Scienza Il Big Bang dell’evoluzione La vita in un batter d’occhio N el periodo Cambriano, all’incirca 530 milioni di anni fa, il regno animale cambiò faccia. Gli studiosi definiscono questo evento “Esplosione cambriana”, o Big Bang della vita. Prima che si verificasse gli animali erano tutti invertebrati a corpo molle, simili a vermi, ed erano così da almeno 300 milioni d’anni. Poi, in meno di 5 milioni di anni, un batter d’occhio in scala geologica, quasi tutti i principali gruppi animali oggi presenti sulla Terra si svilupparono, si dotarono di parti dure, scheletri e corazze, si vestirono di luci e colori. La grande domanda è: perché? Che cosa ha innescato la miccia? La light switch theory, la teoria dell’interruttore della luce, ritiene che responsabile principale di questo evento sia stata l’evoluzione di un organo molto particolare: l’occhio. Fino ad allora il mondo era praticamente cieco. L’evoluzione di un predatore capace di vedere le sue prede avrebbe innescato una Quando arriva la vista il destino degli animali cambia: è la svolta epocale che porterà fino a noi. Un biologo racconta perché potrebbe essere andata così D I A N D R E W P A R K E R Biologo marino-ricercatore della Royal Society a Oxford >> ROMPICAPO Uno dei fossili più strani del Cambriano, ritrovato nel sito canadese di Burgess Shale, è l’Hallucigenia, un intrico di aculei senza capo né coda. Ci vollero anni di studi per dargli una ricostruzione attendibile (nel disegno a sinistra). Hallucigenia è una delle tante bizzarre forme di vita emerse durante l’esplosione cambriana. 28 QUARK (60) (60) QUARK 29 S C I E N Z A I L B I G B A N G D E L L’ E V O L U Z I O N E SUPERPREDATORE Uno dei cacciatori più terribili dell’esplosione cambriana fu senz’altro l’Anomalocaris, lungo fino a un metro. I suoi resti fossili sono stati trovati a Burgess Shale, ma ci è voluto un po’ di tempo per rimetterli insieme nel modo corretto. Le appendici boccali capaci di afferrare le prede (a sinistra) sono state a lungo credute una nuova specie di gamberi senza testa. In realtà si inserivano nella parte frontale del corpo (in basso), che era dotato di una vigorosa coda per agevolare il nuoto. Anomalocaris era anche dotato di occhi ben sviluppati, le appendici laterali nella parte destra del fossile. >> serie di pressioni selettive capaci in breve tempo di rivoluzionare l’aspetto dei mari (dove allora era confinata la vita) e mettere le basi per ogni successivo sviluppo. UN BUCO DA RIEMPIRE I fossili ci dicono che 540 milioni di anni fa un animale sviluppò occhi che formavano immagini. Il caso volle che fosse un trilobite, lontano parente dei ragni e dei gamberi. Presto avrebbe sviluppato anche l’abilità di nuotare, zampe e apparato boccale forti e prensili, diventando così un predatore attivo. Il primo predatore attivo sulla Terra capace di vedere. Per gli animali si accendeva final- mente la luce (prima di questo evento la luce del sole poteva essere percepita da semplici fotorecettori, ma non poteva essere usata dagli animali per ritrovarsi o riconoscersi). Ebbene, secondo la “teoria dell’interruttore della luce”: l’arrivo della visione ha scatenato l’esplosione del Cambriano. La reazione delle prede a un simile potentissimo predatore infatti sarebbe stata la più varia e immediata, pena la sopravvivenza. Si svilupparono corazze, armi di difesa, nuovi comportamenti, colori mimetici e di avvertimento, nuove strutture, nuovi piani anatomici. Da 3 phyla animali allora esistenti (le grandi famiglie in cui viene suddiviso il mondo animali in base alla organizzazione interna degli organismi come per esempio artropodi, molluschi, cordati...),si passò a 38, lo stesso numero dei phyla oggi presenti sulla Terra. Ma quali prove abbiamo che questo sia davvero successo? E quanto tempo esattamente è passato tra l’emergere dell’occhio e il Big bang dell’evoluzione? Solo i fossili possono dare una risposta a questo quesito. E a darci manforte ci sono da tempo i famosi fossili di Burgess Shale. Questi fossili, scoperti circa cento anni fa sulle Montagne rocciose canadesi, rappresentano un’intera comunità di animali del Cambriano. Sepolti in gruppo da una frana di fango, forniscono una foto pietrificata della comunità vivente dell’epoca, con tutti gli stili di vita a portata d’inquadratura. Ma “quell’epoca” erano 515 milioni di anni fa ovvero circa 15 milioni di anni dopo l’arrivo della visione. Un buco temporale troppo lungo per stabilire una netta relazione causa/effetto tra l’esplosione della vita e il primo sguardo sul mondo. LA PROVA CINESE Per rafforzare la “light switch theory”, quel buco doveva essere colmato e iniziò così la ricerca di nuovi fossili. Fossili più antichi di quelli di Burgess Shale e che mostrassero già i segni dell’Esplo- sione cambriana. Finalmente, proprio quest’anno un gruppo di paleontologi britannici, cinesi e svedesi ha pubblicato una relazione congiunta su diverse spedizioni effettuate nel Sud-Ovest della Cina, nelle colline e nei laghi della provincia dello Yunnan, la regione in cui sono stati trovati i fossili di Chengjiang. I fossili di Chengjiang rivaleggiano con quelli di Burgess Shale fin dal rinvenimento del primo esemplare avvenuto nel 1984 per il fatto che sono altrettanto ben conservati, al punto da rivelare anche le spine più fini, sottili come aghi, di alcuni animali. Ora i lavori degli studiosi britannici, cinesi e svedesi mostrano che questi reperti reggono il confronto con quelli di Burgess Shale anche per la varietà di forme viventi. Forniscono infatti un’ulteriore istantanea della vita del Cambriano, datata questa volta 525 milioni di anni fa. Ora sappiamo che l’Esplosione cambriana è avvenuta appena dopo l’introduzione della visione. Era la prova che cercavamo. UN INSOLITO ZOO Quali animali sono rappresentati nei fossili di Chengjiang? Organismi talmente particolari e strani da non poter essere, a volte, classificati in nessuno dei gruppi di viventi che esistono oggi. Appaiono come le forme di vita più bizzarre che ci si possa immaginare. La SCAVI IN CINA Operai al lavoro nel sito fossilifero di Chengjiang, la località nella provincia dello Yunnan dove è emersa una straordinaria serie di fossili di 525 milioni di anni fa, la prova che lega l’esplosione cambriana alla comparsa dell’occhio e alla capacità di vedere. Alcuni animali di Chengjiang sono identici a quelli di Burgess Shale, altri appartengono a specie sconosciute fino alla scoperta del sito, avvenuta nel 1984. Lo Jianfengia, ad esempio (in alto a sinistra), lungo appena 1,5 cm, era dotato di una batteria di zampe e, vicino alla bocca, di appendici per catturare il cibo. Il Mitrodictyon (in alto a destra), lungo 2,5 cm, era dotato di nove scudi cornei ovali disposti lungo il corpo. La loro funzione resta assolutamente misteriosa. 30 QUARK (60) >> >> (60) QUARK 31 S C I E N Z A I L B I G B A N G D E L L’ E V O L U Z I O N E ■ Il Big Bang della vita che si verificò nel Cambriano, intorno a 530 520 milioni di anni fa, fu davvero un fatto eccezionale, se si pensa alla lunga storia precedente, in cui per miliardi di anni la vita stentò a decollare. Le prime tracce fossili della presenza di forme viventi sulla Terra risalgono a circa 3,5 miliardi di anni e appartengono a lunghi filamenti di batteri. Allora l’atmosfera era completamente diversa da quella attuale, ma alcuni di questi batteri, in grado di assorbire anidride carbonica e produrre ossigeno, cominciarono poco a poco a modificarla. ■ Ma gli albori del pianeta furono anche tempi di grandi cambiamenti geologici e climatici, caratterizzati da lunghi periodi di clima molto freddo e continue glaciazioni. Soltanto 1 miliardo di anni fa cominciarono quindi a comparire forme di vita più LA VITA Tra i 3,9 e i 3,5 miliardi di anni fa compaiono le prime, semplici forme di vita unicellulari. GLI OCEANI 4,6 miliardi di anni fa la Terra si raffredda e gli oceani cominciano a condensarsi. Dai batteri fino alla svolta decisiva La lunga lotta della vita per la sopravvivere complesse, multicellulari e organizzate. I primi esempi noti sono quelli della cosiddetta fauna di Ediacara, fossili di animali molli, simili a lumache, che frugavano il fondo degli oceani in cerca di nutrimento. 4 MILIARDI DI ANNI FA ■ Questi animali si differenziarono 2 MILIARDI DI ANNI FA dai batteri tra 1 miliardo e 800 milioni di anni fa, come è stato dimostrato da studi su materiale genetico comune a tutte le cellule viventi. Quegli antichi, primitivi animali conducevano però una vita a basso dispendio di energia, poco attiva, finché improvvisamente non si verificò l’esplosione Cambriana. La tavola mostra (in rosso) le specie più rappresentative ricostruite dai fossili canadesi di Burgess Shale, da quelli cinesi di Chengjiang e dai ritrovamenti fatti in Groenlandia nel sito di Sirius Passet, scoperto nel 1984, dopo le tappe principali dello sviluppo della vita sul nostro pianeta (in giallo). Riccardo Oldani PIKAIA Cordato trovato a Burgess Shale, progenitore di pesci, rettili e mammiferi; 3,8 cm. AMISKWIA Trovato a Burgess Shale; lungo 2 cm. Forse era un verme, ma la sua classificazine è incerta. ANOMALOCARIS Forse era un artropode. Lungo fino a 1 m. SPUGNE Trovate sia a Burgess Shale sia in Cina. Ancora presenti negli oceani. 540 MILIONI DI ANNI FA Inizio del Cambriano 1 MILIARDO DI ANNI FA MULTICELLULARI Tra 1 miliardo e 600 milioni di anni fa la vita si sviluppa sempre più in forme multicellulari. Ma rimane confinata a dimensioni molto ridotte. FAUNA DI EDIACARA I primi esseri viventi complessi. XIANGUANGIA Cina, non classificato. DINOMISCHUS Non classificato; da 2 10 cm. BRACHIOPODI Ancora presenti negli oceani; da 1 a 10 cm. KERYGMACHELA Forse un artropode, dalla Groenlandia; 17 cm. FACIVERMIS Non classificato; era lungo 2,5 cm. HALKIERIA Simili a lumache con due conchiglie. Uno dei fossili del sito di Sirius Passet in Groenlandia; 5 cm. BURGESSOCHAETA Un anellide, parente dei lombrichi; 2,5 cm. HYOLITE Forse un mollusco; 3,8 cm OPABINIA Non classificato; lungo 6,3 cm ELDONIA Potrebbe essere un echinoderma, parente dei ricci di mare; 10 cm. CANADASPIS Uno dei primi crostacei; 7,6 cm. OTTOIA Un verme priapulide lungo 7,6 cm. Suoi parenti vivono ancora oggi sui fondali marini. WIWAXIA Forse un verme polichete, forse un mollusco; 4,5 cm. L’OSSIGENO Da 2,1 a 1,9 miliardi di anni fa l’azione dei batteri modifica l’atmosfera e la arricchisce di ossigeno. 3 MILIARDI DI ANNI FA ODONTOGRIPHUS Lungo 6 cm, non è stato classificato in nessun gruppo noto di animali. 32 QUARK (60) I BATTERI Intorno a 2,5 miliardi di anni fa il mondo è dominato dai batteri. AYSHEAIA Forse un artropode; lungo 5 cm. SANCTACARIS Artropode, progenitore dei ragni; 10 cm. TRILOBITE Artropode; lungo fino a 70 cm. (60) QUARK 33 S C I E N Z A I L B I G B A N G D E L L’ E V O L U Z I O N E PRESENTE E PASSATO Quattro onicofori intrecciano i loro corpi sinuosi. Questi animali, simili a vermi, vivono nei terreni umidi di boschi tropicali. Sono i diretti discendenti di specie vissute nel Cambriano, come Aysheaia (nella pagina a fianco), uno degli straordinari fossili di Chengjiang. >> Choia è una spugna, ma sembra un mi- nuscolo cappello tradizionale cinese con aghi che irradiano dai bordi. Il Xianguangia è un parente della medusa e dei coralli d’oggi, ma assomiglia a un polpo che sta fisso a testa in giù con i tentacoli che ondeggiano sopra. Il Microdictyon, un “verme di velluto”, appare come un bruco che cammina su lunghe gambe con file di scudi che gli proteggono il corpo dagli attacchi dall’alto.Gli artropodi, a cui appartengono crostacei e insetti, sono ben rappresentati nei fossili di Chengjiang. Alcuni hanno la forma di caschi da ciclista. Ma il più inconsueto è forse l’Occacaris, che può essere descritto solo come una specie di granchio con un paio d’occhi a goccia, strane antenne a forma di corna, “mani” antropomorfe e una coda di pesce sporgente dal guscio. Esistono anche esemplari enigmatici, tanto insoliti da rendere impossibile indovinare a quale gruppo animale potessero appartenere. C’è un fossile che pare semplicemente una palla di spine, un altro fatto come un disco con attaccata una penna, un mezzo verme e mezzo calamaro e ancora un pennacchio con una lingua di camaleonte (si veda la tavola nelle pagine precedenti). 34 QUARK (60) L’Anomalocaris, uno degli animali più strani, si presenta come una seppia corazzata, con due arti appuntiti, ed è insolito anche per le dimensioni. A differenza della maggior parte dei suoi vicini, che misuravano soli pochi stentati centimetri, questo animale cresceva fino a oltre un metro. Con i suoi i grandi occhi e la forma idrodinamica che dà un’idea di velocità era probabilmente uno dei più temibili predatori del Cambriano. C’è invece un animale, il Myllo- kunmingia che può essere posizionato senza problemi in un gruppo animale conosciuto e anche molto vicino a noi: i cordati. In effetti è il primo cordato (cioè il primo animale dotato di spina dorsale), il primo antenato noto dell’uomo. Un suo cugino di 10 milioni di anni più tardi, Pikaia, un fossile di Burgess Shale, è protagonista del finale del famoso libro di Stephen Jay Gould, La vita meravigliosa. Se questo animale non fosse sopravvissuto al Cambriano e non avesse dato vita a un nuovo ramo evolutivo oggi non saremmo certamente qui a esaminarne i fossili. ADAMO? ERA UN TRILOBITE L’evoluzione del Cambriano ha aggiunto ai corpi le parti dure di protezione. Il progetto interno dell’organismo c’era già. Andrew Parker In quanto prodotto diretto dell’Esplosione cambriana, i fossili di Chengjiang ci dicono esattamente quando questo evento si è verificato. Adesso sappiamo che l’unico animale con parti dure antecedente il Big Bang della vita è il trilobite, proprio il trilobite dotato di occhi, i primi occhi della vita. E adesso, forti di una nuova e più accurata datazione, sappiamo che questo trilobite ha preceduto di appena 5 milioni di anni l’esplosione finale del Big Bang della vita. Insomma possiamo dire che l’Esplosione cambriana è durata 5 milioni di anni, il tempo necessario ai vermi per dotarsi di uno scheletro o di una corazza. Ed ecco che improvvisamente le parti dure che si sono evolute durante quel lontano Big Bang della vita ci appaiono come semplici adattamenti a un nuovo mondo in cui domina la capacità di scrutare e di vedere l’ambiente. Alcuni animali svilupparono gusci e spine, probabilmente con colori brillanti per segnalare visivamente la loro nuova corazza. Altri assunsero forme affusolate e pinne per chiarire ai trilobiti che per catturarli avrebbero dovuto faticare non poco. A partire dal Cambriano il dono della vista ha cominciato a dominare le leggi della vita. Oggi oltre il 95% di tutti gli animali multicellulari possiede occhi. Camminate in un campo pieno di animali e ne vedrete pochissimi: la vita si è adattata all’avvistamento. Agli occhi capaci di vederti e riconoscerti e non ai semplici recettori di luce che esistevano anche prima del Cambriano ma non consentivano di formare un’immagine. La capacità di vedere è alla base delle catene alimentari di oggi. Se non ci fosse, non esisterebbe alcuna predazione. Fin dall’uscita del mio libro In un batter d’occhio, molti ricercatori mi hanno scritto interessanti integrazioni e com- menti, ma nessuno ha ancora trovato un argomento ragionevole per confutare la light switch theory. Stephen Jay Gould è stato tra quelli che l’anno maggiormente appoggiata. Ci sono però ricercatori che suggeriscono che a far scattare l’interruttore non fu solo la vista, ma anche lo svilupparsi di altri sensi. Oggi viviamo in un mondo pieno d’adattamenti alla visione, ma gli animali attuali sono anche ben adattati al gusto, all’odorato, all’udito e al tatto. Ma mentre tutti gli altri sensi sono comparsi un po’ qua e un po’ là nella storia della vita, soltanto la visione ha fatto il suo ingresso in un unico, preciso momento e si è trovata nella situazione ideale per far scattare un evento esplosivo. Quel momento combaciò proprio con l’inizio del Big Bang evolutivo. SMACCO ALLA GENETICA Un parere critico è stato espresso da Timothy Gawne dell’Università dell’Alabama. Gawne ha messo in discussione alcune idee che spiegano perché l’occhio avrebbe dovuto evolversi (e in particolare perché un paio di occhi). Ma allo stesso tempo riconosce che «è molto potente l’idea che tutti gli animali abbiano dovuto adattarsi dopo che il pri- mo acquistò la capacità di vedere». Le nuove prove cinesi mostrano che si sono adattati eccome, e anche subito. Francis Crick, uno dei due scopritori della struttura del Dna ha scritto, dopo aver letto In un batter d’occhio : «Per come la vedo io un predatore (un trilobite) ha sviluppato per primo un sistema visivo efficiente e ha avuto tanto successo che gli altri organismi hanno dovuto proteggersi per sopravvivere; è questo che ha portato alla cosiddetta Esplosione cambriana». E l’anno scorso ha aggiunto: «Le tue argomentazioni mi sembrano molto plausibili. Anche se ero convinto che sarebbero stati gli studi di genetica a risolvere la questione». Q @ Link &Libri ■ In un batter d’occhio, di Andrew Parker, Zanichelli, 306 pp., 28 euro. ■ La vita meravigliosa, di Stephen Jay Gould, Feltrinelli, 240 pp., 10,33 euro. (60) QUARK 35