Elementi di psicologia della relazione: ascolto attivo e comunicazione empatica Relatori: dott.ssa Erica Comandini Coop.Psicke dott.ssa Francesca Pepoli Coop.Psicke Ravenna, 24 gennaio 2012 Ascolto attivo: ovvero l’arte di ascoltare “Dio ci ha dato due orecchie ma una sola bocca. Alcuni dicono che è perché voleva che passassimo il doppio del tempo ad ascoltare invece che a parlare. Altri sostengono che è perché sapeva che ascoltare è due volte più difficile che parlare”. Anonimo Ravenna, 24 gennaio 2012 Ascolto attivo: assumere il punto di vista dell’altro; sintonizzarsi profondamente con lo stato emotivo dell’altro; fare spazio dentro di sè per accogliere l’altro; Ravenna, 24 gennaio 2012 Riformulazione “mi sta dicendo che…” “lei vuol dire che…” “in altre parole…” “a suo avviso perciò…” “se ho capito bene…”. Ravenna, 24 gennaio 2012 Ravenna, 24 gennaio 2012 Parlare non significa comunicare Ravenna, 24 gennaio 2012 Ravenna, 24 gennaio 2012 Comunicazione empatica EMPATIA: capacità di immedesimarsi con gli stati d’animo e con i pensieri dell’altro sulla base della comprensione dei suoi segnali emozionali, dell’assunzione della loro prospettiva soggettiva e della condivisione dei loro sentimenti Ravenna, 24 gennaio 2012 Componenti dell’empatia trasparenza comprensione empatica accettazione incondizionata ascolto empatico Ravenna, 24 gennaio 2012 Empatia: può essere paragonata a un "ponte a due vie" invisibile, che però permette di entrare in punta di piedi nel mondo dell'altro, di rimanervi il tempo necessario per comprendere motivazioni e intensità del suo vissuto emozionale, per poi ritornare ad essere se stessi, coerenti con la propria realtà esistenziale. Ravenna, 24 gennaio 2012 Empatia come abilità sociale: permette di cogliere i segnali della comunicazione non verbale e paraverbale (postura, gestualità, tensione muscolare, prossemica, mimica facciale, tono, timbro e volume della voce, lunghezza delle pause, ecc.), Ravenna, 24 gennaio 2012 Per una comunicazione efficace: non basta soffermarsi solo su quello che si dice, bisogna saper andare oltre, dando adeguata rilevanza soprattutto al "come" (metacomunicazione). Ravenna, 24 gennaio 2012 Relazione complementare e simmetrica Ravenna, 24 gennaio 2012 Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari,a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza. Nel primo caso, un parlante tende a rispecchiare il comportamento dell’altro, creando un’interazione simmetrica. Nel secondo caso, il comportamento di un parlante completa quello dell’altro e costituisce un tipo diverso di Gestalt comportamentale, creando un’interazione complementare. In quest’ultimo caso, un partner assume una posizione primaria, detta oneup, superiore; mentre l’altro partner completa per così dire la configurazione assumendo una posizione one-down, ovvero inferiore. Non dobbiamo tuttavia attribuire giudizi di valore come “buono”e “cattivo” o “forte” e “debole” alla precedente distinzione: l’assunzione di una posizione o l’altra potrebbe essere determinata semplicemente da contesti culturali o sociali (es. madre/figlio, medico/paziente, insegnante/allievo). Watzlawick, P. Pragmatica della comunicazione umana…. Ravenna, 24 gennaio 2012 Relazione simmetrica o complementare? Ravenna, 24 gennaio 2012 Empatia come competenza distintiva irrinunciabile per qualsiasi ruolo professionale e sociale Ravenna, 24 gennaio 2012 “Non si può non comunicare” Ravenna, 24 gennaio 2012 COMUNICAZIONE NON VERBALE Gestualità Tono della voce Espressioni facciali Sguardo Postura Utilizzo dello spazio relazionale Ravenna, 24 gennaio 2012 Si stima che la comunicazione non verbale e paraverbale sia determinante in almeno il 70% del messaggio trasmesso. Le parole, dunque, rappresentano solo una piccolissima fetta della comunicazione che dunque si alimenta, in gran parte, di cose non dette, di respirazione, di tatto, di toni di voce e gestualità. Ravenna, 24 gennaio 2012 Obiettivo di una comunicazione efficace: non solo quello di affinare le proprie capacità comunicative attraverso l'utilizzo consapevole del linguaggio verbale, non verbale e paraverbale, ma anche quello di poter comprendere più chiaramente il messaggio verbale, non verbale e paraverbale dell'interlocutore. Ravenna, 24 gennaio 2012 Per poter fare questo l’applicazione delle abilità di ascolto e di empatia è determinante. Le informazioni sull'altro che provengono dall’osservazione e dall’ascolto del linguaggio delle parole e del corpo dovranno essere pertanto sempre verificate, affinché non assumano la veste cristallizzata dell’interpretazione. Ravenna, 24 gennaio 2012 Buon lavoro!!!! Ravenna, 24 gennaio 2012