consolarvi, potete sempre tirare in ballo il principio di Archimede, ossia il fatto che il delfino può contare su una spinta, data dall’acqua di mare, che voi in una piscina non avete... e, soprattutto, parlare delle diverse motivazioni. Il delfino deve nuotare così veloce, per mangiare e salvarsi. Voi, al massimo, per quello dovete correre in mezzo al traffico. In quello potreste essere davvero alla pari. 20 DICEMBRE SFOGLIAMENTO NATURA Weird wide web nello spazio cambia la forma delle ragnatele GISELLA PACCOI Forse non esiste, al mondo, una forma tanto affascinante quanto geometricamente perfetta della tela del ragno. “Al mondo”, appunto. Se si va fuori dalla Terra, magari con una navicella spaziale, magari con la ISS, la stazione spaziale internazionale, le cose cambiano drasticamente. I ragni non sono artisti, geometri o architetti, non si fermano ad osservare la propria opera da lontano, misurandola con squadre, compassi, livelle e quant’altro: i ragni hanno riferimenti ben precisi, dati dalla luce del sole e dall’angolo che essa forma con il filo di seta, dalla forza di gravità e dall’attrazione verso il basso che anche un esserino piccolo e leggero sperimenta. Se questi riferimenti vengono a mancare, è chiaro che il povero animaletto non capisce più nulla, e non sa più che pesci, pardon, che mosche pigliare. Per cui, si ritrova a dar vita ad una stramba ragnatela tridimensionale, stortignaccola e confusa, e solo in un secondo momento a cercare di ridimensionarla ed aggiustarla per farla assomigliare ai canoni terrestri. Gli scienziati che hanno portato a bordo due ragni, nella loro ultima missione, scherzano su questo fatto: “questo ragno ha dato un nuovo senso alla sigla w.w.w., che ora potrebbe essere tradotta con weird wide webs, strambe, ampie reti, anzichè world wide web, rete mondiale globale, dato che in questo caso non si può parlare di mondo.” Come si vede nella foto scattata dagli astronauti, la tela creata dal ragno è veramente quanto di più lontano possa esserci da una forma regolare e geometrica; altrettanto curiosa è la sua tridimensionalità, che contrasta fortemente con la bidimensionalità alla quale i ragni ci hanno abituato. “Sembrava come se il ragno avesse voluto racchiudere tutto il suo spazio in una rete”, racconta l’astronauta Sandra 21 DICEMBRE SFOGLIAMENTO NATURA Magnus, incaricata di studiare questo fenomeno. “Abbiamo scattato il maggior numero possibile di foto di questo strano prodotto, e speriamo di continuare a studiarle anche a terra”. I due ragnetti vengono alimentati con le drosofile, ossia i moscerini della frutta, alle quali sono abituati normalmente; e dato che “pane e vin non gli mancava”, non si capisce bene perchè uno dei due sia voluto fuggire. “Non dovremmo averlo perso”, afferma il direttore della stazione spaziale, Holly Ridings. “Probabilmente, si è solo trasferito da una zona all’altra del suo rifugio. E, comunque, siamo pronti a rimpiazzarlo, nel caso sia successo il peggio. Lo scopriremo presto: come si dice nei film, non può andare lontano!”. 22 DICEMBRE SFOGLIAMENTO ARTE Christmas carols i canti di Natale meno classici REDAZIONE Siamo abituati a pensare alle canzoni di Natale come a qualcosa che esiste da sempre: ce le hanno insegnate da piccoli, sembra strano che qualcuno le abbia scritte e qualcun altro le abbia ascoltate come “hits” nuove. Eppure, ogni canzone, anche la più tradizionale, ad un certo punto “nasce”, ossia qualcuno traduce delle melodie in una struttura organica ed in un testo completo. Abbiamo deciso di presentarvene una molto particolare, scritta nel 1975 da Greg Lake (i meno giovani lo ricorderanno come parte dello storico connubio Emerson - Lake & Palmer ) e della quale è stato girato un suggestivo video nel deserto del Sinai. Ecco il testo: Hanno detto che ci sarà la neve, a Natale Hanno detto che ci sarà la pace sulla Terra ma invece continua a piovere un velo di tristezza per la Vergine e la nascita They said there'll be snow at Christmas, They said there'll be peace on earth, But instead it just kept on raining, A veil of tears for the Virgin birth. I remember one Christmas morning, The Winter's light and a distant choir, And the peal of a bell and that Christmas tree smell, And eyes full of tinsel and fire. They sold me a dream of Christmas, They sold me a silent night, They told me a fairy story, 'Til I believed in the Israelite. And I believed in Father Christmas, And I looked to the sky with excited eyes, Then I woke with a yawn in the first light of dawn, And I saw him and through his disguise. Mi ricordo una mattina di Natale la luce dell’inverno e un coro in lontananza il rintocco di una campana e l’odore degli abeti e negli occhi fili argentati e fuoco Mi hanno venduto un sogno di Natale mi hanno venduto una notte silenziosa mi hanno venduto una bella storia finchè ho creduto nell’Israelita Ed ho creduto in Papà Natale ed ho guardato verso il cielo con occhi emozionati poi mi sono svegliato con uno sbadiglio alle prime luci dell’alba ed ho visto il suo travestimento Ti auguro un Natale di speranza ti auguro un anno nuovo coraggioso tutta angoscia, dolore e tristezza lascia il tuo cuore e la tua strada sarà chiara I wish you a hopeful Christmas, I wish you a brave New Year, All anguish, pain and sadness, Leave your heart and let your road be clear. Hanno detto che ci potrebbe essere la neve, a Natale hanno detto che ci potrebbe essere pace in Terra Alleluia, Natale, che sia in paradiso o all’inferno ecco il Natale che abbiamo, quello che ci meritiamo They said there'd be snow at Christmas, They said there'd be peace on earth, Hallelujah! Noel!, be it Heaven or Hell, The Christmas we get, we deserve. 23 DICEMBRE SFOGLIAMENTO ARTE Lake ha scritto questa canzone come una condanna del consumismo del Natale, perchè era convinto che il vero spirito di questa festività si fosse perso nel marketing vacanziero; per questo, all’uscita del disco dichiarò: “Mi meraviglio quando la gente dice che è politicamente scorretto parlare di Natale. Questo deve essere un periodo dedicato alla famiglia ed ai sentimenti, mi piace credere in Papà Natale”. Alcuni hanno interpretato la sua canzone come anti-religiosa, mentre in realtà l’argomento religione non viene toccato affatto: vengono contrapposti gli “obblighi” consumistici con i sentimenti familiari. http://www.youtube.com/watch?v=FqOfXumI18A 24 DICEMBRE SFOGLIAMENTO NATURA Evitiamo di scornarci Non sono renne... ma sono altrettanto pacifiche GISELLA PACCOI Le antilopi Tragelaphus oryx, quelle con corna spiralate e corte in entrambi i sessi, sono le più grandi, al mondo, ma non sembrano avere voglia di sfruttare la propria mole per litigare. Anzi: hanno delle strategie piuttosto elaborate per evitare i conflitti e, soprattutto, per risparmiarsi le ferite che derivano dagli scontri fisici. Per placare gli animi, i maschi dispongono di una serie di segnali che dimostrano - senza possibilità di equivoco - la loro taglia, l’età e, non ultima, la loro aggressività agli altri maschi, per far loro capire che, se necessario, sono in grado di combattere e, all’occorrenza, di fare anche male. In questo modo, sperano che gli individui più deboli non provino neanche ad ingaggiare una lotta, così come allo stesso modo loro stessi, di fronte a soggetti più forti, possono lasciare il campo senza dover necessariamente portare a casa delle ferite. Questo complesso pacchetto di elementi di comunicazione tra rivali, definito come “segnalazione agonistica”, è attualmente oggetto di una ricerca, ed i primi risultati sono stati pubblicati sul numero di novembre della rivista “BMC Biology”; gli autori dell’articolo sono, tra gli altri, Jakob Bro-Jørgensen della Zoological Society di Londra, e Torben Dabelsteen, dell’università di Copenhagen. Bro-Jørgensen e Dabelsteen hanno raccolto dati nella Riserva Nazionale Masai Mara, in Kenya; l’area di studio si estende su più di 400 chilometri quadrati di savana, tra acacie e prati aperti. Le antilopi si spargono nella savana in gruppi ampi ed irregolari, la cui dimensione può variare fortemente. Molti di questi gruppi sono composti da meno di 20 individui, ma ce ne sono alcuni che invece raggruppano svariate centinaia di individui. Una rigida gerarchia organizza i maschi. 25 DICEMBRE SFOGLIAMENTO NATURA Secondo quanto osservato, BroJørgensen and Dabelsteen hanno individuato tre “segnali agonistici” dei quali i maschi si servono per comunicare agli altri la dominanza: Dimensione delle pliche cutanee intorno al collo “Scatto” delle ginocchia colorazione scura del pelo Ogni segnale contiene un set diverso di informazioni. La dimensione delle pliche di pelle intorno al collo parla dell’età dell’animale, perchè i maschi più anziani hanno pliche più ampie dei giovani. Poichè le antilopi più anziane hanno, probabilmente, una maggiore esperienza nella lotta, pliche più grandi possono aiutare a prevedere “a occhio” quale individuo ha maggiori probabilità di vittoria in uno scontro! Gli scatti delle ginocchia, ossia dei suoni particolari prodotti mediante uno scivolamento del tendine sulla giuntura del ginocchio, danno una misura della dimensione dell’animale. Il suono, che può essere sentito fino a diverse centinaia di metri, assomiglia a quello prodotto quando si strappa una corda Le antilopi più grandi producono un suono di frequenza più bassa, più cupo, mentre le giovani, di taglia ridotta, emettono un “click” di frequenza più alta; per cui, più basso è il suono, più grande è l’animale che l’ha prodotto. Infine, la colorazione: un pelo scuro è associato ad una maggiore aggressività, perchè è il risultato di alti livelli di ormoni androgeni nel sangue, che determinano anche l’attitudine alla lotta e alla belligeranza. Insomma: le antilopi ce la mettono davvero tutta per non arrivare alle mani, pardon, alle corna. Ma se provocate... 26 DICEMBRE SFOGLIAMENTO RUBRICHE La notizia delle quattro settimane La bussola magnetica dei bovini In qualunque regione o continente si trovino, la maggioranza dei bovini (ma anche cervi e daini) lasciati liberi a pascolare tende ad allinearsi nella direzione nord-sud. Le ragioni dell'allineamento secondo le linee del campo magnetico terrestre sono ancora ben poco chiare, ma dall'esame di oltre 8500 capi in 308 pascoli è risultato che dal 60 al 70 per cento dei capi esibiva questo comportamento, con una deviazione davvero significativa da quella che sarebbe una distribuzione casuale. Per far quadrare i conti... Far rientrare la stupenda coda del pavone maschio nel quadro della teoria della selezione naturale rappresentò per Charles Darwin un problema tutt'altro che indifferente, tanto da portarlo a scrivere, in una lettera del 1860 al naturalista americano Asa Gray, "La vista delle penne del pavone mi fa star male!" E fu proprio nel tentativo di spiegare il perché di questa stravagante e ingombrante caratteristica che Darwin giunse a formulare l'idea di selezione sessuale, secondo la quale i vantaggi offerti da questo ornamento nella competizione per l'accoppiamento avrebbero superato gli svantaggi che indubbiamente comporta nello sfuggire ai predatori. Le tartarughe preferiscono la Calabria La Calabria si conferma luogo di elezione per la ovodeposizione delle tartarughe marine 'Caretta caretta', protagoniste di una schiusa fenomenale sulla spiaggia di Sant'Andrea Apostolo dello Ionio, dimostrando che in Calabria "ci sono le condizioni naturali per le ovodeposizioni", spiega in una nota Legambiente. Del resto, circa il 70% delle ovodeposizioni di Caretta caretta in Italia avviene sulle coste calabresi, conferma uno studio del Wwf, e le uova si schiudono a circa 45-70 giorni dalla deposizione: dal 2000 ad oggi circa 3.600 piccole tartarughe marine sono nate sulle coste calabre del versante jonico. Pinguini e oceani: a rischio. Il numero dei pinguini in costante calo segnala che gli Oceani del mondo sono a rischio: lo sostengono alcuni scienziati dell'Università di Washington. Secondo un nuovo rapporto scientifico, la popolazione di questi uccelli è minacciata da un cocktail fatto di surriscaldamento globale, inquinamento con idrocarburi, esaurimento delle riserve di pesca, turisti ed il cosiddetto "progresso". 27 DICEMBRE Periodico on-line della Associazione Zygena Onlus Direttore Responsabile: Fabrizio Manzione Coordinatore di redazione: Gisella Paccoi Impaginato il 3o/11/2008 [email protected]