L’ acquanel l ’ Uni ver so Leopoldo Benacchio Astronom o –Istituto Nazionale di Astrofisica –Osservatorio di Padova (pubblicato in H20 , Nuovi Scenari per la sopravvivenza – CUSL – Milano -2007) H2O è certamente la formula chim ica più nota al grande pubblico, talmente fam iliare e riconoscibile da essere usata spesso, e in tutto il m ondo, anche come logo di questo o quel brand. Ci è talmente usuale che forse non abbiam o m ai ragionato sul fatto che può mostrarci anche la strada per rispondere alla dom anda: “dadov e vi ene l ’ acquae quant ac e ne è nel l ’ Uni ver so”.Gi àper chénel l ’ Uni ver soc’ èmol t aacqua.Neabbi a mot r ovat oi segniunpo’ dappertutto dal nostro vicinissim o satellite, la Luna, fino alle più distanti e fredde nubi interstellari della nostra Galassia. Comemaic’ e’tanta acquanel l ’ Uni ver so e i n qual ef or mal at r ovi a mo? Laspi ega zi one, diciam o, tecnica è piuttosto com plessa m a la linea logica è al contrario piuttosto semplice. Proviam o a segui r l aconunpo’dipa zi enza. Partendo proprio da H2O possiamo emulare il signor di Lapalisse e dire che, per avere una mol ecol a d’ acqua, occorre innanzitutto disporre di atom i di idrogeno e di ossigeno, ovviamente nelle condizioni opportune perché possano legarsi fra loro. Questi due elementi sono d'altronde ben attivi chim icamente e quindi possiam o sperare che queste condizioni siano abbastanza frequentemente soddisfatte, tenuto anche conto, ad esempio, della enorme varietà di diverse situazioni di pressione e temperatura che possiam o trovare nel l ’ Uni verso. I due elementi hanno però origine da fenomeni com pletamente diversi e sono presenti in quantità m olto diverse fra loro. L’ i dr ogenoinfatti rappresenta f r al ’ 80ed il 90 % della m ateria esistente e si sarebbe form ato circa 250.000 anni dopo il Big Bang, in un epoca chiam ata della ricom binazione. Prim a di quel momento le condizioni di pressione e t emper a t ur anel l ’ Uni ver so pr i mor di al enonper met t evano alle singole particelle elementari di com binarsi fra loro per formare atom i.L’ i dr ogeno,i lpi ùsem plice degli elementi, che possiamo pensare come com posto da un solo protone nel suo nucleo con un elettrone che gli orbita attorno, si sarebbe form ato in quel tem po, distante da noi più di 13 m iliardi di anni. Al l or a sisar ebbe f or ma t o anche l ’ El i o, l ’ el emento chim ico appena più com plesso del l ’ I dr ogeno. Pr at i ca ment et ut t igl ial t r iel ement i ,compr esil ’ ossigeno ed il carbonio che sono alla base delle m olecole organiche tipiche della vita, si sono form ate in modo del tutto diverso, in un processo, la nucleosintesi, che avviene al l ’ i nt er no del l e st el l e e grazie alla fusione nucleare. Pert r ovar el ’ ossi genocheci ser v epercost r ui r eunamol ecol adiacquadobbi a mo seguire questa pista Una stella si form a a partire da una nube cosm ica di gas e polveri, che, nelle prime fasi del l ’ Uni ver so,èsostanzialmente composta di idrogeno.Quandousi a mol apar ol a“nube”i n cam po astronomico non dobbiamo farci trarre in inganno dalla nostra esperienza sensoriale quotidiana. Stiam o parlando di densità fra i 1.000 e i 100.000 atom i per centimetro cubo. Per avere un confronto pensiamo che se consideriam o un volume eguale pieno di com une nebbia vi troviam o molti m iliardi di m iliardi di atomi! Condizione estreme di rarefazione quindi, m a gli spazi sono enorm i, parliam o di m iliardi di m iliardi di chilometri cubi, e quindi la m assa complessiva di queste nubi è com unque notevolissim a, anche se la densità di m ateria è talmente piccola da non poter essere neppure ragionevolmente imm aginata.I nt empiappunt o“ast r onomi ci ”,ovv ero centinaia di m ilioni di anni, la nube si condensa per effetto della gravità, form ando una sorta di bozzolo ellissoidico ed al cui centro pressione e temperatura raggiungono valori elevatissim i. Quando la temperatura al centro arriva ai m ilioni di gradi si innescano le reazioni nucleari, principalmente fra gli atom i di idrogeno, che si fondono fra loro per form are atom i più com plessi e pesanti, come Elio per prim o e poi altre reazioni che danno luogo alla form azione di Carbonio e, appunto, Ossigeno. Il proc essoècont i nuo,i mponent eer i l a sci aquel l ’ ener gi achesost ent al ast el l ae sii r r aggi anel l ospa zi oci r cost ant e.Perf a r el ’ esempi odelnost r oSole nel suo nucleo ogni secondo 600 tonnellate di idrogeno si trasformano in 596 di Elio. La differenza di m assa, 4 m ilioni di tonnellate, viene convertita in energia tram ite la fam osa relazione di Einstein E=m c2. Per inciso notiamo che è da qui che nasce la luce ed il calore che ci permette di vivere sulla Terra. E’qui ndigr azi e ad unaser i e dit r a sf or mazi oninucl ea r iche,a par t i r e dal l ’ I dr ogeno, si form ano gli atom i di Ossigeno. Per dar eun’ i deadel l epr opor zi oninelSol e m isuriam o 7 atom i di ossigeno ogni 10.000 di idrogeno. Dopo la form azione della prim a generazione di stelle abbiamo quindi a disposizione gli atom i di Idrogeno ed Ossigeno necessari per form are le m olecol ediH2O.C’ èper òunpr obl ema:quest iat omisonoal l ’ i nt erno delle stelle a tem perature e pr essi oniancheel eva t i ssi me.I l meccani smochef a“ evader e”l ’ i dr ogenoe l ’ ossi geno,così come tutti gli altri elementi chim ici formatisi nella fusione nucleare con il processo di nucleosintesi, è, principalmente, quello della Supernova. Nella sua evoluzione la stella, se ha una m assa iniziale sufficientemente elevata, arriva ad un punto in cui le reazioni di fusione nucleare per continuare necessitano di talmente tanta energia che l ’ equi l i br i ochel ’ hagover na t apermi l i ar didi anni im provvisamente si rompe. A quel punto la stella praticamente si autodistrugge in pochi secondi, espellendo a velocità supersoniche tutto il m ateriale gassoso che la compone, che si espande nello spazio circostante, diminuendo velocemente di densità m an m ano che si espande. A questo puntosi a monel l econdi zi onii deal iperav er el ’ acqua,abbiam o di nuovo una nube di gas e polveri da cui si formeranno nuove generazioni di stelle. Ma questa volta abbiam o sia idrogeno che ossigeno, oltre a tanti altri elementi chim ici fra cui il ca r boni o,anch’ esso fondamentale per la vita.. Da queste nubi, con lo stesso meccanism o descritto sopra, si formeranno nuovamente i bozzoli da cui verranno altre stelle con i loro sistem i planetari, sim ili o diversi dal nostro. Ma questa volta nei bozzoli sarà già presente l ’ acqua,f or mat a si dalla combinazione di idrogeno ed ossigeno. Quanto abbiam o detto è fortemente schem atico m a ci aiuta a capire come m ai troviam o la firm a di molecole di H2O anche nelle più lontane nubi interstellari. Ma per rim anere nelle vicinanze del nostro pianeta, sem pre parlando da un punto di vista astronom ico, nel nostro Sistem a solare troviam o le tracc e del l ’ esist enza,pr esent e o passa t a,del l ’ acqua un po’ dappertutto. Dalla Luna a Marte, dai nuclei cometari ai satelliti di tanti pianeti. Certo è in condizioni m olto diverse a seconda che consideriam o le zone vicine al Sole o ce ne allontaniam o. Il bozzolo prim ordiale, da cui si è form ato l ’ i nt er o Sistem a solare aveva dimensioni di centinaia di m igliaia di volte la distanza Terra Sole, che è di soli 150 m ilioni di chilom etri. A quelle distanze, m a anche a quelladiPl ut one,di st ant edalSol e“sol o”40vol t e più del nostro Pianeta, la radiazione solare arriva debolissim a e le tem perature sono del l ’ or di nedel l oz er oa ssol ut o,benol t r ei200gr adisot t ol oz er oc ent i gr a do. L’ acquaqui ndinelnost r o Si st emasol a r e è presente soprattutto nella form a di ghiaccio, m ista ad altri ghiacci di altri elementi o m olecole. Con le im prese spaziali degli ultim i 10 anni abbiam o addirittura potuto fotografare nuclei di comete, che sono apparse come gi gant esche “ pal l edinev e”sporche, asimmetriche e delle dimensioni di una diecina di chilom etri, un m isto di ghiacci e polveri. Ma anche alcuni dei satelliti dei pianeti più esterni, ad esempio Saturno, hanno mostrato agli obiettivi delle sonde spaziali, prim a fra tutte la europea Cassini che resterà attorno al Pianeta con gli anelli ancora diversi anni, un m ondo dalla superficie solcata di canali e ricoperta di ghiacci. E nelle vicinanze del Sole chef i nehaf at t ol ’ acqua?Disi cur oal l ost at ol i qui dol at r ovi a mo solo sulla Ter r a.C’ èi ncer t ezzasulf at t ochepossanoesi st er e“ gi aci ment i ”dighi acci osul l a Luna, nei crateri polari che non ricevono praticamente radiazione dal Sole. Su Marte l ’ evi denza diun’ epoca i n cuil ’ acqua f l ui va sulpi anet ar osso è or a maiabba st anza condivi sa, ment r eva st ezonedighi accisononot eor a maidagl ianni’ 70del secol oscor so. Forse Marte racchiude ghiaccio anche al di sotto della sua superficie e gli ultim i rilevamenti delle sonde hanno intravisto del vapore acqueo nella sua atmosfera. Se quindi ,a di f f er enza f or se diquant o sc r i vono spesso imedi a,l ’ acquaè pr esent ee abbondant e,i nr agi onepr opr i odel l asuaor i gi ne,nel l ’ i nt er oUni ver so,dalnost r opi ccol oe quasi insignificante Sistem a Solare alle più lontane nubi interstellari della Galassia, è anche vero che la nostra Terra resta, finora, un unicum. L’ acquaal l ost at ol i qui do,equi ndicosì abbondante e facilmente fruibile, necessita per esistere di un equilibrio delicatissimo: un pianeta solido, di m assa relativamente piccola, con una atm osfera particolare, posto ad una distanza dalle sorgenti di energia tale da permettergli di non diventare in poco tempo né un m ondo arroventato come Mercurio o Venere né ghiacciato come Plutone. Acquanel l ’ Uni ver soqui ndi ,unpo’dapper t ut t o,maquel l a utile alla nostra vita è, per ora, tutta e sola quella che abbiamo sulla Terra. Meglio pensarci sopra e usarle del riguardo.