Aspetti patologici con funzionamento di tipo branco

Terza parte
L'INTERVENTO CON IL GRUPPO DI ADOLESCENTI
CON PATOLOGIA “AL LIMITE”
Daniele Biondo
Aspetti patologici del gruppo
di adolescenti con funzionamento di tipo
“branco”
• Strategia violenta per ottenere riconoscimento sociale per
carenza di fiducia nelle proprie competenze
• Disimpegno morale (non assunzione di responsabilità nei
confronti di comportamenti di utilitarismo, arrivismo,
competizione estremizzata, mancanza di solidarietà)
• Disinteresse culturale
• Scarsa spinta all’appartenenza (individualismo, egoismo,
egocentrismo)
• Ricerca dell’identità nell’azione piuttosto che nel pensiero
• Integrazione di sè fondato sul misconoscimento dell’altro
• Bisogno di affidarsi alla guida di un leader patologico
Riconoscimento sociale
Attraverso il comportamento violento il gruppo
realizza il bisogno di riconoscimento in pubblico.
La violenza è, dunque, uno dei mezzi possibili per
catturare l'attenzione ed il rispetto dell'adulto e
spesso dell’ambiente sociale. In questo caso il
funzionamento gruppale degrada in quello di
branco. Il branco è un gruppo di adolescenti che,
attraverso azioni commesse insieme, tenta di
costruirsi, e parallelamente farsi attribuire dagli
altri, un'identità sia pure deviante. Avere
un'identità comporta automaticamente avere un
ruolo ed un'immagine positiva di sé.
Disimpegno morale
Con il concetto di “disimpegno morale” Bandura
(1991) riconosce nei meccanismi di dislocazione e
di diffusione della responsabilità la possibilità
per l'individuo di non riconoscersi responsabile
dell'azione commessa, mettendo a tacere il
contrasto tra comportamento agito e gli standard
morali a cui il soggetto comunque aderisce.
Un'altra modalità di disimpegno morale è la
dislocazione della responsabilità, che viene
attribuita al capo, al leader (ubbidienza cieca).
Disinteresse culturale
In questi gruppi è carente la prospettiva culturale: si
tratta di ragazzi che non si esprimono
simbolicamente, né attraverso i canali tradizionali
riconosciuti e condivisi dagli adulti (la parola o la
scrittura, l’arte), né con qualsiasi altra forma
culturale di accesso al simbolico (la musica, il
ballo, i graffiti ecc.).
Il loro linguaggio è prevalentemente quello opaco e
concreto dell'azione, spesso violenta, idealizzata
come forma privilegiata di espressione del Sé.
Spinta all’appartenenza
L'aggressività agita viene con una modalità volutamente
esagerata nella sua espressione per far risaltare la
richiesta di adattamento-accettazione rivolta a tutti i
componenti in modo da incrementare il senso di
appartenenza al gruppo.
Di particolare rilievo sono le ricerche che hanno
dimostrato come determinati comportamenti
antisociali siano agiti solo da alcuni attori del gruppo
con spesso una sola formale accettazione, ma non
partecipazione, degli altri componenti del gruppo
stesso.
Ricerca dell’identità
Recenti concettualizzazioni di orientamento
psicoanalitico hanno centrato l'attenzione sul
rapporto tra agito deviante e difficoltà nel
processo di definizione dell'identità e di
inserimento sociale, interpretando l'atto
aggressivo come segnale di un ostacolo nella
realizzazione dei compiti evolutivi: fantasia di
recupero maturativo (Novelletto, 1986), famiglia
interna disfunzionale (Pietropolli Charmet, 1995).
Ricerca dell’identità
In queste condizioni il gruppo, può rendersi
responsabile di comportamenti molto gravi
(aggressioni di tipo bullistico, razzista o
sessuale), perché prevale il bisogno di negare
la realtà emotiva dell’altro, che denuncia
l’incapacità di questi ragazzi di riconoscere se
stessi come soggetti e di riconoscersi a livello
identitario.
Misconoscimento dell’altro
La disperazione della nascita sociale bloccata di
questi ragazzi, li porta alla necessità di ricorrere
difensivamente ad un acting che recuperi dallo
stato di umiliazione e di mortificazione
narcisistica. Questi ragazzi sono soggetti sociali a
crescita bloccata, con padri sociali che non
aiutano a nascere e non daranno il proprio
nome, ragazzi che cercano nella dimensione di
gruppo una delle soluzioni possibili.
Misconoscimento dell’altro
Hanno quindi utilizzato uno strumento fase
specifico, delegando al gruppo la funzione di
fare paura, sottomettere, infliggere
l’umiliazione all’altro, misconoscendone la
sua umanità, derespondabilizzando il soggetto
da tale violento attacco all’altro (Saottini,
2001).
Bisogno di affidarsi ad un leader patologico che rappresenti gli
aspetti sofferenti del Sè
Se sono presenti nel gruppo più soggetti patologici,
accomunati da aspetti di personalità molto simili,
molto facilmente potranno scattare intensi
processi d’identificazione proiettiva. Il leader
assolve al compito di testimoniare, a nome di
tutto il gruppo, il bisogno di ricercare difese
adeguate, anche se spesso falliscono questo
compito, dalla comune sofferenza.
I
Bisogno di affidarsi ad un leader patologico che rappresenti gli
aspetti sofferenti del Sè
Il compito principale del capo branco, più che di
una vera leadership, è quello di esercitare la
funzione di medium il gruppo cioè gli delega la
funzione di prestare le proprie corde vocali per
pronunciare le opzioni affettive profonde del
gruppo. Quando il leader propone un’azione
satura concretamente l’esigenza di defiendersi
dall’angoscia della crescita che attraversa la
mente del gruppo” (Pietropolli Charmet, 2000)
Setting psicodinamico multiplo con il gruppo
OBIETTIVI
• Costruire la fiducia nelle proprie capacità (di crescita, di fare
bene, di essere efficaci, competenti, abili)
• Utilizzare il gruppo per realizzare i compiti evolutivi (quello di
conquistare la differenza generazionale e di genere)
• Investire il senso del “limite” ed il sistema normativo come
sistemi autoregolativi di protezione del Sé
• Ricercare un progetto di autorealizzazione di sé proiettato
nell’acquisizione di un ruolo sociale ed antropologico (capacità
di darsi un progetto di vita centrato sulle competenze e non
sulla forza o sulla violenza)
• Realizzare un patto con l’adulto e con il gruppo dei pari per
l’acquisizione delle competenze necessarie alla realizzazione
del proprio progetto autorealizzativo
Setting psicodinamico multiplo con il gruppo
OBIETTIVI
Evoluzione del funzionamento mentale del
gruppo:
• istituzione del contenitore mentale
• istituzione del funzionamento pluralista del
Sé
• istituzione della legge condivisa
Istituzione del contenitore mentale
In questa prima fase, l’obiettivo dell’intervento
psicologico è quello di mettere in grado il gruppo di
operatori (insegnanti, educatori) dell’istituzione
educativa coinvolta, di ingaggiare con gli adolescenti
antisociali, portatori di una specifica patologia civile
che attacca la capacità di convivenza e di
socializzazione dell’intero gruppo, un dialogo ed un
confronto serrato all’interno del gruppo finalizzato a
condividere un comune modello normativo ed
operativo.
Tutto ciò al fine d’istituire il gruppo come entità
psicologica-sociale unitaria necessaria allo
svolgimento del compito dell’apprendimento
Istituzione del funzionamento
pluralista del Sé
. Creato il contenitore mentale del gruppo è possibile
promuovere un confronto-scontro fra le diverse anime
del gruppo adolescenziale (da quelle più primitive ed
impulsive a quelle più mature capaci di differimento
dell’impulso) e fra le diverse forme d’uso dell’ambiente
educativo presenti fra i ragazzi: Tale “uso” si riferisce
alle diverse modalità dei ragazzi di utilizzare l’ambiente
educativo in termini concreti ed in termini oggettuali
interni: ricerca di un oggetto narcisistico, ricerca di un
oggetto anaclitico, ricerca di un oggetto-Sé, ricerca di
oggetti d’identificazione,
Istituzione del funzionamento
pluralista del Sé
Costruito un contenitore valido con il quale tanto i ragazzi
che gli educatori si possono identificare, è possibile per
entrambi avviare una fase di elaborazione del
funzionamento psicologico del gruppo e,
all’occorrenza, dei singoli individui. Incrementando la
capacità dei singoli di “fare gruppo” s’incrementa la
possibilità di conquistare un funzionamento mentale
interno di tipo democratico, critico e pluralista,
propedeutico al processo di soggettivazione ed alla
maturità emotiva. Tale funzionamento mentale
comprende la possibilità di aprirsi alla civiltà, di
assumersi responsabilità sociali, di partecipare alla
storia del proprio gruppo sociale e di relazionarsi con la
categoria di pluralità.
Istituzione della legge condivisa
La promozione del dialogo educativo deve
essere finalizzata al chiarimento sulle forme
legittime (costruttive e produttive) d’uso
dell’ambiente educativo da parte dei ragazzi,
e sulla discriminazione attiva di quelle forme
d’uso ritenute illegittime e distruttive per il
gruppo, superando ogni tentazione
dell’istituzione educativa e degli adulti di
connivenza o collusione.
Istituzione della legge condivisa
Le legge condivisa rappresenta la base comune del
funzionamento gruppale, che può permette agli
operatori e ai ragazzi d’incontrarsi su un terreno che
prevede la chiarezza delle regole di convivenza. Al fine
di permettere ad entrambi di sentire di aver costruito il
gruppo come contenitore affidabile, protetto da regole
e norme, occorre che l’istituzione della legge condivisa
sia sentita come un patrimonio comune dei ragazzi e
degli educatori. Le sanzioni e punizioni, di
conseguenza, devono essere coerenti e puntuali al fine
di proteggere il funzionamento gruppale.
FUNZIONE DELL’AMBIENTE EDUCATIVO
PER L’ADOLESCENTE PROBLEMATICO
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offre un accoglimento dei bisogni di base, coniugandolo con l’inserimento di
elementi terzi (oggetti culturali, norme sociali, ecc)
permette il frazionamento del transfert (soprattutto quello negativo) e
permette di realizzare l’esperienza del transfert positivo con l’adulto
permette di mentalizzare gli aspetti profondi del sé espressi con gli agiti
permette la messa in scena del trauma originario (relativo all’esperienza di
deprivazione primaria)
permette di utilizzare l’attività come azione-oggetto per mediare la
relazione con l’adulto
alimenta la capacità di autocura
permette agli educatori di sostenere l’urto del comportamento
traumatizzante dell’adolescente problematico
Caratteristiche dell’intervento
educativo
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Concretezza
Esperenzilità
Quotidianità
Tempi lunghi
Target
Adolescenti problematici “al limite” con
difficoltà di adattamento sociale e con
comportamenti ambientalmente disturbanti
che presentano “patologie civili” ( come
derivato di disturbi psicosociali, disturbi
narcisistici, patologia borderline)
Metodo
• Attività ludiche (giochi di gruppo, giochi da tavolo
ecc.)
• Attività espressive
• Attività motorie e sportive
• Attività artistiche
• Sostegno scolastico
• Tecniche manuali, esplorative, strumentali
• Dialogo e attività “di parola” in situazioni
informali