Scienza della logica - Critica e Comunicazione

LA SCIENZA DELLA LOGICA (1812-­‐1816). La logica: • prende atto della coincidenza tra soggetto e oggetto, certezza e forma e contenuto, acquisita grazie al Sapere assoluto verità, Fenomenologia dello Spirito. nella • non è lo strumento necessario a cogliere qualsiasi forma di sapere (organon aristotelico), ma è lo studio della struttura del tutto, lo studio del modo in cui il tutto si struttura. • coincide con l’ontologia e, quindi, con la metafisica; pensiero ed essere, infatti, coincidono, nel senso che il pensiero realizzando se s tesso realizza l’essere stesso e viceversa. • rappresenta l’Assoluto (Dio, lo Spirito) mediante triadi che esprimono la stessa cosa (l’Assoluto, appunto) ma in modo sempre più profondo, vero, ricco: l’alienazione del pensiero dalla natura p
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ivenire Spirito. Ø LOGICA DEL CONCETTO (verità dell’essenza): a differenza della logica dell’essere e dell’essenza, la logica del concetto è soggettiva, non oggettiva, in quanto si scopre che l’intera realtà è soggetto. Il concetto: - è il risultato del movimento logico svolto finora e può essere inteso come l’Io penso che autocreandosi crea tutte le determinazioni logiche (il piano non è quello dell’intelletto, in Kant, ma quello della ragione); come è una forma vuota, astratta, che attende la concretezza - non dell’esperienza ma è una forma infinita che racchiude la ricchezza di ogni contenuto, e quindi è l’assolutamente concreto, in quanto contiene al suo interno, come superate, tutte le determinazioni dell’essere e dell’essenza; - è Assoluto, è “quello che forma e crea”, è “assoluta negatività”, è “potenza libera” è “illimitata beatitudine”; - la sua piena autorealizzazione è l’Idea in sé (Logos). Il giudizio è la proposizione speculativa in cui il soggetto esprime l’individuale mentre il predicato l’universale (la copula “è” indica un’identità dinamica): il giudizio esprime l’individuale nel suo farsi universale. Il sillogismo rappresenta l’unità dei tre momenti: universalità, particolarità e individualità; grazie al sillogismo l’universale diventa individuale mediante il particolare e l’individuale diventa universale mediante il particolare. Ø LOGICA DELL’ESSERE: a partire dalla coincidenza di pensiero e realtà e con il solito incedere triadico-­‐dialettico, Hegel mostra alcuni assunti fondamentali della sua filosofia. - Il divenire, come continuo passaggio dall’essere al non essere, è sia la verità del pensare che la verità del reale; esso consente di cogliere l’essere come esserci, come qualcosa di determinato che richiama ciò che è altro da sé; - L’infinito non è un indefinito andare al di là del finito né un totalmente altro dal finito ma un continuo superamento dialettico del finito. - La non-­‐verità e non-­‐realtà del finito implica il suo rimando alla verità e alla realtà dell’infinito: l’esserci finito non è un essere vero e reale, ma soltanto “idealità” (idealismo = “riconoscere che il finito non è un veramente essente”). Ø LOGICA DELL’ESSENZA (fondo e verità dell’essere): studia il pensiero che scava in profondità, al di sotto della superfice dell’essere (essenza come essere che riflette su se stesso). Tale pensiero incontra altri elementi cruciali della filosofia hegeliana. - La manifestazione dell’essenza comporta un rapporto dialettico con l’essenza (pare, appare e si manifesta). - La contraddizione è il m otore della dialettica, e la validità del principio di identità e non contraddizione va circoscritta all’intelletto astratto, non vale, invece, per la ragione. - La conciliazione (l’assenza di contraddizione) appartiene solo all’Assoluto infinito come dialettico superamento della contraddizione. - Data la coincidenza di pensiero ed essere, l’esistenza di Dio può essere provata (difesa della prova ontologica dell’esistenza di Dio): la contraddizione del finito, la sua negatività, rende necessaria l’esistenza positiva e non contraddittoria dell’Assoluto. - La causalità è circolare, non lineare (azione reciproca, della causa sull’effetto e dell’effetto sulla causa), e consente di superare l’eterocausazione della necessità verso l’autocausazione della libertà.