LA MELANZANA Le origini della melanzana non sono ancora ben conosciute. Sembra comunque che questo ortaggio provenga dalle zone calde dell’Asia meridionale, forse dall’India orientale. La melanzana nel XIII secolo la troviamo in nord Africa e probabilmente sul finire del XV secolo si diffuse in Europa, ma solo nelle zone dove, per motivi climatici, era possibile coltivarla. È una pianta annuale a ciclo primaverile-estivo, molto coltivata in tutte le regioni italiane per i suoi frutti di colore bianco avorio, rosato, lilla, violetto più o meno intenso, fino quasi al nero. A completa maturazione la buccia cambia colore e può presentare tinte variabili dal giallo all’ocra. In Italia, la coltivazione della melanzana ha un’estensione di circa 12.000 ettari. E’ coltivata principalmente nelle seguenti regioni: Caratteristiche Questa pianta erbacea annuale presenta foglie di forma variabile a seconda del punto di inserzione. Di frequente sono presenti delle spine anche sulle nervature della pagina inferiore delle foglie. I fiori, piuttosto vistosi e di tinta violetta, nelle varietà tradizionali sono solitari, ermafroditi, a fecondazione sia autogama che incrociata (ad opera di insetti); a seguito del miglioramento genetico si sono ottenute varietà con infiorescenze poli flore. Il frutto è una bacca carnosa collegata alla pianta da un lungo peduncolo, spesso legnoso, ricoperto di spine, come il calice che avvolge parte del frutto. In alcune varietà le spine sono numerose e pronunciate. I semi sono numerosi e di color giallo paglierino. Recentemente sono state ottenute varietà apirene molto adatte alla coltivazione in serra in condizioni di freddo e scarsa luminosità. Ambiente Pianta esigente riguardo alla temperatura, presenta uno zero vitale di circa 9-10°C durante la notte e di 14-16°C durante il giorno. Il livello termico ottimale è di 22-26°C di giorno e di 1516°C di notte. Durante la fioritura, temperature al di sopra dei 30-32°C possono provocare squilibri biologici con conseguente cascola dei frutticini. Senza dubbio la melanzana è una pianta esigente per quanto riguarda la fertilità del terreno, anche se si adatta a diversi tipi di suolo. Nei piccoli orti viene coltivata in quasi tutti i terreni, ma preferisce quelli di medio impasto, tendenzialmente sciolti e dotati di buona freschezza di fondo. Validi risultati si ottengono pure in terreni sabbiosi. Anche in quelli più compatti può dare produzioni soddisfacenti, ma deve essere assicurato un perfetto sgrondo dell’acqua e le produzioni stesse risultano, in media, più tardive rispetto a quelle ottenute nei suoli sciolti; meno adatti sono i terreni sassosi. E' idonea ad essere coltivata nei terreni sabbiosi litoranei perché presenta un'elevata resistenza alla salinità sia del terreno che dell'aria. Varietà • A frutto tondo Black beauty, varietà medio-tardiva dal frutto tondo-ovale con buccia di colore viola scuro lucente. Tonda comune di Firenze” o “Melanzana violetta pallida”, di origine ibrida che si è imposta sul mercato di Firenze per i suoi frutti rotondeggianti a polpa compatta, pochissimo acida e con pochissimi semi, epidermide viola chiaro caratteristica. Oltre a quelle citate, a questo gruppo appartengono altre interessanti varietà, come Birgah, Prosperosa, Rotonda bianca sfumata di rosa, Tonda di New York. • A frutto ovale Bianca ovale, varietà poco diffusa. Galine, varietà precoce dal frutto di forma ovale allungata, adatta sia per colture sotto tunnel che in pieno campo (presenta il fenomeno della partenocarpia, cioè i frutti si sviluppano in assenza di fecondazione). Jers King, con frutti di notevoli dimensioni. • . A frutto cilindrico-allungato Violetta lunga napoletana, molto vigorosa e produttiva, precocissima. Violetta lunga palermitana, a frutto di grande dimensioni, allungato, claviforme, di colore violetto scuro. Riminese, precoce dal frutto stretto e lungo. Molto scura. Altre varietà di un cero interesse orticolo sono la Tonda violetta della Cina, la Violetta tonda comune, la Cima viola e la Purpura. Per la coltura industriale si preferiscono gli F1: Claudia, Baluroi, Caminal, Sirma, Linda, Giotto, Irene, Parthenope, Betty, Dalia, Renoir, Virginia, Tango, Galaxy, Nilo etc. Tecniche di coltivazione Semina La coltivazione della melanzana è molto semplice. È necessario tenere presente che essa vegeta solo se la temperatura si mantiene abbastanza alta di giorno e di notte. La semina si fa generalmente in cassone riscaldato, in gennaio-febbraio, usando 1,5g di seme per ogni m2 di semenzaio, da cui si può ottenere un numero di piantine sufficienti per la piantagione di 100 m2 di terreno. È da tenere presente che il seme di due anni ha una facoltà germinativa superiore a quello di 1 anno. La semina può essere fatta anche più fitta, spargendo 2,5g di seme per m2 di semenzaio. In questo caso è necessario ripicchettare le piantine in vivaio sempre in cassone riscaldato, mettendo le piantine possibilmente in contenitori di cartone o di terra cotta prefabbricati, in ciascuno dei quali si dispone una piantina. Sempre più diffusa è la semina in seminiere di polistirolo. Il trapianto a dimora si fa in piccoli solchetti tracciati alla distanza di 90 cm e mettendo le piante lungo la fila a 60 cm. Irrigazione L’irrigazione è uno degli strumenti essenziali per ottenere una produzione abbondante e di buona qualità. La melanzana è una pianta con elevate esigenze idriche, in particolare durante la fase d’ingrossamento dei frutti. In una situazione di stress idrico i frutti non raggiungono la grandezza normale, assumono un sapore piccante od amaro e una polpa stopposa. I fabbisogni idrici variano in rapporto al ciclo ed alle regioni di coltivazione. La melanzana tollera abbastanza bene la salinità, si possono utilizzare acque con un modesto contenuto salino. Da alcune prove d’irrigazione i migliori risultati come numero e peso dei frutti è stato ottenuto con 5 irrigazioni la settimana. Raccolta e trasformazione La raccolta si fa scalarmene quando i frutti sono ancora immaturi. Qualora i prezzi delle ultime raccolte risultassero poco rimunerative, si possono ringiovanire le piante con un’opportuna potatura, modo da ottenere un prodotto tardivo, sempre ben valutato.