ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Studio su comportamenti e abitudini alimentari dei cittadini ferraresi (II fase). Valutazione dell’esposizione a contaminanti ambientali presenti negli alimenti Maria Eleonora Soggiu (a), Anna Bastone(a), Caterina Vollono (a), Mascia Masciocchi (a), Grazia Rago (b), Cinzia Sellitri (c), Fabio Galati (c) (a) Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria (b) Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (c) Servizio Informatico, Documentazione, Biblioteca e Attività Editoriali ISSN 1123-3117 Rapporti ISTISAN 08/2 Istituto Superiore di Sanità Studio su comportamenti e abitudini alimentari dei cittadini ferraresi (II fase). Valutazione dell’esposizione a contaminanti ambientali contenuti negli alimenti. Maria Eleonora Soggiu, Anna Bastone, Caterina Vollono, Mascia Masciocchi, Grazia Rago, Cinzia Sellitri, Fabio Galati 2008, 49 p. Rapporti ISTISAN 08/2 Nel presente rapporto sono discussi i risultati della seconda rilevazione stagionale (primavera-estate 2005) dell’indagine alimentare realizzata a Ferrara. I risultati relativi alla rilevazione effettuata nel periodo autunno-inverno 2004 sono stati presentati in un precedente rapporto (Rapporti ISTISAN 07/3). Vengono analizzate le informazioni rilevate su tipologia, quantità e frequenza dei cibi consumati da un campione rappresentativo della popolazione residente e vengono discusse le differenze, per età e sesso, dei pattern alimentari che caratterizzano i due periodi stagionali di rilevazione. I risultati ottenuti dall’intero studio consentono di sviluppare un modello stocastico per la stima dell’esposizione a contaminanti presenti negli alimenti. Una prima stima è stata effettuata sul gruppo delle diossine presenti negli alimenti di origine animale confermando l’elevata esposizione della popolazione a questi contaminanti. Parole chiave: Abitudini alimentari, Valutazione dell’esposizione, Diossine, Studi di popolazione, Gestione del rischio Istituto Superiore di Sanità Study on the eating habits of the population of Ferrara (phase II). Assessment of exposure to environmental contaminants in food. Maria Eleonora Soggiu, Anna Bastone, Caterina Vollono, Mascia Masciocchi, Grazia Rago, Cinzia Sellitri, Fabio Galati 2008, 49 p. Rapporti ISTISAN 08/2 (in Italian) This report describes the results of the second phase of a study carried out in spring-summer 2005 on the eating habits of the population of Ferrara. The results of the survey conducted in autumn-winter 2004 were published in a previous report (Rapporti ISTISAN 07/3). Information is provided on the type, quantity and frequency of consumption by age and gender in a representative sample of the population. The results are also compared with those obtained in the previous phase. The data collected by the two surveys allowed a stochastic model to be developed for assessing exposure to environmental contaminants in foods. A preliminary estimate of the dietary intake of dioxins is provided, revealing the high levels of exposure to these contaminants in the study population. Key words: Alimentary habits, Exposure assessment, Dioxins, Population survey, Risk management Si ringraziano: Cosimo Marino Curianò (Settore Attività Editoriali) per il disegno e il progetto grafico del questionario e del diario settimanale usato per l’indagine di popolazione; Susanna Satalia per la preziosa collaborazione fornita nella fase di immissione dei dati raccolti nelle indagini di popolazione. Hanno collaborato allo studio: Alberto Bassi (Servizio Ambiente Comune di Ferrara), Caterina Malucelli, Claudia Roversi e Michele Siviero (Ufficio di Statistica del comune di Ferrara). Hanno effettuato le interviste: Maria Elena Abbate, Enrico Arzilli, Silvia Barutti, Luca Camattari, Evelina Dezza, Matteo Disarò, Carmen Gabrieli, Marco Gamberini, Rita Malagutti, Maria Chiara Martorana, Elena Ravanello, Sara Picone, Nicola Porta, Silvia Ronconi, Elena Scanelli, Elisa Zanca. Lo studio è stato condotto nell’ambito del progetto di ricerca ISS-Comune di Ferrara: “Lo studio dei comportamenti e delle abitudini dei cittadini ferraresi ai fini della valutazione dell’esposizione a contaminazione ambientale”. Per informazioni su questo documento scrivere a: [email protected]. Il rapporto è accessibile online dal sito di questo Istituto: www.iss.it. Citare questo documento come segue: Soggiu ME, Bastone A, Vollono C, Masciocchi M, Rago G, Sellitri C, Galati F. Studio su comportamenti e abitudini alimentari dei cittadini ferraresi (II fase). Valutazione dell’esposizione a contaminanti ambientali contenuti negli alimenti. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2008. (Rapporti ISTISAN 08/2). Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e Direttore responsabile: Enrico Garaci Registro della Stampa - Tribunale di Roma n. 131/88 del 1° marzo 1988 Redazione: Paola De Castro, Sara Modigliani e Sandra Salinetti La responsabilità dei dati scientifici e tecnici è dei singoli autori. © Istituto Superiore di Sanità 2008 Rapporti ISTISAN 08/2 INDICE Introduzione...................................................................................................................................... 1 Lo studio di Ferrara ....................................................................................................................... 3 3 Metodologia ............................................................................................................................. Analisi dei dati del quaderno individuale ............................................................................. 5 Frequenza di consumo dei pasti................................................................................................... 5 Composizione della dieta settimanale.......................................................................................... 5 Composizione dei pasti................................................................................................................ 7 Distribuzione dei consumatori per categoria di alimento ............................................................ 9 Frequenza di consumo degli alimenti .......................................................................................... 9 Analisi quantitativa degli alimenti consumati............................................................................... 10 Differenze tra la prima e la seconda rilevazione ................................................................ 12 Valutazione dell’esposizione alimentare a diossina e PCB .......................................... 14 Conclusioni ........................................................................................................................................ 17 Bibliografia ......................................................................................................................................... 20 Appendice A - Tabelle relative alla rilevazione ..................................................................... 23 Appendice B - Figure relative alla rilevazione ........................................................................ 31 i Rapporti ISTISAN 08/2 ii Rapporti ISTISAN 08/2 INTRODUZIONE Il presente lavoro descrive i risultati della seconda fase di un’indagine realizzata per rilevare le abitudini alimentari e i comportamenti di un campione rappresentativo di cittadini residenti nel comune di Ferrara di tutte le età e di entrambi i sessi. L’indagine è stata realizzata attraverso due rilevazioni campionarie effettuate in periodi stagionali diversi per evidenziare eventuali differenze del comportamento alimentare dovute all’influenza del clima e alla differente disponibilità di alimenti. La prima rilevazione è stata realizzata nel periodo autunno-inverno del 2004 e i risultati sono stati pubblicati in un precedente rapporto, a cui si rimanda per gli aspetti metodologici relativi all’intero studio (1). Nel presente rapporto, sono descritti i risultati della seconda rilevazione realizzata nei mesi di maggio e giugno 2005 (periodo primavera-estate). Parte di questa relazione è dedicata all’analisi delle variazioni di comportamento significative tra i due differenti periodi stagionali. Nell’ultimo capitolo vengono presentati i risultati di una simulazione effettuata per la stima dell’esposizione per ingestione alle diossine presenti negli alimenti di origine animale. Nella simulazione si fa riferimento ai dati di contaminazione alimentare europei raccolti in 10 paesi della comunità, tra cui l’Italia, nell’ambito della cooperazione scientifica istituita dal Consiglio della comunità europea, specificamente dedicata all’esame di questioni relative ai prodotti alimentari (2). La ricerca nasce da una collaborazione pluriennale tra l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il comune di Ferrara. Obiettivo dello studio è quello di acquisire conoscenze sulle abitudini e gli stili di vita dei cittadini ferraresi, al fine di evidenziare eventuali comportamenti che prefigurano elevati rischi di esposizione ad inquinanti ambientali e, conseguentemente, di individuare interventi mirati a ridurne l’esposizione. In Appendice A la Tabella A1 descrive le diverse fasi dell’intero studio iniziato a maggio del 2002 e conclusosi a giugno del 2005. Come è noto, l’esposizione personale a inquinamento ambientale è principalmente determinata dall’inalazione di aria contaminata e dall’ingestione di contaminanti presenti nei cibi. L’esposizione della popolazione, in qualunque modo si verifichi, risulta ampiamente variabile a causa dei comportamenti e abitudini individuali. Infatti, l’entità dell’esposizione ai contaminanti dipende dalla presenza e concentrazione degli inquinanti nei differenti media, e anche dal comportamento individuale, così, ad esempio, il tempo trascorso in ambienti chiusi o aperti, le attività svolte in luoghi differenti, l’abitudine a consumare specifici alimenti, la quantità consumata dell’alimento, sono alcune variabili comportamentali che contraddistinguono e diversificano l’esposizione nella popolazione. Ne segue che gli studi finalizzati alla comprensione e descrizione, qualitativa e quantitativa, dei comportamenti individuali svolgono un ruolo determinante per caratterizzare l’esposizione in una popolazione in modo più realistico e, conseguentemente, offrono una migliore conoscenza per identificare gli interventi idonei alla sua mitigazione (3). Allo scopo di effettuare una quantificazione dell’esposizione dei cittadini di Ferrara per via inalatoria e ingestiva sono state realizzate nel complesso quattro rilevazioni. Le prime due rilevazioni sono state dedicate alla raccolta di informazioni sulle attività giornaliere e i luoghi frequentati dagli individui della popolazione ferrarese (indagine inalatoria) (4, 5); le seconde due sono state finalizzate alla raccolta di informazioni sulle abitudini alimentari dei cittadini residenti sullo stesso territorio (indagine alimentare). Le rilevazioni hanno interessato campioni indipendenti di residenti selezionati allo scopo; per ciascuna indagine, ingestiva e inalatoria, sono state effettuate due rilevazioni in due periodi dell’anno caratterizzate da opposte condizioni climatiche per cogliere la variabilità di comportamento eventualmente influenzata dalle variabili stagionali (Tabella A1). 1 Rapporti ISTISAN 08/2 Le quattro rilevazioni sono state condotte con analoga metodologia, utilizzando questionari familiari, somministrati da intervistatori specificamente addestrati, e quaderni settimanali individuali autocompilati. Per l’indagine inalatoria, il questionario ha raccolto i dati relativi alla residenza della famiglia e sue caratteristiche, mentre il quaderno individuale ha registrato quotidianamente, per una settimana, i luoghi frequentati e le attività svolte nelle 24 ore da ciascuno dei soggetti del campione. Analogamente, nell’indagine alimentare, il questionario ha rilevato le abitudini alimentari di ciascuna famiglia (acquisti, marche dei prodotti, modalità di cottura, ecc) e il quaderno ha raccolto le informazioni sulle abitudini alimentari individuali (luogo, ora dei pasti, percezione dei rischi alimentari, porzioni usualmente consumate, ecc.) e nella sezione del diario, ha registrato, per la durata di una settimana, tipologia e relativa quantità degli alimenti consumati ad ogni pasto consumato. Per ogni rilevazione è stato estratto un campione random di 300 famiglie dall’anagrafe cittadina, prevedendo anche un analogo campione di famiglie per le eventuali sostituzioni. Ogni fase dello studio è stata realizzata su campioni di famiglie diversi tra loro, per ridurre al minimo l’entità dei rifiuti dovuti alla ripetitività e onerosità della compilazione. Lo studio ha raggiunto l’obiettivo di descrivere i comportamenti sia in termini di attività condotte e luoghi frequentati sia in termini di abitudini alimentari. L’analisi dei dati consente infatti di evidenziare le differenze esistenti tra gruppi, età-sesso, di popolazione e tra individui dello stesso gruppo, di identificare e quantificare la variabilità di comportamento nelle differenti stagioni e, infine, di descrivere quelle abitudini che configurano un maggiore rischio sanitario per esposizione a contaminanti presenti nell’aria ambiente e negli alimenti. Da ultimo, i pattern di attività e quelli di consumo alimentare, così ricostruiti, hanno consentito di sviluppare un modello matematico di simulazione per la valutazione dell’esposizione inalatoria e ingestiva. In questo rapporto si illustrano i risultati del modello di simulazione applicato per valutare l’intake di diossine dalla dieta nella popolazione studiata. 2 Rapporti ISTISAN 08/2 LO STUDIO DI FERRARA La prima parte del rapporto descrive i risultati della seconda rilevazione (maggio-giugno 2005) alimentare realizzata a Ferrara. In particolare, sono analizzati i dati relativi alle occasioni di consumo dei diversi alimenti rilevati dal diario individuale settimanale. L’analisi dei dati raccolti nel questionario, nel diario della spesa e nella parte generale del quaderno individuale riferita a questa rilevazione è riportata nel Rapporto ISTISAN 07/3 (1). La seconda parte del rapporto è dedicata al confronto delle variazioni di comportamento nei due diversi periodi stagionali di rilevazione. L’ultima parte del rapporto descrive la valutazione dell’esposizione per via ingestiva al gruppo delle diossine presenti in alcuni alimenti di origine animale. Metodologia La metodologia adottata nello studio è ampiamente descritta nel rapporto ISTISAN 07/3 (1). In sintesi, la rilevazione delle informazioni è stata effettuata in due periodi stagionali contrapposti (autunno-inverno e primavera-estate), avvalendosi di questionari, diari della spesa e quaderni individuali per raccogliere, rispettivamente, informazioni di carattere generale sulle abitudini alimentari delle famiglie, sui prodotti acquistati e, in modo particolareggiato, sul consumo individuale degli alimenti per un periodo di sette giorni. Tale approccio è stato già utilizzato in un precedente studio, realizzato nell’area ad alto rischio del Sulcis Iglesiente per stimare l’esposizione attraverso la dieta a metalli pesanti contenuti negli alimenti prodotti in loco (6). Il quaderno individuale dei consumi è stato autocompilato da ciascuno dei componenti del nucleo familiare. Per i minori di età inferiore a 14 anni e in tutti i casi di mancanza di autonomia del soggetto, è stato richiesto che la compilazione fosse effettuata da un componente adulto della famiglia. Il questionario generale sulla famiglia, è stato invece somministrato ad un componente adulto da intervistatori formati alle tecniche di rilevazione da personale dell’ISSattraverso un corso di due giorni. Gli intervistatori, oltre a somministrare il questionario, hanno fornito, ove necessario, supporto alle famiglie partecipanti alla rilevazione e hanno operato un primo controllo dei dati raccolti con il quaderno individuale dei consumi. Tutte le informazioni raccolte sono state inserite in un database costruito ad hoc, dopo la verifica della qualità dei dati. Ciascuna rilevazione ha riguardato due campioni di famiglie estratte random dall’anagrafe dei residenti: il primo, di 270 famiglie, rappresentativo delle famiglie ferraresi per composizione del nucleo familiare; il secondo di 30 famiglie, rappresentativo delle famiglie con almeno due minori al fine di consentire un’analisi adeguata dei gruppi dei bambini e degli adolescenti. Inoltre, sono stati selezionati con analoga metodologia e per ciascuna rilevazione, due campioni di famiglie supplenti per le eventuali sostituzioni in caso di irreperibilità o di rifiuto a partecipare da parte delle famiglie appartenenti al campione base originario. Il campione finale della seconda rilevazione alimentare risulta composto da 302 famiglie; di queste, 149 sono state sostituite con altrettanti nuclei appartenenti al campione di famiglie supplenti. Nella prima rilevazione, il campione finale è stato di 299 famiglie, delle quali 114 sono state sostituite. Nella seconda rilevazione, le famiglie che hanno completato il diario individuale settimanale risultano 300 contro le 297 della prima rilevazione. 3 Rapporti ISTISAN 08/2 La Tabella A2 descrive il campione di individui che ha completato la settimana di rilevazione del diario individuale. In particolare, sono stati considerati validi ai fini della rilei diari individuali compilati per almeno quattro giorni per un totale di 687 individui. Nella seconda rilevazione, si è ottenuta una maggiore adesione da parte del campione di famiglie, con il 97,5% di rispondenti, rispetto alla prima rilevazione, dove la partecipazione è stata dell’83%. Anche il numero di giorni di diario completati è superiore in questa seconda rilevazione, con il 99,5% del totale dei giorni contro il 96% della prima rilevazione. La maggiore adesione ottenuta nella seconda indagine è principalmente riconducibile al lavoro svolto dagli intervistatori che, in questa occasione, hanno operato un maggiore controllo e fornito un puntuale supporto alle famiglie durante la fase di compilazione del diario settimanale. Inoltre, durante il corso di addestramento degli intervistatori, operato dal personale dell’Istituto, sono state messe a punto e perfezionate tecniche volte a stimolare la partecipazione alla rilevazione dei soggetti selezionati. 4 Rapporti ISTISAN 08/2 ANALISI DEI DATI DEL QUADERNO INDIVIDUALE Frequenza di consumo dei pasti La frequenza di consumo dei pasti principali (colazione, pranzo e cena) e intermedi (spuntino, merenda e dopo cena) è stata rilevata attraverso un quesito generale posto nella parte generale del quaderno individuale e attraverso le informazioni sui pasti giornalieri riportate nel diario settimanale. La Tabella A3 riporta le frequenze di consumo dei pasti per ogni gruppo di età e sesso, come rilevato dai dati giornalieri del diario (parte A) e dalle risposte della parte generale (parte B). Come nella prima rilevazione, per tutti i gruppi, si nota un certo grado di discordanza tra dato “oggettivo”, ovvero quello rilevato attraverso l’analisi delle occasioni di consumo riportate nel diario settimanale, e dato “soggettivo”, quello dichiarato nel quesito generale del quaderno. In particolare, si nota una discordanza maggiore relativamente alla frequenza di consumo dei pasti secondari, spuntino, merenda e dopo cena, rispetto ai pasti principali, colazione, pranzo e cena. I maschi di tutti i gruppi di età sottostimano soggettivamente il consumo di questi pasti, mediamente del 10% per lo spuntino mattutino, del 13% per la merenda pomeridiana e del 15% per il dopo cena. Anche le femmine generalmente sottostimano il consumo di tali pasti ma in misura minore rispetto ai maschi. Le bambine e le adolescenti, invece, sovrastimano lo spuntino mattutino, e le sole bambine la merenda pomeridiana. Analogamente ai maschi, il pasto maggiormente sottostimato dalle femmine è il dopo cena, che viene consumato mediamente il 15% in più rispetto a quanto dichiarato. Per i pasti principali della giornata, colazione, pranzo e cena, le differenze sono più contenute, anche se, quasi sempre, il dato soggettivo sottostima il dato osservato riferito alle effettive occasioni di consumo così come riportate nel diario individuale giorno per giorno. Una differenza evidente si nota tra i due sessi relativamente al luogo di consumo dei pasti, riportato nel diario individuale. Le femmine consumano un numero maggiore di pasti in casa rispetto ai maschi, con il 77% contro il 71%. Circa il 10-11% dei pasti, per femmine e maschi rispettivamente, sono consumati sul luogo di lavoro o a scuola. In questa percentuale sono inclusi i pasti consumati nelle mense, e che rappresentano il 2-3%, gli spuntini che si consumano a scuola, e i pranzi che si consumano a lavoro ma non a mensa, ovvero i pasti a base di cibi portati da casa. Circa il 6% dei pasti delle femmine e l’8% dei pasti dei maschi vengono consumati al bar e in pasticceria, mentre circa il 5% è consumato a casa di parenti e amici. Quest’ultimo dato si rileva con maggior frequenza nei gruppi più giovani, bambini e adolescenti, i cui genitori verosimilmente non rientrano a casa dal lavoro all’orario dei pasti. I pasti consumati al ristorante, in pizzeria o trattoria rappresentano percentuali del 2% nelle femmine e del 3.5% nei maschi. Composizione della dieta settimanale Ogni occasione di pasto (ovvero ogni preparazione semplice o composta), riportata nel diario individuale, è stata inserita nel database riferendola ad una specifica categoria alimentare di appartenenza, così come descritto nella Tabella A4. Mediamente, su tutta la popolazione campionata, le bevande rappresentano circa il 29% di tutte le occasioni di consumo, altro rappresenta il 14%, la frutta il 10%, latte e formaggi, verdure e ortaggi e dolci rappresentano 5 Rapporti ISTISAN 08/2 ciascuno circa il 9%, i primi piatti (pasta asciutta, pasta ripiena e riso) rappresentano circa il 6% delle occasioni di consumo, la carne il 5%, i salumi un po’ più del 3%, mentre il pesce è leggermente inferiore al 2%. Legumi e uova separatamente non raggiungono 1%. Sulla base di questa classificazione è stata analizzata la composizione della dieta settimanale per ogni gruppo età-sesso, come illustrato nella Figura B1, in cui sono riportate le percentuali di composizione della dieta settimanale di ogni gruppo, calcolate come numero di occasioni di consumo della specifica categoria di alimento sul totale delle occasioni di consumo della settimana. Le categorie di alimenti con le percentuali più elevate di occasioni di consumo sono le bevande, altro, i dolci, la frutta, il latte e derivati, la verdura e gli ortaggi, la pasta asciutta. Con tali alimenti si copre più dell’80% delle occasioni di consumo di alimenti. Le bevande rappresentano, per tutti i gruppi e come per la prima rilevazione, la percentuale più elevata di occasioni, mediamente corrispondente al 25%, con valori che raggiungono e superano anche il 30% negli adulti. Tra tutte le bevande consumate, nei gruppi giovani, da 1 a 18 anni, l’acqua rappresenta il 72-77% delle occasioni di assunzione di bevande, mentre il 2327% è rappresentato da tè, coca cola, camomilla e altre bevande. Nelle femmine adulte, l’acqua rappresenta il 49% delle occasioni di bere, mentre il caffè rappresenta quasi il 30% e il vino circa l’8%; le altre bevande rappresentano il 14% delle occasioni di bere. Nei maschi adulti, l’acqua rappresenta il 40,5%, il caffè il 30%, il vino raggiunge il 14% delle occasioni (valore più alto che nelle femmine), mentre tutte le altre bevande rappresentano circa il 16% di tutte le occasioni. Nei gruppi più anziani, oltre i 65 anni, l’acqua rappresenta il 56% delle occasioni di bere nelle femmine e il 45% nei maschi; il vino è assunto in misura maggiore dai maschi rappresentando il 28,5% delle occasioni di bere rispetto al 14,5% delle femmine; il caffè corrisponde a circa il 18% delle occasioni nelle femmine e al 21% nei maschi; le altre bevande rappresentano rispettivamente l’11,5% per le femmine e il 5,5% per i maschi. L’analisi delle altre categorie è stata eseguita scorporando il consumo di bevande dal totale delle occasioni di consumo. Il consumo della categoria di alimenti altro è mediamente del 19%. I gruppi giovani, maschi e femmine, mostrano un consumo variabile dal 14% al 20%; i gruppi adulti di entrambe i sessi presentano un consumo compreso tra il 18% e 20%, mentre la popolazione più anziana mostra il consumo più alto raggiungendo il 23% e il 24%, rispettivamente nelle femmine e nei maschi. I dolci rappresentano mediamente il 14% del contributo alla dieta settimanale. Percentuali variabili tra il 14% e 20% sono attribuite ai gruppi giovani. Per gli adulti le percentuali variano tra il 12% e il 14%, per gli anziani tra il 6% e l’8%. La frutta rappresenta circa il 14% della dieta nelle femmine e il 13% nei maschi. Il consumo più elevato si ha negli anziani che raggiungono valori del 17%. Il latte e i derivati rappresentano il 13% della composizione percentuale della dieta settimanale, con valori che variano dal 16% al 17% nei bambini, dall’11% al 12% negli anziani. In particolare, questa categoria di alimenti è rappresentata principalmente dalle occasioni di consumo di latte. A questo alimento si riferiscono percentuali variabili dal 50% al 72%, con le percentuali più basse associate ai gruppi di adulti, e le più alte ai bambini. Il consumo di formaggio rappresenta percentuali variabili dal 14% al 33%, là dove, diversamente dal latte, le percentuali più elevate sono riferite ai gruppi adulti. Altro alimento appartenente a questa categoria è lo yogurt con percentuali comprese tra il 10% e il 23% di consumo di questa categoria. Nell’analisi per età, gli adulti risultano essere i maggiori consumatori di yogurt e tra i sessi si registra un consumo più elevato da parte delle femmine. La pasta asciutta rappresenta l’8% della composizione della dieta settimanale con un consumo leggermente inferiore nelle femmine. Le variazioni sono contenute e vanno dal 6%, nelle femmine adulte, al 10% dei bambini. 6 Rapporti ISTISAN 08/2 Il consumo di pasta ripiena rappresenta circa l’1% della dieta settimanale ed è piuttosto costante per tutti i gruppi di popolazione. Il riso copre poco più dell’1% della dieta settimanale, con bassa variabilità tra i gruppi; solo i maschi anziani raggiungono valori di quasi il 2% e, in generale, i maggiori consumatori di questo alimento risultano essere gli adulti. Il consumo di carne rappresenta mediamente circa il 7% della dieta, con variazioni minime tra i diversi gruppi di popolazione; i maschi mostrano un consumo leggermente superiore alle femmine. I legumi rappresentano per tutti i gruppi meno dell’1% della dieta settimanale con variazioni minime tra gruppi. Le minestre rappresentano circa il 2%; i maggiori consumatori sono i bambini maschi e femmine con valori che raggiungono il 4,7%. I contorni, che includono sia vegetali a foglia sia ortaggi, rappresentano quasi l’11% della dieta settimanale. I minori consumatori risultano essere i gruppi dei bambini e degli adolescenti, mentre gli adulti ne risultano i maggiori consumatori e tra questi, in particolare, le femmine. Il consumo di pesce rappresenta poco più del 2% della dieta settimanale, con minime variazioni tra gruppi. Mediamente i maschi sono maggiori consumatori rispetto alle femmine. I piatti diversi rappresentano il 3% con variazioni che vanno da circa l’1% degli anziani al 4% degli adulti e degli adolescenti, maschi e femmine I salumi rappresentano circa il 5% della dieta settimanale. I maggiori consumatori ne sono i maschi adolescenti che raggiungono il 6%, mentre i minori consumatori sono i bambini, maschi e femmine, tra 1 e 5 anni che rimangono sotto al 3%. Le uova, come nella prima rilevazione, sono la categoria che presenta la più bassa percentuale di consumo in ogni gruppo. Il consumo di questo alimento ruota intorno a valori inferiori all’1%; solo i gruppi di bambini 6-10 anni e gli anziani mostrano un consumo pari all’1%. Composizione dei pasti L’analisi dei dati registrati nel diario giornaliero consente di caratterizzare la composizione di ognuno dei pasti per categorie di alimento. I risultati, per ogni gruppo età-sesso, sono espressi graficamente nelle Figure B2-B7. Analogamente, è stato analizzata la ripartizione di ogni categoria di alimento tra i diversi pasti come illustrato nelle Figure B8-B13. Di seguito si discute brevemente la costituzione dei pasti per categorie di alimento come composizione media dei due gruppi maschi e femmine. Le differenze esistenti per gruppi di età si evincono dalle Figure presentate in Appendice B. Il pasto della colazione è costituito, per tutti i gruppi età-sesso, da 5 principali categorie di alimenti, ovvero latte, dolci, bevande, pane e fette biscottate, frutta. Il latte rappresenta sicuramente la componente maggiormente presente, con una percentuale media rispettivamente del 33% e 32% per femmine e maschi. I dolci rappresentano il 30% delle occasioni di consumo, le bevande circa il 17,5% per le femmine e il 16% per i maschi; la categoria altro è maggiormente consumata dai maschi con circa il 17%, mentre per le femmine rappresenta il 15%. La frutta copre poco più del 4% delle occasioni per maschi e femmine. Lo spuntino mattutino presenta una composizione di alimenti analoga alla colazione, con l’inserimento di altre categorie quali i piatti diversi e i salumi. I diversi sono rappresentati, nella maggior parte dei casi, da panini o tramezzini farciti la cui composizione non viene specificata. Là dove la composizione è stata specificata, le differenti componenti sono state iscritte nelle corrispondenti categorie di alimenti (es. pane + salame = “altro” e “salumi”). 7 Rapporti ISTISAN 08/2 Le categorie principalmente presenti, in questo pasto, sono le bevande che rappresentano il 26-27% delle occasioni; altro corrisponde al 22,5% delle occasioni per i maschi e al 25% per le femmine; la frutta rappresenta il 20% delle occasioni di spuntino per le femmine e il 18% per i maschi, i dolci il 15% e il 13% rispettivamente per femmine e maschi. Il consumo di latte è di circa l’8% per entrambe i sessi, mentre il consumo di salumi è più alto nei maschi con il 7,5% contro il 5% delle femmine. I diversi sono presenti solo nel gruppo maschile e rappresentano il 2,3% delle occasioni durante lo spuntino. Il pasto della merenda è composto da dolci, frutta, piatti diversi, altro, salumi, latte e bevande. Il consumo di dolci presenta la percentuale più alta con il 26% sia nelle femmine sia nei maschi; le bevande sono maggiormente consumate dai maschi con il 26% delle occasioni, mentre per le femmine il valore è del 22%. La frutta rappresenta il 17% e il 21% del consumo a merenda nei maschi e nelle femmine rispettivamente. Il consumo di altro è del 13% per le femmine e del 15% per i maschi, il consumo di latte è del 12,5% nelle femmine e del 10,5% nei maschi; salumi e diversi rappresentano percentuali contenute non superiori al 3% in entrambi i sessi. Gli stessi alimenti sono i costituenti principali anche del dopo cena, dove le bevande coprono il 28-33% del consumo rispettivamente per i maschi e per le femmine. I dolci sono largamente consumati da tutti, rappresentando il 33-34% delle occasioni di pasto del dopo cena. Il latte raggiunge il 20% nelle femmine e il 23 nei maschi; la frutta è maggiormente consumata dai gruppi maschili con il 13% rispetto al 9% delle femmine. Il consumo di altro è per questo pasto presente ma limitato al 2-4% e i salumi sono presenti solo nei gruppi femminili in percentuale inferiore all’1%. Nella composizione del pranzo e della cena sono incluse tutte le categorie di alimenti considerati. La percentuale di occasioni per le diverse categorie di alimenti mette in evidenza alcuni comportamenti quali la maggiore preferenza al consumo di pasta a pranzo (14%) rispetto alla cena (4-4,6%), mentre, al contrario, la carne viene maggiormente consumata a cena (9-10% contro 5,5-6%). Le verdure e gli ortaggi mostrano un consumo maggiore a cena (14-13% rispetto a 10-9%); la categoria altro è consumata sia a pranzo (12%), sia a cena (13%) con variazioni minime tra i pasti. La frutta è consumata allo stesso modo a pranzo e a cena nella misura del 10% per le femmine e del 9% per i maschi. Il consumo di formaggi è simile nei due pasti e rappresenta circa il 4% delle occasioni per entrambe i sessi. I salumi sono maggiormente consumati a pranzo con circa il 4% per le femmine e il 5% per i maschi, mentre a cena tali percentuali scendono al 3% per i due gruppi. Nei pasti principali, i piatti diversi sono costituiti, per la maggior parte, da piatti misti di verdure, carne, pesce, formaggi e dalle pizze farcite in vari modi. I piatti diversi sono maggiormente presente nel pasto serale con valori di consumo del 4% per femmine e maschi, mentre scende a circa l’1% a pranzo. Le minestre mostrano un analogo andamento di consumo per il pranzo e per la cena, con circa il 2% delle occasioni per entrambe i sessi. Il pesce è preferibilmente consumato a cena, ed è presente nella composizione del pasto con valori di circa il 4% per i maschi e del 3% per le femmine, mentre a pranzo le occasioni di consumo di questo alimento rappresentano circa il 2% per entrambe i gruppi. I dolci vengono consumati un po’ di più a cena, arrivando a rappresentare circa il 3% delle occasioni per femmine e maschi; a pranzo il consumo è superiore nelle femmine (2,7%) rispetto ai maschi (2%). Il riso viene principalmente consumato a pranzo nella misura del 2%; mentre a cena il suo consumo si dimezza sia per le femmine sia per i maschi. La pasta ripiena è consumata quasi esclusivamente a pranzo con percentuali comunque basse attorno all’1%; i legumi mostrano un analogo consumo nei due pasti principali e comunque rappresentano meno dell’1% delle occasioni di pasto totali. Le uova sono consumate limitatamente con percentuali intorno all’1%, leggermente superiori a cena, mentre a pranzo non raggiungono tale percentuale. 8 Rapporti ISTISAN 08/2 Le bevande rappresentano il 28% delle occasioni per i maschi sia a pranzo sia a cena; per le femmine tali percentuali sono leggermente inferiori con il 26% a cena e 27% a pranzo. Distribuzione dei consumatori per categoria di alimento Gusto personale, tradizioni culturali, stato di salute sono alcune delle motivazioni che determinano un’ampia variabilità di consumo degli alimenti nella popolazione generale. Nella Tabella A5 si descrive la distribuzione relativa alla percentuale di consumatori per ciascuna categoria di alimento, ottenuta dalla frequenza di consumatori di ogni gruppo età-sesso. Il valore medio dei consumatori di ogni categoria è ottenuto dalla frequenza media di consumatori di ogni gruppo. I legumi, le minestre, la pasta ripiena, il riso, i piatti diversi, il pesce e le uova non sono mai consumate da tutti i componenti di ciascuno dei gruppi età-sesso, come mostra il 95° percentile che non raggiunge mai 100. In particolare, i legumi sono consumati mediamente dal 25% dei rispondenti, e solo in un gruppo (maschi over 65 anni) si raggiunge un valore più elevato di consumatori pari al 36%. Le minestre sono consumate da circa il 57% dei rispondenti (i maggiori consumatori sono i maschi di 1-5 anni con il 91%), il riso dal 58% degli individui (75% le femmine del gruppo d’età 6-10 anni), la pasta ripiena dal 38% (52% dei maschi di 6-10 anni), i piatti diversi dal 76% (97% delle femmine di 11-18 anni), il pesce dal 74% (87% dei maschi di 6-10 anni) e le uova dal 45% (75% delle femmine di 6-10 anni). Tranne i salumi, tutti gli altri alimenti sono consumati mediamente da più del 90% della popolazione. Le bevande, ovviamente, sono consumate dal 100% degli appartenenti a tutti i gruppi età-sesso. Frequenza di consumo degli alimenti Il dato registrato nel diario individuale settimanale consente di stimare la periodicità con cui vengono consumati i diversi alimenti, fornendo interessanti informazioni sui comportamenti dei gruppi e dell’intera popolazione. La distribuzione della periodicità per le diverse categorie di alimento è riportata nella Tabella A6, ed è calcolata a partire dai valori medi di periodicità di consumo dei diversi gruppi età-sesso. Gli alimenti consumati mediamente più di una volta al giorno sono altro (pane, cereali) e le bevande; le categorie che presentano una frequenza giornaliera sono le verdure, i dolci, la frutta, il latte e i formaggi. La pasta asciutta e la carne vengono assunti con una periodicità leggermente più elevata di quella giornaliera e la variabilità del consumo tra i vari gruppi appare contenuta arrivando ad una periodicità massima di 2 giorni. Vi sono, inoltre, altri alimenti che vengono consumati con periodicità elevate. Tra questi si evidenziano i legumi consumati mediamente ogni 22 giorni, ma con periodicità che possono arrivare anche a 37 giorni come è mostrato dal 95° percentile della distribuzione. La pasta ripiena e le uova sono alimenti caratterizzati da periodicità di consumo elevate, che possono arrivare, in alcuni gruppi, a 26-29 giorni. Le minestre e il riso sono consumati mediamente quasi 1 volta a settimana, mentre in alcuni gruppi si arriva ad un consumo ogni due settimane. Il pesce è mediamente consumato ogni 5 giorni e, nei casi estremi, ogni 8 giorni; i piatti diversi mediamente ogni 5 giorni, arrivando anche a periodicità di 11 giorni. I salumi mostrano una variabilità contenuta avendo una periodicità media di 2 giorni e arrivando al massimo a 3 giorni. Il confronto di questo dato oggettivo con le risposte fornite dai partecipanti nella parte generale del diario in un quesito relativo alla frequenza di consumo di alcune categorie di 9 Rapporti ISTISAN 08/2 alimenti (dato soggettivo), mette in evidenza una concordanza per quegli alimenti che hanno un consumo giornaliero. Infatti le frequenze soggettive e oggettive concordano per quel che riguarda le categorie altro, bevande, carne, pasta, dolci, verdure/ortaggi, frutta, latte e derivati, salumi. Per alcune di queste, il dato soggettivo sovrastima leggermente il consumo, come ad esempio per la frutta, il cui consumo dichiarato è di circa 2 volte al giorno, mentre il consumo riportato nel quaderno individuale risulta leggermente inferiore. Per quelle categorie di alimenti che vengono consumate con una frequenza inferiore, il dato soggettivo si discosta dal dato oggettivo in modo più evidente. Il caso più eclatante è quello riferito ai legumi il cui consumo viene dichiarato di una volta a settimana, mentre quello riportato nel diario è di 19 e 24 giorni, rispettivamente per le femmine e i maschi. Similmente, per le uova i due dati non concordano, essendo la frequenza dichiarata di una volta a settimana e quella reale di circa 1 volta ogni 2 settimane. Anche per le minestre e il pesce il consumo reale risulta inferiore a quello dichiarato nel quesito generale, con una periodicità più lunga di circa 2-3 giorni per le minestre e di 1 giorno per il pesce. Analisi quantitativa degli alimenti consumati La compilazione del diario relativa ai consumi individuali giornalieri richiedeva di riportare, oltre la tipologia di alimento, anche la quantità consumata. Tale quantificazione è stata espressa in diverse forme quali numero di unità consumate (es. biscotti, fette biscottate, succhi di frutta, frutta, bicchieri di bevanda), oppure in peso (es. 50 grammi di pasta, 100 grammi di carne, ecc.). Inoltre, nei casi in cui il rispondente non era in grado di indicare il peso delle quantità consumate, si è chiesto di riportare un’indicazione più generica espressa in termini di porzione media, piccola o grande. La definizione della porzione consumata era agevolata da alcune immagini riportate nella parte generale del diario che riproducono le porzioni, piccole, medie e grandi, degli alimenti più frequentemente consumati. Le immagini sono state tratte dall’Atlante Alimentare dell’Istituto Scotti Bassani (7). Successivamente all’inserimento nel data base dei dati così come espressi dal rispondente, è stata operata la trasformazione in peso di tutte le quantità di alimento consumate. Nelle Figure B14 e B15 sono rappresentate le distribuzioni delle quantità di alimento per le categorie considerate consumate da ogni gruppo età-sesso, avendo preso in considerazione i soli giorni di consumo dell’alimento. Le quantità sono espresse in grammi/giorno. La Tabella A7 riporta i valori medi delle quantità di alimento consumate, da ogni singolo gruppo età-sesso, espresse sia in grammi per occasione (g/occ), sia in grammi/giorno (g/die). Le quantità, espresse in g/occ, mostrano una variabilità contenuta tra i diversi gruppi. Le maggiori variabilità sono riferite agli alimenti consumati con minor frequenza quali i legumi (30%), la pasta ripiena (30%), le uova (21%) e le minestre (19%). Il coefficiente di variazione della distribuzione degli altri alimenti varia tra il 6% e il 16% ad eccezione delle bevande per le quali, anche le quantità consumate per ogni singola occasione, mostrano un coefficiente di variazione del 21%. Maggiore variabilità è invece mostrata dalle quantità giornaliere dove le minestre e la pasta ripiena arrivano ad avere un coefficiente di variazione del 51% e 52% rispettivamente. I legumi e i secondi diversi variano tra gruppi del 38% e 44%, i dolci del 35%, le uova del 40%. Gli altri alimenti hanno variabilità comprese tra il 21% e 28%. Le bevande mostrano la variabilità più contenuta intorno al 18%. Mediamente, le bevande coprono il 50% delle quantità ingerite quotidianamente. L’acqua costituisce in peso la percentuale maggiore di bevande consumate con percentuali dell’84% 10 Rapporti ISTISAN 08/2 nelle fasce giovani di età, mentre rappresenta l’80% delle bevande nelle femmine adulte e il 71% nei maschi adulti; nelle femmine anziane tale percentuale è dell’84% e nei maschi del 78%. Le quantità di vino consumate sono maggiori nei gruppi maschili con percentuali del 4%, 14% e 15,6% rispettivamente nei gruppi di età 19-40 anni, 41-65 anni e oltre i 65 anni, mentre negli analoghi gruppi di femmine le percentuali rappresentano il 2,4%, 5% e 7% rispettivamente. Percentuali variabili tra il 2% e il 5% rappresentano le quantità consumate di caffè nei diversi gruppi di adulti e di anziani, in entrambi i sessi. Il restante 50%, delle quantità consumate quotidianamente, è principalmente costituito dalla frutta con il 22%, il latte e derivati con il 20%, le verdure e gli ortaggi con il 12%, quindi la carne e i dolci con l’8% ciascuno, la pasta con il 6%, il pesce e le minestre con il 3% ognuno. Gli altri alimenti rappresentano 1-2% ciascuno delle quantità consumate giornalmente. Nella Tabella A8 sono riportate le differenze significative delle quantità consumate tra maschi e femmine per le diverse classi di età. Le Figure B16 e B17 mostrano per i gruppi maschi e femmine di tutte le età le distribuzioni delle quantità consumate di quattro specifiche categorie di alimenti, carne, pasta, riso, salumi e ortaggi, normalizzate al peso corporeo di ciascun individuo (g/occ/kgpc). Questo tipo di rappresentazione evidenzia come i gruppi più giovani siano una categoria a rischio per esposizione a contaminazione degli alimenti. Infatti, si può notare come per tutte le categorie alimentari considerate gli individui dei gruppi dei bambini e degli adolescenti mostrano consumi per kg di peso corporeo più elevati degli adulti e degli anziani, cui corrisponderebbe una dose più elevata di contaminante ingerito. Sebbene la stima delle quantità assunte giornalmente sia affetta da un’incertezza dovuta sia alla metodologia di acquisizione delle informazioni, sia alla sottostima dell’assunzione per alcuni alimenti in quanto inclusi nella preparazione di altri (es. uovo utilizzato nei preparati di altri piatti come fettine panate, pasta all’uovo, ecc.), la Tabella A7 mostra un consumo di carni superiore a quanto consigliato nelle linee guida per una sana alimentazione, mentre, al contrario, il consumo di verdure, insalate, ortaggi e frutta è inferiore a quanto raccomandato (8). 11 Rapporti ISTISAN 08/2 DIFFERENZE TRA LA PRIMA E LA SECONDA RILEVAZIONE Lo studio sulle abitudini alimentari dei cittadini ferraresi realizzato attraverso due differenti rilevazioni, ha potuto mettere in evidenza alcune differenze di comportamento indotte dal diverso periodo stagionale. In particolare, due caratteristiche consentono di evidenziare le differenze stagionali del comportamento alimentare, ovvero la periodicità di consumo e le quantità giornaliere consumate delle diverse categorie di alimento. Relativamente al primo aspetto, le categorie altro, legumi e pesce mostrano periodicità significativamente diverse (p ≤ 0,05) tra le due stagioni. Le categorie altro e pesce mostrano, nell’ordine, una periodicità invernale di consumo di 0,7 e 6,5 giorni, più lunga rispetto ai valori di 0,6 e 4,9 giorni del periodo estivo; diversamente, il consumo di legumi presenta in estate una periodicità media di quasi 22 giorni contro i 9 giorni del periodo invernale. Le altre categorie che mostrano una differenza, anche se non significativa ai test statistici, sono le minestre che in inverno vengono consumate mediamente ogni 8 giorni rispetto ai 7 giorni del periodo estivo, la pasta ripiena consumata in estate ogni 15 giorni e in inverno ogni 14 giorni, le uova consumate ogni 13 giorni in inverno e 14 giorni in estate. Le altre categorie sono consumate con periodicità simili nei due periodi stagionali. Per le quantità giornaliere consumate si evidenziano differenze stagionali significative (p ≤ 0,05) per alcuni gruppi di alimenti. In particolare, la categoria altro mostra in estate un consumo quantitativo maggiore rispetto all’inverno, mediamente di 20 g/giorno; la categoria bevande analogamente mostra un consumo maggiore in estate di circa 160 g/giorno. I dolci in estate sono consumati maggiormente e la differenza media è di circa 16 g/giorno. Diversamente, la frutta è consumata in estate in quantità inferiori di circa 30 g/giorno rispetto al consumo del periodo invernale. Il consumo di pasta mostra differenze significative solo nei gruppi adulti che mediamente consumano più pasta nel periodo invernale. Il consumo di pesce è più elevato in estate solo in alcuni gruppi adulti. Le uova rappresentano l’unica categoria per cui non si registra alcuna differenza stagionale significativa, per nessun dei gruppi età-sesso. La Tabella A9 identifica, per ogni categoria alimentare, i gruppi età-sesso le cui quantità giornaliere variano significativamente tra i due periodi stagionali. La Figura B18 mostra le variazioni percentuali, tra la I e la II rilevazione, per il consumo delle categorie di alimento nei diversi pasti della giornata, distinguendo tra femmine e maschi. Le variazioni positive indicano un maggior consumo della specifica categoria nel periodo inverno-autunno, mentre le variazioni negative indicano maggiori occasioni di consumo nella stagione primavera-estate. La Figura mette in evidenza alcune variazioni delle modalità di consumo degli alimenti tra le due stagioni. Ad esempio, le verdure sono preferite a pranzo durante l’inverno e a cena durante l’estate, sia per le femmine sia per i maschi; la pasta asciutta è preferita a cena in inverno e a pranzo in estate; anche i legumi sono preferiti a cena durante l’estate e a pranzo durante l’inverno. Le minestre si consumano più volentieri a cena in inverno e a pranzo in estate. Le uova sono preferite a pranzo nella stagione calda e a cena in quella fredda. Anche per il consumo di carne si evidenziano preferenze differenziate di consumo tra le due stagioni, la carne è preferita a cena in inverno dai maschi, mentre le femmine la preferiscono a pranzo; il comportamento si inverte nella stagione opposta. Il consumo di dolci in inverno è preferito a colazione mentre, nella stagione calda, il consumo riguarda gli altri pasti. Il riso è preferito a pranzo in inverno e a cena in estate da entrambi i sessi, così come avviene per il consumo di pasta ripiena. Le occasioni di consumo di bevande sono maggiormente 12 Rapporti ISTISAN 08/2 concentrate durante i pasti principali in inverno, mentre nella stagione primavera-estate si nota una tendenza al consumo durante tutti i pasti. La frutta in inverno è preferita dalle femmine durante lo spuntino e a merenda dai maschi; in estate la colazione e il pranzo sono i pasti che presentano una maggiore preferenza di consumo di frutta per entrambi i sessi. Altro elemento di variabilità tra i due periodi di rilevazione è rappresentato dalla frequenza di consumatori dei pasti e dai luoghi dove questi sono consumati. Il pranzo e la cena sono i pasti che vengono consumati sempre o quasi sempre da tutta la popolazione campionata in entrambi i periodi, mentre per gli altri pasti vi sono delle differenze tra il periodo inverno-autunno e primavera-estate. Per esempio, lo spuntino mattutino è consumato più in inverno dalle femmine di età compresa tra 1-18 anni, mentre è consumato di meno dalle donne adulte. Nei maschi 1-5 anni e 11-18 anni è consumato di più d’estate, mentre gli altri gruppi d’età mostrano un consumo analogo nei due periodi. Il dopo cena è un pasto più frequente per tutti i gruppi femminili in estate; fanno eccezione le donne più anziane, mentre nei maschi la frequenza di consumo è maggiore in inverno nelle fasce adulte, e maggiore in estate nei gruppi giovani. La merenda è consumata più in estate dalle femmine, bambine e adolescenti, e più in inverno dalle donne adulte e anziane. Nei maschi, solo i più anziani sono soliti consumare la merenda maggiormente in inverno. La colazione è consumata dalle femmine più frequentemente in inverno in tutti i gruppi di età, mentre nei maschi, i gruppi giovani di età 1-10 anni consumano la colazione maggiormente in inverno, gli adolescenti e gli adulti più d’estate. È infine interessante analizzare e confrontare come si ripartisce percentualmente l’intake giornaliero di tutti gli alimenti tra i diversi pasti della giornata. La Tabella A10 illustra tale suddivisione per i diversi gruppi di popolazione e per ciascuna rilevazione, avendo escluso dall’analisi quantitativa dell’assunzione giornaliera il consumo di acqua. I dati mostrano che, in entrambe le stagioni, la cena è il pasto in cui viene assunta la maggior quantità giornaliera di alimenti; questo è in particolare evidente per i gruppi di età adolescente e adulta, sia maschi sia femmine in entrambe le stagioni di rilevazione. Nei gruppi bambini e anziani il pranzo e la cena rivestono circa la stessa importanza. Tale evidenza contrasta con i suggerimenti di una sana alimentazione che propongono un pranzo più sostanzioso che dovrebbe rappresentare circa il 40% dell’assunzione alimentare giornaliera, mentre la cena non dovrebbe superare il 30% negli anziani e il 35% negli altri gruppi di età. Inoltre, la colazione, il pranzo e la cena risultano essere i pasti giornalieri che complessivamente coprono circa il 73-78% dell’intake giornaliero totale nei gruppi di bambini, mentre, già a partire dal gruppo degli adolescenti, queste percentuali salgono oltre l’84% per raggiungere il 93% negli adulti e anziani. La merenda, lo spuntino e il dopo cena, rappresentano percentuali importanti nei gruppi dei bambini variando tra il 22% e 27%, mentre tra gli adolescenti scendono sotto il 20% e negli adulti arrivano a valori tra l’8% e l’11%. Tra le due indagini non sono evidenti particolari variazioni soprattutto nei pasti principali. Nel periodo primavera-estate si nota un maggiore intake di alimenti nel dopo cena nei gruppi giovani, mentre, sempre per gli stessi gruppi di età, le quantità assunte durante la colazione, lo spuntino e la merenda sono maggiori nel periodo invernale. Nei gruppi adulti, diversamente, si nota mediamente un leggero decremento delle percentuali per tutti i pasti secondari. 13 Rapporti ISTISAN 08/2 VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE A DIOSSINA E PCB Il gruppo di contaminanti che presenta un peso rilevante nell’esposizione ingestiva è quello a cui ci si riferisce con il termine “diossine”. Tale gruppo di contaminanti include al suo interno un insieme di composti chimici costituiti da 75 policlorodibenzodiossine (PCDD) (tra cui riveste particolare importanza la 2,3,7,8-TCDD per la sua elevata tossicità), da 135 policlorodibenzofurani (PCDF) e da alcuni policlorobifenili (PCBs) diossina simili. Numerosi studi epidemiologici hanno mostrato un’associazione tra l’esposizione a questi contaminanti e un elevato rischio per tutti i tipi di tumore. Per la popolazione generale, l’alimentazione rappresenta la principale via d’esposizione. In particolare, per i paesi industrializzati, si stima che il contributo dalla dieta all’intake totale di diossine rappresenti circa il 90%. Come noto, tutti questi composti sono altamente lipofilici e quindi si concentrano nelle parti grasse degli alimenti. Le concentrazioni più elevate si riscontrano in alimenti di origine animale quali carni, uova, latte e derivati, pesce. A seguito dei numerosi studi sugli effetti sanitari determinati dall’esposizione a diossine, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto una rivalutazione dell’intake giornaliero tollerabile (TDI, Tolerable Daily Intake) di diossine, raccomandando di promuovere ogni sforzo per ridurre l’esposizione al limite inferiore dell’intervallo consigliato di 1-4 pg-TEQ/kgpc/giorno (TEQ, Toxic Equivalent) (9). Ciascun congenere di diossine e di PCB diossina-simili presenta un diverso grado di tossicità, che viene espresso attraverso i fattori di tossicità equivalente (TEF, Toxic Equivalent Factor), calcolati rispetto al congenere più tossico (2,3,7,8-TCDD) a cui è stato attribuito un TEF uguale ad uno. Tali fattori sono stati introdotti al fine di agevolare la valutazione del rischio e il controllo regolamentare. Ciò significa che i risultati analitici relativi a ciascuno dei congeneri di PCB diossina-simili e congeneri di diossine, vengono moltiplicati per i rispettivi TEF, ottenendo un valore definito come “equivalenti di tossicità” ovvero in “concentrazione di tossicità equivalente di TCDD” (TEQ). Il sistema dei TEF e del TEQ è stato definito dalla WHO. In ambito europeo, la Scientific Committee on Food (SCF) of the European Commission ha suggerito nel 2000 un valore temporaneo di intake tollerabile settimanale (tTWI) (TWI, Tolerable Weekly Intake) di 7 pg WHO TEQ/ kgpc per l’esposizione totale a 2,3,7,8 TCDD, PCDD, PCDF e a PCBs diossina simili (10). Nel documento, la SCF ha stimato che, nella popolazione europea, l’intake medio giornaliero dalla dieta di questi composti varia da 1.2 a 3 pg WHO TEQ/ kgpc/giorno, valori che superano il limite settimanale raccomandato, e sottolinea la necessità di avviare processi di riduzione del rischio attraverso un controllo del rilascio nell’ambiente di diossine, furani e composti correlati. Nella Tabella A11 sono riportati i valori di media e deviazione standard delle distribuzioni lognormali e l’intervallo dei valori di concentrazione di diossine e PCB nei diversi gruppi di alimenti, come risultato della attività di cooperazione scientifica tra dieci paesi europei che compongono il comitato scientifico dell’alimentazione umana (SCF) (10). I dati nazionali di contaminazione degli alimenti misurati nei paesi partecipanti (Italia, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Norvegia, Svezia, Regno Unito) hanno consentito di esprimere la concentrazione di diossine e PCBs diossina simili tramite distribuzioni statistiche, utilizzabili per effettuare valutazioni dell’esposizione della popolazione. Nel 2001, l’SCF ha aggiornato il parere espresso nel precedente documento, in base a nuove informazioni scientifiche resesi disponibili nel frattempo ed ha fissato, per le diossine e i PCBs diossina simili, una dose settimanale tollerabile (TWI) pari a 14 pg WHO TEQ/ kgpc (11). Tale limite deriva dall’avere stabilito per la 2.3.7,8 TCDD un intake giornaliro tollerabile di 2 pg 14 Rapporti ISTISAN 08/2 WHO TEQ/kgpc. Il nuovo documento ribadisce quanto già affermato precedentemente, ovvero che una considerevole proporzione della popolazione europea ancora supera il TWI stabilito, a causa dell’intake medio giornaliero dalla dieta che varia da 1.2 a 3 pg WHO TEQ/ kgpc/giorno. Inoltre, restano sempre valide le considerazioni conclusive del primo documento circa la caratterizzazione del rischio, le strategie da adottare nella gestione del rischio e le raccomandazioni indicate per una sua riduzione. Sulla base dei dati di contaminazione descritti e facendo riferimento ai pattern alimentari della popolazione ferrarese, è stato sviluppato un modello matematico di stima dell’esposizione per ingestione a diossina e PCBs diossina simile, utilizzando la tecnica di simulazione Montecarlo. La stima dell’esposizione è stata effettuata considerando unicamente l’apporto fornito dagli alimenti di origine animale (uova, pesce, carne, latte e formaggi), trascurando il contributo di verdure, frutta e cereali, i cui livelli di contaminazione risultano molto inferiori, in relazione al loro basso contenuto di grassi. L’approccio segue, in analogia, quello già applicato nell’indagine inalatoria dove si è proceduto alla messa a punto di un modello stocastico di valutazione dell’esposizione inalatoria a contaminanti atmosferici (12). In particolare, per ogni occasione di consumo relativa a questi alimenti, è stata calcolata la frazione lipidica e su questa è stata applicata la contaminazione da diossina e PCBs. Tale contaminazione è calcolata estraendo, volta per volta, un valore appartenente alla distribuzione lognormale dell’alimento a cui si riferisce l’occasione di consumo. Il modello matematico si può descrivere secondo la formula: INTAKE (I)A = ∑A fA* Q(I)A* logn(μ,σ)A dove: – INTAKE (I)A rappresenta l’intake di contaminante dell’individuo I dovuto al consumo dell’alimento A; – fA rappresenta la frazione lipidica dell’alimento A – Q(I)A è la quantità di alimento A consumata dall’individuo I – logn(μ,σ)A rappresenta la distribuzione lognormale di contaminazione dell’alimento A, con media μ e deviazione standard σ. La sommatoria ∑A è eseguita su tutti gli alimenti di origine animale consumati dall’individuo I nella giornata e più precisamente su carne, salumi, pesce, uova, latte e formaggio. Le frazioni lipidiche dei vari alimenti sono state prese dalle tabelle di composizione degli alimenti (7). Inoltre, si precisa che la simulazione delle distribuzioni lognormali di contaminazione degli alimenti ha considerato solo i valori appartenenti all’intervallo delle concentrazioni misurate negli alimenti e riportate nel documento della SCF. Dal modello sono stati ricavati sia l’intake giornaliero sia l’intake settimanale. La stima dell’intake giornaliero medio di diossine, associato ai pattern alimentari osservati nella popolazione ferrarese, varia da circa 42 pg/giorno, nel gruppo dei bambini di età compresa tra 1 e 10 anni, a 48 pg/giorno nel gruppo degli adulti 19-65 anni. L’analisi dei contributi dei diversi alimenti all’intake giornaliero totale mostra che il pesce e i suoi derivati apportano il maggior contributo, valutabile tra il 52% e il 60%, seguono la carne e i suoi derivati, con percentuali variabili tra il 23% e il 29%; quindi il latte con il 9-16%, il formaggio con percentuale di circa il 6% in tutti i gruppi di età, e, da ultimo, le uova con percentuali variabili tra 1,5% e 2%. I valori così derivati dell’intake giornaliero medio di diossine tramite la dieta è in linea con le valutazioni effettuate in ambito europeo dall’SCF (13). L’intake settimanale di contaminante di ogni individuo, calcolato come somma degli intake giornalieri ottenuti per ognuno dei giorni del periodo di rilevazione, è stato normalizzato al peso corporeo e confrontato con il TWI. I risultati, riportati nella Tabella A12, mostrano che nella popolazione ferrarese esiste una frazione di consumatori esposti al di sopra del limite 15 Rapporti ISTISAN 08/2 settimanale raccomandato. La situazione appare preoccupante soprattutto per il gruppo dei bambini di età compresa tra 1 e 10 anni, per i quali la distribuzione dell’intake settimanale raggiunge il limite al 70° percentile. Negli adolescenti il limite si raggiunge al 90° percentile, mentre nei gruppi degli adulti e degli anziani si colloca intorno al 96° percentile. Se la stima dell’intake viene effettuata introducendo anche la contaminazione dei cibi da PCBs, il livello raccomandato viene ampiamente superato da tutti i gruppi di popolazione. Nel caso specifico, il modello di simulazione ha introdotto la contaminazione da PCBs solo per la carne e per il pesce, poiché sono gli unici alimenti per i quali la SCF è riuscita a raccogliere dati sufficienti per poter rappresentare la contaminazione tramite distribuzione di frequenza. L’apporto congiunto di contaminazione da diossine e PCBs diossina simile, determina un intake medio giornaliero variabile da 1.5 pg-TEQ/giorno/kgpc, per il gruppo di individui di età superiore a 65 anni, a 4.8 pg-TEQ/giorno/kgpc per il gruppo dei bambini 1-10 anni. Il limite giornaliero di 2 pgTEQ/giorno/kgpc viene superato per i bambini al 61° percentile della distribuzione dell’intake, mentre per gli adolescenti e adulti il limite si raggiunge all’84° percentile e per gli anziani all’87° percentile. Se il confronto viene effettuato tra il TWI e la dieta settimanale, il limite raccomandato viene superato per i bambini al 27° percentile, per gli adolescenti al 70° percentile e per i gruppi adulti e anziani rispettivamente al 73° e 77° percentile. Questa simulazione, basata sul modello di alimentazione della popolazione di Ferrara, conferma quanto descritto nel documento europeo dalla SCF che, sulla base dei dati di contaminazione misurati nei diversi paesi europei, ha valutato come una considerevole proporzione della popolazione europea è esposta a concentrazioni di diossina al di sopra del valore raccomandato. In particolare, se si considerano solo le contaminazioni da diossine, il modello di simulazione mostra che vi è una probabilità del 30% per i bambini di superare il limite settimanale raccomandato, mentre tale probabilità scende intorno al 10% per gli adolescenti. La probabilità che gli adulti e anziani superino il limite scende ulteriormente a valori del 3-4%. Se, diversamente, si introduce anche la contaminazione da PCBs diossina simili (e questo esercizio ha potuto valutarne il contributo solo per due categorie di alimenti), la probabilità di sperimentare un’esposizione sopra il limite raccomandato raggiunge il 70% per i bambini; anche gli adolescenti, gli adulti e gli anziani raggiungono probabilità elevate di subire esposizioni oltre il limite pari, rispettivamente, al 30%, 27% e 23%. Tuttavia la SCF ribadisce che il valore del TWI non rappresenta un livello inferiore di tossicità, ma è piuttosto la stima di un livello di “sicurezza”, che deve essere periodicamente aggiornamento. Di conseguenza, si ribadisce che il superamento TWI non deve essere interpretato come l’esistenza di un rischio apprezzabile per la salute, ciononostante l’esposizione sopra l’intake tollerabile settimanale mette a rischio il principio di protezione definito dal rispetto di questo limite. 16 Rapporti ISTISAN 08/2 CONCLUSIONI La contaminazione ambientale rappresenta oggi uno dei principali rischi per la salute umana. In particolare, gli alti livelli di inquinamento atmosferico e di contaminazione degli alimenti allarmano l’opinione pubblica e richiamano l’attenzione dei governi sulla regolamentazione e il controllo delle emissioni industriali e urbane, mentre buona parte della ricerca scientifica del settore è orientata allo studio dei meccanismi che sono alla base dello sviluppo degli effetti avversi sulla salute correlabili a fattori di rischio ambientali. Nelle strategie di protezione della salute della popolazione, raccomandate da organismi internazionali, si va affermando la rilevanza dei comportamenti individuali e dei modelli sociali nello sviluppo di molte patologie derivanti da esposizioni a contaminanti presenti nell’ambiente. Parimenti cresce la consapevolezza comune della necessità di intervenire nelle strategie di riduzione dei rischi sanitari con iniziative di educazione a comportamenti appropriati (14). Per affrontare le problematiche poste dall’inquinamento ambientale sempre più evidente appare l’esigenza di dotarsi di strumenti di caratterizzazione e valutazione del rischio che consentano di effettuare scelte efficaci di riduzione degli effetti avversi e che siano, al tempo stesso, commisurate alle esigenze sociali e di sviluppo del territorio. Un corretto ed efficace approccio gestionale alle problematiche connesse ad inquinamento ambientale richiede valutazioni del rischio costruite a partire non solo da misure di concentrazione degli inquinanti nei vari media, ma anche da conoscenze puntuali sulle modalità attraverso cui l’individuo si espone. Tali conoscenze riferite alla popolazione costituiscono un aspetto rilevante della procedura di valutazione per effettuare stime realistiche degli intake conseguenti al contatto tra organismo umano e sostanza inquinante. Lo studio realizzato a Ferrara ha avuto come obiettivo la caratterizzazione e quantificazione delle variabili che definiscono l’esposizione per via inalatoria e per via ingestiva attraverso l’analisi dei comportamenti individuali, delle abitudini familiari e degli stili di vita della popolazione locale (Tabella A1). A conclusione dell’intero studio si sviluppano alcune riflessioni sulle problematiche inerenti la quantificazione dell’esposizione. – Il reperimento di dati utili ad effettuare valutazioni dell’esposizione che siano realistiche, e quindi utilizzabili per la mitigazione degli effetti sulla salute, rappresenta un problema primario delle ricerche indirizzate alla valutazione dei rischi ambientali. I problemi di natura metodologica e applicativa sono stati affrontati da numerosi ricercatori e gli sforzi sostenuti nell’ambito dell’analisi del rischio hanno prodotto negli Stati Uniti un corpus di metodi e strumenti raccolti nell’Exposure Factors Handbook della USEPA (15), che è divenuto un riferimento per gli studiosi del settore. I metodi sono stati validati in studi promossi dall’Agenzia dell’ambiente degli Stati Uniti che hanno riguardato la popolazione di alcuni stati nordamericani. Attraverso gli studi è stato possibile confermare il ruolo predominante della variabilità individuale nella quantificazione dell’esposizione nella popolazione generale (16). Analogamente in Europa, a partire dal 2002 è stata attivata la raccolta di studi sugli stili di vita e sui comportamenti della popolazione con l’obiettivo di ottenere dati sulle variabili che determinano l’esposizione nella regione europea (17). Lo studio realizzato a Ferrara si inserisce per metodologia utilizzata e obiettivi proposti in questo specifico settore di ricerca. I risultati dello studio mostrano l’efficacia dell’approccio utilizzato per la valutazione quantitativa dell’esposizione che tenga conto della variabilità individuale e la conseguente individuazione e realizzazione di interventi atti a ridurre i rischi determinati da elevati 17 Rapporti ISTISAN 08/2 livelli di esposizione. Al tempo stesso, suggeriscono la necessità di approfondire le conoscenze inerenti il fenomeno dell’esposizione con ulteriori studi sui comportamenti individuali in altre aree del territorio italiano per realizzare un sistema di sorveglianza dell’esposizione della popolazione italiana, in analogia al modello proposto negli Stati Uniti con il programma di raccolta nazionale di dati per la valutazione dell’esposizione umana (NHEXAS) (16). Questa impostazione ha il duplice vantaggio di fotografare lo stato attuale dell’esposizione per identificare e intervenire sui fattori di rischio predominanti, mentre il continuo aggiornamento del sistema di sorveglianza rende possibile identificare e, quindi, intervenire preventivamente, sui rischi futuri. – La metodologia utilizzata nell’indagine sui comportamenti alimentari della popolazione si rivela, alla luce dei risultati, un buon compromesso tra qualità del dato ottenuto e i costi della ricerca. Essa consente di disporre di campioni di popolazione di numerosità più elevata rispetto a studi, anche più precisi, realizzati con altre metodologie (19,20). Nelle indagini ove tutte o parte delle informazioni sono autodichiarate dai partecipanti, particolare attenzione va dedicata alla predisposizione degli strumenti di rilevazione e al controllo della qualità dei dati. Nel presente studio, l’utilizzo di più strumenti di rilevazione ha consentito di indagare differenti aspetti, quali abitudini e stili di consumo alimentare delle famiglie, tipo, quantità e frequenza degli alimenti assunti individualmente, spesa della famiglia e principali marche utilizzate per apprezzare tutta la variabilità dei consumi, per tutti i gruppi di età e per sesso. Aspetto centrale della rilevazione è la corretta quantificazione dei consumi individuali. A tal fine, per limitare le imprecisioni, sono stati forniti diversi supporti per la compilazione. Il primo livello di garanzia della qualità e omogeneità dei dati è stata raggiunta attraverso il supporto fornito dagli intervistatori durante la rilevazione. Questi, opportunamente formati alle tecniche di rilevazione, oltre ad effettuare l’intervista iniziale con questionario, hanno supportato i partecipanti nella compilazione del diario e verificato le informazioni riportate. Per facilitare la identificazione delle quantità consumate, sono state allegate al diario note di compilazione e fotografie di porzioni (piccola, media, grande con i rispettivi pesi) dei principali cibi presenti nella dieta italiana (7). Contemporaneamente, è stata data massima libertà di espressione relativamente all’utilizzo di varie unità di misura quali peso, volume, cucchiaio, fetta, pezzo, bicchiere, ecc. Successivamente, tutte queste unità sono state convertite in unità di peso. Inoltre, l’uso contemporaneo di più strumenti di rilevazione ha favorito il controllo della coerenza interna dei dati raccolti e garantisce ulteriormente la qualità dei dati attraverso il confronto tra risposte a quesiti generali e informazioni specifiche giornaliere sui consumi alimentari individuali. – L’analisi dell’esposizione richiede di conoscere e integrare le informazioni di presenza e frequenza del contaminante nell’ambiente e le modalità di contatto che determinano e modulano l’esposizione individuale al contaminante. Per quanto attiene le informazioni relative alla presenza e ai livelli di contaminante in varie categorie di alimenti, disponiamo di serie limitate di dati per lo più raccolti nell’ambito dei controlli di legge effettuati nei differenti paesi o in caso di emergenze specifiche. In ambito europeo, la disponibilità di informazioni sulla contaminazione degli alimenti è riferita all’insieme delle misure effettuate nei diversi paesi della comunità. Ad esempio, per le diossine e diossina simili, è stato istituito un task specifico relativo alla valutazione dei rischi da esposizione attraverso la dieta e all’aggiornamento dei livelli di tollerabilità. I dati pubblicati consentono di identificare i cibi che maggiormente contribuiscono all’esposizione per questi contaminanti (10, 11). Per quanto attiene alle modalità di contatto dell’organismo umano con il mezzo contaminato, l’analisi statistica di dati raccolti, tramite indagini di popolazione, sui comportamenti e gli stili di vita alimentari 18 Rapporti ISTISAN 08/2 consentono di descrivere i modelli alimentari della popolazione, evidenziandone l’ampia variabilità e mettendo in luce eventuali comportamenti impropri. Lo sviluppo di un modello di analisi del rischio, basato su tecniche probabilistiche capaci di descrivere la distribuzione dell’esposizione a specifici inquinanti nella popolazione, consente di identificare le frazioni della popolazione che si collocano al di sopra dei valori di tollerabilità suggeriti per i diversi contaminanti a causa di comportamenti impropri. Inoltre, la presenza di molteplici contaminanti nell’ambiente, la contemporanea esposizione individuale per più vie, la necessità di stabilire priorità di intervento locali per la mitigazione dei rischi suggeriscono di considerare per l’individuo il carico totale (body burden) dell’esposizione a differenti inquinanti attraverso le diverse vie di esposizione, approccio noto come aggregate exposure assessment (21). Lo studio ha raggiunto l’obiettivo di descrivere i pattern alimentari della popolazione, evidenziando e quantificando la variabilità e di sviluppare un modello probabilistico di analisi dell’esposizione a contaminazione dei cibi. Il modello è stato utilizzato per effettuare un primo esercizio di valutazione dell’esposizione a PCDD e PCDF e PCB diossina simile contenuti negli alimenti di origine animale, evidenziando, in questo caso, il superamento delle dosi settimanali raccomandate. Inoltre, lo studio di Ferrara rappresenta a tutti gli effetti uno studio di esposizione aggregata. I pattern alimentari e di attività della popolazione di Ferrara, così come emergono dallo studio, consentono di disegnare un modello di esposizione aggregata per quei contaminanti che possono essere assunti contemporaneamente attraverso l’inalazione e l’ingestione (ad esempio, i metalli), valutandone il diverso contributo. – Le indagini di popolazione sui comportamenti e gli stili di vita consentono di raccogliere un’ampia quantità di informazioni che possono essere utilizzate per valutazioni e interventi su aspetti affini e correlati alla valutazione dell’esposizione. Nello specifico, l’indagine alimentare offre informazioni di carattere nutrizionale. Il modello di dieta che emerge nella popolazione di Ferrara delinea, ad esempio, un maggiore consumo di carne e un minore consumo di frutta, verdura e ortaggi rispetto alle raccomandazioni per una sana e corretta alimentazione fornite dall’Istituto nazionale della Nutrizione (INN) (8). Allo stesso tempo, si registra uno scollamento tra l’informazione posseduta circa un dieta sana ed equilibrata e gli effettivi tipi e quantità di alimenti consumati. Questo a dimostrazione che la consapevolezza dei rischi nutrizionali è ampiamente diffusa, ma le informazioni possedute non riescono ad incidere, in molti casi, sui comportamenti impropri. Ovviamente, abitudini e tradizioni locali influenzano la composizione della dieta a favore di alcuni alimenti; al tempo stesso, nuovi stili di vita portano ad adottare abitudini che non sempre si rivelano salutari. Analogamente, per esempio, l’indagine inalatoria ha rilevato, tra le molteplici attività della popolazione, anche l’utilizzo dei diversi mezzi di trasporto, mettendo in luce l’uso poco frequente del mezzo pubblico, soprattutto da parte dei maschi adulti e adolescenti. Questo ha fornito l’occasione agli amministratori locali di effettuare campagne di promozione del mezzo pubblico che si sono rivelate efficaci. 19 Rapporti ISTISAN 08/2 BIBLIOGRAFIA 1. Soggiu ME, Bastone A, Vollono C, Masciocchi M, Rago G, Sellitri C, Galati F. Studio su comportamenti e abitudini alimentari dei cittadini ferraresi. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2007. (Rapporti ISTISAN 07/3). 2. Comunità Europea. Direttiva 93/5/CEE concernente l’assistenza alla commissione e la cooperazione degli Stati membri nell’esame scientifico di questioni relative ai prodotti alimentari. Gazzetta Ufficiale CEE n. L52 del 4.3.1993 3. Soggiu ME, Vollono C, Bastone A. Data Collection on Variability in Human Behaviours and Lifestyles for Probabilistic Exposure Assessment. In: International Society of Exposure Analysis (Ed.). Atti della 13th Annual Conference ISEA. Stresa, 21-25 settembre 2003. 4. Bastone A, Soggiu ME, Vollono C, Masciocchi M, Rago G, Sellitri C. Studio di valutazione dell’esposizione inalatoria a contaminazione atmosferica nella città di Ferrara. Prima fase. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2003. (Rapporti ISTISAN 03/19). 5. Soggiu ME, Bastone A, Vollono C, Masciocchi M, Rago G, Sellitri C. Studio di valutazione dell’esposizione inalatoria a contaminazione atmosferica nella città di Ferrara. Seconda fase Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2005. (Rapporti ISTISAN 05/19). 6. Bastone A, Marsili G, Soggiu ME, Contu, Minerba V, Schintu M. Quantitative exposure assessment to lead and cadmium by ingestion of contaminated food in a high risk Italian area. In: ESREL 2000 - SRA-Europe(Ed). Proceedings of ESREL 2000, SARS and SRA-Europe Annual Conference. Edinburgh, 15-17 May 2000. Rotterdam: AA Balkema; 2000. p. 591-7. 7. Istituto Scotti Bassani per la Ricerca e l’Informazione Scientifica e Nutrizionale. Atlante ragionato di alimentazione. Milano: Istituto Scotti Bassani; 1997. 8. Ministero delle Politiche Agricole e Forestali - Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione Linee guida per una sana alimentazione italiana, revisione 2000. Disponibile all’indirizzo: http://www.inran.it/servizi_cittadino/stare_bene/guida_corretta_alimentazione/; ultima consultazione 26/11/2007. 9. WHO. Consultation on assessment of the health risk of dioxin; Re-evaluation of the tolerable daily intake (TDI). Executive Summary. Document EHBI 010201, September 1999, WHO European Centre foe Environment and Health, Bilthoven Division. 10. Comunità Europea. Opinion of the SCF on the risk assessment of dioxins and dioxin-like PCBs in food. SCF/CS/CNTN/DIOXIN/8 Final. November 2000, Bruxelles. 11. Comunità Europea. Opinion of the SCF on the risk assessment of dioxins and dioxin-like PCBs in food. Update based on new scientific information available since the adoption of the SCF opinion of 22nd November 2000. SCF/CS/CNTM/DIOXIN/20 Final. May 2001, Bruxelles. 12. Soggiu ME, Bastone A, Vollono C, Masciocchi M and Rago G. Italian survey on human behaviour for inhalation assessment. Ann Ist Super Sanità 2006;42(1):76-85. 13. Comunità Europea. Assessment of dietary intake of dioxins and related PCBs by the population of EU Member States. Final Report on task 3.2.5. 7 June 2000, Bruxelles. 14. WHO. The world health report 2002. Reducing risk, promoting healthy life. Geneva: WHO; 2002 Disponibile all’indirizzo: http://www.who.int/whr/2002/media_centre/en/index.html; ultima consultazione 28/11/2007. 15. US Environmental Protection Agency. Exposure factors handbook. Vol. I - General Factors. Washington (DC): Office of Research and Development. National Center for Environmental Assessment/USEPA; 1997. (EPA/600/P-95/00Fa). 20 Rapporti ISTISAN 08/2 16. Special issue on National Human Exposure Assessment Survey (NHEXAS). Journal of Exposure Analysis and Environmental Epidemiology. 1999; 9(5):369-529. 17. European Exposure Factors (ExpoFacts) Sourcebook. http://cem.jrc.it/expofacts/; ultima consultazione 26/11/2007. 18. Sexton K, Kleffman DE, Callahan MA. An introduction to the National Human Exposure Assessment Survey (NHEXAS) and related phase 1 field studies. Journal of Exposure Analysis and Environmental Epidemiology. 1995;5(3):229-56. 19. Scanlon KA, Macintosh DL, Hammerstrom KA, and Barry Ryan P. A longitudinal investigation of solid-food based dietary exposure to selected elements. Journal of Exposure Analysis and Environmental Epidemiology. 1999;9:485-93. 20. Turrini A, Saba A, Perrone D, Cialda E, D’Amicis A. Food consumption patterns in Italy: The INN-CA Study 1994-1996. European Journal of Clinical Nutrition 2001;55:571-88. 21. International Life Sciences Institute. Aggregate exposure assessment, Workshop Report. Washington DC: ILSI Press; 1999. Disponibile all’indirizzo: http://rsi.ilsi.org/file/ rsiaggexp.pdf; ultima consultazione 27/11/2007. 21 Disponibile all’indirizzo: Rapporti ISTISAN 08/2 22 Rapporti ISTISAN 08/2 APPENDICE A Tabelle relative alla rilevazione 23 Rapporti ISTISAN 08/2 24 Rapporti ISTISAN 08/2 Tabella A1. Fasi dello studio sui comportamenti dei cittadini ferraresi Indagine Rilevazioni Periodo Famiglie partecipanti Individui del campione estratto Inalatoria I II maggio-giugno 2002 dicembre2003 -gennaio 2004 269 270 714 745 Alimentare I II ottobre-dicembre 2004 maggio-giugno 2005 299 302 707 704 Tabella A2. Numero dei rispondenti al diario dei consumi nella II rilevazione alimentare Numero 1-5 anni Individui Giorni compilati Giorni totali Giorni mancanti 6-10 anni 11-18 anni 19-40 anni 41-65 anni >65 anni F M F M F M F M F M F M 21 147 147 0 11 77 77 0 16 112 112 0 23 155 161 6 29 201 203 2 35 244 245 1 93 650 651 1 76 532 532 0 132 917 924 7 119 830 833 3 76 528 532 4 56 389 392 3 Totale 687 4782 4809 27 Tabella A3. Frequenza di consumo dei pasti (%), per sesso ed età Gruppo co sm pr me ce dc F M F M F M F M F M F M 100 96 88 92 83 89 94 93 100 97 98 96 43 69 67 73 60 63 41 37 44 33 34 20 99 94 100 100 97 100 99 98 98 98 99 100 88 95 80 75 42 64 43 41 37 29 42 23 99 100 100 99 98 100 97 99 99 99 99 99 39 38 27 23 16 13 20 23 19 18 6 11 F M F M F M F M F M F M 100 100 94 96 76 80 91 92 98 93 97 96 52 64 81 65 72 57 27 26 28 15 25 7 100 91 100 96 97 100 92 96 91 91 97 100 95 82 81 70 31 54 19 17 17 8 28 18 100 100 100 100 100 100 95 97 98 98 99 100 19 9 6 13 3 3 7 5 3 4 2 Parte A 1-5 6-10 11-18 19-40 41-65 >65 Parte B 1-5 6-10 11-18 19-40 41-65 >65 co colazione, sm spuntino mattutino, pr pranzo, me merenda, ce cena, dc dopo cena 25 Rapporti ISTISAN 08/2 Tabella A4. Codifica delle categorie di alimenti Codifica Categoria degli alimenti AL BV Altro Bevande CT DC Contorni Dolci FR LG LT MN PA PAR RISO SC SD Frutta Legumi Latte e derivati Minestre Pasta Pasta ripiena Riso Carne Piatti Diversi SL SP UO Salumi Pesce, molluschi, crostacei Uova e frittate pane, cereali, crackers, grissini, fette biscottate acqua, caffè, orzo, vino, birra, coca cola, aranciate, succhi vegetali aperitivi, ecc. verdure, insalate, ortaggi, patate torte, gelati, biscotti da colazione, marmellata, cioccolata, budini, merendine, ecc. tutti i tipi di frutta, succhi di frutta, spremute d’arancia fagioli, lenticchie, piselli, ceci, fagiolini, taccole, soia latte, formaggi, yogurt zuppe e brodi grano duro, all’uovo, polenta tortellini, ravioli, cannelloni, lasagne, tortelli, cappellacci riso, risotti, insalate di riso vitello, maiale, manzo, cavallo, pollo, tacchino pizza, piatti composti quali insalate miste, sformati, panini con farciture ns * prosciutto, salami, mortadella,wurstel,ecc. * ns: non specificato Tabella A5. Distribuzione dei consumatori per ciascuna categoria di alimento (%) Categoria Media Altro Bevande Verdure/Ortaggi Dolci Frutta Legumi Latte Minestre Pasta Pasta Ripiena Riso Carne Diversi Salumi Pesce Uova 99 100 97 92 96 25 95 57 98 38 58 97 76 88 74 45 Deviazione Coefficiente standard di variazione 1 1 4 10 3 5 3 19 3 8 12 3 17 9 10 13 1 1 4 10 3 22 3 32 3 22 20 3 23 10 14 29 25° percentile 99 100 96 89 95 22 92 45 99 33 57 96 72 84 68 37 26 50° 75° 95° percentile percentile percentile 100 100 98 95 97 23 95 57 100 34 60 96 79 90 75 42 100 100 100 100 99 27 96 70 100 43 62 98 89 93 81 48 100 100 100 100 100 36 100 91 100 52 75 100 97 100 87 75 Rapporti ISTISAN 08/2 Tabella A6. Distribuzione della periodicità di consumo degli alimenti espressa in giorni Categoria Media Altro Bevande Verdure Dolci Frutta Legumi Latte Minestre Pasta Pasta ripiena Riso Carne Vari Salumi Pesce Uova 0,6 0,4 1,1 0,9 0,9 21,9 0,9 7,3 1,5 15,3 8,0 1,7 5,3 2,5 4,9 14,2 25° 50° 75° 95° 0,5 0,3 0,9 0,6 0,8 16,6 0,9 4,7 1,2 11,6 7,0 1,5 3,4 2,3 4,1 12,8 0,6 0,3 1,1 0,9 0,9 19,9 0,9 6,2 1,5 14,8 7,5 1,7 4,3 2,5 4,5 13,7 0,7 0,4 1,3 1,0 0,9 25,1 0,9 9,0 1,6 17,1 8,6 1,9 5,1 2,7 5,2 14,8 0,8 0,5 1,5 1,9 1,1 37,3 1,2 15,6 2,0 25,7 14,4 2,1 11,0 3,3 8,0 28,7 Tabella A7. Quantità medie consumate (g/occ = grammi per occasione; g/die = grammi per giorno) dai differenti gruppi età-sesso Gruppo AL BV VR DC 44 64 49 82 FR LG LT MN PA PAR RISO SC SD SL SP UO 1-5 F g/occ g/die M g/occ g/die 45 56 30 45 271 110 603 74 343 112 789 77 161 178 128 140 42 2 38 2 178 92 257 38 161 100 259 45 51 47 54 51 93 5 47 2 72 101 101 39 123 15 64 22 12 24 65 113 111 29 153 7 91 10 11 34 45 3 50 4 6-10 F g/occ g/die M g/occ g/die 42 79 44 64 302 100 57 148 769 80 111 182 354 110 52 159 744 101 89 185 37 1 30 1 132 104 141 22 151 104 188 22 68 56 67 57 116 8 158 14 69 101 138 35 118 11 70 34 19 17 96 109 141 37 141 13 60 39 14 35 69 10 61 4 11-18 F g/occ g/die M g/occ g/die 49 360 99 76 785 77 46 445 110 93 1168 88 56 63 62 98 160 162 135 118 61 2 53 3 149 133 136 18 151 103 178 8 77 53 86 68 179 20 137 14 78 118 143 47 128 5 61 48 20 16 79 125 162 46 139 8 90 50 26 32 64 2 87 5 19-40 F g/occ g/die M g/occ g/die 46 288 115 67 1027 124 58 283 118 84 1044 108 57 66 64 73 160 169 179 180 79 3 61 2 136 158 149 14 133 145 115 9 77 39 96 57 136 8 208 18 81 125 154 45 127 11 60 46 17 24 94 134 178 49 162 12 73 61 22 34 71 4 80 5 41-65 F 46 238 80 896 52 252 86 1009 117 149 115 126 56 57 62 61 164 232 167 201 41 2 70 4 138 134 148 16 139 144 125 16 71 38 82 50 124 8 161 12 84 115 166 43 139 11 58 33 14 37 85 131 168 51 144 10 69 37 25 39 82 6 98 7 >65 F 247 823 223 874 108 135 103 125 48 34 57 30 159 246 177 284 41 2 42 3 148 103 172 26 160 113 170 22 62 39 68 46 130 6 153 10 79 115 159 38 127 11 69 21 13 28 77 122 170 50 138 13 83 16 21 34 70 6 73 8 g/occ g/die M g/occ g/die g/occ 38 g/die 81 M g/occ 44 g/die 101 AL altro, BV bevande, VR verdure/ortaggi, DC dolci, FR frutta, LG legumi, LT latte e derivati, MN minestre, PA paste asciutte, PAR paste ripiene, RISO riso e risotti, SC carne, SD piatti diversi, SP pesce molluschi costacei, UO uova frittate. 27 Rapporti ISTISAN 08/2 Tabella A8. Variazioni significative(p<0,05) delle quantità consumate tra maschi e femmine Gruppi AL BV VR DC FR LG LT MN PA PAR RISO SC SD SL SP UO 1-5 6-10 11-18 19-40 41-65 >65 F+ ns ns ns M+ M+ M+ M+ M+ M+ M+ F+ ns ns ns ns ns ns ns ns F+ F+ ns M+ F+ ns F+ F+ ns M+ ns ns ns v M+ ns F+ M+ ns M+ ns M+ ns ns ns ns ns ns ns ns M+ M+ M+ M+ ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns M+ M+ ns ns ns ns ns ns ns ns M+ M+ M+ ns ns ns ns ns M+ ns ns ns ns ns ns ns M+ ns ns ns M+ M+ ns: non significativo Tabella A9. Differenze significative (p<=0,05) delle quantità consumate (g/giorno) tra la I e II rilevazione ETÀ SESSO AL BV VR DC FR LG LT MN PA PR RS SC SD SL SP UO 1-5 F M X - X X - X X X - X - - - - - X X X - - - - 6-10 F M X - X X - X - X - X X X X - - - - - - - - - 11-18 F M - X X - X X X X - X - X - X X X - - - - 19-40 F M X X X - - X X X X X - - X - X - - X X X - X - 41-65 F M X X X X - X X - X - - X - X X X X - X - - X - X - >65 F M X X X X - - - X X - X X X X - - X - X X - - Tabella A10. Ripartizione percentuale dell’intake giornaliero (grammi) tra i diversi pasti ETÀ SESSO CE PR CO DC ME SM CE PR I rilevazione CO DC ME SM II rilevazione 1-5 F M 26 25 23 24 24 26 4 2 15 15 8 8 26 26 24 23 24 25 8 5 13 12 5 8 6-10 F M 28 27 26 25 23 23 2 13 11 9 11 31 30 27 27 19 21 2 3 10 10 10 10 11-18 F M 34 33 27 28 22 17 2 2 6 10 9 9 35 35 29 28 20 20 2 1 6 9 8 6 19-40 F M 38 43 30 31 22 16 2 4 4 2 3 3 37 41 30 31 20 18 3 3 6 5 4 3 41-65 F M 37 42 34 34 19 17 2 2 4 3 4 2 38 41 32 34 19 18 2 2 5 3 4 3 >65 F M 36 36 36 36 20 20 1 2 4 4 3 2 34 38 34 37 22 18 1 2 6 2 4 2 28 Rapporti ISTISAN 08/2 Tabella A11. Descrittori statistici delle concentrazioni log-trasformate di Diossina e PCB negli alimenti (dati europei) Alimento Media Deviazione standard Range (pg I-TEQ/g base lipidica) Uova Pesce-prodotti del pesce Carne-prodotti della carne Latte Formaggi 0,171 2,28 -0,645 -0,028 -0,491 0,320 1,27 0,845 0,601 0,134 0,460-7,32 0,125-225 0,130-3,80 0,260-3,57 0,300-1,50 pesce carne 3,42 -0,395 0,960 0,798 1,61-168 0,09-3,15 Contaminante Diossine PCB Da: EC (2000). Opinion of the SCF on risk assessment of dioxins and dioxin-like PCBs in food. SCF/CS/CNTN/DIOXIN/8 Final. 22 November 2000, Bruxelles. Tabella A12. Distribuzione dell’intake di diossina (pg I-TEQ/kgpc/settimana) per i diversi gruppi di età Gruppo 1-10 anni 11-18 anni 19-65 anni >65 anni Media Deviazione standard 25° perc Mediana 75° perc 95° perc 14,5 5,8 4,6 4,2 17,9 6,1 5,0 4,0 6 2,3 2,1 1,9 9,8 3,9 3,1 2,7 15,9 7,2 5,3 5,2 55,3 16,8 12,9 12,9 29 Rapporti ISTISAN 08/2 30 Rapporti ISTISAN 08/2 APPENDICE B Figure relative alla rilevazione 31 Rapporti ISTISAN 08/2 32 Rapporti ISTISAN 08/2 uova pesce salumi latte derivati diversi legumi carne frutta riso dolci pasta ripiena verdure/ortaggi pasta asciutta bevande minestre/zuppe altro maschi >65 femmine >65 maschi 41-65 femmine 41-65 maschi 19-40 femmine 19-40 maschi 11-18 femmine 11-18 maschi 6-10 femmine 6-10 maschi 1-5 femmine 1-5 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 COMPOSIZIONE DELLA DIETA SETTIMANALE (%) 0.9 1.0 Figura B1. Composizione percentuale della dieta settimanale rispetto alle categorie di alimenti 33 Rapporti ISTISAN 08/2 altro bevande minestre/zuppe verdure/ortaggi pasta asciutta salumi dolci frutta pasta ripiena riso pesce uova legumi carne latte derivati diversi FEMMINE 1-5 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione % 0.0 0.1 0.2 0.3 0.5 0.4 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 0.8 0.9 1.0 MASCHI 1-5 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 % Figura B2. Composizione (%) dei pasti per categorie di alimenti nei bambini 1-5 anni 34 Rapporti ISTISAN 08/2 altro bevande minestre/zuppe verdure/ortaggi pasta asciutta salumi dolci frutta pasta ripiena riso pesce uova legumi carne latte derivati diversi FEMMINE 6-10 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione % 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 0.8 0.9 1.0 MASCHI 6-10 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 % Figura B3. Composizione (%) dei pasti per categorie di alimenti nei bambini 6-10 anni 35 Rapporti ISTISAN 08/2 altro bevande minestre/zuppe verdure/ortaggi pasta asciutta salumi dolci frutta pasta ripiena riso pesce uova legumi carne latte derivati diversi FEMMINE 11-18 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione % 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 0.8 0.9 1.0 MASCHI 11-18 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 % Figura B4. Composizione (%) dei pasti per categorie di alimenti negli adolescenti 11-18 anni 36 Rapporti ISTISAN 08/2 altro bevande minestre/zuppe verdure/ortaggi pasta asciutta salumi dolci frutta pasta ripiena riso pesce uova legumi carne latte derivati diversi FEMMINE 19-40 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntini colazione % 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 0.8 0.9 1.0 MASCHI 19-40 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntini colazione 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 % Figura B5. Composizione (%) dei pasti per categorie di alimenti negli adulti 19-40 anni 37 Rapporti ISTISAN 08/2 altro bevande minestre/zuppe verdure/ortaggi pasta asciutta salumi dolci frutta pasta ripiena riso pesce uova legumi carne latte derivati diversi FEMMINE 41-65 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione % 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 0.8 0.9 1.0 MASCHI 41-65 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 % Figura B6. Composizione (%) dei pasti per categorie di alimenti negli adulti 41-65 anni 38 Rapporti ISTISAN 08/2 altro bevande minestre/zuppe verdure/ortaggi pasta asciutta salumi dolci frutta pasta ripiena riso pesce uova legumi carne latte derivati diversi FEMMINE >65 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntini colazione % 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 0.8 0.9 1.0 MASCHI >65 ANNI dopo cena cena merenda pranzo spuntini colazione 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 % Figura B7. Composizione percentuale dei pasti per categorie di alimenti negli adulti >65 anni 39 Rapporti ISTISAN 08/2 dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione FEMMINE 1-5 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 % 0.7 0.8 0.9 1.0 % MASCHI 1-5 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 Figura B8. Distribuzione percentuale degli alimenti tra i diversi pasti nei bambini 1-5 anni (per le sigle degli alimenti vedere Tabella A4) 40 Rapporti ISTISAN 08/2 dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione FEMMINE 6-10 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 % 0.8 0.9 1.0 % MASCHI 6-10 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 Figura B9. Distribuzione percentuale degli alimenti tra i diversi pasti nei bambini 6-10 anni (per le sigle degli alimenti vedere Tabella A4) 41 Rapporti ISTISAN 08/2 dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione FEMMINE 11-18 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 % 0.8 0.9 1.0 % MASCHI 11-18 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 Figura B10. Distribuzione percentuale degli alimenti tra i diversi pasti negli adolescenti 11-18 anni (per le sigle degli alimenti vedere Tabella A4) 42 Rapporti ISTISAN 08/2 dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione FEMMINE 19-40 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 % 0.8 0.9 1.0 % MASCHI 19-40 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 Figura B11. Distribuzione percentuale degli alimenti tra i diversi pasti negli adulti 19-40 anni (per le sigle degli alimenti vedere Tabella A4) 43 Rapporti ISTISAN 08/2 dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione FEMMINE 41-65 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 % 0.8 0.9 1.0 % MASCHI 41-65 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 Figura B12. Distribuzione percentuale degli alimenti tra i diversi pasti negli adulti 41-65 anni (per le sigle degli alimenti vedere Tabella A4) 44 Rapporti ISTISAN 08/2 dopo cena cena merenda pranzo spuntino colazione FEMMINE >65 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 % 0.7 0.8 0.9 1.0 % MASCHI >65 ANNI UO SP SL SD SC RISO PAR PA MN LT LG FR DC CT BV AL 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 Figura B13. Distribuzione percentuale degli alimenti tra i diversi pasti negli adulti >65 anni (per le sigle degli alimenti vedere Tabella A4) 45 46 Figura B14. Distribuzioni delle quantità consumate (g/giorno) di alimenti per i bambini 1-5 anni, 6-10 anni e per gli adolescenti 11-18 anni 1 10 100 1000 1 10 100 10000 g/giorno g /giorno 1000 altro altro g/giorno altro bevande verdure dolci femmine 11-18 anni femmine 6-10 anni latte femmine 1-5 anni minestre pasta pastarip riso carne vari salumi pesce uova 1 10 100 1000 10000 1 10 100 1000 1 10 100 10000 g/giorno 1000 altro altro 1 bevande bevande carne carne bevande bevande 10 verdure verdure frutta pasta riso vari vari verdure verdure altro bevande verdure dolci frutta maschi 11-18 anni maschi 6-10 anni maschi 1-5 anni pasta riso salumi 100 dolci dolci legumi latte minestre pastarip salumi salumi dolci dolci legumi latte latte minestre pastarip carne pesce pesce salumi 1000 frutta frutta pasta riso pesce pesce g/giorno frutta frutta pasta riso 10000 g/giorno legumi legumi latte minestre pastarip uova uova g/giorno legumi legumi latte minestre pastarip vari vari carne uova uova minestre pasta pastarip riso carne vari salumi pesce uova 5° perc. 25° perc. mediana media 75° perc. 95° perc. Rapporti ISTISAN 08/2 Rapporti ISTISAN 08/2 g/giorno g/giorno g/giorno frutta legumi legumi legumi pasta pastarip riso carne femmine 41-65 anni femmine over 65 anni latte minestre latte minestre pasta pastarip riso carne latte minestre pasta pastarip riso carne vari vari vari salumi salumi salumi pesce pesce pesce uova uova uova verdure dolci dolci dolci frutta frutta frutta legumi legumi legumi latte latte minestre pasta pastarip riso minestre pasta pastarip riso maschi 19-40 anni bevande verdure minestre pasta pastarip riso carne carne vari vari vari salumi salumi salumi pesce pesce pesce uova uova uova carne 95° perc. 75° perc. media mediana 25° perc. 5° perc. Figura B15. Distribuzioni delle quantità consumate (g/giorno) di alimenti per gli adulti 19-40 anni, 41-65 anni e oltre 65 anni 47 10000 bevande verdure 1000 bevande maschi 41-65 anni altro maschi over 65 anni altro 100 10000 1000 100 10 1 1000 100 10 1 altro latte femmine 19-40 anni frutta 10000 dolci frutta 1000 verdure dolci 100 verdure dolci 10 verdure 10 altro bevande 1 altro bevande 1 10000 1000 100 10 1 10000 1000 100 10 1 altro bevande Rapporti ISTISAN 08/2 pasta,riso carne FEMMINE 95° perc. 75° perc. 10 media g/occ/kgpc mediana 25° perc. 5° perc. >65 anni 41-65 anni 19-40 anni 11-18 anni 6-10 anni 1-5 anni >65 anni 41-65 anni 19-40 anni 11-18 anni 6-10 anni 1-5 anni 1 Figura B16. Distribuzione delle quantità consumate di pasta/riso e carne, normalizzate al peso corporeo (g/occ/kgpc) MASCHI salumi verdure/ortaggi 95° perc. 10 75° perc. media g/occ/kgpc mediana 25° perc. 5° perc. 1 >65 anni 41-65 anni 19-40 anni 11-18 anni 6-10 anni 1-5 anni >65 anni 41-65 anni 19-40 anni 11-18 anni 6-10 anni 1-5 anni 0.1 Figura B17. Distribuzione delle quantità consumate di salumi e verdure/ortaggi normalizzate al peso corporeo (g/occ/kgpc ) 48 Rapporti ISTISAN 08/2 -3 -3 -2 -1 altro 0 1 0 2 1 2 1 4 2 3 6 3 4 3 pasta 8 piatti diversi 2 frutta variazioni percentuali -2 0 0 variazioni percentuali -2 variazioni percentuali -1 variazioni percentuali -1 -2 -4 4 5 10 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F -2.0 -15 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F -40 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F -10 -1.5 -1.0 -0.5 -10 0.0 0.5 bevande 0 10 20 0 5 2 4 6 salumi 10 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F 1.5 -4 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F 40 -4 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F 8 -5 15 pasta ripiena dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F 30 1.0 legumi variazioni percentuali -20 0 variazioni percentuali -5 -2 variazioni percentuali -4 variazioni percentuali -6 -10 -30 -8 -8 0 verdure -1 0 0 0 1 1 2 1 2 2 3 6 riso 4 3 pesce 2 3 4 8 4 latte-formaggi variazioni percentuali -2 -1 -2 -1 variazioni percentuali -2 variazioni percentuali -4 variazioni percentuali -2 -3 -6 -3 -3 -4 1 dolci 0 2 3 4 5 minestre variazioni percentuali dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F 4 -4 -3 -2 -1 -10 -4 -2 -1 0 1 2 variazioni percentuali -3 0 5 6 carne 10 3 uova variazioni percentuali -5 variazioni percentuali 7 4 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F -5 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F 5 49 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F -4 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F -3 dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F dopocena M cena M merenda M pranzo M spuntino M colazione M dopocena F cena F merenda F pranzo F spuntino F colazione F -6 Figura B18. Variazioni percentuali medie, tra la I e II rilevazione, del consumo degli alimenti per tipologia di pasto, per maschi e femmine La riproduzione parziale o totale dei Rapporti e Congressi ISTISAN deve essere preventivamente autorizzata. Le richieste possono essere inviate a: [email protected]. Stampato da Litografia Chicca di Fausto Chicca Via di Villa Braschi 143, 00019 Tivoli (Roma) Roma, gennaio-marzo 2008 (n. 1) 2° Suppl.