ITALIANSPREAD OVVERO LADIFFERENZATRARICCHEZZA,REDDITIDICHIARATIETENOREDIVITA Con la crisi economica oltre allo spread sui titoli di Stato cresce anche quello tutto italiano tra ricchezza reale,redditidichiaratietenoredivitadellefamiglieitaliane,undifferenzialeche,soprattuttonelleregioni enelleprovincedelSud,registralivellisignificativamenteelevati. Glistudipiùrecentielaboratidall'EurispesmostranocheiredditidiunafamigliatipoinvariecittàdelNord, delCentroedelSudItalianonsonosufficientiafarefronteallespesenecessariepercondurreunavita dignitosa.Questoèilprincipalefattorechespingeunapercentualesemprepiùelevatadipersoneacercare altrerisorseattraversosoprattuttoundoppiolavoro. È innegabile, inoltre, che le misure di risanamento adottate negli ultimi anni, oltre ad innescare una pericolosaspiralerecessiva,spingonoversoilsommersopartedellaproduzioneedellaricchezzadelnostro Paese. Maquellochepiùsorprendeèladiversadistribuzionedelfenomenosulterritorio.Analizzandoemettendo a confronto le principali voci di entrata e uscita del bilancio di una famiglia italianaͲtipo, emergono differenziali significativi tra le diverse regioni del Paese con il primato assoluto delle regioni del Mezzogiorno.L'osservazionedeidatisubaseregionale,infatti,ponealprimopostolaPuglia,dovelospread traricchezzadichiarataebenessererealesiattestaa54puntibase,seguitadaSicilia,CampaniaeCalabria (spreadrispettivamentedi53,51e50punti)(grafico1). Alcontrario,losquilibriotraentrateeuscitedicassa–indicediunaricchezzafamiliare“nondichiarata”–, èminorenelleregionidelCentroNord,inparticolareinValled’Aosta,TrentinoͲAltoAdige,Lombardia,Lazio ed Emilia Romagna dove il differenziale registra valori minimi: rispettivamente di 1, 11, 12, 13 e 16 punti base. Se si osservano i valori associati alle singole province, la variabilità dello spread e, quindi, l’incidenza del sommersosull’economiadelterritorio,risultaancorapiùmarcata.In18provincelospreadsupera,infatti, quota50punti(Catania,Ragusa,Sassari,BrindisiedAgrigentointesta,condifferenzialipariosuperioria57 puntibase).Altre60province(lamaggioranzaassoluta)haunospreadcompresotra20(Reggionell’Emilia) e50(Avellino,Siracusa,ReggiodiCalabria).SitrattainprevalenzadiprovincelocalizzatenelMezzogiornoe nelCentroItalia.MentreleprovincediMilanoediAostasiconfermanoquellepiùcoerentinelrapportotra entrareeuscite,conunospreadrispettivamentea0ea1puntobase. A conferma del dato regionale si osserva che tra le 25 province che registrano i livelli di spread più bassi (inferiori ai 20 punti), troviamo soprattutto le città del Nord Italia, segno di un maggiore equilibrio tra entrateeuscitedicassaediunaminoreincidenzadell’economiasommersasulsistemaeconomicolocale. (cfr.tabella1enotametodologicaaseguire). L'ECONOMIANASCOSTA Tutti gli indicatori macroeconomici raccontano di una congiuntura economica particolarmente severa. Nell'ultimodecennioilnostroPaeseharegistratounaperditaimportantedelpotered’acquisto,isalarisono tra i più bassi d’Europa, si registra un aumento vertiginoso dei prezzi dei beni, anche quelli di prima necessità, e la riduzione del Prodotto Interno Lordo porta con sé un conseguente ed inevitabile calo dei livellioccupazionali. Aciòsiaggiungel’impressionanteaumentodelprezzodeicarburantichehasfondatolasogliadidueeuroa litro. Solo un terzo delle famiglie italiane riesce ad arrivare con serenità alla fine del mese, mentre, un italianosuquattroèsemprepiùcostrettoaricorrerealcreditoalconsumocomeformadiintegrazioneal redditoperfarefronteallenecessitàcontingenti. Inuncontestocosìsevero,èinnegabilechel’economiasommersapuòrappresentareunasortadi“camera iperbarica” dove un gran numero di soggetti produttivi riprendono fiato quando l’atmosfera economicoͲ politica contingente diventa irrespirabile. Inoltre, il sommerso mostra di avere dinamiche proprie, non correlatenecessariamenteconl’andamentocongiunturaledell’economiaepiùresistentiallefasidicrisi. L’Eurispesstimachel'insiemedell’economia“nonosservata”nelnostroPaeseabbiageneratonell’ultimo anno circa 530 miliardi di euro, pari al 35% del Pil ufficiale che è intorno ai 1.540mld, una somma equivalente ai Pil ufficiali di Finlandia (177 mld), Portogallo (162 mld), Romania (117mld) e Ungheria (102mld) messi insieme. Un sistema economico parallelo, non ufficiale, al quale si somma un’altra economia: quella criminale, il cui fatturato l'Eurispes stima in almeno 200 miliardi di euro annui e i cui proventivengonoingranpartericiclatiall’internodell’economialegaleeinpartealimentanoilsommerso stesso. Si tratta quindi di un fenomeno di enormi proporzioni che coinvolge in Italia i settori più diversi: si va dall’agricoltura all’edilizia, passando attraverso i servizi e l’industria, nelle forme del lavoro nero continuativo, del doppio lavoro e del lavoro nero saltuario, che coinvolge una molteplicità di soggetti (giovani in cerca di prima occupazione, disoccupati, cassaintegrati, lavoratori in mobilità, extracomunitari non in regola, ma anche studenti, pensionati, casalinghe, lavoratori dipendenti ed autonomi con lavoro regolare,ecc.). mSe di fronte alla crisi economica e ad una pressione fiscale senza precedenti – sottolinea il Prof. Gian Maria Fara, Presidente dell'Eurispes –, gli italiani non danno ancora vita a manifestazioni spontanee di fortedissensoèsoloperchénelPaeseèpresenteun'economiaparallelacheinmillemodiesottodiverse forme,vaadintegrareiredditidellefamiglie.Unasortadiammortizzatoresociale–prosegueFara–,per milionidiitalianichesonoquotidianamente,insiemeeaturno,vittimedell’evasioneedevasoriessistessi}. Secondo la mappa tracciata dall’Eurispes, il 53% dell’economia non osservata è rappresentato dal lavoro sommerso, il 29,5% dall’evasione fiscale ad opera di aziende e imprese ed il 17,6% dalla cosiddetta economiainformale.Perquantoriguardalapartepiùconsistentedell’economianonosservata,cheèquella relativaalflussodidenarogeneratodallavorosommerso,lestimesiattestanoacirca280miliardidieuro (tabella2). Idoppiolavoristi Inprimoluogo,èstatoconsideratoilnumerodicolorocheesercitanoattivitàinneroafiancodiattività– parzialioatempopieno–inseriteinuncontestoistituzionalizzatoeregolarizzato.Quindi,èstatoipotizzato che almeno il 35% dei lavoratori dipendenti1 sia ormai costretto ad effettuare un doppio lavoro per far quadrareicontiearrivareallafinedelmese.Questovuoldirechesonoalmeno6milionii“doppiolavoristi” tra i dipendenti che, lavorando per circa 4 ore al giorno per 250 giorni, producono annualmente un sommersodi90.956.250.000euro(TABELLA3). Gliimmigrati Lo stesso calcolo è stato applicato agli immigrati clandestini2 per i quali si stima un sommerso di 10.500.000.000euro,eagliimmigraticonregolarepermessodisoggiornochelavoranoinnero,periquali sistimaunsommersodi12.000.000.000euro. Ipensionatiattivi InItaliasuuntotaledi16,5milionipensionati,circa4,5milionihannoun’etàcompresatra40e64anni.È plausibileritenerecheall’incircaunterzodiessilavoriinnero.Aquestoterzosiaggiungonoaltri820.000 pensionatitragliultrasessantacinquenni,maevidentementeancoraattivi,chevannoaformare,secondole stime Eurispes,i2.320.000dipensionatiitaliani che produconolavorosommerso.Ipotizzandochequesti 2,3milionidiindividuilavorinoper5orealgiorno,conuncompensoorariomediodi15euro,siottieneun volumecomplessivoparia43,5miliardidieuro. Lecasalingheoccupate Altra categoria che sfugge ai dati ufficiali è rappresentata dalle casalinghe che nel nostro Paese sono almeno8,5milioni.Sononumeroselecasalinghecheinmolticasi,svolgono,aldifuoridellafamiglia,piccoli lavori (ad esempio, baby bitter o lavori di cura e domestici extra familiari) che sfuggono alle stime e ai conteggi ufficiali. Il loro 18,8%, infatti, svolgerebbe lavori che vanno ad alimentare il sommerso con 24 miliardidieuro. Ifintidisoccupati L’Istat rileva inoltre 1.400.000 persone in cerca di occupazione, di queste, secondo i nostri calcoli, il 50% lavora totalmente in nero con una media giornaliera di cinque ore per 200 giorni l’anno arrivando a generareulteriori12,6miliardidieuro. Gliindipendenti“atuttiicosti” Allecategoriegiàelencatevannoaggiuntiilavoratoriindipendentiqualiimprenditori,liberiprofessionisti, lavoratori in proprio, soci di cooperativa, coadiuvanti familiari, collaboratori a progetto e prestatori d’opera. Un elenco dei mestieri che – sulla base dell’esperienza di ciascuno di noi – sono sicuramente in parte esercitati in forma autonoma e in nero e ci rende edotti delle dimensioni che può avere questo particolaresettoredellavoroinnero.Eccounprimosommarioeincompletocatalogo:idraulici;muratori; giardinieri;sarteadomicilio(untempoindeclinoeoggitornatediattualità);rilegatoridilibri(indeclino); restauratori (in crescita); venditori ambulanti (in grande crescita); artigiani ambulanti (ombrellai, arrotini, fuochisti,ecc.indeclino);contabili;insegnantidimateriescolastiche;tutoruniversitari;istruttorididanza, musica, ginnastica e attività ludiche e sportive (in crescita); giornalisti e pubblicisti freeͲlance; ricercatori, intervistatori; infermieri, massaggiatori, chiropratici, ecc.; aiuti domestici, assistenza infermi e invalidi; camerieri, cuochi e servizi catering; intrattenitori per feste e ricevimenti; ciceroni, guide, conferenzieri; tassistietrasportatoriinformali;fotografieoperatoricinevideopercerimonie;addettiallepuliziedistabili, negozi, magazzini; riparatori apparecchiature elettroniche; manutenzione assistenza e riparazioni apparecchiatureinformatiche(ingrandecrescita);lavoratoriadomicilio(indeclinonelleformetradizionali, in crescita in quelle nuove: telelavoro); venditori porta a porta; produttori assicurativi e finanziari; chiromanti,cartomanti,maghiesensitivi;lavavetri,posteggiatori,giocolieri,musicistieartistidistrada. I lavoratori di queste categorie pagano tutti le tasse, versano i contributi, si iscrivono alle associazioni di categoria? Evidentemente solo una parte di essi e comunque quasi mai per la totalità degli introiti. Tutti 1 Il totale dei lavoratori dipendenti in Italia è secondo l’Istat di 17.000.000 di unità. Nonostante le recenti regolarizzazioni, secondo le ultime stime dell’Eurispes gli immigrati clandestini nel nostro Paese sono circa 800.000. 2 costoro, che per definizione, includono solo lavoratori autonomi, non risultano evidentemente come lavoratori in nessuna indagine presso le imprese, ma molti sono anche coloro che non risultano censiti neppuredalleindaginipressolefamiglie.Tradottoincifre:ilsommersogeneratoinquestacategoriaèpari a87miliardidieuro. Ai280miliardidieurocircaderivantidallavorosommersosiaggiungono156miliardidieurodisommerso generatodelleimpreseitaliane.Èstatopossibilestimarequestodatobasandosisulleoperazionicondotte dalla Guardia di Finanza: su oltre 700mila controlli effettuati presso le imprese sono stati riscontrati 27 miliardidieurodibaseimponibilesottrattaalfisco. Sesiconsideracheilnumerodelleimpreseitalianedipiccoleemediedimensionisupera4milionidiunità, mantenendounaproporzioneconidatiemersidalleoperazionicampionedellaGuardiadiFinanza,emerge chel’economiasommersaprodottadalleimpresepotrebbearrivarealmenoa156miliardidieuro. Gliaffittiinnero Esiste inoltre una terza porzione di sommerso che si annida ad esempio nel mercato degli affitti (in particolareimmigrati,studentielavoratorifuorisede)echecon93miliardidieurorappresentaunafetta consistente dell’“altra economia”. Basti pensare ai risultati eclatanti evidenziati dalle numerose inchieste giornalisticherealizzatesull'argomentonellediversecittàitaliane. In conclusione, sommando le tre economie nascoste, quella prodotta sul mercato del lavoro e quella derivante dalle imprese con l’economia che è stata definita “informale”, è stato possibile quantificare il valoretotaledell’economiasommersainItaliapariacirca530miliardidieuro. LAPRIVATIZZAZIONEDELPIL Le misure economiche adottate dal Paese negli ultimi anni, oltre ad innescare una pericolosa spirale recessiva e a rendere impossibile qualunque intervento a sostegno della domanda interna o al sistema imprenditoriale, stanno spingendo nell’area del sommerso parte della produzione e della ricchezza del Paese. La necessità di risanamento dei conti pubblici, soprattutto in riferimento alla dimensione del debito pubblicoitaliano,stadeterminandouncontestoparticolarmenteostativoperchiproduceefaimpresanel nostroPaese.L'aumentodellapressionefiscalealivellidefinitidatuttiinsopportabili,lamancanzadiuna domanda interna sostenuta, una burocrazia lenta ed estenuante, una dotazione infrastrutturale assolutamente inadeguata, stanno determinando un contesto in cui paradossalmente sottrarsi alla dimensione pubblica delle attività produttive può risultare estremamente conveniente, almeno nel breve periodo. mAssistiamocosìadunasortadiprivatizzazionedelPil,dapartedichi–osservailPresidentedell’Eurispes–, non riuscendo più a rispondere a standard di legalità adeguati, preferisce difendere la propria attività economica spostandola nella dimensione privata, in parte o per intero, danneggiando la collettività sia attraverso un calo del gettito fiscale, sia a causa diuna diminuzione complessiva del calcolo della ricchezza fornitodallestimeufficiali}. Ifattorichespingonoisoggettiproduttiviasceglierequestastrategiadifensivasonomoltosimiliaquelliche alivellodiimposizionefiscalesiriscontranonellateoriaeconomicadiArthurLaffer;lasua“curva”infatti, mostra,nonsolonelcampodellapressionefiscale,chec'èsempreunpointbreak,unpuntodinonritorno, superatoilquale,apparepiùconvenientenascondersinelsommerso,affrontandoneancheipossibilirischi, checontinuareafareimpresanellalegalità. LascomparsadaiportiitalianidiimbarcazionidadiportoèparadigmaticadellasituazioneattualeinItalia.È bastato il solo annuncio di una “tassa di stazionamento” sulle imbarcazioni per spingere i proprietari di natanti verso porti esteri limitrofi, con l'effetto di una vera e propria fuga dal nostro Paese anche per gli armatoristranierichehannopreferitotenersilontanodallecosteitaliane,avantaggiodelsistemaportuale dellaCroazia,dellaFrancia,dellaGreciaedellaTurchia. Anullaèservito correggereilbalzello intassadipossessosullebarchesuperioriai10metridilunghezza intestateaitalianioresidentiinItalia;l'effettoèstatoquellodiuncalodelleentrateintuttoilsettoredella nauticadadiportodicircail30%.Leimbarcazioniitalianeeranodunquesparite,impoverendoilnostroPil? Assolutamenteno,stavanosolamentetrovandoilmododinascondersi,evitandocosìdipagarel'ennesima tassa“nostrana”. GRAFICO 1 Spread regionale tra ricchezza “dichiarata” (Pil pro capite) e benessere reale Anno 2012 Valori indice Fonte: Stime Eurispes, 2012. TABELLA 1 Spread provinciale tra ricchezza “dichiarata” (Pil pro capite) e benessere reale Valori indice Fonte: Stime Eurispes, 2012. NOTAMETODOLOGICA L'indagine è stata realizzata attraverso l'analisi e il confronto delle principali voci di entrata e uscita del bilanciodi unafamigliaitalianaͲtipo.Purriducendoalminimol’entità dellespeseperl’acquistodibenie servizi accessori (ristoranti, viaggi, cura del corpo, etc.), il valore medio delle entrate “dichiarate” (da lavoro,trasferimenti,etc.)èrisultatonotevolmenteinferiorerispettoaquellodelleuscite.Ilconseguente squilibrio tra entrate e uscite di cassa rileva la presenza di una ricchezza familiare “non dichiarata”, in assenza della quale anche le spese di normale amministrazione risulterebbero pressoché insostenibili nel medio/lungotermine. Infine,lapropensionealrisparmiodellefamiglieitalianeeraindiminuzionegiàprimadellacrisieconomica; ilcalodeltassodirisparmiodello0,7%,sembrerebbepiùdeterminatodallaperduranteperditadipotere d'acquistodellefamiglieacausasoprattuttodall’effettochangeoverconl'introduzionedellamonetaunica. Ladiscrasiatraricchezza“dichiarata”ericchezzarealedellefamiglieitalianetrovaulterioreconfermanel raffrontotra:l’esiguapercentualediredditielevatidichiaratidaicontribuentipersonefisiche(menodell’1% superalasogliadei100.000euro);ilnumerodisuperͲricchi(circa180.000nel2009,increscitarispettoagli anniprecedenti)e,piùingenerale,ledimensionidelmercatoitalianodeibenidilusso(primatoeuropeo nel2010conungirod’affaridi16,6miliardidieuro). Si è, quindi, deciso di approfondire ulteriormente il tema del differenziale tra ricchezza “dichiarata” e “benesserereale”nelnostroPaese,adottandounapproccioempiricoeformulandounmodelloanalitico basatosu:laraccoltaemessaasistemadi13variabilidicontestosocioͲeconomicoregionaleeprovinciale; l’indicizzazione delle singole variabili oggetto di indagine3; il calcolo del differenziale tra indicatori proxy della ricchezza “dichiarata” (Pil pro capite e reddito disponibile delle famiglie) e la media degli indicatori proxy del benessere. A valori negativi del differenziale corrisponde un benessere reale superiore alla ricchezzadichiaratae,quindi,unlivellopiùomenoelevatodieconomiasommersa(tabella4). Perunapiùagevoleletturadeirisultati,ivaloridifferenzialisonostati,infine,riparametratiinbase100,per cui: 1. a valori Indice pari o prossimi a 100 corrisponde un benessere reale certamente sostenibileinterminidiricchezza“dichiarata”; 2. avaloriIndicesuperioria100corrispondeunbenessererealeinsostenibileinterminidi ricchezza “dichiarata”, ovvero una maggiore incidenza del sommerso sull’economia del territorio. Il confronto tra i valori Indice calcolati adottando la metodologia sopra descritta, evidenzia, anzitutto, l’eterogeneadistribuzioneterritorialedell’economiasommersa. TABELLA 2 La mappa del sommerso in Italia Valori assoluti in euro e percentuali Tipologia di lavoratori Lavoro sommerso Sommerso di impresa Economia “informale” Totale economia sommersa Fonte: Stime Eurispes, 2012. V.A. 280.556.250.000 156.000.000.000 93.000.000.000 529.556.250.000 % 53,0 29,5 17,5 100,0 TABELLA 3 Il volume generato dal lavoro sommerso in Italia Valori in euro Tipologia di lavoratori Lavoratori dipendenti Lavoratori indipendenti Casalinghe Immigrati regolari Pensionati Clandestini Disoccupati con lavoro in nero Totale lavoro sommerso 3 V.A. A zero corrisponde il valore minimo della i-esima variabile, a cento il valore massimo. 90.956.250.000 87.000.000.000 24.000.000.000 12.000.000.000 43.500.000.000 10.500.000.000 12.600.000.000 280.556.250.000 Fonte: Stime Eurispes, 2012. TABELLA 4 Variabili di contesto socio-economico: ricchezza e benessere INDICATORI DI RICCHEZZA FONTE Reddito disponibile famiglie pro capite Unioncamere Prodotto interno lordo pro capite Unioncamere Tasso di occupazione 15-64 anni Istat INDICATORI DI BENESSERE FONTE Valore depositi pro capite Banca d’Italia, Istat Valore impieghi pro capite Banca d’Italia, Istat Intensità transazioni immobiliari residenziali Agenzia del Territorio % transazioni immobiliari residenziali grandi abitazioni su totale Agenzia del Territorio Intensità media transazioni immobiliari commerciali Agenzia del Territorio Autovetture circolanti per 1.000 abitanti Aci Motocicli circolanti per 1.000 abitanti Aci % Autovetture grossa cilindrata Aci % Motocicli grossa cilindrata Aci Spesa del pubblico pro capite Siae Fonte: indagine Eurispes, 2012 UFFICIOSTAMPAEURISPES ViaOrazio,31 00193Roma Tel.06.68210205 Ufficiostampa SusannaFara,cell.329.2282239 [email protected] ResponsabileRelazioniIstituzionali FabioVeronicaForcella,cell.339.7103703/329.2290819 [email protected]