I pianeti extrasolari G. Cutispoto [email protected] INAF – Osservatorio Astrofisico di Catania XVI Scuola Estiva di Astronomia Stilo (RC) - 29 Giugno 2011 Il Sistema Solare Sole Pianeti - Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno Corpi Minori - Pianeti Nani, Satelliti dei pianeti, Asteroidi, Comete Distribuzione della massa: Sole: 99.85 % Pianeti: 0.13 % CM: 0.02% Distanza dal Sole: Mercurio: 0.39 UA Terra: 1 UA Giove: 5.20 UA Periodi orbitali: Mercurio = 88 giorni Terra = 1 anno Giove = 11.86 anni Il Sole è molto più grande dei pianeti Terra Giove Raggio del Sole = 696.000 km Sole Il raggio del Sole è 109 volte il raggio della Terra Il volume del Sole è 1.300.000 volte il volume della Terra Terra Le orbite dei pianeti Venere Mercurio Sole Nettuno Urano Saturno Marte 149.597.870 km = 1 UA Nettuno: 30.1 UA Eris: 97.6 UA Giove Origine del Sistema Solare Il Sole si è formato a seguito della contrazione di una “Nube Molecolare” (probabilmente causata dall’esplosione di una “Supernova”) Contrazione del Sole inizio: 4.6 miliardi di anni fa durata: ~ 100000 anni Intorno al Sole si formò un disco di materia a partire dal quale, in circa 100 milioni di anni, si formarono i pianeti e i corpi minori Esistono altri Sistemi Solari ? E’ un’idea che ha profonde radici nel pensiero scientifico e filosofico Le prime intuizioni sulla “pluralità dei mondi”, e sull’esistenza di vita intelligente su altre “terre”, risalgono alla civiltà ellenistica (Aristarco, Democrito, Epicuro: “Esistono infiniti mondi sia uguali che diversi dal nostro. Dobbiamo credere che in tutti questi mondi esistono creature viventi e piante e le tante altre cose che vediamo in questo mondo” ) Ma Aristotele disse: “Non può esistere che un solo mondo” Nel 1584 Giordano Bruno sfida le concezioni filosofiche e religiose dell’epoca riproponendo l’idea di altri pianeti abitati (“Esistono innumerevoli soli e innumerevoli terre in orbita intorno ai loro soli […] Vediamo solo le stelle perché sono i corpi più grandi e sono luminosi, mentre i loro pianeti rimangono invisibili perché sono più piccoli e non luminosi. Gli altri mondi nell’Universo non sono né peggiori né meno abitati della nostra Terra’’) Oggi sappiamo che la Via Lattea contiene circa 200 miliardi di stelle e che nell’Universo esistono almeno 100 miliardi di galassie Stelle, Nane Brune, Pianeti Le “Stelle” generano energia nel loro interno tramite reazioni di fusione (“bruciamento”) nucleare La temperatura al centro di una stella aumenta con la sua massa Per il “bruciamento” dell’Idrogeno è necessaria una temperatura di almeno 10•106 K, mentre il “bruciamento” del Deuterio ha luogo ad una temperatura più bassa ( 106 K) “Stelle”: corpi con M > 0.08·MSole (Tnucleo > 10 · 106 K) - riescono a “bruciare” l’Idrogeno (0.08·MSole 8 5·MGiove) “Nane Brune”: corpi con 0.012·MSole < M < 0.08·MSole (Tnucleo ~106 K) - possono “bruciare” solo il Deuterio (0.012·MSole 1 3·MGiove) “Pianeti”: corpi con M < 13·MGiove - non possono produrre energia per mezzo di reazioni nucleari Le nane brune (Brown Dwarf) sono “l’anello di congiunzione” tra le stelle e i pianeti Limite di bruciamento dell’Idrogeno Limite di bruciamento del Deuterio Pianeta M > 0.08 MSole 85 MGiove | M > 13 MGiove | M < 13 MGiove Come osservare i pianeti “extrasolari” ? I pianeti sono “piccoli” Non emettono luce propria Sono vicini alla “stella madre” L’osservazione “diretta” è estremamente difficile; fotografare un pianeta extrasolare è come cercare di vedere una candela vicino a un faro da una distanza di 1000 km ! Molto più “facile” risulta l’osservazione dei “disturbi” che la presenza di un pianeta provoca sulla stella attorno a cui ruota Tecniche per l’osservazione dei pianeti extrasolari Velocità radiale Astrometria Transiti Microlenti Immagini dirette Effetti dinamici Effetti fotometrici Effetto Doppler e Velocità Radiale La radiazione di una sorgente in moto rispetto ad un osservatore risulta “più rossa” se la sorgente si allontana, “più blu” se si avvicina l osservata > lo Dl = l osservata - lo > 0 l osservata < lo Dl = l osservata - lo < 0 La velocità relativa sorgente–osservatore (RV) è data da: RV = c D l / lo Se il moto è periodico osservazioni spettroscopiche estese nel tempo permettono di costruire la cosiddetta “Curva di Velocità Radiale” (es. le componenti di un sistema binario si muovono attorno al loro centro di massa) Binarie Spettroscopiche Stella B Se una componente ha massa minore avrà una variazione di RV maggiore, perché percorrerà un’orbita più grande Centro di Massa Stella A Stella B Stella A (Ma RVa = Mb RVb) Il periodo della curva di RV equivale al periodo di rivoluzione delle due stelle attorno al centro di massa Dalla forma della curva di RV è possibile ricavare l’eccentricità delle orbite La variazione di RV è di svariati km/s ed equivale alla componente della velocità ‘’vera’ lungo la ‘’linea di visuale’’ Sistemi Stella + Pianeta Lo spettro del pianeta non è osservabile poiché la sua radiazione è molto minore (~10-9) di quella della stella Pianeta Stella La velocità misurata è in realtà solo la componente della velocità lungo la linea di vista dell’osservatore: Voss = Vstella sin i La variazione di RV della estremamente piccola (al poche decine di m/s) e per sono necessarie misure di precisione i stella è massimo rivelarla altissima Piano orbitale Direzione osservatore Sistemi Stella + Pianeta Dalla curva di Velocità Radiale si ottengono: K P K: ampiezza della curva (funzione del rapporto massa stella / massa pianeta e della distanza stella – pianeta ) P: periodo di rivoluzione del pianeta attorno alla stella Da questi valori possiamo ricavare: la distanza stella – pianeta (terza legge di Keplero) la velocità orbitale del pianeta il valore minimo (MPianeta• sin i) della massa del pianeta (legge di conservazione del momento angolare) K Terza legge di Keplero: G · Ms 3 a = P2 4p2 Velocità orbitale: P Vp = 2pa/P Vp = G · Ms 1/2 a Legge di conservazione del momento angolare: Mp = Ms Vs / Vp Dalle osservazioni otteniamo K (= Vs sin i) e quindi ricaviamo: Mp sin i, ovvero il valore minimo della massa del pianeta I valori ricavati sono ‘’in media’’ ben rappresentativi delle vere masse planetarie; per una distribuzione casuale dell’angolo ‘’i’’ si ha infatti che per l’87% dei casi sin i > 0.5 e solo per lo 0.5% dei casi sin i < 0.1 51 Pegasi b Il primo pianeta in orbita intorno ad una stella (simile al Sole) è stato scoperto nel 1995 con il metodo delle velocità radiali da Michel Mayor and Didier Queloz Periodo = 4.23 days Distanza da 51 Peg = 0.053 AU Temperatura ~ 1400 K Massa > 0.47 MGiove Sole 51 Peg Un risultato accolto con parecchio scetticismo da molti astronomi !!! Il metodo delle velocità radiali è quello che ha fin qui prodotto il maggior numero di scoperte: 513 pianeti extrasolari Gran parte hanno periodi orbitali molto brevi e massa simile o maggiore a quella di Giove; se si trovano ad una distanza dalla loro stella d ≤ 0.05 UA vengono chiamati “Hot Jupiters” Il metodo delle RV ha permesso di identificare fino ad oggi 51 sistemi multipli I pianeti più piccoli osservati fino ad oggi con la tecnica delle RV sono: GL 581e M MTerra sin i ~ 0.006 MGiove ~ 1.9 CoRoT-7b M ~ 0.015 MGiove ~ 4.8 MTerra Pianeti con M 5 MTerra vengono chiamati “Super-Earth” And Pb = 4.6171 giorni Pc = 0.7 anni Pd = 3 anni Non esistono quindi pianeti extrasolari con caratteristiche orbitali e fisiche simili a quelle della Terra ? Probabilmente (sicuramente) si, ma le “Terre” extrasolari non sono per il momento osservabili con il metodo delle RV L’ampiezza ‘’K’’ della curva di RV risulta infatti: K ∝ Mp ∝ 1/ PMs2 3 Se osservassimo il Sole dallo spazio otterremmo: KSole+Giove ~ 12.5 m/s KSole+Terra ~ 0.1 m/s Attualmente le migliori misure di RV hanno una precisione di poco inferiore a 1 m/s Terra HARPS High Accuracy Radial velocity Planetary Search 3.6m ESO – La Silla Spettrografo “echelle” inserito all’interno di una camera a vuoto per minimizzare gli errori dovuti a variazioni di temperatura e di pressione atmosferica E’ alimentato da due fibre ottiche, una registra lo spettro della stella l’altra quella di uno spettro di riferimento (Th-Ar) Potere risolutivo: 115000 Precisione: ~ 1 m/s Pianeti scoperti: 75 Caratteristiche del metodo delle RV Permette di: • Scoprire un grande numero di pianeti • Identificare i sistemi multipli • Determinare l’eccentricità delle orbite Ma: • Otteniamo solo il valore minimo della massa • Sono favoriti i periodi orbitali brevi • Fornisce (ancora) una statistica non completa Prospettive future: ELT – misure di RV con precisione di 1 cm/s Metodo astrometrico Il moto apparente di una stella (vicina) non appare rettilineo se intono ad essa orbita un pianeta Stelle lontane Stella vicina Moto di una stella singola Moto di una stella con un pianeta Moto del centro di massa = (M p /M s ) (a/d) [arcsec] dove Mp è la massa del pianeta, Ms la massa della stella, a il semiasse maggiore dell’orbita in AU e d la distanza in pc Limiti di questo metodo: • l’angolo è sempre estremamente piccolo (< 0.001 arcsec) • si può applicare solo alle stelle più vicine • richiede osservazioni su tempi “lunghi” Moto apparente del Sole dovuto alla presenza di Giove (e degli altri pianeti) osservato da una distanza di 10 pc. La variazione della posizione del Sole è sempre minore di 0.001 arcsec Misurare un angolo di 0.001 arcsec equivale a vedere una moneta da 1 € a 4700 km (dalla Sicilia alla Groenlandia) GL 876 Ms = 0.3 MSole D = 15 anni luce GL 876b Mp = 1.9 – 2.4 MGiove P = 61 giorni a = 0.2 UA 0.005 arcsec e Eri b Mp = 1.55 MGiove Le dimensioni angolari di una moneta da 1 € vista da 950 km di distanza Misure Astrometriche – il futuro Per stelle di tipo solare entro 10 pc Da Terra: VLT, Keck Precisione: 10-20 µarcsec Massa limite ~ 60 MTerra (a = 1 UA) Una precisione di 10 µarcsec equivale a vedere una moneta da 1 € sulla Luna Dallo spazio: Space Interferometry Mission (NASA – 2011) Precisione: 2 µarcsec Massa limite ~ 6.6 MTerra (a = 1 UA) Metodo dei “transiti” 8 Giugno 2004, transito di Venere sul disco solare osservato a Catania Il transito di un pianeta extrasolare non può essere osservato direttamente, ma provoca una seppur piccola diminuzione della luminosità totale della stella la cui ampiezza è proporzionale alle dimensioni del pianeta Il metodo dei transiti permette di ricavare il raggio del pianeta e l’angolo ‘’i’’ Dm = (Rpianeta / RStella)2 HD 209458 b Dm Scoperto con osservazioni da Terra (Deeg e Garrido - 0.9m Sierra Nevada Telescope) nel Luglio 1999 e poi osservato dallo spazio con HST (Brown et al.) Dm = 1.7 10-2 mag R = 1.347 RGiove ‘’i’’ = 86°.6 La variazione di magnitudine del Sole per un osservatore posto fuori dal Sistema Solare sarebbe pari a: Dm = 8.4 10-5 mag per il transito della Terra (RTerra = 0.009 RSole) Dm = 1.1 10-2 mag per il transito di Giove (RGiove = 0.103 RSole) La probabilità di un transito è funzione delle dimensioni dei corpi coinvolti e della loro distanza: P = (Rs + Rp) / a ≈ Rs / a Dm La durata di un transito dipende anche dal periodo di rivoluzione del pianeta e dall’angolo ‘’i’’ T= 𝑃 𝜋 (𝑅𝑠 /𝑎)2 – 𝑐𝑜𝑠2 𝑖 La precisione delle migliori misure fotometriche da Terra è di circa 10-3 mag e consente quindi di rivelare solo pianeti giganti Solo le osservazioni dallo spazio permetteranno di rivelare pianeti di tipo terrestre con il metodo dei transiti Pianeta P T (h) Dm Mercurio 1.2 10-2 8 1.2 10-5 Venere 6.4 10-3 11 7.6 10-5 Terra 4.7 10-3 13 8.4 10-5 Marte 3.1 10-3 16 2.4 10-5 Giove 8.9 10-4 30 1.1 10-2 Saturno 4.9 10-4 40 7.5 10-3 Urano 2.4 10-4 57 1.3 10-3 Nettuno 1.5 10-4 71 1.3 10-3 I “transiti”: osservazioni dallo spazio COROT - CNES/ESA Lancio: 27 Dicembre 2006 Osserverà 60.000 stelle KEPLER - NASA Lancio: 7 Marzo 2009 Osserverà 100.000 stelle Questi satelliti potranno scoprire: • > 1000 pianeti medi/giganti • 12 ”Terre” nella “zona abitabile” Corot 26 pianeti, il più piccolo con M ~ 0.015 MGiove ~ 4.8 MTerra Kepler 17 pianeti, il più piccolo con M ~ 0.007 MGiove ~ 2.3 MTerra Caratteristiche del metodo dei transiti Permette di: • Scoprire pianeti con dimensioni simili a quelli della Terra • Identificare sistemi multipli • Rivelare la presenza di satelliti dei pianeti Ma: • E’ efficace solo se si osserva un grande campione di stelle (per una distribuzione casuale delle inclinazioni ‘’i’’ in media solo un sistema planetario su 3000 risulta osservabile) • Sono favoriti i periodi orbitali brevi e i pianeti più grandi • Fornisce (ancora) una statistica non completa Con il metodo dei transiti (da Terra e dallo spazio) sono stati scoperti/osservati 141 pianeti (11 sistemi multipli) Nella quasi totalità dei casi un pianeta scoperto con il metodo dei transiti può essere osservato con il metodo delle RV Misure di RV + fotometria transito + HD 209458 b MPianeta = 0.69 MGiove R = 1.347 RGiove a = 0.048 AU = 0.31 g/cm3 P = 3.5246 giorni Metodo delle “Lenti Gravitazionali” La forza di gravità è in grado di deflettere la luce Percorso “apparente” della luce proveniente da una sorgente lontana La luce proveniente da una sorgente lontana può essere deflessa e focalizzata se una grande massa viene a trovarsi lungo il cammino ottico tra la sorgente e l’osservatore Il risultato è un’amplificazione del segnale della sorgente simile a quella causata da una lente (oppure in alcuni casi una deformazione dell’immagine fino alla formazione di immagini multiple) Percorso reale della luce Osservatore Stella “lente” Stella lontana pianeta Se la lente gravitazionale è una stella (microlente) si osserverà un aumento temporaneo della luce della stella lontana con un caratteristico picco Se la lente gravitazionale è una stella con un pianeta, è possibile osservare un picco secondario nella curva di luce La durata dell’intensificazione luminosa principale è di alcune settimane; quella del picco secondario varia da alcuni giorni (pianeti giganti) ad alcune ore (pianeti terrestri) Sono 10 i pianeti identificati fino ad oggi con il metodo delle microlenti OGLE-05-390L (Distanza ~ 6.600 pc ) Mstella = 0.22 MSole MPianeta = ~ 5.4 MTerra a ~ 2.6 UA P ~ 3800 g = 10.4 anni Con questo metodo ci si aspetta di rilevare un pianeta con dimensioni e caratteristiche orbitali simili alla Terra entro cinque anni OGLE235-MOA53 Mstella = 0.36 MSole MPianeta = 2 MGiove (a > 2.9 UA) Distanza = 5.200 pc La scoperta di un secondo pianeta (MPianeta = 0.007 Mstella Distanza = 4.600 pc) è stata annunciata il 26 Maggio 2005 Sono già stati osservati circa 50 eventi “microlente” Ci si aspetta di rilevare un pianeta con dimensioni simili alla Terra entro cinque anni (s)Vantaggi del metodo delle microlenti Permette di: • Scoprire pianeti di tipo terrestre (tecnologie già disponibili) • Trovare pianeti anche a grandi distanze Ma: • Eventi rari • Efficace solo per studi su grandi campioni di stelle • Le possibili scoperte sono casuali e sporadiche • L'osservazione non può essere ripetuta • Difficoltà di osservazione con altri metodi Immagini dirette E’ la tecnica più difficile ma è quella che può fornirci i risultati più completi sulla fisica dei pianeti extrasolari e darci indicazione sulla presenza di processi biologici Problemi: • Differenza di luminosità stella-pianeta (Sole-Giove = 108) • Separazione angolare stella-pianeta (Sole-Giove = 0’’.5 visto da 10 pc) Vantaggi: • Visione dell’intero sistema planetario • Dati fisici dei pianeti Masse (dalle orbite) Temperatura e composizione chimica (dagli spettri) Raggi (dalla luminosità e dalle temperature) Tecniche per le immagini dirette Osservazioni IR: la differenza di luminosità Stella – Pianeta è sensibilmente ridotta Ottica “Adattiva”: permette di eliminare gran parte dei disturbi causati dall’atmosfera terrestre e di fruttare al massimo il potere risolutivo dei grandi telescopi Rapporto di luminosità Sole/Terra 5500 Å 10 m Interferometria + “Nulling”: si combina la luce raccolta da più telescopi per ottenere un potere risolutivo estremamente elevato è anche possibile eliminare la luce proveniente dalla stella (“Nulling”) mettendo così in evidenza quella proveniente dai pianeti Ad oggi sono state ottenute immagini dirette di 13 pianeti extrasolari (a > 12 UA) e di un sistema multiplo 2M 1207 2M 1207 a M 0.025 Msole Età 8 106 anni D 230 anni luce 2M 1207 b M 4 MGiove T 1300 K E’ 100 volte meno luminoso di 2M 1207a ed è ancora in fase di contrazione (R = 1.5 RGiove), E’ stata rivelata presenza di H2O VLT: Camera IR + Ottica Adattiva Fomalhaut b Scoperto da HST M = 3 ·MGiove P = 878 anni a = 115 U.A. HR 8799 HR 8799 e M = 9 ·MGiove P = 49 anni a = 14.5 U.A. HR 8799 d M = 1 0 ·MGiove P = 100 anni a = 24 U.A. HR 8799 c M = 1 0 ·MGiove P = 189 anni a = 38 U.A. HR 8799 b M = 7 ·MGiove P = 465 anni a = 68 U.A. Immagine ottenuta con il telescopio Keck Immagini dirette – il futuro (più vicino) Da Terra sarà possibile osservare e studiare le atmosfere dei pianeti giganti con la nuova generazione di strumenti installati ai telescopi di maggiori dimensioni (VLT, LBT, Keck) Con JWST e ELT sarà probabilmente possibile studiare le atmosfere delle “Super-Earth” Immagini dirette – il futuro (lontano) Da Terra e dallo spazio sarà possibile osservare e studiare in dettaglio le atmosfere dei pianeti giganti e delle “Super-Earth” entro il prossimo decennio Per osservare e studiare in dettaglio pianeti di tipo terrestre occorreranno osservazioni interferometriche dallo spazio Terrestrial Planet Finder (TPF) NASA Darwin ESA Permetteranno di: • Osservare pianeti terrestri nella zona abitabile • Determinare la presenza di CO2, H2O, l’O3, CH4 • Stabilire se il pianeta può ospitare forme di vita Caratteristiche dei pianeti extrasolari 1995 .......... 51 Pegasi b (metodo delle RV) 1999 .......... HD 209458 (metodo dei transiti) 2011 .......... 563 pianeti extrasolari noti (vari metodi) 472 sistemi planetari (57 sistemi multipli) aminimo = 0.014 UA amassimo > 115 UA Pminimo = 0.79 giorni Pmassimo > 870 anni Mminima = 0.007 MGiove ~ 2.3 MTerra Scoperte ‘’inaspettate’’: 1. Hot Jupiters 2. Elevata metallicità delle stelle con pianeti 3. Sistemi multipli con orbite eccentriche 4. Orbite retrograde Hot Jupiters Sono pianeti con massa simile o maggiore a quella di Giove che si trovano ad una distanza dalla loro stella dell’ordine di 0.05 UA Circa l’1% delle stelle di tipo F, G e K hanno un hot Jupiter La distribuzione dei periodi orbitali mostra un massimo per P ~ 3 giorni Pianeti a < 0.1 UA = 182 Pianeti con a < 0.05 = 118 Formazione degli Hot Jupiters La quantità di materia presente nel disco protoplanetario a distanze così piccole dalla stella è molto minore di 1 MGiove Anche se la materia fosse disponibile la forza di attrazione della stella impedirebbe la formazione del pianeta Teorie della migrazione 1) Il protopianeta si forma a distanze molto maggiori dalla stella; l’interazione con il disco produce una migrazione verso le regioni più interne che si arresta quando il disco si disperde 2) Due o più pianeti di grande massa interagiscono, il risultato è la migrazione di uno di essi verso le regioni più interne del sistema Osservazioni di HD209458 b hanno mostrato che il pianeta ha un’estesa atmosfera dalla quale viene emesso idrogeno al tasso di 107 kg/s Il ‘’tempo di evaporazione’’ di un hot jupiter dipende dalla sua massa e dalla distanza dalla stella Si stima che in 5 109 anni HD 209458 b abbia perso tra l’1% e il 7% della sua massa iniziale Metallicità delle stelle con pianeti In Astroficica con il termine ‘’metalli’’ sono indicati tutti gli elementi chimici tranne l’idrogeno e l’elio, il contenuto di metalli del Sole, in massa, è di circa l’1.8% La metallicità delle stelle è spesso espressa come [Fe/H], che rappresenta il logaritmo del rapporto tra l’abbondanza di Ferro in quella stella e quella del Sole (una stella con un’abbondanza di Fe 10 volte maggiore del Sole avrà [Fe/H]=1, una con un’abbondanza 10 volte minore avrà [Fe/H]=-1) Il Ferro non è il ‘’metallo’’ più abbondante nelle stelle, viene usato come riferimento in quanto la sua abbondanza è tra le più facili da misurare I valori di metallicità osservati sono compresi nell’intervallo -4 < [Fe/H] < +1 Per le stelle di Popolazione I: -1 < [Fe/H] < +1 Per le stelle di Popolazione II: -4 < [Fe/H] < -1 Una delle caratteristiche più evidenti delle stelle con pianeti è la loro elevata metallicità, la percentuale di stelle con pianeti è di circa il 3% per stelle con -0.5 < [Fe/H] < 0.0 ma sale al 25% per stelle con metallicità [Fe/H] > +0.3 Al momento è noto un solo pianeta extrasolare la cui stella ha [Fe/H] < -1.1 Teorie per l’alta metallicità delle stelle con pianeti 1) Il meccanismo di formazione dei pianeti è più efficace nei dischi protoplanetari ricchi di metalli 2) L’eccesso di metalli è dovuto all’inquinamento dell’atmosfera stellare causato alla caduta sulla stella di pianeti il cui processo di migrazione li ha spinti troppo vicini alla stella madre Eccentricità Nel Sistema Solare un solo pianeta, il che equivale al 13%, ha un’eccentricità maggiore di 0.10 (Mercurio e = 0.21) Tra i pianeti extrasolari il 57% ha un’eccentricità e > 0.1, con un valore medio di <e> ~ 0.25 Di norma le eccentricità maggiori si osservano nei sistemi multipli, quelle più basse per i pianeti con a < 0.1 UA Si ritiene che gli elevati valori di ‘’e’’ siano il risultato di un’interazione gravitazionale tra due o più pianeti, che comporta una modesta migrazione di uno di loro verso l’interno del sistema ma un significativo aumento dei valori di eccentricità Siti web sui pianeti extrasolari The Geneva Extrasolar Planet Search Programmes http://obswww.unige.ch/~udry/planet/planet_links.html Enciclopedia dei Pianeti Exstrasolari http://exoplanet.eu/ California & Carnegie Planet Search - http://exoplanets.org/ JPL Planet Quest - http://exoplanets.org/linkframe.html ESA Searching planets http://www.esa.int/esaSC/SEMYZF9YFDD_index_0.html Alla ricerca della vita Viviamo in un sistema planetario tipico ? Sole 51 Peg Nel nostro sistema planetario non si è verificata la “migrazione” di un pianeta gigante in prossimità del Sole Grazie al fatto che l’orbita di Giove è quasi circolare le orbite dei pianeti rocciosi risultano stabili Ma la nostra statistica sulla struttura dei sistemi planetari è ancora eccessivamente incompleta Quante civiltà “evolute” in una galassia ? L’equazione di Drake N = S fs n fn fi f c L N = numero di civiltà in grado di comunicare in una galassia; S = numero totale di stelle nella galassia; fs = frazione di stelle con sistemi planetari; n = numero medio di pianeti adatti per lo sviluppo della vita; fn = frazione di pianeti abitabili su cui la vita effettivamente si sviluppa; fi = probabilità che l’evoluzione produca civiltà ‘’evolute’’; fc = frazione delle civiltà evolute che cercano (o sono in grado) di comunicare; L = intervallo di tempo durante il quale una civiltà è in grado di comunicare Stime “ottimistiche”: 1000 Dmedia 2.200 a.l. Stime “pessimistiche”: 1 Problema della “distanza” Problema della “contemporaneità” La vita sulla Terra: tempi di evoluzione - 4.5 miliardi: nasce la Terra - 4 miliardi: prime rocce solide - 3.8 miliardi: diminuisce il bombardamento dei meteoriti - 3.5 miliardi: primi batteri età del Sole ~ 1.1 miliardi di anni - 543 milioni (Cambriano): compaiono migliaia di nuove specie, sono gli antenati degli animali e delle piante che oggi popolano la Terra - 3.5 milioni: età di Lucy (australopithecus afarensis) - 150.000: compare in Africa l’Homo Sapiens (tempi in anni dall’epoca attuale) E’ la regione entro la quale un pianeta ha una temperatura tale da poter mantenere l’acqua allo stato liquido sulla sua superficie La composizione dell’atmosfera del pianeta gioca un ruolo fondamentale Sulla Terra l’effetto serra innalza la temperatura media da -21 C a +15 C Fascia di abitabilità Venere Sole Mercurio Terra Marte Formazione degli elementi chimici La vita ha bisogno di “elementi pesanti”, ma il “Big Bang” ha prodotto solo idrogeno ed elio Gli altri elementi chimici si formano all’interno delle stelle Le “Supernovae”: alla fine della loro evoluzione le stelle di grande massa (M > 8 MSole) esplodono ed immettono nello spazio gli “elementi pesanti” precedentemente sintetizzati nel loro interno Inoltre “l’onda d’urto” favorisce il collasso di nubi interstellari Ma le Supernovae emettono anche fasci di particelle ad alta energia, raggi X e raggi g, capaci di distruggere ogni forma di vita nel raggio di migliaia di anni luce La posizione del Sole nella Galassia Localizzazione degli “elementi pesanti” Le regioni centrali della Galassia sono molto ricche di stelle e quindi di elementi pesanti, ma sono anche “pericolose” (Supernovae, interazioni tra stelle) Le regioni esterne sono “povere” di elementi pesanti Le regioni intermedie offrono le migliori condizioni Il Sole dista circa 30.000 anni luce dal centro della nostra galassia (la “Via Lattea”); è la regione più adatta per l’esistenza di pianeti abitabili Massa e “stabilità” del Sole Massa del Sole: 1.99 · 1030 kg 0.08 · MSole < Massa delle stelle < 100 · MSole Per lo sviluppo della vita su un pianeta è essenziale che il flusso di radiazione incidente (= temperatura) sia “costante”, ovvero che la stella attorno a cui orbita il pianeta sia “stabile” L Il Sole produce energia nel nucleo con reazioni di “fusione nucleare”: l’Idrogeno si trasforma in Elio nucleo Questa “fase evolutiva” del Sole ha una durata di 10 miliardi di anni Le stelle con M > 2.5 · MSole si evolvono T troppo rapidamente Se M = 2.5 · MSole l’idrogeno nel nucleo si esaurisce dopo 1 miliardo di anni Tra circa 5 miliardi di anni, esaurito l’idrogeno nel nucleo, il Sole si evolverà in “Gigante Rossa” La temperatura sulla superficie della Terra diventerà troppo elevata La fascia di abitabilità si sposterà verso regioni più esterne del Sistema Solare Questo processo avviene tanto più rapidamente quanto maggiore è la massa della stella Venere Il Sole Sole tra 5 miliardi di anni Mercurio Terra Marte Darwin Sarà costituito da una flotta di 5-8 navette in “constellation flight”: - 3-6 telescopi IR da 3-4m - 1 telescopio collettore (HUB) - 1 navetta di comunicazione Come potere risolutivo sarà equivalente ad un telescopio con diametro di alcune centinaia di metri Potrà fornire immagini di sistemi planetari ed analizzare la luce dei pianeti E’ una missione finanziata (?) dall’ESA Simulazione di un’immagine Darwin Venere, la Terra e Marte visti da 30 anni luce Terra Venere Marte La luce proveniente dal Sole è soppressa sfruttando l’interferenza distruttiva Darwin potrà ottenere gli spettri della luce riflessa dai pianeti L’O3 è un impronta di processi biologici