52° Festival Pontino - Campus Internazionale di Musica

CAMPUS
INTERNAZIONALE
DI MUSICA
Fondazione
FONDAZIONE
ROFFREDO
CAETANI
onlus
2016
“Guardate bene,
in un lato dell’arca
c’è una scaletta;
salite,
c’é ancora posto per voi,
per continuare un viaggio
di sogni possibili”
È con queste parole che il Maestro Normanno Soscia ci
invita a salire tutti sulla mitica arca rossa di “Pescatori di
sirene”. Non una semplice barca da pesca, dunque, ma
una vera e propria arca di biblica memoria nella quale
un’umanità variegata ha trovato rifugio e una spensierata
salvezza: bagnanti ancora bagnati sono intenti ad asciugarsi,
altri, seduti sul bordo dell’arca con le gambe penzoloni,
con una naturale spensieratezza, sembrano osservarci
incuriositi. Quasi al centro della composizione, all’ombra di
un gazebo-cabina, una coppia di sposi, vestiti di tutto punto,
capitani inconsapevoli, spiccano tra le altre figure (svestite)
con la loro essenziale solennità.
Un “caprone a dondolo” azzurro, offerto loro in dono, è
l’unico animale messo in salvo sull’arca. In questo equilibrio
perfetto, non solo compositivo, ma anche di contrappesi
fisici che garantiscono la stabilità dello scafo, si fanno strada
le aspettative, i desideri, i sogni, le illusioni dei pescatori /
spettatori (noi uomini) appese a quei tanti ami lanciati in
mare. Mirano non a pesci comuni, ma a sirene, le mitologiche
creature metà donne e metà pesci, duplicità che il Maestro
reinterpreta raffigurandole come un pesce che ingoia una
donna fino alla vita (o come un pesce dalla cui bocca sta per
sgusciare fuori, in una “prova di esorcismo”, lo spirito di una
donna?). Queste sirene hanno un corpo seducente, anche
quando è privo di braccia, novelle statue greche, retaggio
del tempo che fu, ma allo stesso evanescente, intangibile,
inafferrabile: quegli ami non potranno mai catturarle e,
forse, quei pescatori non vogliono nemmeno farlo, per
non ferirle o per non smettere di continuare a desiderarle
… L’unico amo che arpiona la sua preda è quello della
signora in bikini rosso che, trionfante, ha “pescato” una fetta
di cocomero, fugace, ma pur sempre gustosa soddisfazione.
“Guardate bene!”, questo è l’invito del Maestro e, in effetti,
c’è ancora altro da scoprire.
In fondo, a metà tra sopra e sotto, tra cielo e mare (entrambi
scuri, ma non per questo inquietanti o minacciosi), nella
pancia dell’arca, imbastita, perfettamente al centro, con
sapienti punti di sutura, ecco tre oblò in cui si intravedono
un uomo di profilo, un occhio indagatore (quello dell’artista
o di un’entità superiore che tutto sa e tutto scruta?) e
una Madonna, cui corrisponde la polena-sirena, posta
all’estremità dell’arca, entrambe protettrici, tra sacro e
profano, tra mito e metafora, di questo viaggio verso “sogni
possibili”.
Marika Vagnati
Con le sue 52 edizioni il Pontino è oggi uno dei festival
musicali più antichi della provincia di Latina. Nato
negli anni Sessanta, esso può essere ascritto (così come il
giardino di Ninfa per il quale forse è più nota) ai “lasciti”
culturali di Lelia Caetani che lo avviò nel castello di
Sermoneta, dedicandolo al padre Roffredo, con concerti
di musica da camera tenuti da grandi musicisti e corsi
destinati ai giovani. Non aver tradito quell’ispirazione
iniziale ma l’essersi ugualmente rinnovato, allargando gli
interessi, aggiungendo altri siti di valore e soprattutto non
trascurando le istanze della contemporaneità, costituisce
forse una delle ragioni della longevità del Festival Pontino,
che si presenta al pubblico con nuovi concerti, corsi
strumentali e laboratori, prime esecuzioni, tavole rotonde,
una mostra pittorica e due reading di teatro e musica, uno
dei quali costituirà peraltro il momento conclusivo di un
workshop cinematografico, dedicato al documentario
musicale e teatrale, che si terrà per la prima volta nel
castello di Sermoneta.
Un programma dunque molto ricco, avviato con un
Comitato Scientifico per metà rinnovato, coordinato
dalla vicepresidente Elisa Cerocchi. Sfogliando il catalogo
si può notare come anche questa edizione, che ospita
generazioni diverse di musicisti tra cui molti giovani e
giovanissimi artisti, si avventuri in tanti repertori diversi:
preponderante la grande tradizione musicale, ma presenti
anche il jazz, i nomi celebri della musica da film, la musica
d’oggi. A quest’ultima saranno dedicate due giornate, il 22
e 23 luglio, che si collocano in un periodo insolito, come
ricorderà chi ha avuto familiarità in questi anni con gli
incontri di musica contemporanea. Per scelta le abbiamo
volute “dentro” il festival, perché il contemporaneo non sia
considerato un’appendice. Mi fa piacere inoltre annunciare
che il 22 luglio sarà anche l’occasione per presentare il
protocollo d’intesa siglato recentemente tra il Campus e la
Fondazione Adkins Chiti - Donne in musica. Intesa che,
sotto l’egida della Soprintendenza Archivistica del Lazio,
ha lo scopo di verificare le condizioni per la costituzione a
Latina di un polo museale musicale per la conservazione
e la documentazione della musica contemporanea.
Oltre alle sedi tradizionali dell’Infermeria di Fossanova,
l’Abbazia di Valvisciolo, il Palazzo Baronale di Fondi, il
Chiostro di Sant’Oliva in Cori e, ovviamente, il Castello di
Sermoneta, ci cimenteremo anche con spazi altri, come il
Complesso Monumentale di Tor tre Ponti e l’Oasi naturale
di Pantanello, gestiti dalla Fondazione “Roffredo Caetani”
onlus, alla quale siamo grati, non solo per l’ospitalità in
luoghi tanto pregevoli, ma anche per la disponibilità a
mantenere e rinsaldare un’alleanza culturale sulla quale
si è costruita nel tempo l’identità e la riconoscibilità del
Festival Pontino. Desidero ringraziare, infine, quanti
generosamente ci aiutano nel nostro lavoro. Le istituzioni,
gli enti, gli sponsor, i donatori che ci sostengono con
borse di studio e liberalità, il Priore di Valvisciolo, il
Conservatorio di Latina, Normanno Soscia, autore della
bella opera in copertina, tutte le associazioni, i soci e quanti
ci sono vicini con suggerimenti, contribuiti di idee e la loro
collaborazione. La cultura è soprattutto capacità di attivare
processi virtuosi tra gli esseri umani e le comunità; il resto
lo farà la Musica.
Buon ascolto.
Luigi Ferdinando Giannini
Presidente
Fondazione Campus Internazionale di Musica
Su sollecitazione della Soprintendenza Archivistica e
Bibliografica del Lazio, che da tempo si occupa della
conservazione, descrizione e valorizzazione degli archivi
musicali presenti nella Regione, è stato firmato il 26 aprile
2016 un protocollo di intesa tra la Fondazione Campus
Internazionale di Musica di Latina e la Fondazione
Adkins Chiti: Donne in Musica allo scopo di dar vita a un
polo archivistico-museale per la gestione e conservazione
congiunta dei documenti di rilevanza storica e culturale
che attualmente custodiscono e di quelli che andranno a
implementare i rispettivi archivi.
L’eccessiva frammentazione del patrimonio musicale,
attualmente disperso presso una pluralità di istituzioni
laziali, pubbliche e private, rende particolarmente difficile
al ricercatore tanto l’individuazione dei fondi archivistici
di proprio interesse quanto la possibilità di acquisirne on
line una descrizione seppur sommaria.
La creazione di un luogo in grado di ospitare quantità
massive di documentazione, appartenenti a più soggetti,
costituisce una risposta efficace per effettuarne una più
razionale ed organica gestione e conservazione.
Peraltro le finalità e i patrimoni documentari delle due
istituzioni si integrano a vicenda, dato che la Fondazione
Adkins Chiti: Donne in Musica promuove e sostiene
compositrici di ogni nazionalità tramite iniziative musicali,
editoriali e di studio, conservandone la produzione e
acquisendo lasciti preziosi come quelli, ottenuti di recente,
della compositrice romana Irma Ravinale, allieva di
Goffredo Petrassi e delle compositrici Nancy Van de
Vate, Renata Zatti Cicuttini e Leslie Hopwood Meyer,
mentre la Fondazione Campus Internazionale di Musica,
oltre a svolgere attività concertistica, di formazione e
ricerca musicologica, persegue anche la conservazione e
l’incremento di fondi archivistici, tra i quali spiccano quelli
di Goffredo Petrassi, Barbara Giuranna, Gino Contilli
Luis de Pablo e Fausto Razzi.
Infine l’adesione di entrambe le istituzioni al Sistema
Informativo delle Soprintendenze archivistiche (SIUSA) e
al Portale degli archivi della musica consente di rendere
accessibili on line i loro archivi, favorendone la conoscenza
e la diffusione.
Si sottolinea infine come gli archivi dei compositori
contemporanei, una volta scomparso l’autore, corrano
gravi rischi di dispersione e smembramento a causa della
frequente impossibilità da parte degli eredi di conservarli
e gestirli in maniera adeguata.
Avere a disposizione un luogo fisico dove concentrare tali
carte attenua tali rischi, fornendo un importante punto di
riferimento per la salvaguardia e la valorizzazione di un
lascito nel quale si è sedimentata la memoria della musica
italiana del nostro tempo.
Mauro Tosti Croce
Soprintendente archivistico e
bibliografico del Lazio
Questa 52a edizione del Festival Pontino di Musica è
importante per il numero progressivo che lo contrassegna
e per il cresciuto coinvolgimento della Fondazione
“Roffredo Caetani” onlus, che lo sostiene fin dai suoi primi
esordi, mettendo a disposizione il Castello di Sermoneta.
Quest’anno, la Fondazione ospiterà il Festival anche nel
Complesso Monumentale di Tor tre Ponti e nel Parco di
Pantanello, dove si svolgerà il concerto del 24 luglio con
musiche ispirate alla natura e agli uccelli.
È con orgoglio che la nostra Fondazione accompagna
questa manifestazione di amore per la Cultura che non
solo gli Organizzatori, ma anche e soprattutto, per certi
versi, gli Spettatori, garantiscono animando con la loro
presenza e il loro consenso l’iniziativa.
La Fondazione non può non ricordare che questo Festival
è figlio di una intrapresa di Lelia Caetani e del marito
Hubert Howard, che nei primi anni Sessanta del secolo
scorso dettero vita alla prima accademia musicale,
ospitata nel Castello di famiglia, radunarono i primi artisti
in un cenacolo intellettuale destinato a produrre cultura
musicale, eseguirono i primi concerti.
La sinergia tra Fondazione Roffredo Caetani Onlus e
Fondazione Campus Internazionale di Musica ha queste
premesse e questa nascita, attraverso l’evolversi dei modi
e delle istituzioni nel tempo; ed è anche prova di un
grande affiatamento che è espressione di civiltà e di forza
formatrice della Società Pontina.
Pier Giacomo Sottoriva
Presidente
Fondazione Roffredo Caetani
CALENDARIO DEI CONCERTI
> 12 giugno Tor Tre Ponti, Complesso
Monumentale Caetani
Giovanni Gnocchi, violoncello
> 8 luglio Sermoneta,Castello Caetani
Orchestra Sinfonica del Liceo Musicale Farnesina di Roma
- Matteo Bettinelli, direttore
Paolo Pollastri e Flavio Troiani, oboi
> 9 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Elissò Virsaladze, pianoforte
> 10 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani
Ivos Margoni, violino - Rodolfo Focarelli, pianoforte
> 11 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani
Giovani artisti dal mondo
> 13 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani
Giovani artisti dal mondo
> 14 luglio Sermoneta
Chiesa San Michele Arcangelo
Inaugurazione mostra “simbolo, sogno, mistero”
> 14 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Quartetto d’Archi del Teatro San Carlo
> 15 luglio Cori, Chiostro di Sant’Oliva
Ialsax Quartet di Gianni Oddi
> 16 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Alessandro Carbonare, clarinetto - Désirée Scuccuglia,
pianoforte
> * 22 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani
Quatuor Diotima
> * 23 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Quatuor Diotima
> 24 luglio Cisterna di Latina, Parco di Pantanello
Alfonso Alberti, pianoforte - Ugo Faralli, ornitologo
> 26 luglio Fondi, Palazzo Baronale
Giulia Buccarella, violino - Francesco Buccarella, pianoforte
> 28 luglio Abbazia di Valvisciolo, Chiostro
Gianluca Littera, armonica - Ensemble Project Strings
Quartett
> 29 luglio Abbazia di Valvisciolo, Piazzale Pio IX
JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Simone Genuini, direttore
> 30 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Omaggio ad Enzo Siciliano e Goffredo Petrassi
Morte di Galeazzo Ciano - Reading con Francesco Siciliano
Rest Ensemble - Regia di Gianfranco Pannone
> 31 luglio Fossanova, Infermeria
Pensa alla Patria - Gioachino Rossini, musicista, fra
Rivoluzione e Restaurazione
Lettura musicale con: Vittorio Emiliani e Lorenzo Lavia
Cesare Zanfini, violino - Caterina Coco, violino - Dagmar
Bathmann, violoncello - Angel Luis Martínez Pérez
contrabbasso
> 17 luglio Fossanova, Infermeria
Orchestra d’Archi di S. Cecilia - Luigi Piovano, direttore
Paolo Pollastri, oboe
* INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Su RADIOLUNA Buongiorno, Festival! dal 7 al 30 luglio alle ore 11,00
(dal lunedi al sabato escluso il mercoledì)
2016
52a e d i z i o n e
2016
52a edizione
domenica 12 Giugno ore 18.30
Complesso Monumentale Caetani
Tor Tre Ponti
Giovanni Gnocchi violoncello
Domenico gabrielli (1659 - 1690)
Ricercare n. 6 in Sol maggiore (1688)
per violoncello solo
JOHANN SEBASTIAN Bach (1685 - 1750)
Suite n. 1 in Sol maggiore BWV 1007 (ca.1720)
Prélude
Allemande
Courante
Sarabande
Gavotte I & II
Gigue
ALFREDO C. PIATTI (1822 - 1901)
Capriccio sopra un tema della “Niobe” di Pacini (1865)
Zoltán Kodály (1882 - 1967)
Sonata per violoncello solo op. 8 (1915)
Accordatura LA-RE-FA#-SI
Allegro maestoso ma appassionato
Adagio (con grande espressione)
Allegro molto vivace
8
2016
52a edizione
venerdì 8 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
ORCHESTRA SINFONICA DEL
LICEO MUSICALE FARNESINA
DI ROMA
Matteo Bettinelli direttore
Paolo Pollastri oboe
Flavio Troiani oboe
Omaggio ad Olga Olivieri
JOHANNES Brahms (1833 - 1897)
Danza ungherese n. 1
PETR ILIC Čajkovskij (1840 - 1893)
Suite dallo Schiaccianoci: Danza della Fata Confetto, Valzer dei fiori
JOHANN Strauss Jr. (1825 - 1899) JOSEF STRAUSS (1827 - 1870)
Pizzicato-Polka per archi
PETR ILIC Čajkovskij (1840 - 1893)
Suite dal lago dei cigni: Scena, Danza dei cigni, Valzer
ANTONIO Vivaldi (1678 - 1741)
Concerto per due oboi in Re minore RV 535
Largo - Allegro
Largo
Allegro molto
Antonín Dvořák (1841 - 1904)
Sinfonia n. 9 in Mi minore “Dal nuovo mondo” op. 95
Adagio - Allegro molto
Largo
EDWARD Elgar (1857 - 1934)
Pomp and Circumstance Military March n.1 op. 39
Allegro, con molto fuoco
primi violini Ciro Del Gaudio, Davide Facchini, Ivos Margoni, Leonardo Mazzarotto, Lucia Pagano, Giacomo Pollastri secondi violini Jennifer
Baillie, Lisha Chen, Melissa Francioli, Claudia Roccon, Miriam Nevola, Alessandro Sassi viole Agnese Di Domenico, Erica Morelli, Leonardo
Titta violoncelli Alice Bagaglini, Tommaso Castellano, Jenny Park, Martina Satiri, Valentina Verzola, Riccardo Ungaro contrabbassi Nausicaa
Janin, Samuel Khatchatourian, Eduardo Jesue Garcia, Julio Herraiz Ella flauti Flavio Gerardo Musillo, Claudia Solarzano Herrera, Nina
Serio clarinetti Letizia Bolo, Lorenzo Bossone, Francesca Lisanti, Giulia Valdinoci, Federico Forastiero (Clarinetto Basso) fagotti Sarah
Carbonare, Alessandra Turrisi, Riccardo Pugliese oboi Sofia Spanò, Anna Gaia Hatoupis, Giorgio Bolognesi, Fiamma di Gennaro corni
Pierluigi Santucci, Andrea Corazza, Alessandro Gennarini trombe Gabriele Annibali, Anita Iole Monaco percussioni Rinchen Dhondup, Pietro
Montefoschi, Massimo Martone, Lorenzo Piccardi, Francesca Milone, Simone Ciliberti, Francesco Conforti pianoforte Filippo Tenisci
9
2016
52a edizione
Sabato 9 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
Elissò Virsaladze pianoforte
WOLFGANG AMADEUS Mozart (1756 - 1791)
Rondo in La minore KV 511
FRANZ Schubert (1797 - 1828)
Sonata n. 20 in Sol maggiore op. 78 “Fantasia” D. 894
Molto moderato e cantabile
Andante
Menuetto. Allegro moderato. Trio
Allegretto
WOLFGANG AMADEUS Mozart (1756 - 1791)
Sonata n. 18 in Fa maggiore K. 533
Allegro
Andante
Rondò. Andante
ROBERT Schumann (1810 - 1856)
Carnaval: scènes mignonnes sur quatre notes, op. 9
1. Préambule, quasi maestoso (La bemolle maggiore) 2. Pierrot, moderato (Mi bemolle maggiore)
3. Arlequin, vivo (Si bemolle maggiore) 4. Valse noble, un poco maestoso (Si bemolle maggiore)
5. Eusebius, adagio (Mi bemolle maggiore) 6. Florestan, passionato (Sol minore)
7. Coquette, vivo (Si bemolle maggiore) 8. Replique, l’istesso tempo (Sol minore)
9. Sphinxes 10. Papillons, prestissimo (Si bemolle maggiore)
11. A.S.C.H.-S.C.H.A. (Lettres dansantes) presto (Mi bemolle maggiore)
12. Chiarina, passionato (Do minore) 13. Chopin, agitato (La bemolle maggiore)
14. Estrella, con affetto (Fa minore) 15. Reconnaissance, animato (La bemolle maggiore)
16. Pantalon et Colombine, presto (Fa min.) 17. Valse allemande, molto vivace (La bemolle magg.)
18. Intermezzo: Paganini, presto (Fa minore) 19. Aveu, passionato (Fa minore)
20. Promenade, con moto (Re bemolle magg.) 21. Pause - Vivo, precipitandosi (La bemolle magg.)
10
2016
52a edizione
domenica 10 Luglio ore 19.30
Castello Caetani
Sermoneta
Ivos Margoni violino
Rodolfo Focarelli pianoforte
Niccolò PAGANINI (1782 - 1840)
Cantabile m.s. 109
Johannes BRAHMS (1853 - 1906)
Scherzo in Do min dalla Sonata F.A.E
Jules MASSENET (1842 - 1912)
Méditation da “Thaïs”
Fritz KREISLER (1875 - 1962)
Praeludium und allegro
PETR ILIC Čajkovskij (1840 - 1893)
Souvenir d’un lieu cher op. 42:
1) Méditation
2) Scherzo
3) Mélodie
Pablo DE SARASATE (1844 - 1908)
Zigeunerweisen op. 20
Nell’ambito del progetto di “Alternanza Scuola-Lavoro”
realizzato con il Liceo Farnesina di Roma, promosso dal MIUR
11
2016
52a edizione
lunedì 11 Luglio ore 21.00
Castello Caetani, Scuderie
Sermoneta
GIOVANI ARTISTI DAL MONDO
a cura di Elissò Virsladze
mercoledì 13 Luglio ore 21.00
Castello Caetani, Scuderie
Sermoneta
GIOVANI ARTISTI DAL MONDO
a cura di Mariana Sirbu, Franco Petracchi e Mirela Vedeva
12
2016
52a edizione
i luoghi del Festival
13
2016
52a edizione
GIOVEDì 14 Luglio ore 18.00
Ex chiesa di San Michele Arcangelo
Sermoneta
simbolo, sogno, mistero
Mostra di pittura con opere di:
Rosetta Acerbi ~ Carlo Bertocci ~ Leonardo Caboni
Marco Calì ~ Massimo Livadiotti ~ Claudio Sciascia
a cura di Carlo Fabrizio Carli
Quella che si propone quest’anno, in occasione e nell’àmbito
del Festival Pontino, attento anche alla dimensione
ulteriore dell’arte visiva, costituisce - come si dirà - una
scommessa pittorica doppiamente eretica, ma - ci si augura
- insolita e stimolante.
Riesce istintivo chiedersi, innanzitutto, cosa accosti i sei
artisti qui presentati, ciascuno con due opere, assicurando
significato e motivo unitario a questa mostra, circoscritta ma
eloquente. In primo luogo, in significativa controtendenza
rispetto a tendenze oggi ampiamente maggioritarie nel
campo dell’arte, tale fattore unificante consiste nel fatto
di riconoscersi nella pittura e nella pittura d’immagine:
un’opzione figurale, insomma. E poi quello di operare
nell’ambito di una temperie culturale variamente oscillante
tra i percorsi del simbolo, del mistero, del sogno, fino ad
innesti surreali. Il tutto congiunto alla scelta condivisa
di guardare al museo e alla storia dell’arte, quale fonte
privilegiata di ispirazione.
Ma, a ben vedere, se Sermoneta, grazie al celebre,
multidecennale Festival Pontino, significa oggi soprattutto
musica, a questo registro armonico non si arresta. Anche
l’arte è qui di casa: la patria di Girolamo Siciolante e di
Antonio Cavallucci, interpreta una tradizione pittorica, non
soltanto autoctona ma di committenza e di forte richiamo
per artisti allogeni, testimoniata, su coordinate alte, dalla
14
stessa chiesa di san Michele Arcangelo, che ospita la nostra
mostra, con affreschi che spaziano dal XIII al XVII secolo.
Non solo: da Sermoneta lo sguardo inquadra, come ideale
estensione dell’antico abitato, orizzonti amplissimi che
vanno dal Circeo, al mare, al territorio pontino, un tempo
consegnato alla palude, alla malaria, ad un fascino potente
ed esiziale. Territorio che a partire dal secondo Settecento,
costituiva un’anomala tappa del Grand Tour, come
testimoniano pittori di mezza Europa.
Un secolo dopo è la volta dei Maestri di Terracina: Giuseppe
Raggio, Duilio Cambellotti, Vittorio Grassi, Amedeo
Bocchi con, alla testa, Giulio Aristide Sartorio, autore di
pastelli, ispirati al territorio pontino, di una freschezza e di
un sintetismo sorprendenti. E’ anche grazie alla loro opera,
quasi numinosità propiziatrice, che si è ritenuto di poter
introdurre una nuova presenza pittorica in una consacrata
cittadella della musica; mentre è stato forse l’antistante
Circeo, luogo altrettanto deputato del mito maliardo, che
ha indotto a volgersi alla regione dell’onirismo.
Ed eccoci, così, ai nostri sei pittori che in questo contesto
si muovono a loro pieno agio. A cominciare da Rosetta
Acerbi, per proseguire con Carlo Bertocci, Leonardo
Caboni, Marco Calì, Massimo Livadiotti, Claudio Sciascia.
2016
52a edizione
giovedì 14 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
QUARTETTO D’ARCHI
DEL TEATRO SAN CARLO
Cecilia Laca violino
Luigi Buonomo violino
Antonio Bossone viola
Luca Signorini violoncello
ANTON WEBERN (1883 - 1945)
Langsamer Satz WoO 6
DMITRI SHOSTAKOVICH (1906 - 1975)
Quartetto per archi n. 8 in Do minore, op.110
Largo
Allegro molto
Allegretto
Largo
Largo
MAURICE RAVEL (1875 - 1937)
Quartetto per archi in Fa maggiore
Allegro moderato
Assez vif - très rythmé
Très lent
Vif et agité
15
2016
52a edizione
venerdì 15 Luglio ore 21.30
Chiostro di Sant’Oliva
Cori
IALSAX QUARTET
Gianni Oddi soprano e alto sax
Filiberto Palermini alto e soprano sax
Alessandro Tomei tenor sax e flute
Marco Guidolotti baritone sax e clarinet
JAZZ, CLASSICA E ALTRO
George gershwin
Porgy and Bess selections
Bob mintzer
Three pieces for Saxofone quartet (Swingin, Softly, Funkification)
Duke ellington
Lush life (duo Alessandro Tomei, Gianni Oddi)
Brecker brothers
Medley (Song for Barry, African skies, Some Skunk Funk)
arrangiamenti Marco Guidolotti
Filiberto palermini
Quadri riflessi per sax contralto ed elaborazioni elettroacustiche
(solista Filiberto Palermini sax alto)
Dizzy gillespie
A night in Tunisia
Javier girotto
Morronga la milonga (arrangiamenti di Luigi Giannatempo)
Astor piazzolla
Michelangelo ’70, Milonga del angel, Libertango
Chick corea
Spain (duo Marco Guidolotti, Gianni Oddi)
Paquito D’Rivera
The New York Suite (Sofia, Monk-tuno)
16
2016
52a edizione
Un programma che spazia dalle classiche note di Porgy
and Bess di George Gershwin per concludersi nelle
contaminazioni del brano di Paquito D’Rivera “The New
York Suite”.
La grande versatilità artistica di Ialsax Quartet consente
agli esecutori di spaziare da situazioni musicali rigorose a
quelle più creative attraverso l’improvvisazione jazzistica
con sconfinamenti dal quartetto al duo Alessandro
Tomei (Tenor Sax) Gianni Oddi (Piano), all’assolo di
musica contemporanea di Filiberto Palermini con banda
magnetica, per continuare con il duo Marco Guidolotti
(Baritone Sax) Gianni Oddi (Piano).
In questo programma è presente una prima esecuzione
italiana del brano di Bob Mintzer “Three Pieces
for Saxophone Quartet", da sottolineare l’originale
arrangiamento della medley dei Brecker Brothers di Marco
Guidolotti e l’omaggio a due compositori argentini come
Astor Piazzolla e Javier Girotto con l’arrangiamento di
Luigi Giannatempo.
Insomma un viaggio musicale attraverso il quale il quartetto
accompagna l’ascoltatore tra le poliritmie del jazz, le forme
severe della musica classica fino ai colori e suoni della
musica “attuale”.
17
2016
52a edizione
sabato 16 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
Alessandro Carbonare clarinetto
Désirée Scuccuglia pianoforte
FRANCIS Poulenc (1899 - 1963)
Sonata per clarinetto e pianoforte
Allegro tristemente
Romanza
Allegro con fuoco
ANTONIO Pasculli (1842 - 1924)
Le api
Béla Bartók (1881 - 1945)
Danze Rumene per clarinetto e pianoforte
Jocul cu bâtă (Danza del bastone) - Energico e festoso
Brăul (Danza della fascia) - Allegro
Pe loc (Danza sul posto) - Andante
Buciumeana (Danza del corno) - Moderato
Poargă românească (Polka rumena) - Allegro
Măruntel (Danza veloce) - Allegro
Măruntel (Danza veloce) - Più allegro
PEDRO Iturralde (1929)
Suite ellenica per clarinetto e pianoforte
Béla Kovacs (1937)
Sholem Aleikem (rev. Feldman)
18
2016
52a edizione
DOMENIca 17 Luglio ore 19.30
Infermeria
Fossanova
ORCHESTRA D’ARCHI
DI SANTA CECILIA
Luigi Piovano direttore
Paolo Pollastri oboe
WOLFGANG AMADEUS Mozart (1756 - 1791)
Serenata in Sol maggiore K. 525 “Eine kleine Nachtmusik”
Allegro
Romanza. Andante
Minuetto e trio. Allegretto
Rondò. Allegro
ennio Morricone (1928)
Gabriel’s oboe
nino Rota (1911 - 1979)
Concerto per archi
Preludio (Allegro ben Moderato e cantabile)
Scherzo (Allegretto comodo)
Aria (Andante e quasi adagio)
Finale (Allegrissimo)
nicola Piovani (1946)
La vita è bella
nino Rota (1911 - 1979)
La strada - Giulietta e Romeo - Amarcord
19
2016
INCONTRI INTERNAZIONALI
5 2 a e d i z i o n e DI MUSICA CONTEMPORANEA 2016
INCONTRI
INTERNA
ZIONALI
DI MUSICA
C O N T EM
PORANEA
INCONTRI INTERNAZIONALI
DI MUSICA CONTEMPORANEA
Programma dettagliato da pagina 45
venerdì 22 Luglio ore 20.00
Castello Caetani, Scuderie
Sermoneta
QUATUOR DIOTIMA
Yun-Peng Zhao violino Constance Ronzatti violino
Franck Chevalier viola Pierre Morlet violoncello
sabato 23 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
QUATUOR DIOTIMA
20
Yun-Peng Zhao violino Constance Ronzatti violino
Franck Chevalier viola Pierre Morlet violoncello
2016
52a edizione
i luoghi del Festival
21
2016
52a edizione
domenica 24 Luglio ore 21.00
Parco di Pantanello/Oasi di Ninfa
Cisterna
Alfonso Alberti pianoforte
Ugo Faralli ornitologo
MUSICA E NATURA NEL PARCO DI PANTANELLO
Maurice Ravel (1875 - 1937)
dai Miroirs (1904 - 1905)
Oiseaux tristes
Martino Traversa (1960)
Oiseaux tristes (2016)
François Couperin (1668 - 1733)
dal XIV Ordre (1722)
Le rossignol en amour
La linotte effarouchée
Les fauvettes plaintives
Le rossignol vainqueur
Olivier Messiaen (1908 - 1992)
dal Catalogue d’oiseaux (1956 - 1958)
La rousserolle effarvatte
Concerto organizzato in collaborazione con:
Fondazione Roffredo Caetani onlus e LIPU
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Il presente programma esplora il rapporto fra il canto degli
uccelli e la letteratura per tastiera. Si comincia dalle trame
simboliste di Maurice Ravel (1875-1937) e dei suoi Oiseaux
tristes [Uccelli tristi], estratti dal ciclo Miroirs [Specchi]: il
richiamo degli uccelli, a volte irrigidito nella ripetizione di
una sola nota, altre volte sciolto in un melodizzare sinuoso,
ha in sé la sacralità delle cose che giungono dall’altrove.
All’esecuzione del brano di Ravel fa seguito quella
dell’omonimo brano di Martino Traversa (1960), scritto
per un recentissimo progetto ideato dal pianista Francesco
Prode: musiche d’oggi pensate esplicitamente in dialogo
coi cinque Miroirs di Ravel. Il dialogo col passato è un fatto
strutturale e ricorrente nella produzione di Traversa, nella
convinzione che temi e intenzioni percorrano la storia,
determinandone il senso.
Si prosegue col tono più vivace, brillante e anche
ammiccante, di François Couperin (1668-1773), che ritrae
Le rossignol en amour [L’usignolo in amore], La linotte effarouchée [Il
fringuello impaurito], Les fauvettes plaintives [I passeri lamentosi] e
Le rossignol vainqueur [L’usignolo vincitore] in brevi pagine nelle
quali non è fuori luogo ravvisare giochi di società, dediche
e divertissements.
Si giunge poi a Olivier Messiaen (1908-1992) e al cuore della
serata. La voce degli uccelli, incantate creature che vivono
un’esistenza intermedia fra la terra e il cielo, mimando
così la perenne tensione umana verso la trascendenza,
abita moltissime pagine di Messiaen, ma in particolare lo
sterminato ciclo del Catalogue d’oiseaux [Catalogo d’uccelli]. Il
brano più ampio della raccolta (mezz’ora circa di musica)
è La rousserolle effarvatte [La cannaiola], che mette in scena
un’intera giornata in uno stagno: dalla notte fonda (siamo
fra la mezzanotte e le tre del mattino) fino a mezzogiorno
e poi di nuovo dal pomeriggio fino a notte fonda. L’alba
(insieme al tramonto, ad essa speculare e basato sulla
stessa serie di accordi) è il momento più intenso del brano.
Messiaen la immagina persino nei suoi colori, annotandoli
in partitura in prossimità di questo o quell’accordo: «levare
del sole, rosa, arancio, malva, sullo stagno delle ninfee».
Nelle ore più buie hanno luogo i due grandi soli della
protagonista, la cannaiola, che comunque non perde la
sua straordinaria loquacità nemmeno durante le ore del
giorno. Il tarabuso ha un richiamo spettrale e pauroso; il
merlo è il primo a salutare l’alba; il forapaglie macchiettato
è la voce quasi di cicala che colora il torrido mezzogiorno,
in cui - scrive Messiaen - le cose sembrano eterne. Decine
di altri comprimari animano questo brano straordinario,
sospeso fra ritratto fedele e incanto spirituale.
Alfonso Alberti
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martedì 26 Luglio ore 21.30
Palazzo Baronale
Fondi
Giulia Buccarella violino
Francesco Buccarella pianoforte
Antonín Dvorak (1841 - 1904)
Quattro Pezzi Romantici
Allegro moderato
Allegro maestoso
Allegro appassionato
Larghetto
EDVARD Grieg (1843 - 1907)
Sonata op. 45
Appassionato
Allegretto romanza
Allegro
JOHANNES Brahms (1833 - 1897)
Danza ungherese n. 2
CAMILLE Saint Saëns (1835 - 1921)
Danza Macabra
FRITZ Kreisler (1875 - 1962)
Liebesfreud
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GIOVEDì 28 Luglio ore 21.00
Chiostro
Abbazia di Valvisciolo
Gianluca Littera armonica
ENSEMBLE PROJECT STRINGS
QUARTETT
Rocco De Massis viola
Antonio Ramous violoncello
Renato Riccardo Bonaccini violino
Lucio Santarelli violino
In ricordo di Giuseppe Bocchetti
Astor Piazzolla (1921 - 1992)
da Five Tango sensations
Sleep
James Moody (1925 - 2010)
Quintet for Harmonica and String Quartet
Allegro con espressione
Allegro Moderato
Lento
Moderato con Variazioni
Gordon Jacob (1895 - 1984)
Divertimento for Harmonica and String Quartet
March
Romance
Siciliano
Scherzetto
Sarabande
Slavonic Dance
Elegy
Jig
Astor Piazzolla (1921 - 1992)
da Five Tango sensations
Fear
Giuseppe Bocchetti è stato il primario chirurgo dell’Ospedale civile di Latina. Nei quasi 27
anni passati a capo del reparto di Chirurgia di Latina ha favorito l’edificazione del nuovo
Ospedale Santa Maria Goretti, partecipando con consigli ed indirizzi alla progettazione
del reparto di Chirurgia e, ancor più, del blocco delle sale operatorie.
Ancora più importante è stata la sua partecipazione alla creazione del padiglione
oncologico Porfiri, nato in seguito alla donazione di un mecenate dopo che lo stesso aveva
brillantemente superato un complesso intervento chirurgico.
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venerdì 29 Luglio ore 21.00
Piazzale Pio IX
Abbazia di Valvisciolo
JUNIORCHESTRA dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia
Simone Genuini direttore
LUDWIG VAN Beethoven (1770 - 1827)
Egmont, Ouverture in fa minore op. 84
LUDWIG VAN Beethoven (1770 - 1827)
Romanza in fa maggiore op. 50 n. 2
GIOACHINO Rossini (1792 - 1868)
Il Barbiere di Siviglia: Sinfonia
BENJAMIN Britten (1913 - 1976)
Four Sea Interludes op. 33a: Sunday Morning
LEONARD Bernstein (1918 - 1990)
Candide: Overture
PETR ILIC Čajkovskij (1840 - 1893)
Evgenij Oneghin: Polonaise
Aleksandr Porfir’eviČ Borodin (1833 - 1887)
Danze Polovesiane
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sabato 30 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
REST ENSEMBLE
Alessandro Viale pianoforte
Rebecca Raimondi violino
Daniele Valabrega viola
Vito Francesco Malerba violoncello
Omaggio ad Enzo Siciliano e Goffredo Petrassi
Morte di Galeazzo Ciano di Enzo Siciliano
Reading con Francesco Siciliano
Regia di Gianfranco Pannone
Musiche di Goffredo Petrassi
Consulenza musicale di Gabriele Bonomo
CON LA COLLABORAZIONE DI FONDAZIONE TEATRODUE DI PARMA
E LA PARTECIPAZIONE DI MEDFILM FESTIVAL DI ROMA
Era da diversi anni che io e Francesco Siciliano volevamo
occuparci di Morte di Galeazzo Ciano, che suo padre
Enzo scrisse nel 1993. Un desiderio che si è finalmente
concretizzato grazie al Campus Internazionale di Musica,
che allestisce questo reading nella magnifica cornice del
Castello di Sermoneta, e alla Fondazione Teatro Due di
Parma, che lo porterà in scena nel 2017. Perché questo
mio/nostro tornare oggi a un fatto storico risalente a quasi
80 anni fa? Oltre la storia e tutto quello che rappresentò la
destituzione di Mussolini per mano dei suoi luogotenenti il
25 luglio 1943, la vicenda di Galeazzo Ciano e di sua moglie
Edda Mussolini, come ben sapeva Enzo Siciliano, porta con
sé qualcosa di altamente tragico: “Il suocero che manda a
morte per alto tradimento il marito della figlia amatissima,
lacerando affetti e intimità, in un selvaggio andare di parole
cui non viene mai meno un senso anche alto dello stare al
mondo”. Questo Ciano teatrale, con le sue 22 “stazioni”,
è la tragedia del potere. Il potere che si vede spogliato dei
suoi privilegi e che tra illusioni, interrogativi, tormenti e
l’inevitabile caduta, deve fare i conti con la caducità della
vicenda umana. Nella cella 27 del Carcere degli Scalzi
a Verona, si consuma una fine per la quale nessuno degli
attori era stato preparato dalla vita. Ma a mio giudizio c’è
qualcosa di più nel carcere dove sono ambientate gran parte
delle scene di questa tragedia famigliare immersa nel “secolo
breve”: tra quelle mura si consuma un dramma tipicamente
italiano, di cui il testimone numero 1 è Galeazzo Ciano,
incarnato con profondità da Francesco Siciliano. Galeazzo
è bello e ripugnante, elegante e volgare, vanesio e profondo.
Galeazzo ben rappresenta un certo tipo di uomo italiano,
riconducibile anche a figure della nostra storia recente.
E questo tragico che incontra il futile, questa impotenza che
si scontra con un vitalismo ambiguamente scisso tra verità
e maniera, oltre Galeazzo, avvolge un po’ per volta tutti i
protagonisti della vicenda: Edda, naturalmente; come Frau
Beetz, la spia che amò Ciano e Zenone Benini, l’amico di
sempre, il carceriere Pellegrinotti e lo stesso Mussolini,
quest’ultimo interpretato da uno spiazzante Roberto
Abbate. Nella pièce di Siciliano, infine, vi si trova una
consapevolezza profonda che si nasconde dietro l’illusione
della salvezza, affidata soprattutto alla forza, all’ostinazione
e alla pietas delle due figure femminili, Edda e Frau Beetz.
Un ruolo fondamentale in questo reading/allestimento
scenico lo assume la musica, affidata alle note del Maestro
Goffredo Petrassi, grazie alla preziosa consulenza di Gabriele
Bonomo. Musiche novecentesche di grande modernità, che
non ricalcano la tragedia, ma che piuttosto la avvolgono in
una sorta di sospensione del tempo, dove la Storia perde il
suo senso.
Gianfranco Pannone
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DOMENICA 31 Luglio ore 21.00
Infermeria
Fossanova
QUARTETTO
Cesare Zanfini violino
Caterina Coco violino
Dagmar Bathmann violoncello
Angel L. M. Pérez contrabbasso
In ricordo di Massimo Negri
Pensa alla Patria
Gioachino Rossini, musicista, fra Rivoluzione e Restaurazione
Lettura musicale con Vittorio Emiliani e Lorenzo Lavia
Gioachino Rossini (1792 - 1868)
Estratti dalle Sonata a quattro
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Duecento anni fa, il 20 febbraio 1816, debuttava al Teatro
Argentina di Roma, con un fiasco clamoroso, quella che
sarebbe diventata una delle opere liriche più famose nel
mondo: “Il Barbiere di Siviglia” firmata da un giovane
compositore pesarese, Gioachino Rossini.
Non tutti sanno, però, che si tratta di un genio precocissimo:
cantante per anni, capace di suonare vari strumenti,
in orchestra a 8-9 anni, compositore a dieci (Messa di
Ravenna), a dodici di Sonate cameristiche tuttora eseguite,
a quindici scrive la sua prima opera lirica (su commissione)
“Demetrio e Polibio”; a ventuno anni conta già dieci opere
rappresentate ed è già celebre in tutta Europa con l’aria
“Di tanti palpiti” del suo “Tancredi”.
A 24 anni dunque, con “Il Barbiere di Siviglia”, entra
semplicemente nella storia. Ma, a soli 37 anni, nel 1829,
dopo il trionfo parigino del “Guillaume Tell”, lascia
per sempre il teatro in musica. Ha alle spalle 40 lavori
composti in meno di vent’anni.
Abbandona il teatro ma non la musica.
Comporrà per sé centinaia di pezzi per pianoforte e due
capolavori che annunciano già il ‘900: lo “Stabat Mater” e
la “Petite Messe Solennelle”.
È entrato nel buio della depressione in alcuni momenti
nerissima. Si finge ancora un “bon vivant”, ma oscilla fra
momenti di allegria e altri di disperata malinconia.
Il suo grande amico, il romanziere, Honoré de Balzac la
definisce “una nevrosi da successo”.
Una doppia vita, tante vite e tanti misteri dietro quel volto
da gaudente. Dalle numerose testimonianze autografe: un
carteggio tra Gioachino ed i suoi cari, genitori e amici,
che permette di entrare a fondo (per quanto si può) nella
sua sfera personale e di meglio apprezzarne l’influenza che
quest’ultima ha avuto nel processo di creazione.
Accompagnati da Vittorio Emiliani (giornalista, saggista,
autore della vasta biografia “Il furore e il silenzio. Vite
di Gioachino Rossini”) e dalla voce dell’attore Lorenzo
Lavia, il pubblico sarà accompagnato per un’ora e mezza
in un’avventura alla scoperta del Rossini giovane figlio che
si affaccia timidamente nel mondo della musica lirica.
Il viaggio toccherà diversi momenti, raccontati e spiegati
grazie all’intervento della regina della disquisizione:
l’esecuzione dal vivo di alcuni estratti dalle sonate a
quattro.
L’arrivo sarà in una terra conosciuta ed apprezzata, i
25 anni del Maestro che ne segnano l’ingresso di diritto
nell’Olimpo della musica.
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partecipano
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ALFONSO ALBERTI suona (il pianoforte) e scrive (libri
sulla musica). Sua grande passione è la musica d’oggi, nella
convinzione che essa sia un’opportunità formidabile per capire il
tempo che ci troviamo a vivere, e noi stessi che viviamo in questo tempo. Gli sono state affidate più di cento prime esecuzioni
assolute, fra cui opere riscoperte di G. Scelsi, N. Castiglioni, G.
Sinopoli. Ha suonato in luoghi come il Konzerthaus di Vienna,
il LACMA di Los Angeles, la Cappella Paolina del Quirinale e
il Teatro Bibiena di Mantova. Ha pubblicato più di venti dischi
solistici e cameristici. Il cd Stradivarius col Concerto di Petrassi
ha vinto il Premio della critica come miglior disco 2012 in Italia.
Recente è l’uscita di Giorgio Gaslini. Murales Promenade, sempre
per Stradivarius. Fra i suoi libri: La rosa è senza perché. Niccolò
Castiglioni, 1966-1996 (LIM, 2012), Vla-dimir Horowitz (L’Epos,
2008), Le sonate di Claude Debussy (LIM, 2008) e Niccolò Castiglioni, 1950-1966 (LIM, 2007).
ARCHI DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI S. CECILIA
L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata la
prima in Italia a dedicarsi esclusivamente al repertorio sinfonico.
Dal 1908 ha tenuto circa 15.000 concerti collaborando con
i maggiori musicisti del secolo. I suoi direttori stabili sono stati
Molinari, Ferrara, Previtali, Markevitch, Schippers, Sinopoli,
Gatti e Chung. Dal 1983 al 1990 Leonard Bernstein ne è stato
il Presidente Onorario. Da quando, nel 2005, Sir Antonio
Pappano ha assunto la carica di Direttore Musicale il prestigio
dell’Orchestra ha avuto uno slancio straordinario. Da sempre
la musica da camera è una delle attività dell’Orchestra e negli
ultimi anni ha acquisito ancora maggior rilevanza. Dopo il
grande successo ottenuto nel 2013 in occasione di un concerto
all’Auditorium di Roma con musiche di Schubert, l’Orchestra
d’Archi di Santa Cecilia ha avviato una collaborazione stabile con
Luigi Piovano, primo violoncello solista dell’Orchestra. Nel 2014
si sono avuti i primi concerti in Italia e la Eloquentia ha pubblicato
il primo CD del gruppo sotto la direzione di Piovano, accolto con
entusiasmo dalla stampa internazionale: Ralph Moore, scrivendo
su “MusicWeb International” dell’esecuzione della Morte e la
Fanciulla di Schubert-Mahler l’ha definita «elettrizzante, intensa,
emozionante e libera come pochi dischi sono al giorno d’oggi. Il
Presto finale è semplicemente meraviglioso», mentre David Vernier
su “Classics Today” ne ha scritto: «il Finale è un’impressionante
dimostrazione di virtuosismo da parte dell’ensemble».Analogo
entusiasmo ha accolto nel 2015 un nuovo concerto a Roma, in
Sala Santa Cecilia, con le due Serenate di Dvořák e Čajkovskij
subito dopo registrate da Eloquentia per un CD uscito nel 2016.
Fra gli impegni nei primi mesi del 2016, gli applauditissimi
concerti al Teatro Valli di Reggio Emilia e al Teatro di Piacenza
e il ritorno in Sala Santa Cecilia con un programma dedicato a
Rota, Morricone e Piovani, subito registrato dalla Eloquentia.
DAGMAR BATHMANN violoncellista tedesca, proviene da una
famiglia di scienziati. Nel 2013 si è laureata presso la Hochschule
für Musik Detmold sotto la guida del M° Alexander Gebert. Ha
studiato con il M° Marcio Carneiro presso la stessa Hochschule
für Musik Detmold e l’Haute École de Musique de Lausanne - cité
de Sion dopo aver vinto una borsa di studio del DAAD (Deutscher
Akademischer Austauschdienst). Nel 2011 ha vinto una borsa
di studio del Kolleg für Musik und Kunst Montepulciano,
con quale ha partecipato al progetto pilota dei conservatori
musicali ed artistici di Renania Settentrionale-Vestfalia per
promuovere la collaborazione interdisciplinare e fra la nuova
generazione di giovani artisti. Ha partecipato a masterclass di
Enrico Dindo, Steven Isserlis, Frans Helmerson e Heinrich Schiff.
Ha suonato in varie orchestre, anche nel ruolo di violoncello di spalla:
Detmolder Kammerorchester, Instrumentalsolistenensemble
der Barockakademie Detmold, Städtische Bühnen Münster,
Landesjugenorchester Bremen, Albert Schweitzer Jugendorchester
Hamburg, Junge Philharmonie Elbe-Weser (Young European
Philharmonic Orchestra). Dal 2013 al 2015 è stata primo
violoncello di spalla dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla
Scala Milano.
MATTEO BETTINELLI diplomato in Violoncello presso
il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, sotto la guida di M.
Godoli, ha intrapreso una brillante carriera, dapprima con il
Quartetto d’archi di Bologna (cresciuto alla Scuola di Musica
di Fiesole e perfezionatosi all’Accademia Chigiana di Siena
con il P. Farulli), ed in seguito vincendo numerosi concorsi, sia
per giovani concertisti, che per prima parte e violoncello di
fila, tra gli altri presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
di cui è membro stabile. Ha studiato Armonia Principale
e Composizione rispettivamente con i maestri Perugini e
Carotenuto al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma dove
ha inoltre ottenuto la laurea in Discipline Musicali nel 2006 e,
successivamente in Direzione d’Orchestra. Ha diretto in Italia
e all’estero, tra cui un ciclo di Concerti Brandeburghesi di Bach
e la Messa dell’Incoronazione di Mozart. È direttore principale
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dell’Orchestra da Camera Roma Classica, di cui è fondatore,
composta prevalentemente da musicisti dell’Accademia di Santa
Cecilia. Ha diretto numerose orchestre, tra cui l’Orchestra del
Teatro Petruzzelli di Bari, I Solisti Aquilani, l’Orchestra Sinfonica
Abruzzese, ed è regolarmente invitato nella stagione dei concerti
di Bari dove ha diretto programmi che spaziano dal Settecento al
Novecento con l’esecuzione del Divertimento per archi di Bartók,
delle Metamorfosi di Strauss, del Canto in memoria di Benjamin
Britten di Pärt, e composizioni di autori contemporanei. Con
l’Orchestra Roma Classica ha partecipato al Festival di El Jem
in Tunisia. Per il ciclo ‘’Il teatro delle emozioni’’ ha diretto
l’operina Storia di Milonga, con musiche di Bernabò con
l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza. A Dicembre 2007
ha diretto l’opera Racconto di Natale con musiche di C. Galante,
prodotta ed allestita dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
con la quale collabora anche nella presentazione alla scuole di
‘’Palestre Musicali’’ e nella preparazione dell’orchestra giovanile.
Dal 2013 è docente come direttore d’orchestra del Liceo Musicale
Farnesina di Roma, con la cui orchestra si è esibito alla presenza
del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
RENATO RICCARDO BONACCINI Nato nel 1969, ha iniziato
a sei anni lo studio del violino con il M° Ivan Kriwenski a Milano
dimostrando subito spiccate doti artistiche. Successivamente ha
proseguito al Conservatorio di Santa Cecilia in Roma sotto la
guida di Felix Ayo, diplomandosi nel 1989 con il massimo dei voti,
la lode e la menzione d’onore. In tale occasione è stato premiato
dall’ARAM come miglior diplomato ed invitato a tenere un
concerto nell’Auditorium della Discoteca di Stato. Parallelamente
ha frequentato per quattro anni i corsi superiori al Conservatorio
di Ginevra con il M° Corrado Romano (già insegnante di Uto
Ughi), ottenendo i diplomi di perfezionamento e virtuosité. Alla
fine dei corsi è stato prescelto a tenere un concerto al Victoria
Hall di Ginevra eseguendo come solista il concerto per violino di
Max Bruch con l’Orchestra della Suisse Romande. Durante il suo
percorso artistico è risultato vincitore di alcuni importanti concorsi
quali Catanzaro, Pescara, Vittorio Veneto che lo hanno portato
giovanissimo ad intraprendere un’intensa attività concertistica
come solista e in formazioni da camera collaborando con artisti
come U. Ughi, A. Diaz, F. Petracchi, M.Campanella, P. Masi,
M. Crudeli, U. Passarella. Sue esecuzioni sono state trasmesse
dalla RAI. Ha effettuato numerose tournée all’estero, tra le quali
in Florida con i Solisti Aquilani nel 1989, negli Stati Uniti con
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l’Orchestra da Camera “Giovani d’ Europa” per le Colombiadi
del 1991 e con la stessa in Europa toccando Svizzera, Belgio e
Germania, nel 1993. Nel 1994 ha frequentato la Master Class con
il M° V. Liberman al Conservatorio di Lussemburgo e dal ‘93 al
‘96 i Corsi internazionali dell’Accademia Chigiana di Siena con
il M° Uto Ughi ottenendo per quattro anni consecutivi la borsa
di studio e il diploma di merito. E’ invitato a far parte di giurie in
concorsi ed esami di conservatorio e a tenere annualmente corsi
di perfezionamento a Roma, Morcone, Cortina, Atri e Molfetta.
Dal 1997 al 2007 ha fatto parte dell’Orchestra Nazionale
dell’Accademia di Santa Cecilia, quale vincitore di concorso
e attualmente fa parte dei Filarmonici di Roma (già Orchestra
da Camera di Santa Cecilia) con le quali ha effettuato tournée
in tutto il mondo con direttori quali Chung, Sawallich, Giulini,
Prêtre, Sinopoli, Pappano, etc. Dal 2001 inoltre collabora con i
Cameristi Italiani. Attualmente è docente principale di violino
presso il conservatorio G. da Venosa di Potenza. Suona un A.
Poggi del 1937 e un G.Grancino del 1733.
FRANCESCO BUCCARELLA è nato a Roma nel 1967 in una
famiglia di musicisti e ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di
quattro anni con la madre Maria Teresa Garatti, proseguendoli
sotto la guida di Adalberta Spada con la quale si è diplomato
a sedici anni, con il massimo dei voti, presso il Conservatorio
di Santa Cecilia a Roma. In seguito ha frequentato i Corsi di
Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia in Roma
diplomandosi con lode in pianoforte nel 1987 con Lya De Barberiis
e con il massimo dei voti in musica d’insieme nel 1996 con Felix
Ayo. Ha poi frequentato masterclass tenute da Vlado Perlemuter,
Gyorgy Sandor e per alcuni anni gli stage di perfezionamento
pianistico del M° Konstantin Bogino, completando la sua
formazione artistica e musicale al più alto livello. Il debutto
concertistico di Francesco Buccarella risale al 1982 quando fu
scelto, dopo una selezione nazionale nei Conservatori italiani,
perpartecipare al Festival Pianistico Internazionale di Brescia e
Bergamo: da allora ha ottenuto vari premi in concorsi nazionali
ed internazionali, intraprendendo una carriera musicale come
solista, con orchestra, in gruppi da camera, e da alcuni anni
come componente del prestigioso complesso I Musici, esibendosi
in Italia, Svizzera, Yugoslavia, Ungheria, Francia, Olanda,
Belgio, Spagna, Germania, Usa, Canada, Cina, Taiwan,
Giappone. Ha effettuato registrazioni radiofoniche e televisive
per la Radiotelevisione Yugoslava, la Radio Ungherese, la Radio
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Canadese, per la RAI italiana e per la Radio Vaticana e ha
partecipato anche come artista ospite a registrazioni discografiche
per la Philips, la Fonè, la Sony e la Deutsche Grammophon.
Collabora abitualmente con l’Accademia Nazionale di S. Cecilia
sia con l’Orchestra dell’Ente, come esecutore al pianoforte,
clavicembalo e alle tastiere elettroniche, sia come pianista
ufficiale del Corso di Perfezionamento di Violino. Dal 1998 è
titolare di ruolo della cattedra di pianoforte principale presso il
Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli dove tiene anche corsi di
Prassi esecutiva e repertorio e di Musica da Camera nell’ambito
dei Bienni specialistici di II livello.
Giulia Buccarella è nata a Bari nel 1970 in una famiglia
di musicisti concertisti del famoso complesso I Musici di Roma.
A sette anni vince il Concorso Nazionale di Pescara, a nove il
Concorso Nazionale della RAI come giovane talento italiano,
nello stesso anno è invitata a Roma al Teatro dell’Opera come
violinista prodigio per ritirare il Premio David di Donatello per il
compositore Nino Rota. Undicenne, vince il Concorso Nazionale
di V. Veneto e suona come solista il concerto per violino e
orchestra di Mendelssohn a Bari con l’Orchestra della Provincia.
A sedici anni si diploma al Conservatorio di Musica Santa Cecilia
di Roma con il massimo dei voti e la lode sotto la guida dello
zio, Claudio Buccarella, violinista de I Musici. Nel 1988 vince il
Secondo Premio al Concorso Internazionale di Violino Valentino
Bucchi, nel 1989 il Primo Premio al Concorso Internazionale di
musica da camera di Trieste; seguono il terzo Premio al Concorso
Internazionale di Musica da Camera di Monfalcone (Duino), il
secondo al Concorso Internazionale Premio Rodolfo Lipizer e
il Primo Premio ex-aequo al Concorso Nazionale di musica da
camera Pergolesi a Napoli. Fra i suoi Maestri: Salvatore Accardo,
alla Scuola Internazionale di musica W. Stauffer di Cremona;
Franco Gulli, presso l’Università Bloomington dell’Indiana; Boris
Belkin all’Accademia Chigiana di Siena (dove, per 5 anni, ha
vinto ogni anno il Diploma di Merito); il Trio di Trieste a Duino.
Docente di Violino al Conservatorio dall’età di 18 anni, insegna
presso il Conservatorio di Musica di Bari. Ha al suo attivo una
carriera da solista e duo da camera con un vasto repertorio.
Ha suonato come solista con numerose orchestre. Suona un
bellissimo violino contemporaneo di Claire Chaubard oltre ad un
Jacob Stainer del 1659 e un prestigioso archetto Jacques Poullot.
Giulia Buccarella dal 2013 è Direttore Artistico dell’Associazione
Musicale Concertistica Stainer che ha sede a Bari, con la quale
organizza concerti all’Estero.
ALESSANDRO CARBONARE primo clarinetto dell’Orchestra
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 2003. Ha vissuto a
Parigi, dove per 15 anni ha occupato il posto di primo clarinetto
solista all’Orchestre National de France. Sempre nel ruolo di
primo clarinetto, ha avuto importanti collaborazioni anche con
i Berliner Philarmoniker, la Chicago Symphony e la Filarmonica
di New York. Si é imposto nei più importanti concorsi
internazionali: Ginevra, Praga, Tolone, Monaco di Baviera e
Parigi. Dal suo debutto con l’Orchestra della Suisse Romande
di Ginevra, si é esibito come solista, tra le altre, con l’Orchestra
Nazionale di Spagna, la Filarmonica di Oslo, l’Orchestra della
Radio Bavarese di Monaco, l’Orchestre National de France, la
Wien Sinfonietta, l’Orchestra della Radio di Berlino, la Tokyo
Metropolitan Orchestra e con tutte le più importanti orchestre
italiane. Ha registrato gran parte del repertorio per Harmonia
Mundi e JVC Victor dando anche grande impulso alla nuova
musica per clarinetto, commissionando nuovi concerti a Ivan
Fedele, Salvatore Sciarrino, Luis De Pablo e Claude Bolling.
Appassionato cultore della musica da camera è da sempre
membro del Quintetto Bibiena e collabora regolarmente con
eminenti artisti ed amici come Mario Brunello, Marco Rizzi,
Pinkas Zukerman, Alexander Lonquich, Emmanuel Pahud,
Andrea Lucchesini, Wolfram Christ, Il Trio di Parma, Enrico
Dindo, Massimo Quarta, Luis Sclavis, Paquito D’Riveira e
molti altri. Da sempre attratto non solo dalla musica “ classica”
, si escibisce anche in programmi jazz e Klezmer. Importanti le
collaborazioni con con Paquito D’Riveira, Enrico Pieranunzi e
Stefano Bollani. «Guest Professor» in alcuni tra i più importanti
Conservatori di tutto il mondo (Royal College di Londra, Juillard
School di New York, Conservatorio Superiore di Parigi, School of
Arts di Tokyo) ha fatto parte delle giurie di tutti i più importanti
concorsi internazionali per il suo strumento (Ginevra, Monaco di
Baviera, Praga, Pechino, il « K.Nielsen » in Danimarca ed il « B.
Crusell » in Finlandia) . Su personale invito di Claudio Abbado,
ha accettato il ruolo di primo clarinetto nell’Orchestra del Festival
di Lucerna e nell’Orchestra Mozart con la quale, ha registrato per
Deutsche Grammophon il concerto K622 al clarinetto di bassetto,
lavoro che ha vinto il 49° Record Academy Awards 2013
CATERINA COCO nata a Catania nel 1991, inizia lo studio del
violino all’età di 9 anni. Nel 2013, a Catania, si diploma in violino
col massimo dei voti e la lode, all’interno della classe della prof.ssa
Carla Marotta. Ha preso parte come violino solista nell’Orchestra
Barocca dell’Istituto Bellini di Catania e nel gruppo d’archi
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2016
52a edizione
catanese “Aetna String Ensemble”.Negli anni passati ha ricoperto
il ruolo di spalla dell’Orchestra Giovanile dell’Istituto Bellini;
nell’estate 2012, con l’orchestra da camera “Guido d’Arezzo”,
diretta da Stefano Pagliani, ha collaborato con i solisti Christoph
Hartmann, oboe dei Berliner Philharmoniker, e Giovanni
Gnocchi, rivestendo il ruolo di spalla della suddetta formazione.
Ha collaborato con le orchestre del Luglio Musicale Trapanese e
di “Taormina Arte” e fa parte di varie formazioni cameristiche.
Ha, inoltre, partecipato a vari concorsi: “Lucio Stefano D’Agata”
di Acireale, “G. Campochiaro” di Pedara, “V. Bellini” di Milo,
“P. Mandanici” di Barcellona P.G., in cui ha conseguito il primo
premio e primo premio assoluto. A seguito del suo interesse verso
altri generi, ha preso parte in una formazione jazz-fusion, con cui
ha collaborato all’esecuzione ed arrangiamento di brani classicfusion. Ha collaborato con artisti come Bruno Canino, Halla
Margret, Chico Scimone, Franco Battiato, Anne Ducros, Danilo
Rea, Etta Scollo, Stefano Montanari, Francesco Cafiso. Dal 2014
fa parte dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di
Milano con cui si esibisce presso vari teatri italiani ed esteri.
Rocco De Massis nato a Pescara, si è diplomato con il
massimo dei voti presso il Conservatorio di Musica “A. Casella” de
L’Aquila sotto la guida del M° Sabatino Servilio. Successivamente
si è perfezionato con il M° Reiner Schmidt presso l’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia e con il M° Piero Farulli presso
l’Accademia Chigiana di Siena e la Scuola di Musica di Fiesole. Già
prima viola al Teatro S. Carlo di Napoli, ha avuto l’opportunità
di conoscere direttori di fama internazionale come Prêtre, De
Burgos, Oren, Tate, Rostropovic. Ha suonato per vari anni con
il Quartetto S. Cecilia effettuando con esso numerosi concerti e
vincendo il Concorso Internazionale di Musica da Camera a
Caltanissetta ed il Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi
a Cremona. Ha svolto un’intensa attività concertistica sia a livello
solistico che cameristico, suonando in prestigiose formazioni da
camera come I Solisti Filarmonici Italiani e I Solisti Aquilani con
i quali ha inciso vari CD per importanti case discografiche. Varie
sono state inoltre le sue collaborazioni cameristiche con musicisti
di rilievo come Accardo, Filippini, Hofmann, Campanella,
Piovano, etc. Nel 1994 ha vinto il Concorso Nazionale valido
per l’insegnamento nei Conservatori di Musica ed ha avuto una
intensissima attività didattica che lo ha portato a formare numerosi
allievi ormai diventati professionisti affermati. E’ titolare della
cattedra di Viola presso il Conservatorio “U. Giordano” di Foggia.
Suona una splendida viola Ansaldo Poggi del 1930.
34
VITTORIO EMILIANI ha cominciato la sua carriera nella carta
stampata come redattore del settimanale vogherese “Il Cittadino”
e come direttore di “Ateneo Pavese” giornale degli universitari
pavesi, poi collaborando con Comunità di Olivetti, Il Mondo di
Mario Pannunzio e l’Espresso di Arrigo Benedetti, per passare poi
al Giorno come inviato e dal 1974 al Messaggero, inviato politico
e quindi direttore (dal 1981 al 1987). Successivamente è stato nel
parlamentare fra i Progressisti e consigliere di amministrazione
della Rai dal 1998 al 2002 (condensati in Affondate la Rai. Viale
Mazzini prima e dopo Berlusconi). Ha pubblicato una trentina
di libri fra i quali Gli anarchici, L’Italia mangiata, La crisi dei
comuni, I tre Mussolini (Emiliani e Mussolini sono nati nella stessa
cittadina), Benedetti Maledetti Socialisti, Se crollano le torri,
Vitelloni e giacobini, Orfani e bastardi, Cronache di piombo e
di passione 1974-87. È stato membro del CdA dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, gestione dei concerti. Presiede il
Comitato per la Bellezza. Dal 1979 al 1989 ha realizzato alcune
inchieste televisive per la Rai, fra le quale “Le mille e una Italia.
Beni e mali culturali” col regista Leandro Castellani. Il suo ultimo
libro è una vasta biografia di Gioachino Rossini (Emiliani ha
presieduto la Fondazione Rossini di Pesaro dal 1990 al 1995) edita
dal Mulino: Il furore e il silenzio. Vite di Gioachino Rossini.
UGO FARALLI dal 1989 lavora alla LIPU-Lega Italiana
Protezione Uccelli come Responsabile del settore Oasi e Riserve,
collaborando con Enti locali e soggetti privati alla gestione di
aree protette e alla programmazione di attività di conservazione
della natura, di educazione e sensibilizzazione ambientale, di
promozione e valorizzazione della biodiversità e del territorio. Ha
contribuito alla creazione, per conto della LIPU, di numerose oasi
ed aree protette. È autore di decine di pubblicazioni scientifiche
e articoli divulgativi e ha fatto parte del gruppo di lavoro sulle
Riserve naturali ed aree protette di BirdLife International.
RODOLFO FOCARELLI nasce a Roma nel 1992. Intraprende
lo studio del pianoforte all’età di nove anni con il Maestro Angela
Chiofalo. Dal 2007 prosegue gli studi con il Maestro Konstantin
Bogino e con il Maestro Laura Pietrocini, prima presso
l’Accademia Cabrini e successivamente presso l’Accademia
Internazionale di Roma, nonché, ogni estate, presso importanti
masterclass a Lucca, Ptuj (Slovenia), San Gemini, Tuscania. Sotto
la guida dei suddetti Maestri consegue il Diploma in Pianoforte
principale nel Conservatorio di Campobasso nel 2011. Da solista
è stato premiato in concorsi come Anemos e Harmoniae di
2016
52a edizione
Roma, Città di Magliano Sabina, Concorso Giulio Rospigliosi di
Lamporecchio. È stato più volte premiato, da solista e in varie
formazioni da camera, al concorso Jugend Musiziert in Germania.
Dal 2011 suona in duo con iI violinista Federico Rüdiger e dal
2012 si è aggiunta a quest’ultimo la violoncellista Erica Piccotti
per formare il Trio Lichnowsky. Il gruppo da camera si perfeziona
attualmente sotto la guida di Francesco Storino e dell’Ars Trio
di Roma. Con Federico Rüdiger, Rodolfo ha conseguito il primo
premio al concorso Città di Magliano Sabina. L’esperienza con il
Trio si chiude alla fine del 2013. Dall’estate del 2013 suona in duo
con la violinista Maria Teresa De Sanio perfezionandosi con l’Ars
Trio di Roma. Nel 2012 gli è stata offerta una borsa di studio per la
partecipazione al corso di musica da camera Aurora Masterclass
presso Trolhättan in Svezia. Nel 2013 frequenta una masterclass
con il Maestro Mats Widlund. Nel medesimo anno, vince il primo
premio al concorso Jugend musiziert (con finale a Norimberga) e
un premio speciale per il miglior brano di Beethoven, con il Trio
Lichnowsky. Successivamente, viene selezionato presso il Campus
delle Arti e dei Saperi di Tuscania (2013) per un concerto presso
la Royal Scottish Academy of Music and Drama di Glasgow,
tenutosi nel 2015. Presso lo stesso Campus delle Arti, viene scelto
per ulteriori concerti nel 2014, da svolgersi a Berlino e a Venezia.
Nel 2014, viene selezionato per partecipare alle audizioni
preliminari del Concorso Internazionale F. Busoni di Bolzano,
venendo incluso in una rosa di circa 130 pianisti su 350 iscritti.
Si esibisce, tra le altre, presso: Festival Arsana di Ptuj (Slovenia),
Aurora Chamber Music Festival (Svezia), Festival di San Gemini,
Concerti a Villa Corradini, Festival di Campagnano, Francigena
Melody Road di Lucca. Nel 2015 ha debuttato da solista con
National Company of Ucraine Symphony Orchestra, diretta
da Vladimir Sheiko. Nel 2016, sempre presso Aurora in Svezia,
frequenta una masterclass tenuta da Lilya Zilberstein.
SIMONE GENUINI Direttore stabile dell’Orchestra Giovanile
JUNIORCHESTRA dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia di
Roma, orchestra vincitrice, nel 2013, del Premio Imperiale delle
Arti per la sezione giovani. Con la JuniOrchestra si è esibito,
tra l’altro, al Ravello Festival, presso la Stagione dell’Orchestra
da Camera di Mantova, la Camera dei Deputati, per la RAI
radiotelevisione italiana, in più di cento concerti per l’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia. Per i 150 anni dell’Unità d’Italia ha
diretto la JuniOrchestra in un concerto in diretta Rai nazionale,
eseguendo musiche di Verdi, Bernstein, Beethoven. Alla guida
della stessa compagine ha effettuato numerose registrazioni per
la RAI. Ha studiato direzione d’Orchestra con i maestri Carlo
Maria Giulini, Lu Jia, Daniele Gatti, Marcello Bufalini; ha
compiuto gli studi musicali conseguendo i diplomi in Pianoforte,
in Composizione, in Direzione d’orchestra, in Musica corale e
Direzione di Coro, in Strumentazione per Banda. Ha diretto, in
qualità di direttore ospite, l’Orchestra Regionale della Toscana,
l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, l’Orchestra dell’Università
Roma Tre, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Bucarest,
I Solisti Aquilani, l’Orchestra Sinfonica “Roma Sinfonietta” e
altre. Ha insegnato Lettura della Partitura, Teoria e Solfeggio, ed
Esercitazioni Orchestrali presso i Conservatori di Foggia, Verona,
L’Aquila. Attualmente è docente di Esercitazioni Orchestrali
presso il Conservatorio “Carlo Gesualdo da Venosa” di Potenza.
GIOVANNI GNOCCHI laureato ai Concorsi violoncellistici
Primavera di Praga, Antonio Janigro di Zagabria e vincitore del
Concorso “F. J. Haydn” di Vienna, ha debuttato come solista
assieme a Yo-Yo Ma, e suonato sotto la direzione di G. Dudamel,
Ch. Hogwood, C. Rizzi, P. Despalj, all’Hong Kong Arts Festival,
Mozarteum Salzburg, Wiener Konzerthaus, Essen Philharmonie,
Rosengarten di Manheim, Kurhaus di Wiesbaden e in molte altre
sale e festivals. Primo Violoncello solista per 8 anni (2002-2010)
della Camerata Salzburg, con cui ha suonato anche come solista e
camerista in tutto il mondo, nella passata stagione ha ricoperto il
ruolo di Guest Principal Cellist alla Royal Philharmonic Orchestra
di Londra, dopo aver già collaborato come primo violoncello
ospite nella Philharmonia Orchestra di Londra, Münchner
Philharmoniker, Orchestra Mozart, co-principal nella London
Symphony, e dal 2008 è membro della Lucerne Festival Orchestra
di Claudio Abbado. In seno ad essa si è esibito anche in formazioni
cameristiche con i Solisti della Lucerne Festival Orchestra alla
KKL di Lucerna e in Giappone. Fondatore del Quartetto di
Cremona e del David Trio, ha vinto Premi in concorsi cameristici
internazionali in Europa e USA. Premiato dal Borletti-Buitoni
Trust di Londra e vincitore dell’Audience Prize della Wigmore
Hall, si è esibito presso i più importanti festivals europei anche
con i membri del Quartetto Hagen, L. Kavakos, A. Lucchesini,
A. Madzar, Mahler Chamber Soloists, D. Poppen, B. Bonney e ha
suonato in duo con A. Lonquich per le Serate Musicali di Milano.
A seguito di un concorso internazionale, Giovanni è stato scelto
come Univ. Prof. di Violoncello della Univeristät Mozarteum di
Salisburgo. Giovanni ha studiato R. Filippini e M. Brunello, si è
diplomato al Conservatorio di Rovigo con lode sotto la guida di
L. Simoncini. Ha frequentato le lezioni di E. Bronzi e C. Hagen e
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2016
52a edizione
le Masterclass di H. Schiff, S. Isserlis, A. Meneses, D. Geringas, N.
Gutman, F. Rados, H.
IALSAX QUARTET: GIANNI ODDI ha studiato Pianoforte
con Alfredo They e Saxofono con Alberto Fusco e Baldo Maestri. E
stato per molti anni 1° Sax Alto dell’Orchestra della RAI di Roma
e della PMJO. Ha insegnato Pianoforte Compl. al Conservatorio di
Frosinone. Vanta collaborazioni prestigiose con: Saxes Machine di
Bruno Biriaco, Enrico Pieranunzi, Luis Bacalov, Rosario Giuliani,
Maurizio Giammarco, John Lewis, Gil Evans, Dizzy Gillespie,
Mike Westbrook, George Russell, Maria Schneider, Bill Holman,
Mike Stern, Bob Brookmayer. Ha compiuto tournée in: U.S.A,
Canada, Brasile, Argentina, Giappone, Cina, Corea, Australia,
Francia Germania, Polonia, Austria, Africa e Medio Oriente.
Numerose sono le collaborazioni discografiche per prestigiose
etichette come: Edi-Pan, Fonit Cetra, Parco della Musica, RCA,
Universal, Yal Records, Via Veneto Jazz, Warner Chappell Music,
Riviera Jazz Records, Pentaflowers, Beat Records, BMG, Verve.
E’ Fondatore e Direttore di “Ials Jazz Big Band”, orchestra di 16
musicisti con la quale tiene prestigiosi concerti con illustri ospiti
come: Marcello Rosa, Cicci Santucci, Fabrizio Bosso, Franco
e Dino Piana. Solista in numerosi concerti e colonne sonore
composte e dirette da E. Morricone. Ha collaborato in qualità
di docente al “Biennio di Sassofono” presso il Conservatorio
di S. Cecilia. Svolge attività concertistica in Italia ed all’estero.
FILIBERTO PALERMINI inizia gli studi all’età di 16 anni
diplomandosi sempre con il massimo dei voti presso il Conservatorio
di Frosinone in Saxofono, Jazz e Musica Elettronica. Consegue la
laurea specialistica in Jazz con il massimo dei voti e la lode presso
il Conservatorio S. Cecilia di Roma. Dal ‘92 svolge una intensa
attività artistica come strumentista e come arrangiatore muovendosi
con versatilità e spirito di sperimentazione sia nel campo della
musica improvvisata (jazz e derivati) che in quello della musica
contemporanea partecipando a numerosi festivals internazionali
in Italia (Clusone Jazz, Atina Jazz, Cantiere Internaz. dell’Arte,
Barga Jazz, Pescara Jazz, Roccella Jonica Jazz) e tourneè all’estero
(Iran, Albania, Tunisia, Romania, Ungheria, Brasile, Argentina,
Colombia, Guatemala, Stati Uniti). Collaborazioni prestigiose
con: Peter Erskine, Palle Daniellson, John Newton, Enrico
Pieranunzi, John Taylor, Bob Mintzer, Paquito D’Rivera, Luis
Bacalov, Mike Stern, Diane Schuur, Alex Spiagin, Tom Harrell,
Adam Nussbaum, Robin Eubanks, Larry Carlton, Chris Potter.
Ha all’attivo numerose incisioni discografiche per diverse etichette
italiane ed europee come: Splash, Philology, Materiali Musicali,
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Via Veneto Jazz, Alfa Music, EmArcy. Attualmente è titolare della
cattedra di Saxofono Jazz presso il Conservatorio G.B. Pergolesi
di Fermo dove fonda e dirige il “Pergolesi Jazz Ensemble”.
ALESSANDRO TOMEI diploma in Sassofono con il massimo
dei voti presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone
sotto la guida del M° Massimo Bettazzi. Successivamente si
specializza in Musica Jazz al C.P.M. di Siena e alla Università
della Musica di Roma. Nel 1996 inizia un’intensa attività
concertistica collaborando con i massimi esponenti della scena
artistica italiana ed internazionale tra i quali: Tullio De Piscopo,
Stefano Di Battista, Franco e Dino Piana, Pietro Iodice, Mario
Corvini, Riccardo Biseo, Cicci Santucci, Rosario Giuliani, Benny
Golson, Enrico Rava, Maurizio Giammarco, Luis Bacalov, Ennio
Morricone, Roberto Gatto, Bruno Tommaso, Javier Girotto,
Enrico Pieranunzi. Vincitore di 3 Contest Jazz (S. Anna Arresi,
Baronissi, Mentana). Ha all’attivo tre CD “Subzero”, “Lavori in
Corso” e “Quattro Sogni” inciso con il gruppo “Bloom”. Da molti
anni collabora con la Rai e Mediaset negli show più importanti
in qualità di solista al fianco di artisti di grande levatura come:
Mario Biondi, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Neri Marcorè, Gigi
Proietti, Cristian De Sica. È autore delle musiche di quattro
brani del CD “Soho Night” interpretato dalla cantante Kate
Robbins e registrato recentemente presso gli studi “Abbey Road
(Londra). Ha compiuto tourneè in Colombia, Argentina, Stati
Uniti, Canada, Inghilterra, Svizzera, Francia, Spagna, Olanda.
MARCO GUIDOLOTTI laureato con 110 e Lode in Musica Jazz
al Conservatorio Santa Cecilia di Roma con il M° Paolo Damiani
e Diplomato in Clarinetto al Conservatorio A. Casella dell’Aquila
con il M° Domenico Lanzara. Ha suonato al Jazz Festival di
Nyons, al Barga Jazz Festival, Ottawa Jazz Festival, “Nantes Jazz
Festival”. Ha vinto il premio della critica del pubblico al Concorso
“M.Urbani”(2009) ed il 1° Premio dello stesso concorso nel 2010.
Ha inciso il suo primo cd “Nel segno di Max” per la Philology
Label, successivamente registra con il proprio nome i cd “Etruschi
in Jazz” per la PIMU e “S’Wonderful” dedicato a Gerry Mulligan
per la Tosky Records. Ha collaborato con illustri musicisti tra i
quali: Rosario Giuliani, Stefano Di Battista, Pino e Pietro Iodice,
Mario e Claudio Corvini, Paolo Damiani, Enrico Pieranunzi,
Gabriele Mirabassi, Massimo Nunzi, Paolo Silvestri, Javier
Girotto, Tullio De Piscopo, Bob Mintzer, Roberto Gatto, Ennio
Morricone, Woody Allen, Armando Trovajoli, Luis Bacalov, De
Dee Bridgwater, Randy Crawford, Dave Liebman, Fabrizio Bosso,
Miroslav Vitous, Bob Brookmeyer, Wayne Marshall, Danilo Rea,
Paul Mc Candless, Eric Marienthal, Gary Smulyan. Ha compiuto
2016
52a edizione
tourneè in tutto il mondo: Stati Uniti, Canada, Argentina,
Portogallo, Colombia, Svizzera, Turchia, Francia, Belgio, Albania,
Russia, Tunisia.
JUNIORCHESTRA dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
è la prima Orchestra di bambini e ragazzi creata nell’ambito delle
fondazioni lirico-sinfoniche italiane. Nata nel 2006 è attualmente
composta da 350 strumentisti dai 5 ai 21 anni. I giovani musicisti
eseguono musiche del più grande repertorio sinfonico, che
spaziano da Rossini, a Mozart, Vivaldi, C¡ajkovski, Bartók,
Puccini, Beethoven e molti altri. Si cimentano inoltre nel repertorio
cameristico, seguiti da insegnanti di grande esperienza, fra cui
spiccano i professori dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia. La “JuniOrchestra” ha debuttato nel 2006 presso
l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Qui, nell’ambito della
stagione di “Tutti a Santa Cecilia” prende parte a concerti e
spettacoli tra i quali citiamo il Family Concert “Mozart Cento per
Cento”, la commedia musicale “Alice nel Paese delle Meraviglie”,
lo spettacolo “Alì Babà” con la compagnia Marionettistica Carlo
Colla e figli; partecipa ogni anno al “Concerto di Natale”,
organizzato nell’ambito del festival “Natale all’Auditorium”.
Inoltre ha eseguito brani in prima Mondiale come la fiaba
musicale “I musicanti di Brema” di Alessandro Annunziata” e le
musiche di scena di Enrico Blatti per spettacolo “Il Violino del
Signor Stradivari”. Nel mese di aprile ha preso parte alla prima
esecuzione assoluta alla favola musicale “La famosa invasione
degli orsi in Sicilia”, eseguendo musiche originali di Marco Betta,
con la regia di Marco Baliani. A Roma la JuniOrchestra si è esibita
in molte occasioni, sia presso l’Auditorium Parco della Musica,
sua sede istituzionale, sia in altre sedi, con importanti direttori
e solisti quali Accardo, Brunello, Biondi, Levi, Mintz, Dego, e
altri. Gruppi ridotti e formazioni da Camera della JuniOrchestra
hanno partecipato a vari progetti come i concerti e le attività nelle
corsie dell’ospedale Umberto I di Roma nell’ambito del progetto
“Do, Re, Mi, Fa…bene!”. Importante è stata l’ultima iniziativa
realizzata negli ospedali “Vivaldi si fa in… quattro” che ha visto i
gruppi da camera della JuniOrchestra esibirsi in un tour di 4 tappe.
Sempre con formazioni cameristiche la JuniOrchestra si è esibita in
varie occasioni tra cui alcune esibizioni a Villa Farnesina su invito
della Presidenza della Camera dei Deputati e della Presidenza del
Consiglio dei Ministri me mese di settembre 2014. Il 9 giugno
2013 il Maestro Antonio Pappano ha diretto la JuniOrchestra in
un concerto offerto alla città di Roma. Il 13 maggio 2014 e il 31
marzo 2015 il M° Pappano ha diretto la JuniOrchestra in due
concerti dedicati alle scuole. Nel luglio 2009 la JuniOrchestra è
stata insignita del Premio Anima, sezione musica, proprio per
lo spirito di solidarietà che la contraddistingue da sempre. Nel
settembre 2013 la JuniOrchestra è stata insignita del prestigioso
Praemium Imperiale Grant for Young Artist assegnato dalla
Japan Art Association. Il responsabile della JuniOrchestra è il
Prof. Gregorio Mazzarese.
LORENZO LAVIA attore e regista, debutta sul palcoscenico
all’età di 17 anni nel Riccardo III di W. Shakespeare diretto da
Gabriele Lavia. Sempre sotto la guida paterna recita per diversi
anni ( L’uomo, la bestia e la virtù, Il duello, Il misantropo,
l’Edipo Re, l’Avaro, Misura per misura, L’Avaro, Misura per
misura, Molto rumore per nulla). Viene diretto in teatro anche
da Massimo Scaglione, Piero Maccarinelli, Marcello Cotugno,
Matteo Tarasco, Giuseppe Patroni Griffi. Nel 2014 esordisce
alla regia nello spettacolo “Il Vero amico” di C. Goldoni e
successivamente nel “Metodo” di J. Galceran, ora in tournée.
Affianca l’attività di interprete teatrale a quella di attore di
televisione e cinema. Attualmente è impegnato nelle riprese del
sequel del fortunato esordio alla regia di Sidney Sibilia “Smetto
quando voglio” di cui è coprotagonista assieme ad Edoardo Leo,
Valeria Solarino, Stefano Fresi, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi
e Libero De Rienzo.
Gianluca Littera dopo aver conseguito con il massimo
dei voti e la Menzione d’Onore il Diploma di Viola, nel 1985,
Gianluca Littera scopre l’armonica cromatica e vi si dedica
totalmente, sino a diventare oggi uno tra i pochissimi solisti al
mondo a proporsi con questo strumento sia in ambito classico
sia in ambito jazz. Gianluca Littera è regolarmente ospite
d’importanti manifestazioni internazionali e istituzioni musicali
quali: Kremerata Baltica, Orchestra Sinfonica di Norimberga
(Germania), Guangzhou Symphony Orchestra (Cina)
l’Accademia Nazionale Santa Cecilia, Orchestra dell’Arena
di Verona, Orchestra Nazionale Lituana, Orquestra Sinfônica
do Estado de São Paulo (Brasile), Orchestra della Svizzera
Italiana, Tonkünstler-Orchester Niederösterreich (Austria),
Orquesta Sinfónica de Bilbao (Spagna), Orchestra d’Archi
del Cremlino (Russia), Orchestra Nazionale Estone (Estonia),
Orchestre Régional de Cannes Provence Alpes Côte d’Azur
(Francia), Orquesta Sinfónica de Acapulco (Messico), Orquesta
de la OFUNAM (Messico), Orquesta Sinfónica de Castilla y Leon
(Spagna), l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra Haydn
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2016
52a edizione
di Bolzano, Orquesta Sinfónica de Gran Canaria (Spagna) ,
Houston Symphony Orchestra (USA). Ha collaborato in molte
occasioni con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia di Roma: sia in concerto che in progetti discografico
con il M° M.W. Chung ed anche in occasione del concerto di
inaugurazione dello spazio all’aperto del nuovo Auditorium di
Roma “La Cavea” dedicato alla Musica nel Cinema (2003), con un
programma di composizioni arrangiate e dirette dal premio Oscar
Louis Bacalov. Per lui hanno scritto numerosi compositori tra cui
Ennio Morricone ci cui nel 2010 con l’Orchestra dell’Accademia
ha eseguito in prima mondiale la composizione “Immobile
n.2” sotto la direzione dello stesso compositore. Collabora con
Kremerata Baltica del violinista Gidon Kremer, con il quale si è
esibito in Europa e nel Festival di Lockhenaus in Austria (2011).
Nel 2012 ha suonato a Vienna al Musikverein con l’Orchestra
Tonkünstler-Orchester Niederösterreich diretta dal M° Andrea
Orozco. In ambito jazzistico, annovera collaborazioni con artisti
internazionali quali Ute Lemper ed Ivan Lins. Nel Febbraio
2016 è stato ospite del prestigioso “Festival Presences” a Parigi,
presso l’auditorium “Maison del la Radio”, per eseguire il brano
a lui dedicato dal compositore Francesco Filidei per armonica ed
ensemble. Nel 2017 sarà a Ginevra con l’Orchestra “Experimental
Studio”. Sarà ospite del celebre violista Yuri Bashmet nel suo
omonimo Festival a Minsk in Russia nell’ottobre 2017.
IVOS MARGONI nato a Roma nel 1999, ha iniziato a studiare
il violino all’età di 6 anni con Barbara Simoni, proseguendo
con Antonio Congi. Attualmente studia con Marco Fiorentini
e con Mariana Sirbu. Frequenta il Liceo Musicale “Farnesina”
dove, oltre a studiare il violino con Virgilio Gori, ha anche
intrapreso lo studio del pianoforte con Guido Coppotelli. Primo
premio assoluto nel 4° Concorso Musicale Nazionale “Città di
Campagnano” del 2011 (categoria del 1999) con il punteggio
di 98/100; Primo premio assoluto nel XIX Concorso Musicale
Nazionale “G. Visconti” di Roma del 2011 con il punteggio di
100/100; Primo premio assoluto nel 6° Concorso Musicale
Nazionale “Musica e Cinema” di Roma del 2012 nella categoria
solisti (in giuria era presente, tra gli altri, Montserrat Cervera),
con il punteggio di 99/100; Primo premio assoluto nel 6°
Concorso Musicale Nazionale “Musica e Cinema” di Roma
del 2012 in duo Violino-Pianoforte, con il punteggio di 99/100.
Primo premio assoluto nel concorso “Giovani talenti” del Rotary
Club di Roma 2014, con concerto effettuato a Parigi nel 2015.
Primo premio assoluto nel IX Concorso Internazionale “Luigi
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Denza” del 2014 di Castellamare di Stabia, con il punteggio di
100/100 e una Masterclass gratuita offerta dall’”Academie de
Musique “ di Sion, tenuta dal M° Francesco De Angelis (spalla
e Konzertmeister Dell’Orchestra della Scala) nel luglio 2014,
alla quale ha partecipato, suonando infine il preludio dalla III
Partita di Bach nel saggio finale. Nel 2015 ha suonato presso villa
Torlonia brani solistici di Bach e il doppio concerto di Vivaldi in
La min accompagnato dall’orchestra. Quarto premio al “Jugend
Musiziert” 2015 in duo violino-pianoforte. Primo premio assoluto
nel concorso “Giovani Musici” 2015, con il punteggio di 98/100.
Viene ammesso nel luglio alla Masterclass estiva di Mariana Sirbu
presso il Campus Estivo di Sermoneta, dove ottiene anche una
borsa di studio, conferitagli su indicazione della stessa Sirbu e di
Bruno Giuranna; Vincitore del Premio-Gala del Campus delle
Arti di Bassano del Grappa. Premi: un concerto in Irlanda, un
concerto nella Villa Contarini di Padova, incisione di un disco
per l’etichetta “Musikstrasse” di Roma e concerto inaugurale
dell’edizione in programma nel 2016 del Campus delle Arti
di Bassano del Grappa. Primo premio assoluto nel concorso
internazionale “Città di Tarquinia” 2016 con il punteggio di
100/100 e recital solistico all’interno dell’Etruria Festival del 2016.
Primo premio nel concorso internazionale “Dinu Lipatti” 2016;
Inserito nel cartellone del Festival Pontino 2016, dove effettuerà
un recital solistico; Ha suonato nel Teatro Dal Verme di Milano e
in vari paesi europei quali: Svizzera, Germania, Francia e Scozia.
ORCHESTRA SINFONICA DEL LICEO MUSICALE
FARNESINA nata nel 2010 è la formazione orchestrale,
rigidamente selezionata, dell’omonimo Liceo romano, guidato da
Olga Olivieri. Sebbene di nascita assai recente l’Orchestra, sotto
la guida di Vincenzina Capone, che ne è stata direttrice fin dai
primi anni, si è esibita più volte in Svizzera, in occasione di scambi
con il Conservatorio di Ginevra. Molti anche i concerti tenuti a
Roma in sedi prestigiose: la Sala Casella della Filarmonica, la sala
accademica del Conservatorio di Santa Cecilia, i Giardini del
Quirinale. Diretta da Matteo Bettinelli, nel 2014 alla presenza
del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è esibita
presso porto di Civitavecchia in occasione della partenza della
Nave della Legalità. Tra i direttori, oltre al Matteo Pettinelli e
Vincenzina Capone, anche la contrabbassista bulgaro-svizzera
Mirela Vedeva, docente ai Corsi di Semoneta del Campus.
GIANFRANCO PANNONE (Napoli 1963) è cresciuto a
Latina. Vive e lavora a Roma. I suoi film documentari gli sono
2016
52a edizione
valsi partecipazioni e riconoscimenti in molti festival italiani
e internazionali, oltre che la messa in onda sulle principali
televisioni europee. Tra le sue opere, negli anni novanta Piccola
America, Lettere dall’America, L’America a Roma. Poi Pomodori
(1999), Sirena operaia (2000), Latina/Littoria (2001), miglior film
documentario al Torino Film Festival, Pietre, miracoli e petrolio
(2004), Io che amo solo te (2005), Cronisti di strada (2006), Il
sol dell’avvenire (2008), ma che Storia…(2010), Scorie in libertà
(2011-‘12), Ebrei a Roma (2012), Sul vulcano(2014), L’esercito
più piccolo del mondo (2015), Nastro d’argento speciale 2016.
Insegna regia al CSC - Centro Sperimentale di Cinematografia
di Roma e Palermo ed è docente coordinatore di regia presso
il Master di cinema e televisione del Suor Orsola Benincasa di
Napoli. Nel 2010, con M. Balsamo, ha scritto L’officina del reale.
(ed. Cdg) e nel 2011 Docdoc - dieci anni di cinema e altre storie
(Cinemasud).
ANGEL LUIS MARTÍNEZ PÉREZ nato ad Astorga (Spagna),
ha studiato contrabbasso presso il Conservatorio di Musica di
Astorga “Angel Barja”, e il Conservatorio Superiore di Musica
di Saragozza, con i maestri Francesco Roche e Franco Petracchi,
finendo gli studi di contrabbasso nella Guildhall School of Music
& Drama con il maestro Rinat Ibragimov (Primo Contrabbasso,
London Symphony Orchestra). È stato membro di numerose
orchestre giovanili, come la Orquesta Nacional de España
(JONDE), World Youth Symphony Orchestra (The World
Orchestra), Nationaal Jeugd Orkes. È regolarmente invitato in
numerose orchestre in tutta Europa, come: Orchestra Teatro
alla Scala, Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, Orchestra
I Pomeriggi Musicali, Orchestra del Teatro Carlo Felice di
Genova, Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale di
Bologna, Orquestra Gulbenkian, Orquesta Sinfónica de Euskadi,
Orquesta Sinfónica del Principado de Asturias, Orquesta
Sinfónica de Bilbao, Orquesta Sinfónica de Valencia, Orchestra
Filarmonica del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo,
tra altre… e anche numerosi ensembles, come Divertimento
Ensemble, ensemble “Giorgio Bernasconi”, tra gli altri... con il
quale ha suonato nelle migliori sale da concerto di tutta Europa,
EEUU, China, e Oman.Inoltre, dal 2009, è stato ammesso in
Accademia Mahler e dal 2014 al 2016 è stato il primo contrabasso
dell’Orchestra della Accademia del Teatro alla Scala. Ha fatto
masterclass di contrabbasso con, Barry Green, Bozo Paradzik,
Catalin Rotaru, Eugene Levinson, Francesco Siragusa, Gaetano
Siragusa, Javier Sapiña, Matthew McDonald, Mirella Vedeva,
Petia Bagovska, Petru Iuga, Piermario Murelli, Stefan Petzold,
Thierry Barbé, Toni García Araque, Wolfgang Guttler, Yevgueny
Kolosov. Ha suonato con direttori importanti come, Antoni Wit
, Danielle Gatti, Danielle Rustoni, Edward Gardner, Fabio Luisi,
George Pehlivanian, Georges Préte, Gilbert Varga, Herbert
Blomstedt, James Judd, Josep Pons , Marco Armiliato, Riccardo
Chailly, Valery Gergiev, Zubin Mehta e solisti come Andrea
Bocelli, Alice Coote, Antonio Meneses, Christian Lindberg,
Diana Damrau, Enrico Dindo, Frank Peter Zimmermann, Lang
Lang, Maria Luigia Borsi, So-Young Yoong, Yefim Bronfman,
Yuja Wang. Egli è l’assistente insegnante di Francisco Roche
in “Curso Internacional de Musica de Astorga (Spagna) e dal
2014, ha continuato i suoi studi nella Scuola Musicale di Milano
con il Maestro Giuseppe Ettorre e nel’accademia Stauffer di
Cremona con il Maestro Franco Petracchi, allo stesso tempo é
primo contrabasso de la orquesta barocca Coin du Roi e vinci il
concorso di primo contrabbasso alla “Orchestra Filarmonica di
Gran Canaria in Spagna.
LUIGI PIOVANO violoncellista e direttore d’orchestra. Primo
violoncello solista dell’Orchestra di S. Cecilia, Luigi Piovano si
è diplomato in violoncello a 17 anni col massimo dei voti e la
lode sotto la guida di Radu Aldulescu, con cui si è diplomato in
violoncello e musica da camera anche a Parigi. Nel 1999 è stato
invitato da Maurizio Pollini a prender parte al “Progetto Pollini”
al Festival di Salisburgo, ripreso alla Carnegie Hall, a Tokyo e a
Roma. Ha tenuto concerti di musica da camera con Sawallisch,
Chung, Lonquich, Lugansky, Sitkovetsky, Kavakos, le sorelle
Labeque. Dal 2007 suona regolarmente in duo con Sir Antonio
Pappano e dal 2009 fa parte del trio Latitude 41. Ha suonato
come solista con orchestre come l’Accademia di Santa Cecilia,
la Tokyo Philharmonic, la New Japan Philharmonic e la Seoul
Philharmonic sotto la direzione di Chung, Pletnev, Boreyko,
Menuhin, Bellugi.Suona un Alessandro Gagliano del 1710. Dal
2008 è direttore artistico dell’Estate Musicale Frentana. Come
direttore ha registrato per Naxos e ha collaborato con solisti come
Bacalov, Bollani, Sitkovetsky, Thiollier. Nel 2012 Eloquentia ha
pubblicato un CD in cui dirige i Kindertotenlieder e i Lieder eines
fahrenden Gesellen di Mahler con Sara Mingardo, premiato in
Francia come miglior CD di Lieder dell’anno. Dal 2012 è direttore
musicale dell’Orchestra ICO della Magna Grecia e dal 2013 di
Roma Tre Orchestra. Nel 2013 ha avviato una collaborazione
39
2016
52a edizione
stabile alla testa dell’Orchestra d’Archi dell’Accademia di S.
Cecilia con la quale ha già registrato tre CD. Fra i suoi impegni
più recenti come direttore, il debutto sul podio della New Japan
Philharmonic.
PAOLO POLLASTRI dal 1990 è il primo oboe solista
dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nato
a Bologna nel 1960, si è diplomato con il massimo dei voti sotto la
guida di S. Gallesi, si è poi perfezionato all’Accademia Chigiana con
L. Faber e presso il Conservatorio di Bruxelles con P. Dombrecht.
Vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, è stato
primo oboe di numerose orchestre e ha svolto attività solistica con
l’ORT e l’Accademia Bizantina, i Virtuosi Italiani, la Symphonia
Perusina, e altre formazioni, sotto la direzione di Giulini, Sawallish,
Pappano, Gatti, Bellugi, Handt, Ros Marbà, Acs, partecipando ai
Festival di Salisburgo, Montreaux, Zagabria, Belgrado, Martigny,
Vevey, Parigi, Toulouse, Stoccarda, Lucerna, Edimburgo, Sidney,
Melbourne e Canberra, Tel Aviv e numerosi altri. Ha svolto
attività cameristica con i pianisti Chung, Pappano, Lonquich,
Campanella, con il Trio d’Archi di Chicago, il Quartetto Amati,
con il Quintetto a fiato del Novecento e l’Ensemble Italiano di
Fiati. Ha inciso più di 200 cd per prestigiose etichette. Due cd
con Modo Antiquo hanno ricevuto la Nomination per i Grammy
Awards di Los Angeles nel 1999 e 2002. Unico oboista italiano ad
aver registrato la Sequenza VII per Oboe solo di L. Berio sotto la
supervisione del compositore, ed il Solo per Musetta, Oboe, Oboe
d’amore e Corno inglese di B. Maderna. Tiene regolarmente
corsi di perfezionamento estivi. Ha fondato ed è responsabile
artistico dell’Accademia Barocca di Santa Cecilia, con la quale,
nella duplice veste di Direttore e Solista, ha inaugurato i Festival
Barocchi di Viterbo, Noto, Ottawa e Montreal, partecipando
inoltre alla diretta televisiva RAI del Concerto di Natale 2007,
organizzato dal Senato della Repubblica Italiana. Ha avuto
numerose esperienze direttoriali, alla testa di gruppi di fiati, con
l’Orchestra di Radio Montebeni, con l’Orchestra Filarmonica del
Friuli Venezia Giulia, con l’Ensemble Musica Rara di Milano con
la JuniOrchestra e con l’Accademia Barocca di Santa Cecilia.
QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO SAN CARLO
unisce nel comune denominatore del genere cameristico, la qualità
artistica e professionale delle prime parti dell’Orchestra del Lirico
napoletano: Cecilia Laca, Luigi Buonomo, Antonio Bossone e
Luca Signorini. Già vincitori di concorsi internazionali, i musicisti
portano in dote al Quartetto un ricco bagaglio di esperienze
40
individuali da solisti, ospiti nelle sale da concerto più importanti
della scena internazionale, forti anche dell’esperienza come prime
parti all’interno della compagine stabile del Lirico. Un percorso
tecnico ed espressivo condiviso, che porterà i quattro artisti alla
maturazione di una personale intenzione interpretativa, partendo
proprio da quelle naturali affinità musicali consolidate nel tempo
al San Carlo. La formazione ha così approfondito il repertorio
dedicato al quartetto d’archi, forma che incarna più di ogni altra
la vocazione cameristica degli strumenti ad arco, nel segno di una
piena consonanza di suono, stile e visione esecutiva. La versatilità
del repertorio mostra la capacità del Quartetto di muoversi con
duttilità tra epoche e autori diversi, spaziando con disinvoltura da
Haydn, Mozart, Schubert a Schumann, Borodin, Smetana e Verdi
fino a Martucci, Debussy, Ravel, Webern, Bartòk e Šostakovič,
in esecuzioni molto apprezzate. Terminato da poco il ciclo di
concerti che lo ha visto impegnato anche in tappe internazionali,
come ad Hong Kong, San Francisco, Parigi, Amburgo e San
Paolo del Brasile, si è esibito inoltre al Teatro Stabile di Potenza,
al Circolo degli Artisti di Roma, al Teatro di San Carlo di Napoli,
al Valcerrina Festival, al Teatro “ Bonci” di Cesena, al Festival
“Mozart” di Rovereto, al Giffoni Film Festival di Vallepiana, al
Festival “Jeux d’Art” di Tivoli, oltre che al Ravello Festival, dove
il Quartetto è ospite regolare. Nel concerto dal titolo “Festa per
il Teatro di San Carlo”, in occasione delle Celebrazioni Verdiane
per il bicentenario della nascita del Maestro, la formazione ha
eseguito proprio sul palcoscenico del Lirico il Quartetto per archi
di Giuseppe Verdi, unico lavoro cameristico del compositore
composto nel 1873 a Napoli per le prime parti dell’orchestra
sancarliana, eredi naturali della scrittura verdiana. Di particolare
interesse è l’impegno del Quartetto per la Pace in Medio Oriente.
Lo dimostra, infatti, l’importante conferma che la formazione ha
avuto con il concerto al Museo di Capodimonte a Napoli, alla
presenza straordinaria del Presidente palestinese Abu Mazen.
Imminente è, inoltre, un viaggio a Beirut che vedrà il Quartetto
ancora una volta impegnato ad esportare nel mondo la propria
visione musicale. Tra le collaborazioni di successo, oltre a quella
con Bill T. Jones, coreografo tra i più riconosciuti nel panorama
della danza contemporanea, il Quartetto sta sviluppando un
intenso sodalizio artistico con alcuni dei più interessanti pianisti
della scena attuale, come Enrica Ciccarelli, Stefania Mormone,
Orazio Maione, Milana Strezeva, oltre alla già conosciuta
frequentazione cameristica con il pianista napoletano Michele
Campanella. Accolte da un felice consenso di pubblico e di critica
2016
52a edizione
le esecuzioni dei quintetti di Giuseppe Martucci e di Robert
Schumann, e da ultima quella del quintetto di Franco Alfano, con
cui il Quartetto è sempre più presente nell’ambito di rassegne e
stagioni concertistiche, oltre che nei festival musicali più acclamati
a livello internazionale.
ANTONIO RAMOUS studia violoncello al Conservatorio “N.
Paganini” di Genova con N. Zanardi e si diploma nel Conservatorio
“S. Cecilia” di Roma. Studia successivamente con R. Filippini, R.
Adulescu, A. Nikitin e N. Brainin. Si perfeziona con il N. Sarpe.
Vince diversi concorsi tra cui “Stresa” e “Città di Genova”. Ha
vinto il concorso per primo violoncello nell’Orchestra del Teatro
di Alessandria. Attualmente insegna musica da camera nel
Conservatorio “G. Martucci” di Salerno. Collabora come primo
violoncello in diverse orchestre sinfoniche e cameristiche tra cui
Orchestra regionale di Roma e del Lazio, Istituzione Sinfonica
Abruzzese, International Chamber Ensemble, Orchestra Petrassi
e Armonia Romana. Dal 1993 al 1995 è stato primo violoncello
solista della Cyprus State Orchestra. È membro dell’Ensemble
Project con l’harmonicista G. Littera, del St. Ivo Piano Quartet,
del’Hipponion Ensemble, del Sestetto Torrefranca e del Pietro
d’Archi Ensemble. Incide regolarmente per la RAI, Radio
Vaticana, BMG, Radio France, Inedita, Musica Rara e Zone di
Musica. Ha registrato per Sky Classica uno speciale nella serie
“I notevoli, Gianluca Littera e Ensemble Project”. Attivo nel
crossover fa parte da diversi anni del quartetto di Lucilla Galeazzi
con la quale ha vinto nel 2006 la Targa Tenco e nel 2007 il
concorso internazionale di musica etnica Sharq Tarolanari che si
tiene a Samarcanda. Ha collaborato tra gli altri con C. Haden, P.
Fresu, Ray Brown e J. Lennon. Ha inciso per diversi cantautori tra
i quali I. Fossati, R. Vecchioni, O. Vanoni, R. Zero, A. Venditti e P.
Conte. Ha partecipato alle incisioni di numerose colonne sonore
con i Maestri E. Morricone, L. Bacalov, A. Trovajoli, N. Piovani,
tra cui “Lolita” (A. Lyne), “Nuovo Cinema Paradiso”, “La
leggenda del pianista sull’oceano”, “Il violino rosso”, “Il postino”,
“La vita è bella”. Suona un Samuel Gilkes, London 1810.
REST ENSEMBLE fondato nel 2016 con l’obiettivo di
promuovere e valorizzare la musica moderna e contemporanea,
il Rest Ensemble si propone come una delle formazioni più
interessanti nel panorama italiano ed europeo. Formazione
giovane, dinamica e di respiro internazionale, il Rest Ensemble
è stato fondato dalla violinista Rebecca Raimondi e il pianista
Alessandro Viale, entrambi residenti a Londra, e il violoncellista
Michele Marco Rossi, residente a Francoforte, musicisti molto attivi
e apprezzati nell’ambito della musica contemporanea. Impegnato
in un’opera di divulgazione del repertorio italiano all’estero tramite
concerti, registrazioni discografiche e spettacoli, l’Ensemble
propone concerti in tutta Europa e porta avanti numerose
collaborazioni con compositori viventi. In particolare, l’Ensemble
si sta dedicando a un’opera di valorizzazione e riscoperta della
musica degli ultimi cinquanta anni, allo scopo di creare un ponte
tra la musica di inizio Novecento e la musica Contemporanea.
Si segnala in particolare la proficua collaborazione con la Suvini
Zerboni, la signora Vittoria Schneider Malipiero e l’etichetta
discografica Toccata Classics di Londra, allo scopo di approfondire
e registrare la musica da camera di Riccardo Malipiero, autore
che ha dato una lettura personale della tecnica dodecafonica e ha
contribuito alla sua diffusione in Italia. Il Rest Ensemble sin dal
suo concerto di debutto per i Giovedì della Musica organizzati
dal Conservatorio di Musica di Latina ha riscontrato svariati
apprezzamenti, in particolare per la capacità di coinvolgere il
pubblico in programmi suggestivi e innovativi.
Lucio Santarelli nel 1988 si è diplomato presso il
Conservatorio Santa Cecilia di Roma sotto la guida di Antonio
Salvatore. Successivamente ha seguito corsi di perfezionamento
con Norbert Brainin, Pavel Vernikov e Ilya Grubert. Negli anni
1987-88 ha frequentato i Corsi professionali per orchestra della
Scuola di Musica di Fiesole dove, in qualità di prima parte, ha
partecipato ai concerti con l’Orchestra Giovanile Italiana in Italia,
Belgio, Francia e Olanda. Si è perfezionato in quartetto d’archi
con Piero Farulli e in musica da camera con Amedeo Baldovino
e Roberto Michelucci.Nel 1988 ha vinto il concorso presso l’
Orchestra dell’ Istituzione Sinfonica Abruzzese, dove tuttora
ricopre il ruolo di “concertino dei primi violini” e saltuariamente
quello di spalla. Ha collaborato con varie formazioni da camera,
tra le quali i Solisti aquilani, i Virtuosi dell’Accademia di Firenze,
l’Orchestra da camera Roma Classica, i Filarmonici di Roma,
effettuando numerose tournée in Italia, Francia, Danimarca,
Ungheria, Argentina e Brasile. Insieme al chitarrista Eugenio
Becherucci ha fatto parte del duo Eutonos, col quale ha
partecipato a diversi festival in Italia, Polonia, Svizzera e Spagna.
Dal 2002 collabora con l’Orchestra del Teatro dell’Opera di
Roma. Nel 2012 si è laureato in Storia, Scienze e Tecniche della
Musica e dello Spettacolo con il massimo dei voti e la lode presso
l’Università degli studi “Tor Vergata” di Roma.
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2016
52a edizione
FRANCESCO SICILIANO è nato a Roma nel 1968. Attore e
regista. Diplomato all’Accademia “Silvio D’ Amico” nel 1991,
inizia immediatamente a lavorare come attore nei principali teatri
stabili italiani, è infatti del ’91 la sua partecipazione agli “Ultimi
giorni dell’umanità” di Luca Ronconi, prodotto dal Teatro Stabile
di Torino. Ha collaborato con registi come Lavia, Missiroli, Le
Moli, Perlini, Maccarinelli, Longoni, e tanti altri, lavorando nelle
più importanti istituzioni teatrali italiane e per le più importanti
compagnie private. Nel 2009 ha diretto, prodotto ed interpretato
“Il Ciclope” di Euripide presentato alla Biennale Teatro di Venezia
e quest’anno al Festival dei Due Mondi di Spoleto in una nuova
edizione. È stato Direttore Artistico delle due edizioni degli “Atti
di fine stagione”, festival di Drammaturgia Contemporanea per il
Teatro Eliseo di Roma a metà degli anni Novanta. Ha diretto e
prodotto cortometraggi come “Otello atto quinto scena seconda”,
presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia nel 2003, ed è autore ed interprete del cortometraggio
“Aspettando il treno”, vincitore del Festival Internazionale di
Capalbio Cinema e del Festival International di Montpellier nel
2004. Siciliano ha prodotto e diretto alcuni documentari. Ha
ideato Youcasting, il primo sito di casting on line, presentato al
Roma Fictionfest di cui è stato partner nel 2009, nel 2010 e nel
2011. È socio di Panamafilm che ha prodotto il lungometraggio
“The listening” per Medusa; per Raicinema ha prodotto il film
“la Santa”, presentato Fuori Concorso al Festival del Film di
Roma e di Neuchatel. Ha condotto ed ideato alcuni programmi
televisivi per Raisat sul teatro, sul teatro d’opera e sul cinema. Per
il cinema ha lavorato con registi come Luigi Comencini, Bernardo
Bertolucci, Angelo Longoni, Carlo Lizzani, Ettore Scola con il
quale per il film “La cena” ha vinto ex aequo il Nastro d’Argento
come miglior attore non protagonista, con Mimmo Calopresti,
Abel Ferrara, Cosimo Alemà e molti altri. Ha partecipato a
moltissime produzioni televisive.
Désirée Scuccuglia ha intrapreso giovanissima lo studio
del pianoforte, per poi diplomarsi con il massimo dei voti , la
lode e la menzione d’onore sotto la guida del M° F. Mastroianni.
Ha conseguito il Diploma di alto perfezionamento del Corso
triennale di musica da camera presso la Fondazione Accademia
di Santa Cecilia in Roma, sotto la guida del M° R. Filippini,
con il massimo dei voti vincendo il Premio Guarino, riservato
ai migliori diplomati. Si è perfezionata con il M° M. Marvulli,
presso l’Accademia Musicale Pescarese, sia nel repertorio solistico
42
che in quello per pianoforte e orchestra. Fondamentale per la sua
maturazione artistica l’incontro con il M° Bruno Canino e con
il M° Lucia Passaglia, già allieva di A. Benedetti Michelangeli,
con i quali si è perfezionata in corsi e masterclasses. Vincitrice
di numerose borse di studio e concorsi, sia solistici che di musica
da camera, dall’età di 12 anni tiene recitals per le più importanti
associazioni (Festival Internazionale delle Nazioni di Città di
Castello, Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano,
Circolo degli Artisti di Torino, Stagione Concertistica di Palazzo
Ducale - Venezia, Amici della Musica di Udine, etc.) in Italia ed
all’estero (sei tournées solistiche nell’ex Unione Sovietica e come
pianista d’orchestra presso la ”Philarmonie” di Berlino, “Cadogan
Hall” Londra, “Megaron” Atene, Teatro Nazionale di Pechino,
Art Oriental centre di Shangai, Philarmonia di Krakovia, Festival
BASF Ludwigshafen, Musikverein Wien, Carnegie Hall New
York etc.). Si è esibita come solista con diverse orchestre italiane
Da sempre attiva in formazioni cameristiche si è perfezionata per
la musica da camera con il Trio di Trieste (presso l’Accademia
Chigiana e presso la Scuola superiore di Musica da Camera
di Duino), con il Trio di Milano (presso la Scuola di Musica di
Fiesole) e con il M° R. Filippini presso l’Accademia Nazionale
di Santa Cecilia in Roma. Assistente del M° Rocco Filippini al
Campus Internazionale di musica di Sermoneta e presso la
Fondazione Stauffer di Cremona, ha collaborato, sempre in
qualità di assistente al pianoforte presso i corsi di formazione
orchestrale dell’O.G.I. e in corsi e masterclasses tenuti dalle
principali prime parti delle più importanti orchestre mondiali.
Attualmente, collabora in qualità di assistente al pianoforte nei
master internazionali di perfezionamento di timpani, percussioni
e trombone dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia in Roma,
presso i corsi di alto perfezionamento dell’Accademia Italiana del
flauto.
FLAVIO TROIANI diplomato in oboe, presso il Conservatorio
di musica Santa Cecilia di Roma, ha frequentato il Conservatorio
Superiore di Winterthur (Zurigo), studiando con il M° Louise
Pellerin. Ha studiato composizione con il M° Giancarlo Bizzi,
al Conservatorio di musica S. Cecilia di Roma, perfezionandosi
con il M° Robert W. Mann. CSC (Centro sperimentale di
cinematografia), Master, laboratorio Internazionale di Musica per
film. Diploma Accademico di II livello (CU.PRA.MUS.) culture
e pratiche musicali. Ha suonato per: l’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia, la Biennale di Venezia, Teatro lirico di Cagliari,
2016
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Teatro di Messina e svolto tournee all’estero. Come solista ha
eseguito i concerti di Marcello, Vivaldi, Cimarosa, Bach. Nel 1996
la sua composizione “Fola1”, è risultata 1° classificata al concorso
nazionale “Una Favola al Castello”, Torino. Ha composto varie
colonne sonore per il cinema, in Italia e in Francia. Ha composto
le sigle di: “Palcoscenico” e “Cartoon flakes”, Rai Due. Ha inciso
un C.D. “Edipan”, “Domani Musica”, “Best Records” e due
C.D. per “Rai Trade”. Ha collaborato con Bruno Cagli dal 2001
al 2011, arrangiando brani da da Péchés de vieillesse, presso la
Galleria Mancini di Pesaro. Dal 1987, fa parte del quartetto di
fiati “Echos” e del “Freon Ensemble”. Ha fondato ed è direttore
artistico del “Talìa Ensemble”. Insegna oboe nel liceo musicale
Farnesina di Roma e Chris Cappell College di Anzio.
ELISSÒ VIRSALADZE è cresciuta a Tiblisi, dopo aver
frequentato il Conservatorio, ha lasciato la citta natale e si e
trasferita a Mosca. A vent’anni si è aggiudicata il terzo premio
nel famoso Concorso Čajkovskij. A Mosca ha proseguito gli
studi con Heinrich Neuhaus e Yakov Zak. Questi insegnanti di
grande talento l’hanno immersa nella rinomata tradizione russa
della pedagogia del pianoforte. Non sorprende pertanto che sia
considerata un’insegnante di eccezionale bravura e che i suoi
studenti abbiano ottenuto straordinari riconoscimenti, alcuni dei
quali allievi anche ai Corsi che dal 2003 tiene a Sermoneta per il
Campus Internazionale di Musica. Elissò Virsaladze insegna al
Conservatorio di Mosca e alla Munich Musikhochschulee ed ha
partecipato come membro della giuria nei più importanti concorsi
internazionali. A ventiquattro anni ha vinto il primo premio al
Concorso Schumann di Zwickau. La pianista è altresì nota per il
vasto repertorio che si estende fino a comprendere i compositori
russi moderni. Elissò Virsaladze si esibisce regolarmente come
solista e in duo con Natalia Gutman nelle principali citta europee.
Con il repertorio di musica da camera e con orchestre quali la
Petersburg Philharmonic e la Royal Philharmonia London ha
effettuato tournée nel Nord America, in Giappone e in Europa.
Elissò Virsaladze appare inoltre regolarmente con prestigiose
orchestre in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Stati
Uniti e in altri paesi, collaborando con direttori d’orchestra
quali Rudolf Barschai, Kyril Kondraschin, Riccardo Muti,
Kurt Sanderling, Wolfgang Sawallisch, Evgeny Svetlanov, Juri
Temirkanov o Antoni Wit. Incide per l’etichetta Live Classics.
di Milano col massimo dei voti sotto la guida del M° Fulvio
Luciani e successivamente si è laureato in Musica da Camera
sempre col massimo dei voti sotto la guida del M° Roberto
Tarenzi. Si è perfezionato col M° Michael Frischenschlager a
Vienna e a Salisburgo e in Musica da Camera con il M° Bruno
Canino presso la Scuola di Musica di Fiesole. Alla sua formazione
ha contribuito la partecipazione ad alcune masterclass tra
cui quella con Dora Schwarzberg e con Natalia Gutman ed
Elissò Virsaladze; con quest’ultime ha eseguito il Quintetto di
Schumann per il Festival Pontino a Sermoneta. Attualmente si sta
specializzando a Gerusalemme con il M° Lihay Bendayan, grazie
ad una borsa di studio ottenuta per un Master biennale di violino
presso la Jerusalem Academy of Music and Dance. Ha suonato
per varie Associazioni Musicali quali la Società dei Concerti di
Milano, il Parco della Musica di Roma, il Teatro Dal Verme di
Milano, la Società del Quartetto di Milano e per manifestazioni
musicali presso la Pinacoteca di Brera, il Piccolo Teatro di Milano
e Palazzo Pitti a Firenze. Intensa è la sua attività all’estero: si è
esibito come solista e in varie formazioni da camera in Francia,
Germania, Svezia, Austria, Svizzera, Spagna, USA e Israele.
L’orchestra e la musica da camera sono le sue grandi passioni:
dal 2012 al 2014 ha fatto parte dell’Orchestra dell’Accademia
del Teatro alla Scala di Milano con la quale ha partecipato
a vari concerti in Italia e all’estero, anche in qualità di primo
violino di spalla, e dell’Ensemble dell’Accademia della Scala,
specializzato nel repertorio del XX secolo. È stato protagonista
della prima trasmissione di “Talenti”, su Sky Classica, organizzata
dall’Accademia della Scala in collaborazione con la Fondazione
Bracco. Collabora, inoltre, con i Cameristi della Scala con i quali
ha effettuato una tournée negli USA suonando anche alla Carnegie
Hall di New York. Da gennaio a marzo 2014 ha partecipato alla
tournée negli U.S.A. della Haifa Symphony Orchestra of Israel
in qualità di spalla dei violini secondi. Dal 2014 è prima parte
dell’Orchestre des Jeunes de la Méditerranée (OJM). Il duo con il
pianista Paolo Gorini nasce nel 2013 ottenendo il premio speciale
per l’esecuzione di un brano scritto dopo il 1950: “Undici Danze
per la Bella Verena” di Niccolò Castiglioni in occasione del
Premio “Arnaldo Rancati”. Attualmente stanno lavorando ad un
progetto discografico per la Limen Music.
CESARE ZANFINI violinista milanese, proviene da una
famiglia di musicisti. Si è diplomato al Conservatorio G. Verdi
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INCON T R I
INTERNA
ZIONALI
DI MUSICA
C O N T EM
P OR A NE A
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
venerdì 22 Luglio
Castello Caetani, Scuderie
Sermoneta
QUATUOR DIOTIMA
Yun-Peng Zhao violino
Constance Ronzatti violino
Franck Chevalier viola
Pierre Morlet violoncello
ore 10.00 Tavola Rotonda
Contemporaneità e classicità: il quartetto d’archi oggi
ore 18.00 Presentazione
Proposta di un polo archivistico museale
Presentazione del protocollo d’intesa tra la Fondazione Adkins Chiti-Donne in
musica e la Fondazione Campus Internazionale di Musica
presiede: Mauro Tosti Croce
Direttore della Sovrintendenza Archivistica del Lazio
ore 20.00 CONCERTO
Gérard Pesson (1958)
Quatuor à cordes n° 2 “Bitume” (2008) **
per due violini, viola e violoncello - 17’
Mikel Urquiza (1988)
Indicio *
per quartetto d’archi - 14’
Toshio Hosokawa (1955)
Distant Voices (2013)
per quartetto d’archi - 13’
Alberto Posadas (1967)
Elogio de la sombra (2012) **
per quartetto d’archi - 19’
* Prima esecuzione assoluta
** Prima esecuzione italiana
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Gérard Pesson,
Quatuor à cordes n° 2 “Bitume”
Bitume (Sérénade chevauchée)
Il foro di stenoscopio è il più elementare apparecchio
fotografico. Una scatola ben chiusa, che funge da camera
oscura, un buco di uno spillo per lasciare passare la luce.
L’immagine rovesciata del reale, causata dall’assenza
di focalizzazione, si depositerà sulla carta fotosensibile,
riproducendo così il sistema stesso della vista. Il minuscolo
foro d’entrata della luce permette una profondità di campo
quasi infinita. Necessita, o piuttosto autorizza, dei tempi
di posa molto lunghi. Non di centesimi di secondo, ma di
minuti, ore, settimane, o addirittura anni. Questi tempi
di posa estremi, lo spillo della luce, sono una scrittura del
tempo. Parlano dell’invenzione. Sono il soggetto di questa
musica alla quale penso da quasi dieci anni – tempo minimo
se si vuole incoraggiare una fotografia mossa ed essere
certi che tutte le immagini si depositeranno sul bitume
di giudea. Così ogni “impressione” potrà mutare verso la
propria complicazione. Secondo la legge ottica, l’esterno
diventa l’interno, ma al rovescio. La musica scivola verso
una serenata accelerata, ripresa indefinitamente, scossa da
un trattamento “brutalizzante”, lanciata a marcia forzata
attraverso il panorama, rivelata infine sulle nudità di una
cantilena che disegnano il punto di fuga di questo galoppo.
La lentezzza della “ricerca”, come sostiene Philippe Beck,
fa che il ricercatore sia lui stesso ricercato. Egli diventa a sua
volta fotosensibile e si vede costretto, senza orgoglio ma non
senza presunzione, ad applicare a sé il principio conosciuto:
Chevauchée bien ordonnée commence par soi-même, una “Cavalcata
ben ordinata iniziata da se stesso”.
Gérard Pesson
Mikel Urquiza
Indicio
Nel film Proof (J. Moorhouse, 1991), un fotografo cieco cerca
di provare, attraverso le sue foto, che ciò che vive è reale,
anche se ha sempre bisogno di altri occhi per confermarlo.
Le sue foto sono soprattutto una testimonianza, forse una
storia, e solo come effetto collaterale un oggetto estetico. Il
mio quartetto d’archi vuole estendere quest’idea al territorio
dei suoni. Ci sono quattro movimenti, da suonare senza
2016
interruzioni. I primi due si basano su articoli di stampa
ampiamente diffusi all’epoca in cui iniziai a scrivere: último
rinoceronte blanco, relativo all’ultimo esemplare di rinoceronte
bianco maschio in Kenya, sorvegliato da guardie armate
(aprile 2015); superficie de Plutón, sulle prime immagini della
superficie di Plutone, pubblicate dalla NASA nel luglio 2015.
Una prossima sparizione e la promessa di una scoperta, testa
e croce della creazione. Il quarto movimento è un omaggio
a Gluts (1986-95) di Robert Rauschenberg, l’ultimo gruppo
di sculture realizzate con rifiuti. Ho cercato di sviluppare la
stessa tecnica, lavorando con una musica che normalmente
rifiuto – in realtà, la maggior parte del mio ambiente sonoro:
suonerie telefoniche, musica da ascensore, musica di attesa,
musica pop di massa e dance music. Differentemente dagli
altri movimenti, il terzo si ritira dal mondo. Un giardino
introspettivo si dispiega al centro del pezzo, jardín nunca visto.
Nel film, la madre del fotografo cieco descrive ogni giorno il
parco di fronte alla casa, il figlio riflette: se lei dice la verità,
lui conosce la visuale a memoria; se lei mente, scompaiono
tutte le possibilità di sicurezza. Perché dovrebbe mentire?
Il figlio risponde: perché può. Quando ascolto la musica,
ho l’impressione che mi manchi un senso, come se due
orecchie fossero incapaci di catturare tutta la bellezza del
suono attraverso il tempo. Ne avrei bisogno di più, come di
un’infinita, perfetta, memoria fotografica. A volte, quando
presto attenzione e il discorso è chiaro, colgo uno sguardo di
una lontana completezza, un po’ come il figlio immagina la
descrizione del parco. Questa completezza, poiché non può
essere trattenuta, ha un’autorità più forte del reale, appare
più autentica. L’arte è un mezzo per esplorare dimensioni
che ci sfuggono – uno strumento non scientifico, poiché la
sua verifica è impossibile. Come il figlio che vuole credere
a sua madre e non si fida, ci si deve tuffare nella magia
scetticamente e pieni di una confidenza cieca.
Mikel Urquiza
Toshio Hosokawa
Distant Voices
Questo quartetto d’archi, il sesto fra quelli composti finora,
è imperniato su una melodia molto semplice celata sullo
sfondo. Una melodia – che ho voluto chiamare ‘voci distanti’
– suonata con un ritmo estremamente lento, e realizzata con
47
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
delle note che nello sviluppo del brano acquistano tessiture
variegate, si dissolvono e si riproducono con tecniche di
esecuzione diverse. Queste singole note divengono così lo
schema di riferimento del paesaggio musicale, creando uno
sfondo e occupando gradualmente lo spazio. L’ascoltatore
udirà quindi le singole note del paesaggio sonoro,
incamminandosi nel giardino del tempo musicale. Nella
nostra vita di ogni giorno, il canto o le voci che albergano
dentro di noi si nascondono dietro le abitudini quotidiane.
Comporre un brano musicale, per me, equivale quindi a
far riemergere quelle voci distanti e nascoste, dando loro
una spazialità e strutturandole nel tempo della musica.
Alois Lageder, che conobbi durante un mio soggiorno a
Bolzano e a cui quest’opera è dedicata, sa far germinare
l’essenza della natura in vini raffinati, agendo in sintonia
con l’equilibrio naturale. Sono stato profondamente colpito
da questo suo metodo e dal suo modo di vivere. Ebbene,
anch’io vorrei esprimere l’essenza della natura con la
musica, cominciando a trovare una profonda sintonia con
i suoi elementi.
Toshio Hosokawa
Alberto Posadas
Elogio de la sombra
Elogio de la sombra è il primo di un ciclo di cinque pezzi
composti per soprano, clarinetto e quartetto d’archi. Tutti
questi pezzi sono collegati, in modi diversi, al concetto di
ombra; infatti il titolo dell’intero ciclo è Sombras. Questa
apertura del ciclo è scritta per il solo quartetto d’archi. Tre
idee principali sono esposte nel corso del brano: la prima
è l’ombra considerata come riferimento visuale; quando
illuminiamo un oggetto abbiamo la sua ombra come
proiezione della sua forma su una differente superficie.
La nuova forma che otteniamo mantiene solo il profilo
dell’originale, mentre si perdono i dettagli che potrebbero
essere percepiti nell’oggetto. Cambiando leggermente
la posizione della luce otteniamo un fascio di ombre con
differenti gradi di oscurità e di trasformazione della forma.
In un certo senso è ciò che avviene in questo lavoro: un
oggetto originale, in questo caso una sequenza di note
in uno strumento, viene proiettato sugli altri essendone
modificato in differenti livelli e formando un fascio di
48
2016
ombre che permette di percepire il profilo dell’oggetto,
ma che impedisce di percepirne chiaramente i dettagli;
molto spesso queste trasformazioni vengono sovrapposte
formando una sorta di entità eterofonica. La seconda
idea è anch’essa collegata alla perdita di informazioni
che avviene in presenza di un’ombra ed è a sua volta
connessa al processo di memoria. Ho provato a definire
delle nuove categorie di suono trasformando e offuscando
le precedenti: in alcuni momenti gli interpreti suonano
diverse volte esattamente le stesse note, modificando la
tecnica di esecuzione della mano destra, della sinistra o di
entrambe; in questo modo parte dell’informazione viene
conservata, ma allo stesso tempo vengono aggiunte nuove
informazioni, come in processo di ricordo e di oblio in cui
si hanno tracce di memoria intrecciate a nuove esperienze.
Così una nuova categoria di suono, formata a partire da un
suono precedente, acquisisce un nuovo significato. La terza
idea consiste nell’utilizzare l’ombra come una metafora
acustica: attraverso l’impiego di alcune tecniche estese e
della preparazione degli strumenti, senza nessun tipo di
trattamento elettronico, l’obiettivo è quello di ottenere
dei suoni caratterizzati da uno spettro acustico irreale; si
tratta principalmente di suoni che sembrano essere filtrati,
evitando alcune parti dello spettro o enfatizzandone altre.
Sovente suoni molto deboli appaiono come un’ombra del
suono normale prodotto dagli strumenti.
Alberto Posadas
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
2016
sabato 23 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
QUATUOR DIOTIMA
Yun-Peng Zhao violino
Constance Ronzatti violino
Franck Chevalier viola
Pierre Morlet violoncello
ore 10.00 Tavola Rotonda
Contemporaneità e classicità: il quartetto d’archi oggi
ore 21.00 CONCERTO
Alessandro Solbiati
Terzo Quartetto (2013 - rev. 2016) *
per archi - 20’
Stefano Gervasoni
Clamour (2014)
Terzo Quartetto per archi - 29’
Arnlod Schönberg
Presto für Streichquartett [C-Dur] (ca. 1895)
per due violini, viola e violoncello - 7’
Ludwig van Beethoven
Quartett für zwei Violinen, Viola und Violoncello [F-Dur] n. 16,
op. 135 (1826)
per quartetto d’archi - 27’
Allegretto
Vivace
Lento assai, cantante e tranquillo
Der schwer gefaßte Entschluß: Grave – Allegro – Grave ma non troppo tratto – Allegro
*Prima esecuzione (parziale) della nuova versione
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Alessandro Solbiati
Terzo Quartetto
A volte è davvero importante saper ritornare sui
propri passi, rivederli e cambiarli anche radicalmente.
Nel 2013 ho composto il mio Terzo Quartetto, eseguito
splendidamente dal Quartetto Diotima a Tours. Ma pur
ritenendo che contenesse buone idee musicali, l’intenzione
formale che avevo imposto a tali idee non mi è piaciuta
affatto. Ed ecco che ho deciso di realizzare una versione
radicalmente differente. La nuova versione, che sarà, di
fatto, il Terzo Quartetto, è dedicata a mia moglie Emanuela
e sulle simmetrie interne delle lettere del suo nome sono
modellati gli otto brevi movimenti che costituiscono il
brano: ad esempio il primo e il sesto che corrispondono
alle lettere E sono veloci ed acuti (il primo riprende
esattamente l’idea iniziale della versione precedente), alle
due A corrispondono movimenti ampi, sonori e a tutto
registro, alle tre consonanti dello stesso tipo, ma sempre
più “chiare” M-N-L corrisponde un’intenzione melodica
sempre più esplicita. Alla simmetrica U corrisponde il
movimento oscuro, con la scordatura profonda di II e IV
corda di viola e violoncello già utilizzata nella versione
precedente. Proprio tale scordatura, che richiede tempo,
ma che non volevo interrompesse la tensione musicale
dell’esecuzione, mi ha dato l’idea d’introdurre qui, ma poi
anche tra altri movimenti, alcuni Intermezzi (per un totale
di cinque, ma solo in quel caso funzionali a una necessità,
cioè a scordatura e riaccordatura), privati di altezze, cioè
basati solo su suoni fondamentalmente inarmonici, quasi
la versione “in bianco e nero” di alcune delle idee musicali.
Alessandro Solbiati
Stefano Gervasoni
Clamour
Questo quartetto per archi, il terzo che ho scritto, è nato
nel 2014 a Bludenz e, nel corso delle sue riesecuzioni –
a Orléans, Parigi, Berlino e infine Milano – da parte del
quartetto Diotima che ne è il dedicatorio, si è arricchito
di ulteriori apporti di scrittura per meglio rispondere
alla sua idea iniziale: come ottenere il silenzio attraverso
l’esuberanza sonora, e non attraverso la cancellazione fisica
della vibrazione sonora. Scoprire e rivelare il silenzio nella
50
2016
materia sonora, senza negarla, anzi esaltandola: rivelare
il silenzio attraverso il suono. Dunque, dirlo con tutta la
sua eloquenza e esprimendone il mistero, la dimensione
ineffabile, attraverso i mezzi sensorialmente palpabili e
paradossalmente contrari all’annullamento del suono e della
sua propensione espansiva che potrebbe rappresentare la via
diretta alla manifestazione del silenzio. Dire il silenzio senza
tacere (per me, pura assenza: una modalità di silenzio
ormai diventata un cliché della musica contemporanea,
dopo la lezione debussyana e weberniana). Questo era il
proposito che esprimevo nella mia nota di presentazione,
di cui voglio riportare qualche riga: «…Ritrovare il silenzio
come un abisso in un’onda sonora che non si può fermare e
che si espande in tutta la sua esuberanza. Gridare il silenzio.
Scavare il silenzio nel suono che ci circonda con tutta la sua
eloquenza. Un silenzio che non si produce per soffocamento
della materia sonora, che non nasce dall’assenza di
vibrazione. Ma spazio che si vuota e diviene risonante –
radura, deserto, linea d’orizzonte, cima di montagna, grotta
inaccessibile, luogo di eremitaggio, zona liminale raggiunta
nella più grande ricchezza e magniloquenza di un evento
sonoro. Non è questo che di esso si ascolta – la sua evidenza,
la sua apparenza – ma la sua interiorità, la sua possibile
inesistenza, la sua laconicità». Il quartetto è giunto ora,
con la sua esecuzione milanese (nell’ambito del Festival di
Milano Musica 2015), al compimento di questo percorso.
L’aggiunta di nuove misure e l’intervento di parziale
riscrittura di alcune di esse che si è prodotto per un bisogno
spontaneo di dire – e di dire sempre più precisamente – la
ricerca del silenzio attraverso il suono e non attraverso la
sua negazione mi hanno permesso di prendere coscienza di
un percorso formale che andava via via mettendosi a fuoco
attraverso la scrittura. Un percorso che è profondamente
marcato da questo desiderio di silenzio sensorialmente
inteso, e declina la forma in momenti tra loro dialettici
di anticipazione della fine (dunque del silenzio fisico) e di
posticipazione della fine. Silenzio come ostacolo posto al
suono, suono come rimozione dell’ostacolo. Potenza sonora
interna ma percepita come silenzio. Riduzione progressiva
all’impulso singolo degli eventi musicali aggregati in
organismi complessi.
Stefano Gervasoni
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Arnold Schönberg
Presto für Streichquartett
Lo sviluppo di Schönberg come compositore dev’essere
iniziato durante le sue lezioni di violino: «Da bambino, a
meno di nove anni, iniziai a comporre brevi e, più tardi,
lunghi pezzi per due violini, ad imitazione della musica
che ero abituato a suonare con il mio insegnante o con mio
cugino. Quando potei suonare i duetti per due violini di
Viotti, Pleyel e altri, iniziai a imitare il loro stile. Imparai
così a comporre nella misura in cui imparai a suonare il
violino». Con i soldi guadagnati insegnando tedesco,
Schönberg acquistò alcune partiture di lavori di Beethoven:
«[...] la Terza e la Quarta Sinfonia, due dei Quartetti
“Razumovsky” e la Grande Fuga op. 133. Da quel
momento desiderai comporre un quartetto d’archi». Un
incontro decisivo fu quello con il violinista e dottore Oskar
Adler, compagno di scuola di Schönberg al tempo della
Realschule, il quale non solo gli fornì i primi rudimenti di
armonia e teoria musicale, ma suonò anche con lui alcune
opere del repertorio classico e del XIX secolo per quartetto
d’archi. Da quel momento Schönberg sperimentò le proprie
capacità compositive in numerosi progetti per quartetto,
completando nel 1897 il Quartetto d’archi in Re Maggiore,
la sua prima composizione su larga scala giunta fino a noi.
«I quattro quartetti d’archi che ho pubblicato avevano
almeno cinque o sei predecessori. L’abitudine a scrivere
così tanti quartetti d’archi si sviluppò progressivamente».
Uno dei primi predecessori è il Presto in Do Maggiore per
quartetto d’archi, pubblicato postumo. Stilisticamente il
lavoro, che non porta una data di composizione, può essere
assegnato al periodo antecedente al 1897, facendone uno
dei primi lavori conosciuti di Schönberg. La struttura del
movimento è quella di un Rondò Sonata in cui il refrain
fugato viene esposto in alternanza a lunghi episodi di
sviluppo. I collegamenti motivici risultano più importanti
delle linee melodiche affidate alla voce superiore; solo dopo
la seconda ripresa del refrain compare un breve episodio
melodico al primo violino. Il modello di Beethoven
risalta indubbiamente nelle preferenze di Schönberg per
quanto riguarda il largo contesto di memorabili melodie
e l’attenzione ai collegamenti motivici caratteristici delle
transizioni. Come lo stesso Schönberg disse nel 1931, da
2016
Beethoven apprese «die Kunst der Entwicklung der Themen
und Sätze» (“l’arte di sviluppare temi e movimenti”).
Eike Feß
Ludwig van Beethoven
Quartett für zwei Violinen, Viola und Violoncello
(F-Dur) n. 16, op. 135
L’op. 135, nel panorama degli ultimi cinque quartetti (op.
127, 130, 131, 132, 135, più la Grande Fuga), è sembrata
di respiro meno ampio e di minore complessità. Si
dimentica però che questo Quartetto (scritto sei mesi prima
di morire) offre un clima di serenità quasi contemplativa
che è caratteristica dell’ultima produzione: la Missa
Solemnis e la Nona Sinfonia in particolare. Aleggia inoltre
nel Quartetto un messaggio filosofico ed umano che, anche
se oscuro, non possiamo ignorare; si tratta dell’epigrafe
musicale (probabilmente da non eseguire) posta all’inizio
del Grave: Muss es sein? Es muss sein! (Deve essere? Deve
essere!). Possiamo far nostra (senza spiegazioni) questa
epigrafe, come il protagonista del romanzo di Kundera
L’insostenibile leggerezza dell’essere, oppure considerarla una
“verità”, un percorso della volontà umana che Beethoven
ci vuole indicare come ultimo monito della sua esistenza.
L’analisi della partitura, se non la soluzione, ci offre però
il senso di questo dover essere e cioè la capacità di controllo
della forma che diviene assoluta. L’Allegretto che apre il
Quartetto, nel suo caratteristico gioco di domanda (viola) e
risposta (violino primo e poi gli altri), si presenta con un
rigore architettonico esemplare. Beethoven economizza
le presenze e le assenze degli strumenti, calibra i registri
dal grave, al centro, all’acuto, proporziona le modulazioni,
ottimizza, insomma, il mondo del quartetto. Solo dopo
ripetuti ascolti ci si rende conto che non siamo di fronte
alla semplicità ma alla perfezione, e non una perfezione
ideale (riferita a modelli esterni) bensì quella raggiunta da
Beethoven attraverso sedici quartetti. In questo senso, più
che dar conto dei singoli materiali impiegati, vale la pena di
sottolineare che in questo primo movimento si può toccare
con mano (ovvero ascoltare) il concetto di forma astratta,
ossia lo schema intellettuale su cui si basa il pensiero del
compositore. Traspare dalle battute il significato ultimo
della musica per Beethoven, inteso non in senso filosofico
51
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
ma proprio come schema di funzionamento. A ben guardare
(o a ben sentire!) questo movimento appaga la nostra sete
di conoscenza del metodo di composizione di Beethoven,
un metodo straordinario specie in riferimento al problema
della forma che è fondamentale per un’arte che si svolge nel
tempo. Il materiale usato per il secondo movimento (Vivace)
è estremamente essenziale, quasi “povero”, e soltanto il
leggero ritmo sincopato offre un appiglio di curiosità. Lo
scopo di tanta semplicità è di dar spazio ad una vivacità
armonica che va da semplici scarti cromatici a vere e proprie
modulazioni di grande impatto drammatico. Beethoven fa
anche largo uso di effetti coloristici giustapponendo zone in
pianissimo e fortissimo, e abbassando talvolta l’intensità fino
al ppp. Rigore e semplicità sono i punti cardinali del terzo
movimento (Lento assai, cantante e tranquillo) costruito
sulla forma A-B-A, che contrappone il primo tema cantabile
e melodioso al secondo, reso frammentario da continue
pause. Come per il primo movimento è facile confondere
la perfezione della sintassi e la severità della forma con una
generica semplicità; anche qui, allora, bisognerà ricordare
che tanto più è semplice la struttura compositiva tanto più
è difficile il padroneggiarla, come fa l’autore, calibrando
battuta dopo battuta tutto il materiale musicale. L’ultimo
movimento è il più difficile da interpretare: i due Allegri
sono costruiti sul tema del Es muss sein! introdotti dai due
Gravi Muss es sein?, due mondi apparentemente estranei
legati solamente da una relazione intervallare (terza
discendente e quarta ascendente nel Grave e l’inverso
nell’Allegro). L’uso massiccio di pause spezza ancora
di più la già frammentaria atmosfera, e tutto sembra un
lungo ripetersi dell’epigramma musicale iniziale. Come lì
si contrapponevano due mondi, così nel corso dell’ultimo
movimento si alternano i temi e le armonie; è comunque
straordinario il forte senso unitario che emana dalla musica
come a ricordarci che l’epigrafe, anche se divide il mondo
in due parti, riguarda lo stesso universo.
Fabrizio Scipioni
2016
Quatuor Diotima
Yun-Peng Zhao, violino
Constance Ronzatti, violino
Franck Chevalier, viola
Pierre Morlet, violoncello
Oltre ad essere un tributo al quartetto d’archi di Luigi
Nono intitolato Fragmente-Stille, An Diotima, il nome di questa
formazione vuole esprimere chiaramente la sua vocazione
per la musica contemporanea. Fin dai suoi esordi, il Quatuor
Diotima – che si fregia di numerosi e importanti premi – si
è esibito sui palcoscenici più prestigiosi e ai festival europei
più importanti come il Lucerne Festival, la Mozartwoche
di Salisburgo, Musica Strasbourg, Musica Nova Helsinki,
Budapest Automn Festival, Settembre Musica, la
Filarmonica di Berlino, la Alte Oper di Francoforte, l’Ircam,
l’Auditorium di Barcelona e altri. Inoltre, il quartetto ha al
proprio attivo varie tournée in Estremo Oriente, negli Stati
Uniti, in America Centrale e del Sud. Il Quatuor Diotima
si è affermato a livello internazionale come interprete della
musica contemporanea, ma senza trascurare il repertorio
classico-romantico (soprattutto le opere più mature di
Beethoven, ma anche autori classici del periodo moderno
come Schönberg e Bartók). Il quartetto è anche l’interprete
preferito da importanti compositori contemporanei, come
Hosokawa, e regolarmente commissiona esso stesso delle
composizioni, sicché per i suoi componenti l’esecuzione di
prime assolute è una prassi consolidata. L’elevata qualità
artistica del quartetto è documentata da numerose incisioni,
più volte premiate. Per esempio, il Quatuor Diotima ha
vinto cinque volte l’ambito “Diapason d’or” e una volta il
“Diapason d’or de l’année”. Fra gli album più prestigiosi
figurano vari ritratti di compositori, tra i quali Dieter
Schnebel e Toshio Hosokawa.
COMPOSITORI
Stefano Gervasoni
La produzione di Stefano Gervasoni (nato a Bergamo nel
1962) è caratterizzata da un’espressione delicata e da un
fragile lirismo, convogliate da un mondo sonoro ricco e
raffinato. La trasparenza della sua scrittura è costantemente
52
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
velata da processi appena percettibili che pervengono
gradualmente ad alterare dall’interno l’immagine sonora
iniziale. Egli fa ricorso a una grande tavolozza di elementi
linguistici: strutture modali, accordi perfetti, oggetti sonori
e bruitisti e una grande varietà di tecniche esecutive.
Servendosi poi frequentemente della referenzialità, Stefano
Gervasoni crea momenti iniziatori di associazioni e di
reminiscenze che sfuggono alla logica della composizione
e creano un effetto di distanziazione. Dalle allusioni al
jazz in Godspell, 2002, a Girolamo Frescobaldi in Six lettres
sur l’obscurité, 2005-06; dal fado in Com que voz (2008)
agli innumerevoli riferimenti alla musica colta e extracolta nell’opera Limbus Limbo, 2012, fino alla creazione
di un linguaggio trasfigurante ogni riferimento o fonte
d’ispirazione avente come obiettivo l’espressione pura di
situazioni cariche di tensione emotiva (ricordiamo a titolo
di esempio il ciclo per ensemble vocale e strumentale Dir - in
dir, 2004-11, e il concerto per violoncello e orchestra Heur,
leurre, lueur, 2013). Stefano Gervasoni studia la composizione
al Conservatorio Verdi di Milano con Luca Lombardi,
Niccolò Castiglioni e Azio Corghi. I suoi incontri con
Brian Ferneyhough, Peter Eötvös e Helmut Lachenmann,
così pure con Gérard Grisey e Heinz Holliger furono
determinanti nel suo percorso di formazione. Ha ricevuto
commissioni dell’Ensemble Intercontemporain, del Festival
Archipel di Ginevra, di Contrechamps, di Klangforum
Wien, del Festival d’Automne à Paris, di Radio France,
del WDR, del Teatro alla Scala di Milano, del Suntory
Hall di Tokyo, della Berliner Biennale. Pensionnaire della
Villa Medici a Roma (1995-96), borsista della Fondation
des Treilles di Parigi (1994), del DAAD a Berlino (2006),
compositore in residence al Domaine de Kerguéhennec
per il triennio 2008- 2010, Stefano Gervasoni insegna la
composizione al CNSMDP di Parigi dal 2006.
Toshio Hosokawa
Toshio Hosokawa è nato a Hiroshima il 23 ottobre 1955.
Dopo aver studiato pianoforte e composizione a Tokyo, nel
1976 si è trasferito a Berlino per studiare composizione con
Isang Yun presso l’Universität der Künste. In seguito ha
proseguito i suoi studi con Klaus Huber alla Hochschule
für Musik di Friburgo, dal 1983 al 1986. Nel 1980 ha
partecipato per la prima volta ai Ferienkurse für Neue Musik
2016
di Darmstadt dove, dal 1990, è stato regolarmente invitato
come docente. Negli anni seguenti la sua reputazione
come compositore ha continuato ad aumentare all’interno
della scena musicale contemporanea, ricevendo numerose
commissioni. Dal 1989 al 1998 Toshio Hosokawa è
stato Direttore Artistico e organizzatore dell’Akiyoshidai
International Contemporary Music Seminar and Festival a
Yamagushi, di cui è stato co-fondatore. Dal 2011 è Direttore
Artistico del Takefu International Music Festival che si
svolge ogni anno in Giappone, nel Fukuj. È stato, inoltre,
nominato “guest professor” al Tokyo College of Music
nel 2004. Toshio Hosokawa vive a Nagano (Giappone) e
Mainz (Germania); le sue composizioni includono lavori
per orchestra, per solisti e orchestra, musica da camera, film
music e lavori dedicati a strumenti tradizionali giapponesi.
L’influenza della musica occidentale – da Schubert a
Webern – e della musica tradizionale giapponese sono
elementi centrali nelle sue composizioni; Hosokawa
considera il processo compositivo come istintivamente
associato alla concezione del Buddismo Zen e alla sua
interpretazione simbolica della natura. Toshio Hosokawa
ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui il
primo premio al concorso di composizione per il centesimo
anniversario dei Berliner Philharmoniker (1982), l’Arion
Music Prize (1984), il Kyoto Music Prize (1988) e il
Rheingau Music Prize (1998). Nel 2001 è stato nominato
membro dell’Akademie der Künste di Berlino e, sempre a
Berlino, nel 2006/07 e 2008/09 ha intrapreso un periodo
di ricerca presso il Wissenschaftskolleg. È stato Composer
in Residence alla Biennale di Venezia (1995, 2001) e presso
la Tokyo Symphony Orchestra (1998-2007), l’International
Music Festival di Lucerna (2000), musica viva a Monaco
(2001), Musica Nova a Helsinki (2003), Warsaw Autumn
(2005, 2007) e altri. È stato, inoltre, Direttore Artistico del
Suntory Hall International Program for Music Composition
dal 2012 al 2015.
Gérard Pesson
Nato il 17 gennaio 1958 a Torteron (Cher), Gérard Pesson
intraprende studi di lettere e musicologia alla Sorbona,
dove sostiene una tesi sull’estetica della musica aleatoria,
prima d’entrare nelle classi di Betsy Jolas e Ivo Malec
al Conservatoire National Supérieur de Musique de
53
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Danse di Parigi, dove ottiene due primi premi nelle classi
di analisi e composizione. Nel 1986 fonda la rivista di
musica contemporanea “Entretemps”. Nello stesso anno
diventa produttore à France Musique. Primo premio dello
Studium di Tolosa nel 1986 per Les Chants Faëz, è vincitore
del concorso “Opéra autrement” con Beau Soir eseguita
in versione da concerto al festival di Avignone nel 1989,
poi rappresentata in versione scenica nel 1990 al Festival
Musica di Strasburgo. Nel 1996 Gérard Pesson riceve
il Prix Prince Pierre de Monaco. È stato borsista a Villa
Medici dall’ottobre all’aprile del 1992. A partire dal 1988
si consacra più particolarmente alla musica di scena. Le
sue opere sono esguite da numerosi ensemble e orchestre in
Francia e all’estero: Ensemble Fa, 2e2m, Intercontemporain,
Itinéraire, Ensemble Modern, Ensemble Recherche,
Ensemble Ictus, Alter Ego, Accroche Note, Erwartung,
Orchestre National de Lyon, Orchestre National d’Îlede-France, etc. La sua opera Forever Valley, commissione
di T&M su un libretto di Marie Redonnet, è stata creata
nell’aprile del 2000 al Théâtre des Amandiers di Nanterre.
La sua opera Pastorale, tratta da L’Astrée di Honoré d’Urfé è
stata rappresentata a Stoccarda nel maggio 2006.
Alberto Posadas
Alberto Posadas ha studiato composizione con Francisco
Guerrero. Con lui esplora nuove forme musicali grazie
all’utilizzo di tecniche come la combinatoria matematica
e la teoria frattale (Ápeiron, 1993 e Invarianza, 1999). La sua
libertà creatrice e il suo desiderio d’integrare una forma di
estetica a questi modelli matematici lo spingono a ricercare
altri modelli per la composizione. Traspone così in musica
parametri architettonici, utilizza tecniche derivate dalla
topologia e dalla pittura ed esplora le proprietà acustiche
degli strumenti a un livello microscopico della grana sonora
per sfociare nella generazione e nel controllo del materiale
(Sínolon, 2000; Anábasis, 2001). Il repertorio di Alberto
Posadas copre una grande diversità di generi: musica
sinfonica, musica per ensemble, opere solistiche e vocali. Le
sue opere elettroacustiche sono concepite in maniera molto
personale, totalmente amalgamate agli strumenti (Snefru,
2002) o esplorando la trasformazione in tempo reale dei
movimenti (Glossopoiea, 2010). Dal 1991, Aberto Posadas è
professore di armonia e di composizione al Conservatorio
54
2016
di Musica di Majadahonda a Madrid. Nel 2015 sono
stati presentati in prima esecuzione, in particolare, Double
e Tombeau per viola sola da Christophe Desjardins e Tres
pinturas imaginarias dall’Ensemble Court-circuit nel quadro
del Festival ManiFeste dell’Ircam.
Arnold Schönberg
Il compositore Arnold Schönberg (Vienna 1874 - Los Angeles
1951) è, con Stravinskij, Bartók e con i “condiscepoli” Berg e
Webern, uno dei padri della musica del Novecento, nonché il
massimo esponente dell’Espressionismo musicale. Rifondò
il linguaggio musicale dapprima attraverso l’atonalismo
(sostanzialmente, l’abolizione della gerarchia dei suoni
propria del sistema tonale), poi attraverso l’elaborazione del
sistema dodecafonico fondato sistematicamente sull’uso di
serie di suoni comprendenti tutti e 12 le altezze del sistema
temperato. Il suo apprendistato fu tuttavia disordinato, tanto
che amava definirsi autodidatta e violoncellista dilettante,
benché da giovane avesse ricevuto consigli e insegnamenti
da parte del concittadino Zemlinsky. Visse a Vienna e a
Berlino, dove soggiornò dal 1901 al 1903, dal 1911 al 1915
e dal 1926 (prese il posto di Busoni all’Accademia delle
Arti) al 1933, quando l’avvento del nazismo lo costrinse
a lasciare la Germania per stabilirsi a Los Angeles. Dal
1936 al 1944 insegnò presso l’Università della California.
Il catalogo schönberghiano non è vastissimo, ma presenta
capolavori in tutte e tre le fasi dell’evoluzione linguistica del
compositore. Tra le opere tardo-romantiche si ricordano
il sestetto Verklärte Nacht (1899) e il poema sinfonico Pelléas
und Mélisande (1902-03), da Maeterlick. Tra quelle atonali,
la Kammersymphonie op. 9 (1907), il monodramma Erwartung
(“L’attesa”, 1909) e Pierrot lunaire op. 21 (1912). Tra quelle
dodecafoniche, la Suite op. 25 per pianoforte (1921-23) e
l’opera incompiuta Moses und Aron. Fondamentale anche la
sua opera didattica, di cui è significativa testimonianza il
Trattato di armonia (1909-1911).
Alessandro Solbiati
Nato a Busto Arsizio nel 1956, si è diplomato presso il
Conservatorio di Milano in pianoforte (con Eli Perrotta) e
in composizione (con Sandro Gorli), dopo aver frequentato
per due anni la Facoltà di Fisica. Contemporaneamente, ha
studiato per quattro anni (1977-80) con Franco Donatoni
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
all’Accademia Chigiana di Siena. Vincitore nei primi anni
’80 di vari concorsi nazionali e internazionali, da più di
vent’anni riceve commissioni dalle più importanti istituzioni
italiane ed europee e la sua musica è presente nei principali
festival e in molte radio europee ed americane. Tra le incisioni
discografiche a lui più care si segnalano l’Oratorio Nel deserto,
Quartetto con Lied (Quartetto Borciani - Stradivarius), Trio
(Trio Matisse - Aura) e tre CD monografici, il primo inciso
dall’Ensemble Alternance di Parigi (Stradivarius, 1999) e
contenente vari pezzi cameristici, il secondo (Stradivarius,
2004), composto da alcuni brani per ampio Ensemble (Canto
per Ania per violoncello e 14 strumenti, By My Window II
per piano e 9 strumenti, Mi lirica sombra per clarinetto basso
e 7 strumenti, Ach, so früh? per soprano e sette strumenti
- EOC di Lyon e Divertimento Ensemble di Milano), e il
terzo (Stradivarius, 2007) in cui Daniel Kawka, alla testa
dell’Orchestra Sinfonica della RAI, dirige Sinfonia, Sinfonia
seconda e Die Sterne des Leidlands. In collaborazione con la
scrittrice Paola Capriolo ha prodotto due radio-film per la
RAI (Il gigante, 1994 e La colomba azzurra, 1996) e Con i miei
mille occhi, ampio lavoro musicale con mezzo elettronico che
accompagna in CD l’omonimo racconto lungo pubblicato
per Bompiani nel 1997. Attivo nel campo della video-arte,
esce in varie versioni Inno (1998-2005), in collaborazione
con un gruppo di giovani artisti. Nel 2002 pubblica per il
Teatro Comunale di Monfalcone un Quaderno di Cultura
Contemporanea intitolato Ah, lei fa il compositore? E che genere
di musica scrive?, quattro saggi di riflessioni sul comporre, di
analisi e di illustrazione dettagliata delle proprie tecniche
compositive. Nell’aprile 2009 esordisce in campo teatrale
con l’opera Il carro e i canti, da Puškin, commissione del
Teatro Verdi di Trieste per la sua stagione lirica 200809. Una seconda opera, Leggenda, dalla Leggenda del
Grande Inquisitore contenuta nei Fratelli Karamazov di
Dostoevskij, commissione del Teatro Regio di Torino per
la Stagione Lirica 2010-2011, è stata messa in scena al
Teatro Carignano nel settembre 2011 sotto la direzione di
Gianandrea Noseda e la regia di Stefano Poda. Una terza
opera, Il suono giallo, attorno all’omonima composizione
scenica di Kandinskij, commissione del Teatro Comunale
di Bologna per la Stagione lirica 2014-15, è stata messa
in scena nel giugno del 2015 con la direzione di Marco
Angius. Dal 1995 è docente di Fuga e Composizione presso
2016
il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, dopo esserlo stato
per la medesima materia al Conservatorio di Bologna tra
il 1982 e il 1994. Nel 1996 ad Avignon e nel 2005 a Metz
ha insegnato per il Centre Acanthes. Dal 2007 insegna
composizione ai Corsi estivi di Sermoneta. Ha tenuto, tra
le altre, Masterclass ai Conservatori Superiori di Parigi
(1997, 2001, 2005 e 2011), di Città del Messico (2002) e di
Lyon (2003, 2007 e 2009). Dal 1978 pubblica per la Casa
Editrice Suvini Zerboni di Milano.
Mikel Urquiza
Mikel Urquiza (Bilbao, 1988) studia composizione
a Musikene (San Sebastián) con Gabriel Erkoreka e
Ramón Lazkano, prima di essere ammesso CNSM di
Paris nella classe di Gérard Pesson. È stato premiato
dall’Institut Espagnol des Arts de la Scène et de la
Musique e dall’Académie de France a Roma, Villa Medici.
Collabora strettamente con l’ensemble L’Instant Donné,
interessandosi alla fragilità della memoria in Les lueurs se sont
multipliées e alla sottile violenza dei gesti d’amore in Serpientes
y escaleras (serenata) che è stato recentemente presentato ai
Wittener Täge fur neue Kammermusik.
PARTECIPANO ALLE TAVOLE ROTONDE
Patricia Adkins Chiti, Alfonso Alberti, Gabriele Bonomo,
Franck Chevalier, Federico Gardella, Stefano Gervasoni,
Giulia Lorusso, Vittorio Montalti, Pierre Morlet,
Gianfranco Pannone, Yun-Peng Zhao, Marco Quagliarini,
Constance Ronzatti, Paolo Rotili, Alessandro Solbiati,
Mauro Tosti Croce, Martino Traversa, Mikel Urquiza,
Erika Zoi.
55
2016
AGEVOLAZIONI CAMPUS CARD
La Campus card dà diritto alla riduzione
sull’acquisto del biglietto delle iniziative organizzate dalla Fondazione Campus Internazionale di Musica nell’anno solare di validità e ad uno
sconto negli esercizi convenzionati. Essa è strettamente personale e va sempre esibita per poter usufruire
delle agevolazioni previste, che sono accordate unicamente al titolare della Card.
52a edizione
ESERCIZI CONVENZIONATI
Fondazione Roffredo Caetani
sconto del 10% sul contributo d’ingresso del Giardino di
Ninfa, Castello Caetani di Sermoneta e Parco Pantanello.
Latina
Spazio Idea di Pina Sorrentino
Via Sisto V, 17/15 - Latina Tel. 0773 474460
Riduzione del 15%
Numero Nove - Labò de style
Via Sisto V, 9 - Latina Tel. 0773 281359
Riduzione del 15% (escluso il periodo dei saldi)
Egidio Gran Caffè Tavola Calda
S. S. 148 Pontina Km 80.300 - Latina Tel. 0773 255640
Riduzione del 15%
Erboristerie D’Italia
c/o Centro Commerciale Latina Fiori, Viale P. L. Nervi
Latina Tel. 0773 694444
Riduzione del 10%
CampusCard
DUEMILA16
Nitido Shop - Professionisti d’igiene
Via Pontinia, 68/70 - Latina 0773 281972
Riduzione del 10% (escluse le promozioni in corso)
Sermoneta
Punto Einaudi
c/o Centro Commerciale Sermoneta Shopping
Sermoneta Scalo
Riduzione del 15%
Hotel Principe Serrone
Via del Serrone - Sermoneta Tel. 0773 30342
Riduzione del 10%
segui fondazione
campus internazionale di musica
Borgo di Fossanova
Locanda Borgo Antico
Via dei Guitti snc - Borgo di Fossanova
Priverno Tel. 0773 1875674
Riduzione del 10%
56
2016
CONTRIBUTI E
PATROCINI
Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e del Turismo - Direzione
Generale per lo Spettacolo dal vivo
Regione Lazio - Assessorato Cultura
Spettacolo e Sport
Provincia di Latina
Comuni di: Latina, Sermoneta,
Priverno, Fondi, Cori,
Cisterna di Latina
Fondazione Roffredo Caetani onlus
Soprintendenza Archivistica del
Lazio
52a edizione
Organizzazione e realizzazione
Fondazione Campus Internazionale di Musica
Via Varsavia, 31 - 04100 Latina
Tel. 0773 605551 (dal 30 giugno anche 0773 30250)
[email protected] www.campusmusica.it
Biglietto dei concerti
Intero € 15,00
Ridotto € 10,00 (under 25, over 65, insegnanti, beneficiari di convenzioni)
Ridotto € 8,00 (titolari della CampusCard)
Ingresso coppia € 20,00
Studenti del conservatorio e licei musicali € 2,00
Biglietto concerti del 8, 10, 26 e 29 luglio
Biglietto unico € 5,00
Biglietto concerto del 15 luglio
COLLABORAZIONI Biglietto unico € 10,00
Conservatorio Statale di Musica Costo CampusCard € 20,00
Ottorino Respighi di Latina Le riduzioni sulle tariffe non sono cumulabili
Istituto di Studi Musicali
Goffredo Petrassi mediapartners
Abbazia e Borgo di Fossanova
Abbazia di Valvisciolo
Museo della Città e del Territorio
di Cori
Parco Naturale Regionale Monti
Ausoni e Lago di Fondi
Fondazione Camillo Caetani Si ringraziano: Unindustria, Banca Popolare del Lazio, Villa Meravigliosa ristorante
Institut Français di Roma
Fondazione Adkins Chiti - Donne in La direzione del Campus si riserva il diritto di apportare modifiche al programma per cause di forza maggiore.
Musica
Liceo Farnesina di Roma
LIPU onlus, sezione di Latina
Fondazione Teatro Due di Parma in copertina: Normanno Soscia Pescatori di Sirene 2009 acrilico su tela cm 200x110
progetto grafico e impaginazione: studio grafico_Pietro Contento. www.pietrocontento.it
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2016
52a edizione
CORSI 2016 di PERFEZIONAMENTO e di
INTERPRETAZIONE MUSICALE
VIOLONCELLO e MUSICA DA CAMERA
9-12 giugno GIOVANNI GNOCCHI
CLARINETTO
10-12 giugno ALESSANDRO CARBONARE
CONTRABBASSO
6 -10 luglio FRANCO PETRACCHI
TECNICA del CONTRABBASSO
6-14 luglio MIRELA VEDEVA
PIANOFORTE
6-12 luglio ELISSÒ VIRSALADZE
VIOLINO e MUSICA DA CAMERA
8-15 luglio MARIANA SIRBU
MUSICA DA CAMERA CONTEMPORANEA
16-21 luglio MAURO BONIFACIO
SEMINARI
10-15 luglio JURGEN MANTHEY
Liuteria
26-28 luglio MAURO BUCCITTI
L’accordatura ad orecchio con vari temperamenti
WORKSHOP CINEMATOGRAFICO
26-30 luglio GIANFRANCO PANNONE e
TAREK BEN ABDALLAH
Tra musica, teatro e cinema: documentare un evento musicale
Il Campus ringrazia:
la BSP Pharmaceuticals
l’avv. Giampiero Paoli, il dott. Nicola Rizzuti, la dott.ssa Rita Meloni,
per il sostegno ai Corsi di Sermoneta e il contributo in borse di studio.
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2016
52a edizione
ORGANI STATUTARI DEL CAMPUS
Presidente Onorario
Riccardo Cerocchi
Presidente
Luigi Ferdinando Giannini
Vice Presidente
Elisa Cerocchi
Comitato esecutivo
Luigi Ferdinando Giannini
Renzo Calzati
Elisa Cerocchi
Clotilde Lucchetti
Marco Pandozi
Consiglio Generale
Francesco Acuto
Vanda Bellini
Bruno Borsari
Renzo Calzati
Antonietta Centra
Elisa Cerocchi
Paola Cerocchi
Riccardo Cerocchi
Eliana D’Alessandro
Carolina De Cuia
Carlo Dell’Agli
Luigi Ferdinando Giannini
Alessandro Iucci
Clotilde Lucchetti
Marco Pandozi
Tommaso Parascandolo
Gabriele Pezone
Gianfranco Pitton
Umberto Redi
Vera Russo
Fausto Tasciotti
Francesco Tescione
Comune di Latina
Comune di Sermoneta
Federlazio Latina
Fondazione Roffredo Caetani onlus
Collegio dei Partecipanti
Franco Accorinti
Ugo Berardi
Giuseppe Bonifazi
Maria Teresa Censi
Eligio De Biaggio
Carlo Dell’Agli
Maria Del Sapio Garbero
Maria Antonietta De Vitis
Giuseppe Falconi
Gabriella Franzellitti Lucchetti
Giovanni Lungarella
Giancarlo Macali
Maria Olga Manzo
Lauro Marchetti
Giorgio Maulucci
Teresa Palombelli
Mirella Parisella
Cherubina Ramacci
Umberto Redi
Leonardo Rizzo
Gaetano Salvagni
Enrico Vignes
Comune di Fondi
Comune di Priverno
PRESIDENTE ONORARIO
DEL FESTIVAL PONTINO
Luis de Pablo
COMITATO ARTISTICO
Gabriele Bonomo
Bruno Cagli
Alessandro D’Onofrio
Federico Gardella
Gianfranco Pannone
Alessandro Solbiati
Fabrizio von Arx
COORDINATORE ARTISTICO
Elisa Cerocchi
Collegio dei Revisori dei
Conti
Ugo Berardi (Presidente)
Giuseppe Di Trento
Maria Olga Manzo
Segretario generale
Tiziana Cherubini
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