DIDATTICA DELLA MATEMATICA 7° Lezione L’insegnamento della geometria nella scuola primaria Esempi e proposte QUANDO INIZIARE? «Geometria che passione! Dall’esperienza il metodo: un percorso per i primi tre anni della scuola primaria» Paola Soffientini (articolo allegato) COME INIZIARE? Nella scuola primaria si pongono le basi di un percorso che durerà nel tempo; non serve quindi erudizione ma educazione dello sguardo. Per introdurre perciò gli elementi basilari della geometria è bene evitare le definizioni astratte, spesso inesatte nei testi: la definizione è l’esito di un percorso ed è efficace quando da il nome ad una esperienza che si è fatta e su cui si è riflettuto. «I bambini della scuola primaria sono all’inizio di un cammino, che verrà ripreso e approfondito molte volte. Incominciamo il lavoro scolastico sulla geometria seguendo un metodo generale: proporre esperienze ricche, tenendo conto anche delle esperienze di cui è già ricco il bambino… accompagnandolo a decifrare, osservare rappresentare , raccontare, fino ad elaborare con l’immaginazione gli oggetti astratti, ideali della geometria.» (dal testo ‘Fare matematica’) "la fantasia mette in atto delle operazioni che si potrebbero chiamare di "estrapolazione", operando un "passaggio al limite". Per esempio, dalla sensazione di un corpicciolo molto piccolo (e già questa espressione esprime un giudizio molto soggettivo), la fantasia elabora l’immagine del "punto geometrico". A questo proposito, vale la pena di ricordare che negli "Elementi" di Euclide, e poi nella successiva letteratura geometrica greca, il termine che oggi viene tradotto con "punto" aveva il significato letterale di "segno": cioè indicava un "posto" elementare ed indivisibile. Analogamente, dalla osservazione di un filo teso la fantasia elabora l’immagine di un segmento di retta, cioè di qualche cosa che non può avere una realizzazione materiale, perché è, come si suol dire, "infinitamente sottile". Osservazioni analoghe si possono fare su ciò che la fantasia elabora quando si costruisce l'immagine di una porzione di piano. Tenendo presenti queste osservazioni, si usa dire che la geometria tratta di oggetti della nostra esperienza "idealizzati"." (C. F. Manara Che cosa è geometria) DA COSA INIZIARE «…sono numerosi gli autori, tra i quali ricordiamo Speranza, che mettono in evidenza come la geometria prende le mosse dall’esperienza spaziale, visiva e tattile (vedere e toccare gli oggetti) o anche motoria (noi ci muoviamo tra gli oggetti e li spostiamo). Il primo approccio alla geometria è quindi di tipo fisico; ma già fin dai primi momenti si formano le “immagini mentali” che possono essere visioni mentali, o anche capacità di interagire con la realtà spaziale. Per questa ragione, acquista un forte significato didattico coinvolgere i bambini in attività che partono da figure solide fin dal primo anno di scuola primaria per poi passare, appena se ne sente la necessità, al piano, e continuare negli anni successivi a “giocare” al passaggio tra spazio e piano e viceversa. In quest’ottica, è bene tener conto che i bambini all’ingresso nella scuola primaria avranno già numerose competenze “ingenue” anche relative al mondo 2D, acquisite in ambiente scolastico o extrascolastico, che non devono essere sottovalutate» (‘Prima vengono i solidi’ Silvia Sbaragli NRD, Bologna; articolo allegato) Proposta di percorso (dal testo: Fare Matematica) a) Rappresentazione mentale dello spazio Attraverso la descrizione si verifica e si approfondisce l’uso corretto dei termini ( fuori/dentro, chiuso/aperto, vicino/lontano, davanti/dietro, sinistra/destra, sopra/sotto) , imparando a distinguere il riferimento a sé, e il riferimento ad un punto fuori di sé. Inizia la scoperta della distinzione tra direzione e verso, la configurazione del piano orizzontale e direzione verticale, la consapevolezza delle simmetrie del proprio corpo e la lateralizzazione. Riconoscere e denominare… a) Nello spazio Le prime esperienze avvengono nello spazio, per questo si propone di iniziare il riconoscimento di forme dello spazio tridimensionale, per poi passare al piano e alle linee. Questa esplorazione ha lo scopo di acquisire un linguaggio attraverso esperienze di cui si prende consapevolezza, imparando a dare un nome alle figure che il bambino vede ed agli oggetti che utilizza. N.B.: attenzione alla parola ‘solido’ : nel linguaggio comune non ha lo stesso significato che nel linguaggio geometrico. b)…nel piano… Per passare dai solidi alle superfici si possono fare proiezioni e sezioni, ottenendo un tipo di forma geometrica a cui è stata ‘tolta’ una dimensione: è un primo passo verso gli enti geometrici ideali. Ci si muove didatticamente per arrivare a riconoscere che nella realtà non c’è il quadrato, ma oggetti a forma quadrata…, e a saper distinguere la regione interna di una figura dal suo contorno. c) …elementi ad una sola dimensione… Manipolando oggetti e disegnando si arriva a dare senso ad altri termini: linea, lati di un poligono, spigoli di un prisma, retta, semiretta, segmento. N.B.: non introdurre termini che poi non vengono ripresi, poiché la conoscenza della geometria è conoscenza di relazioni, i nomi specifici servono ad esprimere relazioni; non servono nomi che poi vengono messi da parte. d) …punti come elementi privi di dimensione… Incontriamo gli estremi di una linea, il punto di partenza, il punto di arrivo, i vertici di un cubo. Non bisogna avere fretta di parlare del punto come oggetto senza dimensioni; si può lasciare che i termini fondamentali siano inizialmente solo intuizioni e che la mente di ciascuno compia il lungo processo personale di astrazione necessario per arrivare ad una visione astratta. Si potrà a questo punto arrivare a formalizzare e denominare in modo più rigoroso. L’infinito appare all’orizzonte • «E che si possa prolungare una linea retta finita continuamente in linea retta» Sia con la retta che con il piano si incontrano oggetti illimitati; è utile per aiutare l’immaginazione usare il metodo di Euclide: partire da oggetti finiti e prolungarli indefinitamente. • Attenzione a non dare immagini fuorvianti: dicendo che due rette non parallele si incontrano in un punto accediamo all’idea di rette e segmenti fatti di punti. Ma i punti in un segmento sono infiniti , mentre se si disegna un segmento fatto di punti, il loro numero non può essere che finito! Tale ‘dissidio’ tra il linguaggio comune e il linguaggio matematico è dovuto alla differenza tra il mondo fisico e il mondo delle rappresentazioni astratte. Quindi: non essere ingenui nel fornire immagini e paragoni che potrebbero mostrarsi poi come un ‘ostacolo didattico Costruire per dominare razionalmente Per passare dalla denominazione degli oggetti geometrici al riconoscimento di proprietà e relazioni significative è necessario per i bambini costruire figure geometriche e manipolarle. È necessario quindi introdurre l’uso degli strumenti (riga, squadra, compasso) esercitando l’uso della manualità. È necessaria anche una nomenclatura più complessa che viene introdotta man mano che si opera. Non è significativo, infatti, iniziare il lavoro con la comunicazione verbale di definizioni astratte. Apprendere in modo stabile Si arriva così in modo naturale ad un primo approfondimento razionale, continuamente supportato dal piano dell’esperienza. È il momento giusto per operare delle classificazioni (triangoli, quadrilateri,…) delle sistematizzazioni, delle schematizzazioni che aiutino a memorizzare con facilità tutto il lavoro svolto Due nota bene 1) La perpendicolarità può essere inizialmente introdotta legandola alle posizioni ‘verticale’ e ‘orizzontale’ perché appartengono all’esperienza personale del movimento nello spazio, ma poi è necessario passare lentamente ma in modo chiaro alla configurazione geometrica 2) In geometria l’angolo ha un significato diverso che nel linguaggio comune; in geometria l’angolo è ognuna delle parti di piano delimitata da due semirette che hanno l’origine in comune, nel linguaggio comune diciamo: ‘mettiti nell’angolo’, oppure ‘quella casa fa angolo con l’Ufficio postale’. Possono quindi essere utili esperienze preparatorie come semplici piegature con la carta, costruzioni di ventagli,… per arrivare poi al corretto significato e successivamente alle classificazioni relative. DUE ESPERIENZE • Percorso di geometria di Paola Soffientini • Dal tridimensionale al bidimensionale di Elena Scubla LE TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE TRASFORMARE Ogni giorno facciamo esperienza di trasformazioni nello spazio: • ci si sposta nello spazio • si cambia posto agli oggetti • ci si guarda allo specchio • si deformano cose ( con gli elastici, in cucina,..) • la terra ruota su se stessa e intorno al sole • ….. Dalla necessità di razionalizzare anche questo tipo di esperienze nasce, in geometria, il concetto di trasformazione geometrica TRASFORMARE Cosa vuol dire, in geometria, trasformare una figura F in una figura F’ ? Vuol dire che ogni punto di F si trasforma in uno e un solo punto di F’ e viceversa. Si apre così una questione interessante: quali aspetti di una figura restano immutati e quali no? Cioè quali sono gli invarianti? La risposta a questa domanda classifica il tipo di trasformazione che si sta attuando. Siano F ed F’ due poligoni che si corrispondono in una trasformazione. • Se F ed F’ hanno lati ed angoli corrispondenti congruenti, allora la trasformazione è un’isometria • Se F ed F’ hanno angoli corrispondenti congruenti e lati corrispondenti in proporzione, allora la trasformazione è una similitudine • Se F ed F’ non hanno né angoli corrispondenti congruenti né lati corrispondenti in proporzione, ma il numero di lati non varia , allora la trasformazione è una affinità ( Es.: un quadrato che diventa un parallelogramma) Generalizziamo: • Una trasformazione geometrica del piano è una corrispondenza biunivoca del piano in se stesso, cioè ogni punto del piano ha uno ed un solo corrispondente nel piano stesso. • I punti che corrispondono a se stessi si chiamano punti uniti della trasformazione ed, in generale, quelle figure che, trasformate, coincidono con se stesse si chiamano elementi uniti della trasformazione. • Le trasformazioni a cui ci riferiamo in questa sintesi trasformano rette in rette, segmenti in segmenti, lasciano inalterate cioè le caratteristiche essenziali delle figure geometriche • Se in una trasformazione i segmenti corrispondenti sono congruenti, allora la trasformazione è una isometria. • Se il rapporto tra segmenti corrispondenti è costante allora la trasformazione è una similitudine. • Se le figure trasformate mantengono solo le caratteristiche fondamentali (numero di lati, parallelismo tra rette, appartenenze) allora la trasformazione è una generica affinità. Esaminiamo le trasformazioni che compaiono nelle Indicazioni Nazionali Simmetria assiale (Riflessione) Si dice simmetria assiale di asse r la trasformazione che associa ad ogni punto della retta r se stesso e ad ogni punto P del piano, non appartenente ad r, il punto Q tale che il segmento PQ sia perpendicolare ad r e tale che il punto medio di PQ appartenga ad r. r SIMMETRIA CENTRALE Si dice simmetria centrale di centro O la trasformazione che ad O associa se stesso e che ad ogni punto P, diverso da O, associa il punto Q, per il quale O è punto medio del segmento PQ Scopriamo alcune proprietà: a) con GeoGebra b) con il disegno In una simmetria la distanza tra due punti è uguale alla distanza tra le rispettive immagini. Il simmetrico di un segmento è ancora un segmento Il simmetrico di un angolo è un angolo della stessa ampiezza Il simmetrico di un triangolo è un triangolo congruente o isometrico ad esso …………….. Torniamo alle figure simmetriche Ora si può lavorare su domande del tipo: Quali figure hanno assi di simmetria? Quanti? Quali figure hanno centri di simmetria? Proviamo a rispondere: a) Tra i triangoli? b) Tra i quadrilateri? c) Cosa possiamo dire del cerchio? d) Cosa possiamo dire dei poligoni regolari? Traslazione La traslazione è una trasformazione che sposta ogni punto di una figura della stessa distanza e nella stessa direzione e stesso verso. Utilizzando un linguaggio più rigoroso, si può anche dire: la traslazione fa corrispondere ad ogni punto P del piano un punto P’, tale che𝑃𝑃′=𝑣 , essendo 𝑣 il vettore assegnato. Rotazione Dato un piano ed un suo punto O, viene chiamata rotazione di centro O ed angolo 𝛼, quella trasformazione del piano in sé che fa corrispondere ad ogni punto P del piano il punto P’, anch’esso del piano, in modo che risulti: · PÔP’ ≅ 𝛼 · OP’ ≅ OP Si considera l’angolo 𝛼 positivo se la rotazione avviene in senso antiorario, negativo se avviene in senso orario. Scopriamo alcune proprietà: a) con Geogebra b) con il disegno In una traslazione e in una rotazione la distanza tra due punti è uguale alla distanza tra le rispettive immagini. Il trasformato di un segmento è ancora un segmento Il trasformato di un angolo è un angolo della stessa ampiezza Il trasformato di un triangolo è un triangolo congruente ad esso …………….. ISOMETRIE E CONGRUENZE Tutte le trasformazioni che abbiamo introdotto conservano angoli e distanze, mantengono cioè inalterate forma e dimensioni delle figure sulle quali agiscono. Per tale ragione vengono chiamate isometrie. C’è però una differenza: Se prendiamo una figura e la sua traslata, facendola muovere quest’ultima nel piano, possiamo portarla a sovrapporsi alla figura di partenza. Così accade per la figura ruotata Ma la stessa cosa non accade per la figura riflessa: se vogliamo portare la trasformata a coincidere con la figura di partenza, dobbiamo uscire dal piano ed effettuare un ribaltamento nello spazio Per tale ragione rotazione e traslazione vengono chiamate congruenze, o isometrie dirette o movimenti rigidi. La simmetria assiale viene invece detta isometria indiretta, o ribaltamento • E la simmetria centrale? Facciamo una ricerca • Cosa accade se applichiamo ad un oggetto una simmetria, e poi al risultato la stessa? • Oppure una simmetria e poi un’altra diversa? Proviamo con GeoGebra CONCLUSIONI Applicando due volte la stessa simmetria si torna alla posizione di partenza Applicando due simmetrie assiali con assi paralleli si ottiene una traslazione Applicando due simmetrie assiali con assi incidenti si ottiene una rotazione di angolo doppio di quello individuato dai due assi Se gli assi sono perpendicolari si ottiene una simmetria centrale, ma anche una rotazione di 180° la simmetria centrale è una isometria diretta!!! ATTIVITÀ Dipingere con la tempera metà foglio di carta da pacchi poi piegarlo; cosa si ottiene? Oppure disegnare su un foglio piegato sopra uno di carta carbone….si possono vedere sia simmetrie centrali che riflessioni Osservare oggetti, foglie, fiori, il proprio corpo…. Ci sono simmetrie tra le lettere dell’alfabeto? Usiamo gli specchi (ovviamente li usa solo il docente e i bimbi guardano, oppure si mette in mano ai bambini materiale sicuro) ……… Qualche applicazione Le cornicette Qualche applicazione Il caleidoscopio è uno strumento ottico che si serve di specchi e frammenti di vetro o plastica colorati, per creare una molteplicità di strutture simmetriche. Il più rudimentale caleidoscopio è formato da un semplice tubo di cartone rivestito internamente di almeno due specchi (montati solitamente fra loro in modo da formare angoli di 60°); nella parte anteriore, separati dal corpo centrale da un vetro rotondo trasparente, sono inseriti dei frammenti colorati di varie forme e colori. Un vetro smerigliato chiude il tubo all'estremità. Immagine di un caleidoscopio a tre specchi Qualche applicazione La tassellazione del piano: Una tassellazione del piano è una collezione di poligoni che godono di alcune proprietà. I poligoni si chiamano facce della tassellazione; i loro spigoli (o lati) si dicono spigoli della tassellazione; i loro vertici si dicono vertici della tassellazione. Le proprietà da soddisfare sono le seguenti: 1) l’unione delle facce ricopre il piano; 2) date due facce si verifica una delle seguenti possibilità: sono disgiunte (cioè prive di punti comuni) hanno in comune uno spigolo hanno in comune un vertice 3) ogni vertice appartiene ad un numero finito di facce. http://archiviomacmat.unimore.it/geometria/geotupertu/mostrageotupertu/tassel.htm Verifica di equivalenze tra figure. (GeoGebra) Nello spazio L’argomento “simmetrie” può essere esteso alle figure solide, purché lo si limiti al centro di simmetria ed ai piani di simmetria. La ricerca di assi di simmetria in generale è molto impegnativa e non alla portata dei bambini della scuola primaria. L’argomento, ad ogni buon conto, non dovrebbe essere affrontato prima della IV classe. Esempi: Lo specchio è un piano di simmetria Il nostro corpo ha un piano di simmetria? Un cubo ha piani di simmetria, quanti? E un cono? ……………. Omotetia Definizione: Dato un numero reale k > 0, si definisce omotetia con centro O e rapporto k quella trasformazione che fa corrispondere ad un generico punto A del piano un punto A', allineato con O e con A, tale che sia: OA'/OA = k. L’omotetia, quindi, trasforma una figura geometrica in una figura avente la stessa forma di quella data, cioè simile a quella data; precisamente: gli angoli corrispondenti sono congruenti i lati corrispondenti sono proporzionali. L’omotetia è la base della riproduzione in scala. Riprodurre in scala Ridurre in scala è l'operazione fondamentale per la rappresentazione su carta del territorio o di qualsiasi oggetto , di grosse dimensioni. Scala di riduzione: rapporto tra la lunghezza misurata sulla carta geografica e la corrispondente lunghezza reale sulla superficie della terra. Tanto maggiore è la superficie che dobbiamo rappresentare sulla carta è più grande sarà la scala di riduzione che dobbiamo impiegare. Es: Se su una carta geografica trovo scritto1: 1.000.000 significa che 1 cm sulla carta corrisponde a 1.000.000 di cm nella realtà, cioè a 10 km.