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15/06/2014
SALUTE: SPORT E POCHI FRUTTI DI MARE, NUOVE LINEE GUIDA
ANTI-ALZHEIMER
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TEST C4D
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SALUTE: SPORT E POCHI FRUTTI DI MARE, NUOVE LINEE GUIDA ANTIALZHEIMER
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Roma Roma, 26 mag. (Adnkronos Salute) 18:03
Più sport e pochi frutti di mare.
C’è anche l’indicazione a seguire una
dieta a basso contenuto di rame fra le
7 linee guida per la prevenzione della
malattia di Alzheimer che si
concentrano su stili di vita e
alimentazione, frutto del lavoro di un
pool di ricercatori internazionali.
Il gruppo di scienziati riuniti nei mesi scorsi a Washington per
iniziativa del Physicians Committee for Responsible Medicine, che ha
pubblicato le linee guida sulla rivista ‘Neurobiology of Aging’,
sottolinea l’importanza del controllo dei livelli di assunzione di rame,
a partire da un semplice test del sangue (C4D).
Alla stessa conclusione era giunto uno studio tutto italiano, pubblicato
su ‘Annals of Neurology’ appena un mese fa.
Questa ricerca, condotta dai Centri Fatebenefratelli di Roma (Isola
Tiberina) e di Brescia, con l’Università Cattolica-Policlinico Gemelli,
ha infatti dimostrato l’esistenza di un legame diretto tra cattivo
assorbimento del rame ed evoluzione della malattia di Alzheimer.
“Il rame è un elemento essenziale per la vita - sottolinea Rosanna
Squitti, ricercatrice dell’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina di
Roma, capofila dello studio - che introduciamo nel nostro organismo
attraverso la dieta.
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In particolare, le persone che hanno superato i 55 anni e sospettano
di avere delle dimenticanze, oltre all’esame del colesterolo e alle altre
indagini del caso, possono effettuare anche il test del rame NonCeruloplasminico, cosiddetto ‘tossico’ o libero (non legato alle
proteine)”.
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Pertanto prima di fare qualsiasi dieta, è necessario verificarlo.
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Le linee guida sono rivolte a chi presenta difficoltà nel metabolismo di
questo metallo, cioè lo elimina con più difficoltà.
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L’indicazione, per le persone che presentano livelli fuori norma di
rame libero nel sangue, è di evitare l’assunzione di vitamine che
contengono metalli.
Le linee guida prevedono, inoltre, una riduzione dell’assunzione di
grassi saturi e trans-insaturi (contenuti ad esempio nelle carni, quelle
‘rosse’ in particolare), che producono un aumento del decadimento
cognitivo, soprattutto se associati a una dieta ad alto contenuto di
rame.
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Importanti per la produzione dei neurotrasmettitori e il miglioramento
delle facoltà cognitive sono le vitamine B12 e B6, efficaci anche se
assunte come complessi multivitaminici.
“Anche l’esercizio fisico - ricorda la Squitti - compare tra le linee
guida: fare attività fisica per 40 minuti al giorno aumenta il trofismo
dei neuroni, ovvero la loro capacità di resistere ad eventi di
degenerazione scatenate da alcune malattie come appunto
l’Alzheimer”.
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Bene anche l’assunzione di cibi contenenti vitamina E (semi, spinaci o
altri vegetali a foglia larga), che è in grado di aumentare la resistenza
dei neuroni ai processi degenerativi e che invece non viene assunta
adeguatamente sotto forma di complesso vitaminico.
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Per contro, è consigliato l’aumento del consumo di alimenti vegetali,
soprattutto legumi: in questo caso i metalli contenuti sono infatti
assimilati in base alle esigenze dell’organismo.