Veneto - Scuole Sassuolo

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IL VENETO
Il TERRITORIO E l’AMBIENTE
DALLE ALPI ALL’ADRIATICO
Il Veneto è una regione dell’Italia nord-orientale, confinante con la Lombardia, il Trentino-Alto
Adige, il Friuli-Venezia Giulia e, per un breve tratto, con l’Austria; lungo il lato orientale si affaccia
sul Mar Adriatico, formando l’ampio Golfo di Venezia. La parte settentrionale della regione è
occupata dall’area alpina che corrisponde all’alta valle del Piave, la quale prende il nome di
Cadore, e dalle Dolomiti orientali, formate da un insieme di gruppi montuosi che superano i 3.000
metri. Tra questi vi sono la Marmolada (3.342 m), il Monte Civetta (3.220 m), le Tofane (3.243 m),
il Monte Cristallo, l’Antelao e le Tre Cime di Lavaredo. A sud delle Dolomiti si trovano le Prealpi
Venete, a cui appartengono una serie di altopiani che si estendono dal lago di Garda al confine con
il Friuli-Venezia Giulia. Questi altopiani hanno caratteristiche molto diverse tra loro: il paesaggio
varia da quello argilloso e arido del Monte Grappa a quello rigoglioso e fertile dell’Altopiano di
Asiago e dei Monti Lessini. Al centro della pianura veneta emergono isolati i rilievi collinari dei
Monti Berici e dei Colli Euganei, due sistemi collinari di origine vulcanica.
UNA PIANURA RICCA DI FIUMI E UNA COSTA LAGUNARE
La pianura veneta comprende il 57% del territorio della regione. Come le altre parti della Pianura
Padana, è divisa in due zone distinte: l’alta pianura, che si trova a monte delle risorgive, in cui il
suolo è arido e poco fertile perché l’acqua dei fiumi viene assorbita dal terreno, e la bassa pianura, a
valle delle risorgive, ricca di acqua per la presenza di una fitta rete di fiumi e canali.
La costa, ovunque bassa e sabbiosa, è caratterizzata dalla presenza della grande Laguna Veneta e
di quella di Caorle. Il Po, che interessa la regione solo con il suo tratto finale, segna buona parte del
confine con l’Emllia-Romagna e, a 30 km dal mare, si divide nei sei rami che caratterizzano il suo
vasto delta: il Po di levante, il Po di Maestra, il Po della Pila, il Po di Tolle, il Po della Gnocca e il
Po di Goro, ai confini con l’Emilia. Numerosi sono i fiumi che, diversamente da quelli piemontesi e
lombardi, non confluiscono nel Po, ma si gettano nel Mare Adriatico: l’Adige, che è per lunghezza
il secondo fiume d’Italia, il Brenta, il Piave, il Livenza e il Bacchiglione. Appartiene alla regione
anche la parte orientale del Lago di Garda, il maggior lago italiano.
UN CLIMA PADANO E ALPINO
Il Mar Adriatico, date le scarse profondità delle sue acque, non esercita una notevole influenza sul
clima della costa e della pianura veneta, clima che è di tipo subcontinentate, con inverni freddi ed
estati calde, in parte temperate dalle brezze costiere, e con precipitazioni non abbondanti. Nella
zona più interna il clima è più rigido, divenendo alpino nella provincia di Belluno, con inverni
freddissimi ed estati fresche ma con precipitazioni abbondanti. Sulle rive del Garda il clima è mite.
Il territorio regionale protetto corrisponde solo al 5% della superficie. Fra i vari parchi va ricordato
il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e quello del Delta del Po, la più vasta zona umida
italiana, considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
UN MOSE PER PROTEGGERE VENEZIA
Il centro storico di Venezia è minacciato dall’“acqua alta” che in alcuni casi ha superato anche il
metro e mezzo. Il fenomeno è prodotto da cause naturali, cioè dall’ alta marea che nell’Adriatico
settentrionale diventa più pericolosa quando soffiano venti da sud-est. Ma l’acqua alta è anche una
conseguenza degli interventi umani sulla laguna, in particolare dell’eccessivo prelievo di acqua
dalle falde, che ha provocato un abbassamento del suolo, lo scavo di canali profondi per fare entrare
grosse navi e l’interramento di alcune aree lagunari che servivano alla libera espansione delle acque
durante l’alta marea. Per salvare Venezia dall’acqua alta è stata avviata la costruzione del Mose, un
sistema di 78 paratie mobili che si alzano e si abbassano a seconda del livello del mare. Ma questa
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ciclopica opera ha suscitato diverse critiche perché si teme che possa aggravare i delicati equilibri
ambientali della laguna.
RISPONDI ALLE DOMANDE
• Osservando la carta fisico-politica indica le regioni che confinano con il Veneto.
• Da cosa è occupata la parte settentrionale della regione?
• Quali sono i principali corsi d’acqua della regione?
• Descrivi il clima presente nelle diverse zone del Veneto.
• Quali sono le principali cause dell’acqua alta in laguna?
LA POPOLAZIONE E LE CITTÀ
IL SALDO NATURALE SI MANTIENE POSITIVO GRAZIE AI FLUSSI MIGRATORI
Il tasso di natalità della popolazione, piuttosto alto fino al secondo dopo guerra, ha subìto un
notevole calo durante gli anni Settanta, per poi risalire grazie ai flussi migratori che, nel corso degli
anni, hanno invertito la loro direzione. In passato,
infatti, erano i cittadini veneti a spostarsi verso le altre
regioni o all’estero in cerca di lavoro; oggi, grazie al
miglioramento delle condizioni di vita, sono gli
immigrati stranieri a stabilirsi nel Veneto, dove
costituiscono il 6% della popolazione regionale, il
valore più alto dopo quello della Lombardia.
L’immigrazione ha invertito negli ultimi anni
l’andamento demografico: infatti dal 2004 il tasso di
natalità della regione è tornato a essere positivo.
La popolazione veneta si concentra nella fascia centrale
della pianura e delle colline, dove si allineano anche le
quattro maggiori città della regione; meno popolata
risulta l’area montuosa, ma anche la bassa pianura lungo
il Po. Il Veneto ha una rete urbana policentrica, priva
cioè di una metropoli regionale, ma tra Venezia e
Padova si è formata una conurbazione che raccoglie
quasi il 30% della popolazione regionale.
CENTRI DI MEDIA GRANDEZZA CON UN GRANDE PATRIMONIO ARTISTICO
Il capoluogo regionale, Venezia, è una città unica al mondo per il suo patrimonio storico, artistico e
culturale. Situata nella laguna, su un arcipelago di 120 isolette separate da una rete di 150 canali e
collegate tra loro da 400 ponti, Venezia ha conosciuto nel secolo scorso
un progressivo declino delle sue attività produttive dovuto al
contemporaneo sviluppo di città della terraferma, come Mestre e
Marghera, dove le attività industriali assicurano maggiore possibilità di
lavoro e dove molti Veneziani si sono trasferiti proprio per questa
ragione.
Il processo di industrializzazione dell’area comunale di cui, oltre
Mestre e Marghera, fanno parte anche le isola di Murano, Burano e
Torcello, ha contribuito a rendere ancora più evidenti i problemi che
affliggono la città: l’inquinamento atmosferico, che corrode le pietre
dei palazzi degradando il patrimonio edilizio e artistico, e l’inquinamento delle acque che rende
precario il già difficile equilibrio ecologico della laguna. Ciò ha prodotto negli ultimi decenni una
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costante diminuzione degli abitanti di Venezia che dal 1976 al 2006 sono passati da 102.000 a
62.000.
Tra gli altri capoluoghi provinciali vi sono città che, per dimensione, non sono molto diverse da
Venezia. Verona, situata sulle rive dell’Adige, un tempo centro della signoria degli Scaligeri,
presenta una solida struttura economica fondata su attività commerciali e industriali; Padova, nella
bassa pianura veneta, sulle sponde del Bacchiglione, associa straordinarie bellezze artistiche e
un’intensa attività culturale ed economica; Vicenza, distesa ai piedi dei Monti Berici, ha conosciuto
un notevole sviluppo industriale: sono più di 60.000 le imprese industriali presenti nella provincia.
Anche Treviso, città storica che sorge al centro dell’antica Marca Trevigiana sulle rive del Sile, è
diventata negli ultimi decenni uno dei più dinamici centri industriali della regione, soprattutto nel
settore dell’abbigliamento e delle calzature (Benetton, Geox).
Minore lo sviluppo industriale dei due capoluoghi “periferici” di Belluno e Rovigo. Belluno, che
sorge nella valle del Piave, è soprattutto un centro terziario, con il 70% degli addetti impiegati nella
pubblica amministrazione, mentre Rovigo è un polo di servizi, con qualche attività industriale
rivolta soprattutto alla circostante provincia agricola.
LA STORIA
Colonizzato dai Romani intorno al III sec. a.C., il Veneto ebbe le medesime vicende storiche delle
altre regioni dell’ Italia settentrionale: invasioni barbariche, stanziamenti germanici, franchi, ecc. Lo
sviluppo, fitto e culturalmente vivace, di città, borghi, castelli e domini della Chiesa, impedì lo
svolgimento di una storia regionale unitaria fino all’inizio del Medioevo. Solo tra il XIV e il XV
secolo la Repubblica di Venezia riuscì ad unificare gran parte del Veneto, dall’Adda all’Isonzo.
Caduta la Repubblica di Venezia, nel 1797, il Veneto storico passò alla Corona austriaca, poi (1805)
al Regno Italico; con la Restaurazione fu incorporato al Regno lombardo-veneto (1815) e dopo la
terza guerra d’Indipendenza fu annesso al Regno d’Italia (1866).
RISPONDI ALLE DOMANDE
• Qual è stato l’andamento demografico dal dopoguerra a oggi?
• Qual è la zona più densamente popolata e urbanizzata?
• Osservando la carta indica quali sono le province venete meno popolate.
• Che tipo direte urbana ha il Veneto?
• Quali sono te caratteristiche particolari che rendono Venezia una città unica al mondo?
L’ECONOMIA E LA SOCIETÀ
UN’AGRICOLTURA MOLTO RICCA E PRODUTTIVA
L’agricoltura è stata anche in passato una grande risorsa per il Veneto e oggi, grazie alla
meccanizzazione e al miglioramento delle tecniche di produzione e alla ricchezza delle acque,
utilizzate per l’irrigazione, è divenuta una delle più ricche e produttive d’Italia. Fra le numerose
aziende (circa 200.000), molte si sono specializzate nelle coltivazioni biologiche. Tra le principali
colture il frumento, che copre circa un terzo delta produzione nazionale, il mais, la soia, la
barbabietola da zucchero, coltivate soprattutto nella bassa pianura bonificata del Polesine, di cui il
Veneto è il secondo produttore italiano. Da segnalare sono anche i vigneti diffusi in collina, da cui
si ricavano ottimi vini come il Soave, il Bardolino e il Valpolicella: la regione è prima in Italia nella
produzione di uva da vino. Accanto a queste colture, di grande rilievo è la produzione di ortaggi e
di legumi che vengono esportati anche all’estero; motto diffusi, inoltre, gli alberi da frutto.
L’allevamento dei bovini è consistente e rilevante soprattutto per la produzione di latte e di
prodotti caseari; numerosi sono anche i suini allevati da cui si ricava una buona quantità di
insaccati.
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Ridotto è il prodotto della pesca mentre è consistente l’allevamento di anguille e di molluschi nelle
zone lagunari.
IL CENTRO DEL NORD-EST INDUSTRIALE
Lo sviluppo industriale iniziato nel periodo tra le due guerre e continuato negli anni Sessanta, ha
come punto di massima concentrazione il polo di Mestre-Marghera, in cui sorge una grande area
industriale dove si trovano impianti chimici,
meccanici e metallurgici.
Negli ultimi decenni è cresciuto notevolmente il peso
economico della piccola e media industria che proprio
in Veneto ha creato il modello industriale tipico del
Nord-est. Numerosi i distretti industriali sviluppatisi
attorno a una fitta rete di piccole e medie imprese: la
produzione di elettrodomestici e quella di
abbigliamento è rilevante nella provincia di Treviso; il
distretto di Vicenza lavora il 90% di tutto l’oro
importato dall’Italia e sempre a Vicenza si concentra
la tradizione tessile-laniera, mentre nella provincia di
Belluno è presente il distretto delle occhialerie.
Diffuse sono anche l’industria alimentare e quella
delle bevande alcoliche. Di ottimo livello sono le
produzioni artigianali: alcune di queste hanno fama
internazionale come, ad esempio, la lavorazione del vetro a Murano, quella del legno e del ferro a
Belluno e le ceramiche di Bassano.
Il Veneto è la prima regione italiana per numero di turisti italiani e stranieri e di presenze nelle sue
strutture ricettive: circa 12 milioni di visitatori all’anno, di cui più della metà stranieri.
UN NOTEVOLE PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO E NATURALE
Per quanto riguarda il settore terziario, una delle voci più importanti è quella del turismo: la città
lagunare è preceduta solo da Roma per numero di visitatori. La località di maggior richiamo è
Venezia che costituisce una meta per milioni di persone provenienti da tutto il mondo. Accanto a
Venezia, vanno ricordate Verona, Vicenza e Padova, che con la Basilica di Sant’Antonio è meta di
pellegrinaggi religiosi. Altri importanti centri turistici sono quelli situati lungo la costa (Jesolo),
lungo le rive del lago di Garda, sulle Dolomiti (Cortina d’Ampezzo) e quelli termali (Abano
Terme).
RISPONDI ALLE DOMANDE
• Indica alcuni dei prodotti agricoli principali.
• Quali cambiamenti si sono avuti negli ultimi decenni nel comparto industriale?
• Osserva la carta: qual è il cuore industriale della regione?
• Quali sono le province più industrializzate del Veneto?
• Indica alcuni dei principali distretti industriali.
• Quale posizione ha il Veneto in Italia per il turismo?
• Quali sono le maggiori attrattive della regione?
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