INFORMATIVA per l’indagine genetica di chimerismo D/1416/72-42 Ed. 1 Rev. 1 del 12/03/2012 ex M/1416/72-54 SOD Diagnostica Genetica Esame del cariotipo su sangue midollare Viene effettuato allo scopo di identificare la presenza di eventuali anomalie cromosomiche sia numeriche (quali trisomie, monosomie), sia strutturali (traslocazioni, delezioni ed inversioni) che si associano ad una condizione patologica, del sistema emolinfopoietico.Tali anomalie sono presenti soltanto sul tessuto emopoietico e non sugli altri tessuti e quindi non trasmissibili. Per alcune patologie ematologiche è possibile effettuare indagini genetiche specifiche per riarrangiamenti specifici della patologia in studio. In questo caso si utilizzano in alternativa o in aggiunta al cariotipo metodiche di ibridazione in situ fluorescente o di biologia molecolare. Tutte le indagini si possono eseguire all’inizio della malattia (nella fase diagnostica) o durante il decorso a fine prognostico o di monitoraggio della terapia. L’indicazione allo specifico test da effettuare viene fornita dallo specialista che ha in cura il paziente e con cui il laboratorio collabora per la valutazione del risultato. IL DNA, materiale genetico presente nella cellula, può essere analizzato con varie metodiche. Al momento della divisione, esso si condensa in strutture ordinate, i cromosomi, che sono analizzabili al microscopio. Per la determinazione del cariotipo, le cellule vengono bloccate in un momento particolare della divisione: la metafase. In metafase infatti, i cromosomi si presentano come strutture ben definite, facilmente individuabili e riconoscibili al microscopio. Dopo aver bloccato le cellule in metafase i cromosomi vengono colorati con sostanze che si fissano selettivamente a determinate zone cromosomiche, dando luogo ad un caratteristico aspetto a bande (bandeggio). Il cariotipo umano normale delle cellule somatiche contiene 46 cromosomi, suddivisi in 23 coppie, 22 coppie di autosomi ed 1 coppia di gonosomi, dai quali dipende la differenziazione del sesso. Nel maschio i 2 gonosomi sono diversi per forma e dimensioni e sono indicati con la formula XY, nella femmina invece sono simili tra loro e sono indicati con la formula XX. Le altre coppie sono numerate in maniera progressiva dall'1 al 22, secondo una convenzione internazionale (International Standing Committee on Human Cytogenetic Nomenclature 1995: ISCN,1995). Ogni coppia è rappresentata da due cromosomi simili (detti omologhi), mentre le varie coppie differiscono tra loro per struttura e grandezza. Il cariotipo, cioè l'assetto cromosomico di un individuo, viene formulato utilizzando la simbologia standardizzata dall'ISCN. La descrizione comprende: il numero dei cromosomi della cellula, la formula dei cromosomi sessuali, ed eventuali anomalie. Un cariotipo femminile normale è descritto come 46,XX e un cariotipo maschile normale come 46,XY. Il referto di citogenetica contiene la descrizione del cariotipo del paziente. Le conoscenze sui meccanismi molecolari della spermatogenesi sono in rapida evoluzione ed è probabile che molti altri geni coinvolti nell'infertilità maschile verranno identificati nei prossimi anni. Le ricerche più recenti hanno permesso di chiarire che diverse alterazioni genetiche hanno un'importante rilevanza clinica, sia come causa di infertilità maschile che in termini di rischio di trasmissione mediante metodiche di riproduzione assistita. Queste alterazioni includono sia aberrazioni cromosomiche che mutazioni di specifici geni. Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi - sede legale: largo Brambilla, 3 - 50134 FIRENZE SOD Diagnostica Genetica, padiglione 15 Piastra dei servizi, tel. 0557949363 www.aou-careggi.toscana.it Pag. 1 di 2 INFORMATIVA per l’indagine genetica di chimerismo D/1416/72-42 Ed. 1 Rev. 1 del 12/03/2012 ex M/1416/72-54 SOD Diagnostica Genetica Il trapianto allogenico di midollo osseo o cellule staminali è una procedura standard per il trattamento di diverse malattie ematologiche, sia di origine neoplastica che non, come l’anemia aplastica severa, le leucemia acute e croniche e i linfomi. Il trapianto di midollo osseo dovrebbe eradicare le cellule clonali maligne e, attraverso l’infusione di cellule di un donatore sano, ricostituire la funzionalità ematologica e immunitaria nel più breve tempo possibile. Le maggiori cause di fallimento del trapianto sono: il rigetto del trapianto, la GvHD (Graft versus Host Disease) e la ricomparsa della malattia; questa può derivare dalla persistenza di cellule emopoietiche del ricevente insieme a cellule del donatore (chimerismo misto), situazione considerata, generalmente, fattore prognostico negativo perché si può verificare la riespansione del clone malato e quindi la recidiva della malattia di base. Il monitoraggio del chimerismo post-trapianto nel ricevente risulta fondamentale per valutare precocemente l’eventuale rigetto o i primi segni di ricaduta. Questo test permette di valutare la percentuale di cellule del donatore e del ricevente presenti nel paziente, così da verificare l’attecchimento del trapianto e l’eventuale presenza di cellule del ricevente che possono essere responsabili di una recidiva. Questo è possibile in quanto ogni individuo presenta nel proprio DNA (materiale genetico) uno specifico codice che definisce la propria identità genetica. Infatti, ad eccezione dei gemelli monozigoti, il cui DNA è perfettamente uguale, il profilo genetico di ogni individuo è unico, e proprio questa caratteristica è alla base della metodologia utilizzata per determinare la presenza di due genotipi diversi (donatore e ricevente) nella stessa persona e la loro percentuale. Per l’esecuzione dell’esame viene fatto un prelievo di sangue periferico del donatore e del ricevente prima del trapianto, da essi viene estratto il DNA che viene conservato per tutta la durata dei successivi prelievi di sangue midollare o sangue periferico del ricevente dopo il trapianto, a intervalli stabiliti dai clinici. La diagnosi molecolare del chimerismo si basa sul seguente metodo: amplificazione mediante PCR (Polymerase Chain Reaction) di particolari regioni del DNA chiamate microsatelliti o STR (Short Tandem Repeat) separazione elettroforetica degli alleli calcolo della percentuale del chimerismo E’ importante il consenso alla conservazione del campione del donatore e del ricevente pre-trapianto per poter eseguire l’analisi sui successivi prelievi del paziente post-trapianto, necessari per monitorare l’andamento del trapianto. In rarissimi casi è possibile che si debba ripetere il prelievo di sangue. Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi - sede legale: largo Brambilla, 3 - 50134 FIRENZE SOD Diagnostica Genetica, padiglione 15 Piastra dei servizi, tel. 0557949363 www.aou-careggi.toscana.it Pag. 2 di 2