ANATOMIA –LEZIONE 6 LE PATOLOGIE Diverse sono le patologie che coinvolgono l’articolazione dell’anca. Le più comuni riguardano pazienti con età avanzata e sono l’artrosi e le fratture. L’artrosi è una malattia degenerativa cronica che coinvolge capsula, legamenti e cartilagine e porta ad una graduale usura dell’articolazione. Lefratture del femore sono uno degli eventi più spiacevoli causati dall’osteoporosi, cioè dalla perdita della qualità dell’osso che avviene in pazienti anziani o in pazienti giovani con disturbi metabolici. L’ANCA A SCATTO E’ caratterizzata da una sensazione di scatto o schiocco che il paziente avverte quando i tendini vicino all’articolazione dell’anca scorrono al di sopra di sporgenze ossee. A seconda della sede dove lo scatto si verifica si distinguono 2 tipi di anca a scatto: esterna ed interna. L’ANCA A SCATTO ESTERNA, più comune, caratterizzata dallo scatto della fascia lata al di sopra del grande trocantere, ovvero in corrispondenza della regione laterale dell’articolazione. Lo scivolamento con scatto della fascia lata avviene durante la deambulazione o la rotazione dell’anca. La fascia lata è separata dall’osso dalla borsa trocanterica, una struttura “ammortizzante” utile nel diminuire l’attrito tra le due superfici. Quando oltre allo scatto è presente l’infiammazione della borsa (borsite trocanterica), i pazienti accusano dolore alla deambulazione, particolarmente al mattino durante i primi passi, dolore notturno e difficoltà a rimanere sdraiati sul lato affetto. Talvolta lo scatto non è doloroso e scompare nel tempo senza terapie. Quando invece è accompagnato da dolore locale necessita di cure fisioterapiche, che hanno lo scopo di allungare e detendere la fascia lata in corrispondenza del punto dello scatto; a tal proposito sono utili gli esercizi di stretching. In caso di borsite trocanterica può essere utile una terapia infiltrativa locale con cortisone. Raramente si ricorre alla chirurgia per risolvere il problema. L’ANCA A SCATTO INTERNA può essere EXTRARTICOLARE quando causata dallo scatto del tendine dell’ileopsoas al di sopradell’eminenza ileopettinea, ovvero in corrispondenza della regione anteriore dell’anca. Lo scivolamento con scatto del tendine ileopsoas avviene solitamente passando da una posizione di anca flessa, abdotta e ruotata esternamente ad una posizione estesa, addotta e ruotata internamente (esempio: alzarsi da una sedia). Quando oltre allo scatto è presente l’infiammazione della borsa ileopettinea, una struttura che separa il tendine dall’osso, lo scatto è accompagnato da dolore. L’anca a scatto interna extrarticolare è una patologia che più comunemente si osserva in sportivi impegnati in sport che determino movimenti di flessione ed extrarotazione ripetuti come la danza, la ginnastica, il calcio. 1 ANATOMIA –LEZIONE 6 L’ANCA A SCATTO INTERNA INTRARTICOLARE è invece causata da lesioni del labbro acetabolare o lesioni della cartilagine articolare che possono interporsi tra la superficie della testa e la superficie dell’acetabolo durante il movimento. Ulteriore causa può essere la presenza di corpi mobili (frammenti cartilaginei, calcificazioni). Talvolta lo scatto non è doloroso e scompare nel tempo senza terapie. Quando accompagnato da dolore locale necessita di cure fisioterapiche che hanno lo scopo di allungare il tendine dell’ileopsoas in corrispondenza del punto dello scatto, sono quindi indicati esercizi di stretching. LA BORSITE TROCANTERICA La borsite trocanterica (o trocanterite) è causata dall’infiammazione della borsa trocanterica. La borsa trocanterica è una struttura che si interpone tra i tendini dell’anca e l’osso con funzione di “cuscinetto”; costituita da tessuti molli, ha la funzione di diminuire l’attrito in regione laterale tra il trocantere e la fascia lata. L’infiammazione della borsa trocanterica consiste in un disturbo abbastanza frequente che si può presentare senza cause apparenti oppure associata a lombalgie, dolori al ginocchio omolaterale o in esiti di pregressi interventi chirurgici nella zona dell’anca. 2 ANATOMIA –LEZIONE 6 3 ANATOMIA –LEZIONE 6 L'articolazione femoro-patellare si forma con l'inserimento della patella (o rotula) nel tendine terminale del muscolo quadricipite femorale. La rotula svolge principalmente quattro funzioni. Guida della muscolatura femorale: la patella scivola nella sua sede di scorrimento femorale come in una scalanatura e può deviare solo leggermente, assicurando così i movimenti di flesso-estensione a livello dell'articolazione del ginocchio. Ottimizzazione dei rapporti di leva: la rotula mantiene il quadricipite il più lontano possibile dal punto di rotazione del ginocchio, aumentando il braccio di leva, Se la rotula non ci fosse, il quadricipite dovrebbe sviluppare una forza del 20% superiore per estendere la gamba. Funzione frenante: la rotula frena i movimenti in avanti agendo come un vero e proprio freno a ganascia, trasmettendo al femore i carichi originati dal quadricipite. Funzione protettiva: la rotula protegge l'interno del ginocchio ed è ricoperta da cartilagine ialina che riduce di molto l'attrito durante lo scorrimento della rotula sul condilo del femore. 4 ANATOMIA –LEZIONE 6 Valgismo, varismo, ginocchio lasso, ginocchio flesso Sin dalla nascita fino all'età dello sviluppo le ginocchia possono costituire un vero è proprio problema a causa delle possibili malformazioni cui vanno incontro. Analizziamo qui: valgismo, varismo, ginocchio lasso e ginocchio flesso. Valgismo Consistente in una predisposizione delle ginocchia verso l'interno, con i condili che arrivano a toccarsi e il piede che poggia sulla parte esterna. Il trattamento correttivo: consiste nell'avere un buon equilibrio muscolare antero posteriore e sulla parte trasversale del piede. Varismo Predisposizione delle ginocchia verso l'esterno. Il trattamento correttivo: occorre migliorare la muscolatura varizzante e rieducare i flessori e rotatori esterni. Ginocchio lasso È caratterizzato da inabilità articolare e conseguente ginocchio instabile. Trattamento correttivo: potenziamento del tono dell'apparato estensore con carichi crescenti. Ginocchio flesso Difficoltà ad estendere completamente il ginocchio. Trattamento correttivo; consiste nell'effettuare esercizi di allungamento della muscolatura posteriore, andature sui talloni e tonificazione del muscolo quadricipite femorale. 5 ANATOMIA –LEZIONE 6 La condropatia patellare (o rotulea) o "runners knee" Quando si salgono le scale si producono forze di compressione della rotula sul femore pari a 3,3 volte il peso corporeo, mentre durante un'accosciata senza carichi esterni tali forze salgono a 7,6 volte il peso corporeo. Tali esercizi, come quelli che richiedono una forte azione frenante della rotula (come la corsa in discesa o su terreni sconnessi) sono quelli che contribuiscono maggiormente all'insorgenza della contropatia rotulea, un'alterazione degenerativa di tipo artrotico della faccia posteriore della cartilagine patellare. Questa patologia viene chiamata in molti altri modi: runners knee, sindrome da compressione patellare, instabilità patellare, anterior knee pain, sindrome da malallineamento della patella, ecc. Artrosi L'artrosi del ginocchio è una patologia cronica ed evolutiva che colpisce un gran numero di persone. Consiste in alterazioni della cartilagine del ginocchio che secondariamente coinvolge, modificandole, strutture come la sinovia e la capsula. Il ginocchio è la terza sede più frequente diartrosi, si stima che circa il 27% delle artrosi colpiscano il ginocchio. L'artrosi in una articolazione compare quando c'è unosquilibrio tra la resistenza della cartilagine e le sollecitazioni funzionali e si possono distinguere dei fattori generali e altri locali. Fattori generali: età, ereditarietà, assetto ormonale, obesità , alterazioni metaboliche . Fattori locali: alterata distribuzione delle sollecitazioni meccaniche sulle articolazioni o alterazioni articolari prodotte da malattie di natura infiammatoria o traumatica. Qui si verifica un’ alterazione della cartilagine, accompagnata da uno stato di infiammazione cronica della membrana sinoviale. Le fratture Le fratture del ginocchioavvengono quando si rompono le strutture ossee che compongono l'articolazione del ginocchio. Esse coinvolgono soprattutto ilpiatto tibiale, icondili femorali e larotula. 6 ANATOMIA –LEZIONE 6 Frattura del piatto tibiale La frattura del piatto tibiale è causata da traumi diretti, dalla caduta sui piedi o da un violento trauma distorsivo. Queste rotture del ginocchio sono fratture da schiacciamentoin quanto l'osso in quel punto è spugnoso. Fratture della rotula Causata da traumi diretti come una forte caduta sulle ginocchia o l'urto del ginocchio flesso contro il cruscotto per quanto riguarda gli incidenti stradali. La rotula può fratturarsi in maniera longitudinale, trasversale o stellare. Le fratture longitudinali sono rare e quasi mai scomposte in quanto il tendine del muscolo quadricipite tende a tenere vicini i frammenti di osso. Se la frattura è trasversale, si ha la scomposizione: il frammento tibiale rimane attaccato alla tibia a causa del legamento rotuleo, mentre il segmento prossimale viene trascinato in alto a causa della contrazione nel muscolo quadricipite (quello della coscia). Le fratture stellari sono fratture da scoppio dell’osso, che si riduce in piccoli frammenti sempre notevolmente dislocati e scomposti. Frattura dei condili femorali Queste rotture del ginocchio vanno ricostruite dal punto di vista chirurgico, come quelle del piatto tibiale, mediante viti. Bisogna fare molta attenzione che la frattura non causi la deviazione dell'asse del ginocchio, per evitare problemi di carico e di conseguenza artrosi di ginocchio. Legamenti del ginocchio: lesioni e traumi I legamenti sono dei cordoni fibrosiall'interno dell'articolazione del ginocchio e sono quattro, due crociati e due collaterali.Legamento crociato anteriore (LCA): in visione anteriore a ginocchio flesso si inserisce sulla superficie prespinale della tibia e si dirige obliquamente, verso l'alto e in fuori, verso il condilo femorale esterno. Legamento crociato posteriore (LCP): si estende dalla faccia laterale del condilo mediale del femore all'area intercondiloidea posteriore della tibia. È molto più robusto rispetto al LCA. Legamento collaterale mediale (LCM): si estende dal condilo mediale del femore al condilo mediale della tibia. Legamento collaterale laterale (LCL): va dal condilo laterale del femore alla superficie laterale della testa della tibia. Funzione dei legamenti del ginocchio Il legamento crociato anteriore (LCA) è lo stabilizzatore statico del ginocchio, opponendosi ai movimenti di dislocazione anteriore del ginocchio, all'iperestensione e alla rotazione interna. Il legamento crociato posteriore (LCP) è responsabile dello scivolamento dei condili verso l’indietro durante l'estensione. 7 ANATOMIA –LEZIONE 6 Ha un ruolo importante nella flessione del ginocchio, durante la quale l'area di contatto tra i condili e il piatto tibiale si sposta anteriormente. Ha anche un ruolo secondario nel stabilizzare i movimenti in varo-valgo e determina un effetto meccanico positivo sul quadricipite. I due legamenti collaterali (LCL e LCM) partecipano al controllo dei movimenti di rotazione e stabilità mediale e laterale del ginocchio, impedendo i movimenti in varo e valgo. Lesioni dei legamenti Sono lesioni post-traumatiche conseguenza di un trauma distorsivo del ginocchio. Insieme alle lesioni dei legamenti può associarsi un versamento articolare. Lesione del legamento collaterale mediale È prodotta da distorsioni del ginocchio con deviazione in valgismo e in rotazione esterna. La lesione può essere parziale o completa. Clinicamente può essere evidente una tumefazione(gonfiore) a carico del compartimento interno del ginocchio, con un'abnorme mobilità molto dolorosa sollecitando in valgo il ginocchio (test abduzione) e se la lesione è completa si associa anche instabilità dell'articolazione. Il legamento collaterale mediale è ben vascolarizzato e quindi è in grado di rigenerarsi spontaneamente purché rimanga in scarico per un tempo sufficiente. Lesione del collaterale laterale Sono lesioni più rare, prodotte da un trauma in varismo e rotazione interna del ginocchio. Clinicamente si osserva lassità (abnorme mobilità) nelle deviazioni in varo del ginocchio (test dell'adduzione). Trattamento è simile a quello per le lesioni del legamento collaterale mediale. Lesione del crociato anteriore Si riscontra con discreta frequenza nello sportivo ed è dovuta a movimenti di torsione sull'asse verticale condislocazione anteriore del ginocchio. La lesione si associa spesso alla rottura del collaterale mediale e può coinvolgere anche la spina tibiale tra i condili, dove si inserisce. Solitamente si avverte un crack nel momento della rottura. Clinicamente si presenta con dolore, gonfiore, emartro (sangue nel ginocchio che deve essere aspirato), impotenza funzionale, termotatto (rilevazione di un aumento di temperatura nella zona del ginocchio) positivo. Lesione del crociato posteriore È più rara rispetto a quella del LCA e deriva da un trauma antero-posteriore. I sintomi sono sovrapponibili a quelli della lesione dell'LCA, mentre la diagnosi è più difficile. 8 ANATOMIA –LEZIONE 6 9