STEFANO TOSI MARTE CARATTERISTICHE GENERALI Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare in ordine di distanza dal Sole, l’ultimo pianeta di tipo terrestre (e per certi versi il più simile alla Terra) e il primo di quelli superiori. Dista mediamente 1.5236 UA (227.94 milioni di km) dal Sole. Le dimensioni del pianeta sono poco più della metà di quelle della Terra: diametro equatoriale 6804.9 km, diametro polare 6754.8 km con uno schiacciamento ai poli di un fattore : 0.00736. La sua massa è poco più di un decimo di quella del nostro pianeta (6.4185 x 1023 kg) mentre la densità è 3.95 volte quella dell’acqua, la più bassa fra tutti i pianeti rocciosi. L’accelerazione di gravità in superficie è pari a 3.69 m/s2, 0.376 quella della Terra. L’albedo è 0.15. Il periodo di rotazione di 24 ore e 37 minuti (1.025 giorni terrestri ) e l'inclinazione dell'asse di rotazione rispetto alla normale al piano dell'orbita di 25.19° danno origine all'alternarsi delle ore di luce e buio e delle quattro stagioni come sulla Terra. Il periodo di rivoluzione è di 686.98 giorni terrestri. Il periodo sinodico, cioè l'intervallo tra due opposizioni con la Terra, è di 779.96 giorni. Il suo asse di rotazione fluttua caoticamente fra 11° e 49° in tempi di pochi milioni di anni: questo è dovuto alle interazioni gravitazionali con il Sole e gli altri pianeti e dalla mancanza di un satellite di notevole massa. La temperatura superficiale varia da -140 a 20 °C. OSSERVAZIONE DALLA TERRA Chiamato ‘pianeta rosso’ a causa delle grandi quantità di ossido ferrico che lo ricoprono, le popolazioni dell’area greco-romana, a causa del suo colore, lo chiamavano Ares/Marte (dio della guerra). Il simbolo astrologico di Marte simboleggia lo scudo e la lancia che il dio portava in battaglia. Tra i primi a descrivere delle osservazioni di Marte fu Aristotele, il quale notò anche un suo passaggio dietro la Luna, presentato come una prova empirica della geocentricità dell’universo. Marte, come tutti i pianeti superiori, presenta un particolare moto sulla volta celeste: nella sua orbita attorno al Sole il pianeta segue il suo consueto andamento verso est fino ad un determinato punto nel quale il moto apparente si inverte. Quando la Terra sta per "sorpassare" Marte, quest’ultimo fermerà il suo moto verso est diventando “stazionario”, poi invertirà il suo senso di marcia andando verso ovest (fase di retrogradazione) e infine, quando la Terra l'avrà sorpassato, il pianeta rosso si fermerà ancora e invertirà nuovamente il senso di marcia procedendo come prima verso est. Ovviamente si tratta di una condizione di inversione di marcia solo apparente dovuta al movimento relativo tra la Terra e il pianeta, in quanto la Terra completa la sua orbita in un tempo più breve rispetto a Marte. Il 13 ottobre 1590 Mastlin, da Heidelberg, osservò l’unica occultazione documentata di Marte da parte di Venere. Il 5 settembre 1877 si ebbe un’opposizione perielica e in quell’anno Giovanni Schiaparelli costruì la prima mappa del pianeta, la cui nomenclatura è tuttora vigente. All’opposizione Marte dista dalla Terra in media 78.39 milioni di km (mostrando un diametro angolare apparente di 17.9’’ e una magnitudine apparente di -2.0); a causa dell’eccentricità delle due orbite (Marte 0.0934, Terra 0.0167) la distanza tra i due pianeti all’opposizione può variare da 55.6 a 101.6 milioni di km. Il 27 agosto 2003 Marte si è trovato nel punto più vicino alla Terra (55.7 milioni di km dalla Terra pari a 0.372719 UA ). Ciò fu possibile perché Marte si trovava ad un giorno dalla sua opposizione e a tre dal suo perielio, cosa che lo ha reso particolarmente visibile dalla Terra. Il 24 agosto 2208 la distanza sarà ancora minore: 0.372254 UA. L’avvicinarsi di Marte all’opposizione comporta l’inizio di un periodo di moto retrogrado, per cui dalla Terra sembrerà muoversi in direzione opposta al senso della sua orbita formando un ‘loop’ sulla volta celeste. OSSERVAZIONE DALLO SPAZIO Le aspettative del grande pubblico vennero disattese quando nel 1965 la prima sonda che ha raggiunto il pianeta, la Mariner 4, non rilevò alcun segno di civiltà presente o passata e tanto meno un ecosistema florido. Il primo atterraggio di sonde avvenne undici anni dopo con le missioni Viking 1 e 2, che confermarono la mancanza di vita o di composti organici in superficie. Tra gli anni ’90 e 2000 Marte è stato bersagliato da una vera e propria flotta di sonde che hanno fatto (e fanno tuttora) di Marte il pianeta più studiato dopo la Terra. Nel 2005 il governo USA ha ufficialmente assegnato alla NASA lo studio di una possibile missione umana su Marte. In questi giorni (novembre 2009 ) si attende il risultato della commissione incaricata dal governo USA sul futuro di questo progetto. MAGNETOSFERA E ATMOSFERA La magnetosfera, ora assente a livello globale, si presume sia scomparsa 4 miliardi di anni fa, da allora il vento solare colpisce direttamente la ionosfera, asportando continuamente atomi mantenendo sottile l’atmosfera del pianeta. L’atmosfera marziana è composta per il 95% di CO2 , 2.7% di N2 , 1.6% di Ar e tracce di vapore acqueo, ossigeno e monossido di carbonio; a livello medio della superficie esercita una pressione atmosferica pari allo 0.7 % di quella terrestre. E’ stata anche definitivamente provata l’esistenza di metano nell’atmosfera marziana ed in certe zone, come Arabia Terra, ve n’è in abbondanza (la media globale è 10 ppb per unità di volume). Dato che il metano è un gas particolarmente instabile che viene scomposto dalla radiazione UV nelle condizioni atmosferiche marziane in circa 340 anni, la sua presenza indica l’esistenza di una fonte relativamente recente del gas; tra le possibili cause: attività vulcanica, impatto di una cometa, forme microbiche metanogeniche ed infine processi non biologici di alcuni minerali presenti in abbondanza sul pianeta (olivine , serpentini,...) con acqua e anidride carbonica. Durante l’inverno si ha una condensazione del 25-30% dell’atmosfera che forma spessi strati di ghiaccio secco e anidride carbonica, che durante l’estate sublima, causando grandi sbalzi di pressione e conseguenti tempeste con venti che raggiungono anche 400 km/h. Questi venti stagionali trasportano grandi quantità di polveri e vapore acqueo che generano grandi nubi (cirri), fotografate dal rover Opportunity nel 2004. In prossimità del perielio le polveri possono generare tempeste di sabbia che interessano piccole zone o talvolta anche tutto il pianeta aumentandone sensibilmente la temperatura. A causa della sua orbita relativamente eccentrica (e=0.093) le estati nell’emisfero sud possono essere fino a 30°C più calde di quelle nell’emisfero nord. Entrambe le calotte polari sono composte principalmente da ghiaccio d’acqua ricoperto da anidride carbonica solida, che al polo nord raggiunge lo spessore di un metro, mentre al polo sud può superare 8 metri di spessore. Entrambe le calotte presentano disegni a spirale causati dall’interazione tra il calore solare disomogeneo e sublimazione/condensazione del ghiaccio e le loro dimensioni variano a seconda della stagione. GEOLOGIA Esiste una dicotomia netta tra i due emisferi del pianeta: a nord dell’equatore si trovano enormi pianure laviche, mentre a sud prevalgono altipiani e decine di migliaia di crateri delle più svariate dimensioni. La teoria più accreditata per questa disomogeneità attribuisce l’origine del problema ad una collisione con un oggetto di dimensioni che vanno da 1/10 a 2/3 di quelle della Luna, avvenuta circa 4 miliardi di anni fa, il quale avrebbe creato il Bacino Boreale 3 o 4 volte più grande del Bacino Hellas. Attualmente Marte non presenta il fenomeno della tettonica delle placche come la Terra, ma non è da escludere che fino a 4 miliardi di anni fa vi fossero movimenti tettonici. Sono 3 le strutture marziane geologicamente rilevanti : Olympus Mons, Valles Marineris, Bacino Hellas. L’Olympus Mons E’ un vulcano simile a quelli a scudo delle Hawaii, originato per emissione di lava molto fluida per lunghissimi tempi. Ha una base di 600 km e un’elevazione di 24 km rispetto alle pianure circostanti che ne fanno il vulcano più grande di tutto il sistema solare. Le dimensioni del vulcano derivano dal fatto che, non essendoci una tettonica delle placche, gli hot spot marziani battono sempre le stesse zone e la ridotta forza di gravità ha agevolato l’uscita della lava (che su Marte ha un peso poco superiore a quello dell’acqua sulla Terra). La Valles Marineris è un gigantesco canyon lungo 5000 km, largo 500 km e profondo mediamente 5-6 km, che taglia il pianeta lungo l’equatore. Data la sua enorme struttura non è ben chiaro cosa l’abbia creata, ma sicuramente non è il frutto solo di agenti erosivi dell’ambiente marziano. Il Bacino Hellas dopo il Bacino Boreale è il maggiore tra più 43000 crateri da impatto superiori a 5 Km, tanto che il suo albedo lo rende visibile con un piccolo cannocchiale anche da Terra. Marte per le sue ridotte dimensioni ha una probabilità minore della Terra di impattare con oggetti esterni, ma è più vicino alla fascia degli asteroidi. Degne di nota, soprattutto per una futura esplorazione umana, sono una decina di caverne scoperte nel 2008 sui fianchi del vulcano Arsia Mons: le dimensioni degli ingressi di queste caverne variano da 100 a 252 metri in larghezza e raggiungono una profondità di 73-96 metri. Sempre nel 2008 da un satellite artificiale è stata immortalata in diretta una frana di ghiaccio, polveri e massi da un scogliera alta 700 metri. Si stima che crosta e mantello di Marte si siano formati in 50 milioni di anni e rimasero attivi con fenomeni di vulcanesimo per un miliardo di anni. Analizzando verso l’interno del pianeta si ha : - Crosta: basaltica e silicica, ricoperta da ossido ferrico che conferisce il colore rosso a Marte. Ha uno spessore che va da 50 a 125 km. L’abbondanza di ferro nella crosta si spiega con la massa e la gravità molto minori di quelle terrestri. - Mantello: 2.35 volte più denso di quello terrestre, pare sia attualmente inattivo. Composto per la maggior parte da silicati. - Nucleo : composto principalmente di Ferro con tracce di zolfo. Ha un raggio di circa 1480 km. Molto probabilmente il nucleo non è liquido, ma viscoso; di conseguenza Marte non ha un campo magnetico apprezzabile (al massimo 5nT), né attività geologica di rilievo. La storia geologica marziana degli ultimi 3.8 miliardi di anni è divisa in 3 epoche (definite grazie all’analisi della densità dei crateri d’impatto, dei flussi lavici superficiali e dei meteoriti marziani rinvenuti sulla Terra) che prendono il nome dalla struttura più rilevante formatasi in quel periodo: - Epoca Noachiana: da 3.8 a 3.5 miliardi di anni fa. Indicativa per la costituzione della prima superficie di Marte, evidente oggi grazie alle cicatrici lasciate dai crateri (in particolare nella regione Tharsis, di quel tempo…) e dai segni di imponenti correnti d’acqua liquida risalenti a quel periodo. - Epoca Esperiana: da 3.5 a 1.8 miliardi di anni fa. Si formarono Hellas e Argyre Planitia. Nota per la formazione di pianure laviche. - Epoca Amazzoniana: da 1.8 miliardi di anni fa a oggi Formazione dell’Olympus Mons e di altre grandi strutture vulcaniche. IDROLOGIA Attualmente la presenza di acqua liquida in superficie è impossibile a causa della pressione atmosferica troppo bassa (salvo in zone di elevata depressione e per brevi tempi), tuttavia il ghiaccio d’acqua è molto abbondante in superficie, nelle calotte polari e nel permafrost che ricopre il pianeta fino alla latitudine di 60°; inoltre si ritiene che grandissime quantità di acqua siano intrappolate sotto la superficie marziana e sotto le calotte. Assai evidenti nelle foto orbitali sono quelli che paiono essere bacini, fiumi, delta e ‘scoli’ di grandi masse d’acqua, così come canali di trasudamento. Nei punti in cui la pressione è maggiore dell’acqua arriva da precipitazioni. La prova ‘materiale’ delle evidenze fotografiche è data da analisi spettroscopiche di materiale smosso dai rover marziani e da quello fuoriuscito da frane; e soprattutto dalla presenza assai diffusa di minerali che si formano quasi esclusivamente in presenza di acqua (ematite e goethite). SATELLITI NATURALI Marte possiede due satelliti naturali: Fobos e Deimos scoperti nell’ agosto 1877 da A. Hall. L’esistenza delle due lune era già stata curiosamente indovinata da più di un secolo da Swift e Voltaire. Secondo la mitologia Fobos e Deimos accompagnavano il padre Ares (Marte per i Greci) in battaglia. Non è ancora chiaro come Marte abbia catturato le due lune, tuttavia l’analisi chimica e la loro forma irregolare suggerisce un’origine asteroidale delle lune . - Fobos : è la maggiore delle due lune (18.8x21.6x27 km). Roccioso e irregolare e molto craterizzato; il cratere Stickney è il maggiore e copre quasi la metà della superficie della luna. È ricoperta di Regolite (che riflette il 6% della luce che la investe). La sua densità molto bassa richiama la struttura meteoritica di condrite carbonacea e suggerisce l’ipotesi della cattura. Orbita in 7h e 39m, con un’orbita praticamente circolare, rivolgendo sempre la stessa faccia a Marte. Phobos è destinato, in un periodo di circa 50 milioni di anni, ad avvicinarsi al pianeta, e, avendo già superato il limite di Roche, a disintegrarsi per le forze mareali. - Deimos : è la luna più esterna e più piccola. Misura 15 km nel suo semiasse più lungo. Forma ellittica e, a dispetto della sua modesta forza di gravità, trattiene un significativo strato di regolite sulla sua superficie. Orbita in 30h e 18m e mostra sempre la stessa faccia a Marte. A differenza di Fobos, tende ad allontanarsi lentamente da Marte Marte è inoltre l’unico pianeta terrestre assieme al quale ruotano degli asteroidi troiani (asteroidi che condividono la stessa orbita di un pianeta, non collidendo con esso, perché situati nei due punti lagrangiani di stabilità L4 e L5, situati 60° avanti e dietro il pianeta). Il primo, 5261 Eureka, fu individuato nel 1990 ; ne seguirono altri 4 : 1998VF31, 1999UJ7 (l’unico in L4) e 2007NS2. ESPLORAZIONE DI MARTE CON SONDE SPAZIALI Due terzi delle missioni dirette verso Marte sono state degli insuccessi per i più svariati motivi. Si elencano i successi : - Missioni passate: Il primo successo si ebbe nel 1964 con il passaggio in prossimità di Marte del Mariner 4 (NASA), il primo atterraggio avvenne nel 1971 con Mars 2 e Mars 3 (URSS). Seguì il programma Viking (USA) nel 1975 che consisteva di 2 sonde: Viking 1 e Viking 2 che, prima di posarsi sul suolo marziano, diedero le prime foto a colori della superficie marziana e la prima mappatura di qualità. Poi Phobos 2 (URSS) riuscì a inviare le foto della luna, ma si guastò prima di sganciare 2 sonde sul satellite. Un completo successo fu nel 1996 la Mars Global Surveyor che compì la mappatura completa del pianeta per 10 anni. Un mese dopo la Surveyor partì la Mars Pathfinder col rover Sojourner che ammartò nella Ares Vallis: un successo. Recentemente la missione Phoenix Mars Lander (2005) atterrò nel polo nord marziano. Attive in orbita sono Mars Odissey (2001 ) e Mars Express Orbiter: l’ultima ha scoperto il metano su Marte e osservato le aurore polari. Il più grande successo di sempre sono i due rover gemelli Spirit ed Opportunity (MER-A e MER-B)(2004) a cui si deve la prova decisiva sulla presenza in passato di acqua sul pianeta, oltre all’osservazione dei ‘diavoletti di sabbia’ e le forti correnti d’aria. Il Mars Reconnaissance Orbiter (2006) catturò immagini delle valanghe presso il polo nord del pianeta e mappò la superficie e le condizioni meteorologiche in funzione della futura esplorazione umana. - Missioni future: Mars Science Laboratory (2009) : un rover più avanzato (90km/h). Phobos-Grunt (2009) : per raggiungere Fobos e riportare campioni sulla Terra. Exomars (2013) (ESA) : perforazione del suolo fino a 2 metri per cercare tracce di vita passata, metano e altre molecole organiche. Maven (2013): studio atmosfera marziana. Missioni umane non prima del 2030. ASTRONOMIA DA MARTE Oggi, grazie alla massiccia presenza di sonde satelliti e rover è possibile cominciare a fare dell’astronomia da Marte. Ovviamente su scala universale la distanza Terra-Marte è trascurabile, ma non all’interno del nostro sistema solare : infatti si ha un nuovo punto di vista rispetto al nostro pianeta e alla nostra Luna. La Mars Global Surveyor l’8 maggio 2003 ha fotografato il sistema TerraLuna, che era alla massima elongazione dal Sole, stimando la magnitudine apparente della Terra e della Luna (-2.5 e +0.9 ). Inoltre è possibile osservare il transito della Terra sul Sole: l’ultimo è stato l’11 maggio 1984, il prossimo sarà il 10 novembre 2084. Fobos appare da Marte con un diametro angolare pari a 1/3 di quello della nostra Luna vista dalla Terra; Deimos appare invece come una stella. Fobos è in grado di eclissare parzialmente il Sole, Deimos risulta soltanto un puntino sul disco Solare. VITA SU MARTE Si ha certezza della presenza di acqua nelle calotte polari, nel sottosuolo marziano (anche se in quantità sconosciuta…) e ultimamente si sono avute conferme della presenza di queste sotto il polo sud (2005; deposito di spessore più di 1 km alla profondità tra 1.5 e 2.5 km nei pressi di Chryse Planitia). Il 16 agosto 1996, su Science fu pubblicato il lavoro condotto sul meteorite di origine marziana ALH84001, trovato in Antartide. Lo studio mise in luce che il meteorite risaliva tra 4 e 3.6 miliardi di anni fa, proprio quando pare che Marte fosse caldo e umido. Sul meteorite furono riscontrati quelli che vennero interpretati come nano batteri fossili; la comunità scientifica ancora oggi ne discute. Mars Express nel 2005 ha riscontrato, oltre al metano, anche della formaldeide: entrambi validi indizi di probabile vita presente o passata. Recentemente un lavoro pubblicato sull’International Journal of Astrobiology da due italiani (Rizzo e Cantasani) intitolato ‘’Possible organosedimentary structures on Mars’’ illustra come su Marte possano essere presenti strutture sedimentarie di origine organica simili alle stromatoliti terrestri, rafforzando l’ipotesi di vita in tempi antichi. CURIOSITA’ Marte possiede una bandiera, inaugurata nei primi anni 2000 in una missione dello shuttle Discovery e disegnata dagli ingegneri della NASA e da un’equipe di una base antartica. Essa è un tricolore verticale rosso, verde e blu (in ordine da sinistra verso destra) che simboleggia la trasformazione di Marte da un pianeta arido ad uno che possa sostenere la vita con specchi d’acqua e cielo azzurro. Ovvero la sintesi del Processo di Terraforming. Il mito della civiltà tecnologicamente avanzata di Marte ha origine da un’errata traduzione in inglese del termine ‘canali’ di Schiaparelli, che rese questi ‘canali’ artificiali. Questo errore si propagò rapidamente in tutta la comunità scientifica e nell’immaginario collettivo dando vita alle più svariate opere fantascientifiche cinematografiche suscitando paure (nel 1938 Orson Welles fece un annuncio radiofonico nazionale dello sbarco dei marziani sulla Terra Anche Nicola Tesla, durante un suo esperimento nel 1899, affermò di aver ricevuto una trasmissione intelligente che lui crede proveniente da Marte (in un intervista, 2 anni dopo, disse : "Fu solo in seguito che mi balenò nella mente l'idea che i disturbi da me captati potessero essere dovuti ad un controllo intelligente. Anche se non potevo decifrarne il significato, mi fu impossibile pensarli come puramente accidentali. Continua a crescere in me la sensazione di essere stato il primo a sentire il saluto di un pianeta ad un altro"). In questo venne appoggiato anche da Kelvin, che però in seguito smentì. Ultima tra tutte è il cosiddetto ‘Volto di Marte’ che per decenni ha avvalorato le tesi dei sostenitori della paleoarcheologia marziana, e che anni fa è risultata essere un semplice e curioso gioco di luci e ombre. BIBLIOGRAFIA marsprogram.jpl.nasa.gov – informazioni aggiornate sul pianeta it.wikipedia.org/wiki/Marte_(astronomia) – contenuti aggiornati DVD Di Fisica dei Pianeti – contenuti aggiornati www.esa.int/esaCP/SEMS3J57ESD_Italy_0.html - Mars Express trova metano e formaldeide www2.jpl.nasa.gov/snc/alh.html – meteorite ALH84001