tono e postura[1]bruschi - Corso di Laurea in Scienze Motorie e

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TONO E POSTURA
Un aspetto importante della percezione di sé è rappresentato dall’attività tonica e dal controllo della
postura. L’attività tonica, ancor prima di quella cinetica, è in stretto rapporto con la sfera affettiva. La
risposta tonica è il primo sistema comunicativo del bambino piccolo:
IPERTONIA DI RICHIAMO E IPOTONIA DI RILASSAMENTO.
La funzione tonica è sotto la costante dipendenza : delle influenze superiori e può essere modificata dalla
sfera psichica: le emozioni hanno per tessuto e per sostegno il tono muscolare.
L’equilibrio psichico regola:
• La postura
• Gli atteggiamenti
• Governa le relazioni non verbali tra gli individui.
Questa funzione è facilitata dalla capacità di rilassamento muscolare che, tra le altre cose, consente
l’educazione dei rapporti intersegmentari e l’inibizione delle contrazioni parassitarie che mascherano le
sensazioni profonde. La qualità dei movimenti è strettamente legata al tono muscolare e alla maturazione
nervosa: l’attività mal controllata del corpo, dopo una certa età, risente molto spesso dell’insufficienza nella
inibizione motoria che altera il controllo tonico.
1. PARATONIA: rigidità muscolare che influisce sulla postura e sulla discriminazione segmentaria. I
suoi legami con la funzione affettiva sono evidenti e si riferiscono alla relazione con gli altri.
2. SINCINESIA: dipende dall’incapacità di differenziazione segmentaria e tonica. Movimenti parassiti.
ATTIVITA’ TONICA: assicura il mantenimento dell’equilibrio ed è il basamento di ogni azione differenziata.
Due sono le manifestazioni che si riconoscono:
TONO DI RIPOSO: stato di tensione permanente sempre presente nel muscolo
TONO POSTURALE: tensione di atteggiamento contratto ed armonizzato dal gioco dei riflessi
antigravitari.
Il primo rappresenta il substrato sul quale si realizzano le attività posturali, il secondo rappresenta il
substrato sul quale si realizzano le attività motorie. Grazie a tali meccanismi si possono assumere
atteggiamenti, fissare posizioni, preparare movimenti.
“La funzione tonica produce uno stato di preparazione della muscolatura che la rende atta a molteplici
forme di attività. Il tono è modellato e mantenuto attraverso i riflessi di stiramento di origine midollare:
riflesso mio tattico da stiramento.”
LA POSTURA: il termine deriva dal latino “positura”, cioè “posizione”, “atteggiamento”. La base di
riferimento è la stazione eretta, in essa si riscontra la migliore situazione articolare, dovuta alla ottimale
disposizione degli assi di rotazione, per una postura economica e facilitante qualsiasi tipo di movimento. La
postura dipende anche dalle risposte individuali ai fattori ambientali e comportamentali; quindi, oltre ad una
postura oggettiva di riferimento, tipica della specie, esiste anche una postura che risente di influssi
soggettivi e caratterizza l’aspetto affettivo-emotivo. L’immagine di sé converge sempre in un modello
posturale. L’accomodamento posturale non è solo la risultante di una condizione meccanica dell’equilibrio
osteo-artro-muscolare, ma è anche l’espressione somatica della personalità dell’individuo, delle sue
abitudini comportamentali, delle sue valenze affettivo-relazionali, delle scoperte ambientali.
Chiaramente questa diversità individuale non deve mai contrastare con l’anatomia della colonna vertebrale
e con la fisiologia delle sue curvature. L’equilibrio viene garantito dall’aspetto neurofisiologico, cioè dai
riflessi senso motori deputati alla regolazione automatica del tono antigravitario. In tale meccanismo svolge
un ruolo importante l’informazione sensoriale propiocettiva e il livello percettivo ad essa associato. La
rottura delle sinergie muscolari equilibratrici si manifesta con alterazioni posturali, ogni disequilibrio provoca
la riorganizzazione di un nuovo equilibrio adattivo che altera le funzioni cinestesiche e la corretta
percezione di sé.
Riassumendo: questi sono i concetti che possono condurci ad una identificazione della postura:
1. Realizzazione di un preciso rapporto tonico-muscolare.
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2. E’ garantita dal tono posturale, cioè la catena delle tensioni minime che garantiscono l’azione
antigravitaria e preparano l’azione motoria.
3. E’ la più semplice delle situazioni neuromuscolari che presiede al mantenimento dell’equilibrio. Si
identifica con la capacità di controllare i punti di appoggio dell’apparato locomotore tramite
sensazioni precise. Consente l’immagine della verticalità.
4. Fornisce supporti agli atteggiamenti specifici e variazione di tono muscolare, che garantiscono la
realizzazione di gesti in situazione statica o dinamica.
5. Necessita della possibilità di far riferimento alle sensazioni provenienti dal proprio corpo nelle sue
esperienze di corpo operativo.
N.B:la postura si riassume in un atteggiamento economico, organizzato ed equilibrato del corpo. I
meccanismi neuromuscolari e psico-comportamentali che la sostengono, condizionati dalle reazioni
gravitazionali e relazionali della specie, facilitano il corretto assetto corporeo e danno sostegno
all’attività muscolare fasica nell’esecuzione degli atti motori.
Pof. Tosi: la normale postura prevede che i segmenti siano, di norma, l’uno sul prolungamento
dell’altro, fatta eccezione per il piede che è a 90° rispetto alla gamba; ciò determina il miglior rap porto
intersegmentario, la miglior disposizione muscolare e il minor dispendio energetico. A partire da questo
atteggiamento assume importanza la conoscenza delle ampiezze angolari, raggiungibili nei vari
movimenti segmentari e la conoscenza soggettiva delle situazioni attive raggiungibili rispetto alla
normale postura. Questo dato permetterebbe l’interiorizzazione delle possibilità-impossibilità di
movimento riferite ai diversi rapporti intersegmentari. E’ importante conoscere, a partire dalla normale
postura antigravitaria, quali sono i possibili rapporti tra i segmenti contigui del corpo umano.
Muscolatura antigravitaria:
muscolatura tonica (non fasica) cioè non deputata È disposta lungo tutto il piano dorsale. Sfrutta le
al movimento
ampie fasce connettive comprese nella catena
muscolare, che alleviano il carico gravitario e
collegano le contrazioni muscolari distrettuali
Unità motorie da 180 fibre
Il meccanismo principale di regolazione è
motoneuroni piccoli
rappresentato dall’INFLUSSO MIOTATTICO; grazie
assoni sottili
ad esso viene garantita la costante e continua
maggior frequenza a bassa soglia (facilità di tensione tonico-posturale.
reclutamento)
Facilita e prepara la contrazione fasica che
maggiore concentrazione di fibre rosse
consente il movimento
Muscoli corti monoarticolari
Risente
dell’influsso
affettivo-emotivo
che
Muscoli lenti e resistenti
condiziona l’assunzione di atteggiamenti
Un ultimo richiamo è doveroso verso l’incidenza che hanno i carichi di lavoro sulla postura. Questa
correlazione è molto importante per le conseguenze che ha sulla colonna vertebrale, in particolare sulla
pressione che si viene ad esercitare in corrispondenza del tratto lombare, all’altezza della 3’ vertebra.
Tale pressione, se non controllata e costantemente attenuata, può dare origine alle discopatie tipiche
della porzione rachidea bassa. Secondo una ricerca di Nachemson risultano i seguenti carichi riferiti
alla stazione eretta, nelle differenti posizioni.
PRESSIONI SULLA 3’ LOMBARE NELLE VARIE STAZIONI
KG 15
Decubito
supino
KG 45
Decubito
laterale
KG 60
Stazione eretta
KG 90
KG 84
Stazione eretta, Stazione
busto inclinato seduta
in avanti
KG 111
Stazione
seduta, busto
inclinato
in
avanti
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PRESSIONI SULLA 3’ LOMBARE IN ALCUNI ESERCIZI
KG 21
decubito supino con
gambe flesse poggiate
su un panca
KG 60
Stazione eretta
KG 90
Decubito supino
gambe elevate
tese avanti
KG 108
Decubito prono,
iperestensione
gambe e tronco
KG 126
Decubito supino,
semichiusura a
portafoglio con
cosce a 90° sul
busto
VARIAZIONI CON KG 10 DI SOVRACCARICO
KG 60
Stazione eretta
KG 200
KG 400
KG 700
Stazione eretta, busto Stazione eretta, busto Stazione eretta, busto
inclinato avanti, 10 kg in inclinato 90°, 10 kg in inclinato avanti a 90°,
mano
mano
atto di sollevare un
carico di 10 kg
Lavoro estrapolato da “L’educazione fisica”-ed. Piccin
Le variazioni del carico, al variare delle stazioni, aumentano notevolmente se si aggiunge un
sovraccarico artificiale. Bisogna, allora, conoscere quali sono, per le attività con pesi esterni, le
posizioni e gli atteggiamenti che aiutano l’azione pressoria dei dischi vertebrali. Ne consegue che il
controllo posturale è necessario per l’atleta di alto livello come per l’adolescente che inizia il
potenziamento muscolare. Il gesto atletico comporta azioni di forza, velocità e rapidità e si realizza con
leve svantaggiose che inducono aumenti notevoli del carico.
N.B. la caratteristica biomeccanica del corpo umano è quella di possedere leve svantaggiose che
rendono il braccio di potenza sempre inferiore a quello di resistenza.
Secondo Pivetta è bene seguire alcune indicazioni che guidino la ricerca della giusta postura in
determinate attività:
1. IMPEDIRE L’ANTIVERSIONE DEL BACINO. In talune attività di potenziamento, questo
accorgimento impedisce che la colonna vertebrale venga sollecitata in lordosi. Si può attuare
scaricando con angoli di lavoro opportuni l’azione del muscolo ileo-psoas, che si inserisce sui
processi trasversi delle vertebre lombari.
Ad es. nella ginnastica addominale in decubito supino è bene chiudere l’angolo tra la coscia e il
busto facendo appoggiare le gambe su una panca
Nel potenziamento dei muscoli dorsali non è corretto richiedere della iperestensioni del tronco
nel decubito prono, è meglio partire da una posizione di busto inclinato avanti: atleta disteso su
una panca o su un tavolo con il busto fuori, per giungere all’orizzontale senza aumentare la
lordosi.
Quando il busto è in posizione inclinata avanti e ci si deve sollevare è bene abbassare il
baricentro, piegando gli arti inferiori, per poi sollevarsi, oppure, per gli atleti che hanno un buon
controllo corporeo,contrarre i retti addominali, azione di difesa tendente a stabilizzare il bacino e
ad impedire l’antiversione. Il piegamento delle gambe diviene indispensabile quando si
sollevano dei carichi, anche se di entità minima. Secondo vari autori, la colonna vertebrale può
sopportare un carico massimo di circa kg 1000, che coincide con il carico di rottura. Tale carico
si riduce a kg 800 prima dei 40 anni, kg 450 dopo i 40 anni. Le conoscenze degli aspetti
posturali non deve essere sottovalutata in certe metodiche di allenamento.
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INDICAZIONI DIDATTICHE
Gli esercizi di percezione del proprio corpo sono importanti tra i 5/7 anni e devono essere associati alla
verbalizzazione. Nella tappa del CORPO PERCEPITO il bambino va verso la presa di coscienza
discriminativa dei vari segmenti corporei e l’associazione dei dati cinestesici ai dati visivi, acustici, tattili è
fondamentale; la verbalizzazione è un esempio di associazione tra simbolo verbale e sensazione
propiocettiva.
Successivamente, tra i 7/12 anni, tappa del CORPO RAPPRESENTATO, la presa di coscienza della
segmentalità corporea permette, pur nell’atteggiamento globale del corpo, la più precisa localizzazione dei
movimenti segmentari parziali. Viene anche raggiunta l’indipendenza degli arti sia delle cinture pelvica e
scapolare che dell’asse corporeo longitudinale.
L’aggiustamento tonico-posturale può allora divenire controllato grazie al rilassamento muscolare
volontario di ogni singolo segmento. L’eliminazione delle tensioni muscolari diventa difficile se manca una
immagine di sé strutturata e consolidata. Tutti i metodi che richiedono la rappresentazione mentale non
possono essere attivati prima dei 10-11 anni.
La richiesta di rilassamento discriminativo, che consente le reazioni toniche solo dei muscoli agonisti,
richiede una raffinata percezione dei segmenti corporei. Da questi presupposti deriva l’assunzione di una
postura economica e controllata; l’irrigidimento posturale non è una norma ma è sinonimo di cattiva
conoscenza del proprio corpo. Il controllo tonico agisce sulle sinergie agonisti-antagonisti che regola
l’esecuzione di un atto motorio: allo stato di tensione dei muscoli che eseguono il movimento deve
coincidere la decontrazione dei muscoli opposti e, in generale, dei muscoli non implicati nel gesto eseguito.
L’educazione tonico-posturale deve prevedere delle stazioni di contrazione-decontrazione, azionedistensione e delle situazioni di mobilizzazione segmentaria. L’assunzione di stazioni diverse permette di
concentrare l’attenzione sull’azione del peso corporeo rispetto ai singoli segmenti.
Stazione decubito:permette di scaricare tutto il corpo dall’azione gravitaria e consente la focalizzazione del
lavoro sugli arti.
Stazione seduta:permette di percepire l’azione della forza peso sul busto.
Stazione quadrupedica:distribuisce il peso corporeo anche sugli arti superiori e sensibilizza l’azione dei
muscoli periarticolari della scapolo-omerale (appoggio-spinta)
Stazione ginocchio:permette il collegamento percettivo tra tronco e cintura pelvica limitando l’azione della
coxo-femorale ed eliminando l’azione della tibio-tarsica.
Le sensazioni cinestesiche, riferite alla postura, vengono agevolate dalla interiorizzazione delle
informazioni provenienti dal lavoro in diverse situazioni.
Le attività di educazione tonico-posturale non devono avere una lunga durata nel corso delle sedute di
educazione motoria, vanno inserite in brevi movimenti, intensi e partecipativi e vissute come un gioco nel
quale sperimentare la coscienza del proprio corpo. Il ripasso più grande deve vedere tali situazioni come
un momento di ristoro e di controllo volitivo del corpo. Anche le esercitazioni ritmiche agevolano il controllo
della contrazione-decontrazione.
METODOLOGIA:
ESPLORAZIONE-CONOSCENZA-COSCIENZA
(mobilizzazioni globali e segmentarie, contrazione e decontrazione, senso di peso)
GIOCO CORPOREO
(distensioni, rotolamenti, scivolamenti, andature, rullate, capovolte)
TIPOLOGIA DEGLI ESERCIZI
(uso di stazioni diverse, mobilizzazioni)
Lavoro estrapolato da “L’educazione fisica”-ed. Piccin
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