Elettricità - laboratorio tecnologia

Per esperimenti laboratorio:
http://www.eniscuola.net/getpage.aspx?id=2523&sez=energia&lang=ita&page=0&esp=1874
Per spiegazioni animate:
http://www2.educarsialfuturo.it/quadernidelsole/iquadernidelsole.swf
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
L’energia elettrica è un movimento
ordinato di cariche elettriche
negative; un FLUSSO DI ELETTRONI
(cariche negative dell’atomo).
Alcuni materiali, detti CONDUTTORI
(metalli es :rame, argento), hanno
un elevato numero di elettroni che
possono muoversi liberamente
all’interno del conduttore, altri i cui
elettroni non possono muoversi
sono detti ISOLANTI (gomma,
plastica) e normalmente utilizzati
come materiale di rivestimento dei
cavi che trasportano la corrente.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
L’elettrone di un atomo si sposta
sull’orbita dell’atomo vicino solo
quando in due punti opposti del
conduttore esiste una diversa
concentrazione di
elettroni che
prende il nome di DIFFERENZA DI
POTENZIALE
(ddp)
o
FORZA
ELETTROMOTRICE (fem) ottenuta
appunto tramite un GENERATORE DI
CORRENTE, per esempio una PILA.
Dal POLO NEGATIVO della pila gli
elettroni percorrendo un conduttore
giungono al POLO POSITIVO della
stessa, spostandosi in un CIRCUITO
CHIUSO.
ddp
Anche se per convenzione la corrente va dal polo POSITIVO + a quello NEGATIVO 3
U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
La corrente elettrica può essere
paragonata ad un corso d’acqua:
INTENSITÀ: quantità d’acqua che scorre in
1 minuto, litri/sec
(nel circuito si misura in Ampere A)
TENSIONE: altezza di caduta dell’acqua
(nel circuito si misura in Volt V)
RESISTENZA: è data dall’attrito dell’acqua
con il letto del fiume
(nel circuito si misura in Ohm)
Queste sono collegate tra loro dalla
LEGGE di Ohm
Strozzatura = Resistenza
Pompa= Pila
V=IxR
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
V=IxR
TENSIONE (ddp) VOLT V
Si misura con il
VOLTMETRO
Tensione nelle case:
220 V
Tensione nelle industrie:
380 V
Si può alzare o abbassare
con un
TRASFORMATORE.
V
I
INTENSITÀ Ampere A,
quantità di corrente che
passa in 1 secondo in
una sezione del circuito.
Si misura con un
AMPEROMETRO o
GALVANOMETRO;
racchiusi in un unico
strumento
ANALIZZATORE o TESTER
R
RESISTENZA Ohm Ω
La difficoltà che la corrente
incontra a fluire attraverso
un conduttore.
A seconda del materiale,
sezione e lunghezza del
conduttore la R cambia
SECONDA LEGGE DI Ohm
R=ρ x l/s
Natura del
materiale
RESISTIVITÀ
Lunghezza
conduttore in
metri
Sezione, area del
conduttore mm2
S=r2x π
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Il circuito elettrico è formato da tre elementi:
GENERATORE
È il componente che crea la ddp che
stimolare gli elettroni a muoversi.
CONDUTTORE
Filo attraverso il quale circola la corrente
SIMBOLO :
Unità di misura: V VOLT
SIMBOLO:
Unità di misura: A AMPERE
UTILIZZATORE
L’elemento che attraversato dalla
corrente genera LUCE (lampadina) o
CALORE (phon) o MOVIMENTO di
ROTAZIONE (ventilatore o motori)
SIMBOLO:
Può
comprendere
anche
un
INTERRUTTORE, che se aperto impedisce
il passaggio della corrente, mentre se
chiuso, ne permette
il passaggio.
SIMBOLO:
Unità di misura: R Ohm
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
La corrente per convenzione va dal polo
POSITIVO + a quello NEGATIVO -
La pila può essere da:
1,5 volt - 4,5 volt - 9,0 volt
Il conduttore oppone una diversa
RESISTENZA (ohm) al passaggio della
corrente a seconda del MATERIALE,
LUNGHEZZA, SPESSORE.
Calcolabile con la 2° LEGGE DI Ohm
R=ρ x l/s
Flusso corrente
La lampadina che devo usare nel circuito
dovrà sopportare l’intensità di corrente che
passa.
In un circuito si determina un aumento
dell’intensità di corrente quando aumenta
la tensione e diminuisce la resistenza.
V=IxR
V = I x ρ x l/s
REGOLE INVERSE:
I = V/R
R = V/I
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
SIMBOLO
1 Resistenza generica
2 Resistenze generica collegate in serie
2 Resistenze generica collegate in parallelo
Unità di misura :
1 lampadina
Ohm Ω
2 lampadine collegate in serie
2 lampadine collegate in parallelo
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
RESISTENZE IN SERIE
Resistenze sono poste l’ una
dopo l’altra e attraversate dalla
STESSA corrente (I uguale per tutte
le resistenze).
La resistenza totale è data dalla
SOMMA di tutte le resistenze.
Le
RT= R1+R2+R3+…Rn
La TENSIONE V SI RIPARTISCE
proporzionalmente alle Resistenze
dei singoli elementi
SVANTAGGIO:
Se si rompe un UTILIZZATORE (es: si
brucia
una
lampadina),
si
interrompe il circuito e gli altri
utilizzatori non funzionano.
V = I x (R1 + R2 + R3)
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
RESISTENZE IN PARALLELO
Le Resistenze seguono vie diverse per
poi ricongiungersi; vengono attraversate
dalla STESSA TENSIONE, ma percorse da
INTENSITA’ di corrente INVERSAMENTE
proporzionale alla sua resistenza (si
ripartisce); possiamo avere i seguenti
casi:
1. N°2 Resistenze in parallelo
VANTAGGIO:
Se si rompe un UTILIZZATORE
(es: si brucia una lampadina),
NON si interrompe il circuito e
gli altri utilizzatori funzionano.
Vedi IMPIANTO DI
ILLUMINAZIONE DOMESTICA.
2. N° 3 o più Resistenze in parallelo
3. N° qualsiasi di Resistenze in
parallelo, aventi però lo stesso
valore
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Questi generatori possono essere
usati
da
soli
oppure
opportunamente collegati tra loro.
Esistono 2 possibilità:
. Serie . Parallelo
COLLEGAMENTO pile IN SERIE
SIMBOLO :
1,5 Volt
4,5 Volt
9 Volt
(alta tensione - ridotta durata)
Il polo POSITIVO della prima pila si
collega con il polo NEGATIVO della
seconda e così di seguito, la
TENSIONE uscente al termine sarà
quella di una pila moltiplicato per il
numero delle pile.
V = somma delle V delle singole pile
I = Costante
Vtot = V1 + V2 + V3
Vtot = 1,5V + 1,5 V + 1,5V
Vtot = 4,5 volt
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
COLLEGAMENTO pile PARALLELO
(bassa tensione - maggiore durata)
Tutti i poli POSITIVI si collegano tra loro
ottenendo una uscita e tutti i
poli
NEGATIVO tra loro ottenendo un’altra
uscita.
La TENSIONE al termine del collegamento
sarà uguale a quella di un’unica pila ossia
1,5 volt; ma la durata dell’erogazione di
energia sarà uguale a quella di una
moltiplicata per il numero.
V = 1 singola pila
Vtot = 1,5 Volt
I tot = I1 + I2 + I3
Vtot = V1 = V2 = V3
(che dura per 3)
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Ci fornisce l’idea di quanto CONSUMA un elettrodomestico
(lavoro compiuto nell’unità di tempo).
Per sapere l’energia consumata, nel
tempo da un Utilizzatore:
In ore
P = I XV
Dove:
• P potenza si esprime in Watt (W)
• I intensità di corrente si esprime in
Ampere (A)
• V tensione si esprime in Volt (V)
1 Watt è la POTENZA di una corrente avente
intensità di 1 A e la tensione di 1 V
Pxt
W x tempo di funzionamento
Wh (wattora)
Per comodità numerica si usa il multiplo:
1000Wh = 1 Kwh (chilowattora)
Phon da 0,5 a 1,8 KW
Computer 0,2 KW
Ferro da stiro da 1,0 a 2,2 KW
Frigorifero da 0,1 a 0,3 KW
Prendi il PHON e leggi sull’apparecchio la sua
potenza in watt (es: 1800 w), poi prendi il tempo
occorrente ad asciugarti i capelli (10 minuti),
convertilo in ore (0,17 ore) e moltiplica i due dati
(306 wh ossia 0,3 Kwh consumati).
Se espressa in secondi: Joule
1Vx 1Ax 1sec = J
1Wh=3600 J
1KWh= 3.600.000 J
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
L'effetto Joule, è un effetto fisico che
prende il nome dal fisico James Prescott
Joule che lo osservò attorno al 1840.
L'effetto joule è quel fenomeno per cui un
CONDUTTORE attraversato da una
corrente elettrica dissipa energia sotto
forma di CALORE
in quantità
proporzionale all'intensità della corrente
elettrica che lo attraversa.
P = I2x R
che esprime la prima legge di Joule, dove:
• P è la potenza dissipata misurata in Watt
(W)
• I è la corrente che vi circola misurata in
Ampere (A).
• R è la resistenza del circuito misurata in
Ohm (Ω).
Il fenomeno ha spesso implicazioni
negative, poiché è causa di perdita di
energia nelle linee di trasporto
dell'elettricità ed in generale di qualsiasi
circuito, nonché abbatte il RENDIMENTO
delle macchine elettriche perché parte
dell’energia assorbita viene trasformata in
CALORE.
Ha però anche implicazioni positive in
quanto è alla base del funzionamento di
molti dispositivi elettrici tra cui: la
LAMPADINA
A
INCANDESCENZA,
INTERRUTTORE
MAGNETOTERMICO,
FORNO ELETTRICO, ASCIUGACAPELLI, ETC.
Maggiore la tensione V maggiore deve
essere la dimensione del filo altrimenti
scalda.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
DI CORRENTE CONTINUA
SIMBOLO:
DI CORRENTE ALTERNATA
SIMBOLO:
Hanno un senso UNICO durante tutto il
tempo dell’erogazione gli elettroni circolano
costantemente dal polo + al polo • PILA (generatore statico)
Es: pila a secco per la torcia, la radiolina.
ENERGIA CHIMICA ENERGIA ELETTRICA
•ACCUMULATORI (generatore statico)
Es: batteria per avviamento del motore
dell’automobile
ENERGIA CHIMICA ENERGIA ELETTRICA
•DINAMO (generatore dinamico)
Es: filobus
ENERGIA MECCANICA ENERGIA ELETTRICA
Genera corrente in seguito ad una
ROTAZIONE,
sfrutta l’INDUZIONE MAGNETICA.
La corrente circola a PERIODI ALTERNI dal
polo + al polo - e viceversa da polo - al polo +
• ALTERNATORI ( generatore dinamico)
Genera corrente in seguito ad una
ROTAZIONE .
È un ALTERNATORE anche
quella che è chiamata
erroneamente Dinamo della
Bicicletta)
ENERGIA MECCANICAENERGIA ELETTRICA
Il funzionamento si basa sullo
sfruttamento dell’INDUZIONE
MAGNETICA , genera la corrente
distribuita nelle nostre case.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Tutte le batterie contengono 2 elettrodi metallici,
separati da una soluzione conduttrice chiamata
elettrolita.
Questa soluzione fa si che nei pressi di ciascun elettrodo
avvenga una reazione chimica che genera una corrente
elettrica.
Cappellotto di
ottone (protezione)
Le pile usate per le torce o per le radio sono chiamate
PILE A SECCO (pila Leclanchè); contengono un
bastoncino di CARBONE e un cilindro di ZINCO separati
da una PASTA CONDUTTRICE.
(Gli elettroni circolano dal polo + al polo - )
La reazione chimica ad un certo punto finisce, e la
batteria non eroga più energia.
Alcune pile sono RICARICABILI collegandole ad una
presa della corrente elettrica che inverte la reazione
chimica.
(elettrolita)
+
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Si scoprì che il passaggio della corrente in un
filo conduttore generava attorno al filo un
CAMPO MAGNETICO.
ENERGIA MECCANICA  ENERGIA ELETTRICA
• DINAMO (corrente continua)
• ALTERNATORE (corrente alternata)
Realizzando le
condizioni
produceva ELETTRICITA’.
inverse si
Se un conduttore elettrico viene posto in
MOVIMENTO ROTATORIO tra i poli di un
MAGNETE (CALAMITA), nel conduttore stesso
si genera una corrente elettrica.
Nelle Centrali Elettriche il movimento è
creato dalle TURBINE, nella bicicletta dal
movimento della ruota.
Tenere conto che il generatore NON genera
corrente in quanto questa è già presente,
sotto forma di elettroni nei conduttori
(bobina), esso provoca solo lo SPOSTAMENTO
degli elettroni e quindi genera ENERGIA
ELETTRICA.
U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Al passaggio della corrente elettrica nei
circuiti si producono dei FENOMENI che
si possono classificare in:
1. TERMICO
2. LUMINOSO
3. MAGNETICO
4. CHIMICO
1. TERMICO
Quando gli elettroni attraversano un
conduttore incontrano
una certa
resistenza, per cui si sviluppa ATTRITO
che si trasforma in CALORE
( en. Elettrica  en. Termica
vedi EFFETTO Joule).
Questa quantità di calore che si sviluppa
al passaggio della corrente è tanto
grande quanto più sottile è lo spessore
del filo e più grande è l’intensità di
corrente e il tempo in cui circola la
corrente.
L’effetto termico viene sfruttato per
costruire apparecchi elettroriscaldanti.
5. FISIOLOGICO
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
2. LUMINOSO
3. MAGNETICO
È una conseguenza del FENOMENO
TERMICO. Per esempio una lampadina
ad incandescenza si illumina
Intorno ai conduttori percorsi dalla
corrente elettrica si manifestano azioni
magnetiche (capacità di attrarre piccoli
pezzi di metallo o deviare l’ago delle
bussole).
Se il conduttore è avvolto a SPIRE
successive prende il nome di
SOLENOIDE o BOBINA; in esso il flusso
magnetico aumenta con l’aumentare del
numero delle spire e della ddp (V).
Le applicazioni sono molte:
di una luce bianca perché il filamento di
tungsteno si surriscalda (en termica) e
diventa incandescente (en luminosa),
ma non brucia (combustione), perché
all’interno della bolla di vetro non c’è
ossigeno (aria) ma argon (gas nobile che
non reagisce).
Campanello
elettrico,
ricevitore
telefonico, telegrafo, elettrocalamita.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
4. CHIMICO
5. FISIOLOGICO
Alcuni liquidi sono detti ELETTROLITI,
perché conducono bene la corrente
(soluzioni acquose di Sali, acidi).
Il corpo umano è un conduttore che offre
resistenza al passaggio della corrente;
minore è la sua resistenza, maggiore è
l'intensità della corrente che circola
nell'organismo.
In questi conduttori elettrolitici si hanno
fenomeni di DISSOCIAZIONE DELLE
MOLECOLE.
all’industria
Se prendiamo una scossa , la parte non
ISOLANTE (es: sangue) di esso sviluppa
CALORE e determina delle DISSOCIAZIONI
CHIMICHE e degli CHOC NERVOSI che
possono causare:
GALVANICA che consiste nel ricoprire
oggetti metallici, resi conduttori, di uno
strato di metallo diverso.
dalle
USTIONI
all’ARRESTO
DELLA
RESPIRAZIONE con PARALISI VITALE e
quindi la MORTE.
Questi fenomeni
Hanno dato vita
Si ottengono così:
La
NICHELATURA,
la
ZINCATURA,
la CROMATURA, l’ARGENTATURA e
la DORATURA.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
EFFETTO
TERMICO
EFFETTO
MAGNETICO
EFFETTO
LUMINOSO
EFFETTO
CHIMICO
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Dalle centrali l’elettricità viene
trasmessa alle case per mezzo di
una rete di cavi.
Per essere trasmessa con minori
perdite, deve avere un elevato
voltaggio (380.000 V); invece
quando viene utilizzata, deve avere
un voltaggio inferiore
(casa 220 V - aziende 380V).
Per aumentare e diminuire il
voltaggio,
si
usano
i
TRASFORMATORI.
TRASFORMATORI
Sono costituiti da due avvolgimenti
di filo separati, intorno a un nucleo
di ferro.
Quando la CORRENTE ALTERNATA
circola nell’avvolgimento primario,
produce un campo magnetico
alternato.
Esso induce una corrente elettrica
alternata
nell’avvolgimento
secondario.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
TRASFORMATORE ELEVATORE
TRASFORMATORE RIDUTTORE
In un trasformatore elevatore,
l’avvolgimento secondario ha
più spire di quello primario:
questo aumenta il voltaggio
quanto
basta
per
la
distribuzione.
In un trasformatore riduttore,
l’avvolgimento secondario ha
meno avvolgimenti di quello
primario, il che consente di
diminuire il voltaggio a valori
adeguati
per
l’utilizzo
domestico.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Estratto da:
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LAMPADE AD INCADESCENZA
Il filamento di tungsteno si surriscalda (en.
termica T. 2.400°C) diventa incandescente ed
emette luce bianca (en. luminosa).
Questo perché all’interno della bolla di vetro
non c’è ossigeno (aria) ma argon altrimenti
brucerebbe (combustione).
LAMPADE A FLUORESCENZA
È costituita da un tubo di vetro, al cui interno è
dapprima praticato il vuoto, poi introdotto un
gas nobile (argon) ed una piccola quantità di
mercurio liquido. La superficie interna del tubo
è rivestita di un materiale fluorescente,
dall'aspetto di una polvere bianca. Ai due
estremi del tubo sono presenti due elettrodi.
Gli elettroni in movimento tra i due elettrodi
eccitano gli atomi di mercurio, che sono a loro
volta sollecitati ad emettere radiazione
ultravioletta. Il materiale fluorescente di cui è
ricoperto il tubo, investito da tali radiazioni,
emette luce visibile.
Questo tipo di lampade sono erroneamente
chiamate lampade al neon o tubi al neon, ma in
realtà il funzionamento è dovuto alla presenza
di vapori di mercurio e non al neon.
L'emissione luminosa visibile è indiretta,
ovvero non è emessa direttamente dal gas
ionizzato ma da un materiale fluorescente (da
cui il nome).
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
LAMPADE A BASSO CONSUMO (LFC a fluorescenza compatta)
(OBBLIGATORIE dal 2011)
Le lampadine a basso consumo
rappresentano la versione compatta delle
lampade a fluorescenza.
Sono formate da uno o più tubi di vetro
incurvati contenenti vapori di mercurio.
All'estremità di ciascun tubo si trova un
elettrodo.
Queste lampade costano di più di quelle
tradizionali, ma consumano molta meno
energia perché hanno migliori rendimenti
luminosi.
Una lampada da 20W illumina come una
lampada
tradizionale
da
100W;
consumando 1/5
Quando la lampadina si accende, la
corrente attraversa questi elettrodi
provocando una scarica di gas; i vapori di
mercurio emettono allora un raggio
ultravioletto che viene trasformato in luce
dalla polvere fluorescente che ricopre la
parete interna del bulbo.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
LAMPADE ALOGENE
Queste lampade emettono una luce molto bianca. Il gas
contenuto è un gas ALOGENO (FLUORO, BROMO, IODIO).
Funzionano a BASSA TENSIONE, quindi c’è la necessità di
farle precedere da un TRASFORMATORE ed emettono
un’ALTA intensità di corrente.
Non sono economiche e consumano molto rispetto alle
altre lampade viste.
Le lampade fluorescenti contengono mercurio che è estremamente inquinante e
molti componenti che possono invece essere riciclati.
Dopo l'uso devono essere smaltite in maniera differenziata tra i materiali RAEE e
non con il vetro.
Per questo vanno obbligatoriamente consegnate al rivenditore o all'apposito
centro di riciclaggio spesso presso le discariche comunali.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
INCANDESCENZA
FLUORESCENZA
BASSO CONSUMO LFC
TUNGSTENO ARGON
MERCURIO
ARGON
MERCURIO
ARGON
TEMPERATURA
ALTA
BASSA
BASSA
RENDIMENTO
10%
35%
40%
DURATA
1.000 ORE
8.000 ORE
da 6.000 a 15.000 ORE
COSTO
circa 2 EURO
Circa 5 EURO
da 5 a 25 EURO
11-12 lumen/Watt
Alimentazione :
15-1000 Watt
50 – 100 lumen/Watt
Alimentazione:
10 – 58 Watt
60 – 70 lumen/Watt
Alimentazione :
3-23 Watt
MATERIALE
EFFICIENZA
LUMINOSA
COSTO MEDIO 1Kwh IN BOLLETTA : 0,17 EURO
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
ESEMPIO:
Asciugacapelli
1,8 kW
Frigorifero
0,2 kW
Lampade
0,2 kW
Televisore
0,1 kW
Lavatrice o forno
2,0 kW
4,3 kW
Quando è in funzione la lavatrice o il forno elettrico non puoi asciugarti i capelli!
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Adottate dall’UNIONE EUROPEA
per un acquisto consapevole.
In Italia sono state introdotte dal 1999 e attualmente
OBBLIGATORIE per frigoriferi e congelatori, scaldabagno,lavatrici,
forni elettrici, condizionatori e lampade a uso domestico.
Indica il marchio del costruttore e il nome del modello di frigorifero,
frigocongelatore o congelatore.
Indica l’efficienza energetica; è facoltativamente presente il simbolo
Ecolabel. Come sapete, un frigorifero, frigocongelatore o congelatore
di classe A consuma una quantità di energia elettrica di gran lunga
minore rispetto a un frigorifero, frigocongelatore o congelatore di
classe C. Le classi E, F e G sono ormai uscite di produzione.
Indica il consumo di energia espresso in kilowattora (kWh) misurato
sulle prove standard di laboratorio nell’arco di 24 ore.
Indica il volume degli alimenti freschi e il volume degli alimenti
congelati, ovvero la capacità netta totale del vano frigorifero e del
vano congelatore misurate in litri. Inoltre è indicato il codice a stelle
che contraddistingue il vano congelatore.
Indica la rumorosità del frigorifero, frigocongelatore o congelatore.
Scegliete un modello poco rumoroso se il muro presso cui
posizionerete l’apparecchio confina con la zona notte: l’avvio del
compressore potrebbe disturbare il relax e il sonno.
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano
Non sempre l’elettricità si sposta. Esiste
anche l’ENERGIA STATICA, questa
provoca le scariche dei fulmini e a volte
fa crepitare alcuni indumenti quando ce
li togliamo.
STROFINANDOSI GLI UNI CONTRO GLI
ALTRI,
GLI
OGGETTI
POSSONO
SVILUPPARE UNA CARICA POSITIVA O
NEGATIVA.
Lo strofinio stacca gli ELETTRONI dagli
atomi (cariche negative), e l’oggetto si
carica POSITIVAMENTE, mentre l’altro si
carica negativamente perché gli
elettroni liberati si spostano verso i suoi
atomi.
IMPIEGO
DELL’ELETTRICITÀ
STATICA
FOTOCOPIATRICI
L’originale viene illuminato da un lampo di luce, le
parti chiare riflettono la luce e quelle scure la
assorbono. All’interno della macchina c’è un
tamburo carico di elettricità statica che viene
investito dalla luce riflessa dall’originale.
Nel tamburo in corrispondenza delle zone chiare
si annulla la carica mentre in quelle scure la carica
rimane. Poi il tamburo, viene coperto di toner
che aderisce solo alle zone cariche di elettricità
statica. Infine viene messo a contatto con la carta
bianca, a sua volta carica di elettricità statica e
trasferisce l’inchiostro sulla carta.
Per approfondimento
Generatore Van de Graaf
Elettroscopio
Vestito antistatico
Esperimento del fulmine di Franklin
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U.D.: ELETTRICITÀ – Prof.ssa R.D'Imporzano