Airone rosso
Gli aironi rossi sono abituati a vivere tutti insieme in uno stesso luogo
che si chiama “Garzaia”; una specie di condominio dove possono
abitare anche qualche migliaio di famiglie. L’airone rosso è timido,
molto schivo, non è facile osservarlo, si mimetizza molto bene negli
ambienti delle paludi, anche grazie al colore delle sue piume che è
molto simile a quello delle canne. Si nutre di pesci, rane e insetti
acquatici ma non disdegna bisce d’acqua e piccoli roditori.
Ape domestica
L’Ape è considerato un insetto sociale: vive in colonie composte
mediamente da 50000 individui. Questo vivere comune richiede
tolleranza reciproca e comunicazione fra i membri. Queste comunità
vivono all’interno di tronchi cavi o in anfratti di rocce oppure sono
allevate dall’uomo all’interno di dimore chiamate arnie. L’uomo
addomestica l’ape per la produzione del miele fin dal tempo degli
Egizi nel 3500 a.C.. Il polline è il cibo preferito dalle api poiché
fornisce loro le proteine.
Aquila reale
L’aquila reale passa vicina e veloce alle pareti delle montagne per
piombare inaspettata sulle sue prede: roditori, lepri, marmotte,
scoiattoli o uccelli e rettili come serpenti, tartarughe, ramarri.
Durante la cattiva stagione si accontenta anche di carogne, cioè di
animali morti. Vive in montagna a quote molto elevate (2500-3000
mt). Raramente emette dei suoni volando; solo durante la stagione
degli amori tra febbraio e marzo, capita di sentire il suo grido
lamentoso. Quando le coppie si formano, rimangono unite tutta la
vita.
Biancone
E’ un rapace migratore che passa l’inverno in Africa. Lo vediamo sulle
nostre montagne solo tra marzo e settembre. Si nutre quasi
esclusivamente di rettili, per questo è anche chiamato l’aquila dei
serpenti. L’adulto, per portare la preda al nido, la ingoia quasi
completamente per poi rigurgitarla al piccolo. Dopo la costruzione del
nido e l’accoppiamento, la femmina depone un uovo che coverà per
circa 45 giorni. Il piccolo (il pullo) inizierà a volare due mesi e mezzo
più tardi e, a inizio ottobre, partirà insieme ai genitori per ritornare
nel continente africano percorrendo anche 4000 Km.
Camoscio
Vive nelle praterie montane, nei boschi, pascoli e zone rocciose. Si
nutre di erbe, licheni, muschi, germogli e della corteccia degli alberi.
I suoi escrementi sono inconfondibili pallottole ovali. Come impronte
lascia i segni del terzo e del quarto dito con gli zoccoli. In caso di
pericolo emette un inconfondibile fischio di avvertimento per tutti i
compagni. Non possiede una tana vera e propria. Le corna, piccole e
nere, sono permanenti, comuni ai due sessi e presentano una tipica
forma ad uncino.
Capriolo
Il capriolo vive in boschi dove c’è un ricco sottobosco. Nelle prime
due settimane di vita i piccoli sono allattati dalla madre, poi la dieta
diventa vegetale: foglie, germogli di piante e arbusti. Solo il maschio
possiede il palco (le corna), che perde ogni anno in autunno e viene
sostituito nell’arco di 4-5 mesi; quando passa, il capriolo lascia i
“fregoni”, quei segni dovuti allo sfregamento dei palchi su arbusti e
alberi, per pulirsi o marcare il territorio. Il capriolo non possiede una
tana, ma riposa all’aperto sdraiandosi tra l’erba o le foglie.
Carabo lepontino
E' un coleottero molto colorato che assume straordinari riflessi dorati,
da qui la definizione locale di Boja d'or. Scoperto a metà del 1800
non s'e' più visto fino ai primi anni del 1940, tanto da ritenerlo
estinto; dal 1983 il Carabo e' considerato specie protetta. E’ un
grande insetto che vive nelle praterie montane, in particolare negli
arbusti di rododendro e mirtillo. Si nutre di lumache, lombrichi, insetti
e quando si nasconde si rifugia sotto le pietre o tra le radici degli
arbusti.
Cervo
Il cervo è un gran mangione: un adulto assume in media 10-15 Kg di
alimento al giorno. In estate predilige la tenera erba dei prati, in
inverno, si accontenta della corteccia di piante come il frassino,
l’acero o i germogli di abeti, larici, pini cembri ma gradisce anche
ghiande e castagne. Le corna (palchi) sono costituiti di osso,
ramificati, ricoperti da tessuto morbido come il velluto; cadono in
primavera e sono presenti solo nei maschi. Lascia segni del suo
passaggio sulle cortecce degli alberi: con i denti per nutrirsi o con i
palchi per accelerare il distacco del velluto in estate e per marcare il
territorio durante il periodo degli amori.
Chiocciola comune
A una velocità di 7/8 metri all’ora, la chiocciola striscia nei prati, nei
boschi di collina, in montagna, in zone vicine ai corsi d’acqua o nei
pressi di aree umide. La traccia più caratteristica che tradisce la
chiocciola e lo strano luccichio delle scie di bava ormai secche che
lascia al suo passaggio. Si ciba di sostanze vegetali ed ha una netta
preferenza per i funghi. La chiocciola non possiede uno scheletro, ma
si trascina una conchiglia che utilizza soprattutto come rifugio.
Cicogna nera
A parte il ventre e alcune penne ascellari di colore bianco, questa
cicogna è di colore nero con sfumature verdi, mentre becco, zampe e
circolo oculare sono di colore rossiccio. La si può incontrare
seguendo le impronte che lascia sul fango, lungo i corsi d’acqua o nel
bosco. Nidifica sugli alberi di notevole altezza, o su pareti rocciose
dove depone dalle tre alle sei uova. E’ un uccello molto raro. Si ciba
prevalentemente di pesci e anfibi. Emette rari colpi di becco, ed una
specie di soffio o sospiro.
Cinghiale
Vive nei boschi e nelle radure. E’ onnivoro, cioè mangia tutto ciò che
trova sulla sua strada! Inconfondibili le “grufolate” (scavi) nei prati,
alla ricerca di radici, bulbi e piccoli animali che vivono nello strato
meno profondo del terreno. E’ un animale itinerante, cioè che si
sposta: d’inverno sceglie giacigli sui pendii esposti a mezzogiorno, in
estate trova riposo in luoghi freschi, come il sottobosco fitto. Si fa
vedere soprattutto nelle ore dopo il tramonto o al mattino
prestissimo, quindi non è facile vederlo a spasso!
Civetta capogrosso
E’ un rapace notturno che vive nei boschi di montagna. Il suo cibo
principale è costituito da roditori come topi campagnoli, topi ragno e
qualche uccello di piccole dimensioni: rigurgita quanto non è in grado
di digerire ossa, peli, piume che vengono espulsi in forma di pallina
allungata e compatta. Di solito la civetta capogrosso nidifica nei
tronchi scavati dal picchio nero. Gli avvistamenti diretti sono rari e
casuali in quanto durante il giorno riposa in anfratti o nel fitto della
vegetazione, mentre i suoi spostamenti notturni sono protetti
dall’oscurità. Il piumaggio grigio-bruno la mimetizza alla perfezione
con le cortecce, le rocce e i rami del bosco. Il volo è del tutto
silenzioso
Coccinella
Galin-a o baboja ëd San Pe è la coccinella che troviamo nei prati,
campi, pascoli, boschi, orti e giardini. La coccinella se viene toccata
con un dito, ripiega le zampe e le antenne, emettendo dai fianchi un
umore giallo dall’odore sgradevole che rappresenta un’arma di
difesa. E’ ghiotta di insetti e acari. All’interno della famiglia si
riscontra anche la presenza di specie che si nutrono di funghi e
vegetali e non sono rari i fenomeni di cannibalismo. Incontrare
questo grazioso coleottero è ritenuto un segno di buon auspicio e un
grazioso portafortuna.
Dahù
Il Dahù è un animale mitico leggendario con caratteristiche simili a
quelle del camoscio, della capra e della mucca. Forte e robusto, è un
animale solitario. Possiede un intestino che gli consente di digerire
pure le parti legnose! Ha le due zampe sinistre o destre più corte da
una parte rispetto all’altra quindi non può fare dietro-front senza una
caduta assicurata. Lascia tracce che sembrano noccioli di olive un po’
schiacciate; gli capita di fischiare solo quando sa di non essere
osservato e non possiede una tana tranne nel momento della
gestazione in cui si organizza una lettiera simile ad “un nido”.
Ermellino
Ha un abito invernale e uno estivo. Quello invernale, da novembre a
aprile, è bianco: perfetto quando c’è tanta neve; mentre d’estate il
mantello è bruno sul dorso e bianco sul ventre. La punta della coda
resta nera in tutte le stagioni. E’ un predatore piccolo ma terribile,
caccia arvicole e rovista nei nidi di pernice; in qualche caso attacca
anche le giovani lepri, molto più grandi di lui. Costruisce le sue tane
sotto terra, in lunghi cunicoli, dove si rifugia immediatamente in caso
di pericolo. Se minacciato, produce un forte e sgradevole odore di
muschio dalle ghiandole anali. La sua dieta è costituita quasi
interamente da carne e uova.
Fagiano di monte
L’adulto del fagiano di monte è essenzialmente vegetariano, anche
se durante l’estate qualche insetto viene ingerito. Il canto del
maschio, rugolio, può essere udito fino a 2-3 km di distanza, in
giornate senza vento. Gli escrementi, a forma di bastoncini cilindrici,
hanno una lunghezza di circa 20-30 mm ed un diametro di 7-10 mm.
Il fagiano passa parte del suo tempo in bagni di sabbia, depressioni
create nel terreno molle, per la pulizia del piumaggio dai parassiti.
Generalmente il maschio è sedentario e passa la maggior parte della
sua esistenza nei pressi dell’arena di canto utilizzata in primavera
Farfalla
Ci sono quattro stadi nella vita di una farfalla: uovo, larva, crisalide o
pupa e adulto. Per diventare farfalle adulte, le larve, a seconda della
specie, impiegano da poche settimane fino a due anni di vita. Le
larve si nutrono delle foglie e/o dei fiori delle piante. La farfalla
adulta si nutre invece del nettare dei fiori e per succhiarlo si serve di
un particolare apparato, chiamato “spirotromba”. Durante il periodo
di crescita la larva, alla sua quinta muta, si rifugia in un bozzolo
chiamato crisalide, in cui avviene la trasformazione definitiva in
individuo adulto.
Gambero di fiume
Ha Il corpo protetto da un guscio rigido che crescendo cambia più
volte. Senza guscio il suo corpo è molle e indifeso e per nascondersi
dai predatori si rifugia sotto le pietre, tra le radici degli alberi delle
rive e in gallerie che si scava lungo le sponde. E’ onnivoro (mangia di
tutto), ma preferisce animali morti, molluschi, girini e piccoli pesci.
Può attaccare e mangiare anche pesci più grandi, se deboli o
ammalati: diventa così una specie di “spazzino” che impedisce alle
malattie di diffondersi tra i pesci
Ghiro
E’ un animale che vive di notte e dorme di giorno; si sposta dalla
tana solo per cercare cibo. Il suo letargo dura in media sei mesi: da
ottobre ad aprile. Nel corso dell’anno costruisce due nidi: quello
estivo, tra le chiome degli alberi o in buchi e quello di ibernazione,
generalmente costruito in tronchi vuoti o sottoterra. E’ molto difficile
da incontrare perché teme il contatto con l’uomo. Si ciba di castagne,
ghiande, nocciole, bacche, semi, piccoli animali e uova di uccelli. Può
essere confuso con lo scoiattolo per colore, dimensione ed agilità
sugli alberi.
Gruccione
Trascorre l’inverno in Africa e giunge in Europa in primavera per
riprodursi. Si nutre di vespe, api e calabroni, che afferra dall’addome
col becco per evitare il velenoso pungiglione e li uccide sbattendoli
ripetutamente su un tronco d’albero per far fuoriuscire il veleno. La
sua dieta comprende inoltre varie specie farfalle, cavallette e
libellule. Le “borre” sono delle tracce nerastre, dei rigurgiti che
contengono la parte esterna cioè indigesta degli insetti. Il nido del
gruccione si trova al fondo di un cunicolo inclinato, che l’animale
scava usando il becco ricurvo come piccone e le zampe come
rastrello.
Ibis Sacro
Il suo nome deriva dal fatto che era un animale sacro per gli antichi
egizi e lo troviamo rappresentato sulle incisioni funerarie delle
piramidi. Nidifica sugli alberi assieme agli aironi ma a differenza di
questi e’ più confidente per cui è facilmente avvicinabile. Inoltre e’
diverso dagli altri aironi in quanto possiede il becco ricurvo. Si nutre
di rane, pesciolini, invertebrati presenti nel terreno o nell’acqua e lo
si puo’ osservare facilmente con un binocolo nei luoghi umidi alla
ricerca di cibo.
Lepre variabile
Vive nei boschi, in alta montagna, in zone di prateria e cespugli tra
gli 800 e i 2800 metri di quota. Mangia vegetali, germogli, bacche.
Sulla neve, lascia tracce particolari: le dita delle zampe posteriori
possono divaricarsi molto per far galleggiare l’animale. Come tana
scava un buco fra le rocce o alla base di un cespuglio. È l’unica lepre
europea che cambia mantello in base alle stagioni, diventa bianca
d’inverno, con la sola punta delle orecchie nera, e grigio-marrone
d’estate.
Libellula
E’ una animale legato alle zone umide, naturali o artificiali, perché le
sue uova devono essere deposte nell’acqua. Le larve vivono
nell’acqua e sono abili predatori di piccoli pesci, di insetti e di girini;
gli adulti si nutrono invece di piccoli insetti che afferrano
direttamente in volo. La larva che ha condotto vita acquatica si
arrampica su uno stelo ed esce dal suo involucro trasformandosi in
libellula adulta spiegando le sue ali. La libellula adulta ha spesso
colori sgargianti e iridescenti: è dunque piuttosto semplice notarla. In
Giappone le libellule sono simbolo di coraggio e portano fortuna: il
primo imperatore giapponese chiamò il suo paese Akitsu shima, cioè
isola delle libellule.
Lupo
Estinto sulle Alpi occidentali all’inizio del 1900 a causa di una caccia
spietata, è ritornato risalendo l’Appennino partendo dalle regioni del
centro Italia. E’ un carnivoro. Le sue prede potenziali sono
soprattutto il cervo, il capriolo, il camoscio, ma non disdegna le
marmotte. La tana viene utilizzata solo per il parto e l’allevamento
dei cuccioli. Può essere usata per più anni o abbandonata in caso di
disturbo. Le feci sono molto grosse e, a seconda di cosa ha
mangiato, possono essere nere e lucide piene di pelo (se ha
mangiato soprattutto carne e pelo) oppure bianco-grigie (se ha
mangiato molte ossa). Gli escrementi possono essere vettori di
malattie.
Marmotta
Vive in colonie molto numerose; quando sopraggiunge un pericolo
una o più marmotte emettono un grido che provoca la sospensione
di tutte le attività in corso e la fuga nelle tane. L’organizzazione delle
tane sotterranee, è molto complessa. Si hanno tane estive e tane
invernali: le prime sono costituite da molte gallerie con funzione di
latrine, altre conducono al “nido”, un luogo tappezzato di erba secca
dove nascono i cuccioli. Le tane invernali sono costituite da un lungo
corridoio al termine del quale, dopo un ultimo tratto in salita si trova
la camera dove gli animali conducono il letargo.
Martin Pescatore
Vola velocissimo, di solito a pelo d’acqua, con traiettorie molto dritte;
per questo motivo è chiamato “ul daard” (la freccia) Per fare il nido
scava un buco nelle sponde terrose dei fiumi e dei laghi. Se le
sponde sono state modificate dall’uomo, con muretti e scogliere, non
può nidificare. Il Martin Pescatore non lascia quasi nessuna traccia
perché si posa sui rami e sulle canne e caccia tuffandosi in acqua per
mangiare pesciolini, ma a volte anche grossi insetti o si accontenta di
larve.
Martora
Vive in foreste di latifoglie e conifere, all’interno di un cavo nel tronco
che può essere imbottito con muschio, foglie penne e pelo. Caccia di
notte e preda roditori, uccelli di piccole dimensioni, scoiattoli, lepri,
insetti e frutti di bosco. E’ un animale attivo soprattutto di notte,
mentre durante il giorno si rifugia volentieri tra i rami o nel cavo
degli alberi: vederla è assai difficile. La martora è in grado di
rimanere appesa a testa in giù con le zampe posteriori; è dotata di
unghioni e del quinto dito opponibile che agevola la presa sui rami.
L’impronta è provvista di cinque dita: quella posteriore è più piccola
di quella anteriore.
Merlo acquaiolo
Vive sui bordi di torrenti montani dove scorrono acque limpide e
ossigenate; si costruisce un bel nido sferico fatto di muschio e
rametti, posizionato di solito sotto una cascata, inaccessibile per altri
animali. Per cacciare nuota in acqua senza problemi: è in grado di
immergersi per catturare le prede e lo fa tuffandosi controcorrente
allargando le ali e camminando sul fondo. I piccoli imparano a
nuotare a 3 settimane, prima ancora di volare. Il merlo acquaiolo
mangia invertebrati sia adulti che larve, piccoli pesci e le loro uova,
molluschi e crostacei.
Nocciolaia
E’ un uccello che vive nei boschi tra i 1500 ed i 2000 m di quota, in
presenza del Pino cembro; la sua presenza si nota dalle pigne di
questo pino che vengono abbandonate a terra dopo avervi estratto i
pinoli. In estate ed in autunno essa prepara centinaia di dispense che
utilizzerà durante l’inverno: raccoglie e nasconde, possibilmente
vicino a punti di riferimento come sassi o ceppaie, grandi quantità di
semi che, grazie alla sua notevole memoria, saprà ritrovare anche
tra la neve.
Pelobate fosco italiano
Passa tutto il giorno infossato nel terreno, dove scava un tunnel di
circa 50 centimetri con una specie di “sperone” duro che ha sulle
zampette posteriori (per questo è soprannominato rospo della
vanga). A differenza degli altri rospi è più piccolo, ha la pelle liscia e
la pupilla ovale verticale. Se è disturbato, per difendersi apre la
bocca ed emette un suono e una sostanza di odore sgradevole, che
ricorda l’aglio. E’ un rospetto attivo dalla primavera all’autunno, solo
di notte quando è possibile sentirlo gracidare.
Picchio muraiolo
Corpo grigio, coda nera bordata di bianco, ali nere con macchie
circolari bianche e ampia zona centrale rosso carminio, il picchio
muraiolo nidifica tra le fessure della roccia, soprattutto quella
calcarea mentre castelli, torri, chiese e dighe vengono regolarmente
visitati durante lo svernamento e possono talvolta essere utilizzati
come luoghi riproduttivi. La sua dieta prevede soprattutto insetti.
Questo animale può essere abbastanza addomesticabile, ma è
spesso difficile da vedere in montagna. Il suo nome cinese significa
"fiore delle rocce"
Picchio nero
E’ il più grande picchio d’Europa: è tutto nero ed ha una macchia
rossa sul capo. Il suo nido si trova nelle cavità degli alberi soprattutto
di quelli d’alto fusto, come le conifere ma anche latifoglie. Nel volo è
più lento degli altri picchi, ma può percorrere in una volta sola oltre
due chilometri. Sul terreno si trova a disagio e si limita a saltellare
stentatamente; eccelle nell'arte di martellare con il becco la corteccia
degli alberi. E’ ghiotto di larve di formiche, vespe e insetti quali i
coleotteri, che scova frugando tra le cortecce degli alberi. Per
catturare le formiche si serve della lingua protrattile
Picchio rosso minore
Il “piccolo percussionista degli alberi”, tambureggia e incastra nelle
fessure di grossi alberi nocciole, pigne e grossi semi per poterli
aprire con il becco. Si nutre inoltre di insetti, larve, ragni e bacche
ma è in grado di catturare anche insetti in volo. Vive nei boschi, nei
parchi, nei terreni coltivati e nei pioppeti. Utilizza delle piante
palestra per segnalare la propria presenza e per l’apprendimento dei
giovani alle tecniche di scavo del legno. Il corteggiamento è
caratterizzato da un particolare volo sfarfallato detto appunto
“butterfly flight”.
Pipistrello
Vive nelle grotte, nelle cavita’ degli alberi, nei sottotetti e nei cassoni
delle tapparelle. E’ l’unico mammifero che, anziché correre, vola,
grazie a una speciale modificazione di mano e braccio trasformati in
ala e si orienta usando il sonar. Allatta i piccoli e ha il corpo ricoperto
di pelo. Una traccia del suo passaggio è rappresentata dagli
escrementi. Vive sia nei boschi che in zone urbane. Mangia farfalle
notturne, insetti e zanzare. Essendo un animale notturno lo si vede di
notte quando caccia, di solito vicino a fonti luminose come lampioni.
Ramarro
Il dorso dei maschi del ramarro è verde acceso mentre le femmine
hanno due strisce scure longitudinali; tutti i piccoli hanno il vestito
come le femmine. Nel periodo degli amori, la gola dei maschi diventa
azzurra. Quando lottano tra loro, sollevano la parte anteriore del
corpo, in modo da evidenziare il sottogola azzurro, e avanzano
frustando l'aria con la coda, finché il rivale non dà segni di
sottomissione. Quando è nervoso gli si gonfia la vena centrale della
fronte. Frequenta di preferenza i pendii assolati, i prati con cespugli,
le boscaglie e i bordi di strade e i sentieri. Si nutre di insetti e
artropodi, piccoli vertebrati che riesce a catturare come i serpenti o i
mammiferi di piccole dimensioni.
Riccio
E’ un animale onnivoro (mangia di tutto): si nutre di insetti, lumache
ed altri invertebrati, ghiande, bacche, e foglie. Gli escrementi sono
piccoli salsicciotti cilindrici neri, lucidi e appuntiti. Essi contengono
parti di insetti: peli, piume e ossa di piccoli vertebrati; il loro odore è
forte e sgradevole. Per costruire il nido preferisce allargare tane già
pronte o usa anfratti rocciosi, sassaie, radici e vecchi alberi cavi
oppure scava tane non troppo profonde con due ingressi e le
imbottisce con muschio e foglie. E' nemico dichiarato di topi e altri
piccoli mammiferi, dei quali distrugge i nidi.
Rondine
Anche se di piccole dimensioni, la rondine compie voli lunghissimi
durante la migrazione: quando da noi è inverno, va in Africa, più giù
del deserto del Sahara. Poi torna in primavera, in tutta Europa,
attraversando in volo il deserto e il mare, per fare i nidi con fango e
paglia sotto i cornicioni e i tetti delle case. Si nutre di insetti e vive in
tutti gli ambienti agricoli, specie se ci sono stalle e sui canneti. E’
difficile individuare la sua presenza: non lascia quasi mai tracce,
tranne quando perde qualche penna che si può trovare in terra.
Rospo
“non sono il maschio della rana!” gracida il rospo che vive all’aperto,
nelle paludi, in zone umide o nei prati mentre d’inverno si interra o,
si ripara in fessure di pietra o cavità di fossi. Mangia insetti e larve di
zanzara. Nel periodo febbraio-marzo e’ piu’ facile vederlo nelle zone
paludose, nei canali o nelle strade attigue, soprattutto nelle ore
notturne, nel periodo dello spostamento verso l’acqua per la
riproduzione. Emette un gracidio molto basso, mentre il richiamo
d'accoppiamento è un verso più lento e con sillabe più lunghe e si
sente raramente. La sua colorazione è marrone, che può tendere al
rossiccio, il ventre in genere è biancastro. La pelle presenta
numerose verruche, che secernono una sostanza velenosa,
Salamandra di Lanza
Scoperta soltanto nel 1988 nell’area del Monviso, vive in alta
montagna, nelle praterie alpine dai 1300 a oltre 2500 metri e ama le
zone umide. E’ ghiotta soprattutto di cavallette e grilli, oltre che di
mosche, zanzare e coleotteri. Trascorre gran parte della giornata
nascosta nelle cavità tra le pietre e le rocce, esce dal proprio rifugio
durante la notte o nei giorni di pioggia. Essendo un anfibio, ha
bisogno di mantenere la pelle umida e non può esporsi al calore del
sole. Ha una gestazione molto lunga (anche 3 – 4 anni) durante la
quale le larve si sviluppano nel corpo della madre, che partorisce
piccoli già formati.
Scoiattolo
Vive in boschi di conifere e latifoglie ma si spinge anche nei parchi e
nei giardini delle città. Si nutre di ghiande, nocciole, noci e piccoli
frutti. Talvolta mangia insetti o razzia nidi di uccelli per cibarsi delle
uova o dei piccoli. Si costruisce il nido alla biforcazione dei rami con
ramoscelli intrecciati a formare una palla. Presenta uno o due
ingressi ed una camera centrale ben imbottita di foglie secche, erbe
e muschio. Tale costruzione richiede dai tre ai cinque giorni di lavoro.
Si sposta con la massima agilità sugli alberi: servendosi delle unghie
aguzze fa presa sulla corteccia e si arrampica e scende a capofitto
velocemente dai tronchi.
Stambecco
In estate vive a quote elevate; in inverno sceglie versanti molto
ripidi, tra i 1800 e i 2500 mt. Durante la primavera migra verso le
zone più basse, dove cerca l’erba novella. E’ un erbivoro e spesso, a
metà giornata, si sdraia a ruminare. E’ ghiotto di sale e sali minerali
che ricerca e lecca nelle rocce. E’ un arrampicatore: le sue unghie
sono costituite da un bordo duro ed affilato e una parte, all’interno,
piuttosto morbida per aderire meglio alla roccia. La femmina si
distingue dal maschio per le minori dimensioni e per le corna molto
più corte che, in entrambi i generi, crescono di dimensione di anno in
anno
Sterna hirundo, sterna comune
E’ un tuffatore esperto. Preda soprattutto piccoli pesci che ricerca
volando e che cattura tuffandosi in acqua; passa molto tempo in
volo e non ama camminare. Si nutre anche di insetti e molluschi. Il
maschio seduce la femmina con un rituale di accoppiamento
porgendole un pesce che tiene nel becco. Il loro nido è costituito da
pochi fili d’erba intrecciati sul terreno ciottoloso. Vive lungo le coste
dei mari, dei laghi e sui greti fluviali di quasi tutta Europa. In
autunno si sposta verso l'Africa del Sud-Ovest dove sverna.
Tarabuso
Lascia nel fango impronte molto particolari: tre lunghe dita rivolte in
avanti e una più piccola indietro. Quando si sente in pericolo nel
canneto si mette nella “posizione del Tarabuso” con il becco e il collo
in verticale rivolti verso l’alto: rimane perfettamente immobile e,
grazie alle macchiettature delle penne di cui è ricoperto diventa
praticamente invisibile ai nemici predatori. Nel periodo primaverile è
possibile ascoltare il suo profondo richiamo che assomiglia alla sirena
delle navi o al suono che si produce soffiando dentro un grosso
bottiglione di vetro.
Tasso
Frequenta il bosco, le aree aperte e, se molto affamato, si spinge
fino alle zone abitate. La sua alimentazione è costituita da: topi,
rane, insetti, uova, vermi e carogne; radici, tuberi, frutta, semi,
bacche e funghi. Le tracce ricordano quelle di un orsacchiotto mentre
un segno inconfondibile sono le “latrine”, ossia buchi poco profondi
dove deposita i propri escrementi. Costruisce le tane scavando
profonde gallerie sotterranee, in genere su pendici soleggiate con
molta vegetazione, dotate di diverse uscite e cunicoli in cui possono
convivere più gruppi famigliari. E’ un animale tozzo, con zampe corte
e movimenti pesanti. Si muove lentamente lungo i suoi sentieri. Se
spaventato trotterella via.
Tritone crestato italiano
Ha il ventre colorato di rosso o arancione con estese macchie nere.
Le femmine e i giovani si distinguono per una caratteristica linea
gialla in corrispondenza della colonna vertebrale. Si nutre di larve di
insetti, piccoli crostacei e invertebrati di piccole dimensioni. Le sue
uova di circa 2 mm di diametro, sono avvolte da una capsula
gelatinosa, di colore biancastro e sono attaccate singolarmente alle
foglie delle piante acquatiche; si trovano nel periodo riproduttivo: da
febbraio a maggio
Trota fario
Con chiazze rotonde nere sul dorso, rosse o brune sui fianchi, è un
pesce d’acqua dolce: vive solo in acque pulite, poiché non sopravvive
all'inquinamento. E’ capace di scatti notevoli e di risalire la corrente
dei torrenti impetuosi di montagna dove depone le uova su fondo
ghiaioso. Il suo corpo è allungato, stretto ai fianchi, caratterizzato da
una testa acuminata verso la mascella e dotata di forti denti e pinne
robuste. Mangia larve di insetti, crostacei, piccoli pesci
Vipera comune
Sulle pietraie, nei prati o sui muretti a secco, d’estate è facile trovare
la vipera che si scalda. Come tana usa quelle dei roditori dove
consuma il suo lauto pasto costituito da piccoli mammiferi, giovani
uccelli, lucertole o insetti. È ovovivipara cioè le uova si schiudono
all’interno del corpo materno e i piccoli nascono già perfettamente
formati. Essa è l'unico serpente nostrano velenoso per l'uomo; il
veleno viene prodotto da speciali ghiandole velenifere poste in fondo
al palato e iniettato attraverso denti cavi al loro interno. La vipera
non è assolutamente aggressiva; se non viene molestata, non
rappresenta un pericolo per l'uomo, perché, se disturbata, tende a
scappare e a nascondersi.
Volpe
La volpe è onnivora (mangia di tutto) e non disdegna cadaveri e resti
di altri animali. Lascia impronte sul terreno umido o sulla neve e
queste assomigliano a quelle di un piccolo cane poste una dietro
l’altra. Inoltre marca il proprio territorio con urina e feci per impedire
ad altri esemplari di occupare il proprio spazio. Quando non ha voglia
di costruire una tana nuova riutilizza quella dismessa del tasso. E’
possibile incontrarla anche in ambienti urbanizzati.