Il mondo marino I PESCI I pesci • Con il termine “pesci”, dal latino pisces, si intende un gruppo eterogeneo di organismi fondamentalmente acquatici che appartiene alla classe sistematica dei vertebrati. I pesci veri e propri sono vertebrati coperti di squame e dotati di pinne, che respirano attraverso le branchie. Habitat e distribuzione I pesci hanno colonizzato qualsiasi mare, oceano, fiume o lago della Terra, con la loro varietà di forme e di colori. A seconda delle loro esigenze si sono adattati a vivere. Infatti esistono specie di pesci d’acqua dolce o d’acqua salata, specie adatte alla vita abissale o superficiale, o addirittura esistono pesci, come i perioftalmi, che hanno sviluppato degli adattamenti che gli permettono di vivere e muoversi sulla terraferma. In conclusione possiamo dedurre che, nonostante questi organismi siano classificati tutti come pesci, essi hanno delle caratteristiche diverse che li differenziano tra di loro. La loro comunicazione Comunicazione In un mondo dove i suoni sono fortemente attutiti, sono ben pochi i pesci capaci di emetterne: le specie che ci riescono hanno modificato parti del corpo (vescica natatoria, alcune ossa, raggi delle pinne) che, opportunamente mosse, creano brontolii cupi o scatti improvvisi. Intelligenza I pesci sembrano essere in grado di risolvere anche problemi in apparenza molto complessi per il sistema nervoso di cui dispongono: alla base delle scelte sociali verso gruppi di conspecifici di diversa numerosità, pare che vi sia l'applicazione di abilità numeriche spontanee simili a quelle osservate anche in altri animali come uccelli, ratti e scimmie. Sembra in sostanza che i pesci dispongano di un sistema rudimentale di calcolo matematico che permetta loro di distinguere quali tra due gruppi presentati sia il più numeroso. Linguaggio del corpo Fondamentale è anche il linguaggio del corpo, solitamente universale per tutti i pesci, anche se esistono diverse eccezioni: viene usato per stabilire i rapporti gerarchici tra i conspecifici o tra specie diverse che hanno interessi comuni (cibo, sopravvivenza, territorio). Solitamente l'esemplare dominante o in atteggiamento aggressivo dispiega le pinne, e a volte anche le branchie, con fare minaccioso. L'individuo subordinato abbassa le pinne sul corpo e, a volte, affievolisce la vivacità della livrea: un comportamento affine al pesce che ha problemi di salute. Alcune specie inoltre possono cambiare livrea con i vari stati d'animo. Colorazione Le specie che non necessitano di forme e colorazioni (livrea) mimetiche presentano invece colori vivaci e particolari, atti anche a comunicare particolari condizioni. Questa caratteristica, conosciuta come aposematismo e comune ad altre classi animali, ha fatto sì che i pesci velenosi, con carni dal sapore sgradevole o dotati di particolari sistemi di difesa (spine, denti, aculei) siano vivacemente colorati, in modo da segnalare immediatamente a eventuali predatori la loro pericolosità. Sono segnalati anche alcuni casi di specie innocue che imitano specie pericolose, o viceversa. Altro caso è il dimorfismo sessuale, accentuato soprattutto nel periodo riproduttivo, quando i maschi assumono colorazione più vivace per meglio impressionare le femmine prima dell'accoppiamento. Comportamento Nonostante l'immaginario comune attribuisca ai pesci un sistema cognitivo relativamente semplice e poco plastico ai cambiamenti dell'ambiente, alcune recenti ricerche documentano invece come, alla base del loro comportamento, vi sia un meccanismo comune ad altri vertebrati terrestri. È noto, ad esempio, come alcune funzioni cognitive, quali la vigilanza da un predatore o l'osservazione di un conspecifico, vengano elaborate prevalentemente da porzioni differenti del sistema nervoso dei teleostei, in maniera analoga a quanto si osserva nell'uomo per altre funzioni, dove le aree cerebrali del linguaggio sono localizzate prevalentemente a sinistra, mentre le abilità visuo-spaziali si collocano maggiormente nell'emisfero destro. L’anatomia Le pinne Gli organi di locomozione dei pesci sono le pinne, delle strutture formate da raggi ossei negli osteitti o cartilaginei nei selaci, collegati da una membrana di pelle. Negli osteitti i raggi possono essere spinosi oppure molli e il loro numero ha valore sistematico ed è quindi utile per l'identificazione dei pesci. Le pinne sono suddivise in: 1. impari (1 o più dorsali, 1 caudale, 1-2 anali); 2. pari (pettorali e ventrali). Queste pinne nei vertebrati terrestri daranno origine agli arti. Le pinne dorsali possono variare in numero da 1 a 3 e a volte possono fondersi con l'anale e la caudale, formando un'unica grande pinna. La pinna caudale è responsabile della principale spinta propulsiva del pesce, è disposta verticalmente rispetto al piano del pesce e si muove da destra verso sinistra e viceversa. Questa caratteristica permette di distinguere a prima vista un pesce da un cetaceo, in cui la pinna caudale è disposta orizzontalmente e si muove dal basso verso l'alto. La bocca Nei pesci la bocca si è evoluta in base allo stile di vita e all'habitat colonizzato. Solitamente si tende a classificare i diversi tipi di bocca in base alla direzione che essa assume, in quanto pesci che vivono in superficie hanno bocca rivolta verso l'alto, pesci che vivono a mezza altezza hanno la bocca parallela al corpo e pesci di fondo hanno la bocca orientata verso il basso. Ciò è vero, ma esistono numerose altre tipologie di bocca, come la bocca a ventosa, tipica dei pesci di fondo, dove le labbra si sono allargate per formare un organo di ancoraggio. Altri pesci hanno sviluppato bocche tubolari, per meglio aspirare oppure piluccare tra gli anfratti rocciosi. I pesci predatori presentano bocche estroflettibili, che permettono loro di allungare la mandibola per una maggior portata. Altamente specializzata è la bocca di predatori come piranha e squali, questi ultimi forniti di file multiple (fino a 7) di denti ossei e di un'apertura boccale sufficiente a contenere foche o esseri umani. - Bocche dei pesci: A. terminale B. superiore C. inferiore Le squame e la pelle Come tutti i vertebrati, i pesci presentano una pelle composta da due strati: l'epidermide (la parte esterna) e il derma (riccamente vascolarizzato e localizzato nella parte interna della pelle). Tuttavia la maggioranza dei pesci ossei (Osteitti) sono ricoperti da scaglie, posizionate sopra l'epidermide, di materiale osseo (simile alla dentina) incastrate una con l'altra come tegole di un tetto, che crescono come crescono agli animali unghie e peli. La loro funzione è quella di coprire il corpo del pesce rendendolo liscio e idrodinamico; in questo sono aiutate da un muco secreto dal derma e fatto fluire fino all'epidermide e quindi alle scaglie: una sorta di "pelle invisibile" vischiosa che aiuta il pesce a scivolare nell'acqua. Le scaglie si dividono in: 1. ctenoidi - hanno bordi muniti di minuscoli dentini; 2. cicloidi - sono circolari, con bordi arrotondati e sovrapposte in modo da mostrare solo il 20% della loro intera superficie. Presentano inoltre anelli di accrescimento come i tronchi degli alberi, attraverso cui è possibile risalire all'età dei pesci; 3. ganoidi - la scaglia è quasi interamente esposta alla superficie dell'acqua poiché di forma romboidale; sono inoltre molto lucenti perché ricoperte di ganoina, una sostanza che rende simili a vetro le scaglie; 4. placoidi - presenti solo sui Selaci (squali, razze etc...); 5. cosmoidi - particolare tipo di scaglia tipico dei Crossopterigi, soprattutto dei Celacantidi, ma presenti anche nei Dipnoi. Ma non tutti i pesci hanno le scaglie: alcune specie, soprattutto quelle che vivono sui fondali, presentano piuttosto delle piastre ossee o estremamente cheratinizzate, tanto da venire chiamati anche "pesci corazzati", altre hanno solo pelle nuda ispessita. In certi "pesci scatola" l'intero corpo può essere ricoperto di vere e proprie placche ossee, o di scaglie evolute in spine, come nei pesci palla o istrici. La respirazione Come sappiamo, ogni essere vivente per vivere ha bisogno di respirare. Ma come fanno i pesci se intorno a loro c’è acqua e non aria? I pesci, infatti, respirano in un modo totalmente diverso dal nostro: l’acqua che entra dalla bocca, scorre fino ad arrivare alle branchie dove avviene lo scambio dei gas respiratori con la fitta rete di capillari, i quali, appunto, scambieranno l’ ossigeno con l’anidride carbonica. Le branchie Dopo aver parlato della respirazione dei pesci ci volevamo soffermare in modo particolare sulle branchie. Per prima cosa c’è da dire che le branchie sono degli organi altamente efficienti: infatti si è calcolato che possono estrarre circa 80% dell'ossigeno disciolto nell'acqua e, oltre che organi della respirazione, le branchie hanno un ruolo importante nel mantenere il giusto equilibrio salino. Oltre a questo, c’è da fare una distinzione anatomica : esistono la branchia settata e la branchia opercolata. Branchia settata La branchia settata è presente nei condroitti come gli squali e le razze. L'arco branchiale ha una struttura allungata che raggiunge la superficie esterna dell'animale, e presenta delle spine all'interno. Queste hanno la funzione di filtratori dell'acqua, che arriva dalla bocca o dagli spiracoli, che potrebbe contenere particelle che danneggerebbero le branchie molto delicate. Le branchie vere e proprie si inseriscono sulla faccia anteriore e posteriore del setto e sono formate da lamelle primarie e secondarie. Branchia opercolata Tipica degli osteitti o pesci ossei. Grazie alla presenza dell'opercolo, che può essere osseo o cartilagineo, il setto esterno che limita, nei condroitti, l'espansione delle branchie può scomparire. In sezione trasversale, la morfologia di ciascuna branchia è conformata a 'V' con ciascun braccio formato da lamelle primarie che si sfrangiano in lamelle secondarie. Rappresentazione grafica del processo di respirazione branchiale di un pesce osseo. Prima di lasciarvi, abbiamo una domanda da farvi… … i pesci… …BEVONO ?! Per rispondere a questa domanda è necessario distinguere tra pesci d’acqua salata e pesci d’acqua dolce: in effetti tutti i pesci ricevono acqua dalla bocca, trattenendone l’ossigeno grazie alle branchie, per poi espellerla di nuovo. Ma come si idratano dunque i pesci? I pesci d’acqua salata hanno liquidi corporei meno salini dell’acqua in cui vivono e corrono il rischio di disidratarsi se non bevono, quindi ingeriscono l’acqua di mare, espellono il sale in eccesso tramite speciali aperture nelle branchie o attraverso la digestione, e trattengono l’acqua di cui hanno bisogno. I pesci d’acqua dolce invece hanno liquidi corporei più salati rispetto all’acqua che li circonda e il loro corpo tende a trattenere questi liquidi che vanno invece espulsi; l’acqua ingerita viene portata ai reni che la trasformano in urina e la eliminano. Fine Ilaria Galli e Mariateresa Giglio Liceo classico “P. Galluppi” classe II D a.s. 2016/2017