CAMPUS INTERNAZIONALE DI MUSICA Fondazione FONDAZIONE ROFFREDO CAETANI onlus 2016 “Guardate bene, in un lato dell’arca c’è una scaletta; salite, c’é ancora posto per voi, per continuare un viaggio di sogni possibili” È con queste parole che il Maestro Normanno Soscia ci invita a salire tutti sulla mitica arca rossa di “Pescatori di sirene”. Non una semplice barca da pesca, dunque, ma una vera e propria arca di biblica memoria nella quale un’umanità variegata ha trovato rifugio e una spensierata salvezza: bagnanti ancora bagnati sono intenti ad asciugarsi, altri, seduti sul bordo dell’arca con le gambe penzoloni, con una naturale spensieratezza, sembrano osservarci incuriositi. Quasi al centro della composizione, all’ombra di un gazebo-cabina, una coppia di sposi, vestiti di tutto punto, capitani inconsapevoli, spiccano tra le altre figure (svestite) con la loro essenziale solennità. Un “caprone a dondolo” azzurro, offerto loro in dono, è l’unico animale messo in salvo sull’arca. In questo equilibrio perfetto, non solo compositivo, ma anche di contrappesi fisici che garantiscono la stabilità dello scafo, si fanno strada le aspettative, i desideri, i sogni, le illusioni dei pescatori / spettatori (noi uomini) appese a quei tanti ami lanciati in mare. Mirano non a pesci comuni, ma a sirene, le mitologiche creature metà donne e metà pesci, duplicità che il Maestro reinterpreta raffigurandole come un pesce che ingoia una donna fino alla vita (o come un pesce dalla cui bocca sta per sgusciare fuori, in una “prova di esorcismo”, lo spirito di una donna?). Queste sirene hanno un corpo seducente, anche quando è privo di braccia, novelle statue greche, retaggio del tempo che fu, ma allo stesso evanescente, intangibile, inafferrabile: quegli ami non potranno mai catturarle e, forse, quei pescatori non vogliono nemmeno farlo, per non ferirle o per non smettere di continuare a desiderarle … L’unico amo che arpiona la sua preda è quello della signora in bikini rosso che, trionfante, ha “pescato” una fetta di cocomero, fugace, ma pur sempre gustosa soddisfazione. “Guardate bene!”, questo è l’invito del Maestro e, in effetti, c’è ancora altro da scoprire. In fondo, a metà tra sopra e sotto, tra cielo e mare (entrambi scuri, ma non per questo inquietanti o minacciosi), nella pancia dell’arca, imbastita, perfettamente al centro, con sapienti punti di sutura, ecco tre oblò in cui si intravedono un uomo di profilo, un occhio indagatore (quello dell’artista o di un’entità superiore che tutto sa e tutto scruta?) e una Madonna, cui corrisponde la polena-sirena, posta all’estremità dell’arca, entrambe protettrici, tra sacro e profano, tra mito e metafora, di questo viaggio verso “sogni possibili”. Marika Vagnati Con le sue 52 edizioni il Pontino è oggi uno dei festival musicali più antichi della provincia di Latina. Nato negli anni Sessanta, esso può essere ascritto (così come il giardino di Ninfa per il quale forse è più nota) ai “lasciti” culturali di Lelia Caetani che lo avviò nel castello di Sermoneta, dedicandolo al padre Roffredo, con concerti di musica da camera tenuti da grandi musicisti e corsi destinati ai giovani. Non aver tradito quell’ispirazione iniziale ma l’essersi ugualmente rinnovato, allargando gli interessi, aggiungendo altri siti di valore e soprattutto non trascurando le istanze della contemporaneità, costituisce forse una delle ragioni della longevità del Festival Pontino, che si presenta al pubblico con nuovi concerti, corsi strumentali e laboratori, prime esecuzioni, tavole rotonde, una mostra pittorica e due reading di teatro e musica, uno dei quali costituirà peraltro il momento conclusivo di un workshop cinematografico, dedicato al documentario musicale e teatrale, che si terrà per la prima volta nel castello di Sermoneta. Un programma dunque molto ricco, avviato con un Comitato Scientifico per metà rinnovato, coordinato dalla vicepresidente Elisa Cerocchi. Sfogliando il catalogo si può notare come anche questa edizione, che ospita generazioni diverse di musicisti tra cui molti giovani e giovanissimi artisti, si avventuri in tanti repertori diversi: preponderante la grande tradizione musicale, ma presenti anche il jazz, i nomi celebri della musica da film, la musica d’oggi. A quest’ultima saranno dedicate due giornate, il 22 e 23 luglio, che si collocano in un periodo insolito, come ricorderà chi ha avuto familiarità in questi anni con gli incontri di musica contemporanea. Per scelta le abbiamo volute “dentro” il festival, perché il contemporaneo non sia considerato un’appendice. Mi fa piacere inoltre annunciare che il 22 luglio sarà anche l’occasione per presentare il protocollo d’intesa siglato recentemente tra il Campus e la Fondazione Adkins Chiti - Donne in musica. Intesa che, sotto l’egida della Soprintendenza Archivistica del Lazio, ha lo scopo di verificare le condizioni per la costituzione a Latina di un polo museale musicale per la conservazione e la documentazione della musica contemporanea. Oltre alle sedi tradizionali dell’Infermeria di Fossanova, l’Abbazia di Valvisciolo, il Palazzo Baronale di Fondi, il Chiostro di Sant’Oliva in Cori e, ovviamente, il Castello di Sermoneta, ci cimenteremo anche con spazi altri, come il Complesso Monumentale di Tor tre Ponti e l’Oasi naturale di Pantanello, gestiti dalla Fondazione “Roffredo Caetani” onlus, alla quale siamo grati, non solo per l’ospitalità in luoghi tanto pregevoli, ma anche per la disponibilità a mantenere e rinsaldare un’alleanza culturale sulla quale si è costruita nel tempo l’identità e la riconoscibilità del Festival Pontino. Desidero ringraziare, infine, quanti generosamente ci aiutano nel nostro lavoro. Le istituzioni, gli enti, gli sponsor, i donatori che ci sostengono con borse di studio e liberalità, il Priore di Valvisciolo, il Conservatorio di Latina, Normanno Soscia, autore della bella opera in copertina, tutte le associazioni, i soci e quanti ci sono vicini con suggerimenti, contribuiti di idee e la loro collaborazione. La cultura è soprattutto capacità di attivare processi virtuosi tra gli esseri umani e le comunità; il resto lo farà la Musica. Buon ascolto. Luigi Ferdinando Giannini Presidente Fondazione Campus Internazionale di Musica Su sollecitazione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio, che da tempo si occupa della conservazione, descrizione e valorizzazione degli archivi musicali presenti nella Regione, è stato firmato il 26 aprile 2016 un protocollo di intesa tra la Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina e la Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica allo scopo di dar vita a un polo archivistico-museale per la gestione e conservazione congiunta dei documenti di rilevanza storica e culturale che attualmente custodiscono e di quelli che andranno a implementare i rispettivi archivi. L’eccessiva frammentazione del patrimonio musicale, attualmente disperso presso una pluralità di istituzioni laziali, pubbliche e private, rende particolarmente difficile al ricercatore tanto l’individuazione dei fondi archivistici di proprio interesse quanto la possibilità di acquisirne on line una descrizione seppur sommaria. La creazione di un luogo in grado di ospitare quantità massive di documentazione, appartenenti a più soggetti, costituisce una risposta efficace per effettuarne una più razionale ed organica gestione e conservazione. Peraltro le finalità e i patrimoni documentari delle due istituzioni si integrano a vicenda, dato che la Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica promuove e sostiene compositrici di ogni nazionalità tramite iniziative musicali, editoriali e di studio, conservandone la produzione e acquisendo lasciti preziosi come quelli, ottenuti di recente, della compositrice romana Irma Ravinale, allieva di Goffredo Petrassi e delle compositrici Nancy Van de Vate, Renata Zatti Cicuttini e Leslie Hopwood Meyer, mentre la Fondazione Campus Internazionale di Musica, oltre a svolgere attività concertistica, di formazione e ricerca musicologica, persegue anche la conservazione e l’incremento di fondi archivistici, tra i quali spiccano quelli di Goffredo Petrassi, Barbara Giuranna, Gino Contilli Luis de Pablo e Fausto Razzi. Infine l’adesione di entrambe le istituzioni al Sistema Informativo delle Soprintendenze archivistiche (SIUSA) e al Portale degli archivi della musica consente di rendere accessibili on line i loro archivi, favorendone la conoscenza e la diffusione. Si sottolinea infine come gli archivi dei compositori contemporanei, una volta scomparso l’autore, corrano gravi rischi di dispersione e smembramento a causa della frequente impossibilità da parte degli eredi di conservarli e gestirli in maniera adeguata. Avere a disposizione un luogo fisico dove concentrare tali carte attenua tali rischi, fornendo un importante punto di riferimento per la salvaguardia e la valorizzazione di un lascito nel quale si è sedimentata la memoria della musica italiana del nostro tempo. Mauro Tosti Croce Soprintendente archivistico e bibliografico del Lazio Questa 52a edizione del Festival Pontino di Musica è importante per il numero progressivo che lo contrassegna e per il cresciuto coinvolgimento della Fondazione “Roffredo Caetani” onlus, che lo sostiene fin dai suoi primi esordi, mettendo a disposizione il Castello di Sermoneta. Quest’anno, la Fondazione ospiterà il Festival anche nel Complesso Monumentale di Tor tre Ponti e nel Parco di Pantanello, dove si svolgerà il concerto del 24 luglio con musiche ispirate alla natura e agli uccelli. È con orgoglio che la nostra Fondazione accompagna questa manifestazione di amore per la Cultura che non solo gli Organizzatori, ma anche e soprattutto, per certi versi, gli Spettatori, garantiscono animando con la loro presenza e il loro consenso l’iniziativa. La Fondazione non può non ricordare che questo Festival è figlio di una intrapresa di Lelia Caetani e del marito Hubert Howard, che nei primi anni Sessanta del secolo scorso dettero vita alla prima accademia musicale, ospitata nel Castello di famiglia, radunarono i primi artisti in un cenacolo intellettuale destinato a produrre cultura musicale, eseguirono i primi concerti. La sinergia tra Fondazione Roffredo Caetani Onlus e Fondazione Campus Internazionale di Musica ha queste premesse e questa nascita, attraverso l’evolversi dei modi e delle istituzioni nel tempo; ed è anche prova di un grande affiatamento che è espressione di civiltà e di forza formatrice della Società Pontina. Pier Giacomo Sottoriva Presidente Fondazione Roffredo Caetani CALENDARIO DEI CONCERTI > 12 giugno Tor Tre Ponti, Complesso Monumentale Caetani Giovanni Gnocchi, violoncello > 8 luglio Sermoneta,Castello Caetani Orchestra Sinfonica del Liceo Musicale Farnesina di Roma - Matteo Bettinelli, direttore Paolo Pollastri e Flavio Troiani, oboi > 9 luglio Sermoneta, Castello Caetani Elissò Virsaladze, pianoforte > 10 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani Ivos Margoni, violino - Rodolfo Focarelli, pianoforte > 11 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani Giovani artisti dal mondo > 13 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani Giovani artisti dal mondo > 14 luglio Sermoneta Chiesa San Michele Arcangelo Inaugurazione mostra “simbolo, sogno, mistero” > 14 luglio Sermoneta, Castello Caetani Quartetto d’Archi del Teatro San Carlo > 15 luglio Cori, Chiostro di Sant’Oliva Ialsax Quartet di Gianni Oddi > 16 luglio Sermoneta, Castello Caetani Alessandro Carbonare, clarinetto - Désirée Scuccuglia, pianoforte > * 22 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani Quatuor Diotima > * 23 luglio Sermoneta, Castello Caetani Quatuor Diotima > 24 luglio Cisterna di Latina, Parco di Pantanello Alfonso Alberti, pianoforte - Ugo Faralli, ornitologo > 26 luglio Fondi, Palazzo Baronale Giulia Buccarella, violino - Francesco Buccarella, pianoforte > 28 luglio Abbazia di Valvisciolo, Chiostro Gianluca Littera, armonica - Ensemble Project Strings Quartett > 29 luglio Abbazia di Valvisciolo, Piazzale Pio IX JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Simone Genuini, direttore > 30 luglio Sermoneta, Castello Caetani Omaggio ad Enzo Siciliano e Goffredo Petrassi Morte di Galeazzo Ciano - Reading con Francesco Siciliano Rest Ensemble - Regia di Gianfranco Pannone > 31 luglio Fossanova, Infermeria Pensa alla Patria - Gioachino Rossini, musicista, fra Rivoluzione e Restaurazione Lettura musicale con: Vittorio Emiliani e Lorenzo Lavia Cesare Zanfini, violino - Caterina Coco, violino - Dagmar Bathmann, violoncello - Angel Luis Martínez Pérez contrabbasso > 17 luglio Fossanova, Infermeria Orchestra d’Archi di S. Cecilia - Luigi Piovano, direttore Paolo Pollastri, oboe * INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Su RADIOLUNA Buongiorno, Festival! dal 7 al 30 luglio alle ore 11,00 (dal lunedi al sabato escluso il mercoledì) 2016 52a e d i z i o n e 2016 52a edizione domenica 12 Giugno ore 18.30 Complesso Monumentale Caetani Tor Tre Ponti Giovanni Gnocchi violoncello Domenico gabrielli (1659 - 1690) Ricercare n. 6 in Sol maggiore (1688) per violoncello solo JOHANN SEBASTIAN Bach (1685 - 1750) Suite n. 1 in Sol maggiore BWV 1007 (ca.1720) Prélude Allemande Courante Sarabande Gavotte I & II Gigue ALFREDO C. PIATTI (1822 - 1901) Capriccio sopra un tema della “Niobe” di Pacini (1865) Zoltán Kodály (1882 - 1967) Sonata per violoncello solo op. 8 (1915) Accordatura LA-RE-FA#-SI Allegro maestoso ma appassionato Adagio (con grande espressione) Allegro molto vivace 8 2016 52a edizione venerdì 8 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta ORCHESTRA SINFONICA DEL LICEO MUSICALE FARNESINA DI ROMA Matteo Bettinelli direttore Paolo Pollastri oboe Flavio Troiani oboe Omaggio ad Olga Olivieri JOHANNES Brahms (1833 - 1897) Danza ungherese n. 1 PETR ILIC Čajkovskij (1840 - 1893) Suite dallo Schiaccianoci: Danza della Fata Confetto, Valzer dei fiori JOHANN Strauss Jr. (1825 - 1899) JOSEF STRAUSS (1827 - 1870) Pizzicato-Polka per archi PETR ILIC Čajkovskij (1840 - 1893) Suite dal lago dei cigni: Scena, Danza dei cigni, Valzer ANTONIO Vivaldi (1678 - 1741) Concerto per due oboi in Re minore RV 535 Largo - Allegro Largo Allegro molto Antonín Dvořák (1841 - 1904) Sinfonia n. 9 in Mi minore “Dal nuovo mondo” op. 95 Adagio - Allegro molto Largo EDWARD Elgar (1857 - 1934) Pomp and Circumstance Military March n.1 op. 39 Allegro, con molto fuoco primi violini Ciro Del Gaudio, Davide Facchini, Ivos Margoni, Leonardo Mazzarotto, Lucia Pagano, Giacomo Pollastri secondi violini Jennifer Baillie, Lisha Chen, Melissa Francioli, Claudia Roccon, Miriam Nevola, Alessandro Sassi viole Agnese Di Domenico, Erica Morelli, Leonardo Titta violoncelli Alice Bagaglini, Tommaso Castellano, Jenny Park, Martina Satiri, Valentina Verzola, Riccardo Ungaro contrabbassi Nausicaa Janin, Samuel Khatchatourian, Eduardo Jesue Garcia, Julio Herraiz Ella flauti Flavio Gerardo Musillo, Claudia Solarzano Herrera, Nina Serio clarinetti Letizia Bolo, Lorenzo Bossone, Francesca Lisanti, Giulia Valdinoci, Federico Forastiero (Clarinetto Basso) fagotti Sarah Carbonare, Alessandra Turrisi, Riccardo Pugliese oboi Sofia Spanò, Anna Gaia Hatoupis, Giorgio Bolognesi, Fiamma di Gennaro corni Pierluigi Santucci, Andrea Corazza, Alessandro Gennarini trombe Gabriele Annibali, Anita Iole Monaco percussioni Rinchen Dhondup, Pietro Montefoschi, Massimo Martone, Lorenzo Piccardi, Francesca Milone, Simone Ciliberti, Francesco Conforti pianoforte Filippo Tenisci 9 2016 52a edizione Sabato 9 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta Elissò Virsaladze pianoforte WOLFGANG AMADEUS Mozart (1756 - 1791) Rondo in La minore KV 511 FRANZ Schubert (1797 - 1828) Sonata n. 20 in Sol maggiore op. 78 “Fantasia” D. 894 Molto moderato e cantabile Andante Menuetto. Allegro moderato. Trio Allegretto WOLFGANG AMADEUS Mozart (1756 - 1791) Sonata n. 18 in Fa maggiore K. 533 Allegro Andante Rondò. Andante ROBERT Schumann (1810 - 1856) Carnaval: scènes mignonnes sur quatre notes, op. 9 1. Préambule, quasi maestoso (La bemolle maggiore) 2. Pierrot, moderato (Mi bemolle maggiore) 3. Arlequin, vivo (Si bemolle maggiore) 4. Valse noble, un poco maestoso (Si bemolle maggiore) 5. Eusebius, adagio (Mi bemolle maggiore) 6. Florestan, passionato (Sol minore) 7. Coquette, vivo (Si bemolle maggiore) 8. Replique, l’istesso tempo (Sol minore) 9. Sphinxes 10. Papillons, prestissimo (Si bemolle maggiore) 11. A.S.C.H.-S.C.H.A. (Lettres dansantes) presto (Mi bemolle maggiore) 12. Chiarina, passionato (Do minore) 13. Chopin, agitato (La bemolle maggiore) 14. Estrella, con affetto (Fa minore) 15. Reconnaissance, animato (La bemolle maggiore) 16. Pantalon et Colombine, presto (Fa min.) 17. Valse allemande, molto vivace (La bemolle magg.) 18. Intermezzo: Paganini, presto (Fa minore) 19. Aveu, passionato (Fa minore) 20. Promenade, con moto (Re bemolle magg.) 21. Pause - Vivo, precipitandosi (La bemolle magg.) 10 2016 52a edizione domenica 10 Luglio ore 19.30 Castello Caetani Sermoneta Ivos Margoni violino Rodolfo Focarelli pianoforte Niccolò PAGANINI (1782 - 1840) Cantabile m.s. 109 Johannes BRAHMS (1853 - 1906) Scherzo in Do min dalla Sonata F.A.E Jules MASSENET (1842 - 1912) Méditation da “Thaïs” Fritz KREISLER (1875 - 1962) Praeludium und allegro PETR ILIC Čajkovskij (1840 - 1893) Souvenir d’un lieu cher op. 42: 1) Méditation 2) Scherzo 3) Mélodie Pablo DE SARASATE (1844 - 1908) Zigeunerweisen op. 20 Nell’ambito del progetto di “Alternanza Scuola-Lavoro” realizzato con il Liceo Farnesina di Roma, promosso dal MIUR 11 2016 52a edizione lunedì 11 Luglio ore 21.00 Castello Caetani, Scuderie Sermoneta GIOVANI ARTISTI DAL MONDO a cura di Elissò Virsladze mercoledì 13 Luglio ore 21.00 Castello Caetani, Scuderie Sermoneta GIOVANI ARTISTI DAL MONDO a cura di Mariana Sirbu, Franco Petracchi e Mirela Vedeva 12 2016 52a edizione i luoghi del Festival 13 2016 52a edizione GIOVEDì 14 Luglio ore 18.00 Ex chiesa di San Michele Arcangelo Sermoneta simbolo, sogno, mistero Mostra di pittura con opere di: Rosetta Acerbi ~ Carlo Bertocci ~ Leonardo Caboni Marco Calì ~ Massimo Livadiotti ~ Claudio Sciascia a cura di Carlo Fabrizio Carli Quella che si propone quest’anno, in occasione e nell’àmbito del Festival Pontino, attento anche alla dimensione ulteriore dell’arte visiva, costituisce - come si dirà - una scommessa pittorica doppiamente eretica, ma - ci si augura - insolita e stimolante. Riesce istintivo chiedersi, innanzitutto, cosa accosti i sei artisti qui presentati, ciascuno con due opere, assicurando significato e motivo unitario a questa mostra, circoscritta ma eloquente. In primo luogo, in significativa controtendenza rispetto a tendenze oggi ampiamente maggioritarie nel campo dell’arte, tale fattore unificante consiste nel fatto di riconoscersi nella pittura e nella pittura d’immagine: un’opzione figurale, insomma. E poi quello di operare nell’ambito di una temperie culturale variamente oscillante tra i percorsi del simbolo, del mistero, del sogno, fino ad innesti surreali. Il tutto congiunto alla scelta condivisa di guardare al museo e alla storia dell’arte, quale fonte privilegiata di ispirazione. Ma, a ben vedere, se Sermoneta, grazie al celebre, multidecennale Festival Pontino, significa oggi soprattutto musica, a questo registro armonico non si arresta. Anche l’arte è qui di casa: la patria di Girolamo Siciolante e di Antonio Cavallucci, interpreta una tradizione pittorica, non soltanto autoctona ma di committenza e di forte richiamo per artisti allogeni, testimoniata, su coordinate alte, dalla 14 stessa chiesa di san Michele Arcangelo, che ospita la nostra mostra, con affreschi che spaziano dal XIII al XVII secolo. Non solo: da Sermoneta lo sguardo inquadra, come ideale estensione dell’antico abitato, orizzonti amplissimi che vanno dal Circeo, al mare, al territorio pontino, un tempo consegnato alla palude, alla malaria, ad un fascino potente ed esiziale. Territorio che a partire dal secondo Settecento, costituiva un’anomala tappa del Grand Tour, come testimoniano pittori di mezza Europa. Un secolo dopo è la volta dei Maestri di Terracina: Giuseppe Raggio, Duilio Cambellotti, Vittorio Grassi, Amedeo Bocchi con, alla testa, Giulio Aristide Sartorio, autore di pastelli, ispirati al territorio pontino, di una freschezza e di un sintetismo sorprendenti. E’ anche grazie alla loro opera, quasi numinosità propiziatrice, che si è ritenuto di poter introdurre una nuova presenza pittorica in una consacrata cittadella della musica; mentre è stato forse l’antistante Circeo, luogo altrettanto deputato del mito maliardo, che ha indotto a volgersi alla regione dell’onirismo. Ed eccoci, così, ai nostri sei pittori che in questo contesto si muovono a loro pieno agio. A cominciare da Rosetta Acerbi, per proseguire con Carlo Bertocci, Leonardo Caboni, Marco Calì, Massimo Livadiotti, Claudio Sciascia. 2016 52a edizione giovedì 14 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO SAN CARLO Cecilia Laca violino Luigi Buonomo violino Antonio Bossone viola Luca Signorini violoncello ANTON WEBERN (1883 - 1945) Langsamer Satz WoO 6 DMITRI SHOSTAKOVICH (1906 - 1975) Quartetto per archi n. 8 in Do minore, op.110 Largo Allegro molto Allegretto Largo Largo MAURICE RAVEL (1875 - 1937) Quartetto per archi in Fa maggiore Allegro moderato Assez vif - très rythmé Très lent Vif et agité 15 2016 52a edizione venerdì 15 Luglio ore 21.30 Chiostro di Sant’Oliva Cori IALSAX QUARTET Gianni Oddi soprano e alto sax Filiberto Palermini alto e soprano sax Alessandro Tomei tenor sax e flute Marco Guidolotti baritone sax e clarinet JAZZ, CLASSICA E ALTRO George gershwin Porgy and Bess selections Bob mintzer Three pieces for Saxofone quartet (Swingin, Softly, Funkification) Duke ellington Lush life (duo Alessandro Tomei, Gianni Oddi) Brecker brothers Medley (Song for Barry, African skies, Some Skunk Funk) arrangiamenti Marco Guidolotti Filiberto palermini Quadri riflessi per sax contralto ed elaborazioni elettroacustiche (solista Filiberto Palermini sax alto) Dizzy gillespie A night in Tunisia Javier girotto Morronga la milonga (arrangiamenti di Luigi Giannatempo) Astor piazzolla Michelangelo ’70, Milonga del angel, Libertango Chick corea Spain (duo Marco Guidolotti, Gianni Oddi) Paquito D’Rivera The New York Suite (Sofia, Monk-tuno) 16 2016 52a edizione Un programma che spazia dalle classiche note di Porgy and Bess di George Gershwin per concludersi nelle contaminazioni del brano di Paquito D’Rivera “The New York Suite”. La grande versatilità artistica di Ialsax Quartet consente agli esecutori di spaziare da situazioni musicali rigorose a quelle più creative attraverso l’improvvisazione jazzistica con sconfinamenti dal quartetto al duo Alessandro Tomei (Tenor Sax) Gianni Oddi (Piano), all’assolo di musica contemporanea di Filiberto Palermini con banda magnetica, per continuare con il duo Marco Guidolotti (Baritone Sax) Gianni Oddi (Piano). In questo programma è presente una prima esecuzione italiana del brano di Bob Mintzer “Three Pieces for Saxophone Quartet", da sottolineare l’originale arrangiamento della medley dei Brecker Brothers di Marco Guidolotti e l’omaggio a due compositori argentini come Astor Piazzolla e Javier Girotto con l’arrangiamento di Luigi Giannatempo. Insomma un viaggio musicale attraverso il quale il quartetto accompagna l’ascoltatore tra le poliritmie del jazz, le forme severe della musica classica fino ai colori e suoni della musica “attuale”. 17 2016 52a edizione sabato 16 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta Alessandro Carbonare clarinetto Désirée Scuccuglia pianoforte FRANCIS Poulenc (1899 - 1963) Sonata per clarinetto e pianoforte Allegro tristemente Romanza Allegro con fuoco ANTONIO Pasculli (1842 - 1924) Le api Béla Bartók (1881 - 1945) Danze Rumene per clarinetto e pianoforte Jocul cu bâtă (Danza del bastone) - Energico e festoso Brăul (Danza della fascia) - Allegro Pe loc (Danza sul posto) - Andante Buciumeana (Danza del corno) - Moderato Poargă românească (Polka rumena) - Allegro Măruntel (Danza veloce) - Allegro Măruntel (Danza veloce) - Più allegro PEDRO Iturralde (1929) Suite ellenica per clarinetto e pianoforte Béla Kovacs (1937) Sholem Aleikem (rev. Feldman) 18 2016 52a edizione DOMENIca 17 Luglio ore 19.30 Infermeria Fossanova ORCHESTRA D’ARCHI DI SANTA CECILIA Luigi Piovano direttore Paolo Pollastri oboe WOLFGANG AMADEUS Mozart (1756 - 1791) Serenata in Sol maggiore K. 525 “Eine kleine Nachtmusik” Allegro Romanza. Andante Minuetto e trio. Allegretto Rondò. Allegro ennio Morricone (1928) Gabriel’s oboe nino Rota (1911 - 1979) Concerto per archi Preludio (Allegro ben Moderato e cantabile) Scherzo (Allegretto comodo) Aria (Andante e quasi adagio) Finale (Allegrissimo) nicola Piovani (1946) La vita è bella nino Rota (1911 - 1979) La strada - Giulietta e Romeo - Amarcord 19 2016 INCONTRI INTERNAZIONALI 5 2 a e d i z i o n e DI MUSICA CONTEMPORANEA 2016 INCONTRI INTERNA ZIONALI DI MUSICA C O N T EM PORANEA INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Programma dettagliato da pagina 45 venerdì 22 Luglio ore 20.00 Castello Caetani, Scuderie Sermoneta QUATUOR DIOTIMA Yun-Peng Zhao violino Constance Ronzatti violino Franck Chevalier viola Pierre Morlet violoncello sabato 23 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta QUATUOR DIOTIMA 20 Yun-Peng Zhao violino Constance Ronzatti violino Franck Chevalier viola Pierre Morlet violoncello 2016 52a edizione i luoghi del Festival 21 2016 52a edizione domenica 24 Luglio ore 21.00 Parco di Pantanello/Oasi di Ninfa Cisterna Alfonso Alberti pianoforte Ugo Faralli ornitologo MUSICA E NATURA NEL PARCO DI PANTANELLO Maurice Ravel (1875 - 1937) dai Miroirs (1904 - 1905) Oiseaux tristes Martino Traversa (1960) Oiseaux tristes (2016) François Couperin (1668 - 1733) dal XIV Ordre (1722) Le rossignol en amour La linotte effarouchée Les fauvettes plaintives Le rossignol vainqueur Olivier Messiaen (1908 - 1992) dal Catalogue d’oiseaux (1956 - 1958) La rousserolle effarvatte Concerto organizzato in collaborazione con: Fondazione Roffredo Caetani onlus e LIPU 22 2016 52a edizione Il presente programma esplora il rapporto fra il canto degli uccelli e la letteratura per tastiera. Si comincia dalle trame simboliste di Maurice Ravel (1875-1937) e dei suoi Oiseaux tristes [Uccelli tristi], estratti dal ciclo Miroirs [Specchi]: il richiamo degli uccelli, a volte irrigidito nella ripetizione di una sola nota, altre volte sciolto in un melodizzare sinuoso, ha in sé la sacralità delle cose che giungono dall’altrove. All’esecuzione del brano di Ravel fa seguito quella dell’omonimo brano di Martino Traversa (1960), scritto per un recentissimo progetto ideato dal pianista Francesco Prode: musiche d’oggi pensate esplicitamente in dialogo coi cinque Miroirs di Ravel. Il dialogo col passato è un fatto strutturale e ricorrente nella produzione di Traversa, nella convinzione che temi e intenzioni percorrano la storia, determinandone il senso. Si prosegue col tono più vivace, brillante e anche ammiccante, di François Couperin (1668-1773), che ritrae Le rossignol en amour [L’usignolo in amore], La linotte effarouchée [Il fringuello impaurito], Les fauvettes plaintives [I passeri lamentosi] e Le rossignol vainqueur [L’usignolo vincitore] in brevi pagine nelle quali non è fuori luogo ravvisare giochi di società, dediche e divertissements. Si giunge poi a Olivier Messiaen (1908-1992) e al cuore della serata. La voce degli uccelli, incantate creature che vivono un’esistenza intermedia fra la terra e il cielo, mimando così la perenne tensione umana verso la trascendenza, abita moltissime pagine di Messiaen, ma in particolare lo sterminato ciclo del Catalogue d’oiseaux [Catalogo d’uccelli]. Il brano più ampio della raccolta (mezz’ora circa di musica) è La rousserolle effarvatte [La cannaiola], che mette in scena un’intera giornata in uno stagno: dalla notte fonda (siamo fra la mezzanotte e le tre del mattino) fino a mezzogiorno e poi di nuovo dal pomeriggio fino a notte fonda. L’alba (insieme al tramonto, ad essa speculare e basato sulla stessa serie di accordi) è il momento più intenso del brano. Messiaen la immagina persino nei suoi colori, annotandoli in partitura in prossimità di questo o quell’accordo: «levare del sole, rosa, arancio, malva, sullo stagno delle ninfee». Nelle ore più buie hanno luogo i due grandi soli della protagonista, la cannaiola, che comunque non perde la sua straordinaria loquacità nemmeno durante le ore del giorno. Il tarabuso ha un richiamo spettrale e pauroso; il merlo è il primo a salutare l’alba; il forapaglie macchiettato è la voce quasi di cicala che colora il torrido mezzogiorno, in cui - scrive Messiaen - le cose sembrano eterne. Decine di altri comprimari animano questo brano straordinario, sospeso fra ritratto fedele e incanto spirituale. Alfonso Alberti 23 2016 52a edizione martedì 26 Luglio ore 21.30 Palazzo Baronale Fondi Giulia Buccarella violino Francesco Buccarella pianoforte Antonín Dvorak (1841 - 1904) Quattro Pezzi Romantici Allegro moderato Allegro maestoso Allegro appassionato Larghetto EDVARD Grieg (1843 - 1907) Sonata op. 45 Appassionato Allegretto romanza Allegro JOHANNES Brahms (1833 - 1897) Danza ungherese n. 2 CAMILLE Saint Saëns (1835 - 1921) Danza Macabra FRITZ Kreisler (1875 - 1962) Liebesfreud 24 2016 52a edizione GIOVEDì 28 Luglio ore 21.00 Chiostro Abbazia di Valvisciolo Gianluca Littera armonica ENSEMBLE PROJECT STRINGS QUARTETT Rocco De Massis viola Antonio Ramous violoncello Renato Riccardo Bonaccini violino Lucio Santarelli violino In ricordo di Giuseppe Bocchetti Astor Piazzolla (1921 - 1992) da Five Tango sensations Sleep James Moody (1925 - 2010) Quintet for Harmonica and String Quartet Allegro con espressione Allegro Moderato Lento Moderato con Variazioni Gordon Jacob (1895 - 1984) Divertimento for Harmonica and String Quartet March Romance Siciliano Scherzetto Sarabande Slavonic Dance Elegy Jig Astor Piazzolla (1921 - 1992) da Five Tango sensations Fear Giuseppe Bocchetti è stato il primario chirurgo dell’Ospedale civile di Latina. Nei quasi 27 anni passati a capo del reparto di Chirurgia di Latina ha favorito l’edificazione del nuovo Ospedale Santa Maria Goretti, partecipando con consigli ed indirizzi alla progettazione del reparto di Chirurgia e, ancor più, del blocco delle sale operatorie. Ancora più importante è stata la sua partecipazione alla creazione del padiglione oncologico Porfiri, nato in seguito alla donazione di un mecenate dopo che lo stesso aveva brillantemente superato un complesso intervento chirurgico. 25 2016 52a edizione venerdì 29 Luglio ore 21.00 Piazzale Pio IX Abbazia di Valvisciolo JUNIORCHESTRA dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Simone Genuini direttore LUDWIG VAN Beethoven (1770 - 1827) Egmont, Ouverture in fa minore op. 84 LUDWIG VAN Beethoven (1770 - 1827) Romanza in fa maggiore op. 50 n. 2 GIOACHINO Rossini (1792 - 1868) Il Barbiere di Siviglia: Sinfonia BENJAMIN Britten (1913 - 1976) Four Sea Interludes op. 33a: Sunday Morning LEONARD Bernstein (1918 - 1990) Candide: Overture PETR ILIC Čajkovskij (1840 - 1893) Evgenij Oneghin: Polonaise Aleksandr Porfir’eviČ Borodin (1833 - 1887) Danze Polovesiane 26 2016 52a edizione sabato 30 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta REST ENSEMBLE Alessandro Viale pianoforte Rebecca Raimondi violino Daniele Valabrega viola Vito Francesco Malerba violoncello Omaggio ad Enzo Siciliano e Goffredo Petrassi Morte di Galeazzo Ciano di Enzo Siciliano Reading con Francesco Siciliano Regia di Gianfranco Pannone Musiche di Goffredo Petrassi Consulenza musicale di Gabriele Bonomo CON LA COLLABORAZIONE DI FONDAZIONE TEATRODUE DI PARMA E LA PARTECIPAZIONE DI MEDFILM FESTIVAL DI ROMA Era da diversi anni che io e Francesco Siciliano volevamo occuparci di Morte di Galeazzo Ciano, che suo padre Enzo scrisse nel 1993. Un desiderio che si è finalmente concretizzato grazie al Campus Internazionale di Musica, che allestisce questo reading nella magnifica cornice del Castello di Sermoneta, e alla Fondazione Teatro Due di Parma, che lo porterà in scena nel 2017. Perché questo mio/nostro tornare oggi a un fatto storico risalente a quasi 80 anni fa? Oltre la storia e tutto quello che rappresentò la destituzione di Mussolini per mano dei suoi luogotenenti il 25 luglio 1943, la vicenda di Galeazzo Ciano e di sua moglie Edda Mussolini, come ben sapeva Enzo Siciliano, porta con sé qualcosa di altamente tragico: “Il suocero che manda a morte per alto tradimento il marito della figlia amatissima, lacerando affetti e intimità, in un selvaggio andare di parole cui non viene mai meno un senso anche alto dello stare al mondo”. Questo Ciano teatrale, con le sue 22 “stazioni”, è la tragedia del potere. Il potere che si vede spogliato dei suoi privilegi e che tra illusioni, interrogativi, tormenti e l’inevitabile caduta, deve fare i conti con la caducità della vicenda umana. Nella cella 27 del Carcere degli Scalzi a Verona, si consuma una fine per la quale nessuno degli attori era stato preparato dalla vita. Ma a mio giudizio c’è qualcosa di più nel carcere dove sono ambientate gran parte delle scene di questa tragedia famigliare immersa nel “secolo breve”: tra quelle mura si consuma un dramma tipicamente italiano, di cui il testimone numero 1 è Galeazzo Ciano, incarnato con profondità da Francesco Siciliano. Galeazzo è bello e ripugnante, elegante e volgare, vanesio e profondo. Galeazzo ben rappresenta un certo tipo di uomo italiano, riconducibile anche a figure della nostra storia recente. E questo tragico che incontra il futile, questa impotenza che si scontra con un vitalismo ambiguamente scisso tra verità e maniera, oltre Galeazzo, avvolge un po’ per volta tutti i protagonisti della vicenda: Edda, naturalmente; come Frau Beetz, la spia che amò Ciano e Zenone Benini, l’amico di sempre, il carceriere Pellegrinotti e lo stesso Mussolini, quest’ultimo interpretato da uno spiazzante Roberto Abbate. Nella pièce di Siciliano, infine, vi si trova una consapevolezza profonda che si nasconde dietro l’illusione della salvezza, affidata soprattutto alla forza, all’ostinazione e alla pietas delle due figure femminili, Edda e Frau Beetz. Un ruolo fondamentale in questo reading/allestimento scenico lo assume la musica, affidata alle note del Maestro Goffredo Petrassi, grazie alla preziosa consulenza di Gabriele Bonomo. Musiche novecentesche di grande modernità, che non ricalcano la tragedia, ma che piuttosto la avvolgono in una sorta di sospensione del tempo, dove la Storia perde il suo senso. Gianfranco Pannone 27 2016 52a edizione DOMENICA 31 Luglio ore 21.00 Infermeria Fossanova QUARTETTO Cesare Zanfini violino Caterina Coco violino Dagmar Bathmann violoncello Angel L. M. Pérez contrabbasso In ricordo di Massimo Negri Pensa alla Patria Gioachino Rossini, musicista, fra Rivoluzione e Restaurazione Lettura musicale con Vittorio Emiliani e Lorenzo Lavia Gioachino Rossini (1792 - 1868) Estratti dalle Sonata a quattro 28 2016 52a edizione Duecento anni fa, il 20 febbraio 1816, debuttava al Teatro Argentina di Roma, con un fiasco clamoroso, quella che sarebbe diventata una delle opere liriche più famose nel mondo: “Il Barbiere di Siviglia” firmata da un giovane compositore pesarese, Gioachino Rossini. Non tutti sanno, però, che si tratta di un genio precocissimo: cantante per anni, capace di suonare vari strumenti, in orchestra a 8-9 anni, compositore a dieci (Messa di Ravenna), a dodici di Sonate cameristiche tuttora eseguite, a quindici scrive la sua prima opera lirica (su commissione) “Demetrio e Polibio”; a ventuno anni conta già dieci opere rappresentate ed è già celebre in tutta Europa con l’aria “Di tanti palpiti” del suo “Tancredi”. A 24 anni dunque, con “Il Barbiere di Siviglia”, entra semplicemente nella storia. Ma, a soli 37 anni, nel 1829, dopo il trionfo parigino del “Guillaume Tell”, lascia per sempre il teatro in musica. Ha alle spalle 40 lavori composti in meno di vent’anni. Abbandona il teatro ma non la musica. Comporrà per sé centinaia di pezzi per pianoforte e due capolavori che annunciano già il ‘900: lo “Stabat Mater” e la “Petite Messe Solennelle”. È entrato nel buio della depressione in alcuni momenti nerissima. Si finge ancora un “bon vivant”, ma oscilla fra momenti di allegria e altri di disperata malinconia. Il suo grande amico, il romanziere, Honoré de Balzac la definisce “una nevrosi da successo”. Una doppia vita, tante vite e tanti misteri dietro quel volto da gaudente. Dalle numerose testimonianze autografe: un carteggio tra Gioachino ed i suoi cari, genitori e amici, che permette di entrare a fondo (per quanto si può) nella sua sfera personale e di meglio apprezzarne l’influenza che quest’ultima ha avuto nel processo di creazione. Accompagnati da Vittorio Emiliani (giornalista, saggista, autore della vasta biografia “Il furore e il silenzio. Vite di Gioachino Rossini”) e dalla voce dell’attore Lorenzo Lavia, il pubblico sarà accompagnato per un’ora e mezza in un’avventura alla scoperta del Rossini giovane figlio che si affaccia timidamente nel mondo della musica lirica. Il viaggio toccherà diversi momenti, raccontati e spiegati grazie all’intervento della regina della disquisizione: l’esecuzione dal vivo di alcuni estratti dalle sonate a quattro. L’arrivo sarà in una terra conosciuta ed apprezzata, i 25 anni del Maestro che ne segnano l’ingresso di diritto nell’Olimpo della musica. 29 2016 52a edizione partecipano 30 2016 52a edizione ALFONSO ALBERTI suona (il pianoforte) e scrive (libri sulla musica). Sua grande passione è la musica d’oggi, nella convinzione che essa sia un’opportunità formidabile per capire il tempo che ci troviamo a vivere, e noi stessi che viviamo in questo tempo. Gli sono state affidate più di cento prime esecuzioni assolute, fra cui opere riscoperte di G. Scelsi, N. Castiglioni, G. Sinopoli. Ha suonato in luoghi come il Konzerthaus di Vienna, il LACMA di Los Angeles, la Cappella Paolina del Quirinale e il Teatro Bibiena di Mantova. Ha pubblicato più di venti dischi solistici e cameristici. Il cd Stradivarius col Concerto di Petrassi ha vinto il Premio della critica come miglior disco 2012 in Italia. Recente è l’uscita di Giorgio Gaslini. Murales Promenade, sempre per Stradivarius. Fra i suoi libri: La rosa è senza perché. Niccolò Castiglioni, 1966-1996 (LIM, 2012), Vla-dimir Horowitz (L’Epos, 2008), Le sonate di Claude Debussy (LIM, 2008) e Niccolò Castiglioni, 1950-1966 (LIM, 2007). ARCHI DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI S. CECILIA L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata la prima in Italia a dedicarsi esclusivamente al repertorio sinfonico. Dal 1908 ha tenuto circa 15.000 concerti collaborando con i maggiori musicisti del secolo. I suoi direttori stabili sono stati Molinari, Ferrara, Previtali, Markevitch, Schippers, Sinopoli, Gatti e Chung. Dal 1983 al 1990 Leonard Bernstein ne è stato il Presidente Onorario. Da quando, nel 2005, Sir Antonio Pappano ha assunto la carica di Direttore Musicale il prestigio dell’Orchestra ha avuto uno slancio straordinario. Da sempre la musica da camera è una delle attività dell’Orchestra e negli ultimi anni ha acquisito ancora maggior rilevanza. Dopo il grande successo ottenuto nel 2013 in occasione di un concerto all’Auditorium di Roma con musiche di Schubert, l’Orchestra d’Archi di Santa Cecilia ha avviato una collaborazione stabile con Luigi Piovano, primo violoncello solista dell’Orchestra. Nel 2014 si sono avuti i primi concerti in Italia e la Eloquentia ha pubblicato il primo CD del gruppo sotto la direzione di Piovano, accolto con entusiasmo dalla stampa internazionale: Ralph Moore, scrivendo su “MusicWeb International” dell’esecuzione della Morte e la Fanciulla di Schubert-Mahler l’ha definita «elettrizzante, intensa, emozionante e libera come pochi dischi sono al giorno d’oggi. Il Presto finale è semplicemente meraviglioso», mentre David Vernier su “Classics Today” ne ha scritto: «il Finale è un’impressionante dimostrazione di virtuosismo da parte dell’ensemble».Analogo entusiasmo ha accolto nel 2015 un nuovo concerto a Roma, in Sala Santa Cecilia, con le due Serenate di Dvořák e Čajkovskij subito dopo registrate da Eloquentia per un CD uscito nel 2016. Fra gli impegni nei primi mesi del 2016, gli applauditissimi concerti al Teatro Valli di Reggio Emilia e al Teatro di Piacenza e il ritorno in Sala Santa Cecilia con un programma dedicato a Rota, Morricone e Piovani, subito registrato dalla Eloquentia. DAGMAR BATHMANN violoncellista tedesca, proviene da una famiglia di scienziati. Nel 2013 si è laureata presso la Hochschule für Musik Detmold sotto la guida del M° Alexander Gebert. Ha studiato con il M° Marcio Carneiro presso la stessa Hochschule für Musik Detmold e l’Haute École de Musique de Lausanne - cité de Sion dopo aver vinto una borsa di studio del DAAD (Deutscher Akademischer Austauschdienst). Nel 2011 ha vinto una borsa di studio del Kolleg für Musik und Kunst Montepulciano, con quale ha partecipato al progetto pilota dei conservatori musicali ed artistici di Renania Settentrionale-Vestfalia per promuovere la collaborazione interdisciplinare e fra la nuova generazione di giovani artisti. Ha partecipato a masterclass di Enrico Dindo, Steven Isserlis, Frans Helmerson e Heinrich Schiff. Ha suonato in varie orchestre, anche nel ruolo di violoncello di spalla: Detmolder Kammerorchester, Instrumentalsolistenensemble der Barockakademie Detmold, Städtische Bühnen Münster, Landesjugenorchester Bremen, Albert Schweitzer Jugendorchester Hamburg, Junge Philharmonie Elbe-Weser (Young European Philharmonic Orchestra). Dal 2013 al 2015 è stata primo violoncello di spalla dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala Milano. MATTEO BETTINELLI diplomato in Violoncello presso il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, sotto la guida di M. Godoli, ha intrapreso una brillante carriera, dapprima con il Quartetto d’archi di Bologna (cresciuto alla Scuola di Musica di Fiesole e perfezionatosi all’Accademia Chigiana di Siena con il P. Farulli), ed in seguito vincendo numerosi concorsi, sia per giovani concertisti, che per prima parte e violoncello di fila, tra gli altri presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di cui è membro stabile. Ha studiato Armonia Principale e Composizione rispettivamente con i maestri Perugini e Carotenuto al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma dove ha inoltre ottenuto la laurea in Discipline Musicali nel 2006 e, successivamente in Direzione d’Orchestra. Ha diretto in Italia e all’estero, tra cui un ciclo di Concerti Brandeburghesi di Bach e la Messa dell’Incoronazione di Mozart. È direttore principale 31 2016 52a edizione dell’Orchestra da Camera Roma Classica, di cui è fondatore, composta prevalentemente da musicisti dell’Accademia di Santa Cecilia. Ha diretto numerose orchestre, tra cui l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, I Solisti Aquilani, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, ed è regolarmente invitato nella stagione dei concerti di Bari dove ha diretto programmi che spaziano dal Settecento al Novecento con l’esecuzione del Divertimento per archi di Bartók, delle Metamorfosi di Strauss, del Canto in memoria di Benjamin Britten di Pärt, e composizioni di autori contemporanei. Con l’Orchestra Roma Classica ha partecipato al Festival di El Jem in Tunisia. Per il ciclo ‘’Il teatro delle emozioni’’ ha diretto l’operina Storia di Milonga, con musiche di Bernabò con l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza. A Dicembre 2007 ha diretto l’opera Racconto di Natale con musiche di C. Galante, prodotta ed allestita dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale collabora anche nella presentazione alla scuole di ‘’Palestre Musicali’’ e nella preparazione dell’orchestra giovanile. Dal 2013 è docente come direttore d’orchestra del Liceo Musicale Farnesina di Roma, con la cui orchestra si è esibito alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. RENATO RICCARDO BONACCINI Nato nel 1969, ha iniziato a sei anni lo studio del violino con il M° Ivan Kriwenski a Milano dimostrando subito spiccate doti artistiche. Successivamente ha proseguito al Conservatorio di Santa Cecilia in Roma sotto la guida di Felix Ayo, diplomandosi nel 1989 con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore. In tale occasione è stato premiato dall’ARAM come miglior diplomato ed invitato a tenere un concerto nell’Auditorium della Discoteca di Stato. Parallelamente ha frequentato per quattro anni i corsi superiori al Conservatorio di Ginevra con il M° Corrado Romano (già insegnante di Uto Ughi), ottenendo i diplomi di perfezionamento e virtuosité. Alla fine dei corsi è stato prescelto a tenere un concerto al Victoria Hall di Ginevra eseguendo come solista il concerto per violino di Max Bruch con l’Orchestra della Suisse Romande. Durante il suo percorso artistico è risultato vincitore di alcuni importanti concorsi quali Catanzaro, Pescara, Vittorio Veneto che lo hanno portato giovanissimo ad intraprendere un’intensa attività concertistica come solista e in formazioni da camera collaborando con artisti come U. Ughi, A. Diaz, F. Petracchi, M.Campanella, P. Masi, M. Crudeli, U. Passarella. Sue esecuzioni sono state trasmesse dalla RAI. Ha effettuato numerose tournée all’estero, tra le quali in Florida con i Solisti Aquilani nel 1989, negli Stati Uniti con 32 l’Orchestra da Camera “Giovani d’ Europa” per le Colombiadi del 1991 e con la stessa in Europa toccando Svizzera, Belgio e Germania, nel 1993. Nel 1994 ha frequentato la Master Class con il M° V. Liberman al Conservatorio di Lussemburgo e dal ‘93 al ‘96 i Corsi internazionali dell’Accademia Chigiana di Siena con il M° Uto Ughi ottenendo per quattro anni consecutivi la borsa di studio e il diploma di merito. E’ invitato a far parte di giurie in concorsi ed esami di conservatorio e a tenere annualmente corsi di perfezionamento a Roma, Morcone, Cortina, Atri e Molfetta. Dal 1997 al 2007 ha fatto parte dell’Orchestra Nazionale dell’Accademia di Santa Cecilia, quale vincitore di concorso e attualmente fa parte dei Filarmonici di Roma (già Orchestra da Camera di Santa Cecilia) con le quali ha effettuato tournée in tutto il mondo con direttori quali Chung, Sawallich, Giulini, Prêtre, Sinopoli, Pappano, etc. Dal 2001 inoltre collabora con i Cameristi Italiani. Attualmente è docente principale di violino presso il conservatorio G. da Venosa di Potenza. Suona un A. Poggi del 1937 e un G.Grancino del 1733. FRANCESCO BUCCARELLA è nato a Roma nel 1967 in una famiglia di musicisti e ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di quattro anni con la madre Maria Teresa Garatti, proseguendoli sotto la guida di Adalberta Spada con la quale si è diplomato a sedici anni, con il massimo dei voti, presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. In seguito ha frequentato i Corsi di Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia in Roma diplomandosi con lode in pianoforte nel 1987 con Lya De Barberiis e con il massimo dei voti in musica d’insieme nel 1996 con Felix Ayo. Ha poi frequentato masterclass tenute da Vlado Perlemuter, Gyorgy Sandor e per alcuni anni gli stage di perfezionamento pianistico del M° Konstantin Bogino, completando la sua formazione artistica e musicale al più alto livello. Il debutto concertistico di Francesco Buccarella risale al 1982 quando fu scelto, dopo una selezione nazionale nei Conservatori italiani, perpartecipare al Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo: da allora ha ottenuto vari premi in concorsi nazionali ed internazionali, intraprendendo una carriera musicale come solista, con orchestra, in gruppi da camera, e da alcuni anni come componente del prestigioso complesso I Musici, esibendosi in Italia, Svizzera, Yugoslavia, Ungheria, Francia, Olanda, Belgio, Spagna, Germania, Usa, Canada, Cina, Taiwan, Giappone. Ha effettuato registrazioni radiofoniche e televisive per la Radiotelevisione Yugoslava, la Radio Ungherese, la Radio 2016 52a edizione Canadese, per la RAI italiana e per la Radio Vaticana e ha partecipato anche come artista ospite a registrazioni discografiche per la Philips, la Fonè, la Sony e la Deutsche Grammophon. Collabora abitualmente con l’Accademia Nazionale di S. Cecilia sia con l’Orchestra dell’Ente, come esecutore al pianoforte, clavicembalo e alle tastiere elettroniche, sia come pianista ufficiale del Corso di Perfezionamento di Violino. Dal 1998 è titolare di ruolo della cattedra di pianoforte principale presso il Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli dove tiene anche corsi di Prassi esecutiva e repertorio e di Musica da Camera nell’ambito dei Bienni specialistici di II livello. Giulia Buccarella è nata a Bari nel 1970 in una famiglia di musicisti concertisti del famoso complesso I Musici di Roma. A sette anni vince il Concorso Nazionale di Pescara, a nove il Concorso Nazionale della RAI come giovane talento italiano, nello stesso anno è invitata a Roma al Teatro dell’Opera come violinista prodigio per ritirare il Premio David di Donatello per il compositore Nino Rota. Undicenne, vince il Concorso Nazionale di V. Veneto e suona come solista il concerto per violino e orchestra di Mendelssohn a Bari con l’Orchestra della Provincia. A sedici anni si diploma al Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma con il massimo dei voti e la lode sotto la guida dello zio, Claudio Buccarella, violinista de I Musici. Nel 1988 vince il Secondo Premio al Concorso Internazionale di Violino Valentino Bucchi, nel 1989 il Primo Premio al Concorso Internazionale di musica da camera di Trieste; seguono il terzo Premio al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Monfalcone (Duino), il secondo al Concorso Internazionale Premio Rodolfo Lipizer e il Primo Premio ex-aequo al Concorso Nazionale di musica da camera Pergolesi a Napoli. Fra i suoi Maestri: Salvatore Accardo, alla Scuola Internazionale di musica W. Stauffer di Cremona; Franco Gulli, presso l’Università Bloomington dell’Indiana; Boris Belkin all’Accademia Chigiana di Siena (dove, per 5 anni, ha vinto ogni anno il Diploma di Merito); il Trio di Trieste a Duino. Docente di Violino al Conservatorio dall’età di 18 anni, insegna presso il Conservatorio di Musica di Bari. Ha al suo attivo una carriera da solista e duo da camera con un vasto repertorio. Ha suonato come solista con numerose orchestre. Suona un bellissimo violino contemporaneo di Claire Chaubard oltre ad un Jacob Stainer del 1659 e un prestigioso archetto Jacques Poullot. Giulia Buccarella dal 2013 è Direttore Artistico dell’Associazione Musicale Concertistica Stainer che ha sede a Bari, con la quale organizza concerti all’Estero. ALESSANDRO CARBONARE primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 2003. Ha vissuto a Parigi, dove per 15 anni ha occupato il posto di primo clarinetto solista all’Orchestre National de France. Sempre nel ruolo di primo clarinetto, ha avuto importanti collaborazioni anche con i Berliner Philarmoniker, la Chicago Symphony e la Filarmonica di New York. Si é imposto nei più importanti concorsi internazionali: Ginevra, Praga, Tolone, Monaco di Baviera e Parigi. Dal suo debutto con l’Orchestra della Suisse Romande di Ginevra, si é esibito come solista, tra le altre, con l’Orchestra Nazionale di Spagna, la Filarmonica di Oslo, l’Orchestra della Radio Bavarese di Monaco, l’Orchestre National de France, la Wien Sinfonietta, l’Orchestra della Radio di Berlino, la Tokyo Metropolitan Orchestra e con tutte le più importanti orchestre italiane. Ha registrato gran parte del repertorio per Harmonia Mundi e JVC Victor dando anche grande impulso alla nuova musica per clarinetto, commissionando nuovi concerti a Ivan Fedele, Salvatore Sciarrino, Luis De Pablo e Claude Bolling. Appassionato cultore della musica da camera è da sempre membro del Quintetto Bibiena e collabora regolarmente con eminenti artisti ed amici come Mario Brunello, Marco Rizzi, Pinkas Zukerman, Alexander Lonquich, Emmanuel Pahud, Andrea Lucchesini, Wolfram Christ, Il Trio di Parma, Enrico Dindo, Massimo Quarta, Luis Sclavis, Paquito D’Riveira e molti altri. Da sempre attratto non solo dalla musica “ classica” , si escibisce anche in programmi jazz e Klezmer. Importanti le collaborazioni con con Paquito D’Riveira, Enrico Pieranunzi e Stefano Bollani. «Guest Professor» in alcuni tra i più importanti Conservatori di tutto il mondo (Royal College di Londra, Juillard School di New York, Conservatorio Superiore di Parigi, School of Arts di Tokyo) ha fatto parte delle giurie di tutti i più importanti concorsi internazionali per il suo strumento (Ginevra, Monaco di Baviera, Praga, Pechino, il « K.Nielsen » in Danimarca ed il « B. Crusell » in Finlandia) . Su personale invito di Claudio Abbado, ha accettato il ruolo di primo clarinetto nell’Orchestra del Festival di Lucerna e nell’Orchestra Mozart con la quale, ha registrato per Deutsche Grammophon il concerto K622 al clarinetto di bassetto, lavoro che ha vinto il 49° Record Academy Awards 2013 CATERINA COCO nata a Catania nel 1991, inizia lo studio del violino all’età di 9 anni. Nel 2013, a Catania, si diploma in violino col massimo dei voti e la lode, all’interno della classe della prof.ssa Carla Marotta. Ha preso parte come violino solista nell’Orchestra Barocca dell’Istituto Bellini di Catania e nel gruppo d’archi 33 2016 52a edizione catanese “Aetna String Ensemble”.Negli anni passati ha ricoperto il ruolo di spalla dell’Orchestra Giovanile dell’Istituto Bellini; nell’estate 2012, con l’orchestra da camera “Guido d’Arezzo”, diretta da Stefano Pagliani, ha collaborato con i solisti Christoph Hartmann, oboe dei Berliner Philharmoniker, e Giovanni Gnocchi, rivestendo il ruolo di spalla della suddetta formazione. Ha collaborato con le orchestre del Luglio Musicale Trapanese e di “Taormina Arte” e fa parte di varie formazioni cameristiche. Ha, inoltre, partecipato a vari concorsi: “Lucio Stefano D’Agata” di Acireale, “G. Campochiaro” di Pedara, “V. Bellini” di Milo, “P. Mandanici” di Barcellona P.G., in cui ha conseguito il primo premio e primo premio assoluto. A seguito del suo interesse verso altri generi, ha preso parte in una formazione jazz-fusion, con cui ha collaborato all’esecuzione ed arrangiamento di brani classicfusion. Ha collaborato con artisti come Bruno Canino, Halla Margret, Chico Scimone, Franco Battiato, Anne Ducros, Danilo Rea, Etta Scollo, Stefano Montanari, Francesco Cafiso. Dal 2014 fa parte dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano con cui si esibisce presso vari teatri italiani ed esteri. Rocco De Massis nato a Pescara, si è diplomato con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Musica “A. Casella” de L’Aquila sotto la guida del M° Sabatino Servilio. Successivamente si è perfezionato con il M° Reiner Schmidt presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e con il M° Piero Farulli presso l’Accademia Chigiana di Siena e la Scuola di Musica di Fiesole. Già prima viola al Teatro S. Carlo di Napoli, ha avuto l’opportunità di conoscere direttori di fama internazionale come Prêtre, De Burgos, Oren, Tate, Rostropovic. Ha suonato per vari anni con il Quartetto S. Cecilia effettuando con esso numerosi concerti e vincendo il Concorso Internazionale di Musica da Camera a Caltanissetta ed il Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi a Cremona. Ha svolto un’intensa attività concertistica sia a livello solistico che cameristico, suonando in prestigiose formazioni da camera come I Solisti Filarmonici Italiani e I Solisti Aquilani con i quali ha inciso vari CD per importanti case discografiche. Varie sono state inoltre le sue collaborazioni cameristiche con musicisti di rilievo come Accardo, Filippini, Hofmann, Campanella, Piovano, etc. Nel 1994 ha vinto il Concorso Nazionale valido per l’insegnamento nei Conservatori di Musica ed ha avuto una intensissima attività didattica che lo ha portato a formare numerosi allievi ormai diventati professionisti affermati. E’ titolare della cattedra di Viola presso il Conservatorio “U. Giordano” di Foggia. Suona una splendida viola Ansaldo Poggi del 1930. 34 VITTORIO EMILIANI ha cominciato la sua carriera nella carta stampata come redattore del settimanale vogherese “Il Cittadino” e come direttore di “Ateneo Pavese” giornale degli universitari pavesi, poi collaborando con Comunità di Olivetti, Il Mondo di Mario Pannunzio e l’Espresso di Arrigo Benedetti, per passare poi al Giorno come inviato e dal 1974 al Messaggero, inviato politico e quindi direttore (dal 1981 al 1987). Successivamente è stato nel parlamentare fra i Progressisti e consigliere di amministrazione della Rai dal 1998 al 2002 (condensati in Affondate la Rai. Viale Mazzini prima e dopo Berlusconi). Ha pubblicato una trentina di libri fra i quali Gli anarchici, L’Italia mangiata, La crisi dei comuni, I tre Mussolini (Emiliani e Mussolini sono nati nella stessa cittadina), Benedetti Maledetti Socialisti, Se crollano le torri, Vitelloni e giacobini, Orfani e bastardi, Cronache di piombo e di passione 1974-87. È stato membro del CdA dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, gestione dei concerti. Presiede il Comitato per la Bellezza. Dal 1979 al 1989 ha realizzato alcune inchieste televisive per la Rai, fra le quale “Le mille e una Italia. Beni e mali culturali” col regista Leandro Castellani. Il suo ultimo libro è una vasta biografia di Gioachino Rossini (Emiliani ha presieduto la Fondazione Rossini di Pesaro dal 1990 al 1995) edita dal Mulino: Il furore e il silenzio. Vite di Gioachino Rossini. UGO FARALLI dal 1989 lavora alla LIPU-Lega Italiana Protezione Uccelli come Responsabile del settore Oasi e Riserve, collaborando con Enti locali e soggetti privati alla gestione di aree protette e alla programmazione di attività di conservazione della natura, di educazione e sensibilizzazione ambientale, di promozione e valorizzazione della biodiversità e del territorio. Ha contribuito alla creazione, per conto della LIPU, di numerose oasi ed aree protette. È autore di decine di pubblicazioni scientifiche e articoli divulgativi e ha fatto parte del gruppo di lavoro sulle Riserve naturali ed aree protette di BirdLife International. RODOLFO FOCARELLI nasce a Roma nel 1992. Intraprende lo studio del pianoforte all’età di nove anni con il Maestro Angela Chiofalo. Dal 2007 prosegue gli studi con il Maestro Konstantin Bogino e con il Maestro Laura Pietrocini, prima presso l’Accademia Cabrini e successivamente presso l’Accademia Internazionale di Roma, nonché, ogni estate, presso importanti masterclass a Lucca, Ptuj (Slovenia), San Gemini, Tuscania. Sotto la guida dei suddetti Maestri consegue il Diploma in Pianoforte principale nel Conservatorio di Campobasso nel 2011. Da solista è stato premiato in concorsi come Anemos e Harmoniae di 2016 52a edizione Roma, Città di Magliano Sabina, Concorso Giulio Rospigliosi di Lamporecchio. È stato più volte premiato, da solista e in varie formazioni da camera, al concorso Jugend Musiziert in Germania. Dal 2011 suona in duo con iI violinista Federico Rüdiger e dal 2012 si è aggiunta a quest’ultimo la violoncellista Erica Piccotti per formare il Trio Lichnowsky. Il gruppo da camera si perfeziona attualmente sotto la guida di Francesco Storino e dell’Ars Trio di Roma. Con Federico Rüdiger, Rodolfo ha conseguito il primo premio al concorso Città di Magliano Sabina. L’esperienza con il Trio si chiude alla fine del 2013. Dall’estate del 2013 suona in duo con la violinista Maria Teresa De Sanio perfezionandosi con l’Ars Trio di Roma. Nel 2012 gli è stata offerta una borsa di studio per la partecipazione al corso di musica da camera Aurora Masterclass presso Trolhättan in Svezia. Nel 2013 frequenta una masterclass con il Maestro Mats Widlund. Nel medesimo anno, vince il primo premio al concorso Jugend musiziert (con finale a Norimberga) e un premio speciale per il miglior brano di Beethoven, con il Trio Lichnowsky. Successivamente, viene selezionato presso il Campus delle Arti e dei Saperi di Tuscania (2013) per un concerto presso la Royal Scottish Academy of Music and Drama di Glasgow, tenutosi nel 2015. Presso lo stesso Campus delle Arti, viene scelto per ulteriori concerti nel 2014, da svolgersi a Berlino e a Venezia. Nel 2014, viene selezionato per partecipare alle audizioni preliminari del Concorso Internazionale F. Busoni di Bolzano, venendo incluso in una rosa di circa 130 pianisti su 350 iscritti. Si esibisce, tra le altre, presso: Festival Arsana di Ptuj (Slovenia), Aurora Chamber Music Festival (Svezia), Festival di San Gemini, Concerti a Villa Corradini, Festival di Campagnano, Francigena Melody Road di Lucca. Nel 2015 ha debuttato da solista con National Company of Ucraine Symphony Orchestra, diretta da Vladimir Sheiko. Nel 2016, sempre presso Aurora in Svezia, frequenta una masterclass tenuta da Lilya Zilberstein. SIMONE GENUINI Direttore stabile dell’Orchestra Giovanile JUNIORCHESTRA dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma, orchestra vincitrice, nel 2013, del Premio Imperiale delle Arti per la sezione giovani. Con la JuniOrchestra si è esibito, tra l’altro, al Ravello Festival, presso la Stagione dell’Orchestra da Camera di Mantova, la Camera dei Deputati, per la RAI radiotelevisione italiana, in più di cento concerti per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Per i 150 anni dell’Unità d’Italia ha diretto la JuniOrchestra in un concerto in diretta Rai nazionale, eseguendo musiche di Verdi, Bernstein, Beethoven. Alla guida della stessa compagine ha effettuato numerose registrazioni per la RAI. Ha studiato direzione d’Orchestra con i maestri Carlo Maria Giulini, Lu Jia, Daniele Gatti, Marcello Bufalini; ha compiuto gli studi musicali conseguendo i diplomi in Pianoforte, in Composizione, in Direzione d’orchestra, in Musica corale e Direzione di Coro, in Strumentazione per Banda. Ha diretto, in qualità di direttore ospite, l’Orchestra Regionale della Toscana, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, l’Orchestra dell’Università Roma Tre, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Bucarest, I Solisti Aquilani, l’Orchestra Sinfonica “Roma Sinfonietta” e altre. Ha insegnato Lettura della Partitura, Teoria e Solfeggio, ed Esercitazioni Orchestrali presso i Conservatori di Foggia, Verona, L’Aquila. Attualmente è docente di Esercitazioni Orchestrali presso il Conservatorio “Carlo Gesualdo da Venosa” di Potenza. GIOVANNI GNOCCHI laureato ai Concorsi violoncellistici Primavera di Praga, Antonio Janigro di Zagabria e vincitore del Concorso “F. J. Haydn” di Vienna, ha debuttato come solista assieme a Yo-Yo Ma, e suonato sotto la direzione di G. Dudamel, Ch. Hogwood, C. Rizzi, P. Despalj, all’Hong Kong Arts Festival, Mozarteum Salzburg, Wiener Konzerthaus, Essen Philharmonie, Rosengarten di Manheim, Kurhaus di Wiesbaden e in molte altre sale e festivals. Primo Violoncello solista per 8 anni (2002-2010) della Camerata Salzburg, con cui ha suonato anche come solista e camerista in tutto il mondo, nella passata stagione ha ricoperto il ruolo di Guest Principal Cellist alla Royal Philharmonic Orchestra di Londra, dopo aver già collaborato come primo violoncello ospite nella Philharmonia Orchestra di Londra, Münchner Philharmoniker, Orchestra Mozart, co-principal nella London Symphony, e dal 2008 è membro della Lucerne Festival Orchestra di Claudio Abbado. In seno ad essa si è esibito anche in formazioni cameristiche con i Solisti della Lucerne Festival Orchestra alla KKL di Lucerna e in Giappone. Fondatore del Quartetto di Cremona e del David Trio, ha vinto Premi in concorsi cameristici internazionali in Europa e USA. Premiato dal Borletti-Buitoni Trust di Londra e vincitore dell’Audience Prize della Wigmore Hall, si è esibito presso i più importanti festivals europei anche con i membri del Quartetto Hagen, L. Kavakos, A. Lucchesini, A. Madzar, Mahler Chamber Soloists, D. Poppen, B. Bonney e ha suonato in duo con A. Lonquich per le Serate Musicali di Milano. A seguito di un concorso internazionale, Giovanni è stato scelto come Univ. Prof. di Violoncello della Univeristät Mozarteum di Salisburgo. Giovanni ha studiato R. Filippini e M. Brunello, si è diplomato al Conservatorio di Rovigo con lode sotto la guida di L. Simoncini. Ha frequentato le lezioni di E. Bronzi e C. Hagen e 35 2016 52a edizione le Masterclass di H. Schiff, S. Isserlis, A. Meneses, D. Geringas, N. Gutman, F. Rados, H. IALSAX QUARTET: GIANNI ODDI ha studiato Pianoforte con Alfredo They e Saxofono con Alberto Fusco e Baldo Maestri. E stato per molti anni 1° Sax Alto dell’Orchestra della RAI di Roma e della PMJO. Ha insegnato Pianoforte Compl. al Conservatorio di Frosinone. Vanta collaborazioni prestigiose con: Saxes Machine di Bruno Biriaco, Enrico Pieranunzi, Luis Bacalov, Rosario Giuliani, Maurizio Giammarco, John Lewis, Gil Evans, Dizzy Gillespie, Mike Westbrook, George Russell, Maria Schneider, Bill Holman, Mike Stern, Bob Brookmayer. Ha compiuto tournée in: U.S.A, Canada, Brasile, Argentina, Giappone, Cina, Corea, Australia, Francia Germania, Polonia, Austria, Africa e Medio Oriente. Numerose sono le collaborazioni discografiche per prestigiose etichette come: Edi-Pan, Fonit Cetra, Parco della Musica, RCA, Universal, Yal Records, Via Veneto Jazz, Warner Chappell Music, Riviera Jazz Records, Pentaflowers, Beat Records, BMG, Verve. E’ Fondatore e Direttore di “Ials Jazz Big Band”, orchestra di 16 musicisti con la quale tiene prestigiosi concerti con illustri ospiti come: Marcello Rosa, Cicci Santucci, Fabrizio Bosso, Franco e Dino Piana. Solista in numerosi concerti e colonne sonore composte e dirette da E. Morricone. Ha collaborato in qualità di docente al “Biennio di Sassofono” presso il Conservatorio di S. Cecilia. Svolge attività concertistica in Italia ed all’estero. FILIBERTO PALERMINI inizia gli studi all’età di 16 anni diplomandosi sempre con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Frosinone in Saxofono, Jazz e Musica Elettronica. Consegue la laurea specialistica in Jazz con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma. Dal ‘92 svolge una intensa attività artistica come strumentista e come arrangiatore muovendosi con versatilità e spirito di sperimentazione sia nel campo della musica improvvisata (jazz e derivati) che in quello della musica contemporanea partecipando a numerosi festivals internazionali in Italia (Clusone Jazz, Atina Jazz, Cantiere Internaz. dell’Arte, Barga Jazz, Pescara Jazz, Roccella Jonica Jazz) e tourneè all’estero (Iran, Albania, Tunisia, Romania, Ungheria, Brasile, Argentina, Colombia, Guatemala, Stati Uniti). Collaborazioni prestigiose con: Peter Erskine, Palle Daniellson, John Newton, Enrico Pieranunzi, John Taylor, Bob Mintzer, Paquito D’Rivera, Luis Bacalov, Mike Stern, Diane Schuur, Alex Spiagin, Tom Harrell, Adam Nussbaum, Robin Eubanks, Larry Carlton, Chris Potter. Ha all’attivo numerose incisioni discografiche per diverse etichette italiane ed europee come: Splash, Philology, Materiali Musicali, 36 Via Veneto Jazz, Alfa Music, EmArcy. Attualmente è titolare della cattedra di Saxofono Jazz presso il Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo dove fonda e dirige il “Pergolesi Jazz Ensemble”. ALESSANDRO TOMEI diploma in Sassofono con il massimo dei voti presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone sotto la guida del M° Massimo Bettazzi. Successivamente si specializza in Musica Jazz al C.P.M. di Siena e alla Università della Musica di Roma. Nel 1996 inizia un’intensa attività concertistica collaborando con i massimi esponenti della scena artistica italiana ed internazionale tra i quali: Tullio De Piscopo, Stefano Di Battista, Franco e Dino Piana, Pietro Iodice, Mario Corvini, Riccardo Biseo, Cicci Santucci, Rosario Giuliani, Benny Golson, Enrico Rava, Maurizio Giammarco, Luis Bacalov, Ennio Morricone, Roberto Gatto, Bruno Tommaso, Javier Girotto, Enrico Pieranunzi. Vincitore di 3 Contest Jazz (S. Anna Arresi, Baronissi, Mentana). Ha all’attivo tre CD “Subzero”, “Lavori in Corso” e “Quattro Sogni” inciso con il gruppo “Bloom”. Da molti anni collabora con la Rai e Mediaset negli show più importanti in qualità di solista al fianco di artisti di grande levatura come: Mario Biondi, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Neri Marcorè, Gigi Proietti, Cristian De Sica. È autore delle musiche di quattro brani del CD “Soho Night” interpretato dalla cantante Kate Robbins e registrato recentemente presso gli studi “Abbey Road (Londra). Ha compiuto tourneè in Colombia, Argentina, Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Svizzera, Francia, Spagna, Olanda. MARCO GUIDOLOTTI laureato con 110 e Lode in Musica Jazz al Conservatorio Santa Cecilia di Roma con il M° Paolo Damiani e Diplomato in Clarinetto al Conservatorio A. Casella dell’Aquila con il M° Domenico Lanzara. Ha suonato al Jazz Festival di Nyons, al Barga Jazz Festival, Ottawa Jazz Festival, “Nantes Jazz Festival”. Ha vinto il premio della critica del pubblico al Concorso “M.Urbani”(2009) ed il 1° Premio dello stesso concorso nel 2010. Ha inciso il suo primo cd “Nel segno di Max” per la Philology Label, successivamente registra con il proprio nome i cd “Etruschi in Jazz” per la PIMU e “S’Wonderful” dedicato a Gerry Mulligan per la Tosky Records. Ha collaborato con illustri musicisti tra i quali: Rosario Giuliani, Stefano Di Battista, Pino e Pietro Iodice, Mario e Claudio Corvini, Paolo Damiani, Enrico Pieranunzi, Gabriele Mirabassi, Massimo Nunzi, Paolo Silvestri, Javier Girotto, Tullio De Piscopo, Bob Mintzer, Roberto Gatto, Ennio Morricone, Woody Allen, Armando Trovajoli, Luis Bacalov, De Dee Bridgwater, Randy Crawford, Dave Liebman, Fabrizio Bosso, Miroslav Vitous, Bob Brookmeyer, Wayne Marshall, Danilo Rea, Paul Mc Candless, Eric Marienthal, Gary Smulyan. Ha compiuto 2016 52a edizione tourneè in tutto il mondo: Stati Uniti, Canada, Argentina, Portogallo, Colombia, Svizzera, Turchia, Francia, Belgio, Albania, Russia, Tunisia. JUNIORCHESTRA dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è la prima Orchestra di bambini e ragazzi creata nell’ambito delle fondazioni lirico-sinfoniche italiane. Nata nel 2006 è attualmente composta da 350 strumentisti dai 5 ai 21 anni. I giovani musicisti eseguono musiche del più grande repertorio sinfonico, che spaziano da Rossini, a Mozart, Vivaldi, C¡ajkovski, Bartók, Puccini, Beethoven e molti altri. Si cimentano inoltre nel repertorio cameristico, seguiti da insegnanti di grande esperienza, fra cui spiccano i professori dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. La “JuniOrchestra” ha debuttato nel 2006 presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Qui, nell’ambito della stagione di “Tutti a Santa Cecilia” prende parte a concerti e spettacoli tra i quali citiamo il Family Concert “Mozart Cento per Cento”, la commedia musicale “Alice nel Paese delle Meraviglie”, lo spettacolo “Alì Babà” con la compagnia Marionettistica Carlo Colla e figli; partecipa ogni anno al “Concerto di Natale”, organizzato nell’ambito del festival “Natale all’Auditorium”. Inoltre ha eseguito brani in prima Mondiale come la fiaba musicale “I musicanti di Brema” di Alessandro Annunziata” e le musiche di scena di Enrico Blatti per spettacolo “Il Violino del Signor Stradivari”. Nel mese di aprile ha preso parte alla prima esecuzione assoluta alla favola musicale “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, eseguendo musiche originali di Marco Betta, con la regia di Marco Baliani. A Roma la JuniOrchestra si è esibita in molte occasioni, sia presso l’Auditorium Parco della Musica, sua sede istituzionale, sia in altre sedi, con importanti direttori e solisti quali Accardo, Brunello, Biondi, Levi, Mintz, Dego, e altri. Gruppi ridotti e formazioni da Camera della JuniOrchestra hanno partecipato a vari progetti come i concerti e le attività nelle corsie dell’ospedale Umberto I di Roma nell’ambito del progetto “Do, Re, Mi, Fa…bene!”. Importante è stata l’ultima iniziativa realizzata negli ospedali “Vivaldi si fa in… quattro” che ha visto i gruppi da camera della JuniOrchestra esibirsi in un tour di 4 tappe. Sempre con formazioni cameristiche la JuniOrchestra si è esibita in varie occasioni tra cui alcune esibizioni a Villa Farnesina su invito della Presidenza della Camera dei Deputati e della Presidenza del Consiglio dei Ministri me mese di settembre 2014. Il 9 giugno 2013 il Maestro Antonio Pappano ha diretto la JuniOrchestra in un concerto offerto alla città di Roma. Il 13 maggio 2014 e il 31 marzo 2015 il M° Pappano ha diretto la JuniOrchestra in due concerti dedicati alle scuole. Nel luglio 2009 la JuniOrchestra è stata insignita del Premio Anima, sezione musica, proprio per lo spirito di solidarietà che la contraddistingue da sempre. Nel settembre 2013 la JuniOrchestra è stata insignita del prestigioso Praemium Imperiale Grant for Young Artist assegnato dalla Japan Art Association. Il responsabile della JuniOrchestra è il Prof. Gregorio Mazzarese. LORENZO LAVIA attore e regista, debutta sul palcoscenico all’età di 17 anni nel Riccardo III di W. Shakespeare diretto da Gabriele Lavia. Sempre sotto la guida paterna recita per diversi anni ( L’uomo, la bestia e la virtù, Il duello, Il misantropo, l’Edipo Re, l’Avaro, Misura per misura, L’Avaro, Misura per misura, Molto rumore per nulla). Viene diretto in teatro anche da Massimo Scaglione, Piero Maccarinelli, Marcello Cotugno, Matteo Tarasco, Giuseppe Patroni Griffi. Nel 2014 esordisce alla regia nello spettacolo “Il Vero amico” di C. Goldoni e successivamente nel “Metodo” di J. Galceran, ora in tournée. Affianca l’attività di interprete teatrale a quella di attore di televisione e cinema. Attualmente è impegnato nelle riprese del sequel del fortunato esordio alla regia di Sidney Sibilia “Smetto quando voglio” di cui è coprotagonista assieme ad Edoardo Leo, Valeria Solarino, Stefano Fresi, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi e Libero De Rienzo. Gianluca Littera dopo aver conseguito con il massimo dei voti e la Menzione d’Onore il Diploma di Viola, nel 1985, Gianluca Littera scopre l’armonica cromatica e vi si dedica totalmente, sino a diventare oggi uno tra i pochissimi solisti al mondo a proporsi con questo strumento sia in ambito classico sia in ambito jazz. Gianluca Littera è regolarmente ospite d’importanti manifestazioni internazionali e istituzioni musicali quali: Kremerata Baltica, Orchestra Sinfonica di Norimberga (Germania), Guangzhou Symphony Orchestra (Cina) l’Accademia Nazionale Santa Cecilia, Orchestra dell’Arena di Verona, Orchestra Nazionale Lituana, Orquestra Sinfônica do Estado de São Paulo (Brasile), Orchestra della Svizzera Italiana, Tonkünstler-Orchester Niederösterreich (Austria), Orquesta Sinfónica de Bilbao (Spagna), Orchestra d’Archi del Cremlino (Russia), Orchestra Nazionale Estone (Estonia), Orchestre Régional de Cannes Provence Alpes Côte d’Azur (Francia), Orquesta Sinfónica de Acapulco (Messico), Orquesta de la OFUNAM (Messico), Orquesta Sinfónica de Castilla y Leon (Spagna), l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra Haydn 37 2016 52a edizione di Bolzano, Orquesta Sinfónica de Gran Canaria (Spagna) , Houston Symphony Orchestra (USA). Ha collaborato in molte occasioni con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma: sia in concerto che in progetti discografico con il M° M.W. Chung ed anche in occasione del concerto di inaugurazione dello spazio all’aperto del nuovo Auditorium di Roma “La Cavea” dedicato alla Musica nel Cinema (2003), con un programma di composizioni arrangiate e dirette dal premio Oscar Louis Bacalov. Per lui hanno scritto numerosi compositori tra cui Ennio Morricone ci cui nel 2010 con l’Orchestra dell’Accademia ha eseguito in prima mondiale la composizione “Immobile n.2” sotto la direzione dello stesso compositore. Collabora con Kremerata Baltica del violinista Gidon Kremer, con il quale si è esibito in Europa e nel Festival di Lockhenaus in Austria (2011). Nel 2012 ha suonato a Vienna al Musikverein con l’Orchestra Tonkünstler-Orchester Niederösterreich diretta dal M° Andrea Orozco. In ambito jazzistico, annovera collaborazioni con artisti internazionali quali Ute Lemper ed Ivan Lins. Nel Febbraio 2016 è stato ospite del prestigioso “Festival Presences” a Parigi, presso l’auditorium “Maison del la Radio”, per eseguire il brano a lui dedicato dal compositore Francesco Filidei per armonica ed ensemble. Nel 2017 sarà a Ginevra con l’Orchestra “Experimental Studio”. Sarà ospite del celebre violista Yuri Bashmet nel suo omonimo Festival a Minsk in Russia nell’ottobre 2017. IVOS MARGONI nato a Roma nel 1999, ha iniziato a studiare il violino all’età di 6 anni con Barbara Simoni, proseguendo con Antonio Congi. Attualmente studia con Marco Fiorentini e con Mariana Sirbu. Frequenta il Liceo Musicale “Farnesina” dove, oltre a studiare il violino con Virgilio Gori, ha anche intrapreso lo studio del pianoforte con Guido Coppotelli. Primo premio assoluto nel 4° Concorso Musicale Nazionale “Città di Campagnano” del 2011 (categoria del 1999) con il punteggio di 98/100; Primo premio assoluto nel XIX Concorso Musicale Nazionale “G. Visconti” di Roma del 2011 con il punteggio di 100/100; Primo premio assoluto nel 6° Concorso Musicale Nazionale “Musica e Cinema” di Roma del 2012 nella categoria solisti (in giuria era presente, tra gli altri, Montserrat Cervera), con il punteggio di 99/100; Primo premio assoluto nel 6° Concorso Musicale Nazionale “Musica e Cinema” di Roma del 2012 in duo Violino-Pianoforte, con il punteggio di 99/100. Primo premio assoluto nel concorso “Giovani talenti” del Rotary Club di Roma 2014, con concerto effettuato a Parigi nel 2015. Primo premio assoluto nel IX Concorso Internazionale “Luigi 38 Denza” del 2014 di Castellamare di Stabia, con il punteggio di 100/100 e una Masterclass gratuita offerta dall’”Academie de Musique “ di Sion, tenuta dal M° Francesco De Angelis (spalla e Konzertmeister Dell’Orchestra della Scala) nel luglio 2014, alla quale ha partecipato, suonando infine il preludio dalla III Partita di Bach nel saggio finale. Nel 2015 ha suonato presso villa Torlonia brani solistici di Bach e il doppio concerto di Vivaldi in La min accompagnato dall’orchestra. Quarto premio al “Jugend Musiziert” 2015 in duo violino-pianoforte. Primo premio assoluto nel concorso “Giovani Musici” 2015, con il punteggio di 98/100. Viene ammesso nel luglio alla Masterclass estiva di Mariana Sirbu presso il Campus Estivo di Sermoneta, dove ottiene anche una borsa di studio, conferitagli su indicazione della stessa Sirbu e di Bruno Giuranna; Vincitore del Premio-Gala del Campus delle Arti di Bassano del Grappa. Premi: un concerto in Irlanda, un concerto nella Villa Contarini di Padova, incisione di un disco per l’etichetta “Musikstrasse” di Roma e concerto inaugurale dell’edizione in programma nel 2016 del Campus delle Arti di Bassano del Grappa. Primo premio assoluto nel concorso internazionale “Città di Tarquinia” 2016 con il punteggio di 100/100 e recital solistico all’interno dell’Etruria Festival del 2016. Primo premio nel concorso internazionale “Dinu Lipatti” 2016; Inserito nel cartellone del Festival Pontino 2016, dove effettuerà un recital solistico; Ha suonato nel Teatro Dal Verme di Milano e in vari paesi europei quali: Svizzera, Germania, Francia e Scozia. ORCHESTRA SINFONICA DEL LICEO MUSICALE FARNESINA nata nel 2010 è la formazione orchestrale, rigidamente selezionata, dell’omonimo Liceo romano, guidato da Olga Olivieri. Sebbene di nascita assai recente l’Orchestra, sotto la guida di Vincenzina Capone, che ne è stata direttrice fin dai primi anni, si è esibita più volte in Svizzera, in occasione di scambi con il Conservatorio di Ginevra. Molti anche i concerti tenuti a Roma in sedi prestigiose: la Sala Casella della Filarmonica, la sala accademica del Conservatorio di Santa Cecilia, i Giardini del Quirinale. Diretta da Matteo Bettinelli, nel 2014 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è esibita presso porto di Civitavecchia in occasione della partenza della Nave della Legalità. Tra i direttori, oltre al Matteo Pettinelli e Vincenzina Capone, anche la contrabbassista bulgaro-svizzera Mirela Vedeva, docente ai Corsi di Semoneta del Campus. GIANFRANCO PANNONE (Napoli 1963) è cresciuto a Latina. Vive e lavora a Roma. I suoi film documentari gli sono 2016 52a edizione valsi partecipazioni e riconoscimenti in molti festival italiani e internazionali, oltre che la messa in onda sulle principali televisioni europee. Tra le sue opere, negli anni novanta Piccola America, Lettere dall’America, L’America a Roma. Poi Pomodori (1999), Sirena operaia (2000), Latina/Littoria (2001), miglior film documentario al Torino Film Festival, Pietre, miracoli e petrolio (2004), Io che amo solo te (2005), Cronisti di strada (2006), Il sol dell’avvenire (2008), ma che Storia…(2010), Scorie in libertà (2011-‘12), Ebrei a Roma (2012), Sul vulcano(2014), L’esercito più piccolo del mondo (2015), Nastro d’argento speciale 2016. Insegna regia al CSC - Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e Palermo ed è docente coordinatore di regia presso il Master di cinema e televisione del Suor Orsola Benincasa di Napoli. Nel 2010, con M. Balsamo, ha scritto L’officina del reale. (ed. Cdg) e nel 2011 Docdoc - dieci anni di cinema e altre storie (Cinemasud). ANGEL LUIS MARTÍNEZ PÉREZ nato ad Astorga (Spagna), ha studiato contrabbasso presso il Conservatorio di Musica di Astorga “Angel Barja”, e il Conservatorio Superiore di Musica di Saragozza, con i maestri Francesco Roche e Franco Petracchi, finendo gli studi di contrabbasso nella Guildhall School of Music & Drama con il maestro Rinat Ibragimov (Primo Contrabbasso, London Symphony Orchestra). È stato membro di numerose orchestre giovanili, come la Orquesta Nacional de España (JONDE), World Youth Symphony Orchestra (The World Orchestra), Nationaal Jeugd Orkes. È regolarmente invitato in numerose orchestre in tutta Europa, come: Orchestra Teatro alla Scala, Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, Orchestra I Pomeriggi Musicali, Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, Orquestra Gulbenkian, Orquesta Sinfónica de Euskadi, Orquesta Sinfónica del Principado de Asturias, Orquesta Sinfónica de Bilbao, Orquesta Sinfónica de Valencia, Orchestra Filarmonica del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo, tra altre… e anche numerosi ensembles, come Divertimento Ensemble, ensemble “Giorgio Bernasconi”, tra gli altri... con il quale ha suonato nelle migliori sale da concerto di tutta Europa, EEUU, China, e Oman.Inoltre, dal 2009, è stato ammesso in Accademia Mahler e dal 2014 al 2016 è stato il primo contrabasso dell’Orchestra della Accademia del Teatro alla Scala. Ha fatto masterclass di contrabbasso con, Barry Green, Bozo Paradzik, Catalin Rotaru, Eugene Levinson, Francesco Siragusa, Gaetano Siragusa, Javier Sapiña, Matthew McDonald, Mirella Vedeva, Petia Bagovska, Petru Iuga, Piermario Murelli, Stefan Petzold, Thierry Barbé, Toni García Araque, Wolfgang Guttler, Yevgueny Kolosov. Ha suonato con direttori importanti come, Antoni Wit , Danielle Gatti, Danielle Rustoni, Edward Gardner, Fabio Luisi, George Pehlivanian, Georges Préte, Gilbert Varga, Herbert Blomstedt, James Judd, Josep Pons , Marco Armiliato, Riccardo Chailly, Valery Gergiev, Zubin Mehta e solisti come Andrea Bocelli, Alice Coote, Antonio Meneses, Christian Lindberg, Diana Damrau, Enrico Dindo, Frank Peter Zimmermann, Lang Lang, Maria Luigia Borsi, So-Young Yoong, Yefim Bronfman, Yuja Wang. Egli è l’assistente insegnante di Francisco Roche in “Curso Internacional de Musica de Astorga (Spagna) e dal 2014, ha continuato i suoi studi nella Scuola Musicale di Milano con il Maestro Giuseppe Ettorre e nel’accademia Stauffer di Cremona con il Maestro Franco Petracchi, allo stesso tempo é primo contrabasso de la orquesta barocca Coin du Roi e vinci il concorso di primo contrabbasso alla “Orchestra Filarmonica di Gran Canaria in Spagna. LUIGI PIOVANO violoncellista e direttore d’orchestra. Primo violoncello solista dell’Orchestra di S. Cecilia, Luigi Piovano si è diplomato in violoncello a 17 anni col massimo dei voti e la lode sotto la guida di Radu Aldulescu, con cui si è diplomato in violoncello e musica da camera anche a Parigi. Nel 1999 è stato invitato da Maurizio Pollini a prender parte al “Progetto Pollini” al Festival di Salisburgo, ripreso alla Carnegie Hall, a Tokyo e a Roma. Ha tenuto concerti di musica da camera con Sawallisch, Chung, Lonquich, Lugansky, Sitkovetsky, Kavakos, le sorelle Labeque. Dal 2007 suona regolarmente in duo con Sir Antonio Pappano e dal 2009 fa parte del trio Latitude 41. Ha suonato come solista con orchestre come l’Accademia di Santa Cecilia, la Tokyo Philharmonic, la New Japan Philharmonic e la Seoul Philharmonic sotto la direzione di Chung, Pletnev, Boreyko, Menuhin, Bellugi.Suona un Alessandro Gagliano del 1710. Dal 2008 è direttore artistico dell’Estate Musicale Frentana. Come direttore ha registrato per Naxos e ha collaborato con solisti come Bacalov, Bollani, Sitkovetsky, Thiollier. Nel 2012 Eloquentia ha pubblicato un CD in cui dirige i Kindertotenlieder e i Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler con Sara Mingardo, premiato in Francia come miglior CD di Lieder dell’anno. Dal 2012 è direttore musicale dell’Orchestra ICO della Magna Grecia e dal 2013 di Roma Tre Orchestra. Nel 2013 ha avviato una collaborazione 39 2016 52a edizione stabile alla testa dell’Orchestra d’Archi dell’Accademia di S. Cecilia con la quale ha già registrato tre CD. Fra i suoi impegni più recenti come direttore, il debutto sul podio della New Japan Philharmonic. PAOLO POLLASTRI dal 1990 è il primo oboe solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nato a Bologna nel 1960, si è diplomato con il massimo dei voti sotto la guida di S. Gallesi, si è poi perfezionato all’Accademia Chigiana con L. Faber e presso il Conservatorio di Bruxelles con P. Dombrecht. Vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, è stato primo oboe di numerose orchestre e ha svolto attività solistica con l’ORT e l’Accademia Bizantina, i Virtuosi Italiani, la Symphonia Perusina, e altre formazioni, sotto la direzione di Giulini, Sawallish, Pappano, Gatti, Bellugi, Handt, Ros Marbà, Acs, partecipando ai Festival di Salisburgo, Montreaux, Zagabria, Belgrado, Martigny, Vevey, Parigi, Toulouse, Stoccarda, Lucerna, Edimburgo, Sidney, Melbourne e Canberra, Tel Aviv e numerosi altri. Ha svolto attività cameristica con i pianisti Chung, Pappano, Lonquich, Campanella, con il Trio d’Archi di Chicago, il Quartetto Amati, con il Quintetto a fiato del Novecento e l’Ensemble Italiano di Fiati. Ha inciso più di 200 cd per prestigiose etichette. Due cd con Modo Antiquo hanno ricevuto la Nomination per i Grammy Awards di Los Angeles nel 1999 e 2002. Unico oboista italiano ad aver registrato la Sequenza VII per Oboe solo di L. Berio sotto la supervisione del compositore, ed il Solo per Musetta, Oboe, Oboe d’amore e Corno inglese di B. Maderna. Tiene regolarmente corsi di perfezionamento estivi. Ha fondato ed è responsabile artistico dell’Accademia Barocca di Santa Cecilia, con la quale, nella duplice veste di Direttore e Solista, ha inaugurato i Festival Barocchi di Viterbo, Noto, Ottawa e Montreal, partecipando inoltre alla diretta televisiva RAI del Concerto di Natale 2007, organizzato dal Senato della Repubblica Italiana. Ha avuto numerose esperienze direttoriali, alla testa di gruppi di fiati, con l’Orchestra di Radio Montebeni, con l’Orchestra Filarmonica del Friuli Venezia Giulia, con l’Ensemble Musica Rara di Milano con la JuniOrchestra e con l’Accademia Barocca di Santa Cecilia. QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO SAN CARLO unisce nel comune denominatore del genere cameristico, la qualità artistica e professionale delle prime parti dell’Orchestra del Lirico napoletano: Cecilia Laca, Luigi Buonomo, Antonio Bossone e Luca Signorini. Già vincitori di concorsi internazionali, i musicisti portano in dote al Quartetto un ricco bagaglio di esperienze 40 individuali da solisti, ospiti nelle sale da concerto più importanti della scena internazionale, forti anche dell’esperienza come prime parti all’interno della compagine stabile del Lirico. Un percorso tecnico ed espressivo condiviso, che porterà i quattro artisti alla maturazione di una personale intenzione interpretativa, partendo proprio da quelle naturali affinità musicali consolidate nel tempo al San Carlo. La formazione ha così approfondito il repertorio dedicato al quartetto d’archi, forma che incarna più di ogni altra la vocazione cameristica degli strumenti ad arco, nel segno di una piena consonanza di suono, stile e visione esecutiva. La versatilità del repertorio mostra la capacità del Quartetto di muoversi con duttilità tra epoche e autori diversi, spaziando con disinvoltura da Haydn, Mozart, Schubert a Schumann, Borodin, Smetana e Verdi fino a Martucci, Debussy, Ravel, Webern, Bartòk e Šostakovič, in esecuzioni molto apprezzate. Terminato da poco il ciclo di concerti che lo ha visto impegnato anche in tappe internazionali, come ad Hong Kong, San Francisco, Parigi, Amburgo e San Paolo del Brasile, si è esibito inoltre al Teatro Stabile di Potenza, al Circolo degli Artisti di Roma, al Teatro di San Carlo di Napoli, al Valcerrina Festival, al Teatro “ Bonci” di Cesena, al Festival “Mozart” di Rovereto, al Giffoni Film Festival di Vallepiana, al Festival “Jeux d’Art” di Tivoli, oltre che al Ravello Festival, dove il Quartetto è ospite regolare. Nel concerto dal titolo “Festa per il Teatro di San Carlo”, in occasione delle Celebrazioni Verdiane per il bicentenario della nascita del Maestro, la formazione ha eseguito proprio sul palcoscenico del Lirico il Quartetto per archi di Giuseppe Verdi, unico lavoro cameristico del compositore composto nel 1873 a Napoli per le prime parti dell’orchestra sancarliana, eredi naturali della scrittura verdiana. Di particolare interesse è l’impegno del Quartetto per la Pace in Medio Oriente. Lo dimostra, infatti, l’importante conferma che la formazione ha avuto con il concerto al Museo di Capodimonte a Napoli, alla presenza straordinaria del Presidente palestinese Abu Mazen. Imminente è, inoltre, un viaggio a Beirut che vedrà il Quartetto ancora una volta impegnato ad esportare nel mondo la propria visione musicale. Tra le collaborazioni di successo, oltre a quella con Bill T. Jones, coreografo tra i più riconosciuti nel panorama della danza contemporanea, il Quartetto sta sviluppando un intenso sodalizio artistico con alcuni dei più interessanti pianisti della scena attuale, come Enrica Ciccarelli, Stefania Mormone, Orazio Maione, Milana Strezeva, oltre alla già conosciuta frequentazione cameristica con il pianista napoletano Michele Campanella. Accolte da un felice consenso di pubblico e di critica 2016 52a edizione le esecuzioni dei quintetti di Giuseppe Martucci e di Robert Schumann, e da ultima quella del quintetto di Franco Alfano, con cui il Quartetto è sempre più presente nell’ambito di rassegne e stagioni concertistiche, oltre che nei festival musicali più acclamati a livello internazionale. ANTONIO RAMOUS studia violoncello al Conservatorio “N. Paganini” di Genova con N. Zanardi e si diploma nel Conservatorio “S. Cecilia” di Roma. Studia successivamente con R. Filippini, R. Adulescu, A. Nikitin e N. Brainin. Si perfeziona con il N. Sarpe. Vince diversi concorsi tra cui “Stresa” e “Città di Genova”. Ha vinto il concorso per primo violoncello nell’Orchestra del Teatro di Alessandria. Attualmente insegna musica da camera nel Conservatorio “G. Martucci” di Salerno. Collabora come primo violoncello in diverse orchestre sinfoniche e cameristiche tra cui Orchestra regionale di Roma e del Lazio, Istituzione Sinfonica Abruzzese, International Chamber Ensemble, Orchestra Petrassi e Armonia Romana. Dal 1993 al 1995 è stato primo violoncello solista della Cyprus State Orchestra. È membro dell’Ensemble Project con l’harmonicista G. Littera, del St. Ivo Piano Quartet, del’Hipponion Ensemble, del Sestetto Torrefranca e del Pietro d’Archi Ensemble. Incide regolarmente per la RAI, Radio Vaticana, BMG, Radio France, Inedita, Musica Rara e Zone di Musica. Ha registrato per Sky Classica uno speciale nella serie “I notevoli, Gianluca Littera e Ensemble Project”. Attivo nel crossover fa parte da diversi anni del quartetto di Lucilla Galeazzi con la quale ha vinto nel 2006 la Targa Tenco e nel 2007 il concorso internazionale di musica etnica Sharq Tarolanari che si tiene a Samarcanda. Ha collaborato tra gli altri con C. Haden, P. Fresu, Ray Brown e J. Lennon. Ha inciso per diversi cantautori tra i quali I. Fossati, R. Vecchioni, O. Vanoni, R. Zero, A. Venditti e P. Conte. Ha partecipato alle incisioni di numerose colonne sonore con i Maestri E. Morricone, L. Bacalov, A. Trovajoli, N. Piovani, tra cui “Lolita” (A. Lyne), “Nuovo Cinema Paradiso”, “La leggenda del pianista sull’oceano”, “Il violino rosso”, “Il postino”, “La vita è bella”. Suona un Samuel Gilkes, London 1810. REST ENSEMBLE fondato nel 2016 con l’obiettivo di promuovere e valorizzare la musica moderna e contemporanea, il Rest Ensemble si propone come una delle formazioni più interessanti nel panorama italiano ed europeo. Formazione giovane, dinamica e di respiro internazionale, il Rest Ensemble è stato fondato dalla violinista Rebecca Raimondi e il pianista Alessandro Viale, entrambi residenti a Londra, e il violoncellista Michele Marco Rossi, residente a Francoforte, musicisti molto attivi e apprezzati nell’ambito della musica contemporanea. Impegnato in un’opera di divulgazione del repertorio italiano all’estero tramite concerti, registrazioni discografiche e spettacoli, l’Ensemble propone concerti in tutta Europa e porta avanti numerose collaborazioni con compositori viventi. In particolare, l’Ensemble si sta dedicando a un’opera di valorizzazione e riscoperta della musica degli ultimi cinquanta anni, allo scopo di creare un ponte tra la musica di inizio Novecento e la musica Contemporanea. Si segnala in particolare la proficua collaborazione con la Suvini Zerboni, la signora Vittoria Schneider Malipiero e l’etichetta discografica Toccata Classics di Londra, allo scopo di approfondire e registrare la musica da camera di Riccardo Malipiero, autore che ha dato una lettura personale della tecnica dodecafonica e ha contribuito alla sua diffusione in Italia. Il Rest Ensemble sin dal suo concerto di debutto per i Giovedì della Musica organizzati dal Conservatorio di Musica di Latina ha riscontrato svariati apprezzamenti, in particolare per la capacità di coinvolgere il pubblico in programmi suggestivi e innovativi. Lucio Santarelli nel 1988 si è diplomato presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma sotto la guida di Antonio Salvatore. Successivamente ha seguito corsi di perfezionamento con Norbert Brainin, Pavel Vernikov e Ilya Grubert. Negli anni 1987-88 ha frequentato i Corsi professionali per orchestra della Scuola di Musica di Fiesole dove, in qualità di prima parte, ha partecipato ai concerti con l’Orchestra Giovanile Italiana in Italia, Belgio, Francia e Olanda. Si è perfezionato in quartetto d’archi con Piero Farulli e in musica da camera con Amedeo Baldovino e Roberto Michelucci.Nel 1988 ha vinto il concorso presso l’ Orchestra dell’ Istituzione Sinfonica Abruzzese, dove tuttora ricopre il ruolo di “concertino dei primi violini” e saltuariamente quello di spalla. Ha collaborato con varie formazioni da camera, tra le quali i Solisti aquilani, i Virtuosi dell’Accademia di Firenze, l’Orchestra da camera Roma Classica, i Filarmonici di Roma, effettuando numerose tournée in Italia, Francia, Danimarca, Ungheria, Argentina e Brasile. Insieme al chitarrista Eugenio Becherucci ha fatto parte del duo Eutonos, col quale ha partecipato a diversi festival in Italia, Polonia, Svizzera e Spagna. Dal 2002 collabora con l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2012 si è laureato in Storia, Scienze e Tecniche della Musica e dello Spettacolo con il massimo dei voti e la lode presso l’Università degli studi “Tor Vergata” di Roma. 41 2016 52a edizione FRANCESCO SICILIANO è nato a Roma nel 1968. Attore e regista. Diplomato all’Accademia “Silvio D’ Amico” nel 1991, inizia immediatamente a lavorare come attore nei principali teatri stabili italiani, è infatti del ’91 la sua partecipazione agli “Ultimi giorni dell’umanità” di Luca Ronconi, prodotto dal Teatro Stabile di Torino. Ha collaborato con registi come Lavia, Missiroli, Le Moli, Perlini, Maccarinelli, Longoni, e tanti altri, lavorando nelle più importanti istituzioni teatrali italiane e per le più importanti compagnie private. Nel 2009 ha diretto, prodotto ed interpretato “Il Ciclope” di Euripide presentato alla Biennale Teatro di Venezia e quest’anno al Festival dei Due Mondi di Spoleto in una nuova edizione. È stato Direttore Artistico delle due edizioni degli “Atti di fine stagione”, festival di Drammaturgia Contemporanea per il Teatro Eliseo di Roma a metà degli anni Novanta. Ha diretto e prodotto cortometraggi come “Otello atto quinto scena seconda”, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2003, ed è autore ed interprete del cortometraggio “Aspettando il treno”, vincitore del Festival Internazionale di Capalbio Cinema e del Festival International di Montpellier nel 2004. Siciliano ha prodotto e diretto alcuni documentari. Ha ideato Youcasting, il primo sito di casting on line, presentato al Roma Fictionfest di cui è stato partner nel 2009, nel 2010 e nel 2011. È socio di Panamafilm che ha prodotto il lungometraggio “The listening” per Medusa; per Raicinema ha prodotto il film “la Santa”, presentato Fuori Concorso al Festival del Film di Roma e di Neuchatel. Ha condotto ed ideato alcuni programmi televisivi per Raisat sul teatro, sul teatro d’opera e sul cinema. Per il cinema ha lavorato con registi come Luigi Comencini, Bernardo Bertolucci, Angelo Longoni, Carlo Lizzani, Ettore Scola con il quale per il film “La cena” ha vinto ex aequo il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista, con Mimmo Calopresti, Abel Ferrara, Cosimo Alemà e molti altri. Ha partecipato a moltissime produzioni televisive. Désirée Scuccuglia ha intrapreso giovanissima lo studio del pianoforte, per poi diplomarsi con il massimo dei voti , la lode e la menzione d’onore sotto la guida del M° F. Mastroianni. Ha conseguito il Diploma di alto perfezionamento del Corso triennale di musica da camera presso la Fondazione Accademia di Santa Cecilia in Roma, sotto la guida del M° R. Filippini, con il massimo dei voti vincendo il Premio Guarino, riservato ai migliori diplomati. Si è perfezionata con il M° M. Marvulli, presso l’Accademia Musicale Pescarese, sia nel repertorio solistico 42 che in quello per pianoforte e orchestra. Fondamentale per la sua maturazione artistica l’incontro con il M° Bruno Canino e con il M° Lucia Passaglia, già allieva di A. Benedetti Michelangeli, con i quali si è perfezionata in corsi e masterclasses. Vincitrice di numerose borse di studio e concorsi, sia solistici che di musica da camera, dall’età di 12 anni tiene recitals per le più importanti associazioni (Festival Internazionale delle Nazioni di Città di Castello, Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, Circolo degli Artisti di Torino, Stagione Concertistica di Palazzo Ducale - Venezia, Amici della Musica di Udine, etc.) in Italia ed all’estero (sei tournées solistiche nell’ex Unione Sovietica e come pianista d’orchestra presso la ”Philarmonie” di Berlino, “Cadogan Hall” Londra, “Megaron” Atene, Teatro Nazionale di Pechino, Art Oriental centre di Shangai, Philarmonia di Krakovia, Festival BASF Ludwigshafen, Musikverein Wien, Carnegie Hall New York etc.). Si è esibita come solista con diverse orchestre italiane Da sempre attiva in formazioni cameristiche si è perfezionata per la musica da camera con il Trio di Trieste (presso l’Accademia Chigiana e presso la Scuola superiore di Musica da Camera di Duino), con il Trio di Milano (presso la Scuola di Musica di Fiesole) e con il M° R. Filippini presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma. Assistente del M° Rocco Filippini al Campus Internazionale di musica di Sermoneta e presso la Fondazione Stauffer di Cremona, ha collaborato, sempre in qualità di assistente al pianoforte presso i corsi di formazione orchestrale dell’O.G.I. e in corsi e masterclasses tenuti dalle principali prime parti delle più importanti orchestre mondiali. Attualmente, collabora in qualità di assistente al pianoforte nei master internazionali di perfezionamento di timpani, percussioni e trombone dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia in Roma, presso i corsi di alto perfezionamento dell’Accademia Italiana del flauto. FLAVIO TROIANI diplomato in oboe, presso il Conservatorio di musica Santa Cecilia di Roma, ha frequentato il Conservatorio Superiore di Winterthur (Zurigo), studiando con il M° Louise Pellerin. Ha studiato composizione con il M° Giancarlo Bizzi, al Conservatorio di musica S. Cecilia di Roma, perfezionandosi con il M° Robert W. Mann. CSC (Centro sperimentale di cinematografia), Master, laboratorio Internazionale di Musica per film. Diploma Accademico di II livello (CU.PRA.MUS.) culture e pratiche musicali. Ha suonato per: l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Biennale di Venezia, Teatro lirico di Cagliari, 2016 52a edizione Teatro di Messina e svolto tournee all’estero. Come solista ha eseguito i concerti di Marcello, Vivaldi, Cimarosa, Bach. Nel 1996 la sua composizione “Fola1”, è risultata 1° classificata al concorso nazionale “Una Favola al Castello”, Torino. Ha composto varie colonne sonore per il cinema, in Italia e in Francia. Ha composto le sigle di: “Palcoscenico” e “Cartoon flakes”, Rai Due. Ha inciso un C.D. “Edipan”, “Domani Musica”, “Best Records” e due C.D. per “Rai Trade”. Ha collaborato con Bruno Cagli dal 2001 al 2011, arrangiando brani da da Péchés de vieillesse, presso la Galleria Mancini di Pesaro. Dal 1987, fa parte del quartetto di fiati “Echos” e del “Freon Ensemble”. Ha fondato ed è direttore artistico del “Talìa Ensemble”. Insegna oboe nel liceo musicale Farnesina di Roma e Chris Cappell College di Anzio. ELISSÒ VIRSALADZE è cresciuta a Tiblisi, dopo aver frequentato il Conservatorio, ha lasciato la citta natale e si e trasferita a Mosca. A vent’anni si è aggiudicata il terzo premio nel famoso Concorso Čajkovskij. A Mosca ha proseguito gli studi con Heinrich Neuhaus e Yakov Zak. Questi insegnanti di grande talento l’hanno immersa nella rinomata tradizione russa della pedagogia del pianoforte. Non sorprende pertanto che sia considerata un’insegnante di eccezionale bravura e che i suoi studenti abbiano ottenuto straordinari riconoscimenti, alcuni dei quali allievi anche ai Corsi che dal 2003 tiene a Sermoneta per il Campus Internazionale di Musica. Elissò Virsaladze insegna al Conservatorio di Mosca e alla Munich Musikhochschulee ed ha partecipato come membro della giuria nei più importanti concorsi internazionali. A ventiquattro anni ha vinto il primo premio al Concorso Schumann di Zwickau. La pianista è altresì nota per il vasto repertorio che si estende fino a comprendere i compositori russi moderni. Elissò Virsaladze si esibisce regolarmente come solista e in duo con Natalia Gutman nelle principali citta europee. Con il repertorio di musica da camera e con orchestre quali la Petersburg Philharmonic e la Royal Philharmonia London ha effettuato tournée nel Nord America, in Giappone e in Europa. Elissò Virsaladze appare inoltre regolarmente con prestigiose orchestre in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e in altri paesi, collaborando con direttori d’orchestra quali Rudolf Barschai, Kyril Kondraschin, Riccardo Muti, Kurt Sanderling, Wolfgang Sawallisch, Evgeny Svetlanov, Juri Temirkanov o Antoni Wit. Incide per l’etichetta Live Classics. di Milano col massimo dei voti sotto la guida del M° Fulvio Luciani e successivamente si è laureato in Musica da Camera sempre col massimo dei voti sotto la guida del M° Roberto Tarenzi. Si è perfezionato col M° Michael Frischenschlager a Vienna e a Salisburgo e in Musica da Camera con il M° Bruno Canino presso la Scuola di Musica di Fiesole. Alla sua formazione ha contribuito la partecipazione ad alcune masterclass tra cui quella con Dora Schwarzberg e con Natalia Gutman ed Elissò Virsaladze; con quest’ultime ha eseguito il Quintetto di Schumann per il Festival Pontino a Sermoneta. Attualmente si sta specializzando a Gerusalemme con il M° Lihay Bendayan, grazie ad una borsa di studio ottenuta per un Master biennale di violino presso la Jerusalem Academy of Music and Dance. Ha suonato per varie Associazioni Musicali quali la Società dei Concerti di Milano, il Parco della Musica di Roma, il Teatro Dal Verme di Milano, la Società del Quartetto di Milano e per manifestazioni musicali presso la Pinacoteca di Brera, il Piccolo Teatro di Milano e Palazzo Pitti a Firenze. Intensa è la sua attività all’estero: si è esibito come solista e in varie formazioni da camera in Francia, Germania, Svezia, Austria, Svizzera, Spagna, USA e Israele. L’orchestra e la musica da camera sono le sue grandi passioni: dal 2012 al 2014 ha fatto parte dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano con la quale ha partecipato a vari concerti in Italia e all’estero, anche in qualità di primo violino di spalla, e dell’Ensemble dell’Accademia della Scala, specializzato nel repertorio del XX secolo. È stato protagonista della prima trasmissione di “Talenti”, su Sky Classica, organizzata dall’Accademia della Scala in collaborazione con la Fondazione Bracco. Collabora, inoltre, con i Cameristi della Scala con i quali ha effettuato una tournée negli USA suonando anche alla Carnegie Hall di New York. Da gennaio a marzo 2014 ha partecipato alla tournée negli U.S.A. della Haifa Symphony Orchestra of Israel in qualità di spalla dei violini secondi. Dal 2014 è prima parte dell’Orchestre des Jeunes de la Méditerranée (OJM). Il duo con il pianista Paolo Gorini nasce nel 2013 ottenendo il premio speciale per l’esecuzione di un brano scritto dopo il 1950: “Undici Danze per la Bella Verena” di Niccolò Castiglioni in occasione del Premio “Arnaldo Rancati”. Attualmente stanno lavorando ad un progetto discografico per la Limen Music. CESARE ZANFINI violinista milanese, proviene da una famiglia di musicisti. Si è diplomato al Conservatorio G. Verdi 43 2016 44 52a edizione 2016 52a edizione INCON T R I INTERNA ZIONALI DI MUSICA C O N T EM P OR A NE A INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA venerdì 22 Luglio Castello Caetani, Scuderie Sermoneta QUATUOR DIOTIMA Yun-Peng Zhao violino Constance Ronzatti violino Franck Chevalier viola Pierre Morlet violoncello ore 10.00 Tavola Rotonda Contemporaneità e classicità: il quartetto d’archi oggi ore 18.00 Presentazione Proposta di un polo archivistico museale Presentazione del protocollo d’intesa tra la Fondazione Adkins Chiti-Donne in musica e la Fondazione Campus Internazionale di Musica presiede: Mauro Tosti Croce Direttore della Sovrintendenza Archivistica del Lazio ore 20.00 CONCERTO Gérard Pesson (1958) Quatuor à cordes n° 2 “Bitume” (2008) ** per due violini, viola e violoncello - 17’ Mikel Urquiza (1988) Indicio * per quartetto d’archi - 14’ Toshio Hosokawa (1955) Distant Voices (2013) per quartetto d’archi - 13’ Alberto Posadas (1967) Elogio de la sombra (2012) ** per quartetto d’archi - 19’ * Prima esecuzione assoluta ** Prima esecuzione italiana 46 2016 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Gérard Pesson, Quatuor à cordes n° 2 “Bitume” Bitume (Sérénade chevauchée) Il foro di stenoscopio è il più elementare apparecchio fotografico. Una scatola ben chiusa, che funge da camera oscura, un buco di uno spillo per lasciare passare la luce. L’immagine rovesciata del reale, causata dall’assenza di focalizzazione, si depositerà sulla carta fotosensibile, riproducendo così il sistema stesso della vista. Il minuscolo foro d’entrata della luce permette una profondità di campo quasi infinita. Necessita, o piuttosto autorizza, dei tempi di posa molto lunghi. Non di centesimi di secondo, ma di minuti, ore, settimane, o addirittura anni. Questi tempi di posa estremi, lo spillo della luce, sono una scrittura del tempo. Parlano dell’invenzione. Sono il soggetto di questa musica alla quale penso da quasi dieci anni – tempo minimo se si vuole incoraggiare una fotografia mossa ed essere certi che tutte le immagini si depositeranno sul bitume di giudea. Così ogni “impressione” potrà mutare verso la propria complicazione. Secondo la legge ottica, l’esterno diventa l’interno, ma al rovescio. La musica scivola verso una serenata accelerata, ripresa indefinitamente, scossa da un trattamento “brutalizzante”, lanciata a marcia forzata attraverso il panorama, rivelata infine sulle nudità di una cantilena che disegnano il punto di fuga di questo galoppo. La lentezzza della “ricerca”, come sostiene Philippe Beck, fa che il ricercatore sia lui stesso ricercato. Egli diventa a sua volta fotosensibile e si vede costretto, senza orgoglio ma non senza presunzione, ad applicare a sé il principio conosciuto: Chevauchée bien ordonnée commence par soi-même, una “Cavalcata ben ordinata iniziata da se stesso”. Gérard Pesson Mikel Urquiza Indicio Nel film Proof (J. Moorhouse, 1991), un fotografo cieco cerca di provare, attraverso le sue foto, che ciò che vive è reale, anche se ha sempre bisogno di altri occhi per confermarlo. Le sue foto sono soprattutto una testimonianza, forse una storia, e solo come effetto collaterale un oggetto estetico. Il mio quartetto d’archi vuole estendere quest’idea al territorio dei suoni. Ci sono quattro movimenti, da suonare senza 2016 interruzioni. I primi due si basano su articoli di stampa ampiamente diffusi all’epoca in cui iniziai a scrivere: último rinoceronte blanco, relativo all’ultimo esemplare di rinoceronte bianco maschio in Kenya, sorvegliato da guardie armate (aprile 2015); superficie de Plutón, sulle prime immagini della superficie di Plutone, pubblicate dalla NASA nel luglio 2015. Una prossima sparizione e la promessa di una scoperta, testa e croce della creazione. Il quarto movimento è un omaggio a Gluts (1986-95) di Robert Rauschenberg, l’ultimo gruppo di sculture realizzate con rifiuti. Ho cercato di sviluppare la stessa tecnica, lavorando con una musica che normalmente rifiuto – in realtà, la maggior parte del mio ambiente sonoro: suonerie telefoniche, musica da ascensore, musica di attesa, musica pop di massa e dance music. Differentemente dagli altri movimenti, il terzo si ritira dal mondo. Un giardino introspettivo si dispiega al centro del pezzo, jardín nunca visto. Nel film, la madre del fotografo cieco descrive ogni giorno il parco di fronte alla casa, il figlio riflette: se lei dice la verità, lui conosce la visuale a memoria; se lei mente, scompaiono tutte le possibilità di sicurezza. Perché dovrebbe mentire? Il figlio risponde: perché può. Quando ascolto la musica, ho l’impressione che mi manchi un senso, come se due orecchie fossero incapaci di catturare tutta la bellezza del suono attraverso il tempo. Ne avrei bisogno di più, come di un’infinita, perfetta, memoria fotografica. A volte, quando presto attenzione e il discorso è chiaro, colgo uno sguardo di una lontana completezza, un po’ come il figlio immagina la descrizione del parco. Questa completezza, poiché non può essere trattenuta, ha un’autorità più forte del reale, appare più autentica. L’arte è un mezzo per esplorare dimensioni che ci sfuggono – uno strumento non scientifico, poiché la sua verifica è impossibile. Come il figlio che vuole credere a sua madre e non si fida, ci si deve tuffare nella magia scetticamente e pieni di una confidenza cieca. Mikel Urquiza Toshio Hosokawa Distant Voices Questo quartetto d’archi, il sesto fra quelli composti finora, è imperniato su una melodia molto semplice celata sullo sfondo. Una melodia – che ho voluto chiamare ‘voci distanti’ – suonata con un ritmo estremamente lento, e realizzata con 47 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA delle note che nello sviluppo del brano acquistano tessiture variegate, si dissolvono e si riproducono con tecniche di esecuzione diverse. Queste singole note divengono così lo schema di riferimento del paesaggio musicale, creando uno sfondo e occupando gradualmente lo spazio. L’ascoltatore udirà quindi le singole note del paesaggio sonoro, incamminandosi nel giardino del tempo musicale. Nella nostra vita di ogni giorno, il canto o le voci che albergano dentro di noi si nascondono dietro le abitudini quotidiane. Comporre un brano musicale, per me, equivale quindi a far riemergere quelle voci distanti e nascoste, dando loro una spazialità e strutturandole nel tempo della musica. Alois Lageder, che conobbi durante un mio soggiorno a Bolzano e a cui quest’opera è dedicata, sa far germinare l’essenza della natura in vini raffinati, agendo in sintonia con l’equilibrio naturale. Sono stato profondamente colpito da questo suo metodo e dal suo modo di vivere. Ebbene, anch’io vorrei esprimere l’essenza della natura con la musica, cominciando a trovare una profonda sintonia con i suoi elementi. Toshio Hosokawa Alberto Posadas Elogio de la sombra Elogio de la sombra è il primo di un ciclo di cinque pezzi composti per soprano, clarinetto e quartetto d’archi. Tutti questi pezzi sono collegati, in modi diversi, al concetto di ombra; infatti il titolo dell’intero ciclo è Sombras. Questa apertura del ciclo è scritta per il solo quartetto d’archi. Tre idee principali sono esposte nel corso del brano: la prima è l’ombra considerata come riferimento visuale; quando illuminiamo un oggetto abbiamo la sua ombra come proiezione della sua forma su una differente superficie. La nuova forma che otteniamo mantiene solo il profilo dell’originale, mentre si perdono i dettagli che potrebbero essere percepiti nell’oggetto. Cambiando leggermente la posizione della luce otteniamo un fascio di ombre con differenti gradi di oscurità e di trasformazione della forma. In un certo senso è ciò che avviene in questo lavoro: un oggetto originale, in questo caso una sequenza di note in uno strumento, viene proiettato sugli altri essendone modificato in differenti livelli e formando un fascio di 48 2016 ombre che permette di percepire il profilo dell’oggetto, ma che impedisce di percepirne chiaramente i dettagli; molto spesso queste trasformazioni vengono sovrapposte formando una sorta di entità eterofonica. La seconda idea è anch’essa collegata alla perdita di informazioni che avviene in presenza di un’ombra ed è a sua volta connessa al processo di memoria. Ho provato a definire delle nuove categorie di suono trasformando e offuscando le precedenti: in alcuni momenti gli interpreti suonano diverse volte esattamente le stesse note, modificando la tecnica di esecuzione della mano destra, della sinistra o di entrambe; in questo modo parte dell’informazione viene conservata, ma allo stesso tempo vengono aggiunte nuove informazioni, come in processo di ricordo e di oblio in cui si hanno tracce di memoria intrecciate a nuove esperienze. Così una nuova categoria di suono, formata a partire da un suono precedente, acquisisce un nuovo significato. La terza idea consiste nell’utilizzare l’ombra come una metafora acustica: attraverso l’impiego di alcune tecniche estese e della preparazione degli strumenti, senza nessun tipo di trattamento elettronico, l’obiettivo è quello di ottenere dei suoni caratterizzati da uno spettro acustico irreale; si tratta principalmente di suoni che sembrano essere filtrati, evitando alcune parti dello spettro o enfatizzandone altre. Sovente suoni molto deboli appaiono come un’ombra del suono normale prodotto dagli strumenti. Alberto Posadas INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2016 sabato 23 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta QUATUOR DIOTIMA Yun-Peng Zhao violino Constance Ronzatti violino Franck Chevalier viola Pierre Morlet violoncello ore 10.00 Tavola Rotonda Contemporaneità e classicità: il quartetto d’archi oggi ore 21.00 CONCERTO Alessandro Solbiati Terzo Quartetto (2013 - rev. 2016) * per archi - 20’ Stefano Gervasoni Clamour (2014) Terzo Quartetto per archi - 29’ Arnlod Schönberg Presto für Streichquartett [C-Dur] (ca. 1895) per due violini, viola e violoncello - 7’ Ludwig van Beethoven Quartett für zwei Violinen, Viola und Violoncello [F-Dur] n. 16, op. 135 (1826) per quartetto d’archi - 27’ Allegretto Vivace Lento assai, cantante e tranquillo Der schwer gefaßte Entschluß: Grave – Allegro – Grave ma non troppo tratto – Allegro *Prima esecuzione (parziale) della nuova versione 49 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Alessandro Solbiati Terzo Quartetto A volte è davvero importante saper ritornare sui propri passi, rivederli e cambiarli anche radicalmente. Nel 2013 ho composto il mio Terzo Quartetto, eseguito splendidamente dal Quartetto Diotima a Tours. Ma pur ritenendo che contenesse buone idee musicali, l’intenzione formale che avevo imposto a tali idee non mi è piaciuta affatto. Ed ecco che ho deciso di realizzare una versione radicalmente differente. La nuova versione, che sarà, di fatto, il Terzo Quartetto, è dedicata a mia moglie Emanuela e sulle simmetrie interne delle lettere del suo nome sono modellati gli otto brevi movimenti che costituiscono il brano: ad esempio il primo e il sesto che corrispondono alle lettere E sono veloci ed acuti (il primo riprende esattamente l’idea iniziale della versione precedente), alle due A corrispondono movimenti ampi, sonori e a tutto registro, alle tre consonanti dello stesso tipo, ma sempre più “chiare” M-N-L corrisponde un’intenzione melodica sempre più esplicita. Alla simmetrica U corrisponde il movimento oscuro, con la scordatura profonda di II e IV corda di viola e violoncello già utilizzata nella versione precedente. Proprio tale scordatura, che richiede tempo, ma che non volevo interrompesse la tensione musicale dell’esecuzione, mi ha dato l’idea d’introdurre qui, ma poi anche tra altri movimenti, alcuni Intermezzi (per un totale di cinque, ma solo in quel caso funzionali a una necessità, cioè a scordatura e riaccordatura), privati di altezze, cioè basati solo su suoni fondamentalmente inarmonici, quasi la versione “in bianco e nero” di alcune delle idee musicali. Alessandro Solbiati Stefano Gervasoni Clamour Questo quartetto per archi, il terzo che ho scritto, è nato nel 2014 a Bludenz e, nel corso delle sue riesecuzioni – a Orléans, Parigi, Berlino e infine Milano – da parte del quartetto Diotima che ne è il dedicatorio, si è arricchito di ulteriori apporti di scrittura per meglio rispondere alla sua idea iniziale: come ottenere il silenzio attraverso l’esuberanza sonora, e non attraverso la cancellazione fisica della vibrazione sonora. Scoprire e rivelare il silenzio nella 50 2016 materia sonora, senza negarla, anzi esaltandola: rivelare il silenzio attraverso il suono. Dunque, dirlo con tutta la sua eloquenza e esprimendone il mistero, la dimensione ineffabile, attraverso i mezzi sensorialmente palpabili e paradossalmente contrari all’annullamento del suono e della sua propensione espansiva che potrebbe rappresentare la via diretta alla manifestazione del silenzio. Dire il silenzio senza tacere (per me, pura assenza: una modalità di silenzio ormai diventata un cliché della musica contemporanea, dopo la lezione debussyana e weberniana). Questo era il proposito che esprimevo nella mia nota di presentazione, di cui voglio riportare qualche riga: «…Ritrovare il silenzio come un abisso in un’onda sonora che non si può fermare e che si espande in tutta la sua esuberanza. Gridare il silenzio. Scavare il silenzio nel suono che ci circonda con tutta la sua eloquenza. Un silenzio che non si produce per soffocamento della materia sonora, che non nasce dall’assenza di vibrazione. Ma spazio che si vuota e diviene risonante – radura, deserto, linea d’orizzonte, cima di montagna, grotta inaccessibile, luogo di eremitaggio, zona liminale raggiunta nella più grande ricchezza e magniloquenza di un evento sonoro. Non è questo che di esso si ascolta – la sua evidenza, la sua apparenza – ma la sua interiorità, la sua possibile inesistenza, la sua laconicità». Il quartetto è giunto ora, con la sua esecuzione milanese (nell’ambito del Festival di Milano Musica 2015), al compimento di questo percorso. L’aggiunta di nuove misure e l’intervento di parziale riscrittura di alcune di esse che si è prodotto per un bisogno spontaneo di dire – e di dire sempre più precisamente – la ricerca del silenzio attraverso il suono e non attraverso la sua negazione mi hanno permesso di prendere coscienza di un percorso formale che andava via via mettendosi a fuoco attraverso la scrittura. Un percorso che è profondamente marcato da questo desiderio di silenzio sensorialmente inteso, e declina la forma in momenti tra loro dialettici di anticipazione della fine (dunque del silenzio fisico) e di posticipazione della fine. Silenzio come ostacolo posto al suono, suono come rimozione dell’ostacolo. Potenza sonora interna ma percepita come silenzio. Riduzione progressiva all’impulso singolo degli eventi musicali aggregati in organismi complessi. Stefano Gervasoni INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Arnold Schönberg Presto für Streichquartett Lo sviluppo di Schönberg come compositore dev’essere iniziato durante le sue lezioni di violino: «Da bambino, a meno di nove anni, iniziai a comporre brevi e, più tardi, lunghi pezzi per due violini, ad imitazione della musica che ero abituato a suonare con il mio insegnante o con mio cugino. Quando potei suonare i duetti per due violini di Viotti, Pleyel e altri, iniziai a imitare il loro stile. Imparai così a comporre nella misura in cui imparai a suonare il violino». Con i soldi guadagnati insegnando tedesco, Schönberg acquistò alcune partiture di lavori di Beethoven: «[...] la Terza e la Quarta Sinfonia, due dei Quartetti “Razumovsky” e la Grande Fuga op. 133. Da quel momento desiderai comporre un quartetto d’archi». Un incontro decisivo fu quello con il violinista e dottore Oskar Adler, compagno di scuola di Schönberg al tempo della Realschule, il quale non solo gli fornì i primi rudimenti di armonia e teoria musicale, ma suonò anche con lui alcune opere del repertorio classico e del XIX secolo per quartetto d’archi. Da quel momento Schönberg sperimentò le proprie capacità compositive in numerosi progetti per quartetto, completando nel 1897 il Quartetto d’archi in Re Maggiore, la sua prima composizione su larga scala giunta fino a noi. «I quattro quartetti d’archi che ho pubblicato avevano almeno cinque o sei predecessori. L’abitudine a scrivere così tanti quartetti d’archi si sviluppò progressivamente». Uno dei primi predecessori è il Presto in Do Maggiore per quartetto d’archi, pubblicato postumo. Stilisticamente il lavoro, che non porta una data di composizione, può essere assegnato al periodo antecedente al 1897, facendone uno dei primi lavori conosciuti di Schönberg. La struttura del movimento è quella di un Rondò Sonata in cui il refrain fugato viene esposto in alternanza a lunghi episodi di sviluppo. I collegamenti motivici risultano più importanti delle linee melodiche affidate alla voce superiore; solo dopo la seconda ripresa del refrain compare un breve episodio melodico al primo violino. Il modello di Beethoven risalta indubbiamente nelle preferenze di Schönberg per quanto riguarda il largo contesto di memorabili melodie e l’attenzione ai collegamenti motivici caratteristici delle transizioni. Come lo stesso Schönberg disse nel 1931, da 2016 Beethoven apprese «die Kunst der Entwicklung der Themen und Sätze» (“l’arte di sviluppare temi e movimenti”). Eike Feß Ludwig van Beethoven Quartett für zwei Violinen, Viola und Violoncello (F-Dur) n. 16, op. 135 L’op. 135, nel panorama degli ultimi cinque quartetti (op. 127, 130, 131, 132, 135, più la Grande Fuga), è sembrata di respiro meno ampio e di minore complessità. Si dimentica però che questo Quartetto (scritto sei mesi prima di morire) offre un clima di serenità quasi contemplativa che è caratteristica dell’ultima produzione: la Missa Solemnis e la Nona Sinfonia in particolare. Aleggia inoltre nel Quartetto un messaggio filosofico ed umano che, anche se oscuro, non possiamo ignorare; si tratta dell’epigrafe musicale (probabilmente da non eseguire) posta all’inizio del Grave: Muss es sein? Es muss sein! (Deve essere? Deve essere!). Possiamo far nostra (senza spiegazioni) questa epigrafe, come il protagonista del romanzo di Kundera L’insostenibile leggerezza dell’essere, oppure considerarla una “verità”, un percorso della volontà umana che Beethoven ci vuole indicare come ultimo monito della sua esistenza. L’analisi della partitura, se non la soluzione, ci offre però il senso di questo dover essere e cioè la capacità di controllo della forma che diviene assoluta. L’Allegretto che apre il Quartetto, nel suo caratteristico gioco di domanda (viola) e risposta (violino primo e poi gli altri), si presenta con un rigore architettonico esemplare. Beethoven economizza le presenze e le assenze degli strumenti, calibra i registri dal grave, al centro, all’acuto, proporziona le modulazioni, ottimizza, insomma, il mondo del quartetto. Solo dopo ripetuti ascolti ci si rende conto che non siamo di fronte alla semplicità ma alla perfezione, e non una perfezione ideale (riferita a modelli esterni) bensì quella raggiunta da Beethoven attraverso sedici quartetti. In questo senso, più che dar conto dei singoli materiali impiegati, vale la pena di sottolineare che in questo primo movimento si può toccare con mano (ovvero ascoltare) il concetto di forma astratta, ossia lo schema intellettuale su cui si basa il pensiero del compositore. Traspare dalle battute il significato ultimo della musica per Beethoven, inteso non in senso filosofico 51 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA ma proprio come schema di funzionamento. A ben guardare (o a ben sentire!) questo movimento appaga la nostra sete di conoscenza del metodo di composizione di Beethoven, un metodo straordinario specie in riferimento al problema della forma che è fondamentale per un’arte che si svolge nel tempo. Il materiale usato per il secondo movimento (Vivace) è estremamente essenziale, quasi “povero”, e soltanto il leggero ritmo sincopato offre un appiglio di curiosità. Lo scopo di tanta semplicità è di dar spazio ad una vivacità armonica che va da semplici scarti cromatici a vere e proprie modulazioni di grande impatto drammatico. Beethoven fa anche largo uso di effetti coloristici giustapponendo zone in pianissimo e fortissimo, e abbassando talvolta l’intensità fino al ppp. Rigore e semplicità sono i punti cardinali del terzo movimento (Lento assai, cantante e tranquillo) costruito sulla forma A-B-A, che contrappone il primo tema cantabile e melodioso al secondo, reso frammentario da continue pause. Come per il primo movimento è facile confondere la perfezione della sintassi e la severità della forma con una generica semplicità; anche qui, allora, bisognerà ricordare che tanto più è semplice la struttura compositiva tanto più è difficile il padroneggiarla, come fa l’autore, calibrando battuta dopo battuta tutto il materiale musicale. L’ultimo movimento è il più difficile da interpretare: i due Allegri sono costruiti sul tema del Es muss sein! introdotti dai due Gravi Muss es sein?, due mondi apparentemente estranei legati solamente da una relazione intervallare (terza discendente e quarta ascendente nel Grave e l’inverso nell’Allegro). L’uso massiccio di pause spezza ancora di più la già frammentaria atmosfera, e tutto sembra un lungo ripetersi dell’epigramma musicale iniziale. Come lì si contrapponevano due mondi, così nel corso dell’ultimo movimento si alternano i temi e le armonie; è comunque straordinario il forte senso unitario che emana dalla musica come a ricordarci che l’epigrafe, anche se divide il mondo in due parti, riguarda lo stesso universo. Fabrizio Scipioni 2016 Quatuor Diotima Yun-Peng Zhao, violino Constance Ronzatti, violino Franck Chevalier, viola Pierre Morlet, violoncello Oltre ad essere un tributo al quartetto d’archi di Luigi Nono intitolato Fragmente-Stille, An Diotima, il nome di questa formazione vuole esprimere chiaramente la sua vocazione per la musica contemporanea. Fin dai suoi esordi, il Quatuor Diotima – che si fregia di numerosi e importanti premi – si è esibito sui palcoscenici più prestigiosi e ai festival europei più importanti come il Lucerne Festival, la Mozartwoche di Salisburgo, Musica Strasbourg, Musica Nova Helsinki, Budapest Automn Festival, Settembre Musica, la Filarmonica di Berlino, la Alte Oper di Francoforte, l’Ircam, l’Auditorium di Barcelona e altri. Inoltre, il quartetto ha al proprio attivo varie tournée in Estremo Oriente, negli Stati Uniti, in America Centrale e del Sud. Il Quatuor Diotima si è affermato a livello internazionale come interprete della musica contemporanea, ma senza trascurare il repertorio classico-romantico (soprattutto le opere più mature di Beethoven, ma anche autori classici del periodo moderno come Schönberg e Bartók). Il quartetto è anche l’interprete preferito da importanti compositori contemporanei, come Hosokawa, e regolarmente commissiona esso stesso delle composizioni, sicché per i suoi componenti l’esecuzione di prime assolute è una prassi consolidata. L’elevata qualità artistica del quartetto è documentata da numerose incisioni, più volte premiate. Per esempio, il Quatuor Diotima ha vinto cinque volte l’ambito “Diapason d’or” e una volta il “Diapason d’or de l’année”. Fra gli album più prestigiosi figurano vari ritratti di compositori, tra i quali Dieter Schnebel e Toshio Hosokawa. COMPOSITORI Stefano Gervasoni La produzione di Stefano Gervasoni (nato a Bergamo nel 1962) è caratterizzata da un’espressione delicata e da un fragile lirismo, convogliate da un mondo sonoro ricco e raffinato. La trasparenza della sua scrittura è costantemente 52 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA velata da processi appena percettibili che pervengono gradualmente ad alterare dall’interno l’immagine sonora iniziale. Egli fa ricorso a una grande tavolozza di elementi linguistici: strutture modali, accordi perfetti, oggetti sonori e bruitisti e una grande varietà di tecniche esecutive. Servendosi poi frequentemente della referenzialità, Stefano Gervasoni crea momenti iniziatori di associazioni e di reminiscenze che sfuggono alla logica della composizione e creano un effetto di distanziazione. Dalle allusioni al jazz in Godspell, 2002, a Girolamo Frescobaldi in Six lettres sur l’obscurité, 2005-06; dal fado in Com que voz (2008) agli innumerevoli riferimenti alla musica colta e extracolta nell’opera Limbus Limbo, 2012, fino alla creazione di un linguaggio trasfigurante ogni riferimento o fonte d’ispirazione avente come obiettivo l’espressione pura di situazioni cariche di tensione emotiva (ricordiamo a titolo di esempio il ciclo per ensemble vocale e strumentale Dir - in dir, 2004-11, e il concerto per violoncello e orchestra Heur, leurre, lueur, 2013). Stefano Gervasoni studia la composizione al Conservatorio Verdi di Milano con Luca Lombardi, Niccolò Castiglioni e Azio Corghi. I suoi incontri con Brian Ferneyhough, Peter Eötvös e Helmut Lachenmann, così pure con Gérard Grisey e Heinz Holliger furono determinanti nel suo percorso di formazione. Ha ricevuto commissioni dell’Ensemble Intercontemporain, del Festival Archipel di Ginevra, di Contrechamps, di Klangforum Wien, del Festival d’Automne à Paris, di Radio France, del WDR, del Teatro alla Scala di Milano, del Suntory Hall di Tokyo, della Berliner Biennale. Pensionnaire della Villa Medici a Roma (1995-96), borsista della Fondation des Treilles di Parigi (1994), del DAAD a Berlino (2006), compositore in residence al Domaine de Kerguéhennec per il triennio 2008- 2010, Stefano Gervasoni insegna la composizione al CNSMDP di Parigi dal 2006. Toshio Hosokawa Toshio Hosokawa è nato a Hiroshima il 23 ottobre 1955. Dopo aver studiato pianoforte e composizione a Tokyo, nel 1976 si è trasferito a Berlino per studiare composizione con Isang Yun presso l’Universität der Künste. In seguito ha proseguito i suoi studi con Klaus Huber alla Hochschule für Musik di Friburgo, dal 1983 al 1986. Nel 1980 ha partecipato per la prima volta ai Ferienkurse für Neue Musik 2016 di Darmstadt dove, dal 1990, è stato regolarmente invitato come docente. Negli anni seguenti la sua reputazione come compositore ha continuato ad aumentare all’interno della scena musicale contemporanea, ricevendo numerose commissioni. Dal 1989 al 1998 Toshio Hosokawa è stato Direttore Artistico e organizzatore dell’Akiyoshidai International Contemporary Music Seminar and Festival a Yamagushi, di cui è stato co-fondatore. Dal 2011 è Direttore Artistico del Takefu International Music Festival che si svolge ogni anno in Giappone, nel Fukuj. È stato, inoltre, nominato “guest professor” al Tokyo College of Music nel 2004. Toshio Hosokawa vive a Nagano (Giappone) e Mainz (Germania); le sue composizioni includono lavori per orchestra, per solisti e orchestra, musica da camera, film music e lavori dedicati a strumenti tradizionali giapponesi. L’influenza della musica occidentale – da Schubert a Webern – e della musica tradizionale giapponese sono elementi centrali nelle sue composizioni; Hosokawa considera il processo compositivo come istintivamente associato alla concezione del Buddismo Zen e alla sua interpretazione simbolica della natura. Toshio Hosokawa ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui il primo premio al concorso di composizione per il centesimo anniversario dei Berliner Philharmoniker (1982), l’Arion Music Prize (1984), il Kyoto Music Prize (1988) e il Rheingau Music Prize (1998). Nel 2001 è stato nominato membro dell’Akademie der Künste di Berlino e, sempre a Berlino, nel 2006/07 e 2008/09 ha intrapreso un periodo di ricerca presso il Wissenschaftskolleg. È stato Composer in Residence alla Biennale di Venezia (1995, 2001) e presso la Tokyo Symphony Orchestra (1998-2007), l’International Music Festival di Lucerna (2000), musica viva a Monaco (2001), Musica Nova a Helsinki (2003), Warsaw Autumn (2005, 2007) e altri. È stato, inoltre, Direttore Artistico del Suntory Hall International Program for Music Composition dal 2012 al 2015. Gérard Pesson Nato il 17 gennaio 1958 a Torteron (Cher), Gérard Pesson intraprende studi di lettere e musicologia alla Sorbona, dove sostiene una tesi sull’estetica della musica aleatoria, prima d’entrare nelle classi di Betsy Jolas e Ivo Malec al Conservatoire National Supérieur de Musique de 53 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Danse di Parigi, dove ottiene due primi premi nelle classi di analisi e composizione. Nel 1986 fonda la rivista di musica contemporanea “Entretemps”. Nello stesso anno diventa produttore à France Musique. Primo premio dello Studium di Tolosa nel 1986 per Les Chants Faëz, è vincitore del concorso “Opéra autrement” con Beau Soir eseguita in versione da concerto al festival di Avignone nel 1989, poi rappresentata in versione scenica nel 1990 al Festival Musica di Strasburgo. Nel 1996 Gérard Pesson riceve il Prix Prince Pierre de Monaco. È stato borsista a Villa Medici dall’ottobre all’aprile del 1992. A partire dal 1988 si consacra più particolarmente alla musica di scena. Le sue opere sono esguite da numerosi ensemble e orchestre in Francia e all’estero: Ensemble Fa, 2e2m, Intercontemporain, Itinéraire, Ensemble Modern, Ensemble Recherche, Ensemble Ictus, Alter Ego, Accroche Note, Erwartung, Orchestre National de Lyon, Orchestre National d’Îlede-France, etc. La sua opera Forever Valley, commissione di T&M su un libretto di Marie Redonnet, è stata creata nell’aprile del 2000 al Théâtre des Amandiers di Nanterre. La sua opera Pastorale, tratta da L’Astrée di Honoré d’Urfé è stata rappresentata a Stoccarda nel maggio 2006. Alberto Posadas Alberto Posadas ha studiato composizione con Francisco Guerrero. Con lui esplora nuove forme musicali grazie all’utilizzo di tecniche come la combinatoria matematica e la teoria frattale (Ápeiron, 1993 e Invarianza, 1999). La sua libertà creatrice e il suo desiderio d’integrare una forma di estetica a questi modelli matematici lo spingono a ricercare altri modelli per la composizione. Traspone così in musica parametri architettonici, utilizza tecniche derivate dalla topologia e dalla pittura ed esplora le proprietà acustiche degli strumenti a un livello microscopico della grana sonora per sfociare nella generazione e nel controllo del materiale (Sínolon, 2000; Anábasis, 2001). Il repertorio di Alberto Posadas copre una grande diversità di generi: musica sinfonica, musica per ensemble, opere solistiche e vocali. Le sue opere elettroacustiche sono concepite in maniera molto personale, totalmente amalgamate agli strumenti (Snefru, 2002) o esplorando la trasformazione in tempo reale dei movimenti (Glossopoiea, 2010). Dal 1991, Aberto Posadas è professore di armonia e di composizione al Conservatorio 54 2016 di Musica di Majadahonda a Madrid. Nel 2015 sono stati presentati in prima esecuzione, in particolare, Double e Tombeau per viola sola da Christophe Desjardins e Tres pinturas imaginarias dall’Ensemble Court-circuit nel quadro del Festival ManiFeste dell’Ircam. Arnold Schönberg Il compositore Arnold Schönberg (Vienna 1874 - Los Angeles 1951) è, con Stravinskij, Bartók e con i “condiscepoli” Berg e Webern, uno dei padri della musica del Novecento, nonché il massimo esponente dell’Espressionismo musicale. Rifondò il linguaggio musicale dapprima attraverso l’atonalismo (sostanzialmente, l’abolizione della gerarchia dei suoni propria del sistema tonale), poi attraverso l’elaborazione del sistema dodecafonico fondato sistematicamente sull’uso di serie di suoni comprendenti tutti e 12 le altezze del sistema temperato. Il suo apprendistato fu tuttavia disordinato, tanto che amava definirsi autodidatta e violoncellista dilettante, benché da giovane avesse ricevuto consigli e insegnamenti da parte del concittadino Zemlinsky. Visse a Vienna e a Berlino, dove soggiornò dal 1901 al 1903, dal 1911 al 1915 e dal 1926 (prese il posto di Busoni all’Accademia delle Arti) al 1933, quando l’avvento del nazismo lo costrinse a lasciare la Germania per stabilirsi a Los Angeles. Dal 1936 al 1944 insegnò presso l’Università della California. Il catalogo schönberghiano non è vastissimo, ma presenta capolavori in tutte e tre le fasi dell’evoluzione linguistica del compositore. Tra le opere tardo-romantiche si ricordano il sestetto Verklärte Nacht (1899) e il poema sinfonico Pelléas und Mélisande (1902-03), da Maeterlick. Tra quelle atonali, la Kammersymphonie op. 9 (1907), il monodramma Erwartung (“L’attesa”, 1909) e Pierrot lunaire op. 21 (1912). Tra quelle dodecafoniche, la Suite op. 25 per pianoforte (1921-23) e l’opera incompiuta Moses und Aron. Fondamentale anche la sua opera didattica, di cui è significativa testimonianza il Trattato di armonia (1909-1911). Alessandro Solbiati Nato a Busto Arsizio nel 1956, si è diplomato presso il Conservatorio di Milano in pianoforte (con Eli Perrotta) e in composizione (con Sandro Gorli), dopo aver frequentato per due anni la Facoltà di Fisica. Contemporaneamente, ha studiato per quattro anni (1977-80) con Franco Donatoni INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA all’Accademia Chigiana di Siena. Vincitore nei primi anni ’80 di vari concorsi nazionali e internazionali, da più di vent’anni riceve commissioni dalle più importanti istituzioni italiane ed europee e la sua musica è presente nei principali festival e in molte radio europee ed americane. Tra le incisioni discografiche a lui più care si segnalano l’Oratorio Nel deserto, Quartetto con Lied (Quartetto Borciani - Stradivarius), Trio (Trio Matisse - Aura) e tre CD monografici, il primo inciso dall’Ensemble Alternance di Parigi (Stradivarius, 1999) e contenente vari pezzi cameristici, il secondo (Stradivarius, 2004), composto da alcuni brani per ampio Ensemble (Canto per Ania per violoncello e 14 strumenti, By My Window II per piano e 9 strumenti, Mi lirica sombra per clarinetto basso e 7 strumenti, Ach, so früh? per soprano e sette strumenti - EOC di Lyon e Divertimento Ensemble di Milano), e il terzo (Stradivarius, 2007) in cui Daniel Kawka, alla testa dell’Orchestra Sinfonica della RAI, dirige Sinfonia, Sinfonia seconda e Die Sterne des Leidlands. In collaborazione con la scrittrice Paola Capriolo ha prodotto due radio-film per la RAI (Il gigante, 1994 e La colomba azzurra, 1996) e Con i miei mille occhi, ampio lavoro musicale con mezzo elettronico che accompagna in CD l’omonimo racconto lungo pubblicato per Bompiani nel 1997. Attivo nel campo della video-arte, esce in varie versioni Inno (1998-2005), in collaborazione con un gruppo di giovani artisti. Nel 2002 pubblica per il Teatro Comunale di Monfalcone un Quaderno di Cultura Contemporanea intitolato Ah, lei fa il compositore? E che genere di musica scrive?, quattro saggi di riflessioni sul comporre, di analisi e di illustrazione dettagliata delle proprie tecniche compositive. Nell’aprile 2009 esordisce in campo teatrale con l’opera Il carro e i canti, da Puškin, commissione del Teatro Verdi di Trieste per la sua stagione lirica 200809. Una seconda opera, Leggenda, dalla Leggenda del Grande Inquisitore contenuta nei Fratelli Karamazov di Dostoevskij, commissione del Teatro Regio di Torino per la Stagione Lirica 2010-2011, è stata messa in scena al Teatro Carignano nel settembre 2011 sotto la direzione di Gianandrea Noseda e la regia di Stefano Poda. Una terza opera, Il suono giallo, attorno all’omonima composizione scenica di Kandinskij, commissione del Teatro Comunale di Bologna per la Stagione lirica 2014-15, è stata messa in scena nel giugno del 2015 con la direzione di Marco Angius. Dal 1995 è docente di Fuga e Composizione presso 2016 il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, dopo esserlo stato per la medesima materia al Conservatorio di Bologna tra il 1982 e il 1994. Nel 1996 ad Avignon e nel 2005 a Metz ha insegnato per il Centre Acanthes. Dal 2007 insegna composizione ai Corsi estivi di Sermoneta. Ha tenuto, tra le altre, Masterclass ai Conservatori Superiori di Parigi (1997, 2001, 2005 e 2011), di Città del Messico (2002) e di Lyon (2003, 2007 e 2009). Dal 1978 pubblica per la Casa Editrice Suvini Zerboni di Milano. Mikel Urquiza Mikel Urquiza (Bilbao, 1988) studia composizione a Musikene (San Sebastián) con Gabriel Erkoreka e Ramón Lazkano, prima di essere ammesso CNSM di Paris nella classe di Gérard Pesson. È stato premiato dall’Institut Espagnol des Arts de la Scène et de la Musique e dall’Académie de France a Roma, Villa Medici. Collabora strettamente con l’ensemble L’Instant Donné, interessandosi alla fragilità della memoria in Les lueurs se sont multipliées e alla sottile violenza dei gesti d’amore in Serpientes y escaleras (serenata) che è stato recentemente presentato ai Wittener Täge fur neue Kammermusik. PARTECIPANO ALLE TAVOLE ROTONDE Patricia Adkins Chiti, Alfonso Alberti, Gabriele Bonomo, Franck Chevalier, Federico Gardella, Stefano Gervasoni, Giulia Lorusso, Vittorio Montalti, Pierre Morlet, Gianfranco Pannone, Yun-Peng Zhao, Marco Quagliarini, Constance Ronzatti, Paolo Rotili, Alessandro Solbiati, Mauro Tosti Croce, Martino Traversa, Mikel Urquiza, Erika Zoi. 55 2016 AGEVOLAZIONI CAMPUS CARD La Campus card dà diritto alla riduzione sull’acquisto del biglietto delle iniziative organizzate dalla Fondazione Campus Internazionale di Musica nell’anno solare di validità e ad uno sconto negli esercizi convenzionati. Essa è strettamente personale e va sempre esibita per poter usufruire delle agevolazioni previste, che sono accordate unicamente al titolare della Card. 52a edizione ESERCIZI CONVENZIONATI Fondazione Roffredo Caetani sconto del 10% sul contributo d’ingresso del Giardino di Ninfa, Castello Caetani di Sermoneta e Parco Pantanello. Latina Spazio Idea di Pina Sorrentino Via Sisto V, 17/15 - Latina Tel. 0773 474460 Riduzione del 15% Numero Nove - Labò de style Via Sisto V, 9 - Latina Tel. 0773 281359 Riduzione del 15% (escluso il periodo dei saldi) Egidio Gran Caffè Tavola Calda S. S. 148 Pontina Km 80.300 - Latina Tel. 0773 255640 Riduzione del 15% Erboristerie D’Italia c/o Centro Commerciale Latina Fiori, Viale P. L. Nervi Latina Tel. 0773 694444 Riduzione del 10% CampusCard DUEMILA16 Nitido Shop - Professionisti d’igiene Via Pontinia, 68/70 - Latina 0773 281972 Riduzione del 10% (escluse le promozioni in corso) Sermoneta Punto Einaudi c/o Centro Commerciale Sermoneta Shopping Sermoneta Scalo Riduzione del 15% Hotel Principe Serrone Via del Serrone - Sermoneta Tel. 0773 30342 Riduzione del 10% segui fondazione campus internazionale di musica Borgo di Fossanova Locanda Borgo Antico Via dei Guitti snc - Borgo di Fossanova Priverno Tel. 0773 1875674 Riduzione del 10% 56 2016 CONTRIBUTI E PATROCINI Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo Regione Lazio - Assessorato Cultura Spettacolo e Sport Provincia di Latina Comuni di: Latina, Sermoneta, Priverno, Fondi, Cori, Cisterna di Latina Fondazione Roffredo Caetani onlus Soprintendenza Archivistica del Lazio 52a edizione Organizzazione e realizzazione Fondazione Campus Internazionale di Musica Via Varsavia, 31 - 04100 Latina Tel. 0773 605551 (dal 30 giugno anche 0773 30250) [email protected] www.campusmusica.it Biglietto dei concerti Intero € 15,00 Ridotto € 10,00 (under 25, over 65, insegnanti, beneficiari di convenzioni) Ridotto € 8,00 (titolari della CampusCard) Ingresso coppia € 20,00 Studenti del conservatorio e licei musicali € 2,00 Biglietto concerti del 8, 10, 26 e 29 luglio Biglietto unico € 5,00 Biglietto concerto del 15 luglio COLLABORAZIONI Biglietto unico € 10,00 Conservatorio Statale di Musica Costo CampusCard € 20,00 Ottorino Respighi di Latina Le riduzioni sulle tariffe non sono cumulabili Istituto di Studi Musicali Goffredo Petrassi mediapartners Abbazia e Borgo di Fossanova Abbazia di Valvisciolo Museo della Città e del Territorio di Cori Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi Fondazione Camillo Caetani Si ringraziano: Unindustria, Banca Popolare del Lazio, Villa Meravigliosa ristorante Institut Français di Roma Fondazione Adkins Chiti - Donne in La direzione del Campus si riserva il diritto di apportare modifiche al programma per cause di forza maggiore. Musica Liceo Farnesina di Roma LIPU onlus, sezione di Latina Fondazione Teatro Due di Parma in copertina: Normanno Soscia Pescatori di Sirene 2009 acrilico su tela cm 200x110 progetto grafico e impaginazione: studio grafico_Pietro Contento. www.pietrocontento.it 57 2016 52a edizione CORSI 2016 di PERFEZIONAMENTO e di INTERPRETAZIONE MUSICALE VIOLONCELLO e MUSICA DA CAMERA 9-12 giugno GIOVANNI GNOCCHI CLARINETTO 10-12 giugno ALESSANDRO CARBONARE CONTRABBASSO 6 -10 luglio FRANCO PETRACCHI TECNICA del CONTRABBASSO 6-14 luglio MIRELA VEDEVA PIANOFORTE 6-12 luglio ELISSÒ VIRSALADZE VIOLINO e MUSICA DA CAMERA 8-15 luglio MARIANA SIRBU MUSICA DA CAMERA CONTEMPORANEA 16-21 luglio MAURO BONIFACIO SEMINARI 10-15 luglio JURGEN MANTHEY Liuteria 26-28 luglio MAURO BUCCITTI L’accordatura ad orecchio con vari temperamenti WORKSHOP CINEMATOGRAFICO 26-30 luglio GIANFRANCO PANNONE e TAREK BEN ABDALLAH Tra musica, teatro e cinema: documentare un evento musicale Il Campus ringrazia: la BSP Pharmaceuticals l’avv. Giampiero Paoli, il dott. Nicola Rizzuti, la dott.ssa Rita Meloni, per il sostegno ai Corsi di Sermoneta e il contributo in borse di studio. 58 2016 52a edizione ORGANI STATUTARI DEL CAMPUS Presidente Onorario Riccardo Cerocchi Presidente Luigi Ferdinando Giannini Vice Presidente Elisa Cerocchi Comitato esecutivo Luigi Ferdinando Giannini Renzo Calzati Elisa Cerocchi Clotilde Lucchetti Marco Pandozi Consiglio Generale Francesco Acuto Vanda Bellini Bruno Borsari Renzo Calzati Antonietta Centra Elisa Cerocchi Paola Cerocchi Riccardo Cerocchi Eliana D’Alessandro Carolina De Cuia Carlo Dell’Agli Luigi Ferdinando Giannini Alessandro Iucci Clotilde Lucchetti Marco Pandozi Tommaso Parascandolo Gabriele Pezone Gianfranco Pitton Umberto Redi Vera Russo Fausto Tasciotti Francesco Tescione Comune di Latina Comune di Sermoneta Federlazio Latina Fondazione Roffredo Caetani onlus Collegio dei Partecipanti Franco Accorinti Ugo Berardi Giuseppe Bonifazi Maria Teresa Censi Eligio De Biaggio Carlo Dell’Agli Maria Del Sapio Garbero Maria Antonietta De Vitis Giuseppe Falconi Gabriella Franzellitti Lucchetti Giovanni Lungarella Giancarlo Macali Maria Olga Manzo Lauro Marchetti Giorgio Maulucci Teresa Palombelli Mirella Parisella Cherubina Ramacci Umberto Redi Leonardo Rizzo Gaetano Salvagni Enrico Vignes Comune di Fondi Comune di Priverno PRESIDENTE ONORARIO DEL FESTIVAL PONTINO Luis de Pablo COMITATO ARTISTICO Gabriele Bonomo Bruno Cagli Alessandro D’Onofrio Federico Gardella Gianfranco Pannone Alessandro Solbiati Fabrizio von Arx COORDINATORE ARTISTICO Elisa Cerocchi Collegio dei Revisori dei Conti Ugo Berardi (Presidente) Giuseppe Di Trento Maria Olga Manzo Segretario generale Tiziana Cherubini 59