Drammaturgia greca. Il teatro: rito, assemblea, gara Ø  In Grecia il testo tragico era concepito in funzione della rappresentazione e del suo rapporto con il pubblico Ø  Prevedeva una fruizione colle<va e dire=a per via visiva e udi>va Ø  L’evento teatrale era un fenomeno religioso inserito nelle celebrazioni fes>ve in onore del dio Dioniso Ø  Il teatro era un momento poli>co e colle<vo e aveva cara=ere agonis>co. Origine della Tragedia Ø  la tragedia è legata al culto dionisiaco La parola τραγῳδία è a<ca; l’e>mologia è incerta: eviden> ne sono gli elemen>, ᾠδή «canto» e τράγος «capro» il senso della parola: o ‘canto per un capro’, vale a dire ‘che ha per premi un capro’, oppure ‘canto dei capri’, cioè di a=ori maschera> da capri. Il secondo e>mo sembra riconne=ere le origini della t. a quelle del dramma sa>resco e dal di>rambo, an>chissimo canto corale dionisiaco. Dal di>rambo fa appunto derivare la tragedia Aristotele, in un celebre passo della Poe1ca. Fon> Aristotele, Poe1ca, cap. IV Erodoto, Storie, I, 23, 1 Lessico di Suda \Giovanni Diacono Ø  la tragedia è legata al culto degli eroi Fon> Erodoto, Storie, V, 67, 4-­‐5 Lessico di Suda Organizzazione Ø  Organizzatore degli spe=acoli era lo stato. Ø  Gli autori partecipavano a un concorso: un collegio di giudici stabiliva una graduatoria e assegnava i premi. Ø  Commi=ente e des>natario era la comunità dei ci=adini. Ø  Gli spe=acoli si svolgevano nell’ul>ma se<mana di marzo di ogni anno durante le Grandi Dionisie. Ø  Le rappresentazioni duravano, qua=ro giorni, dalla ma<na al tramonto e avevano luogo nel teatro di Dioniso Eleutero situato dentro il recinto sacro, sulle pendici meridionali dell’Acropoli. Ø  Tre autori, seleziona> dall’arconte eponimo, presentavano, uno per giorno, una tetralogia (tre tragedie e un dramma sa>resco). Ø  L’arconte designava anche i coreghi, ricchi ci=adini che provvedevano alle spese e all’organizzazione della messa in scena La stru=ura della tragedia greca Le tragedie che ci sono arrivate sono costruite secondo una alternanza di parti recitate dagli attori e canti del
coro. Queste parti sono descritte da Aristotele nella Poetica. Lo schema essenziale è il seguente:
Prologo, lett. “discorso che viene prima (dell’ingresso del coro”). Il prologo è una parte recitata da uno o più
attori prima che entri in scena il gruppo corale. Può essere composto da una o due scene, che in Eschilo e
Sofocle, e nel primo Euripide, sono parte integrante dell’azione. Nelle tragedie più tarde di Euripide, il prologo
tende invece ad esporre gli antefatti del dramma. Il prologo può anche mancare: ne sono prive due tragedie di
Eschilo, i Persiani e Supplici di Eschilo.
Parodo (“canto di ingresso”). È il canto corale che accompagna l’ingresso del coro, che va posizionarsi
nell’orchestra. Di regola contiene indicazioni sulla composizione del coro e sulla ragione della sua presenza.
Episodi (il termine epeisodion significava in origine “ingresso”, con riferimento all’arrivo di nuovi personaggi
dopo il canto del Coro). Gli episodi, recitati dagli attori, sono individuati da un canto corale che li precede e d
uno che li segue. Nel caso del primo episodio, il canto precedente è la parodo, e il seguente il primo stasimo,
per gli altri, si tratta di due stasimi. La recitazione degli episodi poteva prevedere lunghi discorsi (rheseis), o
serrati confronti dialogici molto formalizzati come le sticomitie, in cui ciascun personaggio pronunciava un
verso a turno). Nel dialogo racitato poteva intervenire anche il capocoro, detto Corifeo, che in questi casi
recitava. Gli episodi potevano prevedere parti cantate dagli attori (monodie)
Stasimi (“canti del Coro in posizione”) Gli stasimi erano parti cantate e danzate dal Coro, che di regola restava
solo in scena (con qualche eccezione). Essi dividevano un episodio dal successivo. Sono almeno tre, ma in
Sofocle ed Euripide se ne hanno talora quattro o anche cinque.
Esodo (“uscita) Aristotele definisce esodo tutta la parte recitata o cantata dagli attori che seguiva l’ultimo
stasimo. Il dramma si concludeva con l’uscita finale di tutti i personaggi.
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La stru=ura della commedia “an>ca” cui non tu=e le opere hanno la medesima La commedia ha stru=ura dinamica, per stru=ura: La commedia an>ca si apre con un prologo molto ampio, recitato dai personaggi, in cui si narra sia la situazione iniziale sia il piano che il protagonista si propone per modificarla. Segue l’entrata dal coro, il pàrodo, si sviluppa l’azione del protagonista, L’Agone/l contrasto con i personaggi o con il coro, il confronto delle opinioni Ø  L’aspe=o più cara=eris>co di questa commedia è la parabasi: La parabasi può precedere o seguire l’agone, in cui l’eroe riporta il successo e il nuovo ordine. Il proseguimento della commedia ne rappresenterà le conseguenze, in genere di cara=ere buffonesco e narrate ad episodi. Ø 
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Esodo: è la parte finale della commedia, cara=erizzata in genere da festeggiamen>, banche< e altra forme di baldoria cui i personaggi si avviano nell’uscire, in una atmosfera festosa. Alcune commedie si concludono con una processione festante che lascia l’orchestra. • Svolge temi appartenen> al patrimonio mi>co, ossia alla storia sacra, del popolo greco. • Era costruita su vicende di cui erano fissi e universalmente no> i da> fondamentali, gli sviluppi e la conclusione. • Gli avvenimen> hanno luogo per lo più nell’antefa=o o fuori scena. • La tragicità è fondata su un confli=o inconciliabile: il confli=o tra libertà e necessità. Esempi delle an>nomie affrontate dalla tragedia a<ca valori eroici (aristocra>ci) valori della πόλις (democra>ci) religiosità razionalità diri=o divino (θέμις) diri=o umano (δίκη) ἁμαρτία ↔ ἀδικία responsabilità colle<va responsabilità individuale volontà divina volontà umana des>no libertà Origini della commedia La sua origine non è sicura, ma i primi concorsi comici si ebbero sicuramente nel V secolo e il primo vincitore fu Chionide. Aristotele ci propone due ipotesi riguardo all’origine della commedia: ipotesi dionisiaca: dice che probabilmente la commedia ebbe origine dall’improvvisazione dei can> fallici, esegui> nelle falloforie (dal simbolo della fer>lità), processioni in cui si propiziava la fecondità. Veniva eseguito in esse un canto in onore di Dioniso, quindi i partecipan> procedevano beffeggiando tu< quelli che gli capitavano a >ro. Infa< l’origine del nome “commedia” è riferito a κϖμος (κοmos) corteo fes>vo +ωδη (odè) canto ossia il corteo festoso dei seguaci ubriachi di Dioniso, occasione di can> corali e scherzosi. Così ecco le principali cara=eris>che della commedia: il canto corale, il rapporto con Dioniso, l’irrisione e il riferimento alla sfera sessuale. Ø ipotesi dorica: il termine “commedia” derive rebbe daκῶμη (kômē), "villaggio", e ᾠδή (ōdé), "canto", e quindi "canto del villaggio”. I primi a=ori comici sarebbero anda> in giro per le campagne a presentare i loro primi spe=acoli, perché erano respin> nelle ci=à. Gli abitan> di Megara sostenevano che la commedia era nata presso di loro, perché erano famose le rappresentazioni di quel >po a Megara, con a=ori che rappresentavano scene=e realis>che. Anche qui le principali cara=eris>che della commedia: una trama e degli a=ori, la tema>ca realis>ca e l’influsso della poli>ca. Si tra=a comunque di una ipotesi considerata ina=endibile. Ø Questo ci indica che le sue origini risalgono a feste agres> e ri> dionisiaci sulla fer>lita Ø Tracce di queste origini sono: lo s>le colloquiale Ø Estrazione sociale bassa dei protagonis>