Il teatro e la polis - Liceo Classico Dettori

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Il teatro e la polis
V secolo a.C.
Contesto storico
Clistene
Pisistrato
Guerre
persiane
Lirica in piena
fioritura
Nasce il
Teatro
61a Olimpiade (536/5 - 533/2)

Ad Atene vi è la prima rappresentazione
scenica di un’azione durante gli agoni di
nuova istituzione voluti da Pisistrato
Lo spettacolo prende le mosse
dal canto corale per una divinità
La melica corale
elementi della
comunicazione
lirica corale
mittente
un poeta di professione
destinatario
l’intero corpo civico e i vincitori di
competizioni sportive
occasione
feste religiose e
celebrazioni per vittorie sportive
codice
dorico con elementi epici
canale
canto affidato a un coro con
accompagnamento strumentale
temi
preghiere e invocazioni agli dèi,
celebrazioni di vincitori, festeggiamenti per
matrimoni, compianto per i defunti
I diversi generi della lirica corale
Sulla base della forma metrica, del tema e dell’occasione dei
componimenti si individuano alcuni generi
genere
definizione
inno
canto corale processionale in onore degli dèi, destinato a
solenni feste religiose
peana
originariamente legato al culto di Apollo, è un canto
intonato al momento dell’attacco militare o per celebrare
la vittoria
ditirambo
canto in onore di Dioniso
threnos ed epicedio canti funebri accompagnati dall’aulòs
partenio
componimento cantato e danzato da un coro di fanciulle
iporchema
canto accompagnato da una danza vivacemente mimata
imeneo ed
epitalamio
canti per la cerimonia nuziale: il primo accompagna il
corteo nuziale a casa della sposa, il secondo è il canto
alla finestra della coppia
I ditirambi
I ditirambi sono brevi poemetti lirici di carattere narrativo, con inizio
e fine bruschi; ognuno è caratterizzato da un titolo.
È importante il ditirambo XVIII (Teseo),
perché ha impostazione dialogica:
un coro di Ateniesi dialoga in un duetto
lirico con una voce monodica, Egeo re
di Atene. A lungo si è creduto che
questo componimento testimoniasse
il ditirambo dialogico da cui si sarebbe
evoluta la tragedia (ma è coevo delle
tragedie di Eschilo!).
Teseo uccide il Minotauro
Antecedenti del teatro

Nella società greca arcaica a partire dall’VIII secolo esistevano forme di intrattenimento di
lunga tradizione, probabilmente micenee (danze, acrobati, giochi e competizioni atletiche)
che richiedevano l’individuazione e la preparazione di spazi adatti.
Nell’Odissea (VIII, 256 ss.) si narra della preparazione ed esecuzione di una danza in onore
di Ulisse da parte dei Feaci.
Ma su, voi che siete i migliori danzatori Feaci,
danzate, perché l’ospite racconti ai suoi cari,
Tornato a casa, quanto siamo più bravi degli altri
Nell’arte navale, e a correre, nella danza e nel canto. (…)
Tutti e nove si alzarono gli arbitri scelti
del popolo, che nelle gare preparavano bene ogni cosa,
spianarono un coro, allargarono bene il campo di gara.
S’accostò l’araldo recando la cetra sonora
a Demodoco, ed egli avanzò fino al centro. L’attorniavano
Giovani nel primissimo fiore, esperti di danze:
scandirono coi piedi la danza divina. Ulisse
guardava il balenare dei piedi e stupiva nell’animo.
Tespi fondatore della tragedia
Staccò dal coro un personaggio che al coro
"rispondesse" (ὑποκρίνεσϑαι) divenendo un vero e
proprio attore (ὑποκριτῆς);
 creò la maschera come "finzione" drammatica

(πρόσωπον);

inventò o sviluppò il prologo dialogato e le ῥήσις
Parti della tragedia





- il prologo era la sezione (recitata) che precedeva l'ingresso del coro e
che fino ad Euripide non era fissa. Poteva avere una struttura dialogica o
monologica e conteneva prevalentemente informazioni sugli antefatti del
dramma o indicazioni sullo svolgimento delle vicende e anche sul loro
scioglimento finale.
- la parodo: il nome di questa sezione (cantata) è lo stesso dei due ingressi
laterali attraverso cui il coro entrava in teatro per disporsi nell'orchestra.
Spesso questa parte aveva un andamento anapestico, che riproduceva il
ritmo dato dal passo di marcia.
- gli episodi erano in numero variabile, da tre a cinque, e contenevano lo
svolgimento vero e proprio delle vicende rappresentate.
- gli stasimi erano gli intermezzi corali, collocati tra un episodio e l'altro.
L'evoluzione del testo teatrale andrà nella direzione dell'abolizione del
legame contenutistico tra episodi e stasimi, finché, con la commedia Nuova,
essi non saranno nient'altro che momenti di pausa completamente slegati
dal testo teatrale e interscambiabili.
- l'esodo è il canto di uscita del coro (e ovviamente degli attori), la sezione
dopo la quale, secondo Aristotele, non c'è più azione. Esso segna la fine
della rappresentazione teatrale.
Le "pàrodoi"
Passaggi laterali, spesso lievemente inclinati,
arricchiti da statue e dediche votive. Da quella di
destra, per convenzione, entravano i personaggi
provenienti dalla città, dall’altra di sinistra quelli
che giungevano dalla campagna..
I parasceni
Due strutture laterali, dette paraskhnia
("parasceni"), definivano con maggior
compiutezza l'edificio di fondo, in cui si aprivano
le porte, tre normalmente, a indicare vicine o
lontane provenienze.
Proscenio
Era situato sullo sfondo, sorta di portico che
serviva da scenario, ed una scena (skéné),
costruzione dalla triplice funzione di
scenario, quinte e magazzino.
Atene
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