ANESTETICI GENERALI Gli anestetici generali sono farmaci deprimenti dell’eccitabilità dei neuroni; applicati per ridurre la sensibilità al dolore in modo parziale o totale fino a perdita della coscienza. Lo scopo è di ottenere uno stato di incoscienza e di rilassamento muscolare adatti per un intervento chirurgico. Una tipica successione di eventi in funzione del dosaggio utilizzato è il seguente: TABELLA 1. Stadi e Segni fisiologici dell'anestesia 1° Stadio 2° Stadio 3° Stadio 4° Stadio Analgesia, depressione dei centri corticali. Per piccoli interventi Delirio, disinibizione con eccitazione e moti non volontari dovuta alla depressione dei neuroni inibitori Anestesia chirurgica I.Piano: Perdita riflessi spinali II.Piano: Riduzione riflessi muscolari III.Piano: Paralisi muscoli intercostali IV.Piano: Scomparsa del tono muscolare Paralisi respiratoria e circolatoria, per depressione dei centri bulbari, spesso irreversibili. Nella figura sono riportate le modificazioni funzionali che possono accompagnare i vari stadi e piani dell'anestesia e che sono utilizzate come indicatore del grado di analgesia raggiunto. In neretto è indicato il migliore intervallo per l'intervento, diagnosticabile dalla perdita dei movimenti oculari; in questo stadio si produce un discreto miorilassamento e la respirazione, principalmente diaframmatica, è ancora regolare. I vari stadi sopra descritti non sono sempre osservabili con i vari anestetici. Ad es. l'etanolo, anticamente usato come anestetico pochissimo efficace, è quasi privo di effetto analgesico, ma possiede uno stadio di delirio lungo e intenso (la tipica ebbrezza euforica), un breve 3° stadio che precipita rapidamente alla fase di difficoltà respiratoria con coma (cioè, l'etanolo presenta un bassissimo indice terapeutico). Con i moderni "coctail" anestetici si cerca di ridurre al minimo il 2° Stadio, di giungere rapidamente all'analgesia chirurgica con dosi molto più basse di quelle che producono l'arresto respiratorio. Classificazione: 1- Anestetici gassosi e volatili o per inalazione 2“ endovenosi 3- Coadiuvanti: Preanestetici e Miorilassanti 4- Neuroleptoanalgesia 102 Anestetici Gassosi e Volatili Vengono mescolati e vaporizzati nell'aria respiratoria (aria, ossigeno e anidride carbonica in opportune proporzioni) e quindi somministrati per via polmonare mediante sistemi a circuito chiuso. La concentrazione di anestetico in fase gassosa e nel sangue viene valutata ed espressa in pressione parziale. L' attività viene espressa in MAC ( minima concentrazione alveolare per indurre insensibilità ad un certo stimolo dolorifico nel 50% dei soggetti). Inoltre un buon anestetico deve dare: a) rapida induzione di anestesia; b) rapido risveglio; c) eliminato rapidamente ed il più possibile attraverso il polmone in forma inalterata. A intervento concluso, la permanenza prolungata nel sangue e, in maggior misura, il deposito nei tessuti adiposi (cerebrale, epatico e sottocutaneo) aumentano gli effetti tossici e la estensione del metabolismo che spesso produce derivati molto tossici. Caratteristiche chimico fisiche di un anestetico polmonare sono quindi: a- Elevata lipofilia, per attraversare efficacemente le membrane biologiche. Elevata lipofilia e bassa tensione di vapore (bassa volatilità) per raggiungere elevate concentrazioni nel tessuto nervoso. Questi fattori aumentano la potenza. b- Gassoso o elevata tensione di vapore (basso punto di ebollizione o alta volatilità) se liquido così da raggiungere elevate concentrazioni alveolari, da diffondere rapidamente nel sangue e, soprattutto, di essere eliminato rapidamente per via polmonare a fine anestesia. Questi fattori determinano rapidità dell'anestesia e del risveglio. c- Basso rischio di tossicità: acuta per il paziente e cronica per il personale medico. d- Non infiammabile. GASSOSI Protossido o sottossido di azoto, chiamato dai primi scopritori gas esilarante per l'euforia indotta durante il 2° Stadio. Scoperto verso il 1850. La struttura elettronica è simile a quella dell'azoto molecolare che, con un doppietto elettronico libero, dà legame dativo con un atomo di ossigeno. La molecole è isoelettronica o isostera con quella del biossido di carbonio e ha quindi in comune le proprietà deprimenti dell'eccitabilità neuronica (vedi inibitori dell'anidrasi carbonica come anticonvulsivanti, Cap. 14): .. N N N N O N N O .. oppure: .. N N O .. .. O .. C O Si prepara per ebollizione in acqua di nitrato di ammonio. L'azoto 3- dell'ammonio si ossida a 0 e quello 5+ del nitrato si riduce a 2+, scambiandosi tre elettroni: 3- 5+ NH4NO3 D 0 2+ N N O + H2O 3e L' N2O per il fatto di essere gassoso e di essere dotato di una discreta polarità è poco potente e produce scarso miorilassamento, ma dà rapidi induzione e risveglio ed è sicuro perché non infiammabile e poco tossico, viene quasi completamente eliminato inalterato per via polmonare. Attualmente è usato in associazione con gli anestetici fluorurati e/o endovenosi. Ciclopropano: più efficace del protossido d'azoto per la più alta lipofilia e, quindi, più alto coefficiente di ripartizione Olio/Acqua, atossico, ma è infiammabile e forma miscele esplosive con l'aria. In passato usato per un lungo periodo ora abbandonato. Analoga 103 efficacia è posseduta da altri idrocarburi gassosi o a basso punto di ebollizione in particolare il propilene e l'etilene. LIQUIDI (volatili) Come si può osservare dalla Tabella 1 il coefficiente di partizione olio/acqua è fortemente influenzato dalla volatilità (o temperatura di ebollizione o tensione di vapore): per composti poco polari minore è la volatilità, più elevato è il peso molecolare e quindi le forze di London fra olio e composto, più elevato il coefficiente di partizione e la potenza anestetica. Etere etilico. CH3CH2-O-CH2CH3. Ha avuto molto successo ed è stato lungamente usato. Più potente degli anestetici gassosi per la minor volatilità. Liquido con punto di ebollizione di 37°C, più facile da manipolare e da dosare dei gas e di pronta evaporazione, relativamente poco tossico. Abbandonato per la lenta induzione e ancor più lento e fastidioso risveglio, ma soprattutto perché incendia e esplode in miscela con aria. N.B. Formazione di perossidi esplosivi ....................... Cloroformio: CHCl3 , triclorometano, usato nello stesso periodo ed in alternativa all'etere etilico nei paesi tropicali per il più elevato punto di eboll. (62°C). Un altro vantaggio è di essere difficilmente infiammabile. Ma per il resto è notevolmente svantaggioso, soprattutto per la tossicità epatica e cardiaca. Già per esposizione alla luce solare genera un pericoloso veleno il fosgene o dicloruro dell'acido carbonico, un potente agente acilante. Questa decomposizione si rallenta fortemente conservando il liquido in bottiglie scure e per aggiunta di una piccola percentuale di etanolo (EtOH) che blocca il fosgene per dare carbonato dietilico e parzialmente blocca anche l' HCl per dare cloruro di etile; purtroppo non si può porre riparo alla tossicità del fosgene e HCl prodotti per via metabolica (vedi dealogenazione metabolica Cap. 8): Cl Cl C Cl Cl h oppure Cl H CYP450 Cl radicale EtOH C Cl C H2O H Cl C Cl OH gem-aloidrina Cl H O + Cl EtO Cl + Cl Cl cloroformio EtOH OH oppure C O fosgene O + 2HCl EtOH + HCl EtCl + H2O EtO Nel caso precedente in vitro da dove vengono gli OH rad e dove vanno gli H rad ???. oppure attraverso perossidi: 104 O2 O2 Cl H2O Cl h h Cl C Cl C Cl Cl O Cl C O + H Cl Cl H Cl H Cl C Cl OH Cl OH. Cl Cl O Cl Cl OH Cl Cl C C Cl Cl Cl Cl Cl In ogni caso la notevole attività del cloroformio ha stimolato la ricerca nel campo degli alogenoderivati. La presenza di atomi di alogeno legati covalentemente al carbonio aumenta fortemente la lipofilia. Il cumulo di atomi di alogeno sullo stesso carbonio o su carboni adiacenti riduce drasticamente la reattività verso i nucleofili: aumenta la stabilità all'idrolisi e le proprietà alchilanti, riducendone la tossicità. Difatti nelle SN1 la stabilità del carbocatione diminusce con l'aumento di atomi di alogeno secondo l'ordine: CH3+ > XCH2+ > X2CH+ > X3C+ >> CX3-CX2+ Mentre la reattività nelle SN2 viene ridotta dall'impedimento sterico essendo l'alogeno molto più voluminoso dell'idrogeno. Infine, sfruttando la maggior energia del legame fluorocarbonio 1, sono stati scoperti composti polifluorurati molto efficaci e relativamente sicuri come anestetici. Tuttavia, il cumulo di atomi di alogeno non diminuisce la reattività nelle reazioni radicaliche, come, appunto, l'ossidazione da parte del Citocromo P450. In ogni caso la quantità biotrasformata in metaboliti tossici è trascurabile nei termini più volatili (basso p.e.) ma aumenta considerevolmente con l'aumentare del punto di ebollizione e con la stabilità dei radicali intermedi (vedi Tabella 1). Alotano. E' un alo etano: CF3-CHBrCl, non è infiammabile. E' dotato di buona attività (MAC 0,77) ma la presenza di Br lo rende sensibile ai nucleofili: attacca le apparecchiature ed è epatotossico. Il Br- è un ottimo gruppo uscente sia per il legame più debole di Cl e F con il carbonio sia perché più polarizzabile di Cl- e di F- per le più grandi dimensioni. Ora è stato sostituito dai aloderivati eterei che vedremo. Viene metabolizzato per ca. il 20% secondo il seguente schema (vedi anche Cap. 8): Cl catal. F3C C H Br Cl F3C C radicalica Br H2O Cl F3C C O Br H - Br- H+ Cl F3C C O OH + H2O - HCl F3 C C O Il cloruro dell'acido trifluoroacetico è un potentissimo agente acilante e, in alternativa all'idrolisi, potrebbe reagire con gruppi amminici di proteine, enzimi e DNA innescando reazioni allergiche, tossicità epatica, cardiaca … mutagenesi e carcinogenesi. 1 L'energia del legame diminuisce nell'ordine: C-F >> C-Cl > C-Br > C-I. Il motivo è che gli elettroni 2p del carbonio danno la maggior sovrapposizione con gli elettroni di valenza 2p del F, avendo analoga dimensione. L'entità della sovrapposizione diminuisce con i 3p del Br e ancor più con i 4p dello I. 105 Metossifluorano. Cl2CH- CF2-O-CH3 . E' notevole la sua attività: MAC 0,16 ma è troppo esteso il suo metabolismo e quindi la sua potenziale tossicità. Attualmente non viene usato in anestesia. Ciò può essere attribuito alla sua scarsa volatilità (p.e. 105°C), quindi accumulo nei tessuti e più lenta eliminazione per via polmonare, e alla presenza del gruppo metossilico, dove il CH3 rende stabile per iperpolarizzazione il radicale catione all' ossigeno: H Cl2CH-CF2 catal. O C H + Cl2CH-CF2 radicalica H H - H O C H Cl2CH-CF2 + O C H H H H + Cl2CH-CF2 O C H Cl2CH-CF2 + O C H H H + H2O radicale catione stabilizzato per iperconiugazione + - H+ H OH O C H Cl2CH-CF2 Cl2CH-CF2 H H semiacetale ...... - O=CH2 F fluoruro acilico tossico O C H - HF Cl2HC C O F Cl2HC C O H F Defluorano. F3-CH(F)-O-CHF2 E' il meno tossico, ma anche il meno attivo dei fluorurati per la sua più elevata volatilità. Viene eliminato quasi completamente inalterato per via polmomare. Si noti la bassa percentuale di metabolismo (0,02 %). L'assenza di di alogeni diversi dal fluoro rende il peso molecolare contenuto e maggiore stabilità alla molecola. Enflurano: Cl(F)HC-CF2-O-CHF2 Isofluorano: F3C- CH(Cl)-O-CHF2 Sevofluorano: (CF3)2CH-O-CH2F . Questi ultimi tre hanno caratteristiche intermedie fra i due precedenti e sono i più usati come anestetici per inalazione associati o in alternanza con il protossido di azoto. Metabolismo: v. Foye Tabella 1. Partizione MAC Metabolismo e alcune proprietà fisiche Anestetico Metossifluorano Alotano Enflurano Isofluorano Sevofluorano Desfluorano Ossido Nitroso p.e. °C 105 50 56 48 58 23 -88 Partizione olio/gas 970 224 98 91 53 19 1 Partizione sang./gas 12.0 2.3 1.2 1.4 0.6 0.4 0.5 MAC 0.16 0.77 1.70 1.15 1.71 6.00 104.00 MAC + N2O (60-70%) 0.07 0.29 0.60 0.50 0.66 2.83 ---- % metab. 50.0 20.0 2.4 0.2 4-6 0.02 0.004 NOTA. A questo punto ci si chiede, se il punto debole nell'ossidazione radicalica è il legame C-H , perché non si usano perfluoro idrocarburi o perfluoro eteri ? Analogamente, perché sono stati usati gas reattivi come il ciclopropano, etilene o propilene, mentre hanno avuto poco successo etano, propano o butano ? Si potrebbe pensare che la grande stabilità di questi composti porta ad un accumulo della frazione non espirata, perché molto stabile verso la degradazione metabolica ? 106 MECCANISMO D'AZIONE DEGLI ANESTETICI POLMONARI. Il meccanismo d'azione degli anestetici gassosi non è ancora conosciuto con chiarezza. Di sicuro si conosce che inibiscono la conduzione dell’ impulso nervoso soprattutto fra neurone e neurone e quindi a livello delle sinapsi. Sono state ipotizzate varie teorie: Perturbazione aspecifica della organizzazione del doppio strato fosfolipido delle membrane cellulari prodotta da sostanze altamente lipofile. A sostegno di questa teoria sta il fatto che l'anestesia è prodotta da composti con caratteristiche fisico-chimiche molto differente con in comune principalmente un elevato coefficiente si ripartizione olio/acqua. In alcune classi di composti l'attività anestetica (MAC) aumenta con l'aumentare della lipofilia. Così, proprietà anestetiche più o meno rilevanti sono possedute da molti gas apolari compreso i gas nobili e la CO2, solventi apolari e olii esenziali. La disorganizzazione del bilayer potrebbe essere parzialmente responsabile di alterazioni di permeabilità dei vari canali ionici: voltaggio dipendenti o operati da neurotrasmettitore. Interazione con tasche idrofobiche presenti in determinate proteine di membrana con conseguente alterazione dell'attività di proteine recettoriale o canale associate alla membrana stessa. In particolare potrebbero essere inibiti i recettori ionotropi del glutamato. Essendo il glutammato il principale neurotrasmettitore eccitatorio, il blocco della sua attività produce una forte depressione psicomotoria. Più complesso potrebbe essere l'azione degli anestetici gassosi sulle teminazioni sinaptiche inibitorie, come quelle GABAergiche (v. Cap. 13): queste in un primo momento, alle basse concentrazioni di anestetico, vengono inibite, producendo i fenomeni eccitatori che caratterizzano il 2° Stadio dell'analgesia; concentrazioni più elevati di analgesico sembrano stimolare i recettori del GABA. Così, la stimolazione di un recettore inibitorio produce depressione dell'eccitabilità, che si va a sommare a quella prodotta dalla depressione dei recettori del glutamato. PREANESTETICI. Ansiolitici (miorilassanti). Tipici composti provvisti di azione ansiolitica e debolmente miorilassante sono le benzodiazepine (v. Cap. 13). Fra queste più usate sono: Diazepam. Per via orale, essendo insolubile in acqua e non salificabile. Poichè non è somministrabile per via parenterale, non può raggiungere concentrazioni ematiche elevate. Lorazepam, orale e parenterale. Midazolam cloridrato, solubilissimo in acqua quindi facilmente somministrabile per iniezione. N.B. Il flumazenil, antagonista delle benzodiazepine, viene talvolta utilizzato per interrompere la eccessiva sedazione postoperatoria indotta da benzodiazepine. Antistaminici, tipo difenidramina (v. Cap. 21) e Neurolettici fenotiazinici (v. Cap. 15) possono essere sfruttati per la loro azione collaterarale comune: la sedazione. I primi riducono anche evetuali reazioni allergiche prodotte dagli anestetici. Butirrofenoni (potenti neurolettici non sedativi; v. Cap. 15) e/o Analgesici (v. Cap. 12) fra loro sinergici ai fini di ridurre la sensibilità dolorifica, riducono notevolmente il dosaggio di altri anestici generali (v. più avanti: neuroleptoanalgesia) Miorilassanti. per indurre uno stato di rilassamento muscolare richiesto in molti interventi chirurgici. Si usano miorilassanti periferici o curari trattati nel Cap. 20. Antiemetici … 107 ANESTETICI GENERALI ENDOVENOSI Hanno azione più rapida e gradevole rispetto ai polmonari. Si possono usare in associazione a protossido d'azoto e con i preanestetici sopra elencati. Barbiturici (v. Cap. 13). Qui di fianco è riportato il più utilizzato: tiopentale sodico o tipentone sodico. Per possedere le caratteristiche richieste per l'anestesia devono avere: solubilità in acqua, per essere somministrati per via endovenosa;. quindi sono usati sotto forma di sali di sodio. rapida induzione, cioè altamente lipofili. Un incremento di lipofilia rispetto ai normali barbiturici per uso sedativo è raggiunta: 1. sostituendo l'ossigeno sul C2 con lo solfo. Il legame C=S è molto meno polare del C=O e lo S ha un peso atomico doppio dell’ossigeno 2. inserendo un metile su uno dei due atomi di azoto. Ciò produce forte riduzione di acidità (vedi Cap. 13a) e la perdita del gruppo idrofilo N-H ammidico. durata d'azione ultrabreve. Raggiunta inserendo in C5 un radicale ramificato o insaturo, perché questi vengono facilmente ossidrilati dal CYP450 e quindi rapidamente eleiminati come glucoronidi o solfati. Antagonisti del glutamato: Ketamina. Logicamente la ketamina si trova in forma di cloridrato, così da potersi sciogliere in acqua ed essere iniettata per una pronta risposta. Si noti la somiglianza della molecole con quella della Cl O fenciclidina, un potente analgesico oppiaceo. E’ H N N presente un carbonio chinale e l'isomero S(+) è CH3 da tre a cinque volte più potente del R(-). Viene usata in associazione con una benzodiazepina. Fenciclidina Ketamina Per il meccanismo d'azione si veda il paragrafo "Recettori del Glutammato". Principalmente indicata su bambini. Metabolismo: Ndemetilazione e ossidrilazione dell’anello cicloesanico Propofololo: Degno da ricordare è il meccanismo d'azione: produce anestesia per potenziamento dell'attività del GABA, il neurotrasmettitore inibitorio più diffuso nel SNC. Si deve somministrare in soluzione oleosa perché insolubile in acqua e non salificabile. OH (CH3)2CH CH(CH3)2 Neuroleptoanalgesia. Si utilizza l'associazione di un potente neurolettico (droperidolo cloridrato) con un potente analgesico (fentanil citrato); questa provoca uno stato di tranquillità con ridotta attività motoria, ridotta ansietà e indifferenza all'ambiente esterno. Non si perde necessariamente lo stato di coscienza, perciò il paziente è in grado di collaborare. E' particolarmente indicata su soggetti cardiopatici o anziani. 108 HOOC H N CH2 HOOC C OH H3C O N HOOC O CH2 O Cl N N N H F Fentanil citrato Droperidolo cloridrato 109 RECETTORE DEL GLUTAMMATO Sinapsi eccitatorie Il glutammato è il neurotrasmettitore eccitatorio più diffuso nel SNC. Analoghe proprietà possiede l'aspartato, ma è molto meno diffuso e conosciuto (altri AA bicarbossilici più rari sono l'omocisteato e il chinurenato). In generale si può affermare che aminoacidi bicarbossilici generano risposte recettoriali eccitatorie e, al contrario, AA monocarbossilici come il GABA, la glicina e la taurina generano risposte recettoriali inibitorie. La scoperta del ruolo neurotrasmettitore degli AA è relativamente recente per le difficoltà implicite nel dimostrare questa loro attività, perché gli AA sono normali costituenti cellulari coinvolti nella sintesi e nel catabolismo delle proteine. Tuttavia una elevata concentrazione di AA e del sistema enzimatico richiesto per la loro biosintesi in cellule neuronali e la scoperta di antagonisti (e agonisti) permettono di ottenere prove validanti di queste particolari proprietà. Caratteristiche di un neurotrasmettitore: 1. Biosintesi nel soma del neurone 2. Trasporto e Accumulo nelle vescicole presinaptiche 3. Liberazione atraverso stimolo elettrico (chimico o meccanico) 4. Legame con i recettori sinaptici 5. Rapida terminazione degli effetti a livello recettoriale. Biosintesi del glutamato: L’acido glutammico è un AA non essenziale, quindi sprovvisto di un carrier specifico per poter attraversare le membrane. Quello dietetico non oltrepassa la BEE e deve essere biosintetizzato in tutte le cellule. Le vie biosintetiche principali sono le seguenti: 1. da ac. chetoglutarico per intervento di transaminasi e piridossal fosfato 2. da glutamina per idrolisi 3. da ornitina H2N-CH2-CH2-CH2-CH(NH2)-COOH alfa deamminazione ciclizzazione - isomerizzazione - idrolisi - deidrogenazione Ciclo di Krebs H2NOC.CH2.CH2.CH(NH2).COOH glutaminasi (via princip.) R CH2 NH2 Ammina o aminoacido CH2COOH + CH2 C COOH O Transaminasi CH COOH CH2CHO Transaminasi 4. + R CH=O NH2 Aldeideossidasi CH2 CH COOH NH2 Ornitina CH2COOH CH2 CH COOH catabolismo CH2CH2.NH2 CH2 NH3 NH3 NH2 Semialdeide glutammica Accumulo vescicolare: ATP dipendente 110 ridotto in ipossia, ipoglicemia, ictus ↓ aumento glutamato extracellulare → morte neuronica eccitotossicità 2 Terminazione del segnale: riassorbimento (proteine trasportatrici) Ruolo COENZIMATICO della B6 Un AA cede NH3 alla B6 e si trasforma in a-chetoacido (reazione verso destra) R C COOH H -- O PO3 HO N NH2 H3C N + H NH H2O CH CH CH HO O R C COOH R C COOH R CH COOH CHO O -PO3 HO O -PO3 -- O PO3 HO N + H3C Vit B 6 + Aminoacido N H3C H H Base di Shiff N Struttura chinonica H3C N Chetoacido + Immina di Vit B 6 Un Chetoacido riceve NH3 alla B6 e si trasforma in AA (reazione verso sinistra) RECETTORI per il GLUTAMATO Localizzati su tutte le regioni del SNC A canale ionico: ionotropi influsso Ca2+ ( sottotipo NMDA) influsso Na+ (sottotipi : AMPA e Kainato) potenti effetti eccitatori rapidi o classici eccitotossicità morte neuronale Associati a proteina G: metabotropi 2 risposte lente di modulazione dell’ attività ionotropa neuroprotezione Concentrazioni di glutamato:Elevate nei neuroni glutaminergici : 10 mM Elevatissime nelle vescicole presinaptiche : 100 mM Bassissime in liquidi extra e cefalo_rach : 1-5 M 111 integrazione stimoli sensitivi, visivi, pressori, dolorosi Oss. Nitrico Sintasi NO : importante mediatore dello stato di coscienza: a) Attiva la guanilciclasi cGMP che induce: fosforilazione di proteine fosfodiesterasi apertura di canali ionici b) diffonde nei neuroni circostanti all’ erta c) diffonde nella rete capillare vasodilatazione Inibitore della NOS : L-nitroarginina metilestere 112 Recettori per il glu (Poletti pg. 268) Recettori ionotropi: risposta a breve termine; aprono canali ionici AMPA: acido -amino- -(3-idrossi-4,5-diidro-5metil.imidazol-4-il)-propionico aumento permeabilità Na+ H3C O N OH H2N COOH NMDA: N-metil-D-aspartato aumento permeabilità del Ca2+ O OH H2N COOH Recettori Metabotropi: Associati a proteine G Risposta a lungo termine Attivazioni (I) / inibizionio (II-III) metaboliche 2° messaggero: fosfolipasi C IP3 fosfolipasi B ac. arachidonico adenilato ciclasi Tossicità: Epatotossicità: es. alotano casi 1 /10.000-30.000 proporzionale a entità metabolismo Trifluroacetilazione di proteine: antigene - anticorpo Sensibilità crociata Nefrotossicità: collegata alla liberazione di ioni fluoruro (metossifluorano) Ipertermia maligna: Contrazioni muscolari incontrollate con produzione di calore 1:14.000 Fatale se non trattata immediatamente 113