DOCENTI ACCOMPAGNATORI: AMOROSO M., BARALDI P., CAU A., ESPOSITO A., MORGANTE M., VIDA G. SE TI DOVESSI SMARRIRE CHIAMA IL NUMERO 0375.781183 – 0375.781144 MATTINO (DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 14.30) 1: Il percorso inizia alla fine di Via Porta Nuova, da lì si va verso Castelvecchio attraverso Via Roma metri di luce, a cui seguono i 29,15 metri ed i 24,11 delle altre due. La sua robustezza consentì al ponte di attraversare indenne cinque secoli di storia e le più dure piene dell'Adige. C'era una torre anche all'estremità opposta del ponte, verso la Campagnola, ma fu distrutta dai francesi nel 1802. Un restauro del ponte fu eseguito in periodo austriaco, e due lapidi ne ricordano la data, 1824, ed il nome di chi lo fece eseguire: Francesco I d'Austria. Il 24 Aprile del 1945 anche questo ponte saltò, come tutti gli altri ponti della città, a causa delle mine tedesche e solo nel 1951 ritrovò la sua attuale bellezza. 2) Da Ponte Scaligero si percorre Corso Cavour e si trovano, nell’ordine: Arco dei Gavi, Palazzo Canossa, S. Lorenzo 3) Alla fine di Corso Cavour si gira a sinistra verso l’Adige (via Diaz) e si percorre il Lungadige fino al Duomo. CASTELVECCHIO Castelvecchio ed il suo splendido ponte fortificato, oltre ad essere il più importante monumento militare della Signoria Scaligera è oggi, per Verona, fattore decisivo nello spazio urbano e paesistico. Quando fu costruito da Cangrande II della Scala, nel 1354, si chiamava Castello di San Martino in Acquaro, dal nome della chiesetta preesistente che fu poi inglobata all'interno del castello. Fu chiamato Castelvecchio, quando, dopo la costruzione del "nuovo" castello visconteo sulla sommità del colle di San Pietro (1398), esso divenne "vecchio". Castelvecchio fu concepito come roccaforte all'interno della città, non tanto contro un pericolo esterno quanto contro il pericolo interno che poteva venire dalle lotte in seno alla famiglia Scaligera e dunque da possibili sollevamenti della popolazione contro Cangrande stesso. Cangrande II fu ucciso infatti dal fratello Cansignorio, il quale, nel 1370 confiscò le terre della Campagnola, al di là del ponte, dove ora sta L'Arsenale Austriaco, per farne il giardino del castello, a conferma quindi che in seguito il Castello ebbe un utilizzo residenziale e ciò è confermato dalla decorazione interna ad affresco della parte trecentesca. Con la dominazione veneziana della città di Verona (1405-1797) il castello divenne dapprima un deposito di congegni bellici poi sede di accademia di ingegneria militare. Una radicale trasformazione avvenne con i francesi: dapprima il castello servì ai rivoltosi delle Pasque veronesi, poi le torri furono mozzate dall'esercito occupante e Napoleone aggiunse una caserma lungo i tre lati della piazza d'armi, ma fu poi realizzata solo nella parte verso il fiume e Palazzo Canossa. E' la cosiddetta "ala Napoleonica" che oggi è sede del Museo d'arte Moderna. Un primo restauro del complesso fortificato scaligero si ebbe negli anni venti sotto la direzione di Antonio Avena e dell'Arch. Forlati, a cui si aggiunse quello degli anni '60-'70 su progetto dell'Architetto Scarpa e con la consulenza di Licisco Magagnato. La fortezza medievale, quindi, è oggi sede di uno dei più ricchi ed ammirati Musei d'Italia. PONTE SCALIGERO Il ponte scaligero, portato a termine nell'arco di tre anni, fra il 1354-56, altra funzione non aveva se non quella di assicurare una via di fuga dal Castello verso la campagna e la Germania, dove regnava il genero di Cangrande II, Ludovico il Bavaro. E' stato definito "un arco di trionfo su una via d'acqua" questo ponte a tre arcate di ampiezza diversa poggiante su piloni pentagonali rostrati. Prodigiosamente ardita è l'arcata di destra con i suoi 50 le due addizioni cinquecentesche che ora ospitano un negozio di souvenir ed il foyer del teatro Nuovo, nonché un condominio dei primi anni del Novecento. L'intero nucleo, che svolse in epoche diverse varie funzioni, fu completamente restaurato, sotto la direzione dell'allora direttore dei Musei Civici Antonio Avena, nei primi decenni del Novecento quando, dopo l'acquisto da parte del Comune di Verona venne adibito a museo. Alla fine degli anni sessanta del Novecento fu posta nel cortile una statua in bronzo raffigurante Giulietta con cui i turisti e gli innamorati amano farsi fotografare. William Shakespeare, il grande scrittore inglese che rese famosa la tragedia e la città di Verona, pare che qui non sia mai stato. E che siano esistiti o meno i due giovani veronesi, Romeo e Giulietta, questo sito resta uno dei più visitati in città indicando come il tema dell'amore, sfortunato, sia sempre attuale. Si passa davanti a Porta Borsari, Sant’Eufemia e si prosegue fino al Duomo, Piazza duomo è ricca di palazzi romanici e rinascimentali Dal punto 6 all’arrivo, percorrere Via Stella, Arena di Verona, Piazza Brà e tornare da dove si è partiti; al n14 di Corso Porta Nuova c’è il Mc Donald 4) da Piazza Duomo percorri Via Duomo fino alla Chiesa di San Pietro Martire POMERIGGIO (DALLE ORE 15.30 ALLE ORE 17.30) Si vede la chiesa di S. Anastasia 5) percorrere Corso S. Anastasia fino a Piazza delle Erbe, che si apre sulla sinistra Piazza delle Erbe è piena di monumenti: Palazzo del Capitano, dietro si apre la Loggia del Consiglio (Piazza dei Signori) 6) da Piazza delle Erbe, proseguendo in direzione di Via Stella e si trova, a sinistra, la Casa di Giulietta Lungo l'antico cardo maximus romano, l'attuale Via Cappello, si trova una casa-torre medievale attraverso il cui androne - ai lati del quale due pannelli in cartongesso 'ospitano' bigliettini d'amore, firme e frasi di innamorati che qui si trovano a passare - si accede al cortile della casa stessa. La chiave di volta dell'arco ribassato del portico prospicente il cortile mostra l'emblema della famiglia che vi abitò, un cappello. Un balcone fa bella mostra di sé sulla facciata dell'annesso corpo di fabbrica trecentesco che si nota sulla destra entrando. Stiamo parlando della famosissima Casa di Giulietta o dei Dal Cappello, i mercanti di spezie che qui svilupparono le loro dimore dapprima con due torri medievali adiacenti e successivamente con una costruzione più tarda. Il cortile, originariamente, era più grande e non aveva Arena di Verona L'Arena è assieme alla casa di Giulietta il monumento per cui Verona è famosa in Italia e nel mondo. È il terzo anfiteatro romano per grandezza dopo il Colosseo e l'arena di Capua. Può contenere circa 20.000 persone, che si ritiene fosse l'intera popolazione della Verona del I secolo d.C, periodo a cui risale la costruzione del monumento. Era costruita subito fuori dalle mura cittadine, ancora in parte visibili dietro l'anfiteatro, in un grande spazio aperto che, con la costruzione delle nuove mura nel XII secolo, sarebbe diventata piazza Bra. L'Arena, costruita utilizzando la tipica pietra della Valpolicella in tutte le sue sfumature di rosso e di rosa, come molti monumenti cittadini, subì gravi danni in occasione del terribile terremoto del 1117, in cui crollò l'anello di muro più esterno lasciando quelle quattro fila di archi isolati, la cosiddetta ala dell'Arena, che ancora oggi caratterizzano l'edificio. Molte delle pietre che costituivano questo anello esterno, tutto in pietra e riccamente decorato, furono utilizzate per la costruzione di nuovi edifici. Non è difficile scorgere blocchi di pietra finemente lavorata provenienti dall'Arena, nei muri di palazzi romanici del centro città. In epoca veneziana, attorno al XVI secolo, l'Arena fu restaurata, motivo per cui oggi essa è in così buone condizioni di conservazione e utilizzabile, dal 1913 ogni anno vi si svolge infatti il famoso festival dell'opera, che fa dell'anfiteatro veronese il più grande teatro lirico all'apero del mondo. L'Arena, grazie alla particolare forma ellittica, ha infatti un'acustica perfetta, che permette alla voce dei cantanti d'opera e alla musica, di propagarsi perfettamente al suo interno, cosicché non vi è bisogno di impianti di amplificazione. Amplificazione cui invece si fa ricorso per i numerosi concerti ed altri eventi che si tengono ogni anno in Arena. Naturalmente non era per assistere a opere o concerti che l'Arena fu costruita. Gli anfiteatri erano infatti il luogo in cui gli antichi romani assistevano alle lotte di gladiatori e ad altri spettacoli cruenti. Il nome Arena, significa infatti "sabbia", e deriva dalla sabbia posta sul fondo dell'anfiteatro e che aveva il compito di assorbire il sangue dei combattenti. Non è chiaro invece se in Arena si siano mai svolte naumachie, i combattimenti di navi effettuate negli anfiteatri che venivano riempiti d'acqua per l'occasione.