DELLE 28 www.corrierecomunicazioni.it [email protected] n°7. 5 aprile 2010 ’ Sempre più alleati per l’iPad: Amazon lancia un’applicazione che renderà compatibili con il nuovo tablet di Apple i testi pensati per il Kindle Svolte. Lʼindustria punta sui giochi che spopolano su Facebook & Co. Addio vecchio gaming La partita si fa social Il mercato di videogame di nuova generazione varrà 4 mld entro il 2012 1,6 miliardi di dollari e di 4 miliardi entro il 2012. Naturale dunque che la crescente popolarità di giochi come Farmville su Facebook attirino lʼinteresse sia di produttori che di investitori. Il nuovo astro nascente fra le società di sviluppatori è Zynga, di San Francisco, responsabile appunto di Farmville. In Zynga ha creduto anche la società russa di private equity Digital Sky Technologies (possiede una quota di Facebook) che lʼanno scorso ha pompato nellʼazienda 180 milioni dollari: investimento che ha regalato a Zynga un valore di mercato stimato tra i 1,5 e i 3 miliardi di dollari (la società ha registrato a novembre 2009 100 milioni di utenti unici mensili e dichiarato 250 milioni dollari di revenue allʼanno). Lʼagenzia finanziaria Signal Hill Capital valuta che ogni mese oltre 200 milioni di persone giochino su Facebook, e dunque stima intorno al 50% il tasso di penetrazione. Si tratta comunque, notano gli osservatori, di un mercato ancora allo stato brado. Multiformi le tipologie di rapporto fra le varie piattaforme e le aziende di sviluppatori (Facebook trattiene una quota delle revenue generate dai game, mentre MySpace, almeno finora, preferisce lasciare che le imprese degli sviluppatori si arricchiscano in proprio). In progress anche il modello di business, comunque marcatamente già diverso da quelli sviluppati dal gioco tradizionale. Lʼaccesso al gioco è gratuito e i ricavi vengono generati da minitransazioni effettuate nel corso del gioco e dalla pubblicità. Si prospetta una rivoluzione anche nei tempi e nei costi della produzione. Mentre per i giochi tradizionali sono necessari anche due anni di tempo, i social game vengono lanciati sul mercato ancora da perfezionare. Farmville è stato messo a R.C. punto in cinque settimane. ’ Game addio. E addio anche alle console. La partita ora si gioca al volo, con gli amici, senza pagare un euro in attrezzature o nel download di nuovi giochi. La nuova ondata si chiama social game, “gioco sociale” e profuma così tanto di soldi che lʼultima convention di sviluppatori e editori di gaming, a San Francisco, era affollata di analisti finanziari, venture capitalist, investitori. Riuniti non tanto per vedere gli ultimi sviluppi di PlayStation e XBox, ma in cerca della nuova gallina che fa le uova dʼoro allʼinterno dei social network. Il gioco che guida la “new wave” è Farmeville. Una “fattoria” che sta Incassi Le microtransazioni garantiranno i ritorni economici SENTIERIdelVIDEO L’era della convergenza L’ERA DELLA CONVERGENZA ’ Capofila spopolando su Facebook e che ha strappato migliaia di giocatori dal tradizionale gaming: secondo Nielsen Online anche i siti dedicati al gioco dei principali portali stanno registrando emorragie di pubblico (Yahoo Games a gennaio ha registrato un crollo del 30% di audience, con utenti scesi a 10 milioni contro i 14 dellʼanno precedente). Non basta: il gioco “sociale” sta mettendo a segno un obiettivo finora mancato, la conquista del pubblico femminile. Negli Usa il 59% dei giocatori social è rappresentato da ragazze anche se in Europa lo stacco è minore (in Francia i maschi superano le femmine). Per il settore, appesantito da un lungo periodo di crisi, si tratta di una grossa opportunità considerato il bacino di utenza dei social network. Facebook conta da solo più di 400 milioni di utenti mensili, il diretto concorrente, MySpace, 100 milioni. Cifre di gran lunga superiori al numero di possessori di console tradizionali. Le aziende della filiera si aspettano dal gaming social, per il 2010, un aumento di revenue del 30%. Michael Pachter, analista del settore videogiochi per la Wedbush Morgan Securities, ha quantificato la crescita del social gaming da 600 milioni di dollari nel 2008 a 1 miliardo di dollari nel 2009. Per il 2010 si prevede il raggiungimento di quota DELLE Guida la carica Zynga, società in cui ha investito Dst QUINDICINALE ART DIRECTION: Luca Migliorati DIRETTORE RESPONSABILE [email protected] +39.0668412221 [email protected] +39.066841221 REDAZIONE Federica Meta Gildo Campesato CAPOREDATTORE Mila Fiordalisi [email protected] +39.0668412223 CAPOSERVIZIO Roberta Chiti [email protected] +39.0668412222 [email protected] +39.0668412225 Margherita Amore [email protected] +39.0668412224 COLLABORATORI Paolo Barbieri, Elisabetta Bevilacqua, Matteo Buffolo, Federico Ferrazza OBIETTIVO RAGAZZE Il social gaming riesce a coinvolgere il pubblico femminile Negli Usa il 59% dei giocatori è rappresentato da ragazze Gli editori per ora non hanno capito la loyalty di Facebook Il sorpasso su Google fa emergere la differenza abissale fra due modelli S ono dati molto controvertibili, discutibili quanto si vuole, ma per la prima volta FB sembra sorpassare Google in termini di accessi. Non è una notizia di tipo sportivo: quando in Formula 1 un concorrente sorpassa un altro, le macchine da corsa che guidano sono relativamente simili. Qui invece la filosofia dei questi due giganti è del tutto diversa. Google è stata lʼanima del web 2.0 e lʼabbiamo sempre considerato molto collaborativo, “wiki”, capace di incorporare la collaborazione dellʼutente nella costruzione della reputazione, che è la vera merce di scambio di Google. Vero, ma la ricerca su Google è qualcosa di molto individualistico, come suggerisce lʼespressione “data mining”: il cercatore dʼoro, solitario, cerca di sfruttare al massimo le tracce dʼoro che ha trovato, senza farlo sapere in giro. Ci serve unʼinformazione, la cerchiamo su Google e abbiamo un lungo elenco di siti che potrebbero aiutarci. Ne troviamo uno dove ciò che cerchiamo è disponibile a pagamento, e allora ricorriamo ad un altro cercando di aggirare lʼostacolo... Facebook è intimamente più collaborativo, più relazionale. Il nostro profilo, se non abbiamo contatti, “amici”, è inutile. Il modo di accedere allʼinformazione è quello di “chiedere agli amici”: postiamo una nota o un link sul tema, apriamo una discussione, teniamo conto dei post che ci vengono inviati. Inoltre Facebook è un luogo di “loyalty” e di “fairness”. Spiego questi termini: nel mio profilo devo essere aderente al mio io reale (diversamente da quanto avviene altrove e soprattutto nei mondi virtuali), perché cʼè stampata la mia faccia e molti dei miei “amici” mi conoscono direttamente. Sono tenuto alla veridicità dei dati, alla plausibilità delle osservazioni, alla lealtà nellʼuso dei contenuti altrui: vincoli molto più cogenti di una generica netiquette, perché tutti mi possono riconoscere e modificare la mia reputazione non solo internettiana, ma soprattutto reale. Si pensi, come nel mio caso, a un docente che ha fra i suoi amici colleghi e studenti; a una casa editrice che ha un network di autori, critici e lettori; a un opinionista o un uomo politico. Questa lealtà potrebbe tornar buona in un momento in cui il pagamento dei contenuti e la remunerazione del copyright sono essenziali per la sopravvivenza delle imprese editoriali. Reperire notizie connettendosi ad altri probabilmente ispira comportamenti più leali che frugare dentro un motore di ricerca, come un minatore dei vecchi tempi andati che butta via cumuli di scorie per tesaurizzare una pepita dʼoro, fregando se possibile il vicino. La mia impressione è che lʼindustria editoriale non abbia ancora capito Facebook e quello che può darle. Di ENRICO MENDUNI Professore di Media e Comunicazione all’Università Roma Tre di Roma Gian Carlo Lanzetti, Piero Laporta, EDITORE: CORPO 10 SOC. COOP. a r.l. Patrizia Licata, Davide Lombardi, Paolo Lombardi, Largo di Torre Argentina, 11 - 00186 Roma Alessandro Longo, Enrico Menduni tel. +39. 066841221 fax +39. 0668804132 P.Iva C.F. 08650251005 SEGRETERIA DI REDAZIONE STAMPA: Centro Stampa Editoriale s.r.l. [email protected] [email protected] +39.066841221 Registrazione e Autorizzazione Trib. di Roma n.188/2005 del ABBONAMENTI +39.066841221 [email protected] PUBBLICITÀ Daniela Costamagna [email protected] +39 348.22.30.514 12/5/2005. Arretrati 6,00 euro. Abbonamento annuo 60,00 euro (22 numeri) Estero 120,00 euro www.corrierecomunicazioni.it