30 Marzo 2005 UNO SGUARDO AD ORIENTE – IL GIAPPONE Il Giappone è in recessione ! No, quasi … – Non hanno certo brindato a Tokyo, ma il dato relativo al quarto trimestre 2004, con il Pil in rialzo dello 0,1%, ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli economisti. L'economia giapponese è infatti tornata a crescere, sia pure di poco, nel quarto trimestre 2004 allontanando quello spettro di recessione tecnica che si era materializzato nel mese precedente. Infatti ora i dati ufficiali definitivi del Pil del Q4/04 parlano di un +0,1% in termini reali, al posto del preoccupante -0,1% venuto fuori dalle stime iniziali pubblicate il mese scorso che avevano fatto temere il perdurare di una fase di mini-recessione. Un dato che si traduce in +0,5% su base annua, che porta la crescita del Pil giapponese nell'anno solare 2004 ad un +2,7% in termini reali. Nel complesso una release, quest’ultima, che non è certo al livello dei vicini cinesi, ma che noi europei possiamo guardare con una discreta invidia. C’è da rilevare anche che le statistiche congiunturali giapponesi vengono spesso sottoposte a revisioni significative dei dati. L’economia secondo la BOJ (Bank Of Japan) - Per ciò che concerne il 2005 l'economia sta dando, nel suo complesso, segnali positivi. La Banca del Giappone, nel suo solito rapporto mensile sulle condizioni dell’economia, ha rivisto leggermente al rialzo le sue previsioni del Paese, precisando che è in ripresa ma che si trova di fronte a correzioni nei settori legati all'Information technology. Nel rapporto del mese scorso si diceva che l'economia era in ripresa ma che c'era qualche debolezza nella produzione. Nel rapporto di marzo si dice invece che la produzione è più o meno piatta e che le esportazioni stanno iniziando a crescere. Quindi niente recessione e spazio alla ripresa ? - Il Giappone, ancor più dei Paesi europei, sta attraversando un periodo di profondi cambiamenti strutturali. Il risanamento del sistema bancario, la delocalizzazione delle produzioni manifatturiere, i tentativi di liberalizzare i servizi, il contrasto dell'enorme deficit pubblico creano correnti e controcorrenti che rendono difficile l'interpretazione del cammino dell'economia. Negli ormai dieci e più anni di debolezza dell'economia giapponese ci sono state molte "false albe", e ogni volta il Sol Levante è tornato nelle tenebre. La partenza dell'economia giapponese, che aveva fatto ben sperare fino a pochi trimestri fa, possiamo dire si rileverà falsa anche questa volta ? Ci sono elementi a nostro avviso (almeno nel medio termine) per pensarlo nonostante siano stati fatti, a onor del vero, progressi davvero incoraggianti. Non stiamo pronosticando certo una recessione, ma una mancata accelerazione significativa della crescita. Diciamo subito che la nostra visione dei fatti ci trova al momento in contrasto con l’opinione comune degli analisti. Ovvero attualmente, secondo il consenso dei Fund Managers mondiali interrogati mensilmente da Merrill Lynch, nel 2005 l'economia giapponese dovrebbe tornare a marciare più spedita e l’azionario viene visto con un giudizio di overweight (sovrappeso). 2 Ma moderiamo subito questo ottimismo perché intervengono diversi fattori negativi, specie nel valutare il mercato azionario. A frenare facili entusiasmi sulla produzione industriale arriva innanzitutto il dato della stessa produzione industriale di febbraio, in via preliminare, in flessione di 2,1% su base congiunturale. Questo è già una sorpresa negativa visto che le previsioni del governo per febbraio erano di -0,5% ed ora ci si aspetta anche un -1% in Marzo. Poi ci sono le difficoltà dei consumi individuali, che da soli costituiscono il 55% dell'intero Pil giapponese restano piatti. Inoltre la revisione al rialzo del Pil, di cui abbiamo dato notizia precedentemente, è stata determinata in particolare da un aumento delle giacenze invendute nel settore privato, dalla crescita delle spese mediche e da un aumento degli investimenti pubblici. Se è vero che l'aumento degli stoccaggi testimonia una maggiore fiducia per il futuro delle imprese produttrici, resta innegabile che la correzione delle stime iniziali dipendono da fattori non propriamente incoraggianti per una ripresa davvero robusta. Recentemente non dobbiamo dimenticare neppure che si è accentuata la deflazione in Giappone. Dopo sei anni di prezzi in calo anche febbraio ha fatto registrare un ribasso record dei prezzi scesi al ritmo più rapido da due anni. Non solo ma sta continuando a calare dai massimi anche la fiducia delle imprese nel primo trimestre di quest’anno. In particolare le imprese giapponesi tagliano la spesa per investimenti e si dicono preoccupate per l'alto prezzo del petrolio e per l'indebolimento delle esportazioni. Infine, non da ultimo, il tasso di disoccupazione è cresciuto a febbraio a quota 4,7% da 4,5% di gennaio. Per mercato azionario pochi spazi di sovraperformance – Le aziende giapponesi hanno dimostrato negli ultimi anni una decisa volontà di ristrutturazione, che si è tradotta in recuperi di efficienza operativa e in crescita degli utili mai sperimentata in passato, malgrado il contesto macroeconomico continui ad essere difficile. Rispetto agli anni scorsi, sono stati fatti, in particolare, veri e propri progressi nella sistemazione delle sofferenze bancarie. Tuttavia, valutando tutti questi fattori, dobbiamo tenere in considerazione due variabili che storicamente sono molto legate all’andamento dell’indice azionario Nikkei 225: la stagionalità della forza relativa fra Nikkei 225 e S&P500 e l’andamento della produzione industriale su base anno su anno. La prima, come dimostra il grafico qui in basso, vede mediamente la borsa Giapponese fare molto bene in termini relativi nel Q1 di ogni anno per poi progressivamente fare peggio nei quarti successivi. Anche quest’anno questa stagionalità si è puntualmente manifestata con l’indice Nikkei che ha sovraperformato, dal 30 dicembre scorso ad oggi, dell’8% circa lo S&P500 rispettando perfettamente le indicazioni medie. Sempre in media da Aprile non si registrano più stagionalmente fasi di particolari sovraperforamance ma anzi la tendenza è a cedere quanto di buono l’indice giapponese ha fatto nel primo quarto dell’anno entro due trimestri. FIG.1 - Nikkei 225 Vs S&P500 (ratio): trend Medio annuale (periodo 1999-2004) 3 In secondo luogo è basilare, a nostro avviso, decifrare l’aspetto ciclico della produzione industriale per formulare indicazioni di andamento di mercati quali il Nikkei 225. Se non altro perché, anche se con un certo lag (ritardo), l’andamento della produzione industriale giapponese ha dimostrato, negli ultimi 15 anni, di essere un’ottima proxy per l’andamento di cambio (USDJPY) e della borsa. Al momento la produzione industriale, su base anno su anno, ha effettuato recentemente quello che crediamo essere il suo top ciclico di medio periodo e ci aspettiamo una fase congiunturale ora di progressiva decelerazione di questa variabile. Mediamente un ciclo di ribasso di questa componente dura 14 mesi: questo implicherebbe una fase di decelerazione della crescita economica per buona parte del 2005 ma potremmo assistere ad uno shift che si traduca in una decelerazione più marcata solo nel 2006. Che implicazioni ha avuto questo storicamente sulla borsa del Sol Levante ? Sempre la stessa sino ad ora: un calo, o comunque una fase stagnante dei corsi del mercato azionario. Questo fattore, unito alla stagionalità negativa vista poc’anzi, ci rende poco propensi ad investire quindi in questa area. Questo non implica a priori che l’azionario non possa registrare performance rialziste dai massimi attuali (del resto, tecnicamente parlando, ci appaiono alla portata target a quota 12544/12655 da raggiungere entro Luglio per il Nikkei 225). Quello che intendiamo dire è che non ci attendiamo dal mercato azionario giapponese particolari sovraperformance rispetto ad un investimento paritetico nel mercato azionario americano (impatto cambio escluso). Ritorno alla neutralità per la nostra selezione azionaria – Alla luce di quanto espresso quindi riportiamo alla neutralità i cinque titoli che a Gennaio avevamo promosso in sovrappeso per sfruttare l’effetto stagionale. I titoli in questione erano Yamanouchi Pharma, Tokyo Electric Power, Nomura Holding, Nissan e Sumitomo Bank Financial Group. Con quella piccola selezione di titoli non avevamo certo la pretesa di replicare un indice di 225 titoli come il Nikkei ma quanto meno di fare meglio dello S&P500, sfruttando l’appeal della forza relativa stagionale. Dall’inserimento in sovrappeso i titoli hanno realizzato, alla chiusura del 29 Marzo, una performance positiva dello 0.63% (utile su base annua circa 2.50%) a fronte di un ribasso nello stesso periodo dello 0.86% da parte dello S&P500. Alessandro Nilo (Email [email protected]) 4 (*) LEGENDA CONFLITTI DI INTERESSE ASR STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, IN QUANTO UNA SOCIETA' DEL GRUPPO CREDITO EMILIANO HA PARTECIPATO ALLA STRUTTURAZIONE DEL TITOLO. CAC STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, AVENDO UNA SOCIETA' DEL GRUPPO CREDITO EMILIANO ADERITO AL CONSORZIO PER L’AUMENTO DI CAPITALE. CCP STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, AVENDO UNA SOCIETA' DEL GRUPPO CREDITO EMILIANO ADERITO AL CONSORZIO DI COLLOCAMENTO. CEU STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, IN QUANTO UNA SOCIETA' DEL GRUPPO CREDITO EMILIANO SVOLGE/HA SVOLTO IL RUOLO DI "LEAD", "CO-LEAD" O "SOLE" MANAGER DELL’OPERAZIONE. GEM STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, ESSENDO EMESSO DA SOCIETA' DEL GRUPPO CREDITO EMILIANO. GGE STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, ESSENDO PROMOSSO O GESTITO DA SOCIETA' DEL GRUPPO CREDITO EMILIANO. GPR STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, IN VIRTU’ DELLA PRESENZA DI LEGAMI DI PARTECIPAZIONE RILEVANTI NEI CONFRONTI DELL’EMITTENTE LO STRUMENTO FINANZIARIO. IEM STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, IN QUANTO UNA SOCIETA' DEL GRUPPO CREDITO EMILIANO HA SOTTOSCRITTO TUTTA O PARTE DELL'EMISSIONE. SPE STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, IN QUANTO UNA SOCIETA' DEL GRUPPO CREDITO EMILIANO SVOLGE IL RUOLO DI "SPECIALIST". SPO STRUMENTO FINANZIARIO PER IL QUALE L'INTERMEDIARIO HA UN INTERESSE IN CONFLITTO, IN QUANTO UNA SOCIETA' DEL GRUPPO CREDITO EMILIANO SVOLGE IL RUOLO DI "SPONSOR". (**) NOTA A LEGENDA VARIAZIONE RACCOMANDAZIONE IL CAMPO “VARIAZIONE RACCOMANDAZIONE” VIENE VALORIZZATO SOLO NEL CASO IN CUI SIA AVVENUTO UN EFFETTIVO CAMBIAMENTO DI RACCOMANDAZIONE RISPETTO AL REPORT PRECEDENTE. CONTATTI Pietro Sganzerla Responsabile FAD Alessandro Nilo Strategist Gianmarco Zanetti Strategist Email: [email protected] Gruppo Credem S.p.A. Via Emilia S.Pietro 4/b 42100 Reggio Emilia Tel. 0522/5831 http://www.credem.it 5 ELENCO RACCOMANDAZIONI TITOLO ISIN DIVISA SETTORE NUOVA RACCOMANDAZIONE PRECEDENTE RACCOMAND. Nomura Holding Yamanouchi Pharma Nissan Motor Sumitomo Bank Tokyo Electric Power JP3762600009 JP3942400007 JP3672400003 JP3890350006 JP3585800000 JPY JPY JPY JPY JPY FINANCIALS PHARMACEUTICALS AUTO-CARS BANKS UTILITIES NEUTRALE NEUTRALE NEUTRALE NEUTRALE NEUTRALE SOVRAPPESARE SOVRAPPESARE SOVRAPPESARE SOVRAPPESARE SOVRAPPESARE CDI* PROFILO 3 3 3 3 3 AVVERTENZA LEGALE Credito Emiliano e Banca Euromobiliare distribuiscono il presente documento a circa 50 operatori qualificati e circa 200 operatori non qualificati, anche tramite posta e strumenti telematici di comunicazione, a partire dalla data riportata sulla prima pagina del presente documento. 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