Storioni e anguille ripopolano l`area sud del

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Storioni e anguille ripopolano l’area sud del Delta del Po, in
particolare nei fiumi Reno e Lamone
Domenica 22 Maggio 2016
Nella Giornata Mondiale delle specie ittiche migratrici sono stati reintrodotti in natura oltre
600 giovani esemplari: complimenti al progetto anche dalla World Fish Migration
Foundation
Un momento della reintroduzione in natura dei giovani esemplari di anguille, una delle specie protette
Una giornata speciale, quella che si è svolta ieri (sabato 21 maggio), nell’area sud del Delta del Po, per la Giornata
Mondiale delle specie ittiche migratrici (World Fish Migration Day). Circa 100 esemplari giovanili di
storione cobice (Acipenser naccarii) e 500 giovanili di anguilla (Anguilla anguilla) sono stati reintrodotti in natura all’interno
del fiume Reno, nel tratto terminale del percorso fluviale, presso la Scala di risalita di Volta Scirocco, e nel tratto terminale del
fiume Lamone, in prossimità dell’Oasi di Punte Alberete.
I complimenti per il progetto sono arrivati anche dalla World Fish Migration Foundation che ha inserito l’evento ravennate
nel fitto calendario di appuntamenti
mondiali: http://www.worldfishmigrationday.com/events/1060/sturgeons-and-eels-liberation.
Il Centro di Ricerca universitario di Cesenatico (Corso di Laurea in Acquacoltura e Igiene dei Prodotti Ittici) dell’Università
di Bologna, secondo quanto richiesto dagli indirizzi del regolamento europeo delle specie ittiche in via d’estinzione, ha avviato
già da tempo ricerche e sperimentazioni volte alla conservazione e alla gestione delle popolazioni di anguilla e storione.
Entrambe le specie, infatti, sono a rischio e iscritte alla red listdell’International Union of Conservation of Nature (IUCN).
“Quella dello storione dell’adriatico è una specie scomparsa nei nostri ambienti naturali romagnoli. Per questo motivo
l’Università già da alcuni anni ha dato avvio ad un programma di reintroduzione in natura di questa specie grazie a
finanziamenti comunitari (BeNatur LIFE) ottenuti dalle Amministrazioni provinciale e comunale di Ravenna e alla
collaborazione del Parco del Ticino e dei parchi del gruppo Costa Edutainment area Romagna: Acquario di Cattolica e
Oltremare a Riccione” spiega Oliviero Mordenti, ricercatore dell’Università di Bologna, capofila del progetto.
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Gli animali rilasciati provengono dalle vasche dell’Acquario di Cattolica e Oltremare di Riccione, che collaborano da diversi
anni con i ricercatori di Cesenatico e le amministrazioni ravennati nell’ambito di progetti di reintroduzione di specie ittiche.
“Forse non tutti sanno che anche l’anguilla europea è un pesce protetto - continua il ricercatore - e proprio per questo anche
su questa specie l’Università lavora su progetti di riproduzione indotta e su programmi di ripopolamento grazie a contributi
della Regione Emilia-Romagna e donazioni da parte di associazioni (Capannisti di Ravenna)”.
L’iniziativa, a cui hanno fattivamente aderito le Associazioni FIPSAS ed ARCIPESCA-FISA di Ravenna, è stata concordata
con l’Associazione dei Capannisti (i pescatori sportivi che occupano i tradizionali capanni sul Delta del Po), i quali
diventeranno i “guardiani” dell’area ed in caso di catture provvederanno a contattare gli esperti dell’Università per le
valutazioni sullo stato di accrescimento e salute degli animali. L’obiettivo è quello di creare una sorta di nursery naturale in
un'area a sud del Delta del Po.
All’interno del progetto di salvaguardia e tutela delle specie a rischio estinzione, curato dai parchi Costa Edutainment, “Salva
una specie in pericolo” (nato nel 2010) per sensibilizzare e educare il pubblico alla conservazione, alla gestione
responsabile degli ambienti e alla conoscenza degli animali, rientra anche il progetto ‘CHE STORIONE’.
“Il progetto vede protagonisti l’Acquario di Cattolica, il Parco Oltremare, l’Università di Bologna e il Comune di Ravenna. Ha
l’obiettivo di valorizzare le realtà e gli enti che si impegnano concretamente e attivamente nella tutela e nella salvaguardia
delle specie minacciate come storione e anguilla, oltre a pinguini, api, squali, tartarughe marine, delfini, fenicotteri e testuggini
(www.salvaunaspecie.it)” sostiene Cristiano Da Rugna, responsabile Acquariologia Costa Edutainment.
La storia
Una volta i corsi fluviali della Romagna erano ricchi di storioni che “risalivano” dal mare per la riproduzione e di anguille che,
per lo stesso motivo, scendevano dai fiumi per intraprendere il lungo viaggio verso il Mar dei Sargassi. Purtroppo nel corso
degli ultimi 50 anni per lo storione, e 20 anni per l’anguilla, a causa dell’inquinamento, della pesca indiscriminata e delle
modificazioni dei corsi dei fiumi che ne impediscono la migrazione riproduttiva, le popolazioni hanno vissuto un declino
inesorabile che ha portato in tutta l’area la totale scomparsa dello storione ed una forte riduzione dell’anguilla.
Lo storione cobice ha uno scheletro in prevalenza cartilagineo, scudi ossei lungo il corpo al posto delle squame, coda
eterocerca come quella degli squali e quattro barbigli vicino alla bocca che è rivolta verso il basso. È una specie “anadroma”
che vive in mare in prossimità degli estuari e migra risalendo i fiumi per riprodursi. Gli adulti dello storione possono
raggiungere due metri di lunghezza e 80 kg di peso; raggiungono la maturità sessuale tra i 5 e i 16 anni (20 e 30 Kg di peso)
e, mentre i maschi si possono riprodurre ogni anno, le femmine hanno intervalli di riproduzione di 2 o 3 anni producendo
anche oltre un milione di uova. Di indole placida si nutrono di crostacei ed insetti e da adulti anche di piccoli pesci che
riescono a catturare anche nelle acque limacciose dei fiumi.
L’anguilla europea ha uno scheletro osseo, dalla classica forma di serpente e ricoperta da abbondante muco che la rende
notoriamente viscida. Le femmine adulte possono superare i 2 kg di peso ed il metro di lunghezza mentre i maschi rimangono
di piccole dimensioni non superando i 200g di peso. La maturità sessuale avviene non prima dei 5-6 anni raggiunta la quale
intraprende il lungo viaggio di migliaia di chilometri per raggiungere il Mar dei Sargassi, riprodursi e poi morire. Le forme larvali
e giovanili impiegano oltre due anni per tornare nelle coste del Mediterraneo e risalire i fiumi. Specie carnivora che si nutre di
crostacei e di piccoli pesci.
Ambiente, Cronaca
Commenti
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Mi spiace ma dissento totalmente sul fatto che la pesca indiscriminata sia stata la causa dell'estinzione dello storione e della
forte diminuzione delle anguille nei nostri corsi d'acqua. Lo storione è scomparso da tempo a causa dell'inquinamento e delle
modificazioni artificiali che i corsi d'acqua hanno subito. La forte diminuzione dell'anguilla, invece, oltre alle succitate cause, è
da attribuirsi all' introduzione delle specie alloctone che attualmente popolano i nostri fiumi e canali in numero maggiore dei
nostri poveri pesci italiani. Nei nostri corsi d'acqua ci sono siluri, lucioperca, pesci gatto africani, gamberi della Louisiana, ma
scarseggiano le tinche, non ci sono più i lucci nè le scardole, poche le anguille. Ma ci sono i bracconieri stranieri!22/05/2016
- Piero
..per le note risorse!:-))))22/05/2016 - wl'italia
Gran bella iniziativa che però si scontra con la realtà . E la realtà sono tutti quei bracconieri che scorazzano in lungo e in
largo impuniti nei nostri fiumi, in gran parte Romeni. Comunque per costoro i pesci rilasciati sono già pronti ora da spiedino,
senza aspettare gli 80kg. Dio ci salvi.23/05/2016 - L.,S
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Davvero un bel progetto ma oltre all'anguilla bisognava proprio reintrodurre anche lo storione?? Gli storioni non fanno piazza
pulita di tutti gli altri pesci per caso?? Da pescatore almeno io sapevo così 23/05/2016 - andrea
@Andrea: non e' che confondi lo storione col siluro? Il primo non fa razzie, il secondo si e' gia' mangiato meta' delle anguille
appena liberate. Lo storione si ciba di invertebrati che trova sui fondali.23/05/2016 - elio62
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