6 S in alute IL MERCATO IN CIFRE ● Le farmacie contribuiscono al mercato degli integratori per 880 milioni di euro l’anno e la grande distribuzione per 70 milioni; aggiungendo le vendite delle erboristerie si arriva alla bella cifra di 1500 milioni di euro. Le aziende produttrici, nel nostro Paese, sono circa 650 e sfornano un totale di 2700 marche. Il trend annuale di crescita del mercato si attesta intorno a +2,6: in pratica, ogni anno il fatturato del settore cresce di quasi 40 milioni di euro. Quando sono in ballo interessi così imponenti è inevitabile che la qualità dell’offerta non sia omogenea: attenzione, quindi, a quello che comperiamo. P untualmente, come accade ogni anno nell’imminenza dell’estate, siamo sommersi dalla pubblicità di prodotti che dovrebbero snellirci, rassodarci, tonificarci, lisciare la nostra pelle, combattere la cellulite, mantenerci giovani, regalarci una condizione di benessere e una forma fisica ottimale. In molti casi si tratta di preparati per uso esterno, ma sempre più spesso, negli ultimi anni, vengono proposti supplementi dietetici da assumere per bocca: i cosiddetti integratori alimentari. Si tratta di vitamine, minerali e altri fattori nutritivi, che in massima parte sono contenuti nei cibi e che di conseguenza potrebbero essere assunti normalmente con una corretta alimentazione. Il loro uso dovrebbe quindi essere limitato ai casi in cui esiste un effettivo bisogno di supplementazione, dovuto a carenze dietetiche o a difetti di assorbimento di determinate sostanze. D’altro canto, bisogna tener presente che l’assunzione indiscriminata di integratori può comportare anche dei rischi per la salute: per molte vitamine, ad esempio, è ampiamente dimostrato che non solo la carenza, ma anche l’eccessiva presenza nell’organismo produce effetti negativi, in certi casi addirittura tossici, così come l’eccessiva assunzione di un determinato minerale impedisce all’organismo di assimilarne un altro, che quindi risulta a sua volta carente. Ad alcuni di questi prodotti (soprattutto principi attivi vegetali), viene inoltre indirettamente attribuito un potere preventivo o terapeutico. Ciò richiederebbe però che le sostanze attive fossero contenute nel prodotto in quantità sufficiente a questo scopo, ma in tal caso sarebbero veri e propri farmaci, soggetti ad autorizzazione da parte del Ministero della Sanità. Il fatto che possano invece essere venduti liberamente, senza alcun controllo sanitario, la dice lunga sulla loro presunta efficacia per i disturbi che, in teoria, dovrebbero curare. Bisogna dunque stare alla larga da questi prodotti, considerandoli potenzialmente dannosi per la nostra salute? Non necessariamente. È però indispensabile avere le idee chiare, soprattutto per non commettere errori: ad esempio, bisogna sapere che va evitata l’assunzione di integratori Nel labirinto delle sostanze miracolose Siamo ormai abituati a vedere nelle farmacie e nei supermercati un reparto dedicato alla vendita di prodotti che si dichiarano efficaci per conquistare il benessere fisico e psichico e per combattere un’infinità di fastidi o di veri disturbi: non si tratta però di farmaci, ma di integratori dietetici, buona parte dei quali sono propagandati come toccasana per recuperare la linea. Un mercato in rapidissima espansione, una pubblicità martellante, ma… sono prodotti davvero utili, e fino a che punto? Sono privi di rischi per la salute? INTEGRATORI ALIMENTARI a base di principi attivi vegetali quando si prendono farmaci come l’aspirina, gli anticoagulanti, i lassativi, i prodotti contro raffreddore e tosse, gli antiacidi. Distinguere la verità scientifica dalla promozione commerciale non è comunque facile per il consumatore: proviamo allora a fare un po’ di chiarezza sulle sostanze maggiormente diffuse e propagandate. Il germe di grano contiene minerali (calcio, magnesio, manganese, rame, fosforo, ferro, zinco), vitamine del gruppo B e vitamina E. Può essere utile in caso di affaticamento fisico e durante la gravidanza. Il lievito di birra contiene vitamine del gruppo B, minerali (fra cui il cromo), DNA e RNA, enzimi. Nei giovani favorisce la crescita, negli adulti rallenta i processi di invecchiamento; inoltre ha un effetto positivo sul metabolismo degli zuccheri. È da evitare in caso di disturbi intestinali. La pappa reale, prodotta dalle ghiandole salivari delle api operaie, contiene proteine, aminoacidi, lipidi, vitamine del gruppo B (soprattutto acido pantotenico), acetilcolina, sali minerali. Stimola il metabolismo cellulare, quindi può risultare utile nei periodi di convalescenza, per chi pratica sport, in caso di affaticamento psico-fisico o di inappetenza; inoltre ha un certo effetto antibiotico, per cui aiuta l’organismo a contrastare le infezioni. Attenzione però ad eventuali allergie, perché in tal caso può provocare addirittura uno shock anafilattico. Gli acidi grassi omega-3 contengono lipoproteine HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”) e per questo motivo sono considerati fattori di protezione contro patologie coronariche, ictus, arteriosclerosi. L’iperdosaggio può però provocare sanguinamenti, anemia, eccessivo aumento del colesterolo totale. I bioflavonoidi appartengono alla categoria dei cosiddetti antiossidanti, insieme a molte altre sostanze presenti negli integratori alimentari. Dovrebbero neutralizzare l’effetto negativo dei radicali liberi, contrastando quindi i processi di invecchiamento a tutti i livelli e difendendo da molte malattie; tuttavia l’azione antiossidante è scientificamente dimostrata solo per le sostanze assunte con un’alimentazione equilibrata e non per quelle prodotte industrialmente. Il ginseng è ricco di minerali (ferro, fosforo, cobalto, magnesio) e di vitamine, quindi esercita un effetto energizzante e rivitalizzante; può però provocare effetti collaterali come insonnia, nervosismo, diarrea, e può interagire con i farmaci anticoagulanti e antiipertensivi. Un discorso a parte meritano le sostanze di cui viene pubblicizzata l’azione dimagrante. Il fucus vesciculosus accelera il metabolismo per il suo contenuto di iodio, ma è controindicato durante la gravidanza e l’allattamento, nei soggetti cardiopatici e negli ipertesi. La garcinia cambogia contiene un acido che inibisce l’azione degli enzimi deputati all’accumulo dei grassi, ma non si conoscono i suoi effetti complessivi sul bilancio energetico. L’ananas (solo il gambo, non il frutto) contiene bromelina, un enzima che favorisce il riassorbimento degli edemi: per questo motivo può migliorare l’aspetto dei tessuti intaccati dalla cellulite, ma è controindicato in caso di QUANDO I CIBI DIVENTANO POVERI I trattamenti chimici e fisici usati nell’industria alimentare (sbiancatura, sterilizzazione, disidratazione, ecc.) sottraggono ai cibi una buona parte dei nutrienti: in certi casi fino all’80% delle vitamine. Ma anche la preparazione domestica è spesso responsabile dell’impoverimento degli alimenti: lavaggio prolungato, cottura in acqua e permanenza nello scal- gastrite o ulcera gastrica e nei soggetti in terapia anticoagulante. Il glucomannano contiene fibre che assorbono una grande quantità di acqua e quindi, rigonfiandosi nello stomaco, danno una sensazione di sazietà; con lo stesso meccanismo accelera il transito intestinale degli alimenti e di conseguenza, se usato impropriamente, può ridurre l’assorbimento sia di minerali e di vitamine necessari all’organismo sia di farmaci che il soggetto assume per curare una patologia (ad esempio, il diabete). Anche la senna esercita un effetto lassativo che riduce l’assorbimento a livello intestinale. Ma, indipendentemente dal loro meccanismo d’azione, nessuna di queste sostanze è in grado di esercitare un effetto dimagrante se la sua assunzione non è accompagnata da una dieta ipocalorica e da un consistente esercizio fisico. Allora perché il consumo di questi prodotti si è diffuso tanto da dar vita a un mercato di proporzioni enormi, che oltretutto è in continua espansione? Il motivo più probabile è che, a fronte delle cifre enormi investite in pubblicità dalle aziende produttrici, non esiste ancora una legislazione specifica per il settore dell’integrazione alimentare, anche se è in vigore dal 1992 un decreto legislativo che prescrive di notificare al Ministero della Sanità la composizione di un prodotto prima di commercializzarlo. La tutela dei consumatori è quindi, per adesso, soltanto parziale. In attesa di un più preciso inquadramento legislativo sta perciò soprattutto all’accortezza e al buon senso dei potenziali acquirenti evitare che il business degli integratori dietetici si trasformi nel festival delle promesse non mantenute. Ada Moretti davivande fanno perdere vitamine e sali minerali alle verdure e alla carne; il frullatore impoverisce di vitamine la verdura e la frutta; lo stesso effetto consegue alla congelazione, se non viene effettuata subito dopo la raccolta. Consumare frutta e verdura di stagione e alimenti freschi, cotti alla griglia o a vapore oppure crudi, è il modo migliore per fornire al nostro organismo tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno.