07/01/2015 Basi della diversità genetica nei microrganismi Fluidità dell’informazione genica: Mutazioni e trasferimento orizzontale Mutazioni • Le mutazioni possono avvenire spontaneamente in seguito ad errori di incorporazione di nucleotidi nel DNA • Tipi di mutazione (in base ai loro effetti): Mutazioni spontanee • Frequenza estremamente bassa (<10-7) per presenza di sistemi di riparazione del DNA • Quindi: <1 evento per replicazione di un genoma batterico “medio” • Può essere aumentata anche di 100-1000 volte da mutagenesi ambientale (raggi UV, stress ossidativo) • Può avvenire ad elevate frequenze a siti particolari detti “hot spots” 1 07/01/2015 Mutazioni causate da “polymerase slippage” …AGGTCTCGCAACGTGTTCGACA… Sequenze di questo tipo non presentano “insidie” particolari per la DNA polimerasi …AGGTCTCGAAAAAAAAAAGACA… Sequenze con ripetizioni dello stesso nucleotide sono più “problematiche” per la DNA polimerasi batterica. Ad esempio, con frequenza elevata le 10 “A” verranno replicate erroneamente (es. 9-11 “T”) causando mutazioni frameshift Le mutazioni da “polymerase slippage” rappresentano un meccanismo di “mimetizzazione molecolare” • Alcune strutture caratteristiche della superficie cellulare sono altamente “immunogeniche” (cioè facilmente riconoscibili dagli anticorpi): mutazioni che ne bloccano l’espressione rendono le cellule batteriche “meno visibili” al sistema immunitario dell’ospite. Eterogeneità della produzione della capsula in B. fragilis 2 07/01/2015 Trasferimento genico orizzontale (HGT) • Una fonte principale di diversità genica all’interno di una popolazione batterica è l’acquisizione di elementi di DNA “mobili” (plasmidi, trasposoni) • Queste molecole possono “portare in dote” informazioni genetiche vantaggiose per la cellula batterica ricevente (es. geni di resistenza agli antibiotici) • Tutti questi processi sembrano avvenire con più elevata frequenza in cellule batteriche facenti parte di biofilm Elementi di DNA mobile • Virus (lisogenia, profagi) • Plasmidi • Trasposoni • … e anche, in alcune circostanze, frammenti più o meno estesi di DNA genomico I PLASMIDI • Molti batteri oltre al cromosoma contengono molecole di DNA più piccole (da 2,000 a 100-500,000 pdb), dette plasmidi. • Queste molecole non sono indispensabili per le funzioni fondamentali del batterio (ceppi della stessa specie possono esserne privi). • I plasmidi sono generalmente molecole di DNA circolare e superavvolto, presenti in copia multipla nel batterio. • I plasmidi replicano indipendentemente dal cromosoma del batterio, anche se necessitano del medesimo “macchinario enzimatico” del cromosoma perché avvenga la loro replicazione. • I plasmidi possono “trasferirsi” da un ceppo batterico ad un altro (meccanismi di trasformazione e di coniugazione batterica) 3 07/01/2015 La coniugazione batterica Ceppo F+ di E. coli Ceppo F- di E. coli Pilus: fattore di adesione Sistemi di secrezione “di tipo IV”: canali di trasferimento del DNA Geni dei plasmidi coniugativi • I plasmidi coniugativi portano i geni necessari al loro trasferimento (es. pilus coniugativo) • Spesso portano geni vantaggiosi per la cellula ricevente (antibiotico-resistenza, utilizzo di nuove vie metaboliche) Plasmide coniugativo R100 Resistenze Mer= Hg++ Sul= Sulfonamide Str= Streptomicina Tet= Tetraciclina Cat= Cloramfenicolo Geni per il trasferimento 4 07/01/2015 Trasformazione batterica Frammenti di DNA “libero” possono essere riconosciuti da proteine di membrana e trasportati all’interno della cellula batterica, dove possono incontrare due destini diversi: Degradazione/ Integrazione (in maniera dipendente da sequenza, condizioni ambientali, etc.) I plasmidi possono mantenere le loro caratteristiche di unità di DNA dotate di replicazione autonoma (in aggiunta alle altre possibilità) In che occasione possiamo avere DNA libero in un ambiente naturale? L’esperimento di Griffith su Streptococcus pneumoniae è un “semplice” esperimento di trasformazione La capacità di un batterio di assumere DNA esogeno è detta competenza Concetti dell’esperimento di Griffith • Il ceppo virulento (Streptococcus pneumoniae di tipo S=smooth) possiede la capacità di produrre la capsula • Può “passare” questa capacità ad un ceppo non-capsulato (tipo R=rough). Questo “passaggio di informazione” non richiede una partecipazione attiva da parte del ceppo S. • Una componente cellulare del ceppo S è la sede di questa informazione. 5 07/01/2015 Schema semplificato della trasformazione batterica I batteri devono essere in uno stato di “competenza” per essere trasformabili Il meccanismo di uptake del DNA è mediato da proteine specifiche (fattori di competenza) che vengono espresse in risposta a precise condizioni ambientali e fisiologiche. I trasposoni: “vagabondi” a livello molecolare IS GCATGGTGCCGATATAC CGTACCACGGCTATATG IS GTATATCGGCACCATGC CATATAGCCGTGGTACG Gene codificante l’enzima trasposasi 6 07/01/2015 Trasposoni complessi La trasposizione risulta in una “migrazione” dell’elemento trasponibile Taglio “sfasato” del sito di inserzione Inserzione del trasposone Reazione di “filling” delle regioni di DNA a singola elica La trasposasi induce l’escissione del trasposone In maniera dipendente da segnali ambientali o dalla replicazione della cellula batterica, l’espressione della trasposasi può essere attivata e portare al distacco (escissione) del trasposone. La rottura a doppia elica nel cromosoma può essere risaldata dalla trasposasi stessa 7 07/01/2015 Importanza dei trasposoni come fonte di diversità genetica • I trasposoni possono portare geni codificanti per fattori di virulenza, resistenza ad antibiotici, vie metaboliche • La loro capacità di “saltare” da un elemento genetico all’altro (es. cromosoma>plasmide) ne permette un frequente trasferimento intercellulare e interspecie 8