La celebrazione eucaristica è il rito della Chiesa cattolica, della

La celebrazione eucaristica è il rito della Chiesa cattolica, della Chiesa ortodossa, delle Comunità
anglicane di tradizione anglo-cattolica e di alcune comunità luterane in cui si celebra l'Eucaristia.
Il termine "Messa", usato dai cattolici di rito latino, deriva dalla parola latina missa che viene
pronunciata dal sacerdote nel rito romano in latino quando congeda i fedeli dicendo:Ite missa est.
CATTOLICESIMO
Significato teologico
La celebrazione eucaristica ha quattro significati principali:
- il sacrificio, ripetizione incruenta del sacrificio di Cristo sul Calvario
- il memoriale, ricordo e presenza di Cristo nell'attesa del suo ritorno
- il convito, segno di unione fra Cristo e la Chiesa, come l'Ultima cena
- il ringraziamento, per i doni ricevuti da Dio, chiamati anche "pace"
Questi quattro significati principali sono intimamente legati fra loro e sono richiamati da diverse
parti della liturgia. Abbastanza vivo è il dibattito teologico su quale sia il significato principale da
attribuire alla celebrazione eucaristica, anche se dai documenti del Magistero appare centrale la
definizione di sacrificio propiziatorio.
Nell'Eucaristia l'attore principale è Cristo, presente attraverso il sacramento. È infatti Cristo l'offerta
che la Chiesa attraverso lo Spirito Santo presenta al Padre in virtù della comunione che la rende «un
solo Corpo» con Cristo. L'offerta di Cristo è presentata dal sacerdote, che agisce «in persona
Christi» e dall'assemblea che partecipa alla celebrazione. Tuttavia, la celebrazione non è a esclusivo
vantaggio dell'assemblea, ma i frutti spirituali dell'Eucaristia, che è il sacrificio di Cristo per la
redenzione del mondo, sono per tutta la Chiesa, non solo per tutti i vivi, ma anche per le anime dei
defunti che si trovano in Purgatorio. Gli angeli e i Santi si uniscono alla liturgia terrena che è
prefigurazione della liturgia celeste con cui la Chiesa trionfante adora Dio.
RITO ROMANO (FORMA ORDINARIA)
La celebrazione consiste di due parti principali: la Liturgia della Parola e la Liturgia eucaristica;
esse sono così strettamente congiunte tra loro da formare un unico atto di culto. Nella Messa viene
imbandita tanto la mensa della parola di Dio quanto la mensa del Corpo di Cristo, e i fedeli ne
ricevono istruzione e ristoro. Ci sono inoltre alcuni riti che iniziano e altri che concludono la
celebrazione.
I riti introduttivi
I riti che precedono la Liturgia della Parola, cioè l'introito, il saluto, l'atto penitenziale, il Kyrie
eleison, il Gloria e l'orazione di colletta, hanno un carattere di inizio, di introduzione e di
preparazione. Scopo di questi riti è che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità, e si
dispongano ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l'eucaristia.
La liturgia della Parola
Nella Liturgia della Parola, Dio parla al suo popolo per mezzo del suo Figlio, Cristo, Parola vivente.
Essa è costituita da brani tratti dalla Sacra Scrittura, dall'omelia del celebrante e dalla preghiera dei
fedeli. Nelle due letture bibliche (una, nei giorni feriali) e nel salmo Dio parla al popolo, nell'omelia
il celebrante spiega ed attualizza la Parola, nella preghiera dei fedeli tale Parola si converte in
invocazioni dei figli di Dio.
La liturgia eucaristica
Secondo la narrazione biblica, Gesù "prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo
diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e,
dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue
dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati»". (Mt 26,26-28).
La liturgia eucaristica sviluppa queste azioni di Gesù in tre momenti: l'offertorio, la preghiera
eucaristica e la comunione.
L'offertorio
« È la presentazione delle oblate: il pane e il vino che saranno offerti dal sacerdote in nome di
Cristo nel sacrificio eucaristico, nel quale diventeranno il suo Corpo e il suo Sangue. È il gesto
stesso di Cristo nell'ultima Cena, "quando prese il pane e il calice". "Soltanto la Chiesa può
offrire al Creatore questa oblazione pura, offrendogli con rendimento di grazie ciò che proviene
dalla sua creazione". La presentazione delle oblate all'altare assume il gesto di Melchisedek e
pone i doni del Creatore nelle mani di Cristo. È lui che, nel proprio Sacrificio, porta alla
perfezione tutti i tentativi umani di offrire sacrifici» (Catechismo della Chiesa cattolica, § 1350.)
La preghiera eucaristica
Essenzialmente, la preghiera eucaristica è così costituita:
- il prefazio di rendimento di grazie, che si eleva a Dio Padre per l'azione salvifica compiuta
dal Figlio, che trova conclusione nel canto del "Santo";
- l'epiclesi, l'invocazione allo Spirito Santo, affinché il pane e il vino "diventino il corpo e il
sangue di Gesù Cristo, nostro Signore" (Preghiera eucaristica II);
- il racconto della cena, nel quale sono ripetute le parole che Gesù disse ai suoi discepoli
durante e che convertono interamente la sostanza del pane e del vino nella sostanza del
Corpo e Sangue di Cristo (transustanziazione);
- l'esclamazione: "Mistero della fede", cui il popolo risponde con l'acclamazione del ricordo
della morte e della risurrezione di Gesù;
- il memoriale della risurrezione dai morti del Cristo Crocifisso, l'offerta dei doni consacrati a
Dio Padre, l'invocazione dello Spirito sui comunicandi, le intercessioni in favore della
Chiesa, del papa e del Vescovo della comunità locale, il ricordo di tutti i defunti e la
richiesta di "aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e madre di Dio,
con gli apostoli e tutti i santi";
- la dossologia: "per Cristo, con Cristo ed in Cristo", a "Dio Padre onnipotente, nell'unità
dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli", cui l'assemblea si unisce
con l' Amen, conclusivo.
Tutte le preghiere eucaristiche in uso configurano un'unica azione eucaristica-sacrificale, espressa
in parole, gesti e preghiere dal sacerdote; l'assemblea è invitata ad unirsi all'azione del celebrante, in
quanto egli dice: "Rendiamo grazie al Signore nostro Dio"; "È cosa buona e giusta" ed attende che
essa ratifichi la propria preghiera con l' Amen.
I riti di comunione
I riti di comunione hanno inizio con la recita o il canto della preghiera del Signore, il Padre nostro.
La sua proclamazione è introdotta da una formula pronunciata dal sacerdote, che richiama
l'importanza di questa preghiera, invita a proferirla con devozione, ricorda che è stata istituita dal
Gesù stesso.
Subito dopo, nel rito romano, lo scambio di un segno di pace fra i celebranti e spesso fra tutti, anche
nell'assemblea, trova posto l'invocazione dell'Agnus Dei: «Agnello di Dio, che togli i peccati del
mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di
Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace». Questa invocazione ha una forte
dimensione eucaristica, perché pronunciata durante i riti della frazione del pane (visibile a tutti) e
dell'immistione (una piccola porzione dell'ostia viene posta nel calice: le specie eucaristiche, prima
separate, sono ora unite, a significare l'integra presenza di Cristo in esse) e perché riprende il cibarsi
dell'agnello nella cena pasquale ebraica accostandolo alla vera cena dell'Agnello, la comunione
eucaristica.
Dopo una breve preghiera privata, l'ostensione del pane-corpo di Cristo, e un atto di umiltà, i fedeli
si avviano all'altare, solitamente cantando in raccoglimento, dove ricevono il corpo di Cristo.
I riti di conclusione
Nei riti di conclusione il sacerdote, benedice il popolo: se celebra un Vescovo la benedizione ha
inizio con le parole "Sia benedetto il Nome del Signore" e "Il nostro aiuto è nel nome del Signore",
cui l'assemblea risponde opportunamente; quindi il diacono o lo stesso celebrante congeda
l'assemblea che esce dalla chiesa per esprimere nella vita il sacramento ricevuto.