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Inverno troppo mìte: a rischio piante dí pregío che caratterizzano il paesaggío
Manueta Ptastina
FIRENZE
PI N I, QUERCE , palme e ora anche il bosso: la natura si ritorce
contro se stessa e sempre più spesso insetti nostrani o importati da
molto lontano minacciano le
piante e gli alberi caratteristici
della nostra vegetazione. Sotto attacco in questi ultimi anni sono
in particolare i pini marittimi: dopo la strage di quelli della Versilia, ora sono a rischio le pinete di
Alberese e Principina. «Colpa di
una cocciniglia chiamata matsucoccus feytaudi - spiega Riziero Tiberi, docente di entomologia e
zoologia forestale alla Scuola di
Agraria di Firenze - Di origine
nordafricana attacca il pino marittimo portandolo in 3-4 anni fino
alla morte». Gli attacchi sono intensi e ripetuti: l'insetto si insedia nelle screpolature della corteccia. L'unico modo per evitare il
contagio di altre piante sarebbe
abbattere e distruggere quelle infestate sostituendole con altre di
ecotipo nordafricano o pini domestici, ma con le relative conseguenze paesaggistiche e ambientali. Ai danni provocati dal matsucoccus feytaudi, si aggiungono
quelli di due xilofagi indigeni che
si insediano sotto la corteccia di
piante stressate sconvolgendone
il ciclo di sviluppo. «In questo caso - spiega il professor Tiberi - è
possibile intervenire con tronchetti con sostanze attrattive, ma
va fatto con un monitoraggio molto attento e razionale». Anche le
querce sono sotto l'attacco di aggressivi organismi. «Il più pericoloso - dice il professore - è la voracissima Lymantria dispar, distruttrice del manto fogliale che sta
provocando il defogliamento degli alberi sia nelle zone costiere
che in quelle interne». La diffusione di questi insetti è aiutata
dal clima: «La prevenzione con
sostanze che uccidono le larve va
dunque fatta nel momento in cui
si attende una loro esplosione demografica. Per questi organismi
indigeni esiste un batterio natura-
Stia m o studiando
antagonisti naturali
per co m battere ì diversi
tipi di larve e insetti
le, il bacillus thuringiensis, ma va
usato al momento giusto controllando il potenziale biotico, ossia
il numero di uova deposte dalla
Lymantria». Serve anche nella lotta contro le larve delle processionarie, che sono tornate ad essere
presenti nelle nostre pinete in maniera aggressiva. La soluzione
ideale invece per combattere il famigerato punteruolo rosso che attacca le palme è invece, purtroppo, l'abbattimento: «Colpisce in
particolare i filari nel sistema urbano: l'aspetto tossicologico dei
prodotti usati contro il punteruolo ne impedisce un utilizzo massiccio».
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INDIVIDUATO UN NUOVO NEMICO D ELLE SIEPI S EM PREVERDI
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FIRENZE
SICH IAMA Cydalima perspectalis
o Piralide il nuovo nemico dei nostri spazi verdi. Da un paio di anni sta attaccando le piante di bosso, tipiche dei giardini all'italiana, presenze fondamentali di
molti parchi storici e particolarmente utilizzate in Toscana. «Si
tratta - spiega Elisabetta Gargani, ricercatrice del Centro di ricerca per l'agrobiologia (Cra) di
Firenze - di un lepidottero asiatico segnalato in Italia dal 2010.
Le sue larve provocano gravi
«
»
danni alle chiome della piante di
bosso che vengono rapidamente
defogliate». E fondamentale effettuare un monitoraggio della presenza della piralide del bosso in
zone dove è già stata segnalata la
sua presenza. «Le piante - dice la
dottoressa Gargani - mostrano
segni di erosione sulle foglie e
presenza di fili sericei tra i rametti. E possibile individuare le larve o le deiezioni in terra». Quando sono neonate, le larve si alimentano soprattutto della parte
inferiore delle foglie; crescendo
arrivano a erodere anche la cor-
ali itahana
teccia dei rametti fino a provocare la morte della pianta. Purtroppo ancora non ci sono sostanze
che possono debellare questo insetto: «In caso di piante isolate spiega la ricercatrice del Cra - si
consiglia il loro scuotimento o il
loro lavaggio con acqua a forte
pressione, con successiva eliminazione delle larve cadute a terra. Eventuali trattamenti chimici, solo curativi e non preventivi,
devono essere effettuati da personale qualificato, lontano dal periodo di fioritura».
anuela Plastina
1 1nb ruelo
dette patme
Gli esperti parlano chiaro:
«salviamo il lungomare di
Viareg g io». Parte dello
scem pio si è già compiuto
con palme tagliate a causa
della presenza dell'insetto.
M entre negli altri Comuni
versiliesi il controllo è
maggiore, a Viareggio, città
commissariata, le
ristrettezze di bilancio
mettono in crisi anche
prevenzione e cure.
i L®
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dei pini
Per molti pini marittimi
delle Cinque Terre il destino
è già compiuto, per altri una
prospettiva senza ritorno: la
morte per malattia. Di qui
l'operazione-eutanasia,
attraverso l'entrata in scena
di seghe e asce per
abbatterli . Tutta colpa del
«matsucossus fe audi», la
cocciniglia spolpa-pini che si
sta diffondendo nei boschi
dello Spezzino.
e tante proteste
I
dette querce
Il M atsococcus Feytaudi,
meg lio conosciuto come la
cocciniglia del pino, ha
colpito anche i pini maritti m i
i Principina e M arina di
Grosseto. Per questo motivo
il Comune già dal 2014 ha
deciso di tagliare gli alberi
malati sollevando la
protesta di ambientalisti e
cittadini che contro il
provvedimento hanno
organizzato fiaccolate.
E' un lepidottero che si
nutre delle foglie della
pianta , finendo
letteralmente per sfogliarla.
In Toscana compare sia
nelle zone costiere che
interne. Le larve di
Lymantria nascono alla
ripresa vegetativa ed è a
questo punto che si
dovrebbe intervenire anche
con antagonisti naturali.
IL r,1/ùpade
del castagno
Per combattere il cinipide
del castagno un paese della
Lunigiana si ... autotassa. A
Regnano (M assa Carrara) gli
abitanti hanno deciso di
pagare di tasca propria il
lancio delt '« insetto
antagonista ». Obiettivo,
proteggere sia i castagni
che la « M arocca i Casola»,
il pane tipico di questa zona
(nella foto) prodotto proprio
con la farina di castagne.