MCS – Sensibilità Chimica Multipla Sindrome fisica-organica Sindrome del Golfo Sindrome immuno-tossica infiammatoria, multisistemica, i cui sintomi appaiono e scompaiono con l’allontanamento dalla causa scatenante. I sintomi si verificano in risposta all'esposizione a molti composti chimici, presenti nell'ambiente in concentrazioni anche di molto inferiori a quelle generalmente tollerate. Si perde per sempre la capacità di tollerare gli agenti chimici. MSC - I sintomi sono provocati da numerose sostanze, che non sono chimicamente affini: Pesticidi Disinfettanti Metalli Detersivi Profumi Deodoranti Vernici Solventi Colle Prodotti plastici Farmaci, Anestetici Formaldeide (mobili, tessuti) Derivati petrol-chimici Fumi di stufe, cammini, barbecue Gas di scarichi delle auto Carta stampata, inchiostri Materiali per l’edilizia Preservanti del legno MCS – prevalenza La MCS colpisce tra 1,5 e il 3% della popolazione ed è causa di patologie disabilitanti che interessano vari sistemi ed apparati: • Sistema renale; • Apparati respiratorio, cardiocircolatorio, digerente; • Sistema neurologico; • Sistema muscoloscheletrico e tegumentario; • Sistema endocrino ed immunitario. MCS - evoluzione Stadio 0 – Tolleranza Stadio 1 – Sensibilizzazione Stadio 2 – Infiammazione Stadio 3 – Deterioramento MCS - Stadio 1: Sensibilizzazione Esposizione chimica acuta ad alte dosi o ad una esposizione cronica a basse concentrazioni (inferiore all’1%). I sintomi possono includere: • dolore articolare e muscolare; • cefalea; • stanchezza cronica; • iperemia e secchezza cutanea, prurito; • nausea; • tachicardia; • asma etc. MCS – altri sintomi Irritazioni o infezioni delle vie respiratorie (riniti, tracheiti), congiuntiviti; Sintomi dell’apparato gastro-enterico, meteorismo, alterazione dell’alvo; Alterazioni della capacità intellettiva, diminuzione concentrazione, della memoria e carenza decisionale; della Cambiamenti di umore, nervosismo, eccitabilità, irritabilità, tensione, attacchi di pianto e rabbia, perdita delle motivazioni; Problemi dell’equilibrio, parestesie (braccia/piedi), diminuzione della funzione uditiva e visiva. MCS - Stadio 2: Infiammazione L’esposizione chimica determina una infiammazione cronica dei tessuti: artrite, vasculite, dermatite, rinite, asma non allergico, colite, miosite. La progressione avviene in seguito a nuove esposizioni; il processo può essere invertito con l’evitamento dell’esposizione ai prodotti chimici. MCS - Stadio 3: deterioramento L’infiammazione cronica causata dall’esposizione chimica produce danni del tessuto: lesioni del sistema nervoso centrale; lesioni renali, epatiche, polmonari etc. MCS - Situazione internazionale La MCS è riconosciuta dall’ agenzia americana EPA, (Environmental Protection Agency), dalle leggi per la disabilità (ADA - American Disability Act) e dal Dipartimento dello Sviluppo Urbano e dell’Abitazione. Un recente studio dell’Accademia Nazionale delle Scienze Americana ha stimato in 37 milioni gli statunitensi malati di MCS. In Germania la MCS è inclusa nella classificazione internazionale delle malattie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) sotto il codice T 78.4, “Allergia non specificata”. Sindrome da Fatica Cronica - CFS È definita dalla presenza delle seguenti condizioni: fatica cronica persistente per almeno 6 mesi non alleviata da riposo; fatica che si esacerba con piccoli sforzi, con riduzione dei livelli di attività occupazionali, sociali o personali. Inoltre devono essere presenti quattro o più dei seguenti sintomi, sempre per almeno 6 mesi: Disturbi della memoria e della concentrazione; Faringite; Polialtralgia; Disturbi del sonno (non ristoratore); Dolore linfoghiandolare cervicale e ascellare; Cefalea; Febbri intermittenti; Debolezza post esercizio fisico. CFS – sinonimi Neuromiastenia epidemica, Encefalomielite mialgica, Sindrome da fatica postvirale, Fatica cronica, Sindrome da disfunsione del sistema immunitario. CFS – prevalenza Si presenta più frequentemente in giovani e donne intorno a 35-40 anni; assente negli anziani tra i 65-70 anni; rari casi in età pediatrica. Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) di Atlanta - USA ha calcolato una prevalenza negli Stati Uniti di 4 - 10 casi per 100.000 adulti, dai 18 anni in su (1988). Patologia debilitante perdura in molti pazienti per diversi anni, mentre in altri, spontaneamente o con l'intervento farmacologico, tende a migliorare nel tempo. CFS – ipotesi patogenetiche Si ritiene che alla base vi possa essere una risposta anomala del sistema immunitario ad una infezione o ad una intossicazione chimica o alimentare. Alcuni ricercatori sospettano che sia causata da un virus, tuttavia, nessuna causa virale è stata identificata, si ipotizza il coinvolgimento del sistema neuroendocrino (asse ipotalamo-ipofisario-surrenalinico). Le allergie sono presenti in molti pazienti con CFS e in tali pazienti si è notata una aumentata sensibilità ad alcuni metalli come al mercurio e al nichel. Nelle pazienti con CFS allergie al nickel possono essere presenti nel 50% dei casi. Diagnosi differenziale Ipotiroidismo Apnea notturna Narcolessia Epatite B o C non risolte Abuso di alcol o di altre sostanze Obesità severa Lupus sistemico eritematoso Fibromialgia Disturbi depressivi Anoressia nervosa Bulimia nervosa Schizofrenia Disordini bipolari Demenza Malattia di Lyme Sclerosi multipla Cancro Insieme di suoni di intensità e frequenza diverse e percepite come sensazione sgradevole, fastidiosa od intollerabile LIVELLI DI PRESSIONE SONORA ESPRESSI IN dB NELLA VITA QUOTIDIANA dB 140 Aereo 110-120 Martello pneumatici 100-110 Tromba di automobile 70-80 Traffico stradale medio 60-70 Conversazione 50-60 Ufficio 30-40 Biblioteca pubblica 10-20 Sala di registrazione CAMPO DELL’UDIBILITÀ soglia del dolore 130 LIVELLO SONORO (dB) 120 110 100 campo udibile 90 musica 80 70 60 voce umana (conversazione) 50 40 30 soglia di udibilità 20 10 0 20 50 100 200 500 1000 2000 5000 10000 20000 FREQUENZA (Hz) EFFETTI DEL RUMORE SULL’ORGANISMO EFFETTI UDITIVI EFFETTI EXTRAUDITIVI ORECCHIO e VIE ACUSTICHE alla corteccia (del giro temporale superore) alla corteccia (del giro temporale superore) talamo collicolo superiore corpo genicolato mediale Coclea collicolo inferiore sistema reticolare Organo del Corti n. cocleari dorsale e ventrale midollo allungato ganaglio spirale dalla coclea Orecchio interno oliva superiore EFFETTI UDITIVI DEL RUMORE Gli effetti che il rumore può provocare sull’apparato uditivo dipendono da: intensità che determinano l’energia sonora assorbita dall’orecchio durata Esposizione prolungata > 80 dB per 8 ore/die per molti anni ipoacusia da trauma acustico cronico (ipoacusia da rumore classica) Esposizione a rumori particolarmente intensi e di breve durata (scoppio) ipoacusia da trauma acustico acuto Sofferenza progressiva dell’Organo del Corti SPOSTAMENTO TEMPORANEO DI SOGLIA L’esposizione di un soggetto normoudente ad un rumore di una certa intensità provoca l’innalzamento temporaneo della soglia uditiva (STS). dB 0 10 udito normale STS = 20 dB 20 30 40 250 500 1000 2000 4000 6000 8000 L’esposizione ad un rumore superiore a 70 dB determina fenomeni di esaurimento funzionale a carico delle cellule ciliate dell’Organo del Corti, con conseguente deterioramento transitorio della funzione uditiva. L’STS è espresso in dB, come differenza tra soglia uditiva dopo l’esposizione e quella in condizioni di riposo acustico. IPOACUSIA DA RUMORE deficit di tipo percettivo massimo per le frequenze 3-4-6 Hz; bilaterale e quasi sempre simmetrico; irreversibile; nella maggioranza dei casi non evolutivo una volta cessata l’esposizione al rumore; “recruitment” quasi sempre presente negli stadi iniziali, assente nelle forme di vecchia data dove al danno cocleare si aggiunge quello retrococleare IPOACUSIA DA RUMORE fattori favorenti - Età Danni dell’orecchio medio Paralisi del muscolo stapedio Esposizione a vibrazioni Esposizione a sostanze ototossiche: A. Farmaci (antibiotici: streptomicina, kanamicina, neomicina, gentamicina; antimalarici: chinino; salicilati; diuretici: furosemide…) B. Sostanze presenti in ambiente di lavoro (alchilmercurio, triossido arsenico, arsina, benzene, CO2 , CO, solfuro di carbonio, cianuri, dinitrobenzene, piombo, bromuro di metile, tricloroetilene, fosforo, tetracloruro di carbonio, benzina dB - 10 EVOLUZIONE DEL DEFICIT UDITIVO DA RUMORE 0 1a curva audiometrica normale 10 2a 20 3a 30 4a 40 50 5a ESPOSIZIONE 1-2 anni 60 70 0,125 o . 5-9 anni 1515-19 anni 2525-29 anni 3535-39 anni 0,25 0,50 2a-5acurva sordità progressiva, mai anacusia 1 2 3 4 6 8 KHz IPOACUSIA DA RUMORE Sintomi e caratteristiche audiologiche Vengono distinti 4 stadi di progressione del danno: - - prima fase: nei primi 10-20 gg di esposizione acufeni,lieve cefalea ed intontimento a fine turno, esame audiometrico neg; seconda fase: assenza di sintomi soggettivi a parte qualche acufene, fase di durata variabile da pochi mesi a molti anni in funzione dell’energia sonora assorbita dall’orecchio e della sensibilità individuale. Solo l’esame audiometrico mostra un innalzamento di soglia zonale di 30-40 dB sui 4000 Hz; terza fase: il soggetto riferisce di non sentire più il ticchettio dell’orologio e di dover aumentare il volume di radio o TV; il deficit audiometrico raggiunge 45-60 dB sui 4000 Hz; quarta fase: il soggetto prova difficoltà ad udire la voce dei familiari e dei colleghi di lavoro e chiede loro di aumentare il tono della voce; avverte i suoni come distorti o fastidiosi a causa del fenomeno del recruitment = il suono della conversazione è udito ma il significato delle parole non è compreso come ascoltare una radio mal sintonizzata, ciò dovuto alla sofferenza delle cellule ciliate esterne Leq dB(A) Anni di esposizione 10 20 30 40 rischio da rumore, % 3 0 6 0 8 0 10 2 % totale, compresa la presbiacusia 6 3 13 6 22 11 43 17 10 16 1 6 18 11 21 30 80 Percentuale di rischio totale, compresa la presbiacusia e percentuali di rischio da rumore rischio da rumore, % 85 % totale, compresa la presbiacusia 13 4 23 9 32 54 22 45 rischio da rumore, % 17 6 28 18 31 29 19 39 20 11 35 24 45 62 30 54 29 29 42 43 44 41 44 61 32 32 49 48 58 74 55 76 90 % totale, compresa la presbiacusia rischio da rumore, % 100 % totale, compresa la presbiacusia EFFETTI EXTRAUDITIVI DEL RUMORE Sono gli effetti del rumore sugli organi ed apparati controllati dal SNA e sono di due tipi: 1.risposta di allarme è una risposta neurovegetativa rapida ad uno stimolo sonoro intenso e di breve durata. La durata e l’intensità non dipendono dal livello sonoro né dal tempo di persistenza dello stimolo. Si manifesta con periferica . . frequenza cardiaca e respiratoria pressione arteriosa, vasocostr. vasodilatazione circolo cerebrale secrezione e motilità gastrica sudorazione, dilatazione pupillare escrezione adrenalina e noradrenalina 2.risposta neurovegetativa è una risposta lenta e può seguire alla risposta di allarme, determinata da stimoli intensi e prolungati nel tempo. La sua entità è in funzione del livello sonoro dello stimolo e dura quanto lo stimolo. Si manifesta a carico dell’apparato cardiocircolatorio - per esposizioni a livelli superiori a 70 dB: vasocostrizione periferica proporzionale all’intensità dello stimolo sonoro - per esposizioni a livelli superiori ad 85 dB: aumento della pressione sistolica e diastolica; a carico dell’apparato gastroenterico - per esposizione a rumori di intensità di 95 dB: aumento della motilità e della secrezione gastrica; a carico del sistema nervoso: insonnia, astenia generalizzata, cefalea, facile irritabilità, angoscia, ansia, depressione, aumento aggressività. EFFETTI DEL RUMORE