Relazione tecnica (segue da articolo) La sintomatologia algica allegata dal paziente prima dell’intervento (comunque di lieve entità) non subiva un miglioramento, anzi, il quadro andava lentamente ma inesorabilmente peggiorando così che in data 16.09.2010 veniva nuovamente ricoverato presso la stessa struttura con diagnosi di “stenosi foraminale e listesi”. In data 17.09.2010 veniva sottoposto ad intervento chirurgico di stabilizzazione con Interspine® “12”, previa la rimozione del dispositivo “8”. Veniva dimesso in data 19.09.2010 nonostante la sintomatologia algica persistesse. In data 01.07/11 si sottoponeva a RMN della colonna lombare che dimostrava “ernia recidiva L3-L4, protrusione L5-S1 e listesi di L4 (su L3), ernie di Schmorl”. Nella successiva visita di controllo del 18.07.2011 veniva prescritta l’esecuzione di una TC della colonna, poi effettivamente eseguita in data 15.09.2011 che dimostrava la “dislocazione laterale del dispositivo impiantato in L4-L5”. Alla Nostra visita il paziente lamentava persistenza del dolore lombare irradiato agli arti inferiori bilateralmente e limitazione funzionale di colonna sia in minima flessione anteriore, sia nella prolungata stazione eretta, sia ancora nel sollevare carichi anche minimi. Riferiva di essere in attesa di sottoporsi ad un terzo intervento chirurgico per la rimozione del presidio impiantato e mobilizzato per effettuare una stabilizzazione. Riferiva inoltre di esercitare la professione di autotrasportatore e di essere diabetico non insulino-dipendente; in anamnesi patologica remota si annota trauma distorsivo di ginocchio sinistro con distrazione legamento crociato anteriore in soggetto con condropatia femoro-rotulea documentata da RMN del dicembre 2009. NOSTRO ESAME OBIETTIVO: Soggetto di 185 cm di altezza per 93 Kg di peso corporeo (BMI 27.17), colonna e bacino in asse, 2 cicatrici chirurgiche lombari in buono stato di epitelizzazione e consolidazione. Atteggiamento rigido del rachide lombare, netta limitazione della flessione anteriore di colonna in toto, con distanza dita – pavimento di cm 50 ca., netta limitazione dell’inclinazione laterale verso dx e sn. Dolorabilità diffusa lombare sia sulle spinose sia sulle logge, Lasègue e SLT positivi a 50° circa, bilateralmente; ROT simmetrici ma iperelicitabili. La riferita localizzazione del dolore non permette l’individuazione di uno o più dermatomeri di riferimento. NOSTRE CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI MEDICO-LEGALI: Il paziente P. P. è soggetto di corporatura notevole e di professione autotrasportatore, cioè lavoratore manuale che deve anche movimentare carichi oltre che mantenere per lungo tempo una posizione assisa ed essere sottoposto a ripetuti traumi in compressione della colonna (tale attività lavorativa doveva fare ben riflettere il chirurgo operatore sulle finalità dell’intervento chirurgico o sulla necessità solo di terapia conservativa). Presentava una lombalgia cronica con ripetuti episodi di esacerbazione e remissione dal 2000 a causa di protrusioni discali accertate nel 2000 da RMN a livello L3-S1; si affidava alle cure di un ortopedico (dr. P.) che gli proponeva un trattamento mini – invasivo di stabilizzazione dinamica con dispositivo interlaminare, nell’ipotesi che si trattasse esclusivamente di stenosi foraminale (senza eseguire una RMN preoperatoria e senza dunque informare adeguatamente il paziente!). Dalla visione diretta delle immagini del 2005 risulta una discopatia multipla a livello lombare (L3-L4,L4-L5,L5-S1), presenza a quei livelli di black disk, netta riduzione di altezza dei dischi L4-L5 e L5-S1, alterazione del segnale intraspongioso a livello delle limitanti somatiche specie a livello L4-L5 (tipo Modic) e modestissima anterolistesi L4 su L3 ed iniziali stenosi foraminali (soprattutto in L4 e L5). La sciatalgia parrebbe riconducibile alla stenosi foraminale; nulla si dice del dolore lombare e delle caratteristiche se riferibili o meno a instabilità vertebrale. Il quadro neuroradiologico evidenziato già nel 2005 poteva determinare una situazione clinica di microinstabilità vertebrale anche in assenza di evidenti scivolamenti dei corpi vertebrali alle RX dinamiche eseguite nel 2010. L’intervento chirurgico eseguito presso l’Ospedale di V. è consistito in una decompressione (non vi è la specifica nella descrizione dell’intervento) e nel posizionamento di un distanziatore interspinoso a livello L4-L5. I distanziatori interspinosi hanno obiettivi molteplici ed eventualmente anche diversi da caso a caso. In letteratura sono riportati quali scopi: - l’allargamento di uno spazio intervertebrale in caso sia ridotto; - la riduzione del rischio di spondilolistesi in caso di ipermobilità vertebrale (assente nel caso de quo); - il ripristino di funzione elastica del disco in caso di sua compromissione come nel black disk. Nel caso in oggetto il posizionamento dapprima di un dispositivo interspinoso a livello L4-L5 e poi di un secondo distanziatore a L5-S1 ha portato ad un serio peggioramento clinico. Se si era in presenza di microinstabilità tali dispositivi erano insufficienti per una stabilizzazione adeguata. Il dispositivo in L4-L5 si è mobilizzato, probabilmente perché o troppo piccolo o non ben fissato, causando un peggioramento della listesi L3-L4 per la nuova posizione assunta dalla colonna lombare in cifosi. Sarebbe stato corretto, in presenza di parziale stenosi foraminali, tentare o terapia conservativa o eseguire solo la foraminotomia eventualmente a più livelli e vedere l’evoluzione successiva della sintomatologia, o in alternativa, se la clinica fosse congrua con una vera instabilità (comunque non dimostrata), “fissare” davvero la colonna tra L3 ed S1. Non risultando, però, una RMN preoperatoria, risulta completamente inadeguato l’intervento per insufficiente diagnostica in quanto non esisteva evidenza di scivolamenti vertebrali alla RX dinamica. In sintesi i profili di colpa medica: 1) Errata scelta dell’intervento chirurgica in paziente da sottoporre dapprima ad intensa terapia conservativa; 2) Errata esecuzione degli interventi di stabilizzazione; 3) Grave vizio di consenso. Dr. Carmelo Galipò