Lo studio della città di Trento Fondo naturale dei metalli nei terreni alluvionali del fondovalle Lo studio ha coinvolto nel tempo numerosi soggetti • IDEAZIONE: Sergio Casagrande (ex Dirigente Settore laboratorio e controlli APPA) Giovanni Segatta (Comune di Trento, Servizio Ambiente) • ELABORAZIONE STUDIO: Wolfgang Genthe (consulente), Giovanni Segatta con la collaborazione di Luciano Tomasi e Silvano Debortoli( Servizio Ambiente) • SONDAGGI E CAMPIONAMENTI: ex società HPC ora ENSR Italia. S.r.l. • ANALISI: CHIMICHE: Giuseppe Clauser, Rita Cosentino, Stefano Pescedasch (Settore laboratorio e controlli APPA) • MISURAZIONE POLVERI IN ATMOSFERA: Gabriele Tonidandel (U.O. Tutela dell'aria e agenti fisici APPA) • ANALISI DI RISCHIO SUL PIOMBO: Wolfgang Genthe • VALIDAZIONE STUDIO E PREDISPOSIZIONE DELIBERA PROVINCIALE N°2172 della P.A.T. 20 ottobre2006 “Aggiornamento piano provinciale per la bonifica delle aree inquinate, nonché approvazione dello studio finalizzato a definire il quadro generale del fondo naturale dei metalli nella parte di territorio del Comune di Trento compresa tra il torrente Avisio e la località Acquaviva” Alverio Camin, Gabriele Rampanelli (Progetto Speciale recupero urbanistico e Ambientale delle aree industriali della P.A.T.) Motivazioni alla base dello studio sul fondo naturale in metalli • Ritrovamento di valori anomali in piombo nei campionamenti di terreni effettuati nell’area di controllo di Trento Nord esterna alla fabbrica ex Sloi, che produceva piombo tetraetile (ora sito inquinato di interesse nazionale), in punti dove non era evidente alcuna influenza ed interferenza col sito inquinato. • La constatazione che la città di Trento ricade in un territorio caratterizzato dalla presenza diffusa di mineralizzazioni. ASPETTI GEOLOGICI CARTA LITOLOGICA – MINERARIA Ciro Andreatta, 1951 Le mineralizzazioni del Fersina Il bacino del torrente Fersina è caratterizzato dalla presenza di numerose mineralizzazioni il cui sfruttamento in epoca passata ha costituito un’importante risorsa economica (miniere del Perginese). In estrema sintesi si possono riassumere i seguenti gruppi di mineralizzazioni e relative paragenesi: • Mineralizzazioni idrotermali a solfuri misti della Val dei Mocheni (vulcaniti permiane) Paragenesi chimica a Pb, Zn, Cu, As, Ag (Fe, Sb, Bi, W, Au ecc.) possibile presenza anche di Fluorite e Ba; • Mineralizzazioni idrotermali a solfuri misti del Pinetano (vulcaniti permiane) Paragenesi chimica a Pb, Zn, Cu, As, Ag (Fe, Mn, Sb ecc.) • Mineralizzazioni sin-sedimentarie diagenetiche dell’Altopiano del Calisio (strati di Werfen) Paragenesi chimica a Pb, Ag (Zn, Cu ecc.) e abbondante Ba Il bacino idrografico del Fersina La mineralizzazione del M.te Calisio • mineralizzazione sin-sedimentaria diagenetica ospitata negli strati inferiori della formazione del Werfen (zona Maso Saracini, M.te Corno) con paragenesi chimica a Pb, Ag (Zn, Cu ecc.) e Ba. • La formazione di Werfen (in viola nella slide successiva), anche se di spessore modesto, affiora estesamente sul versante e ricopre il grande complesso delle Ignimbriti riolitiche (porfidi da cubetti) ed i prodotti del loro smantellamento le Arenarie di Val Gardena sempre del Permiano (paleozoico), a sua volta sul versante (in particolare in corrispondenza dei vari sobborghi) è presente una estesa copertura morenica (quaternario). • Lo strato mineralizzato ha uno spessore compreso tra 10 - 20 metri ed è caratterizzato da mineralizzazioni a galena argentifera e baritina oggetto di coltivazione mineraria sin dal Medio Evo. L’area mineralizzata del monte Calisio Dalla carta geologica del Comune di Trento si nota come al di fuori del settore Nord Ovest (M.te Calisio) i litotipi affioranti sono rappresentati per la massima parte da formazioni carbonatiche non mineralizzate. Lo studio sul fondo naturale in metalli ha interessato il fondovalle • Per motivi geologici, perché la maggior parte dei versanti è costituita da terreni non mineralizzati. • Perché l’apporto in minerali metallici trasportato dal reticolo idrografico secondario si sedimenta nei depositi alluvionali della valle dell’Adige sotto forma di conoidi alluvionali o, nel caso dei corsi d’acqua minori, interdigitato nelle alluvioni del Fiume Adige. • Perché nel fondovalle la residenzialità è elevata e sono numerose le attività di trasformazione del territorio (scavi a scopo edificatorio, bonifiche ambientali). Suddivisione del fondovalle in domini dove è atteso o meno un valore anomalo del fondo naturale in metalli depositi della Val D’Adige posti a Est del Fiume Adige ed a Nord del conoide del T. Fersina (dominio di NE), influenzati dalla mineralizzazione del M.te Calisio. depositi mineralizzati del conoide del T. Fersina. depositi della Val D’Adige posti a Est del Fiume Adige ed a Sud del conoide del T. Fersina (dominio di SE), derivanti da formazioni carbonatiche non mineralizzate. depositi in destra Adige (domini di NW e SW), provenienti da formazioni carbonatiche non mineralizzate. Il RETICOLO IDROGRAFICO SECONDARIO Si sottolinea l’importanza che riveste il reticolo idrografico secondario che erode i versanti e deposita i sedimenti nella Valle dell’Adige La falda acquifera La conoscenza dell’andamento delle falde acquifere del fondovalle è importante per valutare l’eventuale influenza dei terreni mineralizzati sul chimismo delle acque sotterranee: ad esempio la mineralizzazione a piombo dei terreni di Trento Nord non si riscontra nelle acque di falda, mentre la mineralizzazione a arsenico dei terreni del conoide del T.Fersina influenza il chimismo delle acque sotterrane. Processi di sedimentazione 1 • Area di fondovalle interessata dal monte Calisio: Il trasporto solido e le colate di detrito provenienti dal reticolo idrografico secondario nel corso dei secoli e dei millenni si sono interdigitate ai depositi del fiume Adige e del conoide del T. Avisio, dando luogo ad alternanze verticali ma anche orizzontali (eteropie di facies) dei due apporti sedimentari e conseguentemente dello stato di mineralizzazione che li caratterizza. L’influenza del reticolo secondario è tendenzialmente maggiore nella parte prossimale alla montagna. • Conoide del T. Fersina: ambito antropizzato sin dall’antichità (cfr. vari ritrovamenti di età romana) e più volte sovralluvionato, ne consegue la possibilità di trovare nei depositi di epoca storica, riferibili ai primi metri di profondità dal piano campagna, tracce di materiale di origine antropica coinvolto nei sovralluvionamenti, che potrebbero indurre ad un’erronea definizione degli stessi come riporti. Processi di sedimentazione 2 • Si ricorda che la meccanica deposizionale dei minerali metallici, così come della baritina, è quella tipica dei minerali pesanti. • questi minerali spesso si associano a sedimenti di granulometria più grossolana. • la distribuzione dei minerali pesanti nella dinamica di sedimentazione mostra arricchimenti locali in precisi ambiti legati all’energia di trasporto IL CAMPIONAMENTO Criteri di campionamento 1 • Il campionamento è stato realizzato in modo da interessare i depositi del fondovalle sia della piana dell’ Adige che dei conoidi, • Il campionamento ha riguardato solo siti non riconosciuti come potenzialmente inquinati da attività antropiche. • Il campionamento ha interessato esclusivamente siti di proprietà pubblica. Criteri di campionamento 2 • sono stati condotti 80 microsondaggi spinti ad una profondità media di riferimento di 4 metri dal p.c. (profondità consueta dei vani interrati), • Sono stati raccolti 350 campioni. La modalità di campionamento è stata la seguente: prelievo a mano dei primi dieci centimetri di terreno (per verificare l’eventuale inquinamento diffuso dovuto a traffico, fall-out, esondazioni); Prelievo in profondità (microsondaggi) prelievo a parte dell’eventuale riporto antropico sovrastante il terreno naturale; prelevamento del terreno naturale secondo intervalli dello spessore di circa un metro; Per ogni sondaggio è stata eseguita una colonna stratigrafica, accompagnata da un rapportino sulle caratteristiche dei terreni campionati. Ubicazione dei sondaggi Colonna stratigrafica del sondaggio con riportati i campioni e rapporto di campo OSSERVAZIONI non è sempre facile distinguere un “fondo naturale” in senso stretto da un “fondo ambientale” influenzato anche dall’azione dell’uomo. I terreni contenenti metalli possono derivare da: • disfacimento e/o processi pedologici di disgregazione in sito di roccia originaria, mineralizzata a diverso grado; • processi di trasporto avvenuti nei tempi “preistorici”, ad opera dei corsi d’acqua, delle glaciazioni e del vento. • processi di trasporto avvenuti nei tempi “ storici”, ad esempio nel caso di alluvioni di fiumi e torrenti, di sedimenti che potevano contenere materiali di costruzioni, attività produttive, o di scarto di coltivazione di cave e miniere. • realizzazione di ripristini ambientali con riporti alloctoni (inerti) per modificare l’originale profilo del terreno , ad es. per la bonifica di paludi, per sistemazioni edili o per la creazione di campi agricoli. • discariche di sostanze contenenti metalli in concentrazioni tossiche realizzate in tempi in cui non esistevano norme giuridiche per il corretto conferimento di queste sostanze. • depositi su scala regionale dovuti a spargimenti ad uso agricolo a precipitazioni meteoriche oppure al fall out di polveri ANALISI CHIMICHE E RISULTATI Analisi chimiche Tutti i campioni sono stati sottoposti ad analisi chimiche per i seguenti metalli: antimonio (Sb), argento (Ag), arsenico (As), bario (Ba), bismuto (Bi), cadmio (Cd), cobalto (Co), cromo (Cr), manganese (Mn), mercurio (Hg), molibdeno (Mo), nichel (Ni), piombo (Pb), rame (Cu), selenio (Se), stagno (Sn), vanadio (V) e zinco (Zn). Nelle successive tabelle si presenta l’elaborazione dei dati chimici dei terreni relativa a: Concentrazioni metalli nel suolo (mg/kg): area influenzata da mineralizzazioni M.te Calisio Concentrazioni metalli nel suolo (mg/kg): area influenzata da mineralizzazioni del Fersina Concentrazioni metalli nel suolo (mg/kg): fondovalle non mineralizzato La cartografia in rete civica • Sul sito del Comune di Trento sotto: cartografia ► cartografia ambientale► “fondo naturale in metalli”, oppure in area tematica ambiente e territorio► suolo e sottosuolo► “fondo naturale in metalli” sono state costruite specifiche cartografie su GIS per ogni elemento chimico; • I vari sondaggi appaiono come cerchi numerati: – – – • verdi (inferiori a tabella A) gialli (valori tra tabella A e B) rossi ( valori superiori ai tabella B); I sondaggi possono essere interrogati e mostrare le caratteristiche di ogni campione, come evidenziato nella slide successiva. Legenda piombo PIOMBO Il valore del fondo naturale del piombo è significativamente elevato nei terreni alluvionali dell’area influenzata dal Monte Calisio, e in minor misura del conoide del T. Fersina. ARSENICO Il fondo naturale in arsenico si mostra elevato nei terreni del conoide del T. Fersina ZINCO Il fondo naturale in zinco si mostra elevato nei terreni alluvionali dell’area influenzata dal Monte Calisio, e del conoide del T. Fersina STAGNO I valori del fondo naturale in stagno (se confrontati a quelli tabellari) si mostrano elevati su tutto il territorio comunale, indipendentemente dallo stato di mineralizzazione dei terreni. Specie di Piombo aspetto nell’ambiente -- + soluzione in benzina Piombo trietile, Piombo dietile + - soluzione in acqua ++ - fine nel pulviscolo - -- Granulometria tra media e grossolana -- -- Vetro Piombo ossidi, Piombo sulfide Vetro come cristallo (40% Pb2O3) • Volatilità Piombo tetraetile Piombo alogenati • Solubilità La solubilità nell'acqua è importante per l’ingestione, la volatilità per l’inalazione La granulometria è generalmente importante per definire i percorsi di assunzione nel corpo umano Queste relazioni sono elevate nei casi di Piombo tetraetile e del pulviscolo (Piombo alogenati) , ma basse nel vetro come cristallo Per questo motivo, negli USA, non è fissato un limite di Piombo nel suolo, ma un limite di Piombo nel sangue umano Indagine sperimentale sul Piombo a Trento (zona di Gardolo) • • Servita per l'individuazione dei parametri da inserire nei modelli (calibrazione dei modelli) Verifica dei dati risultanti dai calcoli dei modelli in situazioni esemplari: nell'indagine sono stati riscontrati valori massimi di concentrazione pari a 5150 mg/kg di Piombo. VERIFICHE SPERIMENTALI: ARIA 3. misurazione delle polveri in atmosfera: • • I valori misurati sono risultati un ordine di grandezza inferiori al valore stabilito dal DM n.60 del 2 aprile 2002 misurazione delle polveri in ambienti interni: • il contenuto di piombo nella polvere indoor è così basso da Indagine sperimentale sul Piombo a Trento (zona di Gardolo) VERIFICHE SPERIMENTALI: ACQUA 3. determinazioni condotte sull’eluato: • • la solubilità é tra i 0,05 ed i 0,3 mg/l, (nei modelli di analisi di rischio sono considerati valori di 12.000 mg/l.) la percentuale di Piombo solubile non dipende significativamente dalla granulometria. • analisi sull’acqua di falda nell’area oggetto di analisi di rischio • • nei pozzi idropotabili “Sparagni“ (conoide del T. Avisio) sono stati riscontrati valori medi di 0,44 µg/l e valori massimi di 1,68 µg/l Piombo. piezometri in zona hanno evidenziato contenuti fino a 0,2 µg/l e nell'area più a sud (a monte del sito inquinato di Trento-Nord) fino a 3 µg/l. Analisi di rischio tipo RBCA Dal seguente calcolo sulle concentrazioni di Piombo nel suolo risultano rischi diversificati a seconda delle vie di esposizione: Modello “Integrated Exposure Uptake Biokinetic Model for Lead in Children“ (IEUBK) Questo modello è adottato negli USA per stimare il contenuto di Piombo nel sangue umano attraverso vie di trasferimento da suolo, polveri, aria, alimenti e oggetti. Il risultato non dà un valore, ma una distribuzione con: • valore medio geometrico (GM) • percentuale superiore alla valore di limite con deviazione standard dal valore GM (default 1,6) Parametri usati in IEUBK Scenario urbanizzato (caso della zona abitata influenzata dalle mineralizzazioni del M.te Calisio) dove il terreno naturale è ricoperto da riporti antropici, terreni vegetali ed estese pavimentazioni. • Contenuto di Piombo nel suolo, aliquota della frazione <2mm: - primi 0,3 m: 870 mg/kg s.s. (95°percentile), - 0,3 – 1,0 m: 720 mg/kg s.s. • Concentrazione di piombo in aria outdoor: 0,035 µg/m3 • Concentrazione di piombo in aria indoor: 30% della concentrazione outdoor • Fattore di ingestione suolo / polveri: 20% • Concentrazione di piombo nell'acqua potabile: 1 µg/l • Assunzione di piombo tramite gli alimenti: circa 6 µg/giorno Risultati con IEUBK L’analisi di rischio della situazione urbanizzata mostra un quadro decisamente al di sotto del valore limite (10 µg/dl) e che la percentuale di casi che supera tale valore è pari al 3,9 % (sotto la soglia del 5%).