Ottica & scienza > A cura di SILVIO MAFFIOLETTI Si diffondono le lenti a geometria asferica La ricerca tecnologica negli ultimi decenni ha diretto i propri sforzi verso la riduzione del peso e dello spessore del- le lenti,che permette di realizzare occhiali eleganti e raffinati anche con lenti di potere significativo. Aumenta così l’utilizzo delle superfici asferiche anche nei poteri medio-bassi, mentre in precedenza il loro uso era limitato ai poteri elevati. Tra le lenti in resina organica, quelle a geometria La curvatura di campo esprime l'unità della flessione asferica hanno gradualmente guadagnato spazio a del piano su cui si forma l’immagine verso l’asse ot- discapito delle lenti a geometria sferica. Lo hanno tico della lente (figura 4). Quando il soggetto osserva fatto grazie al loro minor peso, al loro ridotto spes- oggetti ampi e perpendicolari all’asse della lente, si sore (figura 1) e alla loro elevata qualità ottica, che realizza infatti un’immagine ortogonale all’asse sol- permette la riduzione di varie aberrazioni tra cui la tanto se si considera un’area parassiale; all’esterno curvatura di campo, l’astigmatismo da fasci obliqui di quest’area, l’immagine si forma su una superficie e l’aberrazione sferica longitudinale (et al. 2003). curva detta “Superficie di Petzval”. L’aberrazione sferica longitudinale (ASL) è la distan- Le superfici utilizzate per rea- za tra il fuoco parassiale e il fuoco marginale (figu- lizzare le lenti asferiche deriva- ra 2) quando la radiazione luminosa proveniente dall’infinito incide sulla lente. Quindi ASL = f’p - f’m no dalle sezioni coniche; si ot- L’astigmatismo da fasci obliqui si verifica ogni volta tengono sezionando un cono che un soggetto guarda attraverso una porzione di con un piano, che ha inclina- lente che non sia il centro ottico; in tale situazione, a un’immagine puntiforme di un oggetto puntiforme zione variabile rispetto all’asse si sostituiscono due linee focali, una sagittale e una del cono stesso tangenziale (figura 3), la cui distanza esprime il valo- Le superfici ottenibili sono: la circonferenza, le elissi re dell’astigmatismo da fasci obliqui. oblate e prolate, la parabola e l’iperbole. Tutte han- 56 OA Magazine 1/11 (Rossetti et al., 2003). Area SCIENTIFICA no, al centro, la stessa curvatura che poi diviene più piatta (in misura e progressione variabile) spostandosi verso la periferia. Le lenti asferiche attualmente commercializzate sono principalmente di tipo iperbolico ed esprimono buone caratteristiche estetiche e ottiche, a patto che l’occhiale sia correttamente montato e che si dia modo al sistema visivo di modificare alcuni schemi visuomotori, a favore di nuovi schemi più consoni e adeguati. Utilizzare lenti asferiche implica infatti una modifica del meccanismo di osservazione degli oggetti laterali, che sono interessati da un lieve astigmatismo dei fasci obliqui che cresce quanto più l’osservazione si allontana dal centro ottico e si sposta verso la periferia della lente. Il soggetto che porta un occhiale con lenti asferiche, quando osserva un oggetto laterale, per evitare questa penalizzazione della visione deve ruotare maggiormente il capo invece che gli occhi (modificando quindi il relativo schema Figura 1 – Confronto tra geometrie di lenti sferiche e asferiche a parità di diametro (65 mm) e di potere frontale (+5 D). Le lenti asferiche presentano spessori contenuti e un aspetto estetico decisamente migliore (Tratta da et al., 2003). Figura 2 – Aberrazione sferica longitudinale generata da una lente a geometria sferica positiva. Tratta da Abati et al., 2004. Figura 3 – Astigmatismo da fasci obliqui generato dalla visione di un oggetto attraverso la porzione periferica di una lente a geometria sferica positiva. Tratta da Abati et al., 2004. OA Magazine 1/11 57 Ottica & scienza > visuomotorio) e, di conseguenza, acquisisce l’immagine con minor rapidità in quanto i movimenti oculari sono cinque volte più rapidi dei movimenti della testa (Abati et al., 2004). L’asse e il ottico centro della di lente curvatura dell’occhio. Il funzionamento ottimale della len- te asferica si realizza quando il suo asse ottico passa per il centro di rotazione dell’occhio (C) che è situato al centro del bulbo oculare, circa 13,5 mm dietro l’apice corneale. Quando l’asse ottico della lente passa perfettamente per C, vengono minimizzate le aberrazioni e la qualità visiva è elevata grazie alla coincidenza tra il luogo di tutti i possibili punti remoti dell’occhio ametrope (sfera del punto remoto) e il luogo di tutti i possibili punti immagine della lente (sfera del punto focale). E’ quindi fondamenta- Figura 4 – Curvatura di campo indotta da una lente a geometria sferica positiva le che l’asse ottico della lente passi nell’osservazione di un’immagine piana. Tratta da Abati et al., 2004. Figura 5 – Un occhio e il luogo di tutti i suoi possibili punti remoti (sfera del punto per C in ogni posizione di sguardo remoto). (figura 5); la calotta sferica dell’occhio ametrope prossimale, attraversa la lente circa 8 mm più in (sfera del punto remoto) corrisponderà così alla ca- basso rispetto alla condizione per lontano. lotta sferica della lente (sfera del punto focale). L’ angolo pantoscopico dell’occhiale va verificato Il montaggio delle lenti asferiche va effettuato con con un sistema computerizzato oppure, se ciò non precisione. Per un corretto montaggio orizzontale si è possibile, chiedendo al soggetto di calzare l’oc- rilevano le semidistanze degli assi visuali (DAV) e ci chiale e ruotare la testa all’indietro fino a quando il si attiene alle procedure che ogni azienda produttri- frontale della montatura non sarà perpendicolare ce indica, in particolare quando l’occhiale è utilizzato al terreno; in questa posizione, con un pennarello per distanza prossimale. Per un corretto montaggio a punta fine, verrà segnato sui filtri di presentazio- verticale si rileva l’altezza a cui posizionare i centri ne dell’occhiale il riferimento (in altezza) dei centri ottici delle lenti; in genere l’asse visivo, quando un pupillari. Quando il soggetto avrà ripreso la postura soggetto legge un lbro oppure guarda a distanza naturale, il punto di riferimento rilevato sarà spostato 58 OA Magazine 1/11 Area SCIENTIFICA in basso rispetto ai centri pupillari; lo spostamento stampi viene iniettata la resina, che solidifica grazie sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà l’angolo a un ciclo termico di polimerizzazione. Nello stam- pantoscopico dell’occhiale calzato (figura 6). In la- paggio, il policarbonato viene iniettato tra gli stampi boratorio, il centro ottico della lente asferica verrà ad alte pressioni ed elevate temperature. Entrambe fatto coincidere a questo punto di riferimento, così le tecnologie permettono di realizzare lenti finite op- che l’asse ottico della lente passi per il centro di ro- pure lenti semifinite, nelle quali solo una delle due tazione dell’occhio e quindi ci sia coincidenza tra la superfici ha la geometria definitiva; in tal caso, la la- sfera del punto focale della lente e la sfera del punto vorazione della seconda superficie avviene succes- remoto dell'occhio. sivamente. Dopo la realizzazione della lente, si pas- Nelle lenti a geometria asferica, la caduta di potere sa alla fase dei trattamenti superficiali che possono verso la periferia può essere moderata (circa 1,5 D) oppure elevata (da 2,00 a 5,00 D). L’ uso delle lenti asferiche comporta anche alcuni lievi svantaggi: alla diminuzione dell’aberrazione sferica e alla notevole riduzione dello spessore che esse garantiscono, è infatti associato un lieve incremento sia della distorsione che dell’astigmatismo in visione laterale. Figura 6 – Montaggio corretto di un occhiale con lenti asferiche in una montatura Materiali di qualità e ade- con angolo pantoscopico. Tratta da Abati et al., 2004. guati trattamenti. essere la colorazione, l’antiriflesso, l’antigraffio e i Utilizzare lenti asferiche permette un miglior risulta- trattamenti fotocromatici (alcuni di questi trattamenti to estetico senza penalizzare la qualità visiva; e la possono essere ottenuti anche in una fase prece- ricerca delle aziende sta fornendo al mercato pro- dente). Successivamente si procede al controllo e dotti di qualità sempre più elevata, mediante nuovi al collaudo della lente realizzata, verificandone le materiali prodotti per casting oppure per stampag- proprietà ottiche e quelle chimico-fisiche; i prodotti gio (Catalano, 2001). Nel casting, gli stampi in vetro che superano i severi controlli di qualità sono pronti vengono tenuti uno di fronte all’altro mediante una per il loro compito, ovvero migliorare la visione delle guarnizione flessibile e nella cavità posta tra i due persone (AA. VV., 2003). BIBLIOGRAFIA • AA. VV., (2003), Lenti & Occhiali, a cura di Rossetti A., Medical Books, Palermo. • Abati C., Fusi M., (2004), Lenti oftalmiche asferiche, in L’oroptero vol. XXIX n° 3. • Cappa S., Possenti M., (2003), Lenti asferiche, in Lenti & Occhiali, a cura di Rossetti A., Medical Books, Palermo. • Catalano F., (2001), Elementi di ottica generale, Zanichelli, Bologna. • Rossetti A., Gheller P., (2003), Manuale di Optometria e di Contattologia, Zanichelli, Bologna. OA Magazine 1/11 59