Bollettino Difesa Integrata Vite Brescia

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Bollettino Difesa Integrata Vite Brescia
Bollettino n. 16/2016
Emesso in data 15/07/16
Adesso in campo:
Peronospora
Botrite
Indicazioni valide per la sola area di riferimento
Settimana caratterizzata da rovesci temporaleschi nella seconda parte, con abbondanti bagnature fogliari e qualche chicco di grandine in alcune aree. Temperature
tipicamente estive ad inizio settimana che sono poi calate in modo significativo nella
seconda parte. Per i prossimi giorni è attesa una residua instabilità a cui seguirà
tempo stabile e ritorno delle temperature a valori tipicamente estivi.
Oidio
Tignola
Rischio:
Alto
Medio
Basso
Per le previsioni aggiornate è possibile consultare il bollettino meteo e agrometeo di
ARPA Lombardia.
Sul sito di Condifesa nella sezione Agrometeo è possibile visionare previa registrazione gratuita le mappe di precipitazione e i principali parametri meteorologici previsti a 5 giorni per diverse aree della provincia.
Località
T min
Data T
min
T max
Data T
max
Piovosità
Somma mm
mensili
Ultimo
giorno
pioggia
Utima
pioggia
mm
Bagnatura
Fogliare
Somma ore
settimana
Data
Ultima
bagnatura fogliare
Botticino
18.1
06/07
35.6
11/07
8.8
13/07
2.4
8
13/07
Calvagese
18.8
06/07
35.1
11/07
16.2
12/07
10.4
3
13/07
Puegnago
16.2
06/07
35.3
11/07
21.0
13/07
14.6
7
13/07
Sirmione
18.7
08/07
37.2
11/07
0
04/07
0.8
15
13/07
Cortefranca
18.0
08/07
34.7
11/07
19
13/07
8.4
22
13/07
Erbusco
18.3
09/07
34.5
11/07
11.0
13/07
1.8
18
13/07
Rodengo S.
16.8
07/07
36.4
11/07
23.6
13/07
12.0
17
13/07
Dati meteo: riassunto 6 luglio - 13 luglio. Provincia di Brescia.
Località
T min
Data T min
T max
Data T max
Piovosità
Somma mm
mensili
Bagnatura Fogliare
Somma ore
mensile
Botticino
11.5
15/06
36
25/06
113.2
103
Calvagese
11.1
15/06
34.4
24/06
93.8
71
Puegnago
11.8
15/06
34.9
25/06
98.0
121.0
Sirmione
13.2
18/06
37.4
25/06
105.4
79.0
Cortefranca
12.8
15/06
34.7
24/06
124.0
122.0
Erbusco
13.1
15/06
34.0
24/06
90.6
115
Rodengo S.
11.4
15/06
35.2
25/06
98.0
144.0
Dati meteo: riassunto 6 giugno - 7 luglio. Provincia di Brescia.
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Fase fenologica 13/07
La fase fenologica media è di Chiusura grappolo.
Denominazione
Vitigno
Precocità area
Stadio Dato medio
Botticino
Barbera
Media
Chiusura grappolo
Botticino
Marzemino
Media
Chiusura grappolo
Capriano d/c
Marzemino
Precoce
Chiusura grappolo
Capriano d/c
Merlot
Precoce
Chiusura grappolo
Capriano d/c
Sangiovese
Precoce
Chiusura grappolo
Franciacorta
Chardonnay
Precoce
Chiusura grappolo
Franciacorta
Pinot Nero
Precoce
Chiusura grappolo
Lugana
Trebbiano
Precoce
Chiusura grappolo
Lugana
Trebbiano
Media
Chiusura grappolo
Valtenesi
Groppello
Media
Chiusura grappolo
Valtenesi
Marzemino
Media
Chiusura grappolo
Valtenesi
Barbera
Media
Chiusura grappolo
Gestione suolo
L’inerbimento determina una riduzione dell’umidità del suolo per effetto della evapotraspirazione del cotico. a seconda delle specie, della loro densità e taglia e delle condizioni ambientali, la quantità di acqua
traspirata può essere più o meno significativa.
Nei vigneti più asciutti la trinciatura dell’inerbimento può ridurre l’evapotraspirazione reale e quindi determinare un mantenimento delle riserve idriche del suolo, mentre Nei vigneti con suoli più profondi e pesanti
può essere utile non trinciare gli inerbimenti al fine di aumentare il deficit idrico attraverso la maggior evapotraspirazione.
Gestione verde
Continua la crescita attiva delle femminelle nella maggior parte dei vigneti.
Solo nei suoli più leggeri tale fenomeno è stato rallentato nei giorni in cui le temperature hanno raggiunto
valori elevati, per ripartire con vigore non appena le stesse si sono portate su valori più contenuti.
Sono riprese le operazioni di cimatura, anche per contenere le infezioni di peronospora che hanno colpito
le femminelle. Si consiglia di cimare avendo cura di distanziarsi di 10-20 cm rispetto al taglio precedente.
In funzione degli obiettivi di maturazione è possibile intervenire nella gestione della chioma per anticipare
o posticipare la vendemmia:

2
la presenza di apici vegetativi in crescita attiva tende a ridurre gli accumuli zuccherini nel grap-
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polo;

la riduzione della chioma attraverso l’asportazione delle femminelle già sviluppate tende a diminuire la superficie fogliare fotosinteticamente attiva riducendo di conseguenza gli accumuli zuccherini;

le sfogliature nella zona del grappolo, la disponibilità di un’elevata superficie fogliare e l’assenza
di apici vegetativi, tendono a favorire la maturazione delle uve.
Contattare il proprio tecnico di riferimento per definire al meglio questi interventi in funzione degli obiettivi
che si intende raggiungere.
Difesa
Al fine di una corretta valutazione del rischio nella tabella inserita nella prima pagina del bollettino sono
inseriti i fattori meteo registrati in alcune stazioni della provincia di Brescia e predisponenti lo sviluppo delle avversità, quali piovosità e bagnatura fogliare. Le condizioni climatiche meteo definiscono il quadro
complessivo che deve essere necessariamente calato nelle singole realtà aziendali.
Ricordiamo che sul sito della DG Agricoltura di Regione Lombardia sono stati pubblicati gli aggiornamenti
dei disciplinari di produzione integrata per il 2016 che le aziende aderenti alla misura 10.1.01 dovranno
rispettare. I file relativi possono essere scaricati al seguente link.
Peronospora
In tutte le località, e in particolare nei vigneti più umidi, si evidenzia una prosecuzione dello sviluppo delle
infezioni peronosporiche avviatesi nelle prime due decadi del mese di giugno. Sulle femminelle si stanno
sviluppando nuove infezioni a seguito delle piogge e delle bagnature fogliari avvenute negli ultimi giorni.
Le infezioni su grappolo sono parzialmente disseccate, ma sono talora ancora evidenti infezioni in crescita
attiva in alcune località.
Poche delle linee di difesa adottate hanno garantito un effetto curativo ed eradicante efficace, soprattutto
nei vigneti con condizioni microclimatiche favorevoli allo sviluppo della malattia. Si consiglia, di mantenere
una copertura stretta in anticipo rispetto alle piogge con prodotti ad azione preventiva, evitando il continuo
ricorso a miscele anche estemporanee ad effetto eradicante.
Si ricorda che alcune sostanze attive (es. Dimetomorf), pur non avendo azione eradicante sono comunque
in grado di ridurre la sporulazione e la vitalità delle spore.
Il rischio di infezione, vista la situazione, si mantiene medio.
Produzione integrata
Nelle situazioni in cui non si osservano infezioni di particolare gravità su grappolo e su foglia, è possibile
riportare la distanza tra i trattamenti agli intervalli classici, avendo comunque cura di mantenere o ripristinare la copertura in previsione di nuove piogge. Per le aree a minor rischio è possibile seguire quanto proposto per l’agricoltura biologica.
Nelle aree a maggior rischio o con infezioni peronosporiche su grappolo e su foglia in sviluppo attiva è
consigliato mantenere l’intervallo tra i trattamenti molto serrato.
Come già evidenziato nei bollettini precedenti, per effetto dell’andamento stagionale, si rende necessario
verificare le limitazioni al numero di trattamenti ammessi in stagione riportate in etichetta o sui disciplinari
di produzione integrata, ed alternare fra loro sostanza attive a diverso meccanismo di azione.
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In questa fase è consigliato in linea generale proseguire la difesa con prodotti aventi affinità con le cere,
quali Zoxamide*, Cyazofamide*, Ametoctradina*. Questi prodotti necessitano di essere abbinati a sostanze attive con diverso meccanismo d’azione per garantire una migliore copertura e limitare l’insorgenza di
fenomeni di resistenza, in particolare si consiglia l’associazione con fosfiti, fosfonati e Foseti-Al in modo da
cercare di preservare la nuova vegetazione.
Si vedano a riguardo le indicazioni riportate nei bollettini precedenti. Si ricorda che l’uso dei Ditiocarbammati non è più ammesso per le aziende aderenti alle misure agroambientali.
In alternativa è possibile intervenire con prodotti rameici, possibilmente nella forma di idrossido, alla dose
minima di etichetta, avendo cura di anticipare le piogge.
Agricoltura biologica
Verificare in campo la situazione su foglie e grappoli per capire l’andamento dell’infezione. In assenza di
piogge è possibuile distanziare gli interventi di copertura soprattutto nelle situazioni in cui non vi sono bolle o grappoli con sporulazione attiva, o dove le infezioni sono contenute. Mantenere la copertura in previsione delle piogge, con formulati a base di rame (preferire formulazioni a rapida azione quali idrossido o
ossido) alla dose minima di etichetta.
Si ricorda inoltre che l’olio essenziale di arancio dolce che può essere utilizzato per il controllo dell’oidio,
ha effetto anche sulla peronospora in fase di sporulazione, qualora vi fossero infezioni in atto. Leggere
attentamente l’etichetta per evitare fenomeni di fitotossicità.
Oidio
Sono ancora presenti infezioni di media intensità su grappolo e talvolta su foglia in particolare su Chardonnay, ma anche su altri vitigni, sopratutto nelle zone più sensibili e con microclima favorevole alla malattia. Dove la linea di difesa è stata serrata si evidenzia una limitazione dello sviluppo dell’infezione, che
tuttavia, non appare del tutto bloccata sui focolai apparsi 15 - 20 giorni fa.
Produzione integrata
Nelle aree ad alta pressione del patogeno in assenza di possibili piogge dilavanti proseguire i trattamenti
con zolfo polverulento alla dose di 25 - 30 kg/ha. In alternativa si può usare zolfo bagnabile alle dosi massime consentite, oppure adottare una strategia basata sull’utilizzo di sostanze a capacità eradicante quali
(Metrafenone*, Meptyldinocap*, Bupirimate*) abbinandovi zolfo bagnabile alla dose massima di etichetta.
Per le aziende aderenti alle misure agroambientali si raccomanda di verificare attentamente le limitazioni
imposte dai disciplinari al numero di trattamenti ammessi per una determinata sostanza attiva. Nei casi più
gravi può essere consigliato alternare i trattamenti bagnabili e polverulenti alla distanza di 4 - 5 giorni.
Questo particolare intervento è anche utile per ridurre la carica infettiva all’interno del grappolo nelle aree
dove si è raggiunta la fase fenologica di pre-chiusura. Attenzione all’impiego delle Strobilurine
(Trifloxistrobin*, Pyraclostrobin*) a causa dell’elevata probabiltà di insorgenza di resistenze. Si raccomanda anche in questo caso di verificare attentamente le limitazioni imposte dalle etichette e dai disciplinari
per le aziende aderenti alle misure agroambientali.
Lo zolfo, sia bagnabile che polverulento, può causare scottature su foglie o su grappolo quando ditribuito
a dose elevata. E’ pertanto consigiato distribuirlo nelle ore più fresche della giornata.
Verificare con il proprio tecnico di riferimento le strategie di difesa più idonee.
Nelle aree a basso rischio si consiglia di utilizzare la dose massima di zolfo bagnabile o i principi attivi più
idonei in funzione dello stato vegetativo, quali: le strobilurine*, Bupirimate* Metrafenone*, Cyflufenamide*.
Ricordiamo che la sostanza attiva Boscalid impiegabile come antibotritico, ha attività collaterale anche
contro oidio.
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Agricoltura biologica
È necessario garantire la copertura antioidica con interventi serrati per evitare l’instaurazione delle infezioni. La copertura può essere mantenuta con zolfo bagnabile alla dose di 4/8 kg/ettaro o zolfo in polvere alla
dose di 25-35 kg/ha. Assicurarsi di distribuire il prodotto durante le ore più fresche della giornata. Nei casi
più gravi e per evitare ustioni è possibile intervenire alla dose media ogni 4-5 giorni.
L’olio essenziale di arancio dolce può essere utilizzato in caso di infezioni in atto o alla comparsa dei primi
sintomi. In questo caso non è possibile miscelarlo con elevate dosi di zolfo. Leggere attentamente
l’etichetta
Si consiglia di non utilizzare zolfo ramato per non aumentare troppo la quantità di rame distribuita ad ettaro.
In prechiusura grappolo potrà essere eseguito un intervento antioidico con Bicarbonato di potassio*, efficace anche nei confronti della botrite. Si raccomanda di seguire scrupolosamente le indicazioni riportate in
etichetta per evitare problemi di fitotossicità.
Tignola e Tignoletta
Al momento si evidenziano limitate infestazioni di questo patogeno con una generale riduzione nel numero
delle catture in tutte le stazioni monitorate in provincia. Si suggerisce di verificare nei vigneti la presenza di
infezioni su grappolo. Sostituire il feromone per proseguire il monitoraggio della terza generazione.
Giallumi della vite
In alcune aree monitorate stanno comparendo i primi sintomi di giallumi.
Nei casi in cui sia accertata la presenza della patologia, si consiglia di identificare le piante infette con un
nastro o eliminando la vegetazione o l’intera pianta quanto prima o nel corso della stagione invernale.
In tutti i casi la misura agronomica più efficace è quella di eliminare le piante malate alla comparsa
dei primi sintomi. Non è riconosciuto il trasferimento per via radicale, ma l’adozione di precauzioni è
sempre conveniente anche per altre ragioni fitosanitarie (disseccamento del ceppo, estirpazione delle radici, sfasamento temporale tra apertura della buca e impianto).
In caso di presenza diffusa, soprattutto su impianti giovani, contattare il tecnico di riferimento per valutare
il modo migliore per gestire la malattia.
Sono definiti “giallumi” della vite un gruppo di fitopatie causate da fitoplasmi. Questi sono microrganismi,
simili a batteri, che vivono all’interno del floema della pianta e sono trasferiti da un pianta all’altra essenzialmente da insetti vettori tramite punture sugli organi verdi. I due giallumi della vite più diffusi sono la Flavescenza dorata (FD) e il Legno nero (LN): i sintomi sono identici al punto che non è possibile distinguere
le due patologie in campo senza un’analisi molecolare. Un’indicazione la si può avere in base alla diffusione delle piante sintomatiche in vigneto in quanto le due malattie hanno un andamento epidemiologico diverso a causa del diverso comportamento degli insetti vettori. In particolare l’infezione di Flavescenza dorata tende ad avere un andamento a macchia concentrica, ovvero da una pianta malata si diffonde alle
limitrofe interessando un’area più o meno ampia che tende ad espandersi, mentre il Legno Nero interessa
piante distribuite in modo più casuale e sparso entro il vigneto.
Una stessa pianta può essere interessata da entrambi i fitoplasmi.
Alcune varietà (Chardonnay, Barbera, Sangiovese) sono molto sensibili ed evidenziano i sintomi nella loro
completezza, mentre altre varietà lo sono meno (Friulano) e non mostrano sintomi anche in caso di infezione . Un pianta asintomatica può quindi essere sana o portatrice del fitoplasma senza espressione del
sintomo.
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La comparsa dei sintomi non è costante nel tempo: nella norma una pianta malata tende a peggiorare la
sua condizione, ma non mancano indicazioni rispetto a risanamenti parziali (la scomparsa dei sintomi su
una parte della pianta o per qualche tempo) o totali (regressione). Il risanamento è regolato da meccanismi ancora sconosciuti e non costanti e non è quindi possibile sfruttarlo come metodo di controllo per via
del rischio di propagazione che si determina nel frattempo.
L’espressione dei sintomi ha inoltre un andamento irregolare sulla pianta: può interessare una parte o tutta la pianta, o evidenziarsi con diversa intensità su tralci diversi. La comparsa è anche molto diversificata
nel tempo potendo apparire precocemente (in primavera) o tardivamente (fine estate). Nella norma sui
vitigni sensibili (es. Chardonnay), i primi sintomi si evidenziano già dopo la fioritura con la colatura dei
grappoli o il disseccamento rapido e completo degli stessi. Sul tralcio compaiono pustole nerastre puntiformi, le foglie si inspessiscono assumendo una consistenza cartacea con i margini ripiegati verso il basso
fino ad assumere una forma triangolare nei vitigni più sensibili. La colorazione può variare dal gialla al rosso in relazione alla colorazione della bacca. Talvolta la fioritura si sviluppa regolarmente e i grappoli si appassiscono nelle fasi successive, anche solo poco prima della vendemmia.
La vegetazione mantiene la caratteristica erbacea (mancata lignificazione) anche a tarda stagione e il portamento complessivo appare cadente.
Negli anni la comparsa dei sintomi può anticiparsi con germogliamento ritardato e stentato.
La malattia può svilupparsi anche su barbatelle appena messe a dimora per trasmissione da materiale di
riproduzione asintomatico.
I vettori ad oggi riconosciuti sono 2: Scaphoideus titanus è il vettore riconosciuto per Flavescenza Dorata
mentre Hyalesthes obsoletus è quello di Legno nero. I due insetti hanno una biologia ed un comportamento molto diverso, che spiega la diversa distribuzione dei sintomi nel vigneto prima descritti.
Scaphoideus titanus è un parassita obbligato della vite e compie tutto il suo ciclo vitale su questo ospite.
La Flavescenza dorata di cui è vettore viene veicolata quando gli ultimi stadi giovanili e gli adulti si spostano da viti infette su altre non infette. Gli adulti mantengono l’infettività per tutta la loro vita.
Hyalestes obsoletus invece non vive direttamente sulla vite. Le forme giovanili sono parassiti radicali di
diverse specie erbacee che risultano portatori asintomatici del fitoplasma del Legno nero e dalle quali
l’insetto acquisisce il fitoplasma. Gli adulti si nutrono anch’essi di diverse specie erbacee ed occasionalmente si trovano su vite, dove la malattia viene trasmessa attraverso punture di assaggio.
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