Stress biotici •Stress imposto da altri organismi Patogeno vegetale: Organismo che, per completare parte o tutto il suo ciclo vitale, cresce all’interno della pianta e nel fare ciò causa un effetto dannoso alla pianta stessa. I patogeni vegetali sono agenti infettivi che causano malattie nelle piante I patogeni vegetali causano annualmente il 10 – 30% di perdita di prodotto Fino al 25% dei geni di una pianta rispondono all’infezione di un patogeno La maggior parte delle piante sono resistenti alla maggioranza dei patogeni; la malattia è una eccezione , non la regola (es. Meno del 2% delle circa 100.000 specie fungine note sono in grado di causare malattia nelle piante). La “battaglia” tra le piante e i patogeni determina diversità nei geni di difesa e di patogenicità Molti tipi di organismi causano malattie nelle piante Nematodi sono grandi, anumali multicellulari Oomiceti Batteri Virus non sono cellulari ma semplici acidi nucleici impacchettati Batteri sono procarioti Funghi e Oomiceti sono eucarioti Funghi Funghi Large, E.C. 1940. Advance of the Fungi. Jonathan Cape, London. Una pianta può essere attaccata da più patogeni che possono prediligere tessuti specifici. Ciascun patogeno può dare origine a sintomi caratteristici della malattia. Oidio o Mal Bianco (Leveillula taurica) Virus del mosaico del pomodoro (TMV) What makes an interaction into a disease? (Disease triangle) Plants are exposed to countless microbes, but very, very few of these interactions lead to disease. Why? The pathogen must be able to overcome plant defenses The disease triangle (it takes three) Environment The host plant must be susceptible to the pathogen The environment must tip the balance in favor of the pathogen Strategie del patogeno per colonizzare la pianta: •Pressione meccanica o produzione di enzimi litici •Penetrazione attraverso aperture naturali •Penetrazione attraverso le ferite Strategie del patogeno per utilizzare la pianta come substrato di crescita Necrotrofi Biotrofi Emibiotrofi Come si difendono le piante dai patogeni? Difese costitutive: -barriere strutturali: es., cuticola, periderma, parete cellulare -metaboliti secondari tossici Difese indotte: - risposta locale: induzione di una serie di reazioni metaboliche al sito di infezione mirate a bloccare l’ingresso del patogeno -risposta sistemica (Resistenza sistemica acquisita, SAR) Difese costitutive delle piante: Protezione delle superfici La cuticola è formata da cutina e cere Il periderma, il tessuto che forma la corteccia esterna del fusto e radici durante l’accrescimento secondario delle piante, contiene la suberina Cutina, cere e suberina: lipidi associati alla parete per ridurre le perdite di acqua e impedire l’ingresso di patogeni (in quanto ne rallentano la germinazione per carenza di umidità) Cuticola Parete cellulare cuticola Strato cuticolare Parete cellulare primaria Membrana plasmatica Parete cellulare vegetale: una barriera contro numerosi patogeni Pectine Emicelulose Proteine Cellulosa Lignina Polimero di composti fenolici, specialmente fenilpropanoidi Alcol p-cumarilico Rinforza la parete cellulare Aumenta la resistenza all’attacco dei funghi/patogeni La sintesi di lignina elimina H2O dalla parete e forma una trama idrofobica che lega la cellulosa e previene l’estensione cellulare Proteine strutturali e funzionali della parete cellulare vegetale Le proteine strutturali formano legami nella parete •In generale, sono delle glicoproteine, ricche in aminoacidi idrossiprolina, prolina o lisina. •Sono idrofiliche e possono formare legami H. •NH3 della lisina può legarsi con COOdegli ac. pectici. •Possono formare legami covalenti (estensina) tra residui di tirosina HRGP, GRP e PRP • Appena secrete sono relativamente solubili • Diventano sempre più insolubili durante la maturazione cellulare o a seguito di ferite e attacco dei patogeni • Si ritiene che il processo di insolubilizzazione sia dovuto a legami intramolecolari di difeniletere fra le tirosine • Vengono indotte durante le ferite o attacco dei patogeni AGP •Sono proteine arabinogalattaniche altamente glicosilate: il 90% della massa puo’ essere degli zuccheri! •Potrebbero essere importanti nella segnalazione durante il differenziamento Proteine con attività enzimatica •Enzimi ossidativi – perossidasi •Enzimi idrolitici – pectinasi, cellulasi •Enzimi per l’estensione cellulare – espansine •Inibitori degli enzimi secreti dal patogeno Patogeni producono enzimi capaci di degradare la parete GLU PL XIL Inibitore proteico della poligalatturonasi (PGIP) Riduce l’attività macerante della PG Favorisce l’accumulo di OG Difese costitutive delle piante: Metaboliti secondari tossici Metaboliti secondari Le piante producono una vasta gamma di composti chimici organici che non sembrano avere una funzione diretta sulla loro crescita e sviluppo. Queste sostanze sono note come metaboliti secondari o prodotti naturali. Distinzione tra Metaboliti primari e secondari In assenza di una distinzione basata sulla struttura o sulla biochimica, si può effettuare solo una distinzione di tipo funzionale: Metaboliti primari: Partecipano nella nutrizione e nei processi metabolici essenziali della pianta. Metaboliti secondari: Influenzano le interazioni ecologiche tra la pianta e il suo ambiente. I metaboliti secondari a differenza dei metaboliti primari si ritrovano soltanto in singole specie vegetali o in un gruppo di specie vegetali tassonomicamente affini. RUOLI FISIOLOGICI Influenzano le interazioni ecologiche tra la pianta e il suo ambiente. ·Difesa delle piante contro microrganismi patogeni e erbivori ·Attrazione per animali impollinatori e che partecipano alla dispersione del seme ·Competizione tra specie di piante (allelopatia) Esistono 3 gruppi principali di metaboliti secondari •Terpeni •Composti fenolici •Composti contenenti azoto Terpeni Sintetizzati a partire dall’acetil CoA o da intermedi della glicolisi Si formano per fusione di unità isopreniche a 5 atomi di carbonio Si classificano in base al numero di unità isopreniche: • monoterpeni (2 unità, es. piretroidi) • sesquiterpeni (3 unità, es. gossipolo) • diterpeni (4 unità, es. acido abietico contenuto nelle resine) • triterpeni (6 unità, saponine) • politerpeni (n unità, gomma) Comprendono circa 25.000 differenti composti Esempio di monoterpene Le zone chiare indicano le regioni di attacco degli scarafaggi della corteccia sul tronco di un pino. La resina prodotta in seguito all’attacco contiene terpeni (a- e bpinenemonoterpeni) tossico per l’insetto. Monoterpene Monoterpene Piretroidi (esteri monoterpenici) Piretro della Dalmazia (Tanacetum cinerariifolium (Trevir.) Sch.Bip. Famiglia delle Asteracee Es: deltametrina Esempio del meccanismo d’azione dei piretroidi come insetticidi Similitudini……………… Modello per il meccanismo di attivazione della H+-ATPasi da parte della fusicoccina prodotta dal fungo patogeno Fusicoccum amygdali (patogeno del pesco, mandorlo) Composti fenolici Sostanze aromatiche che si formano attraverso la via dell’acido scichimico o dell’acido mevalonico. La fenilalanina è un intermedio nella via biosintetica della maggior parte dei fenoli vegetali es. lignina, antocianine, fitoalessine, tannini Comprendono circa 8.000 differenti composti Es. Stilbeni tra cui il resveratrolo (es. allelopatia) (fitoalessine) (fitoalessine) fitoalessine Composti a basso peso molecolare con attività antimicrobica. Vengono anche indotte in seguito ad infezione di patogeni I flavoni e i flavonoli servono come difesa e come protettori dalle radiazioni UV (in quanto hanno la capacità di assorbire fortemente nella regione UV lasciando passare le lunghezze d’onda del visibile, fotosinteticamente attive) Struttura parziale della lignina Componenti della lignina Alcohol coumaryl CH2OH Tannini Si distinguono in due classi sulla base del percorso biosintetico: •Tannini condensati •Tannini idrolizzabili Modalità d’azione dei tannini con le proteine È stato dimostrato che in molti tessuti vegetali sono presenti enzimi che nell’intestino degli erbivori ossidano i fenoli nella corrispondente forma chinonica Diventano difficilmente assimilabili per gli erbivori Composti contenenti azoto Sono sintetizzati a partire da amminoacidi Sono molto tossici per gli erbivori e, se ingeriti in quantità sufficienti anche per l’uomo (es: la stricnina, l’atropina e la coniina contenuta nella cicuta) Comprendono circa 12.000 differenti composti -Alcaloidi, l’atomo di azoto è presente normalmente in un anello eterociclico -I glucosidi cianogenetici liberano acido cianidrico (HCN) -I glucosinolati, contengono S, principalmente presenti nelle crucifere La degradazione dei glucosidi cianogenetici e dei glucosinolati è un processo enzimatico a 2 tappe Nel tessuto intatto non avviene perché il substrato e l’enzima sono accumulati in differenti comparti cellulari Glicosidi cianogeni O glucose CH3 C CH3 CN glucosidasi CH3 OH CH3 CN Linamarina in Trifolium, Lotus L’HCN è un veleno, interviene a livello della catena di trasporto degli elettroni nel mitocondrio (CN- reagisce con Fe+++ della CITOCROMO OSSIDASI e forma un complesso CNCITOCROMO OSSIDASI, relativamente stabile con conseguente INIBIZIONE DELLA CATENA RESPIRATORIA MITOCONDRIALE (blocco della fosforilazione ossidativa e della produzione di ATP)) + glucose C Spontaneamente o idrossinitrile liasi CH3 C CH3 O + HCN L'amigdalina è un glucoside cianogenetico contenuto nei semi di diverse Rosacee (in gran quantità in quelli di mandorle amare). La beta-glucosidasi non si riscontra nei tessuti dei mammiferi, ma la flora batterica intestinale umana appare in grado di degradare in parte l'amigdalina (tramite enzimi simili alla beta-glucosidasi); Una eccessiva ingestione di semi di uva, mele, pere o il nocciolo della pesca, dell'albicocca è sconsigliata perché causa liberazione nell'organismo di acido cianidrico che può portare a morte per asfissia. glucosinolati Contengono zolfo e azoto Questi prodotti aqiscono da difesa in quanto sono tossici per gli erbivori e hanno un gusto repellente. R N—C S isotiocinato S—glucosio mirosinasi R—C N—O—SO3 SH spontanea mente R-C N-O-SO3- – R-C=N + glucosio SO4 – nitrile Amminoacidi non proteici Modalità d’azione La canavanina viene legata al tRNA dell’arginina determinando la non funzionalità della proteina Lectine Proteine che si legano ai carboidrati o alle glicoproteine. In seguito ad ingestione si legano alle cellule dell’epitelio del tratto digerente interferendo con l‘assorbimento delle sostanze nutritive Inibitori dei processi digestivi degli erbivori -Inibitori delle a-amilasi: impediscono la digestione dell’amido -inibitori di proteinasi: bloccano l’azione degli enzimi proteolitici legandosi al loro sito catalitico (es. legandosi alla tripsina o chimotripsina) Le piante transgeniche sovraesprimenti inibitori di proteinasi sono più resistenti all’attacco degli insetti Gli inibitori di proteasi sono un esempio di risposta indotta Come avviene? polipeptide di 18 aa La sistemina rappresenta l’unico ormone proteico finora noto nelle piante Risposte di difesa inducibili Le piante posseggono numerosi meccanismi di difesa indotti •Risposta di ipersensibilità (HR) •Produzione di ROS •Sintesi di NO •Sintesi di proteine PR •Fortificazione della parete cellulare •Sintesi di sostanze ad attività antimicrobica Attivazione temporale delle difese indotte Terminologia da ricordare……….. Interazione compatibile e incompatibile Descrive l’interazione ospite-patogeno dal punto di vista del patogeno. Interazione incompatibile: indica una interazione in cui l’ospite è resistente e quindi il patogeno non colonizza la pianta ospite Interazione compatibile: indica una interazione in cui l’ospite è suscettibile al patogeno e quindi il patogeno colonizza la pianta ospite. Risposta ipersensibile (HR) La risposta HR consiste in una rapida e localizzata morte cellulare Foglie di tabacco infettate con TMV che mostrano la risposta HR Tentativo di invasione di un nematode su radici di pomodoro Interazione incompatibile: risposta HR a livello della zona di migrazione (A) e dei siti di tentata penetrazione (B) Interazione compatibile (C): è evidente la colonizzazione del tessuto ospite e le maggiori dimensioni del nematode Controllo della morte cellulare durante la risposta HR indotta dal TMV: quali sono i segnali che attivano la morte cellulare delle prime cellule infettate? Jean T. Greenberg Developmental Cell Volume 8, Issue 6 2005 799 - 801 http://dx.doi.org/10.1016/j.devcel.2005.05.005 Degrade or Die: A Dual Function for Autophagy in the Plant Immune Response Produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) Uno dei primi eventi che seguono l’attacco del patogeno è l’accumulo apoplastico e citosolico di specie reattive dell’ossigeno (ROS) - perossido di idrogeno (H2O2) - anione superossido (O2) - radicale idrossile (OH ) ROS possono essere generate da una serie di meccanismi enzimatici nell’apoplasto: - NADP(H) ossidasi - ammino ossidasi - ossalato ossidasi (ossalato + O2 + 2 H+ ⇄ 2 CO2 + H2O2) - perossidasi Questo fenomeno è chiamato “scoppio ossidativo” (oxidative burst) Ruoli proposti per le ROS nella risposta di difesa: •H2O2 tossica per il patogeno •In presenza di Fe, produzione del radicale idrossile (OH ) altamente reattivo •Rafforzamento della parete cellulare (cross-linking di HRGP e PRG ai polisaccaridi di parete; aumento della velocità di formazione del polimero di lignina incrementando l’attività perossidasica) •Ruolo nella segnalazione (induce l’acido benzoico 2idrossilasi, la glutatione S-transferasi) •Alterazione del bilancio redox (molti fattori di trascrizione dei mammiferi sono regolati dallo stato redox cellulare) Produzione di ROS in una cellula vegetale (coltura in vitro) al sito di penetrazione da parte di un patogeno avirulento Colorazione istochimica dell’anione superossido/perossido di idrogeno Piante transgeniche di patata che sovraesprimono la glucosio ossidasi di Aspergillus niger per la produzione di H2O2. E’ evidente che le piante transgeniche sulla destra non sono attaccata dal fungo Verticillium dahliae. La produzione di NO viene indotto durante l’interazione incompatibile L’ossido nitrico è una molecola segnale che nei mammiferi regola diversi processi biologici dei sistemi immunitario, nervoso e vascolare. Nelle piante viene indotta una rapida sintesi de novo di NO in seguito al riconoscimento di batteri avirulenti. Intensifica l’induzione della morte cellulare causata da ROS (ROS da solo è insufficente ad indurre morte cellulare) Induce numerosi geni implicati nella risposta di difesa Il rafforzamento della parete cellulare e attività extracellulari contribuiscono alla risposta di restenza •Formazione di papillae di callosio e lignina •Rapido cross-linking delle HRGP extracellulari •Modulazione dell’attività idrolitica delle PG fungine ad opera della PGIP Induzione di Proteine PR “Pathogenesis-Related proteins” Families PR-1 Type member Tobacco PR-1a Properties antifungal PR-2 Tobacco PR-2 b-1,3-glucanase PR-3 Tobacco P, Q chitinase type I,II, IV,V,VI,VII PR-4 Tobacco 'R' chitinase type I,II PR-5 Tobacco S thaumatin-like PR-6 Tomato Inhibitor I proteinase-inhibitor PR-7 Tomato P69 endoproteinase PR-8 Cucumber chitinase chitinase type III Tobacco 'lignin-forming PR-9 peroxidase' peroxidase PR-10 Parsley 'PR1' 'ribonuclease-like' PR-11 Tobacco 'class V' chitinase chitinase, type I PR-12 Radish Rs-AFP3 defensin PR-13 Arabidopsis THI2.1 thionin PR-14 Barley LTP4 lipid-transfer protein PR-15 Barley OxOa (germin) oxalate oxidase PR-16 PR-17 Barley OxOLP Tobacco PRp27 'oxalate oxidase-like' unknown Aumento di enzimi idrolitici Co-espressione della glucanasi e chitinasi in tabacco produce i migliori risultati per la resistenza al fungo Cercospora nicotianae Aumento di enzimi idrolitici Piante transgeniche di tabacco che esprimono la glucanasi in antisenso. I sintomi dell’infezione da TMV sono minori nella pianta transgenica (foglia superiore) rispetto alla pianta di controllo. In questo modo si è ridotta l’attività glucanasica che il TMW induce in tabacco per rimuovere il callosio dai plasmodesmi. Aumento di fitoalessine Sovraespressione della stilbene sintasi in tabacco che porta alla formazione della fitoalessina rasveratrolo (conferisce resistenza alla B. cinerea) Le piante posseggono numerosi meccanismi di difesa indotti •Risposta di ipersensibilità (HR) •Produzione di ROS •Sintesi di NO •Sintesi di proteine PR •Fortificazione della parete cellulare •Sintesi di sostanze ad attività antimicrobica Risposta sistemica acquisita (SAR) Risposta sistemica acquisita (SAR) Virus, funghi e batteri sono in grado di attivare in modo sistemico uno specifico sottogruppo di risposte di difesa nota come SAR, che implica la produzione locale di SA e un segnale floemamobile. Acido salicilico (SA) (e acido benzoico (BA)) intervengono in numerose risposte di difesa BA e SA si accumulano ad elevate concentrazioni nelle immediate vicinanze del sito di infezione in una reazione incompatibile Piante di tabacco e Arabidopsis contenenti il transgene nahG (codificante la salicilato idrossilasi, che converte SA in catecolo) hanno una ridotta risposta di resistenza (es: al TMW) e non presentano l’induzione di numerosi geni di difesa Induzione sistemica degli inibitori di proteasi (e da stress da ferita) ad opera della sistemina Via di segnalazione della sistemina per l’induzione degli inibitori delle proteasi in pomodoro Fig. 13.25 TAIZ Come si attivano le risposte di difesa inducibili? L’attuazione delle risposte di difesa inducibili presuppone una capacità della pianta a: 1 percepire la presenza del patogeno (evento che viene definito di ‘riconoscimento’) 2 trasmettere l'informazione all'interno della cellula infettata e alle cellule limitrofe il sito d'infezione 3 indurre una serie di modificazioni, sia a livello del sito d'infezione che sistemiche, in grado di limitare l'invasione del patogeno Percezione del patogeno (evento di ‘riconoscimento’) Capacità della pianta di distinguere molecole self da molecole non-self • analogie con l’auto-incompatibilità gametofitica che previene l’autofecondazione in pianta ermafrodite Impollinazione Granello pollinico Meccanismi di auto- e ‘allo’- incompatibilità che impediscono la auto- o ‘allo’- impollinazione Stigma Papilla stigmatica Stilo Impollinazione Impollinazione Riconoscimento •Le piante utilizzano i “pattern recognition receptors (PRRs)” presenti sulla membrana plasmatica per percepire dei potenziali patogeni presenti nell’ambiente. •PRRs riconoscono delle specifiche strutture conservate presenti nei microrganismi che sono chiamate “pathogen-associated molecular patterns (PAMPs)” •Questo riconoscimento conduce alla “PAMP-triggered immunity (PTI)”, che previene efficacemente la colonizzazione della pianta ospite dai non-patogeni. •Il sistema meglio studiato di PTI è la via dipendente dall’FLS2. FLS2 riconosce il PAMP flg22 che è un componente della flagellina batterica. Meccanismo di rimozione di FLS2 attivato •I patogeni posseggono dei fattori di virulenza o effettori (“effectors”) che sopprimono la PTI. Questo conduce alla “effector-triggered susceptibility (ETS)” e il patogeno causa la malattia. •Di conseguenza alcune piante hanno evoluto dei geni di Resistenza (R) che riconoscono gli effettori o la loro attività. Questo conduce alla “effectortriggered immunity (ETI)” e la pianta non si ammala. •Sia la PTI che ETI determinano l’induzione dei geni di difesa. A zigzag model illustrates the quantitative output of the plant immune system From: The plant immune system Jonathan D. G. Jones & Jeffery L. Dangl Nature 444, 323-329(16 November 2006). doi:10.1038/nature05286 PRR PTI ETI Esempio di PRR e PAMP Struttura dei prodotti dei geni R e di alcune proteine coinvolte nello sviluppo Il motivo LRR è stato dimostrato mediare le interazioni proteinaproteina e recettore-ligando. Tre possibili modi per riconoscere il patogeno Geni di Avirulenza o geni Avr e i loro prodotti “effettori” Un patogeno che possiede geni Avr è considerato nonvirulento (Avirulento) su una pianta che possiede un gene R corrispondente; I prodotti dei geni Avr sono effettori. L’associazione tra i geni Avr e R sono descritti nella interazione gene-for-gene di Flor. Percezione del segnale Modello gene-per-gene proposto da Flor Quattro tipi principali di organizzazione dei geni R Meccanismi genetici che generano nuovi geni R Meccanismi genetici che generano nuovi geni R Trasmissione del segnale di riconoscimento Fig. 13.26 TAIZ Induzione delle risposte di difesa delle piante Trasmissione del segnale Molti segnali regolano l’espressione genica attraverso una cascata di proteine chinasi I mutanti di Arabidopsis ndr1 e eds1 dimostrano l’esistenza di distinte vie di segnalazione a valle del riconoscimento R-Avr Vie di segnalazioni parallele coordinano la complessa e localizzata risposta di difesa