la donna in gravidanza - Fondazione Niccolò Cusano

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LA DONNA IN GRAVIDANZA
ü LA DIETA
La gravidanza rappresenta un evento biologico molto
particolare. Mai come in questo momento la salute di
un individuo è così strettamente collegata alla salute
di un altro individuo.
Una corretta alimentazione è fondamentale per la
normale evoluzione della gravidanza, per il normale
accrescimento del feto e per ridurre il rischio di
malformazioni o malattie del nascituro.. Una dieta
equilibrata, sufficientemente ricca di calorie e principi
nutritivi permette alla gestante di mantenersi in
buona salute e al bambino di svilupparsi
correttamente. Per questi motivi è fondamentale che
la madre raggiunga uno stato nutrizionale ottimale
sia prima che dopo la gestazione e durante tutto il
periodo dell’allattamento.
Particolare attenzione e disciplina sono necessarie nella dieta delle gestanti che, ancor prima della gravidanza seguono
una dieta carente, hanno una gravidanza gemellare, sono fumatrici o assumono alcool e droghe o che sono sottopeso.
Per le donne che seguono una dieta vegana non devono far mancare nella propria dieta il giusto apporto di proteine
attraverso alimenti che non siano necessariamente carne e pesce.
L’aumento del fabbisogno energetico, tipico soprattutto del secondo e terzo trimestre di gravidanza è valutato in
circa 300-400 Kcal/die, valore che aumenta ancora durante l’allattamento dove arriva fino a 500 Kcal/die.
Consigli utili:
ü Le Vitamine
La vitamina A è importante per la crescita del feto. In natura si trova in due specie: come Betacarotene, che si trova
nella frutta di colore giallo-arancione (arance e carote, melone, papaia albicocche, pesche ecc.); sia come Retinolo
che si trova nei cibi animali, latte, formaggio, burro, uova. Altri alimenti ricchi di Vitamina A sono anche l’olio di fegato
di merluzzo, l’aglio, la pappa reale, il polline ed il germe di grano. Un corretto apporto di questa vitamina è essenziale
nella formazione dei tessuti epiteliali sani e nel mantenimento delle membrane mucose. Durante la gravidanza, la
vitamina A svolge inoltre un ruolo fondamentale nel proteggere l’utero e le pareti vaginali, aiuta inoltre a combattere
le infezioni, protegge la parete superficiale degli occhi e l’apparato intestinale, urinario e respiratorio. Svolge poi un
importante ruolo nella regolazione del sistema immunitario e dei linfociti, una tipologia di globuli bianchi che
combattono le infezioni che combattono le infezioni. Nel post gravidanza questa vitamina aiuta i tessuti a ricostituirsi.
La Vitamina B12 contribuisce alla formazione dei globuli rossi ed è essenziale per la crescita e lo sviluppo del feto. Se
nella dieta sono presenti quantità adeguate di latticini, uova, estratti di lievito vitaminizzato, il livello di B12 deve
essere sufficiente. La dose giornaliera raccomandata di vitamina B12 è di 2 microgrammi per gli adulti e i giovani. Ne
richiedono una quantità maggiore le donne in gravidanza e in allattamento.
La Vitamina C (o acido ascorbico) favorisce l’assorbimento del ferro e ne sono ricchi i pomodori, i peperoni, l’insalata
verde, gli agrumi, le fragole, i kiwi ed i ribes. La vitamina C assume un ruolo fondamentale nella struttura delle
membrane, composte prevalentemente da collagene. Per questo le donne che sia prima che durante la gravidanza
non assumono sufficienti quantitativi di questa vitamina possono essere maggiormente esposte alla rottura
prematura della membrana e, quindi, al rischio di parto prematuro. Il fabbisogno giornaliero è di 60 mg al giorno e,
durante la gravidanza questa quantità va aumentata a 70 mg al giorno.
La Vitamina D (o Calciferolo) fondamentale nello sviluppo dello scheletro del feto, favorisce l’assorbimento del cacio.
Esistono due forme di Vitamina D: l’ergocalciferolo, assunto con il cibo, ed il colecalciferolo che viene sintetizzato
dall’organismo per azione dei raggi solari, a partire da derivati del colesterolo presenti sulla pelle. Una carenza di
Vitamina D comporta il rischio di rachitismo nei bambini, con conseguente deformazione delle ossa e arresto della
crescita. Gli alimenti ricchi di Vitamina D ed indicati nella dieta di una donna in gravidanza sono uova, latte e derivati,
sardine, olio di fegato di merluzzo, tonno e salmone. La normale esposizione ai raggi solari è sufficiente a soddisfare il
fabbisogno negli adulti e va quindi aggiunta solamente durante la fase di accrescimento, durante la gravidanza e
l’allattamento. In questi casi l’assunzione dovrebbe essere di 10µg al giorno come integratore.
L’acido folico (o vitamina B9) È responsabile della crescita e della moltiplicazione cellulare: è infatti essenziale per la
sintesi del DNA, delle proteine e per la formazione dell’emoglobina. L’acido folico non viene prodotto dal nostro
organismo e deve dunque essere assunto con il cibo. In un’alimentazione equilibrata il fabbisogno giornaliero
dovrebbe essere di circa 0.2 mg al giorno, ma tale apporto deve aumentare durante la gravidanza e durante
l’allattamento fino a 0.4 mg. L’apporto di questa vitamina è fondamentale perché non viene prodotta dall’organismo e
deve essere assunta con il cibo. Un corretto apporto di acido folico è fondamentale anche prima del concepimento.
Diversi studi dimostrano una stretta relazione, nella donna incinta, fra bassi livelli di acido folico nel sangue e la
presenza di difetti del Tubo Neurale nel figlio. Sembrerebbe infatti che le carenze di acido folico nell’alimentazione
della madre concorrano alle malformazioni del sistema nervoso centrale dell’embrione durante lo sviluppo. Il tubo
neurale è la struttura dalla quale originano il cranio, il cervello, la colonna vertebrale ed il midollo spinale. Affinché lo
sviluppo proceda regolarmente è necessario che questa struttura si chiuda entro 30 giorni dal concepimento, se
questo non avviene, parte del cervello o del midollo spinale rimangono scoperte e il feto va incontro a gravi
malformazioni (spina bifida, anecefalia, cefalocele). Secondo studi scientifici il corretto apporto di vitamina B9 riduce
del 50-70% l’insorgenza di patologie a carico del sistema nervoso centrale embrionale.
ü I Minerali
Il Calcio. Nel nostro organismo è presente circa 1Kg di calcio di cui, circa il 99% è fissato alle ossa, mentre il resto
circola nel sangue dove assolve ad importanti funzioni di controllo della contrazione muscolare e della trasmissione
nervosa. Una carenza di calcio rallenta la formazione e la crescita di ossa e denti e provoca il loro indebolimento. Un
eccesso di questo minerale è tuttavia da evitare in quanto determina la formazione dei calcoli renali. Il fabbisogno
giornaliero varia con l’età e con lo stato di gravidanza. Nella fase adolescenziale il fabbisogno si attesta intorno ai 1200
mg, per poi calare intorno ai 900 mg al giorno nell’età adulta. In gravidanza e durante l’allattamento la necessità di
calcio aumenta poiché è in corso l’accrescimento osseo del feto, in questo periodo sarebbe dunque opportuno fornire
300-400 mg di calcio in più rispetto alla norma. Sono ricchi di calcio il latte ed i latticini, ma anche i legumi e la frutta
secca, la verdura e la frutta.
Il Fosforo. L' 85% del fosforo si trova nelle ossa insieme al calcio sotto forma di idrossiapatite, mentre il rimanente 15%
si trova nei tessuti molli e nei liquidi extracellulari, nel rivestimento delle cellule, nel ruolo strutturale (fosfolipidi
presenti in tutte le cellule specialmente nel tessuto nervoso), in un ruolo funzionale (fosfati), nel metabolismo
intermedio, e in una serie di composti adibiti al deposito e al trasporto di energia (ATP) e alla trasmissione
intracellulare di messaggi ormonali (AMPc). L’apporto giornaliero dovrebbe essere di circa 800 mg al giorno ma
durante la gravidanza e l’allattamento deve essere superiore ai 1200 mg. Le principali fonti di fosforo sono la carne, il
latte, le uova, il pesce, i legumi ed i cereali, ma anche crusca di cereali, il germe di grano e le noci.
Il Ferro. Un aumento di ferro durante la gravidanza è essenziale per le donne che presentano forme di anemia
sideropenica. Ne sono ricche le uova, i legumi, il formaggio, i cereali integrali e le verdure verdi, ma ferro che meglio
viene assorbito dall’organismo è quello contenuto nelle carni rosse
Durante la gestazione, e soprattutto durante il secondo ed il terzo trimestre, sono l’organismo della donna assorbe
grandi quantità di ferro e, per questo, l’organismo materno può trovarsi impoverito. Per evitare i disturbi collegati è
bene adottare una dieta ricca di carne, uova, legumi, pesce ed uova e, laddove l’apporto attraverso l’alimentazione
non fosse sufficiente può essere assunto attraverso integratori.
Il Magnesio. L’apporto quotidiano raccomandato di magnesio per un adulto è di 350 mg per gli uomini e 300 mg per le
donne, dose aumentabile fino a 450 mg nel periodo di gravidanza e allattamento. Il magnesio è responsabile di molti
processi metabolici essenziali, come la formazione dell’urea, la trasmissione degli impulsi muscolari, la trasmissione
nervosa e la stabilità elettrica cellulare. Un corretto apporto di magnesio aiuta la capacità di regolare la contrazione
uterina, previene il parto prematuro ed è un ottimo rimedio contro l’ipertensione e i crampi muscolari. Aiuta inoltre a
combattere l’insonnia e l’irritabilità. È contenuto nei cereali soprattutto integrali, nelle noci, nelle mandorle, nel grano
saraceno, nelle lenticchie, nel miglio, nel cacao, ma anche nelle carni, nei farinacei, nelle verdure verdi e nei prodotti
lattiero-caseari.
ü Le Fibre
Sono contenute negli alimenti integrali, ne è ricca la crusca ma bisogna fare attenzione perché rallentano
l’assorbimento dei sali minerali e delle vitamine.
ü Le Proteine
Rappresentano il substrato fondamentale della materia vivente, per questo motivo il corretto apporto di proteine è
fondamentale durante lo sviluppo del feto. Molto ricchi di proteine sono le carni il pesce, il latte, formaggi e le uova.
ü Il Sale
Durante la gravidanza l’apporto di sale va ridotto quanto più possibile per evitare l’ipertensione arteriosa. Per questo
motivo, oltre a ridurre la quantità di sale come condimento, sarebbe necessario ridurre il consumo dei prodotti
confezionati, come gli insaccati ed i cibi in scatola, perché molto ricchi di sale.
ü L’acqua
Un corretto apporto d’acqua è importante in ogni momento della vita, diventa dunque fondamentale durante la
gravidanza. Bere molto aiuta l’eliminazione delle tossine, protegge i reni dalla calcolosi e stimola la diuresi che,
durante la gravidanza, non dovrebbe scendere sotto i 2 litri al giorno. In particolare le acqua minerali oligominerali
aiutano a riequilibrare l’acidità gastrica e favoriscono la digestione, favoriscono l’azione coleretica (emissione di bile
dalla cistifellea) e lavano le vie urinarie prevenendo le infezioni. Sarebbe buona abitudine bere ¼ di litro la mattina
appena sveglie e la sera prima di dormire. Le acque biocarbonatoalcalinoterrose sono particolarmente indicate
nell’allattamento artificiale perché favoriscono una buona assimilazione del latte.
ü IL PESO IN GRAVIDANZA
Il peso durante questo periodo va tenuto sotto
controllo perché è molto facile ingrassare
rapidamente ma è altrettanto vero che una donna
che prende poco peso ha molte probabilità di
concepire un figlio sotto peso. Un bambino che nasce
con peso inferiore ai 2.5 Kg deve rimanere più a lungo
in ospedale ed è più esposto a problemi di salute.
L’aumento del peso durante la gravidanza è variabile
da donna a donna ma mediamente, il valore ottimale,
si aggira intorno ai 10-12 Kg e, nella gravidanza
gemellare il peso ottimale è di circa 16 -20.5 Kg.
L’aumento del peso è determinato non solo dal peso
del feto, della placenta, del liquido amniotico e
dell’utero, ma anche dalla ritenzione di liquidi e dalla
deposizione di grassi nei tessuti dovuta alla
particolare situazione ormonale della gestante.
Questo è il motivo per cui una donna comincia ad
aumentare peso già durante le prime settimane quando il feto pesa ancora pochi grammi.
Tabella dell'aumento ideale del peso in gravidanza
AUMENTO DI PESO (+KG)
SETTIMANE
MINIMO
14
1,1
15
1,6
16
1,9
17
2,2
18
2,5
19
3
20
3,5
21
3,9
MEDIO
1,5
2
2,3
2,8
3,2
3,7
4,2
4,7
MASSIMO
1,9
2,4
2,8
3,4
3,9
4,5
5
5,6
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
4,2
4,6
4,9
5,3
5,6
6
6,3
6,7
7
7,3
7,5
7,8
8,1
8,4
8,6
9
9,3
9,4
9,5
5,2
5,7
6,1
6,6
7
7,5
7,9
8,3
8,7
9
9,4
9,7
10,1
10,5
10,8
11,2
11,6
11,7
11,8
6,2
6,9
7,4
8
8,5
9
9,5
9,9
10,4
10,8
11,3
11,7
12,1
12,6
13
13,5
14
14,1
14,2
ü I FARMACI IN GRAVIDANZA
Sono molte le preoccupazioni che affliggono una donna durante
il periodo della gravidanza, tra queste la più comune è la paura
nei confronti dell’assunzione di farmaci.
Prima degli anni ’60 non si conosceva praticamente nulla
riguardo i rischi associati ai farmaci, finché si verificò una
crescita vertiginosa di casi di focomelia, una grave
malformazione, fino a quel momento ritenuta rara, che
determina una formazione rudimentale degli arti. Dopo alcune
ricerche si scoprì che la causa era da attribuire al tolidomide, un
farmaco utilizzato come blando sedativo, spesso prescritto alle
donne in gravidanza per l’assenza di tossicità riscontrate e, per
questo, venduto come farmaco da banco senza bisogno di prescrizione medica. Questo fatto, insieme alla scoperta
degli effetti del virus della rosolia (1940) sulle donne in gravidanza, si cominciò a formare una certa sensibilità nei
confronti del problema sia da parte delle industrie farmaceutiche che dell’opinione pubblica. Da allora, cambiò
completamente la modalità di somministrazione dei medicinali in gravidanza e, per la prima volta, si cominciarono a
valutare gli effetti dell’azione dei un farmaco sul feto. Tuttavia, nonostante il crescente interesse sulla questione,
ancora oggi, soprattutto per quanto riguarda i farmaci nuovi sul mercato, le conoscenze in merito sono carenti, se non
addirittura assenti. Attualmente, prima dell’immissione sul mercato di un medicinale, vengono studiati gli effetti che
esso ha sugli animali. La sperimentazione in vivo, per quanto necessaria, non garantisce che il farmaco sia
effettivamente sicuro per l’uomo né tanto meno per il feto. Questo è dovuto al fatto che una sostanza chimica può
non essere tossica per gli animali ma esserlo per l’uomo. Le conoscenze vengono così accumulate a posteriori,
attraverso le segnalazioni dei singoli casi o attraverso studi epidemiologici.
La paura nell’utilizzo dei farmaci in gravidanza è collegata a possibili rischi per la salute e lo sviluppo del feto. Un
medicinale potrebbe infatti indurre malformazioni o difetti congeniti nel nascituro talmente gravi da comprometterne
la vita o, comunque, pregiudicarne l’esistenza.
Tuttavia un eccesso di paura ed una scarsa conoscenza della questione non aiutano soprattutto nel caso in cui la
mamma, soggetta ad una patologia, è costretta a seguire una terapia e ad assumere farmaci. Bisogna considerare che
esistono oltre 5.000 diversi difetti congeniti e, ogni anno, ne vengono scoperti di nuovi. Nel nostro paese si registrano
circa 500.000 nascite e, di queste, un numero compreso tra i 12.000 ed i 15.000 sono affette da malformazioni.
Secondo le stime effettuate, nel 60% dei casi, la causa è sconosciuta, probabilmente collegata a cause di tipo
ambientale i cui effetti sono ancora poco noti, nel 20% dei casi dipendono da meccanismi ereditari multifattoriali e nel
13.5% da anomalie genetiche, di questi, solamente nel 6-7% la causa è direttamente collegabile ad agenti teratogenici
(dal greco “creatori di mostri”), quegli agenti che determinano cioè, uno sviluppo anomalo di alcune regioni del feto
durante la gravidanza, determinando gravi difetti congeniti nel bambino. Tra questi agenti rientrano, oltre ai farmaci,
alcune infezioni contratte dalla madre (come rosolia o toxoplasmosi), o alcune patologie da cui è affetta la madre.
I farmaci possono influire sulla gravidanza e sulla salute del feto in molti modi.
Durante le prime due settimane dal concepimento è possibile che l’esposizione a farmaci teratogeni, determini un
effetto cosiddetto del “tutto o nulla”. L’embrione può morire, o rimanere indenne e continuare il suo sviluppo in
maniera perfettamente normale. Dalla terza fino all’ottava settimana comincia una fase molto delicata perché inizia
l’organogenesi (formazione degli organi) ed è proprio in questo momento che si verifica la massima suscettibilità ai
farmaci teratogeni. In questa fase l’effetto del farmaco sul feto sarà tanto maggiore quanto maggiore è l’esposizione.
Altro periodo in cui prestare particolare attenzione alla somministrazione dei medicinali è verso la fine della
gestazione dove queste sostanze potrebbero pregiudicare i primi momenti della vita extrauterina.
Fatte queste premesse è importante ricordare che, pur essendo doveroso fare attenzione ai farmaci che si assumono
durante la gravidanza, bisogna anche considerare che, soprattutto per una donna affetta da patologie farmacologiche
dannose per il feto ma indispensabili per la madre, la sospensione della terapia potrebbe costituire un danno per
entrambe, madre e bambino e, per questo va proseguita sotto attento controllo medico.
A titolo di esempio si riportano alcuni dei farmaci di largo impiego ritenuti sicuramente teratogeni. Tra questi la
famiglia più importante da menzionare sono i farmaci antiepilettici, come ad esempio l’acido valproico e la
carbamazepina, che hanno un effetto teratogenico ormai accertato. Stesso vale per i retinoidi come l’isotretitonina,
impiegato per la cura di gravi forme di acne e l’acitretina utilizzata per la psoriasi ed altri disturbi dermatologici.
Un’altra categoria di farmaci pericolosi per la gravidanza sono i cosiddetti ACE-inibitori utilizzati per il trattamento
dell’ipertensione.
Sarebbe bene tuttavia che tutte le donne in età fertile fossero informate degli effetti del farmaco somministrato ed
eventualmente assumere un anticoncezionale durante il periodo di somministrazione.
Particolare attenzione va posta anche per i medicinali da banco che, pur non essendo nocivi, ne va limitato l’utilizzo.
Piccoli dolori come mal di testa o mal di denti possono essere trattati con paracetamolo (es Tachipirina) o con aspirina
ed antinfiammatori non steroidei come l’iboprufene. Per quanto riguarda invece le tipiche nausee o problemi di
stomaco si possono utilizzare i tradizionali antiacido come per esempio il Maalox. È comunque sempre una buona
regola informare il farmacista dello stato di gravidanza prima di acquistare un medicinale.
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