Intervento di Franco Bussetti Book della solidarietà

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Presentazione del Book della Solidarietà – di *Franco Bussetti
Roma 26.09.2008, Sala delle Colonne – Palazzo Marini – Camera dei Deputati
La relazione tra AVIS e Scuola
Tra i vari argomenti dibattuti questa estate, periodo in cui l’asprezza quotidiana del
confronto politico lascia parte della scena a “spazi culturali” con riflessioni ed
approfondimenti su vari temi, ho colto con interesse le argomentazioni sulle analisi
sociologiche e l’allarme per le paure che trovano origine dalla mancanza di visioni future.
Nei dibattiti, suscitati o ripresi ed alimentati nei media da politologi ed intellettuali, è
stato quasi sempre richiamato il pensiero di illustri ed autorevoli sociologi e filosofi
(Zigmund Bauman, John Rawls, Alain Touraine, Jurgen Habermas e molti altri) per
indicare cause e descrivere motivazioni dell’indebolimento dei legami sociali e della
cultura della solidarietà.
Processi problematici ed estremamente preoccupanti, così come confermato e
documentato da una recente ricerca condotta dal sociologo Enrico Finzi per “Astra
Ricerche” dalla quale emerge una diminuzione di due milioni di persone impegnate nel
volontariato del nostro Paese.
E’ allarmante soprattutto il rilevante calo della partecipazione dei giovani. Il problema
sembra essere non solo etico e culturale, ma soprattutto connesso ai fattori della
precarietà e della mobilità.1
Gli orientamenti con cui si indicano le vie di uscita da questa crisi propagano l’idea di
nuovi paradigmi della Società ancora in fieri. Modelli “potenziali”, in cui tuttavia, pur
con tutte le semplificazioni e le diversità di posizionamento, viene spesso indicata una
forma d’impegno per “il sociale”. Espressione che va riferita al sociale di cui parla A.
Tourain, non più con il fondamento delle vecchie categorie (le classi: borghese ed
operaia) ma con quello delle identità personali e collettive che costituiscono il nuovo
paesaggio sociale.
Esplicito con due citazioni: per Alain Touraine, di fronte al progressivo aumento delle
disuguaglianze ed i disorientamenti dovuti ai processi della globalizzazione, l’unica
soluzione percorribile è l’appartenenza ad una comunità aperta agli scambi con l’Altro.
Amartya Sen, affrontando il tema della libertà, afferma che la piena libertà dell’individuo
non può che raggiungersi attraverso un impegno collettivo, sociale.
In questo quadro, va richiamato anche il pensiero degli studiosi che si occupano del
terzo settore, i quali ritengono che queste organizzazioni possano e debbano svolgere un
ruolo importante nella ricostruzione dei legami sociali.
Carlo Trigilia ad esempio sostiene che “è importante il contributo della cultura civica
delle organizzazioni no profit per aiutare i soggetti locali a ritrovare una strada su cui
riorganizzare la società”. 2
1
2
Benedetta Argentieri - “ Volontariato, la grande fuga ” , Corriere della Sera, Milano 09.08.2008
Francesco Maggio - “Le parole e le cose”, Communitas n. 9/2006, Vita altra idea
1
Ora, la nostra associazione è un’organizzazione:
- che vanta 80 anni di storia ed è portatrice di “valori universali e senza tempo di
una buona società” 3;
- che conta 3.350 sedi diffuse su tutto il territorio nazionale; a cui fanno riferimento
1.070.000 donatori volontari; che assicurano al Paese quasi 1.900.000 donazioni di
sangue (80% circa);
- che è membro fondatore della Federazione Internazionale delle Organizzazioni
dei Donatori di Sangue, alla quale aderiscono circa 90 associazioni di altrettanti
Paesi di tutti i continenti;
- che è impegnata in progetti di cooperazione internazionale;
- che è fortissimamente dedicata al perseguimento della mission primaria:
l’autosufficienza ematica ma anche pronta a valorizzare le potenzialità del
proprio capitale sociale per migliorare l’organizzazione delle strutture statali e
sociali.
Con questo profilo, l’AVIS non può che mostrare il massimo interesse alle analisi, alle
considerazioni e agli orientamenti che emergono, non fosse altro perché l’attenzione a
questi temi e a queste problematiche, oltre ad essere una vocazione, costituisce una
naturale esigenza del nostro esteso e complesso “sistema delle relazioni sociali”.
L’AVIS è un’associazione che vive dentro la società, ne percepisce le difficoltà e le ansie
di adattamento continuo ai rapidi mutamenti che la nostra era globalizzata impone. Ed è
in questa configurazione scenica di rapida destrutturazione dei modelli e riaggregazioni
su nuovi paradigmi culturali, sociali e politici che avvertiamo il bisogno di un solido
riferimento in un sistema di valori ancorato alla centralità della persona umana che
attraversi e mobiliti tutta la società.
La società italiana non ha futuro però se non riesce a motivare “eticamente e
culturalmente” i giovani, se non riesce a renderli partecipi delle vicende quotidiane che
riguardano tutti e indicare il percorso e la prospettiva del nostro e del loro futuro.
Il tema del rapporto dell’AVIS con i giovani è stato ed è quindi centrale per
un’associazione come la nostra che, oltre a perseguire gli obiettivi fondanti della mission,
mira alla promozione (strategica, morale e pubblica) di una cittadinanza responsabile e
partecipata (di tipo non collaterale ma autonoma e propositiva).
Per questo l’AVIS ha sempre ritenuto strategico il suo rapporto con la Scuola ed è da
questa originaria e originale collaborazione - inevitabilmente costellata da riallineamenti
metodologici, contenutistici e programmatici - che ha sviluppato, a partire dal 2000, la
nuova elaborazione pedagogica.
L’AVIS crea nuovi strumenti come il volume “Orientare alla cittadinanza e alla
solidarietà” - contributi culturali, metodologici e operativi per lo sviluppo della
cooperazione AVIS e Scuola – ed il “Portfolio” - Educazione alla convivenza civile –
con i quali adegua il proprio approccio, sia alle nuove esigenze delle trasformazioni in
atto nella società, sia ai cambiamenti intervenuti nelle politiche scolastiche.
3
Gordon Brown - “Brown revolution”, Vita non profit magazine, agosto 2007
2
Oggi, la relazione tra AVIS e Scuola, rafforzata da un “protocollo d’intesa” tra
l’associazione ed il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
scientifica)4 conferma le scelte strategiche associative che consistono nel porsi come
risorsa culturale ed educativa nei confronti della scuola e l’educazione alla cittadinanza
e alla solidarietà rappresentano la “mission” dell’Avis in questo rapporto che è
finalizzato allo sviluppo e il consolidamento delle competenze che sostanziano e
caratterizzano la vita di ogni cittadino.
Pertanto, la relazione tra AVIS e scuola si ripropone su itinerari di collaborazione
sinergica che siano, da un lato, di supporto ad una <<Scuola, che mira a potenziare le
opportunità di apertura al mondo esterno <> ed aspira a diventare una comunità in cui
si cresca sul piano umano e culturale, si faccia esperienza di convivenza civile e
solidarietà, di inclusione nel rispetto delle singole individualità e delle tante storie
personali>>5 <> (come indicato nella Direttiva Min. P.I. 16.10.06) e, allo stesso tempo,
offra occasioni di promozione all’Avis che individua il riferimento dei valori primari
(fondamentali) nella centralità della persona umana.
In questa prospettiva l’AVIS ha anticipato di molto i fondamentali inviti e sollecitazioni
che il Parlamento Europeo ha emanato di recente con la Risoluzione del 22 aprile 2008
ove, oltre a sottolineare che <<il volontariato è un’importante forza che alimenta la
società civile e rafforza la solidarietà, uno dei valori fondamentali dell’Unione
Europea>>, al punto 16, <<invita la Commissione, gli Stati membri, e le autorità
regionali e locali a promuovere il volontariato a tutti i livelli di istruzione, creando
opportunità di svolgere attività di volontariato fin dai primi stadi del ciclo di istruzione,
in modo che il volontariato sia percepito come un normale contributo alla vita
comunitaria, ………. ( e dopo tutta una lunga serie di altre importanti raccomandazioni,
conclude con) ……. promuovere il volontariato e riconoscere l’apprendimento
nell’ambito del volontariato come parte dell’apprendimento permanente;>>6
Risulta così perfettamente in linea con questi orientamenti
la finalità della
collaborazione Avis che è quella di offrire qualificate opportunità formative rivolte alla
crescita valoriale della persona, favorendo l’acquisizione di abilità e competenze perché il
singolo sia capace di decidere autonomamente, in libertà e assumere le proprie
responsabilità anche verso i problemi di rilevanza sociale (tra cui la donazione del
sangue).
Segnalo che i concetti di libertà e responsabilità, oltre al valore proprio, assumono, per
noi associazione, anche quello di “valori progettuali” visto che la L. 219/05 all’art. 2
“Attività trasfusionali” recita: <<Le attività trasfusionali ….. si fondano sulla donazione
volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita”>>. Volontaria, periodica,
responsabile, anonima e gratuita sono tutte aggettivazioni fortemente caratterizzate, oltre
4
5
Protocollo d’intesa tra il Ministero Pubblica Istruzione e AVIS, 03.01.07, pubblicati sui siti web di Ministero e AVIS
Direttiva del Ministero P.I. del 16.10.06, contenete “Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità”
6
Risoluzione del Parlamento Europeo 22.04.2008 sul contributo del volontariato alla coesione economica e sociale
(2007/2149(INI))
3
che dai valori etici, anche da una valenza sanitaria ed economica, pertanto la profonda
comprensione ne richiede accurati ed impegnativi passaggi educativi e formativi.
Oggi presentiamo un nuovo “strumento”, il “Book della Solidarietà”, un kit di
materiali (cartellina, volume e CD Room) che l’associazione propone per la
continuazione e la collaborazione con le scuole italiane e, nello specifico, con i dirigenti, i
docenti, i genitori e gli allievi delle scuole secondarie di secondo grado.
I contenuti, la composizione del volume, i suggerimenti per l’utilizzo, vi saranno
adeguatamente illustrati dalla Prof.ssa Andreina Fumagalli e dagli interventi e
comunicazioni che seguiranno.
Segnalo soltanto che il Book (Il kit) si articola in tre sezioni: la prima contiene alcuni
contributi di esperti pedagogisti, sociologi e operatori del mondo del volontariato che
analizzano, da punti di vista differenti, il rapporto tra giovani e salute, tra giovani e
solidarietà, tra giovani e volontariato.
La seconda sezione contiene 25 itinerari didattici, progettati e collaudati in chiave
sperimentale in varie scuole secondarie di secondo grado italiane e finalizzati a far
acquisire le competenze previste dal D.M. n. 139/07 (il nuovo obbligo).
Nella terza sezione, oltre ad approfondimenti metodologici e didattici su alcune
tematiche, sono presenti alcuni dei documenti ufficiali che testimoniano l’evoluzione
della collaborazione tra l’Avis e il sistema scolastico italiano nei suoi vari livelli di
responsabilità e di rappresentatività, dal MIUR agli uffici Scolastici regionali e provinciali,
alle singole istituzioni.
In conclusione consentitemi di ringraziare di vero cuore tutte le persone, e sono
veramente tante, che hanno collaborato, in vario modo alla realizzazione del progetto:
il Prof. P. Cattaneo; i componenti del Gruppo di lavoro (Rina Latu, Andreina Fumagalli,
Silvana Gabiccini, Bernardino Lauretani, Sonia Manaresi, Giuseppe Perpiglia, Giorgio
Rossi, Giuseppe Vasta, Laura Zanoni), i Prof. L. Corradini e R. Segatori, Il Dr. E.
Patriarca, la Dr.ssa G. Boda; la Dr.ssa E. Fattorelli, N. Marchi, G. Pelonghini, il Dr.
Antonio Cutolo che ci ha costantemente incoraggiato in questo percorso, il Presidente
ed il C. N. che hanno creduto senza remore in questo progetto.
Auspico che questo lavoro possa essere apprezzato e pienamente valorizzato.
*Responsabile Area Politiche Formative di AVIS Nazionale
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