La tecnica HPTLC per un rapido screening qualitativo di prodotti cosmetici a base vegetale Francesca Romana Gallo Giuseppina Multari Dipartimento del Farmaco Istituto Superiore di Sanità Roma Giornata informativa sui prodotti cosmetici: aspetti regolatori e problematiche emergenti Roma ISS, 20 giugno 2013 REQUISITI DI QUALITA’ E SICUREZZA Farmaco Gmp: determinano la qualità, la sicurezza e l’efficacia, direttiva 2001/83/EC; Glp: si riferiscono a procedure secondo cui le prove non cliniche di laboratorio sono programmate, condotte e controllate. Le procedure di certificazione di conformità dei centri di saggio alle GLP sono regolate dal Decreto 4 luglio 1997; Gcp: sono le norme di buona pratica clinica che devono essere seguite nelle sperimentazioni cliniche. Attuazione alle direttive europee con i decreti legislativi: D.Lvo 211/2003 e D.Lvo 200/2007. Cosmetico La norma UNI EN ISO 22716 linee guida di riferimento per dimostrare la conformità alle Gmp richieste dal Reg. 1223/2009, in vigore dall’11 luglio 2013. Integratore Alimentare Regolamento 178/2002/CE (GFLR) relativo alla legislazione sugli alimenti di carattere generale che specifica le responsabilità del produttore e impone un obbligo di notifica in caso di problemi di sicurezza con il prodotto. I singoli produttori sono legalmente responsabili degli adempimenti previsti dal GFLR e dai molti altri regolamenti in materia di igiene, qualità, requisiti di fabbricazione e lavorazione, ecc. Dispositivo Medico Le normative richiedono al produttore una serie di informazioni circa la qualità della produzione o della manifattura ma non una garanzia di efficacia e nel caso della classe I è sufficiente un’autocertificazione,mentre per le altre classi è previsto un controllo sulla fabbricazione e sulla sicurezza ma non sull’efficacia da parte di un ente preposto. General Guidelines for Methodologies on Research and Evaluation of Traditional Medicines L’OMS, nel “General Guidelines for Methodologies on Research and Evaluation of Traditional Medicines” per definire la qualità di una pianta o di un prodotto a base di piante, (WHO/EDM/TRM/2000.1), ove altre tecniche da sole non sono sufficienti, prende in considerazione la possibilità di identificare una sostanza caratteristica o una miscela di sostanze tramite il “fingerprint”, definito come impronta digitale specifica della pianta. Fingerprint L’analisi tramite “fingerprint” è un valido metodo d’identificazione per le piante soprattutto quando non sia possibile effettuare l’isolamento e il riconoscimento dei vari principi attivi. Il gran numero di molecole diverse presenti negli estratti vegetali rende la separazione cromatografica complessa sia come tempi di analisi che come rese dei vari costituenti. Piante utilizzate nei Cosmetici La Lawsonia inermis L. (Lythraceae), comunemente conosciuta come Hennè, è una pianta originaria delle regioni dell’Africa centro-orientale, coltivata in diversi paesi. Da millenni viene usata per tingere capelli, unghie e per fare tatuaggi in varie parti del corpo, contiene resine, tannini, glucosidi quali hennoside A, B e C il cui prodotto di idrolisi e di autossidazione è il lawsone. Azione colorante delle foglie di Lawsonia inermis L. L’azione colorante è dovuta al lawsone (2-idrossi-1,4naftochinone), uno dei costituenti della Lawsonia inermis L., potenzialmente tossico (anemia emolitica, antifertilità, dermatiti allergiche, genotossicità dimostrata in vitro). Alcuni preparati, O erroneamente etichettati Hennè, OH vengono utilizzati per tingere i capelli. Tali prodotti contengono piante diverse dalla Lawsonia inermis come Cassia obovata Collad., Indigofera tinctoria L., Isatis tinctoria L. O lawsone Lawsone nei cosmetici La Commissione Scientifica Europea sui Prodotti Cosmetici ed i Prodotti non alimentari destinati ai consumatori, con il documento SCCNFP/0798/04 fornisce una valutazione e caratterizzazione tossicologica del lawsone definendolo, come sostanza che può costituire un pericolo per la salute da non utilizzare nei cosmetici come sostanza chimica aggiunta proponendo di inserirlo nella classe 2A. Lawsonia inermis nei cosmetici La Lawsonia inermis L., come pianta contenente lawsone, è presente nelle tinture per capelli. La Commissione Scientifica Europea con il documento SCCP/0943/05 mette in evidenza che non è presente nell’allegato IV (coloranti ammessi) e che dovrà essere sottoposta ad ulteriori indagini volte ad ottenere un giudizio finale sulla sua presunta tossicità. Analisi tramite Fingerprint di tinture per capelli Grazie alla tecnica del “fingerprint” è stato possibile delineare il profilo chimico caratteristico della Lawsonia inermis L. e distinguerlo da quello della Cassia obovata Collad. e della Indigofera tinctoria L., spesso chiamate Hennè, alle quali per conferire il potere colorante rosso caratteristico, possono essere aggiunti coloranti di sintesi o lo stesso Lawsone. Fingerprint in HPTLC Materie prime “herbal drugs” di Lawsonia inermis L. A 1 2 3 4 5 6 7 8 9 HPTLC “Fingerprint” di 9 campioni di Lawsonia inermis L. provenienti da differenti Paesi del Medio Oriente Rivelati con il reattivo per le sostanze naturali. B HPTLC “Fingerprint” tridimensionale dei 9 campioni di Lawsonia inermis L. C Densitogramma di un singolo campione di Lawsonia inermis L. = 337 nm Phytochemical analysis 2008 19: 550-559 (Gallo FR, Multari G, Giambenedetti M, Federici E) Fingerprint in HPTLC Materie prime “herbal drugs” di Cassia obovata Collad e Indigofera tinctoria L. Tacce 1-6 Cassia obovata Collad. A Traccia 7 Lawsonia inermis L. Tracce 8-12 Indigofera tinctoria 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 B) Densitogramma della Cassia obovata Collad. C) Densitogramma della Indigofera tinctoria L. B C Lawsonia inermis L. Cassia obovata Collad. Indigofera tinctoria L. Analisi di prodotti commerciali Tramite HPTLC fingerprint A A) HPTLC •Tr. 1-3 prodotti commerciali dichiarati L. inermis •(Ref1) Lawsonia inermis L. di riferimento •Tr. 5 prodotto commerciale dichiarato C. obovata •(Ref2) Cassia obovata Collad. di riferimento Lawsonia inermis •Tr. 7 prodotto commerciale dichiarato I. tinctoria Cassia obovata Indigofera tinctoria •(Ref 3) Indigofera tinctoria L. di riferimento B) Analisi tridimensionale di prodotti commerciali B etichettati come “Hennè” a) neutro, b) rosso, c) nero. In realtà contengono Cassia obovata, c b a Lawsonia inermis, Indigofera tinctoria. Metodo per il fingerprint Materie prime a confronto con prodotti commerciali Fase mobile: Etile acetato, acido formico, acqua (82:9:9) Lastre HPTLC di gel di silice 60 senza fluorescenza Foto al visualizer a 366 nm Prodotti Lawsone 1 2 3 4 5 Vecchi campioni 6 Rif 8 9 10 11 Nuovi campioni 12 Tr. 1 Lawsone Rif Lawsonia inermis Campioni vecchi Tr. 2-3 L. inermis Tr. 4 Cassia obovata Tr. 5 Indigofera tinctoria Campioni nuovi Tr. 6, 8 L. inermis Tr. 9, 10 Isatis tinctoria Tr. 11 Mix L. inermis 91% Tr. 12 Mix L. inermis 38% METODO PER IL LAWSONE Applicato a prodotti commerciali Fase mobile: Etile acetato, metanolo, ammoniaca 5 N (60:15:5) Foto della lastra visualizzata all’UV 366 nm Lawsone Colorante colorante Lawsone Tr. 2 Tr. 3 Lawsone 1 2 3 4 5 6 Rif Spettro UV effettuato in situ sulle bande del lawsone e dei coloranti Piante utilizzate nei Cosmetici • • • • • • • • Arctostaphylos uva-ursi L. foglie Famiglia: Ericaceae Habitat: Terreni sabbiosi, sassosi, umidi Provenienza: Europa e Nord America Usi: Diuretico ed antisettico delle vie urinarie Foglie: Ovato-oblunghe o spatolate, lunghe 7–30 mm e larghe 5–13 mm, apice ottuso o arrotondato, margine intero o leggermente revoluto L’impiego tradizionale dell’uva ursina è largamente documentato sia nel Nord America che in Europa. E’ considerato un rimedio per le patologie del tratto urinario. La droga è riportata in diverse farmacopee: British Herbal Pharmacopoeia, The Japanese Pharmacopoeia, European Pharmacopoeia. La droga contiene una grande quantità di composti fenolici di diverso tipo, tra cui spiccano l’acido gallico, i tannini idrolizzabili e non idrolizzabili, flavonoidi e i chinoni, tra cui l’arbutina (8-16 %), anche nota come arbutoside, o come vacciniina (C25H34O14) noto agente sbiancante naturale della pelle che per tale proprietà viene utilizzata in cosmesi. A differenza dell’arbutina il suo prodotto di idrolisi l’idrochinone è inserito nell’anneso II delle sostanze non ammesse nei prodotti cosmetici. Specie correlate Vaccinium vitis-idaea foglie = Mirtillo rosso Famiglia: Ericaceae Habitat: Foreste circumboreali, Provenienza: Eurasia settentrionale e Nord America Usi: Diuretico ed antisettico delle vie urinarie Foglie: Ovato-oblunghe, persistenti con margine intero o appena crenato, con presenza di ghiandole resinifere nella pagina inferiore, dall’aspetto molto simile a quelle dell’uva ursina. da cui si distingue per l’ assenza della reticolazione delle due facce delle foglie. Campioni: [6 mg/ml] Depositati: 6 μl Eluente: etile acetato, ac. formico, acqua Materie prime Arctostaphylos uva-ursi foglie Rif Arctostaphylos uva-ursi L. standard flavonoidi arbutina 1 2 ? 3 4 5 6 Rif 8 ? ? ? idrochinone 9 10 Campione 5 tipologia 1 (2, 5, 6, 8) provenienza Messico flavonoidi Lastra trattata con NP reagent e letta al visualizer a 366 nm arbutina idrochinone arbutina ??? Lettura densitometrica a 275 nm Campione 1 non identificato idrochinone Campione Rif tipologia 2 (3, 4, 9, 10) provenienza Balcani I Campioni della tipologia 1 sono Mirtillo rosso? Uva ursina (tipologia 1) ? ? A. uva-ursi (tipologia 2) 1 Campione sconosciuto Rif. Mirtillo rosso di riferimento 2 e 5 Campioni etichettati genericamente come Uva ursina Arbutina standard [2 mg/ml] 3 e 4 Campioni etichettati come A. uva-ursi 1 Rif. 2 5 Arb 3 Mirtillo rosso di Rif 4 Campioni: [5 mg/ml] Depositati: 6 μl Eluente: etile acetato, ac. formico, acqua Specie correlate e sofisticazioni Arctostaphylos pungens (= glauca) Lindley, foglie Famiglia: Ericaceae Habitat: Boschi mediterranei, e sulle creste del deserto Provenienza: Parte meridionale del Nord America, dalla California al Messico, nota volgarmente come manzanita. E’ riportato un elevato contenuto di tannini (10%) e una certa presenza di arbutina (0,3-1,8 %), negata da altre fonti. A. pungens A. uva-ursi Campioni: 6 e 8 vecchi, 11-16 nuovi Rif A. uva-ursi L. Conc:[ 5 mg/ml] Depositati: 6 μl= 30 µg Eluente: etile acetato, ac. formico, acqua ? 6 ? 11 8 15 Arb Rif 13 14 16 12 ? Analisi di nuovi campioni con l’indicazione dell’esatta denominazione di A. pungens foglie (11, 15) e A. uvaursi foglie (6, 8,11-16). In HPTLC le macchie corrispondenti all’Rf dell’arbutina (0.37) nei campioni di A. pungens hanno un UV e intensità minore rispetto all’A. uva-ursi. Lastra letta al visualizer a 366 nm Rf dell’arbutina 0.37 arbutina nei campioni di A.uva ursi Spettro relativo alle bande con Rf 0.37 nei campioni di A. pungens 2,5,6,8,11,15: A. pungens di diversi grossisti e provenienze [10 mg/ml](4- 5 μl = 40-50 μg) Rif: A. uva ursi [5 mg/ml] (3 μl = 15 μg) Arbutina: 0.3 mg/ml (6 μl = 1,8 μg) Rf arbutina 0.37 2 5 6 8 Vecchi campioni A. pungens Arb 11 15 Rif Eluente: etile acetato, ac. formico, acqua, Nuovi campioni (82:9:9) A. pungens Lastra letta al densitometro a 275 nm trattata con NP reagent e vista al visualizer a 366 nm arbutina arbutina Non in tutti campioni di A. pungens è stato possibile identificare inequivocabilmente il picco dell’ARBUTINA tramite il suo Rf e di conseguenza il suo spettro arbutina standard ? arbutina arbutina arbutina nei campioni 2 A. pungens arbutina nel campione 7 A. uva-ursi Visione 3D della lastra contenente i campioni di A. pungens •La banda a Rf 0.37 ben separata nel campione 2 ha permesso di identificare l’arbutina presente nei campioni di A. pungens e lo spettro UV effettuato su questa l’ha confermato ulteriormente. •l’HPLC-MS ha avvalorato la tesi della presenza di arbutina nella A. pungens ed ha permesso di dare una valutazione quantitativa che unita ai dati ottenuti dall’ HPTLC, NMR e HPLC ha consentito di affermare che l’arbutina è presente nell’Uva ursina in percentuali che variano dall’ 8 al 16 % e nella A. pungens dallo 0,3 all’1,8 %. Affinchè non si verifichi una diminuizione dell’effetto voluto è di fondamentale importanza che non avvenga la sostituzione di una pianta con l’altra. Provenienza dei campioni e loro contenuto in arbutina Arbutin content (%, w/w) in 16 sample analysed SAMPLE ORIGIN LABEL NAME ARBUTIN (%, w/w) 1 Macedonia Bearberry Below LOD 2 Not declared Bearberry 2.00 ± 0.10 3 Not declared Bearberry leaf 11.38 ± 0.06 4 Not declared Bearberry leaf (tea) 8.09 ± 0.33 5 Mexico Bearberry Uva-ursi 0.80 ± 0.10 6 Latin America Bearberry leaf (tea) 0.43 ± 0.03 7 Balkans Bearberry leaf 9.55 ± 0.01 8 Mexico Bearberry glauca leaf (tea) 0.64 ± 0.03 9 Albania Bearberry leaf 11.59 ± 0.02 10 Siberia Bearberry leaf 15.29 ± 0.06 11 Mexico Bearberry leaf (tea) 0.61 ± 0.01 12 Albania Bearberry officinal (tea) 12.45 ± 0.04 13 Macedonia Bearberry officinal (tea) 7.65 ± 0.07 14 Macedonia Bearberry leaf (tea) 10.48 ± 0.04 15 Mexico Bearberry leaf (tea) 0.34 ± 0.01 16 Serbia Bearberry leaf (tea) 16.93 ± 0.07 Natural product research 2013 27(8): 735-742 (Gallo FR, Multari G, Pagliuca G et al) CONCLUSIONI Le tecniche quali-quantitative ufficialmente riconosciute, come quelle di Farmacopea, unite a tecniche identificative quali il fingerprint in HPTLC e HPLC, forniscono un valido aiuto per uno screening di qualità veloce di piante e loro prodotti. Con la metodica del fingerprint è possibile individuare eventuali adulterazioni di prodotti a base di piante, mediante il semplice confronto del loro tracciato cromatografico con quello standardizzato della pianta di riferimento. Cosmoprof 2011: la crescita della cosmesi naturale. E’ emerso: •un incremento della domanda di prodotti naturali e della filiera certificata; • il 45% della clientela consuma cosmetici naturali (Secondo una ricerca di Organic monitor, istituto di ricerca londinese specializzato in prodotti biologici); • un giro d’affari che in Europa supera i due miliardi di euro; • ricerca di bellezza coniugata a etica nei comportamenti; • prodotti naturali, ovvero di origine vegetale preferibili per la maggiore tollerabilità per la pelle – e biologici senza pesticidi sintetici o fertilizzanti; piante coltivate biologicamente, • prodotti non testati su animali, e eco-friendly per il processo produttivo che per il confezionamento; • Il tutto garantito da appositi enti certificatori. La tendenza consolidata negli ultimi anni dell’uso di prodotti di origine vegetale anche nella cosmesi fa capire la necessità di un controllo mirato in questo campo e la tecnica HPTLC unita ad altre tecniche più sofisticate contribuisce alla realizzazione di questo obiettivo. Si ringrazia: • le ditte di materie prime per averci fornito il materiale su cui lavorare, • il Reparto “Farmacopea, qualità dei farmaci chimici, sicurezza dei prodotti cosmetici. Unità difetti e corpi estranei” per averci fornito i dati HPLC-MS, • il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università “Sapienza” di Roma per il valido e scrupoloso supporto scientifico nel riconoscimento e catalogazione delle piante, per l’esame al microscopio, e per i dati NMR, • gli organizzatori per averci invitato a partecipare a questa giornata informativa.