I modelli della conoscenza scientifica Introduzione alla filosofia della scienza nel XX secolo Marcello D’Agostino Dipartimento di Scienze Umane Università di Ferrara Testi di riferimento D. Gillies, G. Giorello, La Filosofia della Scienza nel XX secolo, Laterza G. Boniolo et al., Filosofia della Scienza, (antologia di testi classici), Raffaello Cortina 1 Sommario • • • • Il modello euclideo Il neopositivismo logico Il falsificazionismo di Popper Paradigmi e programmi di ricerca Lezione 1 • I problemi fondamentali della filosofia della scienza • Il problema della demarcazione • Il problema della giustificazione • Dogmatismo vs. scetticismo 2 I problemi fondamentali della filosofia della scienza • Come si fa a scegliere fra due (o più) teorie rivali? • Come si distingue la scienza dal mito, dalla metafisica, dalla pseudoscienza? • Come si giustifica il ragionamento induttivo? • Qual è la struttura delle teorie scientifiche? • Qual è la dinamica del cambiamento scientifico? Il problema della demarcazione • Nel pensiero greco nasce come problema di distinguere la vera conoscenza (episteme) dalla mera opinione (doxa) • Nel XVIII secolo riemerge come il problema di distinguere la scienza dalle credenze religiose e dalla speculazione metafisica, e di spiegare la superiorità della scienza newtoniana • Oggi riguarda principalmente il contrasto fra scienza e pseudoscienza. 3 Il problema della giustificazione Come possiamo giustificare le nostre conoscenze? In particolare: • come possiamo giustificare le teorie scientifiche? • qual è la natura delle inferenze induttive? • cosa le distingue dalle inferenze deduttive? • come possono essere giustificate? È possibile conoscere? DOGMATISMO: Sì, ci sono cose che possono essere conosciute in modo certo e infallibile (Aristotele, Euclide, Spinoza, Cartesio, Neopositivisti) SCETTICISMO: No, niente può essere conosciuto in modo certo e infallibile (Pirrone, Sesto Empirico, Montaigne Hume, Feyerabend) 4 Lezione 2 • Il modello Euclideo • Inferenze deduttive/induttive • La predizione scientifica Euclide • Gli Elementi di Euclide (365-300 AC) sono il primo trattato di Geometria della storia e costituiscono il primo esempio dell’uso sistematico della dimostrazione come strumento di organizzazione e di giustificazione della conoscenza matematica. • La struttura degli Elementi è quella di un sistema assiomatico che, da Euclide in poi, è diventato un modello incontrastato per le teorie matematiche 5 La geometria euclidea: postulati 1. È possibile tracciare una linea retta da ogni punto a qualunque altro punto. 2. È possibile prolungare qualunque retta finita in una retta 3. È possibile descrivere un cerchio di qualunque centro e raggio. 4. Tutti gli angoli retti sono uguali. 5. Se una retta che attraversa due rette forma angoli interni sullo stesso lato la cui somma è minore di due retti, allora queste due rette, se prolungate indefinitamente, si incontrano dal lato in cui vi sono gli angoli la cui somma è minore di due retti. La geometria euclidea: definizioni Ecco alcuni esempi di definizioni: • Un punto è ciò che non ha parti. • Una linea è una lunghezza senza spessore. • Un angolo piano è l’inclinazione che hanno l’una all’altra due linee che si incontrano in un piano e non giacciono su una retta. • Quando una linea retta che si incontra con un’altra linea retta forma angoli adiacenti uguali, ciascuno di questi angoli è retto e le due rette vengono dette perpendicolari. 6 La geometria euclidea: nozioni comuni 1. Cose che sono uguali alla stessa cosa sono anche uguali l’una all’altra. 2. Se cose uguali vengono aggiunte a cose uguali, i risultati sono cose uguali. 3. Se cose uguali vengono sottratte da cose uguali, i risultato sono cose uguali. 4. Cose che concidono sono uguali. 5. Il tutto è maggiore della parte. Euclide: Proposizione 29 Teorema: due linee parallele tagliate da una trasversale formano angoli alterni interni uguali. a b c a+b = 180 b+c =180 dunque a = c (per le nozioni comuni) 7 Euclide: Proposizione 32 “La somma degli angoli interni di un triangolo è uguale è due retti.” a a c b c a+b+c = 180o Che cos’è una dimostrazione? Nel modello euclideo, una dimostrazione è un argomento che serve a giustificare una proposizione e a stabilirne la verità in modo indubitabile Una dimostrazione consiste di una successione di proposizioni che termina con la proposizione da dimostrare (teorema). Ciascuna proposizione della successione è o (1) un’assunzione (postulato o nozione comune), o (2) una definizione, oppure (3) un teorema dimostrato in precedenza (lemma) oppure (4) è una conseguenza immediata di una proposizione che la precede nella successione. P1, P2, P3, …., Teorema 8 Il modello euclideo Il modello Euclideo è basato sulla trasmissione della verità dall’alto verso il basso Postulati, nozioni comuni, definizioni verità deduzione Teoremi Inferenze deduttive/induttive Inferenza deduttiva Inferenza induttiva (1) Tutti i corvi sono neri (1) Tutti i cigni osservati finora sono bianchi (2) Gennarino è un corvo Dunque, Gennarino è nero (2) Giorgio è un cigno Dunque, Giorgio è bianco Nelle inferenze deduttive la conclusione è certamente vera (se lo sono le premesse). In quelle induttive la conclusione è solo probabile 9 La predizione scientifica Tutti I corvi sono neri In <x,y,z,t> c’è un corvo _____________________ II corvo in <x,y,z,t> è nero Una predizione consiste nel dedurre una proposizione osservativa da una teoria insieme a opportune condizioni iniziali, ipotesi ausiliari, teorie osservative, ecc. Se la previsione risulta vera, allora la teoria è confermata, altrimenti è confutata. Lezione 3 • La rivoluzione empirista • La sfida di Galileo • La scienza newtoniana 10 La rivoluzione empirista • Fra il XVI e il XVII secolo si fa strada una nuova visione della conoscenza, basata sul primato dell’osservazione e dell’esperienza. • Secondo questa nuova visione, nota come empirismo, le teorie devono essere basate sull'osservazione del mondo o su “oculate esperienze”, piuttosto che sull’intuizione o sulla fede. • La “logica della scienza” è basata sul fecondo ragionamento induttivo, a posteriori, piuttosto che sulla “sterile” logica deduttiva a priori. La sfida di Galileo • Il libro della natura è scritto in linguaggio matematico. Chi non comprende questo linguaggio è condannato a vagare in un “oscuro labirinto”. • Le argomentazioni logiche (i “discorsi”) devono accompagnarsi alle “oculate esperienze” (esperimenti non solo osservazioni). • Le osservazioni e gli esperimenti richiedono l’ausilio di strumenti tecnici (telescopio, piano inclinato): scienza e tecnica sono intrinsecamente connesse. 11 Newton Nei Philosophiae naturalis principia mathematica (1687), il più grande trattato scientifico che sia mai stato scritto, Newton sulla base di pochi semplici principi riuscì a spiegare un’enorme varietà di fenomeni che prima nessuno aveva messo in relazione fra loro: l’orbita eccentrica delle comete, le maree e le loro variazioni, il moto della luna e degli altri pianeti… Il principio di inerzia • “Corpus omne preservaare in statu suo quiescendi vel movendi uniformiter in directum, nisi quatenus illud a viribus impressis cogitur statum suum mutare” (I. Newton, Philosophiae Naturalis Principia Matematica, 1687). • Un corpo, non sottoposto a forze, mantiene indefinitamente il suo stato di quiete o di moto rettilineo ed uniforme (con velocità costante) 12 Il principio di proporzionalità • Mutationem motus proportionalem esse vi motrici impressae et fieri secundum lineam rectam qua vis imprimitur. • I cambiamenti nel moto sono proporzionali alla forza impressa e si esercitano lungo la direzione della stessa. Il principio di azione e reazione • “Actioni contrariam semper et aequalem esse reactionem, sive corporum duorum actiones in se mutuo semper esse aequales et in partes contrarias dirigi.” • Ad ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria. Quindi le mutue azioni fra due corpi sono sempre uguali e dirette in senso contrario 13 La legge di gravitazione Qualsiasi oggetto dell'Universo attrae ogni altro oggetto con una forza diretta lungo la linea che congiunge i baricentri dei due oggetti, di intensità direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza". Ciò equivale alla seguente formula: Il successo della scienza newtoniana • L’enorme successo della scienza newtoniana nel rendere conto di un’enorme varietà di fenomeni convinse molti scienziati che fossero state finalmente decifrate le leggi ultime che Dio ha imposto alla natura • Newton sosteneva di avere scoperto queste legge “deducendole” dai fatti! 14 Lezione 4 • L’induttivismo • Russell e l’induttivismo probabilistico • Il modello induttivista Glossario: • Teoria: Asserzione universale (e.g. “Tutti i pianeti si muovono lungo orbite ellittiche”). Una teoria si riferisce sempre a un dominio infinito di oggetti e perciò riassume un numero infinito di fatti. • Asserzione osservativa: enunciato che descrive un fatto osservabile (e.g. “allo zoo di Ferrare c’è un corvo bianco” • Contesto della scoperta: le procedure messe in atto dagli scienziati per “scoprire” le teorie scientifiche • Contesto della giustificazione: le procedure messe in atto dagli scienziati per giustificare le teorie (i.e. dimostrarne la verità). 15 L’induttivismo L’induttivismo è la concezione secondo cui le teorie scientifiche sono essenzialmente generalizzazioni di dati osservativi nel senso che a) Vengono scoperte a partire da un gran numero di osservazioni mediante generalizzazione b) Sono giustificate a partire dalle asserzioni osservative mediante inferenze induttive Bacone “Due sono, e possono essere, le vie per ricercare e scoprire la verità. La prima dal senso e dai casi particolari vola agli assiomi più generali e, in base a questi principi e alla loro immutabile verità, giudica e scopre gli assiomi medi: questa è la via oggi in uso. L’altra, invece, dal senso e dai casi particolari fa derivare gli assiomi, ascendendo senza interruzione e per gradi, fino a giungere da ultimo agli assiomi più generali: questa è la via vera, ma non ancora percorsa.” (Bacone, Nuovo Organo, I-19.) 16 Le leggi di Keplero 1. 2. 3. L’orbita descritta da un pianeta è un’ellisse di cui il Sole occupa uno dei fuochi (1608) Il raggio vettore che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta descrive aree uguali in tempi uguali (1609) I quadrati dei periodi di rivoluzione dei pianeti sono direttamente proporzionali ai cubi dei semiassi maggiori delle loro orbite. Secondo un opinione comune nel XVII secolo (condivisa da Newton) Keplero aveva “dimostrato” le sue leggi a partire dalle osservazioni di Tycho Brahe. E Newton stesso sosteneva di aver “dimostrato” la sua legge di gravitazione a partire dalle leggi di Keplero. L’autorità di Newton e il metodo induttivo “Non credo che il metodo induttivo avrebbe raggiunto il prestigio che di fatto ha conseguito se Newton non avesse appoggiato questa concezione del metodo della scienza con il peso della sua impressionante autorità. Penso anche che Bacone oggi sarebbe quasi dimenticato se Newton non si fosse espresso in favore del suo metodo. Enunciando la legge di gravitazione, Newton non si propose soltanto di risolvere uno specifico problema - quello di spiegare dinamicamente le tre leggi di Keplero - bensì pretese anche di far vedere come questa legge fosse non solo vera, ma dimostrabilmente certa, cercando d'introdurre un metodo di dimostrazione di tale certezza legato all'induzione.” (intervista a Karl Popper, 25/07/1989) 17 Russell • Secondo Bertrand Russell l’induzione è necessaria alla scienza, ma non infallibile. • L’induzione non può mai dimostrare la verità delle teorie, può solo accrescerne la probabilità • La nostra fiducia nell’induzione dipende dalla nostra credenza nell’uniformità della natura. Il principio di induzione/1 • (a) quando una cosa di tipo A si presenta insieme ad una cosa di un altro tipo B, e non si è mai presentata separatamente da una cosa del tipo B, quanto più grande è il numero dei casi in cui A e B si sono presentate assieme tanto maggiore è la probabilità che si presente-ranno insieme in un nuovo caso in cui si sa che è presen-te una delle due • (b) in circostanze eguali, un numero sufficiente di casi in cui due fenomeni si siano presentati assieme farà della probabilità che si presentino ancora assieme quasi una certezza; e farà sì che questa probabilità si avvicini illimitatamente alla certezza. 18 Il principio di induzione/2 • (a’) quanto più grande è il numero dei casi in cui una cosa del tipo A si presenta associata a una cosa del tipo B, tanto più è probabile (se non si conosce nessun caso in cui l’associazione sia mancata) che A sia sempre associato a B. • (b’) a parità di circostanze, un numero sufficiente di casi di associazione di A con B darà quasi la certezza che A sia sempre associato a B, e farà sì che questa legge generale si avvicini illimitatamente alla certezza. Induzione e uniformità Cosa ci induce a credere che la natura obbedisca a leggi universali? Il principio di uniformità della natura: tutto ciò che accade, è accaduto o accadrà è un esempio di qualche legge generale alla quale non vi sono eccezioni Cosa ci induce a credere che le inferenze induttive sono corrette? Il principio di induzione: Se non abbiamo mai osservato un A che non è B, allora quanto più grande è il numero di casi in cui abbiamo osservato che un A è B, tanto maggiore è la probabilità che tutti gli A siano B (che il prossimo A osservato sia B) 19 Il problema dell’induzione “L’uomo da cui il pollo ha ricevuto il cibo per ogni giorno della propria vita gli tirerà alla fine il collo, dimostrando che un’idea meno primitiva dell’uniformità della natura sarebbe stata utile all’animale.” B. Russell, I problemi della filosofia, 1912. Il problema è: “un qualsiasi numero di casi di adempimento di una legge nel passato ci dà la prova che quella legge verrà adempiuta nel futuro?” Il modello induttivista osservazioni esperimenti la predizione è confermata? teorie (= generalizzazioni) Inferenza deduttiva predizioni sì no la teoria è falsa Inferenza induttiva la teoria è più probabile 20 Lezione 5: • • • • Che cos’ la probabilità Tre concetti di probabilità Gli assiomi della probabilità Il teorema di Bayes La logica dell’incerto Come già osservava Locke (1632-1704), anche gli agenti più razionali prendono le loro decisioni non nella chiara luce della certezza nel “crepuscolo delle probabilità”. “Merita forse anche il titolo di conoscenza l'opinione fondata sulla plausibilità; […] Per questo credo che la ricerca sui gradi di probabilità sia estremamente importante; […] Così, quando non si potesse decidere con assoluta certezza una questione, si potrebbe almeno determinare il grado di probabilità alla luce dell'evidenza”. (G.W. Leibniz, Nuovi Saggi sull’Intelletto Umano). 21 Tre concetti di probabilità: la definizione classica Definizione classica: La probabilità di un evento è il rapporto tra il numero dei casi favorevoli e il numero dei casi possibili, purché questi ultimi siano ugualmente possibili. Quindi se i casi possibili sono n e i casi favorevoli sono nA, per la teoria classica la probabilità che accada l'evento A sarà: Tre concetti di probabilità: la definizione frequentista Definizione frequentista: La probabilità di un evento è il limite della frequenza (relativa) dei successi, cioè del verificarsi dell'evento, quando il numero delle prove tende all'infinito. 22 Tre concetti di probabilità: la definizione soggettivista Definizione soggettivista: La probabilità di un evento è il prezzo che un individuo razionale ritiene equo pagare per ricevere 1 se l'evento si verifica (e 0 altrimenti). Alessio è disposto a scommettere 1 contro 20 sul fatto che nel pomeriggio arrivi finalmente l'idraulico a riparare il rubinetto che perde da una settimana: attribuisce cioè a tale evento una probabilità ≥ 1/21 (meno del 5%). È come se ci trovassimo ad effettuare un sorteggio da un'urna con 1 pallina rossa (evento positivo = arrivo dell'idraulico) e 20 palline nere (eventi negativi = assenza dell'idraulico). Come si valuta la probabilità? Immaginiamo che ci sia una partita di calcio. Lo spazio degli eventi comprende (1) la vittoria della squadra di casa, (2) la vittoria della squadra ospite e (3) il pareggio. • Secondo la teoria classica esiste 1 probabilità su 3 che abbia luogo il primo evento • secondo la teoria frequentista ci si può dotare di un almanacco e controllare tutte le partite precedenti e calcolare la frequenza dell’evento “vittoria della squadra di casa”. • Secondo la teoria soggettivista, ci si può documentare sullo stato di forma dei calciatori, sul terreno di gioco e così via fino ad emettere una probabilità soggettiva. 23 Valutazione della probabilità soggettiva/1 - Considerate la seguente promessa: P: Pagherò S euro se l’Inter vince domenica prossima - Scommettere p x S sull’Inter (contro l’Inter) significa comprare (vendere) la promessa P per p euro - Il prezzo equo di P per il soggetto X è uguale a p x S se e solo se per X è indifferente (1) comprare P per p x S euro, (2) vendere P per p x S euro (3) non scommettere affatto. - Se p x S è il prezzo equo di P per X, allora la probabilità soggettiva della vittoria dell’Inter per X è uguale a p. Valutazione della probabilità soggettiva/2 La probabilità soggettiva di E per il soggetto X è uguale a p se e solo se per X è indifferente: - - pagare S euro a chi ne punta p x S se E si verifica - - puntare p x S euro per riceverne S se E si verifica - - non scommettere affatto su E. Esempio: se per me è indifferente: - - promettere di pagare 100 euro a chi ne punta 75 se l’Inter vince - - puntare 75 euro per riceverne 100 se l’inter vince - - non accettare nessuna di queste due scommesse - questo vuol dire che valuto 0,75 la probabilità di vittoria dell’inter - • 0,75 x 100 = 75. Qui S = 100 e p = 0,75. 24 Gli assiomi della probabilità 1. P(A) ≥ 0 2. P (A ∧ ¬A) = 0 3. P (¬A) = 1 - P(A) 4. P(A ∨ B) = P(A) + P(B) - P(A ∧ B) Esempio • Supponiamo che io valuti 0,6 la probabilità che l’Inter batta il Bologna e 0,2 la probabilità che il Bologna batta l’Inter. Qual è la probabilità che la partita non si concluda in un pareggio? • Dato che gli eventi “vittoria dell’Inter” e “vittoria del Bologna” sono esclusivi, la probabilità che una delle due squadre vinca è 0,6 + 0,2 = 0,8. 25 La scommessa olandese • Cosa succederebbe se io non applicassi la regola per la probabilità della disgiunzione di due eventi? • Supponiamo che, pur valutando 0,6 la probabilità di vittoria dell’Inter e 0,2 la probabilità di vittoria del Bologna io valutassi 0,75 la probabilità di vittoria di una delle due squadre. Probabilità condizionata Def. di Probabilità di A dato B (probabilità condizionata) P(A|B) = P(A ∧ B) / P(B) Da cui segue che P(A ∧ B) = P(A|B) x P(B) 26 Il teorema di Bayes Uno dei cardini della teoria della probabilità è il Teorema di Bayes, così chiamato dal nome suo inventore, il reverendo Thomas Bayes (1702-1761). P(H|E) = P(H) X P(E|H) ----------------------P(E) P(H|E) = probabilità a posteriori dell’ipotesi H data l’evidenza E P(E|H) = probabilità che E si verifichi assumendo che l’ipotesi H sia vera P(E) probabilità che E si verifichi sulla base della sola conoscenza di sfondo = Esempi P(H) X P(E|H) P(H|E) = ----------------------P(E) H = tutti i corvi sono neri E = Gennarino è nero P(E|H) = 1 P(E) < 1 dunque P(H|E) > P(H) H = L’assassino è il sig. X E= X è risultato positivo alla prova del guanto di paraffina Se X è un appassionato di tiro a segno: P(E|H) = P(E) dunque P(H|E) = P(H) 27 Probabilità e informazione/1 • Il 31 luglio a Palermo ci sarà il sole • Il 31 luglio a Palermo nevicherà • Quale di queste due asserzioni è più informativa? • Quale degli eventi descritti è più probabile? • I(A) = log 1/P(A) Probabilità e informazione/2 • • • • Domani piove e tira vento Domani piove e non tira vento Domani non piove e tira vento Domani non piove e non tira vento Il contenuto informativo di un’asserzione A, abbreviato come Inf(A), è tanto maggiore quanto maggiore è il numero di stati di cose possibile che essa esclude. A = Domani piove oppure non piove (non esclude nessuno stato possibile) B = Domani piove (esclude 2 stati possibili) C = Domani piove e tira vento (esclude 3 stati possibili) D = Domani piove e non piove (esclude tutti gli stati possibili) (A) < Inf(B) < Inf(C) < Inf(D) 28 Lezione 6: • • • • • Il neopositivismo logico La concezione scientifica del mondo Significato e verificazione Teoria e osservazione Verità analitiche e sintetiche Il neopositivismo logico Rudolf Carnap “La concezione scientifica del mondo non conosce enigmi insolubili. Il chiarimento dei problemi filosofici tradizionali conduce, in parte, a smascherarli quali pseudo-problemi, in parte a convertirli in problemi empirici. Se qualcuno afferma ‘esiste un Dio’, ‘il fondamento assoluto del mondo è l’inconscio […], noi non gli rispondiamo ‘quanto dici è falso’, ma ‘che cosa intendi dire con i tuoi asserti?’ ” H. Hahn, O. Neurath, R. Carnap, La concezione scientifica del mondo, 1929. 29 Il problema del significato Prendendo spunto da L. Wittgenstein “Comprendere una proposizione significa sapere come stanno le cose se essa è vera” (Tractatus Logico-Philosophicus, 1921), i neopositivisti sostenevano che il significato di un enunciato non è altro che il metodo della sua verifica. “Le relazioni che si stabiliscono tra noi e la realtà si formulano in espressioni linguistiche […] il cui significato effettivo è quello di istruzioni per possibili operazioni” M. Schlick, 1931. Gli enunciati non verificabili, fra cui gli asserti metafisici, sono privi di senso. L’influenza di Einstein sui neopositivisti • Uno dei cavalli di battaglia dei neopositivisti per illustrare la loro teoria del significato era la teoria della relatività di Einstein • Essa partì da un’analisi del significato operativo della relazione di “simultaneità” in termini delle operazioni che devono essere eseguite per verificare un enunciato di simultaneità (“l’evento A si verifica simultaneamente all’evento B”) . • Questa analisi portò Einstein a rivoluzionare i concetti di tempo e di spazio e a mettere in soffitta la “metafisica” newtoniana dello spazio e del tempo assoluti 30 Teoria e osservazione Uno dei dogmi del neopositivismo logico è la distinzione rigida fra enunciati teorici ed enunciati osservativi. Questi ultimi dovrebbero essere verificabili in modo diretto mediante l’esperienza. Ma cosa vuol dire “verificabili in modo diretto”? E mediante che tipo di esperienza? L’analisi approfondita di questo problema ha portato alla conclusione che questa distinzione non regge e che tutti gli enunciati sono, in qualche misura, “carichi di teoria” (theory-laden) Verità analitiche e sintetiche Un secondo dogma del neopositivismo logico, oltre alla dicotomia teorico/osservativo è quella fra enunciati analitici ed enunciati sintetici. Gli enunciati analitici (come le verità logiche), al contrario di quelli sintetici, sono veri indipendentemente dall’esperienza, poiché la loro verità è puramente concettuale (Ad esempio “nessuno scapolo è sposato”). Anche questa distinzione si è rivelata difficile da tracciare ed è stata severamente criticata (soprattutto da W.V.O. Quine). 31 Lezione 7: • • • • Popper e la scienza fallibile La critica dell’induttivismo La falsificabilità come criterio demarcazione Il modello delle congetture e delle confutazioni Popper e la scienza fallibile Secondo Popper l’esperienza non solo non è in grado di verificare le teorie scientifiche, ma neppure di renderle più probabili. Le teorie scientifiche sono asserzioni universali e dunque possono essere solo falsificate dall’esperienza. “Tutti i corvi sono neri” non può essere verificata dall’osservazione di qualunque numero, per quanto grande, di corvi neri, ma può essere falsificata dall’osservazione di un singolo corvo non-nero. 32 La critica dell’induttivismo • Popper respinge l’induttivismo sia nel contesto della scoperta sia nel contesto della giustificazione: le teorie scientifiche non vengono scoperte a partire da osservazioni casuali e non possono neppure essere giustificate sulla base delle osservazioni. • Il giustificazionimo deve essere sostituito dall’atteggiamento critico e l’induzione dal metodo dei controlli severi • L’onestà scientifica non impone di confermare le proprie teorie ma di cercare di confutarle. La forma delle teorie scientifiche Le teorie scientifiche sono asserti universali: A: Tutti i corvi sono neri B: Tutti i cigni sono bianchi Le conoscenze che derivano dall’esperienza e dall’osservazione sono asserti singolari P: Gennarino è un corvo ed è nero Q: Giorgio è un cigno ed è bianco 33 Asimmetria tra verificabilità e falsificabilità • Le teorie scientifiche, in quanto asserzioni universali, non possono essere verificate ma solo falsificate dall’esperienza. • Le asserzioni esistenziali (esiste qualcosa così e così) possono solo essere verificate dall’esperienza, ma mai falsificate. Forme logiche - Tutti i corvi sono neri - Non esiste un corvo che non sia nero - Qualche corvo non è nero - Non tutti i corvi sono neri E’ falsificabile dall’esperienza (“Gennarino non è nero”), ma non verificabile E’ verificabile dall’esperienza (“Gennarino non è nero”), ma non falsificabile Le proposizioni in ciascuna cella sono logicamente equivalenti. Quelle di sinistra sono la negazione di quelle di destra e viceversa. 34 La falsificabilità come criterio di demarcazione La caratteristica distintiva della scienza non è la sua infallibilità, ma la sua fallibilità. Le teorie scientifiche si distinguono dalle quelle pseudoscientifiche per il fatto di essere falsificabili: possono essere contraddette dall’esperienza Le teorie pseudoscientifiche o metafisiche sono invece infalsificabili o per la loro forma logica (asserzioni esistenziali) o per l’atteggiamento metodologico dei loro sostenitori che le rendono immuni dalla confutazione constratagemmi ed “ipotesi ad hoc”. Scienza e pseudoscienza Tipici esempi di pseudoscienze che non soddisfano il requisito della falsificabilità sono, secondo Popper, l’astrologia, il marxismo, la psicoanalisi. Queste teorie sono in grado di “spiegare” praticamente tutto (“un marxista non può aprire il giornale senza trovare innumerevoli conferme della propria teoria”), ma i loro sostenitori non sono in grado, anzi si rifiutano, di specificare di fronte a quale tipo di evidenza contraria sarebbero disposti a considerarle confutate. 35 Congetture e confutazioni La dinamica della conoscenza scientifica è un’alternarsi di congetture e confutazioni. Gli scienziati propongono ipotesi audaci (altamente falsificabili) e poi le sottopongono a severi controlli. Accettiamo provvisoriamente le teorie che sopravvivono a questa dura selezione (l’evoluzione della conoscenza scientifica avviene secondo uno schema darwiniano). La dinamica della conoscenza scientifica secondo Popper Congettura Teorie ausiliari deduzione Predizioni empiriche La predizione è falsificata? Osservazione Esperimento NO La congettura è provvisoriamente accettata SI La congettura viene sostituita da una migliore 36 La scienza su palafitte “La scienza non posa su un solido strato di roccia. l’ardita struttura delle sue teorie si eleva, per così dire, sopra una palude. È come un edificio costruito su palafitte. Le palafitte vengono conficcate dall’alto, giù nella palude, ma non in una base naturale o “data”; e il fatto che desistiamo dai nostri tentativi di conficcare più a fondo le palafitte non significa che abbiamo trovato un terreno solido. Semplicemente ci fermiamo quando siamo soddisfatti e riteniamo che almeno per il momento i sostegni siano abbastanza stabili da sorreggere la struttura.” (Karl Popper, La logica della scoperta scientifica, 1934) Dogma vs critica Tutta la filosofia della scienza di Popper si basa sull’idea che la caratteristica distintiva del metodo scientifico sia un costante e severo atteggiamento critico e il rifiuto di qualunque forma di dogmatismo. Il “codice d’onore” dello scienziato gli impone non di cercare conferme della propria teoria ma, al contrario, di cercare di confutarla. Cercare con ogni mezzo di sottrarre una teoria alla confutazione, mediate stratagemmi ed ipotesi ad hoc, finisce col trasformare la teoria in una “metafisica”, infalsificabile non per la sua forma logica, ma come conseguenza dell’atteggiamento metodologico dei suoi sostenitori. 37 Lezione 8 • • • • La tesi di Duhem-Quine Il convenzionalismo Le geometrie non-euclidee Dal convenzionalismo geometrico al convenzionalismo fisico La tesi di Duhem-Quine Uno dei punti deboli del falsificazionismo “ingenuo” è l’indeterminatezza della falsificazione: “Un fisico non può mai sottoporre al controllo dell’esperienza un’ipotesi isolata, ma solo un insieme di ipotesi. Quando l’esperienza è in disaccordo con le sue previsioni, essa gli insegna che almeno una delle ipotesi è inaccettabile, ma non gli indica quale. Eccoci ben lontani dal metodo sperimentale come lo concepisce chi è estraneo al suo funzionamento” (Pierre Duhem, La Teoria Fisica, 1904-1905). “La scienza nella sua globabilità è come un campo di forza i cui punti limite sono dati dall’esperienza. Un disaccordo con l’esperienza alla periferia provoca un riordinamento all’interno del campo.”(W.V.O. Quine, I due dogmi dell’empirismo, 1951) 38 Il convenzionalismo “Il principio di inerzia…è una verità che si impone a priori alla mente? E se così fosse, come mai i greci l’hanno misconosciuta? … …è dunque un fatto sperimentale? Ma si è mai sperimentato su dei corpi sottratti all’azione di ogni forza? E se lo si è fatto, come si è saputo che questi corpi non erano sottoposti ad alcuna forza?” (H. Poincaré, La scienza e l’ipotesi, 1902) I principi più generali della scienza, sebbene basati sull’esperienza, sono convenzioni o definizioni camuffate e non possono essere rovesciati dall’esperienza. Le geometrie non euclidee/1 Il convenzionalismo nasce dalla riflessione sulle geometrie non-euclidee. Un modo equivalente per esprimere il quinto postulato di Euclide è il seguente: In un piano, per un punto esterno a una retta data esiste un'unica retta passante per il punto dato e parallela alla retta data. Un teorema che consegue da questo postulato è il seguente: In un triangolo, la somma degli angoli interni è uguale a 180 gradi. 39 Le geometrie non euclidee/2 Nel 1829, N. Lobacevski e J. Bolyai, mostrarono la possibilità di una diversa geometria (detta “iperbolica”) nella quale il postulato euclideo sulle parallele era sostituito dal seguente: Per un punto esterno a una retta data passa più di una retta parallela (se ne esiste più di una ne esistono infinite). Questo nuovo postulato, insieme agli altri, implica che: In un triangolo, la somma degli angoli interni è minore di 180 gradi. Le geometrie non-euclidee/3 Nel 1854, B. Riemann, mostro la possibilità di una terza geometria (detta “ellittica”), nella quale Per un punto esterno a una retta data non passa alcuna parallela. Questo postulato, insieme agli altri, implica che: In un triangolo, la somma degli angoli interni è maggiore di 180 gradi. 40 Un modello della geometria di Riemann • Nella geometria ellittica o riemanniana, si interpreta il “piano” come la superficie di una sfera • Le “rette” sono le circonferenze massime della superficie sferica. Esempi familiari sono i meridiani e l'equatore, ma non i paralleli. • Queste “rette” soddisfano la proprietà fondamentale delle rette euclidee: sono le linee più brevi che sulla superficie congiungono due punti dati. Nella figura sono rappresentati due meridiani perpendicolari all'equatore e che si incontrano perpendicolarmente al polo Nord. Si vede che la somma degli angoli interni del triangolo curvilineo ABN è 270 gradi. In generale la somma degli angoli interni di un triangolo di questo tipo è sempre maggiore di 180 gradi e non è costante per tutti i triangoli. 41 Lezione 9: • Kuhn: un ruolo per la storia della scienza • La funzione del dogmatismo scientifico • Paradigmi e rivoluzioni Kuhn: un ruolo per la storia Nel celebre La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962) Thomas Kuhn (1922-1996) suggerisce fortemente che la filosofia della scienza, invece di accontarsi di astrazioni, dovrebbe guardare all’effettiva pratica scientifica e alle effettive modalità di validazione della conoscenza che vengono messe in atto dalle diverse comunità scientifiche. Questo mutamento di prospettiva si rivelò un trauma salutare per la filosofia della scienza e suscitò un acceso dibattito che è durato fino ad oggi. Il punto di vista di Kuhn rappresentava una rottura radicale con la concezione popperiana della scienza. 42 La funzione del dogmatismo scientifico “Sebbene il preconcetto e la resistenza all’innovazione possano impedire molto facilmente il progresso scientifico, la loro onnipresenza è tuttavia un chiaro sintomo delle caratteristiche dalle quali dipende la continua vitalità della ricerca. Chiamerò tali caratteristiche, nel loro insieme, il dogmatismo della scienza matura… Non c’è bisogno di fare della resistenza o del dogma una virtù per riconoscere che nessuna scienza matura potrebbe esistere senza di loro. (T. Kuhn, La funzione del dogma nella ricerca scientifica, 1963) Paradigmi Secondo Kuhn, la storia della scienza è un alternarsi di lunghi periodi di scienza normale, interrotti da brevi periodi di crisi che si concludono con una rivoluzione scientifica. I periodi di scienza normale sono caratterizzati dal predominio di un un unico paradigma. Un paradigma è “un insieme di esempi di effettiva prassi scientifica riconosciuti come validi” i quali “comprendono globalmente leggi, teorie, applicazioni e strumenti”, fornendo “modelli che danno origine a particolari tradizioni di ricerca con una loro coerenza”. 43 La scienza normale Nei periodi di scienza normale l’attività degli scienziati è simile alla “risoluzione di rompicapo” (il paradigma determina l’esistenza e l’univocità delle soluzioni) il cui scopo è quello di “forzare la natura nelle caselle predeterminate del paradigma”, e le evidenze sperimentali contrarie sono accantonate come semplici “anomalie”. Le crisi Ma quando le anomalie si accumulano e il paradigma perde la sua forza propulsiva (la sua capacità di guidare gli scienziati verso successi sperimentali), si entra in un periodo di crisi che può sfociare nel crollo del vecchio paradigma e nell’emergere di uno nuovo. 44 Le rivoluzioni scientifiche Una rivoluzione è la sostituzione di un paradigma con uno nuovo e incommesurabile con esso (Kuhn paragona il cambiamento di paradigma a un “cambiamento di mondo” o anche a un “riorentamento gestaltico” [gestalt switch]) Lezione 10 • Lakatos e la critica del “falsificazionismo ingenuo” • I programmi di ricerca scientifici • Euristica negativa: il nucleo • Euristica positiva: la cintura protettiva • Programmi di ricerda progressivi e regressivi 45 Il problema della valutazione Il fallibilismo solleva problemi nuovi: • Come facciamo a scegliere fra due teorie rivali? • Come facciamo a sapere se un certo cambiamento teorico costituisce un progresso o un regresso? • Come si misura la crescita della conoscenza teorica? • Soprattutto: come è possibile rispondere a queste domande in una prospettiva radicalmente fallibilista? Lakatos: la critica del “falsificazionismo ingenuo” Per Imre Lakatos (1922-1974), la “ricetta di Popper”, cercare di falsificare le teorie e abbandonarle quando vengono falsificate, porterebbe ben presto alla distruzione della scienza così come la conosciamo. Tutte le teorie scientifiche più importanti si sono sviluppate a dispetto dell’evidenza contraria, che sono riuscite a spiegare solo in parte e solo in modo graduale. È questa la tenacia della scienza teorica che, come ha osservato Kuhn, non rappresenta un vizio, ma una condizione indispensabile del suo sviluppo. 46 I programmi di ricerca scientifici L’unità di misura del progresso scientifico è costituita infatti non da singole teorie, ma da entita organizzate: i programmi di ricerca il cui sviluppo è in una certa misura pianificato. Un programma di ricerca è una successione di teorie falsificabili costruite in base a determinati principi euristici comuni. Ogni programma è caratterizzato dalla sua euristica negativa e dalla sua euristica positiva. Euristica negativa: il nucleo Ogni programma di ricerca contiene un nucleo [hard core] di ipotesi che vengono sottratte alla confutazione per decisione metodologica. (Questo è sempre possibile per la tesi di DuhemQuine.) Il nucleo determina l’euristica negativa del programma: indica che cosa non si deve fare per risolvere un’anomalia. Il nucleo definisce le reazioni inammissibili di fronte all’insorgere di un’anomalia. 47 Euristica positiva: la cintura protettiva Ogni programma di ricerca specifica anche una cintura protettiva di ipotesi “soft” che siamo disposti ad abbandonare, anzi che ci aspettiamo di dovere prima o poi abbandonare per sostituirle con ipotesi più accurate e realistiche. E’ questa l’euristica positiva del programma: indica che cosa si può fare per risolvere un’anomalia. L’euristica positiva definisce le reazioni ammissibili di fronte all’insorgere di un’anomalia. L’autonomia della scienza teorica “Pochi fra gli scienziati teorici impegnati in un programma di ricerca prestano eccessiva attenzione alle ‘confutazioni’. Essi seguono una politica di ricerca a lungo termine che anticipa tali confutazioni. Questa politica, o ordine di ricerca, è ciò che viene programmato – più o meno dettagliatamente – nell’euristica positiva del programma [...]” L’euristica positiva consiste di un insieme parzialmente espresso di proposte e suggerimenti su come cambiare, sviluppare, le ‘varianti confutabili’ del programma di ricerca [...] L’euristica positiva traccia un programma che prefigura una catena di modelli sempre più complicati che simulano la realtà.” (I. Lakatos, La metodologia dei programmi di ricerca scientifici, 1974) 48 Critica e crescita della conoscenza Un programma di ricerca, cioè una sequenza T1, T2, …,Tn di teorie, è teoricamente progressivo se ciascuna versione Ti predice tutto quello che prediceva la versione precedente e anche qualche fatto nuovo (cioè non è una modifica ad hoc della teoria precedente, che serve solo ad “accomodare” qualche fatto recalcitrante). Un programma di ricerca teoricamente progressivo è anche empiricamente progressivo, se qualcuna di queste predizioni addizionali risulta confermata dall’esperienza. 49