RIVERRUN 11 Collana di letteratura e cultura inglese diretta da Francesco Marroni Direttore Francesco MARRONI Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara Comitato scientifico Benedetta BINI Università della Tuscia, Viterbo Mariaconcetta COSTANTINI Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara Andrew HISCOCK Bangor University Mihaela IRIMIA University of Bucharest Sandro JUNG Ghent University Gloria LAURI-LUCENTE University of Malta Jude V. NIXON Salem State University Francesca ORESTANO Università Statale di Milano Biancamaria RIZZARDI Università di Pisa Philip TEW Brunel University, London Comitato di redazione Renzo D’AGNILLO Anna Enrichetta SOCCIO (coordinatore) Francesca D’ALFONSO RIVERRUN Collana di letteratura e cultura inglese La collana intende promuovere lo studio della letteratura e della cultura inglese, rivolgendo un’attenzione particolare alle letterature e alle culture anglofone nella loro dimensione innovativa, intese cioè come produzione di testi che parlano di altri mondi, di altre sensibilità artistiche, di altre modalità espressive e conoscitive. Da questo punto di vista, rimane la centralità della lingua e della letteratura inglese tout court che si pongono quali termini imprescindibili di un confronto con la tradizione. Mentre la lingua inglese allarga sempre più lo spazio della sua funzionalità nella comunicazione e impone la sua egemonia linguistico-culturale, nel panorama globalizzato del terzo millennio nulla è immobile in un processo in cui non è sempre facile distinguere chi influenza da chi è influenzato – anche in termini culturologici. Di qui il ruolo assunto dal concetto di attraversamento che implica anche fluidità e permeabilità degli spazi culturali. Un riverrun che si sostituisce alla dialettica centro/periferia o, se si vuole, alla coppia oppositiva continuità/discontinuità, configurando in tal modo un territorio nuovo per gli studi di anglistica, anche sul piano della ricerca comparativa e interculturale. Criteri di valutazione e metodo di referaggio. I criteri di valutazione delle proposte adottati dalla collana si basano sulla revisione anonima di pari (blind peer review) secondo una linea editoriale che s’impegna ad affidare il lavoro di referaggio, di volta in volta, a due studiosi indipendenti – italiani e non – che, per il ruolo svolto nella comunità scientifica ed accademica internazionale, sono in grado di garantire la qualità delle pubblicazioni. Carlotta Farese Elizabeth Inchbald: scandalo e convenzione Romanzo e teatro nell’Inghilterra della Reggenza Copyright © MMXII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978–88–548–5574–8 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: novembre 2012 To Jane Moody For your elegy I should have been able to manage something more like you W.H. AUDEN, The Cave of Making Ringraziamenti La pubblicazione di questo volume non sarebbe stata possibile senza il contributo fondamentale di alcune persone cui va la mia più sentita gratitudine. Ringrazio di cuore Lilla Maria Crisafulli che per prima mi ha incoraggiata a studiare l’opera di Elizabeth Inchbald e ha guidato con competenza e generosità il mio lavoro su questo e altri argomenti; Beatrice Battaglia per aver accettato di scrivere la prefazione a questo volume e per gli infiniti stimoli che traggo da anni dalle nostre conversazioni austeniane; Cecilia Pietropoli per gli innumerevoli suggerimenti che hanno contribuito a migliorare il manoscritto; Francesco Marroni per i suoi preziosi consigli e per aver generosamente accolto il libro nella collana da lui diretta. Ringrazio anche Fabio Liberto per l’assistenza informatica e la solidarietà; e Serena Baiesi per tutto l’aiuto, per l’amichevole, costante presenza e molto altro. Un ringraziamento speciale va poi alla mia famiglia: ai miei genitori che mi sostengono da sempre con il loro amore, e a Vito e Gaia, inestimabili nonni-babysitter, che facilitano in mille modi la nostra vita quotidiana. Ma soprattutto ringrazio Angelo, il mio bashert, lettore e redattore straordinario, a cui devo molto più di quanto so dire. Bologna, ottobre 2012 Indice 11 Prefazione di Beatrice Battaglia 15 Elizabeth Inchbald. Cronologia della vita e delle opere 23 Capitolo 1 «At once domestic, theatrical, and literary». Elizabeth Inchbald fra scandalo e convenzione 45 Capitolo 2 Una giacobina riluttante. Il radicalismo di Elizabeth Inchbald nel dramma e nel romanzo 75 Capitolo 3 «It is so useful to have any thing of a model!». A Simple Story, Lovers’ Vows e i theatricals di Mansfield Park 109 Bibliografia 9 Prefazione Se non fosse per Jane Austen che con Mansfield Park evitò all’autrice di Lovers’ Vows di cadere nel dimenticatoio, come la maggior parte delle commediografe settecentesche, Elizabeth Inchbald sarebbe probabilmente sconosciuta in Italia e non solo. Eppure Elizabeth Inchbald fu stella di prima grandezza nell’ambiente teatrale tardo georgiano e della Reggenza: donna affascinante, apprezzata attrice, drammaturga, romanziera, critico. Ora, nel clima di generale riscoperta della commedia femminile del Settecento, il volume di Carlotta Farese accende i riflettori su questa figura complessa e indubbiamente scomoda e lo fa puntando la luce su una delle sue commedie al tempo più controverse e “scandalose”, eppure una delle più popolari. Come ben mostra Mansfield Park che della commedia è lo specchio e della sua audience, Lovers’ Vows, come tutte le grandi commedie, mette in scena e gioca con un sogno utopico — «those golden times which the poets picture» — collocando il suo messaggio di libertà e fratellanza nel tessuto nevralgico di quel grande, progressivo processo di superamento del sentiment e moral sense illuministici (messo così bene in evidenza da Jerome McGann in The Poetics of Sensibility) che accompagna l’affermarsi della ideologia liberale della ruling class a cavallo del secolo. Molti sono i saggi e gli articoli sul rapporto tra Lovers’ Vows e Mansfield Park, tutti caratterizzati da un’ottica funzionale all’interpretazione del grande romanzo austeniano, assunto a focus del discorso critico, con l’effetto (come direbbe Northrop Frye) di travisare storicamente la visione sia dell’uno che dell’altro. L’apporto di Carlotta Farese alla non semplice impresa di ricostruire il clima socio–intellettuale di quel tratto 11 12 Elizabeth Inchbald: scandalo e convenzione di storia inglese che costituisce il complesso sfondo di Mansfield Park trae invece maggiore autenticità ed autorevolezza dal fatto di collocare il fuoco su Lovers’ Vows, le origini tedesche dal dramma sentimentale di Kotzebue (1780), gli adattamenti per il gusto inglese, l’impatto sul pubblico in quei famigerati/ anni Novanta — tutti elementi questi indispensabili per rispondere alla fondamentale domanda: perché Jane Austen abbia scelto per quello che sarà il suo capolavoro, il suo Hamlet, proprio questo play della Inchbald? Ed è proprio questo studio, approfondito e autonomo, di Lovers’ Vows e del suo background che ci consente di accorgerci di come Mansfield Park non sia la sottile riscrittura parodico– ironica di un conduct–book antigiacobino più di quanto non lo sia di un dramma giacobino: è evidente infatti che, se l’incarico di raccontare è affidato a una narratrice evangelica come quella di Coelebs in Search of a Wife o di Advantages of Education, la messa in scena e la regia sono opera di una drammaturga come l’autrice di Lovers’ Vows; ed è naturale quindi, e significativo, che, se delle due eroine di Mansfield Park alla “antigiacobina” Fanny Price va, con il lieto fine, il premio della narratrice, a quella “giacobina”, Mary Crawford, vada il frutto dell’attività della regista, ossia la partecipazione emotiva e la preferenza del pubblico e della critica. Mostrando Mary Crawford come versione austeniana dell’impudente Amelia di Lovers’ Vows, della trasgressiva Miss Milner di A Simple Story, e tracciando il legame delle eroine della Inchbald con la witty comedy settecentesca della Centlivre e della Cowley, questo studio della Farese arreca un importante contributo alla storia della drammaturgia femminile, ma anche alla storia del romanzo proprio tramite il suo apporto, sul piano degli studi culturali, alla critica austeniana. Poiché infatti è un dato acquisito che Mary Crawford sia, con Elizabeth Bennet, la più autobiografica delle eroine austeniane, così come acquisita (dopo gli studi di Nokes e di Byrne) la passione dell’autrice per il teatro, confermata dal precoce Sir Charles Grandison con le Prefazione 13 sue eroine già dotate di trasgressiva vivacità inchbaldiana; ugualmente indiscutibile l’attrazione per Lovers’ Vows (una commedia giacobina!), tanto da volerla mettere in scena e non semplicemente nello studio di Sir Thomas a Mansfield Park, ma, nella sua attività di autrice, nella costruzione della struttura del romanzo, come ben mostra Farese nel terzo capitolo; sono tutti elementi che, portando a un approfondimento della war of ideas negli anni Novanta (certo troppo dogmaticamente raccontata da Marilyn Butler), recano acqua al mulino di quanti, come Peter Knox–Shaw nel suo applaudito Jane Austen and the Enlightenment, ne invocano una revisione che metta in luce la diffusione dell’influenza radicale nella generazione e nell’ambiente socio–intellettuale dei giovani Austen. Tra i motivi per cui Mansfield Park è apparso a molti una dark comedy c’è certamente un pervasivo senso di forzata rinuncia, e in primis a quella vocazione per il teatro che, in altre circostanze sociali la Austen avrebbe potuto seguire; e anche in questo senso Lovers’ Vows rappresenta il suo sogno utopico e il suo omaggio, come autrice, a Elizabeth Inchbald. Se, per esprimere la sua simpatia per un’autrice giacobina, Radical Austen (come titolava il TLS, 3 March 2005) deve inventare la parodia ironica dietro cui nascondersi, Elizabeth Inchbald deve mediare per tutta la sua carriera per potersi esprimere: e anche da questo punto di vista Carlotta Farese, confrontando le difficoltà e le strategie espressive dell’autrice di The Massacre con quelle di altre contemporanee come Helen Maria Williams e analizzando le ragioni del successo — più duraturo rispetto a quello della produzione teatrale — dei romanzi, arreca un contributo importante agli studi di genere e alla storia della letteratura femminile. Infatti studi come questo che si propongono di rimettere nella debita luce scrittrici ancora avvolte nella semioscurità della censura ottocentesca, contribuendo così a quel work in progress che è la ricostruzione della reale presenza femminile, non possono non portare a una da più parti auspicata 14 Elizabeth Inchbald: scandalo e convenzione rimodulazione del canone, e non solo relativamente alle figure letterarie ma anche ai generi e alle poetiche. Con Elizabeth Inchbald, artista professionista indipendente e radicale, Carlotta Farese aggiunge un’altra figura al panorama letterario e teatrale dell’età romantica; e un’austeniana come chi scrive, che da sempre sostiene che l’arte parodico–ironica della grande romanziera diventa leggibile solo con il crescere della visibilità del background parodiato, non può che esprimere il proprio apprezzamento e dare un convinto benvenuto a uno studio proficuamente impegnato nell’indispensabile opera di reassessment di un periodo storico troppo a lungo noto più che altro attraverso i setting fiabeschi di Barbara Cartland. BEATRICE BATTAGLIA Elizabeth Inchbald Cronologia della vita e delle opere 1753 Elizabeth Simpson nasce a Standingfield, nel Suffolk. È l’ottava dei nove figli di John e Mary Simpson, coltivatori cattolici. 1761 Morte del padre. La madre Mary gestisce da sola l’azienda agricola di famiglia. 1770 Il fratello George diventa attore nella compagnia di Norwich. Elizabeth, bella ma affetta da balbuzie, chiede di entrare nella compagnia teatrale di Richard Griffith, ma senza risultati. 1771 Primo viaggio a Londra. 1772 Ad aprile abbandona segretamente la casa materna per andare a Londra e cercare un impiego come attrice. Il 9 giugno sposa Joseph Inchbald, attore di 36 anni, e il 4 settembre fa il proprio debutto teatrale come Cordelia nel Re Lear. A ottobre gli Inchbald entrano a far parte della compagnia di West Digges in Scozia. 1774 Elizabeth inizia lo studio del francese come parte di un generale programma di autoapprendimento fatto di ampie e svariate letture che proseguiranno negli anni. 15 16 Elizabeth Inchbald: scandalo e convenzione 1776 Joseph Inchbald, in seguito a una disputa con il pubblico durante uno spettacolo, lascia la compagnia di Digges. Gli Inchbald si trasferiscono a Parigi dove Joseph studia pittura e Elizabeth continua a studiare il francese. La coppia ritorna in Inghilterra in gravi difficoltà economiche. In ottobre entrano a far parte della compagnia teatrale di Joseph Younger a Liverpool. Qui Elizabeth conosce Sarah Siddons con la quale stringerà un’amicizia destinata a durare per tutta la vita. 1777 Elizabeth conosce il fratello di Sarah Siddons, John Philip Kemble, cui s’ispirerà per il personaggio di Dorriforth, protagonista maschile del suo primo romanzo, A Simple Story. Comincia una prima stesura di A Simple Story. Gli Inchbald sono a Canterbury. Qui Elizabeth recita insieme a Thomas Holcroft che diventerà suo amico e interlocutore politicoletterario. In ottobre gli Inchbald entrano a far parte della compagnia teatrale di Tate Wilkinson. 1779 Il 6 giugno 1779 Joseph Inchbald muore improvvisamente all’età di 44 anni. L’editore Stockdale rifiuta il manoscritto della prima stesura di A Simple Story. Elizabeth comincia a dedicarsi alla scrittura di opere teatrali. 1780 Viene ingaggiata da Thomas Harris come attrice della compagnia teatrale di Covent Garden. Elizabeth fa la sua prima apparizione sul palcoscenico londinese nel ruolo di Bellario nel Philaster di Fletcher. Nel frattempo Cronologia 17 continua a lavorare freneticamente ad alcune farse, ma nessuna di esse è ritenuta adatta alla scena. 1782 Elizabeth entra a far parte della compagnia teatrale estiva dell’Haymarket Theatre diretta da George Colman. 1784 Il 16 luglio, la farsa A Mogul Tale (poi pubblicata nel 1786) viene messa in scena all’Haymarket ottenendo un enorme successo. La sera della prima Elizabeth stessa interpreta la parte di Selina. 1785 In aprile, la prima commedia di Inchbald, I’ll Tell You What (pubblicata nel 1786) debutta con successo all’Haymarket. La commedia Appearance is Against Them, viene presentata con esito altrettanto positivo al Covent Garden e pubblicata. 1786 La sua farsa The Widow’s Vow, adattata da L’Heureuse erreur di Joseph Patrat viene messa in scena all’Haymarket e successivamente pubblicata. 1787 Il play in cinque atti Such Things Are (pubblicato nel 1788) viene rappresentato al Covent Garden ottenendo un successo senza precedenti. Nello stesso anno vengono rappresentati The Midnight Hour, adattato dal francese Guerre ouverte di Dumaniant (e immediatamente pubblicato), e la commedia All on a Summer’s Day (mai pubblicato dall’autrice). 18 Elizabeth Inchbald: scandalo e convenzione 1788 In aprile, la farsa Animal Magnetism, sempre adattata da un’opera di Dumaniant, Le Médecin malgré tout le monde, viene messa in scena con grande successo al Covent Garden (sarà pubblicata nel 1789). Il play in due atti The Child of Nature, rielaborato dall’opera francese Zélie, ou l’Ingénue di Madame de Genlis viene presentato nello stesso anno al Covent Garden e pubblicato immediatamente. 1789 The Married Man, commedia in tre atti adattata da Le Philosophe marié di Destouches viene presentata all’Haymarket (pubblicata nel 1789). Elizabeth Inchbald si ritira dalle scene. 1791 L’editore Robinson pubblica il romanzo A Simple Story. Inchbald riceve per l’opera duecento sterline. In maggio, la farsa in due atti Hue and Cry, adattata dall’opera di Dumaniant La Nuit aux aventures, viene messa in scena al teatro Drury Lane di Londra. In luglio, la commedia in tre atti Next Door Neighbours, parzialmente ispirata all’opera L’Indigent di Louis-Sébastien Mercier, viene presentata all’Haymarket e pubblicata. 1792 La farsa in due atti Young Men and Old Women, ricavata dall’opera Le Méchant di Jean– Baptiste–Louis Gresset, viene messa in scena all’Haymarket. Inizia l’amicizia e la corrispondenza con lo scrittore e filosofo William Godwin. Scrive la sua unica tragedia The Massacre, mai rappresentata e pubblicata Cronologia 19 solo da James Boaden nel 1833 nei sui Memoirs of Mrs. Inchbald. 1793 La commedia in cinque atti Everyone Has His Fault viene prodotta al Covent Garden con immenso successo e subito pubblicata. L’opera viene però attaccata dalla stampa conservatrice. La rivista The True Britons accusa Inchbald di propagare idee sediziose. In questo stesso anno, sia Godwin sia Holcroft fanno a Elizabeth una proposta di matrimonio, che ella rifiuta in entrambi i casi. 1794 Elizabeth completa la prima versione del suo secondo romanzo, Nature and Art (titoli provvisori dell’opera: A Satire Upon the Times e The Prejudice of Education), e dà il manoscritto in lettura a Godwin, Holcroft, e George Hardinge. La commedia in due atti The Wedding Day (pubblicata nel 1794) debutta al Drury Lane e viene successivamente pubblicata. Muore la sorella Debby, che Elizabeth aveva a lungo sostenuto moralmente ed economicamente. Holcroft, accusato di alto tradimento, viene arrestato. Passerà otto settimane nel carcere di Newgate prima di essere rilasciato senza essere stato neanche processato. 1796 Pubblica Nature and Art. Riceve per l’opera centocinquanta sterline. 1797 La commedia in cinque atti Wives as they Were, and Maids as They Are viene messa in scena con successo al Covent Garden e pubblicata. A 20 Elizabeth Inchbald: scandalo e convenzione marzo William Godwin sposa Mary Wollstonecraft. Il matrimonio causerà una temporanea rottura nel rapporto con Inchbald. Nel settembre dello stesso anno Mary Wollstonecraft morirà dando alla luce la piccola Mary. 1798 Lovers’ Vows, play adattato dall’originale tedesco Das Kind der Liebe del drammaturgo August von Kotzebue, viene messo in scena al teatro Covent Garden e pubblicato ottenendo uno straordinario successo. È in assoluto la sua opera più rappresentata e più venduta. 1799 The Wise Men of the East, adattato dall’opera di Kotzebue Das Schreibepult, viene rappresentato al Covent Garden ottenendo un buon successo di pubblico, ed è dato alle stampe. 1803 Inchbald si trasferisce dalla propria residenza di Leicester Square ad Annandale House, comunità di donne cattoliche di Turnham Green. A dicembre si trasferisce sullo Strand e poi a Kensington, dove rimarrà fino alla fine della sua vita. 1805 La commedia in cinque atti To Marry or Not to Marry apre trionfalmente la stagione del Covent Garden e viene pubblicata. Godwin e Elizabeth riallacciano i loro rapporti di amicizia. 1806-09 Inchbald pubblica le sue prefazioni biografiche e critiche per i venticinque volumi del British Theatre. Cronologia 21 1807 Inchbald pubblica due articoli sul romanzo nel periodico The Artist. 1809 Esce la Collection of Farces and Afterpieces in sette volumi da lei curati. Muore Thomas Holcroft. 1811 Esce il Modern Theatre che raccoglie in dieci volumi i testi da lei selezionati. 1813-14 Elizabeth corrisponde intensamente con la scrittrice Maria Edgeworth. 1814 Jane Austen pubblica il romanzo Mansfield Park. La messa in scena di Lovers’Vows occupa gran parte del primo volume del romanzo. 1819 Inchbald si trasferisce a Kensington House, una residenza cattolica. Su consiglio del confessore, dà alle fiamme le proprie memorie per le quali le erano state offerte mille sterline. 1820 John Philip Kemble visita Elizabeth Inchbald per l’ultima volta. 1821 Il 1º agosto Elizabeth Inchbald si spegne a causa di una malattia intestinale. Lascia un patrimonio di cinquemila sterline. Capitolo 1 «At once domestic, theatrical, and literary» Elizabeth Inchbald fra scandalo e convenzione Elizabeth Inchbald (1753-1821) attrice, drammaturga, scrittrice, critico letterario, fu grande amica di attori e registi come John Philip Kemble e Sarah Siddons, di filosofi giacobini come William Godwin e Thomas Holcroft; fu rivale di Mary Wollstonecraft e collega di Charlotte Smith e Mary Robinson, con cui condivise amicizie e ideali politici. Ella è indubbiamente una delle personalità più affascinanti dell’intero panorama letterario inglese dell’età della Reggenza. Elizabeth nacque il 15 Ottobre 1753 a Standingfield (nei pressi di Bury St. Edmunds nel Suffolk), in una prospera e numerosa famiglia di agricoltori cattolici. Rimase orfana di padre a soli sette anni, quando John Simpson morì lasciando la fiorente azienda agricola di famiglia alla moglie Mary che seppe gestirla abilmente provvedendo senza problemi al sostentamento dei nove figli. La figura della madre, donna indipendente e oculata amministratrice dei propri beni, offrì alla futura scrittrice un modello di rispettabilità e autonomia cui ispirarsi nel corso della sua carriera. La piccola Elizabeth, che mostrò sin dalla più tenera età una grande vivacità intellettuale, ricevette un’istruzione domestica e informale, seppur non priva di stimoli. James Boaden, suo contemporaneo e suo primo biografo, testimonia la precocità della bambina che sin da piccola aveva notato come «it is astonishing how much all girls are inclined to literature, to what boys are. My brother went to school seven years, and never could spell. I and two of my 23