Università degli Studi di Perugia A.A. 2014/2015 Dipartimento di Economia ECONOMIA E DINAMCA INDUSTRIALE Prof. Davide Castellani ([email protected]) Crescita dimensionale delle imprese Dopo esserci occupati di entrata di nuove imprese e imprenditorialità, affrontiamo un altro elemento centrale della dinamica delle industrie: la crescita dimensionale delle imprese Crescita dimensionale delle imprese Dati tratti dall'indagine EFIGE In tutti i paesi, la distribuzione delle dimensioni d'impresa è molto asimmetrica. La teoria quindi deve spiegare questo fatto stilizzato Crescita dimensionale delle imprese Legge di Gibrat (1931) è un utile punto di partenza: la crescita dimensionale delle imprese è un processo moltiplicativo indipendente dalla dimensione iniziale !! !!!!! !!!! !! =! !!! − 1 = π! !π! = (1 + π! )π!!! π! = (1 + π! )(1 + π!!! )(1 + π!!! ) … (1 + π! )π! Crescita dimensionale delle imprese Prendendo i logaritmi a destra e sinistra, e ricordando che πππ(1 + π) β π) πππ(π! ) = ! !!! π! + πππ(π! ) La distribuzione del logaritmo delle dimensioni di impresa dipende dalla somma di tanti errori normalmente distribuiti, quindi è normalmente distribuito Quindi la distribuzione delle dimensioni di impresa è di tipo log-normale, ovvero piuttosto asimmetrica Crescita dimensionale delle imprese Più in generale, possiamo rappresentare πππ(π!" ) = π + ππππ(π!,!!! ) + π!" dove i denota l’impresa, t il tempo e S è una misura di dimensione di impresa (come il numero di occupati o il fatturato) La legge di Gibrat prevede che: - π = 1 per tutte le imprese - π!" è una variabile causale indipendente e identicamente distribuita con media zero Sotto queste due ipotesi, il tasso di crescita delle dimensioni di impresa, è dato da una costante più un termine di errore casuale Crescita dimensionale delle imprese Se invece π ≠ 1, si potrebbe verificare una tendenza al monopolio (se π > 1) oppure che le piccole imprese crescono di più (se π < 1) Infatti, sottraendo πππ(π!,!!! ) ad entrambi i termini dell’equazione πππ(π!,! ) − πππ(π!"!! ) = π + (π − 1)πππ(π!"!! ) + π!" Ricordando che πππ(π!,! ) − πππ(π!,!!! ) β !!" !!!,!!! !!,!!! Crescita dimensionale delle imprese La legge di Gibrat ha avuto molto successo nella letteratura economica, anche perché : • riesce a spiegare una distribuzione delle dimensioni d’impresa molto asimmetrica (log-normale) o ovvero con una frequenza di piccole imprese molto superiore a quanto previsto da una distribuzione normale • evidenza empirica che sostiene come i tassi di crescita delle imprese siano sostanzialmente un random walk, ovvero abbiano un andamento erratico e in gran parte non prevedibile Crescita dimensionale delle imprese • Anche se alcuni studi empirici hanno trovato: o che le piccole imprese di solito crescono più rapidamente o ma bisogna considerare la minore probabilità di sopravvivenza (ovvero di tassi di crescita pari a -1) o la relazione tra dimensione e crescita è generalmente moderato dall’età dell’impresa, che ha una relazione negativa con il tasso di crescita, ma positiva con la probabilità di sopravvivenza o la legge di Gibrat trova molte conferme nelle imprese oltre una certa soglia dimensionale Crescita dimensionale delle imprese Secondo Geroski (1999) la letteratura economica ha ormai accertato che i tassi di crescita delle imprese siano un random walk, ovvero in linea con la Legge di Gibrat Δπππ π!" = πππ π!" − πππ(π!"!! ) = π!" dove π!" un termine di errore (shock) indipendente identicamente distribuito, con distribuzione normale a media nulla 1. variazioni nella dimensione di impresa sono determinati da shock inattesi o questo non significa che sono determinati "dal caso", ma che non sappiamo che tipo di shock si potrà verificare e/o quando o peraltro, questa incertezza è quella dell'osservatore esterno, mentre l'insider (es. manager) potrebbe avere queste info Crescita dimensionale delle imprese 2. shock temporanei possono avere effetti permanenti sulla dimensione di impresa o non sembra esserci un trend con drift/noise, ma il trend è esso stesso stocastico o Ricordando che πππ(π! ) = !!!! π! + πππ(π! ), si vede come la dimensione al tempo t, risulta dagli insieme degli shock passati, 3. Siccome π!" è indipendentemente distribuito tra imprese, non dovrebbe esserci correlazione tra gli shocks (quindi i tassi di crescita) delle imprese di uno stesso settore o Infatti, l'evidenza empirica suggerisce che, stranamente, non si osserva un pattern di crescita comune a tutte le imprese di un settore. Quindi i tassi di crescita sono idiosincratici o A conferma di questo fatto, si nota come nei periodi di crisi non tutte le imprese soffrono Crescita dimensionale delle imprese Altre evidenze, coerenti con il pattern sopra descritto, sono: 4. I costi di aggiustamento sono fissi e non variabili nella dimensione dell'aggiustamento (dimensionale) a. Se fossero variabili, le imprese avrebbero incentivo a fare piccoli aggiustamenti dimensionali b.Se fossero fissi, invece le imprese cercherebbero di accumulare i cambiamenti e fare quindi un salto dimensionale maggiore 5. Molte imprese sono innovatori occasionali, quindi la crescita dimensionale si potrebbe associare a questi episodi di innovazione Crescita dimensionale delle imprese Le teorie della crescita dimensionale sono in grado di spiegare questi fatti? Geroski illustra diverse teorie che non spiegano questi fatti: 1. Modelli basati sulla dimensione ottima 2. Modelli à la Penrose (1) (vincolo manageriale alla crescita) 3. Modelli à la Penrose (2) (basati sulle capacità organizzative) Crescita dimensionale delle imprese Modelli basati sulla dimensione ottima • Molte teorie dell'impresa finiscono per determinare una dimensione ottima (S*) delle imprese di una industria o Tipicamente il punto di minimo del costo medio (che dipende dalla struttura dei costi marginali e fissi) o i costi di transazione Δπππ π!" = π πππ π ∗ − πππ π!"!! + π!" • π governa il tasso di convergenza verso la dimensione ottima o π = 0: non si arriva mai alla dimensione ottima o π = 1: l'impresa è sempre alla dimensione ottima Crescita dimensionale delle imprese • Questi modelli presentano tre tipi di problema: o I valori π stimati dagli studi empirici suggeriscono tassi di convergenza troppo lenti o Se S* è comune a tutte le imprese, ci dovremmo aspettare una convergenza verso la stessa dimensione, che invece è chiaramente negata dall'evidenza empirica o Se S* fosse davvero un target per le imprese da raggiungere, non è coerente con l'evidenza di random walk • Questi modelli possono essere adattati per spiegare l'evidenza empirica a. S* potrebbe modificarsi nel corso del tempo, anche in funzione di firm-specific shocks b. 'island markets' • ma restano modelli in cui la crescita è esogena Crescita dimensionale delle imprese Modelli à la Penrose Edith Penrose ha scritto The Theory of the Growth of the Firm (1959) in cui evidenzia: a. c'è un vincolo manageriale alla crescita delle imprese b.che la crescita delle imprese può essere spinta da specifiche risorse (resource push) (vedi infra la discussione su 3. Crescita e capacità organizzative Crescita dimensionale delle imprese Modelli à la Penrose (1): vincolo manageriale alla crescita • attività manageriali richiedono molte conoscenze tacite • la crescita delle imprese richiede l'assunzione di nuovi manager e il trasferimento di conoscenze tacite (formazione dei nuovi manager) • questo comporta un costo opportunità (i 'vecchi' manager devono allocare parte del proprio tempo alla formazione • questi costi (di aggiustamento della dimensione) sembrano essere variabili, quindi le imprese hanno incentivo ad aggiustare gradualmente la dimensione (smoothing) o evitando improvvisi salti dimensionali e talvolta rinunciando a cogliere occasioni di crescita • le imprese non hanno una dimensione ottima di lungo periodo, ma solo un vincolo alla crescita di breve periodo Crescita dimensionale delle imprese • Questo suggerisce un modello in cui i tassi di crescita delle imprese evolvono secondo una regola tipo Δπππ π!" = πΌ + ! !!! π! Δlππ π!"!! +π!" o Il tasso di crescita di oggi dipende dal passato (crescita 'smoothed') o L'assenza di una dimensione ottimale rende πΌ di fatto non diverso da zero o In molti casi L=1, ovvero Δπππ π!! = πΌ + π! Δlππ π!"!! +π!" o Questo rende il modello poco realistico perché implica che l'aggiustamento e formazione del team manageriale richiede solo un anno Crescita dimensionale delle imprese o Inoltre, l'evidenza suggerisce che π! siano piccoli, quindi il potere esplicativo del modello è basso o Infine, l'evidenza empirica suggerisce che i costi di aggiustamento siano fissi e non variabili • Quindi, il modello dei vincoli mangeriali alla crescita non sembra trovare grande supporto nei dati Crescita dimensionale delle imprese Modelli à la Penrose (2): capacità organizzative • Penrose vedeva l'impresa come un 'pacchetto' (bundle) di risorse, 'tenute insieme' da capacità amministrative e organizzative o Questo stesso approccio è alla base della teoria evolutiva dell'impresa (Nelson e Winter), anche multinazionale (Cantwell) • Ogni impresa ha una base iniziale di competenze, che evolve in modo idiosincratico, sulla base di un apprendimento adattivo alle condizioni in cui opera le imprese (es. minacce e opportunità dell'ambiente tecnologico e di mercato) Crescita dimensionale delle imprese • Il vantaggio competitivo di un impresa dipende dal possesso di core competencies, che o creano valore per i consumatori o sono uniche, durature e difficilmente imitabili o generano ritorni dei quali l'impresa si puo' appropriare • Questo genera una forte eterogeneità nelle imprese sia nelle caratteristiche che nelle performance o Le differenze in produttività e proffitabilità tra le imprese sono persistenti (vd. Bottazzi et al. 2010) Crescita dimensionale delle imprese • Tuttavia, questo non si trasferisce in dinamiche di crescita delle imprese e può essere illustrato immaginando che: Δπππ π!" = π! + π!" Dove π!" è il livello di competenze e π! è il tasso di crescita delle imprese con livello di competenze molto bassi Se le competenze evolvono in modo idiosincratico e graduale nel tempo, seguendo ad esempio una dinamica: π!" = π! π!"!! + π! π!"!! + π!" • Sostituendo in modo iterativo Δπππ π!" = π! Δπππ π!"!! + π! Δπππ π!"!! + π!" + π!" con π!" = π! − π! π!!! − π! π!!! Crescita dimensionale delle imprese • Questa è la stessa dinamica già vista sopra, con l'aggiunta del time trend π!" che non è in linea con l'evidenza empirica • L'evidenza suggerisce che la crescita di impresa sia determinata più da fattori transitori, rispetto a quello che invece determina i livelli di profittabilità (o produttività) • Va notato che se ipotizzassimo che π! = π! = 0 la crescita diventerebbe un random walk, ma questo contraddice tutto quanto sappiamo su come evolvono le competenze delle imprese Crescita dimensionale delle imprese Il modello di Geroski • Le teorie dell'impresa, specie quelle basate sulle competenze, riescono a spiegare bene le persistenti differenze tra imprese nei livelli di profittabilità e produttività, ma spiegano con più difficoltà la crescita, che segue andamenti meno idiosincratici e più erratici • Per spiegare la crescita si potrebbe ricorrere ad una non-teoria, ovvero sostenere che questa dipende dal caso (ovvero da fattori completamente esogeni all'impresa), ma sappiamo che non è così, perché molte imprese cercano di modificare l'ambiente competitivo in cui operano, e molti shock ricevuti dall'impresa sono di fatto endogeni • Una possibile soluzione potrebbe essere quella di concentrarsi su quando le imprese mettono in atto le proprie strategie e quali sono queste strategie Crescita dimensionale delle imprese • Un modello che può spiegare l'evidenza è il seguente: o Le imprese investono in R&S per ottenere innovazioni che aumentino i profitti o Tuttavia, una volta ottenuta l'innovazione non hanno incentivo a continuare ad investire in R&S per non cannibalizzare i propri profitti di innovatore o Quindi l'investimento potrebbe essere irregolare e così anche le innovazioni, e di conseguenza la crescita dimensionale o Che sembrerebbe erratica, ma in realtà segue la dinamica dell'attività innovativa • Un meccanismo alternativo potrebbe chiamare in causa l'incertezza del processo innovativo • Le imprese continuano ad investire in R&S, ma il successo di questi investimenti è soggetto ad elemento di incertezza, che fa si che le imprese non innovino regolarmente